mercoledì 31 dicembre 2008

FAMIGLIA CRISTIANA DI NUOVO PAPISTA

Non ne ho mai dubitato: Famiglia Cristiana fa qualche fuoco d'artificio, ma poi sui temi etici è sempre, proprio sempre papalina.

L'ultimo numero accusa i signori Englaro di preparare "l'esecuzione" di Eluana. Il settimanale dei Paolini ha pubblicato con grande evidenza, un servizio presentato con questo apparato di titoli: «Tutto pronto per l'"esecuzione". La morte a Natale. Mentre noi mangeremo il panettone, la ragazza potrebbe essere lasciata morire di fame e di sete. Per ordine dei giudici».

I "crociati" non si smentiscono. È la loro ora.

Un saluto

Ricevo, rispondo e pubblico


Caro don Franco,
mi chiamo Luigi, ho 29 anni e sono un omosessuale credente. Cristiano direi, non cattolico, poichè le ormai quotidiane affermazioni del Vaticano in merito all'omosessualità non possono che allontanarmi da una siffatta istituzione, fomentatrice di odio e di discriminazione.
Con grande fatica ho tentato nel corso della mia esistenza di trovare un equilibrio tra la mia identità sessuale e l'aspirazione a realizzare quotidianamente la parola di Cristo, attraversando lunghi momenti di oscurità e solitudine spirituale.
In questi ultimi anni ho intensificato la mia pratica spirituale attraverso la preghiera e la lettura dei Vangeli, trovando in essi conforto, speranza e la spinta ad agire quotidianamente nella consapevolezza del dolce e amorevole sorriso del Signore su di me.
Durante questo percorso ho avuto modo di imbattermi nel suo splendido blog, nel quale ho avuto modo di scoprire un'interpretazione del cristianesimo che dentro al mio cuore sapevo essere possibile, ma che sino a quel momento non avevo avuto modo di incontrare.
La voglio pertanto ringraziare per il suo splendido e coraggioso lavoro, attraverso il quale sta dando a tante persone la possibilità di sperare nella rinascita di un cristianesimo libero dalle pastoie del potere e dell'avidità.
Con immenso affetto e stima,

Luigi


Caro Luigi,

persone come lei sono il segno che esiste una chiesa "altra" mille miglia lontana dall'indecente istituzione cattolica-romana, un monumento blasfeno ed idolatrico.
Dio si è fatto strada verso il suo cuore ed è venuto incontro alla sua ricerca. Ora ne avverte la presenza calda ed amorosa. E' il vangelo che nutre il nostro cammino. Allora, come lei mi scrive, di lì attingiamo nutrimento per la nostra vita quotidiana.
La ringrazio della stima e della solidarietà che mi manifesta. Nel mio piccolo ed assiduo impegno quotidiano cerco anch'io di aprire sentieri verso la sorgente che è Dio.
Ricevo migliaia e migliaia di lettere che mi danno a sperare che, nonostante tutto, molti uomini e molte donne collochino le loro vite sul sentiero del nazareno per un "cristianesimo libero dalle pastorìie del potere e dell'avidità".
Caro Luigi, su questo cammino non stanchiamoci. gettiamo semi con fiducia e il sole di Dio può "fare miracoli" anche attraverso le nostre piccole mani. Ogni giorno anch'io, nella pochezza delle mie forze di vecchietto, cerco di ascoltare il sibilo del "vento di Dio" per lasciarmi riscaldare e rimettere in cammino.
A Lei un abbraccio forte forte.

don Franco Barbero

Una stretta di mano

Ricevo, rispondo e pubblico


Salve Don Barbero,
sono un cittadino italiano di 26 anni, le scrivo da Padova.
Ieri ho avuto notizia dell'esito positivo della pratica di "sbattezzo" che, grazie ai consigli dell'UAAR, avevo provveduto ad avviare qualche settimana fa. Ho deciso di essere cancellato dall'elenco dei fedeli alla chiesa cattolica per coerenza con il mio agnosticismo, anche se devo dire che la spinta decisiva, ciò che mi ha spronato ad effettuare un'azione che meditavo da tempo, sono i reiterati comportamenti di arroganza e sopraffazione del vaticano, comportamenti che lei non manca mai di denunciare.
Da qualche mese seguo il suo blog. E, mi perdoni per la lunga premessa, le scrivo per ringraziarla. Ringrazio lei per le sue parole e per il suo sorriso, come ringrazio persone come il mio concittadino Don Albino Bizzotto e come il mio migliore amico, che è cattolico praticante (praticando non solo il sabato a messa ma settimanalmente andando a portare cibo ad immigrati e clochard alla stazione ferroviaria di Padova). Vi ringrazio perchè, ogni giorno, mi mostrate che non tutta la chiesa è papa Ratzinger. Ammetto con vergogna che l'insofferenza verso il vaticano, e verso i soprusi che perpetua nei confronti dei popoli del mondo, e dei cittadini italiani in particolare, mi ha portato e mi porta a volte ad una sorta di "odio cieco" verso la chiesa e per esteso, le religioni...mi rendo conto di rispondere alla violenza con la violenza (intesa la seconda come violenza spirituale). Persone come lei e il mio amico mi aiutano a non cedere a questa pulsione irrazionale, a capire quanto di buono c'è anche nelle comunità di fedeli. Mi aiutate a cercare di essere Uomo.
Mi scusi se le ho fatto perdere tempo, sicuramente ha molte voci da ascoltare e missive da leggere, sicuramente bisognose di maggior attenzione, ma ho pensato che forse le poteva far piacere una ulteriore testimonianza di come il suo operato aiuti non solo molti fedeli ed emarginati ma anche molti semplici cittadini non credenti.
Le mando una calorosa stretta di mano.

Armando


Gentile Armando Della Rocca,
 apprezzo molto le persone che, come Lei, sanno assumersi la responsabilità delle proprie scelte. Lei ha deciso con motivazioni serie compiendo un atto di coerenza che constato, apprezzo, ritengo significativo per sottrarre consenso alla multinazionale cattolica di traffici religiosi. Altri si sbattezzano (è bella anche questa varietà di percorsi) in nome della loro fede per dire che non delegano ad una una istituzione burocratica il dono prezioso della loro fede. Quando la fede diventa matura, ovviamente tutto l'apparato che la casta gerarchica ha inventato perde valore. Io oggi (e in questo la vecchiaia aiuta) non provo nè odio nè risentimento verso questi faraoni. Ho capito che l'odio e il risentimento ricadono addosso a chi li tiene dentro di sè e, tutto sommato, tolgono lucidità e vigore nella lotta contro l'istituzione oppressiva.
Mi permetta di esprimerLe gratitudine affettuosa per le righe che mi ha scritto. Io sono sempre più coinvolto nell'esperienza cristiana, ma sento che nulla mi divide da Lei per il comune impegno di liberazione umana.
Continuiamo a lottare per una società più libera dai pregiudizi.
Buon 2009 e tanto altro.
 
don Franco Barbero

PERCHE' NON SCRIVO PIU' SU...

