mercoledì 7 marzo 2007

“IL VATICANO COSI’ DISCRIMINA I DISABILI”

Questo è il titolo dell’articolo di Fabio Amato che ho letto su L’Unità del 26 febbraio. Mi sembra utile segnalarlo e riportarlo perché, anche su questo terreno, il Vaticano procede come i gamberi.

Non si salva più nessuno dagli strali del Vaticano… “L’anatema era partito a inizio febbraio: ‘Eugenetica strisciante, inaccettabili riferimenti’ all’aborto. Con queste parole l’Avvenire aveva anticipato l’intenzione del Vaticano di non recepire la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità.

50 articoli, 25 pagine, il testo approvato dall’assemblea dell’Onu il 13 dicembre scorso sarà in vigore a partire dal 30 marzo dopo la ratifica di almeno 20 stati.

Ma ‘la storica realizzazione per 650 milioni di persone con disabilità di tutto il mondo’ – parole dell’ex segretario dell’Onu Kofi Annan – nella Santa sede non avrà seguito. Colpa di sole sette righe dell’articolo 25, e della definizione che contengono. ‘Una posizione non spiegabile’, dice il professor Giuseppe Benagiano ‘per rifiutare in toto il testo’.

Già direttore dell’Istituto superiore di Sanità e oggi ordinario di Ostetricia e Ginecologia alla Sapienza di Roma, di quella definizione Benagiano porta il segno della paternità. Scienziato cattolico – ‘né di destra né di sinistra, cattolico e basta’ – è stato a capo del dipartimento dell’Organizzazione mondiale della sanità cui si devono alcuni dei concetti inseriti successivamente nel testo.

Tra cui proprio le poche contestate righe dell’articolo 25: ‘Gli Stati firmatari devono provvedere per le persone con disabilità la stessa gamma e lo stesso standard, degli stessi servizi (…) che sono messi a disposizione di tutte le altre persone, ivi compresi quelli dell’area della salute in materia di riproduzione e sessualità (sexual and reproductive health), nonché dei programmi di salute pubblica su base nazionale’.

Ebbene, dietro a questo diritto, anzi, dietro alla definizione di ‘salute riproduttiva’ – ha rivendicato L’avvenire – ci sarebbero ‘riferimenti inaccettabili’ a pratiche abortive. Come a dire, spiega il professore, che ‘la Santa Sede ritiene che facendosi scudo di questa definizione, le lobbies internazionali nascondano l’intenzione di promuovere piani per regolare le nascite’.

La verità, al contrario, è che proprio quel concetto, ritenuto un ‘terribile mostro’, ha contribuito a liberare il mondo da un ‘controllo coercitivo delle nascite’. ‘Il concetto di salute riproduttiva’ oggi inserito nelle convenzione, infatti, ‘è nato una quindicina di anni fa’ e ‘lungi dal nascondere piani per regolare le nascite, ha invece reso esplicito l’obbligo dei governi firmatari di abbandonare ogni politica di controllo e di abbracciare quello di libera pianificazione delle nascite, diventando lo strumento più importante mai realizzato’.

Tanto che pochi mesi dopo l’adozione della definizione - dopo la Conferenza internazionale sulla Popolazione e lo Sviluppo del 1994 al Cairo - ‘molti governi dei Paesi in via di sviluppo hanno adottato misure volte a salvaguardare il diritto di ciascuna coppia di decidere in materia di pianificazione familiare’.

Un caso per tutti quello dell’India che ‘abolì il sistema delle quote, cioè il numero minimo di interventi in materia contraccettiva - pillole distribuite, spirali inserite, sterilizzazione – che ogni addetto doveva obbligatoriamente svolgere nel proprio territorio’. Del resto ricorda ancora Benagiano, all’epoca della conferenza del Cairo il Vaticano scelse di ‘approvare con riserva’ gli stessi concetti che oggi ha ‘invalidato globalmente’.

Certo, aggiunge, ‘una distorsione è possibile per ogni accordo. Ciò che conta, però, è il significato dei documenti e l’effetto che producono. E nel caso della Conferenza del Cairo è l’idea stessa di controllo e pianificazione governativa delle nascite ad essere bandita, così come nella Convenzione sui diritti dei Disabili non vi è - obbiettivamente - nulla che suggerisca ai governi di adottare politiche eugenetiche’.

L’unico dato che resta, perciò, è quello di una opposizione che appare immotivata: ‘Io per primo - spiega infatti il professore – credo che l’aborto sia un fatto intrinsecamente negativo, ma mi auguro un ripensamento sulla convenzione, perché l’unico messaggio che passerebbe, in assenza di una approvazione con riserva, è il rifiuto della Santa sede di riconoscere i diritti dei disabili’. “

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