domenica 29 giugno 2008

DON MILANI... 41 ANNI DOPO

Ricevo e pubblico


Scritti di Don Lorenzo Milani

Non vedremo sbocciare dei santi finché non ci saremo costruiti dei giovani che vibrino di dolore e di fede pensando all’ingiustizia sociale.
Da Esperienze pastorali

Con la parola alla gente non gli si fa nulla. Sul piano divino ci vuole la grazia e sul piano umano ci vuole l’esempio.
Da Esperienze pastorali

Io al mio popolo gli ho tolto la pace: Non ho seminato che contrasti, discussioni, contrapposti schieramenti di pensiero. Ho sempre affrontato le anime e le situazioni con la durezza che si addice al maestro. Non ho avuto né educazione né riguardo né tatto. Mi sono attirato addosso un mucchio di odio, ma non si può negare che tutto questo ha elevato il livello degli argomenti e di conversazione del mio popolo.
Da Esperienze pastorali

Da bestia si può diventare uomini e da uomini si può diventare santi: Ma da bestia a santi con un solo passo non si può diventare.
Da Esperienze pastorali

Io non vendo le mie singole prestazioni ma vendo la mia vita intera a una comunità intera, e quello che faccio lo faccio per tutti eguali e non faccio piaceri speciali a nessuno, perchè tutti sono ugualmente miei figliuoli“.
Da Esperienze pastorali

Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne insieme è la politica, sortirne da soli è l’avarizia.
Da Lettera a una professoressa

Se si perde loro (i ragazzi più difficili) la scuola non è più scuola. É un ospedale che cura i sani e respinge i malati.
Da Lettera a una professoressa

Non c’è nulla che sia più ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali.
Da Lettera ad una professoressa

Conoscere i ragazzi dei poveri e amare la politica è tutt’uno.
Da Lettera ad una professoressa

Quando ci si affanna a cercare apposta l’occasione pur di infilare la fede nei discorsi, si mostra d’averne poca, di pensare che la fede sia qualcosa di artificiale aggiunto alla vita e non invece ‹modo› di vivere e di pensare.
Da Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana

Dai superficialissimi giudizi che voi intellettuali osate farci sulle cose della vita reale e che per forza di cose non potrete mai palpare con mano, ma solo attraverso l’inchiostro e la rielaborazione intellettuale.
Da Lettera di don Lorenzo Milani priore di Barbiana

Quando avrai perso la testa, come l’ho persa io, dietro poche decine di creature, troverai Dio come un premio.
Da Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana

Il disoccupato e l’operaio d’oggi dovranno uscire dal cinema con la certezza che Gesù è vissuto in un mondo triste come il loro che ha come loro sentito che l’ingiustizia sociale è una bestemmia, come loro ha lottato per un mondo migliore.
Da Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana.

L’elemosina è orribile quando chi la fa crede d’essersi messo a posto davanti a Dio e agli uomini.
La politica è altrettanto orribile quando chi la fa crede d’essere dispensato dal sentir bruciare i bisogni immediati di quelli cui l’effetto della politica non è ancora arrivato: È evidente che oggi bisogna con una mano manovrare le leve profonde (politica, sindacato, scuola) e con l’altra le leve piccine ma immediate dell’elemosina,
Da Lettere di don Lorenzo priore di Barbiana

Ho voluto più bene a voi (ndr ragazzi) che a Dio, ma ho speranza che lui non stia attento a queste sottigliezze e abbia scritto tutto al suo conto.
Da Lettere di don Lorenzo priore di Barbiana

Su una parete della nostra scuola c’è scritto grande "I CARE". È il motto intraducibile dei giovani americani migliori: "me ne importa, mi sta a cuore". È il contrario esatto del motto fascista "me ne frego".
Da Lettera ai giudici

Avere il coraggio di dire ai giovani che essi sono tutti sovrani, per cui l’obbedienza non è ormai più una virtù, ma la più subdola delle tentazioni, che non credano di potersene far scudo né davanti agli uomini né a Dio, che bisogna che si sentano ognuno l’unico responsabile di tutto.
Da Lettera ai giudici

Bisogna aver le idee chiare in fatto di problemi sociali e politici. Non bisogna essere interclassisti, ma schierati. Bisogna ardere dall'ansia di elevare il povero a un livello superiore.

Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i miei stranieri. E se voi avete il diritto...di insegnare che italiani e stranieri possono lecitamente anzi eroicamente squartarsi a vicenda, allora io reclamo il diritto di dire che anche i poveri possono e debbono combattere i ricchi. E almeno nella scelta dei mezzi sono migliore di voi: le armi che voi approvate sono orribili macchine per uccidere, mutilare, distruggere, far orfani e vedove. Le uniche armi che approvo io sono nobili e incruente: lo sciopero e il voto.

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