Mi sono giunte parecchie lettere in cui mi viene domandato perchè non compaiono più miei scritti su Viottoli. Ho scelto di privilegiare da alcuni anni altri canali e, non potendo più partecipare alla redazione e assumermi la mia parte di responsabilità nella elaborazione del periodico, ho chiesto di essere depennato. Del resto, oggi sono più interessato ad una ricerca cristologica ed ecclesiologica che esige spazi e tempi diversi. E' bello vedere che le cose camminano senza di noi. I vecchi devono saper fare un passo indietro per lasciar posto a nuove energie.

martedì 30 dicembre 2008

GAZA CI GUARDA

"E' il momento di un urgente e immediato cessate il fuoco tra Israele e Hamas accompagnato dal raddoppio degli sforzi per giungere all'intesa con l'Autorità palestinese. L'alternativa è semplicemente troppo orribile". ( Amos Oz, 29 dicembre L'Unità)

ACCECATI DAL MITO DELLA GUERRA LAMPO

Su Repubblica del 30 dicembre Gad Lener propone una riflessione interessante: " Tutto ciò che è improvviso è male, il bene arriva piano piano". Così pensava nella sua saggezza Mendel Singer, l'impareggiabile "Giobbe" di Joseph Roth.
Magari ne serbassero memoria gli israeliani, esasperati da un assedio senza fine ma tuttora accecati  dal mito della guerra-lampo risolutiva che ne 1967 parve durare sei giorni appena e invece li trascina, dopo oltre 41 anni, ad illudersi nuovamente: bang, un colpo improvviso bene assestato, e pazienza se il mondo disapprova, l'importante è che il nemico torni a piegare le ginocchia."

PRESEPE SENZA GESU'

Repubblica di domenica 28 dicembre riporta un episodio successo in una parrocchia di bergamasco. Protagonista un parroco coraggioso.

Il parroco si rifiuta di mettere Gesù bambino nel presepe perché "la gente non è pronta". Fa discutere la scelta di monsignor Attilio Bianchi, sacerdote della chiesa di Santa Lucia a Bergamo. Il religioso durante la messa di mezzanotte ha deciso così dopo aver spiegato: "Se non sapete accogliere lo straniero, il diverso, non potete accogliere il Bambin Gesù. Perciò Gesù non nasce". E non ha fatto porre nel presepe della chiesa la statuetta del Bambinello. "Il messaggio che abbiamo voluto dare è proprio questo: Gesù non ha paura di avvicinarsi agli emarginati, agli ultimi. È ora che chi si dice cattolico metta in pratica gli insegnamenti di Cristo".

lunedì 29 dicembre 2008

MARAMOTTI SU L'UNITA'

                        CHI RIMANE
                        SENZA LAVORO
                        NON VERRA'
                        LASCIATO
                        SOLO
                                                            LICENZIANO
                                                            ANCHE I SUOI
                                                            COLLEGHI !!

UN PARROCO INTELLIGENTE

Quest'anno don Armando Zappolini, parroco di Perignano, ha fatto addirittura due presepi. Dal primo manca la statuina di Gesù. Al suo posto, su strisce di stoffa, ha scritto le leggi antibiavacco, contro la prostituzione in strada, contro i venditori abusivi. Nell'altro presepe ha collocato tre statuine: una prostituta,un barbone su una panchina e un venditore di strada. In questo il bambino c'è, e c'è anche tanta luce. Qui Gesù è in buona compagnia.
I parrochiani l'hanno presa molto bene. Vuol dire che il cuore della gente non è del tutto avvelenato.

IL MODELLO DI DEMOCRAZIA

"Negli Stati Uniti le prigioni sono una grande industria i cui profitti vengono superati solo dalla pornografia. La parola libertà per un gran numero di esseri umani evoca solo tortura e morte". ( Harold Pinter, settembre 2001).

UNA BELLA RFLESSIONE DI MONI OVADIA

La tragica situazione di Gaza

Le immagini confuse di miliziani di Hamas che a Gaza si muovono con rapidità per armare i missili Qassam e lanciarli contro Israele, seguite dalle immagini più definite dei danni provocati da quelle armi rozze che tuttavia demoliscono, sbrecciano, feriscono e talora uccidono parlano il linguaggio della guerra. Gli israeliani non hanno dubbi al proposito e la stragrande maggioranza di essi e dei partiti che li rappresentano politicamente ritengono che la risposta ad un’azione bellica non possa che essere un’operazione militare. L’esercito ha ottenuto il via libera.  L’intento è quello di fare pagare a caro prezzo a Hamas la sua aggressione contro i territori di confine dello Stato D’Israele. In questa situazione esplosiva, fa la sua timida comparsa qualche gesto di distensione: gli israeliani hanno autorizzato il passaggio di aiuti umanitari verso il devastato territorio, il premier Olmert si è rivolto al popolo di Gaza per sollecitarlo a ribellarsi al “comune” nemico Hamas. Nobile gesto quello di rivolgersi ai popoli, ma a quale popolo? Un popolo nella dignità delle proprie prerogative? Titolare legittimo del proprio futuro? il popolo di una nazione, dotato di un proprio stato? No! Un popolo che oggi vive in stato di assedio? Un popolo la cui maggioranza elettorale ha scelto Hamas in una delle elezioni più libere e democratiche che si siano viste negli ultimi tempi. Se questa è la realtà, il fervorino di Olmert è puramente demagogico ed è un ennesimo viatico per passare da un cul de sac ad un altro. Niente di nuovo sotto il cielo della Terrasanta, se non le ennesime sofferenze degli inermi. Sia Hamas che il governo israeliano potrebbero fare altro, ma da quelle parti  sembra impossibile andare oltre la routine del nefasto status quo. Di prendere il problema  dalla radice poi neanche se ne parla più se non per pura accademia.

 

domenica 28 dicembre 2008

CARA SORELLA ALMA

Anche nella mia comunità cristiana di base si pratica un'accoglienza positiva delle persone omosessuali e transessuali da parecchi anni. Personalmente accompagno coppie e assisto come presbitero alla celebrazione di matrimoni omosessuali da trent'anni. Queste celebrazioni avvengono ora anche a Verona, Padova e Roma.Voglio segnalarle il mio ultimo libro OMOSESSUALITA' E VANGELO, Edizioni Gabrielli.
Un cordiale saluto
don Franco Barbero

ILLUSI

I governanti di Israele e i capi di Hamas si illudono di trovare una soluzione attraverso la via delle armi. In questi giorni di massacri contro un popolo inerme come quello palestinese, l'unico parroco di Gaza ha parlato di strage degli innocenti. Resta di ora in ora più lacerante l'interrogativo sul silenzio di Obama, chiaramente influenzato da Hilary Clinton da sempre poco sensibile alle ragioni dei Palestinesi. Ripeto: qui potrebbe spegnersi il sogno chiamato Obama. Spero tanto di sbagliarmi.

