mercoledì 28 giugno 2006

Il cappellano

Si chiama comunemente cappellano il prete che esercita il suo ministero in un ospedale, in un carcere oppure in una chiesa succursale della parrocchia.

Poi è diventato molto comune chiamare "cappellani militari" quei preti che, con il pretesto o l'intenzione di assistere spiritualmente le truppe, danno piena legittimazione alle occupazioni militari, come l'occupazione dell'Iraq, benedicono le armi, recitano la preghiera del soldato e si riempiono la bocca di retorica patriottica. Questa è la chiesa in armi di cui ho fornito precise informazioni nel mio libro "L'ultima ruota del carro" (pagg. 47 e ss).

Ora, ecco la sorpresa! Quando la bassissima "sua altezza reale" del nobile(!!!) casato dei Savoia è stato recentemente incriminato per tutte le sue "opere di beneficenza", accanto a lui è comparso, in elegante clergyman, un distinto sacerdote definito "cappellano e padre spirituale di Vittorio Emanuele".

Che sia lui il sacerdote che ha accompagnato "sua altezza" verso le vette dell'onestà, del distacco dal denaro e dal mercato di donne... tutte virtù così profondamente vissute da "sua maestà"?

Certo che, se avere un "padre spirituale" conduce a queste sublimi virtù, forse siamo più fortunati noi che ci accontentiamo di un padre e una madre meno spirituali...

Mi viene un brivido: dovunque abbondano denaro e sporcizia, se scavi un po' vien fuori un cappellano, un padre spirituale.

Mi sorge una domanda: "Che non fosse anche lui parte del gioco e che, per tanti consigli di altissima spritualità e di inarrivabile virtù, non percepisse qualche "spicciolo"?

Nessun commento: