martedì 22 luglio 2008

SANTANCHE'FURENTE

"E' uno scandalo, ma dov'è la Digos? E' nato oggi un califfato che si sottrae alle regole dello Stato italiano". Il commissario di polizia che, con decine di uomini, è al Vigorelli per controllare che non ci siano incidenti, si innervosisce. "Lei deve", gli grida la Santanchè. "Guardi che non sono ai suoi comandi", ribatte il commissario. La tesi della Destra è che a Milano il governo centrale e cittadino, ministro Maroni compreso, si arrendono agli islamici: "Non vanno aperte nuove moschee - dice la pasionaria - bisogna chiudere semmai quelle che ci sono". La sistemazione definitiva in realtà è ancora in alto mare, dopo l'agosto al Palasharp. Il direttore del centro islamico, Abdel Shaari, confida sulla parola del prefetto: "Un posto si troverà". L'area dell'ex ospedale psichiatrico Pini però non va bene: "La tensiostruttura da mettere nel campo costerebbe 50mila euro al mese di noleggio". Un'area privata? "Il leghista Boni ha fatto approvare una legge apposta, che un'area qualsiasi non può essere destinata a luogo di culto. Se non c'è la volontà politica, non si va avanti". Soldi da Gheddafi li accettereste? "Solo se il finanziamento è alla luce del sole e non vincola le nostre scelte". Nel caso, tornerete in viale Jenner? "Siamo nomadi di natura, ma la pazienza sta venendo meno".
Repubblica 19 luglio 

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