UN OMBRA SU OBAMA

In Palestina ci troviamo di fronte ad un governo macellaio e ad un Hamas irresponsabile. Il quadro che si apre è colorato di sangue e lascia intravvedere un futuro tragico. I cittadini di Israele che amano la pace pagheranno un prezzo molto alto per questa violenza del loro governo. La spirale diventa inarrestabile. Livni, candidata alla guida del governo, ripete il copione. Non colpisce tanto la stoltezza delle dichiarazioni di Bush quanto il silenzio impacciato di Obama. Questa è un' ombra grave che pesa sulla partenza dell'amministrazione Obama che finora non ha espresso sul conflitto medio-orientale alcuna idea veramente nuova. Questo sarà un banco di prova che potrà incrinare il sogno, se non si sceglieranno strade diverse e progetti concreti per uscire dalla contrapposizione politica e bellica.

COERENZA

Soru in Sardegna è già in piena campagna elettorale tra la gente dopo una brevissima pausa natalizia. Ora si tratta di trovare il modo di unire le forze di quanti credono nel progetto limpido ed audace di Soru in vista delle elezioni regionali del 15 e 16 febbraio. Sarebbe stato un errore cedere ad un compromesso con quanti guardano più ai profitti e alle poltrone che non al bene degli abitanti dell'isola e al futuro delle giovani generazioni.

sabato 27 dicembre 2008

I GAY NON SI ARRENDONO

Silvia Bizio su Repubblica del 21 dicembre ci informa su quanto sta avvenendo in California: "Si riaccende il braccio di ferro sulle nozze omosessuali: con un sorprendente rovesciamento di posizione, il procuratore distrettuale della California Jerrry Brown ha richiesto alla Corte suprema statale di annullare la Proposizione 8, il veto sui matrimoni dello stesso sesso approvato dagli elettori con un referendum il 4 novembre. Se approvata, la richiesta del procuratore riaprirebbe la strada alle nozze fra persone dello stesso sesso.

La richiesta di Brown arriva dopo che nelle ultime settimane la Corte è stata presa d'assalto da numerose cause legali contro la Proposizione 8 da parte di vari gruppi locali civile e politici.

Brown, che era stato governatore della California dal 1975 al 1983 (e ha annunciato che si ripresenterà alle elezioni nel 2010) si era originariamente dichiarato favorevole al divieto ai matrimoni gay. Ma "dopo più approfondita riflessione su tutti gli aspetti della Costituzione ha concluso che l'emendamento è anticostituzionale e ha dichiarato che la "Proposizione 8 deve essere annullata perché un emendamento non può essere usato per estinguere diritti costituzionali fondamentali senza sufficienti giustificazioni".

UN ALBERGO INCIVILE PER ANIMALI

A Pinerolo, in Corso Torino 290/292 primo piano, da meno di un anno, si è insediato un vero e proprio ALBERGO DI ANIMALI VARI che, all'interno di un condominio, rende la vita dei vicini assolutamente invivibile per il continuo disturbo diurno e notturno di questi animali in perpetuo movimento. Durante l'estate scorsa ne ha fatto la spesa il vicinato, quando gli animali facevano sentire le loro "voci" anche all'esterno. Ora, durante questi mesi invernali, il fracasso è ad esclusivo godimento dei più diretti vicini.
Nascono delle domande:
  --E' POSSIBILE IN UN CONDOMINIO DI CIVILE ABITAZIONE OSPITARE STABILMENTE NUMEROSI ANIMALI?
 
  --NON E' QUESTA UNA VIOLENZA ANCHE VERSO GLI ANIMALI STESSI?
 
   -- SONO QUESTE LE REGOLE CON CUI E' STATO CONCESSO L'USO DELL'ALLOGGIO?
 
  -- SONO SALVAGUARDATE LE NORME IGIENICO-SANITARIE?
A nulla sono valsi finora gli interventi dei condomini presso le competenti autorità e l'amministrazione del condominio. In questi giorni festivi gli animali, rinchiusi in uno spazio così esiguo, sono addirittura in crescente agitazione al punto da rendere inagibile l'alloggio confinante. Mentre si stanno cercando le vie legali per affrontare questa situazione contraria ad ogni dispositivo di legge, da questo blog informerò sulla vicenda. 

NON SOLO PAROLE

Mentre nel periodo natalizio si motiplicano gli appelli e le prediche (magari in settanta lingue), il cardinale di Milano, detestatissimo dalla Lega e dal governo, durante la notte di Natale ha annunciato la creazione di un fondo-famiglia per chi è disoccupato. Lo stanziamento è di un milione di euro. La diocesi attingerà dall'otto per mille, dalle offerte, da scelte di sobrietà della diocesi e "mie personali" (ha precisato monsignor Tettamanzi).
La chiesa degli atti concreti batte, almeno per due a zero, la chiesa che pontifica.
 

Turoldo Sensi di fanciullo.

Sensi di fanciullo ti chiedo,

di farmi interiore e mite,

e taciturno nella tua pace.

 

E di possedere un cuore chiaro.

 

[…] E dunque, fa’ di noi dei fanciulli

che solo di te si fidano, o Dio:

e sereni affrontino i giorni;

e tornino la notte come

gli uccelli tornano ai loro nidi:

e tu a raccoglierci ogni notte

all’ombra delle tue ali.

Amen.

 

                           David Maria Turoldo

 

 

          

                                         (D.M. Turoldo-G. Ravasi, «Lungo i fiumi…». I Salmi, Paoline, Alba 1994, pp. 448-449)

PER ARRIVARE A FINE MESE

"ARRIVA LA SETTIMANA CORTA"
 
"DUE GIORNI E MEZZO CHIUSI IN CASA
SENZA CONSUMARE
PER VEDER DI ARRIVARE
ALLA FINE DEL MESE"   ( Staino, L'Unità di sabato 27 dicembre).

venerdì 26 dicembre 2008

MESSAGGIO DEL CARDINAL MARTINI

    " Se nella chiesa regna troppa calma, se nella società si diffonde a macchia d'olio una sensazione di sazietà, sento la nostalgia di Gesù di lanciare sulla terra il fuoco ardente dell'entusiasmo".
 
     " Dove esistono ancora conflitti arde la fiamma, lo Spirito Santo è all'opera. Nella ricerca di collaboratori e vocazioni religiose dovremmo forse prestare attenzione innanzitutto a coloro che sono scomodi e domandarci se proprio questi critici non abbiano in sè la stoffa per diventare un giorno responsabili e alla fine sognatori".
 
     "Chi ha coraggio rischia di sbagliare.Ma la cosa più importante è che solo gli audaci cambiano il mondo rendendolo migliore. Ai coraggiosi sono concessi amici sinceri. Essi imparano che la potenza viene dalle mani di Dio".

UN PASSO IN AVANTI

Delia Vaccorello su L'Unità del 22 dicembre sottolinea l'importante svolta che si è verificata all' ONU nonostante il Vaticano.

