"E' uno scandalo, ma dov'è la Digos? E' nato oggi un califfato che si sottrae alle regole dello Stato italiano". Il commissario di polizia che, con decine di uomini, è al Vigorelli per controllare che non ci siano incidenti, si innervosisce. "Lei deve", gli grida la Santanchè. "Guardi che non sono ai suoi comandi", ribatte il commissario. La tesi della Destra è che a Milano il governo centrale e cittadino, ministro Maroni compreso, si arrendono agli islamici: "Non vanno aperte nuove moschee - dice la pasionaria - bisogna chiudere semmai quelle che ci sono". La sistemazione definitiva in realtà è ancora in alto mare, dopo l'agosto al Palasharp. Il direttore del centro islamico, Abdel Shaari, confida sulla parola del prefetto: "Un posto si troverà". L'area dell'ex ospedale psichiatrico Pini però non va bene: "La tensiostruttura da mettere nel campo costerebbe 50mila euro al mese di noleggio". Un'area privata? "Il leghista Boni ha fatto approvare una legge apposta, che un'area qualsiasi non può essere destinata a luogo di culto. Se non c'è la volontà politica, non si va avanti". Soldi da Gheddafi li accettereste? "Solo se il finanziamento è alla luce del sole e non vincola le nostre scelte". Nel caso, tornerete in viale Jenner? "Siamo nomadi di natura, ma la pazienza sta venendo meno".
Repubblica 19 luglio
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