Un passo in avanti di portata storica è stato compiuto il 18 dicembre all'ONU. La proposta di depenalizzazione universale degli atti omosex presentata il 18 dicembre letta, dalla delegazione argentina, ha battuto la controproposta. I numeri parlano chiaro: 66 gli Stati che hanno aderito, 58 quelli che hanno firmato la controproposta letta dalla delegazione siriana, silenzio da parte degli altri stati (sono 192 in tutto). Particolare la posizione del Vaticano. Il giorno 18 non si schiera, mentre Monsignor Migliore, osservatore permanente, dichiara che la Santa Sede apprezza l'impegno contro le discriminazioni ai danni delle persone omosex contenuto nella proposta approvata all'ONU. Ma il giorno dopo sull'Osservatore romano compare un editoriale che rimprovera al documento di avere come ultima finalità quella di annullare le differenze tra uomo e donna, di legittimare le unioni gay e di mettere a rischio persino la "libertà religiosa". Nel mirino del Vaticano ci sono i concetti di orientamento sessuale e di identità di genere. Quest'ultimo distingue il genere dal sesso alla nascita (esempio nasci maschio, ma non ti senti tale) e sottolinea che l'identità di genere è data dal senso di appartenenza che un individuo prova nei confronti di un genere o di un altro, a prescindere dai genitali. È il nodo alla base della transessualità.

La giornata del 18 ha visto la soddisfazione di chi lotta per i diritti. Stefano Fabeni di Global Rigts dichiara: "Possiamo dire che per la prima volta nella storia delle Nazioni Unite, nell'ambito dell'Assemblea generale che è un organo politico, nel quale il riconoscimento dei diritti umani è reso più complesso dagli interessi geopolitici degli stati membri, più di un terzo dei paesi del pianeta ha riconosciuto che i diritti delle persone lesbiche, gay, bisex e trans, sono diritti umani".

CORAGGIO E VILTA'

"Il coraggio è il primo requisito della spiritualità. I vili non possono mai essere morali" (Gandhi). Forrse anche per questo Gesù di Nazareth, come i profeti di Israele, ha esortato i suoi discepoli e le sue discepole, ad avere coraggio. Esattamente quello che manca in molta parte della predicazione cristiana.

giovedì 25 dicembre 2008

RICEVO E PUBBLICO SEBBENE IN RITARDO

 

IL NATALE E LA CRISI

 

I giorni incalzano e le feste si avvicinano.

Ognuno vorrebbe respirare un po' di felicità, almeno a Natale, nonostante la crisi. Il riposo forzato per molti operai in cassa di integrazione preannuncia un futuro preoccupante. Si vedrà. Intanto i centri commerciali hanno appeso la Stella che richiama indistintamente l'attenzione ad adorare gli ultimi prodotti tecnologici. Nelle piazze e lungo le strade spuntano le luci degli addobbi, sempre più sobri e sensibili alla logica del risparmio energetico. Mercatini natalizi e canzoncine tradizionali creano l'atmosfera più caratteristica di tutto l'anno.

Tutto sembra farci dimenticare, almeno per qualche giorno, che siamo in piena crisi, non solo economica. Di coerenza soprattutto, e di senso. Cosa festeggiamo? Ed essendo il Natale una festa cristiana, cosa è rimasto del suo significato originario? Il presepe? Lo scambio di doni?

La questione che più assilla commercianti e acquirenti rimane quella di sempre: quanto spenderanno quest'anno gli italiani per i regali di Natale? Del resto lo scambio dei doni trova il suo significato nella nascita di Gesù. Come Dio ha donato il suo figlio all'umanità, così anche noi siamo invitati a donare qualcosa ad amici e familiari. E i regali sono il simbolo di questo reciproco scambio che dovrebbe superare la sfera puramente materiale e tradursi in reale condivisione di vita. Ma quanto peso ha questa motivazione nello stress per trovare un parcheggio libero in centro città? O nel saper individuare il regalo giusto per la persona giusta?

Crisi di senso, appunto, che aumenta sempre di più. Le recenti dichiarazioni ufficiali della Chiesa cattolica, che si rifiuta di appoggiare la mozione per la depenalizzazione dell'omossessualità, creano confusione. Se da una parte vi è così attenzione per la difesa degli embrioni o delle persone allo stato vegetativo perchè dall'altra non difendere la vita di qualsiasi essere umano? Se da una parte si predica la povertà e l'umiltà della grotta di Betlemme perchè dall'altra non rifiutare regali dagli oppressori e privilegi dallo Stato?

É la crisi, non solo economica.

Ma il termine crisi deriva dal greco "crisis" e significa "scelta". Mai come in questo momento siamo davanti ad una scelta. Libera, si spera. Con la responsabilità di cittadini maturi che sanno affrontare gli imprevisti con un pizzico di ottimismo, almeno a Natale. Allora se la crisi ridurrà le compere, potrà invece ridimensionarne la qualità. Regali utili, prodotti del mercato equo e solidale, ceste con alimenti e oggetti di prima necessità. Qualche busta con dentro i soldi per pagare le bollette. E se la crisi della pratica religiosa ridurrà la frequenza di fedeli nelle chiese, potrà invece stimolare la riflessione sul ruolo della fede cristiana nel contesto sociale attuale e così rimotivare scelte spesso compiute per abitudine.

Federico Bollettin


RICEVO E PUBBLICO SULLA QUESTIONE MORALE DI CALOGERO MAGGIO

 

 

Carissimi,

adesso che si scoprono i corrotti anche nel PD è tornata di moda la "questione morale". Non è che in questi quindici anni di c.d. seconda repubblica la questione fosse stata risolta, anzi tutt'altro, solo che l'irrompere sulla scena politica dell'ottimista Silvio, recordman della corruzione, ne ha occultato l'esistenza.

Una vecchia canzone di Roberto Vecchioni, "Luci a San Siro", terminava con questa frase: "E se hai le mani sporche che importa? Tienile chiuse e nessuno le vedrà".

Così i signori della politica hanno cambiato strategia. Non più tangenti e mazzette, ma consulenze, incarichi, posti di lavoro a mogli,figli, fratelli, sorelle, nipoti, parenti e affini di tutto l'albero genealogico.

I magistrati, quei pochi buoni rimasti, li hanno, ancora una volta,scoperti e la politica che ha fatto ?  Invece di fare pulizia al proprio interno, invitando gli indagati a farsi da parte in attesa di chiarire la loro posizione, invece di dare all'elettorato un segnale di rinnovamento, ha fatto quadrato intorno agli inquisiti inchiodati alle loro poltrone. Invece di stare sul pezzo della corruzione la politica ha cambiato tema e si è messa ad invocare la riforma della giustizia al solo scopo di disinnescare la bomba giudiziaria ed evitare ai propri esponenti di continuare ad essere sorpresi con le mani nella marmellata.

Fanno ne più ne meno come la canzone di Vecchioni: basta tenere le mani chiuse e nessuno si accorgerà che sono sporche.

Certo la giustizia ha parecchi problemi: lentezza dei processi, scarsezza di risorse e un serio intervento non sarebbe del tutto fuori luogo anche per consentire ai cittadini di riacquistare un minimo di fiducia nella legalità. 

Chi ha subito un torto non può aggiungere ingiustizia all'ingiustizia e aspettare la vecchiaia prima di vedere acclarate le proprie ragioni e non è neppure ammissibile che l'esito di un processo sia rimesso all'esclusivo tecnicismo degli avvocati, così che vince non chi ha ragione ma chi ha l'avvocato o gli avvocati più bravi.

La riforma della giustizia dovrebbe mirare innanzitutto a rendere effettivi, a dare efficacia ai principi costituzionali, primo fra tutti quello previsto dall'art. 3 che stabilisce l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge.

Risulta chiaro anche ai non addetti ai lavori che una riforma del genere non può essere fatta con i tifosi della squadra dei "Lodi" (Alfano, Consolo ecc..) e delle guarentigie istituzionali.

E poi, cosa diavolo c'entra la riforma della giustizia con la "questione morale" della politica?

Forse riformando la giustizia sparirà la corruzione negli appalti pubblici ? Forse riformando la giustizia si scioglieranno i "comitati d'affari" ? Forse riformando la giustizia verranno eliminate le collusioni tra politica e criminalità organizzata ? Magari fosse così semplice !

Eppure, ormai tutti, dopo i casi Forleo e De Magistris, dopo l'Abruzzo e la Campania, tutti i politici, sia di destra che di sinistra, ad eccezione di Di Pietro, invece di vergognarsi della nostra graduatoria mondiale della corruzione che ci ha visto retrocedere dal 30mo al 55mo posto, auspicano la "riforma della giustizia" come toccasana di tutti i mali che ci affliggono.

Persino l'ex "migliorista" capo dello Stato, negli ultimi tempi, è intervenuto più volte per sollecitare la panaceica riforma "rapida e condivisa", rimuovendo la indegna natura dell'inevitabile condivisore fino al punto di snaturare il proprio ruolo super partes.

Il condivisore necessario Silvio IV intanto ci ha insegnato come si evita un processo a carico: si va al governo e si depenalizzano i reati di cui si è accusati e, magicamente, da accusati si diventa accusatori di quei "delinquenti" dei magistrati che insistono a perseguitare gli innocenti !

Riformiamola questa giustizia, una volta e per tutte, dice Silvio IV: separiamo le carriere, togliamo obbligatorietà all'azione penale, assoggettiamo all'esecutivo il PM, politicizziamo ulteriormente, smembrandolo  il CSM, limitiamo le intercettazioni ai soli reati per cui sono previste pene detentive superiori ai 15 anni (solo mafia e terrorismo !) e avremo risolto la "questione morale".

Nessuno indagherà più i politici corrotti che così diverranno come per incanto tutti integerrimi.    

E adesso che i "cattivi" sono stati scoperti pure nel PD tutto sarà più facile. Altro che "duri e puri", ora potranno tutti, tranne Di Pietro, sedersi ad un tavolo e, condividendo gli stessi (in)sani principi, potranno "dialogando" sbarazzarsi di quei romp....oni dei magistrati |

Eliminiamolo finalmente, dopo 15 anni, questo conflitto tra politica e giustizia ! Non se ne può più ! 

Mettiamo a tacere quei pochi giudici onesti che rimangono. Forza ! Non è poi così difficile !

Invece di perdere tempo ad interrogarsi su come combattere la corruzione e la criminalità organizzata neghiamone semplicemente l'esistenza, invece di definire "colluso" il politico in odor di mafia, 'ndrangheta o camorra, definiamolo "convivente" come da insegnamento lunardiano e mettiamo finalmente sotto quei pochi illusi di "idealisti" che sparlano di valori, correttezza e moralità e che ancora credono  riformabile anche la politica.

Chissà perché, ma tutta questa vicenda mi fa venire in mente un malato terminale. In genere per guarire un malato si cerca non tanto di eliminare i sintomi del male, ma di curarne le cause; soltanto in fase terminale, si somministrano al malato le c.d. cure palliative per lenire il dolore e limitare la sofferenza.

La cura Berlusconi attualmente somministrata al ns. Paese, è proprio il classico palliativo. La posologia prevede: la morfina del licenziato ma ottimista, l'oppio del povero ma bello, il valium del corrotto ma onorevole, la vasellina del mafioso ma ministro e intanto la malattia ha invaso tutto il tessuto sociale ed ha fatto degenerare la ns. democrazia in mafiocrazia.  

Ma questo significa che per l'agonizzante politica non vi è più speranza e che la fine ingloriosa è ormai prossima? Certo, il malato sembra effettivamente spacciato. A meno che in extremis non riusciremo a somministrare l'ultimo ritrovato della scienza politica: la cura Di Pietro !

In Abruzzo erano sulla buona strada ma la dose somministrata non è stata sufficiente.

Ciao Kalogero


MESSAGGIO DI ROBERTO SAVIANO

"In questa crisi è compito di tutti esigere e promuovere un cambiamento. Svegliarsi. Fare pressione. E' compito dei cittadini, degli elettori. Ognuno secondo la sua idea politica, ma secondo una richiesta sola:che si cominci a fare sul serio, già da domani".

AUGURI AI POLITICI PULITI

Si abbatte la benvenuta scure della giustizia su tanti politici corrotti. Vengono alla luce responsabilità e complicità enormi. Occorre trovare il coraggio di fare chiarezza e di fare pulizia.Le intecettazioni restano più che mai uno strumento prezioso ed indispensabile perchè i magistrati possano agire.
Avvertiamo come devastante la sfiducia che questi fatti di corruzione producono in moltissimi cittadini.Così si generalizza e si promuove il qualunquismo. Io voglio, invece, inviare un augurio a voi, politici e amministratori puliti. Siete tanti, ne conosco tantissimi. Non è giusto che tutti voi siate messi/e nel mucchio.
Bisogna risalire la china. Per farlo, abbiamo bisogno di voi, donne e uomini che avete la passione del bene comune. Vi auguro di non sentirvi soli, di guardarvi dalla idolatria del denaro e di saper tenere gli occhi e il cuore centrati sui diritti dei più deboli.

...FATEVI DUE RISATE NATALIZIE

 
 
 
 

Quell'eterno adolescente di Benedetto

A 14 anni, in pieno subbuglio ormonale e ancora drammaticamente vergine, ho passato il mio primo Capodanno con gli amici - quasi tutti maschietti nelle mie condizioni - e abbiamo parlato ininterrottamente di sesso, dalle sei di sera fino all'alba. Poi la sorella grande di un mio compagno di classe ci ha guardati con infinita commiserazione rivelandoci una verità alla quale non avevamo fatto caso: «Certo, ragazzi, che meno se ne fa e più se ne parla, eh?».

Il silenzio imbarazzato con cui fu accolto lo statement della signorina è più o meno quello che meriterebbe quel simpatico signore che abita in piazza San Pietro e che non lascia passare giorno senza parlare di sesso. Tu gli dici: Santità, ci sono due miliardi di persone che campano con due dollari al giorno e quello risponde che i froci non vanno bene. Poi gli parli delle guerre in giro per il mondo e lui dice che i transgender non gli piacciono. Poi scoppia la recessione globale e lui lì a proibire i preservativi. Gli chiedi della globalizzazione e lui capisce fornicazione.

Insomma, un'ossessione, proprio come me a quattordici anni. Sembra che ultimamente la Chiesa Cattolica sia diventata una specie di consultorio proibizionista aperto 24 ore al giorno.

Poi si discute ancora se abolire o no il celibato per i preti. E che cacchio, se lo si abolisse magari parlerebbero anche di qualcos'altro, quei benedetti ragazzi.


mercoledì 24 dicembre 2008

UNA INCREDIBILE LETTERA

Nella posta ho trovato una lettera nientemeno che di Gesù di Nazareh. Non vedo alcun timbro postale per cui deduco che provenga da località celestiali.
"Carissime/i, anch'io a Natale mi son letto il Vangelo di Luca dove si parla della mia nascita. Mi fa piacere sapere che vi ricordate ancora  di me. A dire il vero , le cose non sono proprio andate come le raccontano questi testi poetici e leggendari. Maria e Giuseppe, i miei giovanissimi genitori, erano persone piene di fede e di amore. Dopo di me nacquero Deborah e Noemi, Giacomo e Joses, Giuda e Simone. Eravamo una famiglia di quelle di una volta, si direbbe dalle vostre parti. E io non ero poi da giovanotto quel santerello che pensate. Ero piuttosto inquieto. Del resto nascevamo tutti li vicino al laboratorio di papà ed eravamo allo stretto... altrochè una stalla con il bue e l'asinello.
Comunque, quando io nacqui non se ne accorse nessuno,. Certo, nel nostro piccolo borgo ogni nascita creava festa...I guai arrivarono dopo: i miei genitori si infuriarono quando io decisi di avvicinarmi ad un certo profeta dei villaggi, chiamato Giovanni il Battezzatore. Era una persona odiata dai potenti, ma io capii che era un profeta e divenne per me la voce di Dio, il mio maestro di vita.
In casa si bisticciava spesso: c'era chi era pro  e chi era contro il Battista e le sue idee. Io poi decisi addirittura di lasciare la bottega di papà Giuseppe per seguire Giovanni. Che putiferio... Beh... poi sapete come andò a finire sul calvario.
Vi ho scritto questa letterina per precisare un po' alcuni fatti, ma anche per dirvi che le leggende del vostro Natale hanno alcuni particolari che piacciono anche a me.Sapete perchè?
Avete messo la leggenda dell'angelo che annuncia una grande goia. E' bello questo simbolo perchè contiene un messaggio prezioso: Dio sogna una terra , un creato felice. Quando voi lavorate perchèl e donne e gli uomini siano più felici, rendete più felice Dio.Realizzate il suo sogno.
E poi nell'immagine dei pastori che si muovono solleciti nel cuore della notte vedo tutti gli uomini e le donne che camminano verso la vita, verso la giustizia:un cammino che nessuno potrà arrestare. Mi raccomando:camminate, camminate sempre verso la vita.....
Ma soprattutto c'è nel Vangelo una leggenda che trovo molto ricca di significato: Elisabetta , donna anziana e sterile, ha partorito un profeta. Sono gli sterili ,gli impotenti, i privi di potere, gli emarginati, quelli che non contano, quelli che si sentono inadeguati, i feriti dalla vita, i perdenti....che generano ancora profezia, che inidcano dove è in gestazione il regno di Dio. Se volete diventare mie discepole e miei discepoli, ascoltate il loro grido e state sempre dalla loro  parte. In questi anni di crisi, di disoccupazione, di cassaintegrazione, di violenza contro le donne e gli omosessuali,contro gli stranieri e i rom, contro chiunque sia l'ebreo di turno,  non  avrete difficoltà a capire da che parte sono stato io e da quale parte dovete stare voi. Il resto viene dopo. Dalla casa del Padre vi abbraccio.
                                                                                                                                                                        Gesù di Nazareth
                                                                                                                                                                            

S.COME SOBRIETA'

Apparentemente, la sobrietà è solo una questione di stile di vita. In realtà, è una rivoluzione economica e sociale che manda in frantumi il principio su cui è costruito l'intero edificio capitalista. È il principio di crescita, invocato non solo dalle imprese, ma anche da chi si batte per i diritti, in base al credo che senza crescita non possa esistere sicurezza sociale né piena occupazione.

Fino a oggi nessuno ha osato mettere in discussione questo dogma e stiamo affogando nella nostra opulenza iniqua e violenta. Ma non è vero che l'unico sistema possibile si basi sulla crescita. Se riuscissimo a ridimensionare il ruolo del denaro e del mercato, ci renderemmo conto che è possibile costruire un'altra economia capace di farci vivere bene pur disponendo di meno.

Se riuscissimo ad avere un'altra concezione del lavoro, ci renderemmo conto che è possibile costruire un'altra società capace di coniugare sobrietà, piena occupazione e diritti fondamentali per tutti. Ecco perché la sobrietà è molto più di una filosofia di vita. È un progetto politico che si fa alternativa al sistema.

Francesco Gesualdi

LA DEMOCRAZIA

La democrazia dev'essere qualcosa di più che due lupi e un agnello i quali decidono il menu per la cena votando.

James Bovard

martedì 23 dicembre 2008

NATALE: PENSIERI SPARSI

Commento alla lettura biblica - 25 dicembre 2008

Caro amico, cara amica, ti invito tra Natale e Capodanno a ripercorrere un itinerario di riflessione, di approfondimento, di sobrietà concreta e solidale.



Alcuni chiarimenti (da: F. Barbero, Olio per la lampada, Viottoli 2004, pagg. 138-145)

Figlio di Dio

Spesso si pensa che “Figlio di Dio” significhi Dio o divinità.
“Per l’Antico Testamento figlio di Dio significa avere ricevuto una missione da Dio e averla portata a termine in un atteggiamento di obbedienza. Questo significato passa nel Nuovo Testamento, cosicché quando Gesù viene indicato come figlio di Dio, si fa riferimento alla missione che il Padre gli conferisce, all’obbedienza con cui Gesù assolve questa missione e alla reciproca confidenza e fiducia che si stabiliscono tra Padre e figlio. Essere il figlio di Dio richiede che si assuma un atteggiamento senza riserve di risposta alla chiamata di un Dio che convoca l’uomo a un’impresa di liberazione” (J.R. Guerrero, L’altro Gesù, Borla, Roma 1977).
“Il Figlio di Dio rende Dio udibile e visibile più di chiunque altro o di qualunque altra cosa e pertanto è il primogenito di tutta la creazione (Col. 1,15). Così egli è superiore a qualsiasi altra creatura. Ma resta inferiore a Dio. Quando Paolo in I Corinti 15,27 applica al Figlio di Dio le parole “tutto ha posto sotto i piedi di lui” (Salmo 8,7), egli eccettua Dio espressamente, concludendo: “quando avrà assoggettato a lui tutte le cose, allora il Figlio stesso farà atto di sottomissione a Colui che gli ha sottoposto ogni cosa, affinché Dio sia tutto in tutti”” (Bas Van Iersel, Concilium 3/1982).
“Già nell’Antico Testamento il popolo di Dio veniva detto “figlio di Dio”, ma era chiamato così soprattutto il re di Israele, che all’atto dell’intronizzazione veniva proclamato « figlio di Jahvè ». Ora questo epiteto viene applicato a Gesù: mediante la risurrezione e la glorificazione egli, Gesù di Nazareth, viene “costituito Figlio di Dio”, secondo l’espressione desunta da un salmo. Qui indubbiamente non si allude alla generazione, ma soltanto alla posizione giuridica di prestigio di Gesù, non quindi a una figliazione  fisica, come nel caso dei figli degli dèi e degli eroi pagani, ma ad una elezione ed investitura da parte di Dio. Più di altri nomi, quello di “Figlio di Dio” doveva chiarire agli uomini di quel tempo quanto strettamente l’uomo Gesù appartenesse a Dio, quale rilievo avesse la sua posizione al fianco di Dio: non più nella comunità, nel mondo, ma ora di fronte alla comunità e al mondo, subordinato soltanto al Padre e a nessun altro” (H. Kung, 24 Tesi sul problema di Dio, pag. 133).
“In questo riferimento a Dio e completa dimenticanza di sé, a quel Dio che Gesù chiamava suo Creatore e Padre, sta la definizione, cioè l’autentico significato di Gesù” (Ed. Schillebeeckx, La questione cristologica. Un bilancio, Queriniana, Brescia  1980, pag. 161).
“La preesistenza di Gesù come eterno Figlio di Dio è un modo ebraico ed ellenistico di esprimere il significato salvifico di Gesù” (Brian McDermott, Gesù Cristo nella fede e nella teologia, Concilium 3/1982, pag. 28).
“L’identità di Gesù come Figlio è un’identità rispondente e ricettiva di fronte al Padre, e sottolinea il fatto che Gesù è il primo a ricevere l’offerta di salvezza di Dio, prima di diventare colui che offre la salvezza agli altri” (Brian McDermott, Gesù Cristo nella fede e nella teologia, Concilium 3/1982, pag. 25).
“L’antropomorfismo che ci può fuorviare considerando “Dio” come un nome proprio ha portato i cristiani a pensare che, se Gesù è veramente figlio di Dio, allora non può essere, per esempio, figlio di Giuseppe. Ma si tratta di un errore. Dire che Gesù è il figlio di Dio non comporta la negazione che era figlio di un altro.” (Nicholas Lash, Riflessioni su di una metafora, Concilium 3/1982, pag. 39).
“Si noti bene che “Figlio di Dio” non significa altro se non l’uomo Gesù in quanto morto e resuscitato, in quanto avente peso salvifico per tutti gli uomini, in quanto centro del progetto di Dio. Quindi anche il famoso schema della preesistenza, che ci sembra così lontano dal Gesù di Nazareth, in fondo non è altro che un mezzo linguistico per poter sottolineare, in una determinata cultura, quella ellenistica, che in Gesù Dio si è espresso al massimo” (G. Barbaglio, Gesù di Nazareth dalla storia alla fede, Arsenale Cooperativa Editrice, Venezia 1980).

Incarnazione

“L’incarnazione di Dio in Gesù significa che in tutti i discorsi di Gesù, in tutta la sua predicazione, nell’intero suo comportamento e destino, hanno preso figura umana la Parola e la Volontà di Dio: in tutto il suo parlare ed agire, patire e morire, insomma in tutta la sua persona, Gesù ha annunciato, manifestato, rivelato la Parola e la Volontà di Dio. Egli, nel quale parola e volontà, insegnamento e vita, essere e agire coincidono perfettamente, è corporalmente, in figura umana, Parola, Volontà, Figlio di Dio” (H. Kung, 24 Tesi sul problema di Dio, Mondadori, 1980, pag. 1347).
“E’ legittima la tradizione cristiana della mistica di Cristo, che a Nicea e Calcedonia ha trovato un’espressione adatta, benché entro le categorie concettuali della tarda antichità” (Ed. Schillebeeckx, La questione cristologica. Un bilancio, Queriniana, pag. 163).
Bisogna sempre rifarci al Gesù storico. Nella nostra storia abbiamo trovato due scappatoie per nullificare la laicità di Gesù. Lo abbiamo “sacralizzato” fino a farne un Dio o lo abbiamo sacerdotalizzato.
Ma egli, tutto “incentrato sul regno di Dio, lo è anche su Dio stesso….
Il “regnocentrismo” e il “teocentrismo “ coincidono. Gesù non ha parlato primariamente di se stesso, ma è venuto per annunciare Dio e la venuta del Suo regno e per mettersi al Suo servizio. Dio è al centro, non il messaggero (Jacques Dupuis, 10 parole chiave su Gesù di Nazareth, Cittadella, pag. 387).
Anzi “il nazareno non ha mai proclamato di essere il messia e come Gesù giunse ad essere chiamato messia, resta uno dei più grandi enigmi delle origini cristiane.” (Giuseppe Barbaglio, Gesù ebreo di Galilea, Dehoniane, pag. 604).
Anche se il processo di divinizzazione di Gesù compare molto presto nelle origini cristiane “la fede in Gesù dei primi cristiani non ha preso il posto della fede in Dio; essi non hanno per nulla abiurato il monoteismo ebraico, la confessione cioè dell’unico Dio esistente. Hanno esaltato oltre ogni dire Gesù,…ma non si sono mai spinti a fare di lui un secondo dio” (Idem, op. cit., pag. 618).
Gesù “si distingueva per il suo ruolo di mediatore storico della definitiva regalità divina di Dio Padre e per uno specifico rapporto funzionale con lui. Comunque è certo che non ha mai detto di essere il figlio di Dio trascendente; è la chiesa delle origini che ha tematizzato e sviluppato tale titolo glorioso fino ad arricchirlo di contenuti sorprendenti” (Idem, op. cit., pag. 605).
Né ha mai fatto di sé un sacerdote. Questo profeta della Galilea che per noi cristiani è l’icona di Dio, la sua epifania nella nostra carne, tanto che lo chiamiamo “figlio di Dio” per designare la sua intimità con Dio e la missione particolare che il Signore gli ha affidato, ha chiaramente distinto tra apparato religioso e fede.
Quest’uomo, che ha fatto sua la causa di Dio con tutto il cuore, che ha cercato ogni giorno di convertirsi alla volontà del Padre, che ha pregato per non indietreggiare di fronte alle prove della vita, è stato un laico: “Gesù nacque come ebreo laico, condusse il suo ministero come ebreo laico e morì come ebreo laico…Egli era un laico religiosamente impegnato che sembrava minacciare il potere di un gruppo ristretto di sacerdoti. Questo contribuì allo scontro finale in Gerusalemme…Ho intenzionalmente sottolineato la condizione laicale di Gesù perché i cristiani sono molto assuefatti all’immagine di Gesù sacerdote o grande sommo sacerdote” (J.P.Meier, Un ebreo marginale, Queriniana, Brescia, volume I, pag. 345).
Sarebbe bene che non lo dimenticassimo mai.

Chiesa

Spesso, non solo nel linguaggio giornalistico, si usa il vocabolo “chiesa” (anche con la maiuscola) o Chiesa Cattolica e in realtà si indica la gerarchia. Si dice: “La chiesa pensa….”   e si fa riferimento ad un pronunciamento della gerarchia. Non si tratta di una sfumatura irrilevante, ma di una differenza sostanziale.
Ma, per quanto lo si ribadisca, il linguaggio giornalistico corrente ignora questa rilevantissima differenza. Ci può essere una chiesa senza gerarchia; anzi, la chiesa di Gesù dovrebbe escludere ogni gerarchia. In ogni caso la gerarchia, che non ha alcun fondamento nella Scrittura, è il frutto di una degenerazione storica. Al più, visto che non possiamo mettere tra parentesi secoli di potere gerarchico, la gerarchia è quella casta sacerdotale maschilista e patriarcale che pretende di rappresentare ufficialmente la chiesa cattolica. Purtroppo c'é: occorre tenerne conto.
Ma è tempo di ricordare quanto scrive il teologo cattolico Xabier Pikaza: “chi si dice suddito sottomesso agli ordini di una gerarchia, non ha capito il Vangelo” (Xabier Pikaza, Sistema Libertà Chiesa, Borla, Roma 2002, pag. 67).
E ancora: “La dittatura sacrale si fonda sulla superiorità gerarchica di alcuni, che si impadroniscono di un potere o sapere e in tal modo manipolano gli altri (affermando talvolta che lo fanno per il loro bene)”, “come se la grazia di Dio dovesse passare attraverso alcuni filtri del potere sacro” (Idem, op. cit., pagg. 396, 479).
Quindi, quando si parla di chiesa, occorrerà verificare se si parla delle donne e degli uomini che tentano di seguire il sentiero di Gesù o di un apparato burocratico. Chi esce dall’obbedienza alla gerarchia non esce dalla chiesa. Spesso, anzi, proprio per essere chiesa può essere necessario disobbedire al potere sacrale, consapevoli che un’autorità senza fondamento e autorevolezza evangelica è pura burocrazia.
In questa prospettiva nessuno ha il potere di definire a priori chi è dentro e chi è fuori della chiesa. Ma, se è auspicabile una chiesa senza gerarchia, non sembra possibile una chiesa senza ministeri. La gerarchia è potere, il ministero è servizio (vedi "Perché resto", pagg. 34-66). Questa sarebbe una confusione terribile.

Una semplificazione pericolosa

A volte quando, anche nella mia comunità, sento dire che Gesù è come ognuno di noi, mi si rizzano i quattro capelli che ho ancora in testa. Temo che si cada in una semplificazione che non condivido.
Se si vuol dire che Gesù, esattamente come noi, è una creatura umana nata dall’amore di Maria e Giuseppe, allora mi trovo perfettamente d’accordo. Ma Gesù è anche singolarmente diverso da noi perché ben altra è la missione che Dio gli ha affidato e, ancora, ben altra è la risposta che egli nella sua vita ha dato alla chiamata di Dio.
Per noi cristiani/e Gesù non è un eroe, un superuomo, un santo, un profeta tra i tanti. Egli, proprio nella sua esistenza umana, è per noi “il santo di Dio”, il profeta, il figlio nel senso che Dio lo ha rivestito di doni particolari e gli ha assegnato un compito unico, diverso dal mio e dal tuo.
Egli è per noi il testimone di Dio per eccellenza. Completamente uguale a noi nella sua umanità e nella sua creaturalità , ma assolutamente diverso da noi nella sua intimità con Dio e nella sua missione.

Nulla di nuovo

Questa “cristologia”, questo modo di interpretare la persona e l’opera di Gesù di Nazareth, non ha nulla di nuovo. Essa appartiene sicuramente ai primissimi/e discepoli/e di Gesù. La documentazione è enorme e chi legge queste pagine troverà in altra parte di questo stesso volumetto un’ampia bibliografia (AA, VV., Verus Israel, Paideia, Brescia 2001; ABI,  Annali di storia dell'esegesi, 2/1999; Ricerche storico-bibliche, Dehoniane 2/2003). Mi riferisco in particolare agli studi di Filoramo, Gianotto, Bori, Pesce, Jossa. Si veda anche Paolo Sacchi, Storia del Secondo Tempio, SEI, Torino 2002.
Tutta la vita umana di Gesù, in questa prospettiva, è “divina” nel senso che manifesta la volontà di Dio e indica la direzione del Suo regno.
Oggi queste affermazioni sono molto comuni tra studiosi/e, hanno un solido fondamento biblico e compaiono anche tra le ricerche più accreditate nel mondo accademico.
Le conoscenze storiche, esegetiche ed ermeneutiche giocano un ruolo decisivo nel farci vedere la fondatezza di questa visione cristologica.

Gesù "scandaloso" e vicino

Certo, questo Gesù così “pazzo”, così “innamorato” della vita, così partecipe delle sofferenze e delle gioie dei più deboli, così libero rispetto alle “sante istituzioni” è per noi uno “scandalo”.
Più lo si conosce e più la sua vita diventa una “provocazione”, una “sovversione” del nostro stile di vita. Gesù è irriducibile alle nostre logiche e il suo messaggio destabilizza tutte le nostre comode sistemazioni.
Solo Dio ha potuto, con la forza del Suo amore, donare all’umanità questo ebreo di Galilea e accompagnarlo nelle sue scelte. L’esistenza umana di Gesù non finirà mai di stupirci e di indicarci la “stoltezza” delle vie di Dio.
Se siamo onesti con le Scritture e con la nostra coscienza, non possiamo fabbricarci un Gesù a nostro uso e consumo, accomodante, manipolabile: solo il nostro egoismo o la perfidia del potere possono tentare di “addomesticare” Gesù.
Ma chi non sentirebbe anche tanto vicino questo Gesù, sempre alle prese con la sua fragilità, tentato come noi di preferire l’egoismo all’amore, bisognoso di conversione quotidiana, esposto alle prove e alla paura, capace di piangere e di indignarsi?
Questo Gesù che si lascia coccolare dalla donna di Betania, che impara dal centurione e dalla Cananea, che dimostra tenerezza ed accoglienza con la donna in casa del fariseo, che cerca la vicinanza dei discepoli nell’ora del Getsemani, che guarda con emozione l’uomo ricco, che chiede dell’acqua alla donna di Samaria, che s’accorge di chi lo tocca… non può non suscitare in noi la forte consapevolezza che anche lui ha conosciuto la realtà del vivere quotidiano. Lì lo sentiamo vicino.
E quando si ritira a pregare, quando si rivolge a Dio, Padre suo e Padre nostro, quando invoca da Dio la forza per il suo cammino, allora davvero diventa per noi il Gesù vicino, parente di questa nostra umanità che trova in Dio la sorgente della vita e della speranza.


Un dialogo impossibile

Riporto, come mi è stato riferito, il dialogo impossibile, avvenuto ieri tra Piero Baranco e Gesù di Nazareth che, una volta… in via del tutto eccezionale, ha rilasciato una intervista esclusiva di cui qui trovate una piccola parte.

D) Ma tu, Gesù di Nazareth, da quando Dio ti ha risuscitato hai continuato ad interessarti delle vicende umane e religiose?
R) Eccome! La vita presso Dio non mi ha separato dalla terra, dal mondo. Come ebreo di Galilea, ovviamente ho un particolare interesse per i miei connazionali. E’ come se anch’io avessi vissuto l’Olocausto, lo sterminio. Ora spero che ebrei e palestinesi trovino un accordo. Ma, certo, vedo che di problemi sulla terra ne avete parecchi tra guerre, inquinamento, miseria e mille altre violenze.

D) Ma che cosa pensi di noi cristiani/e?
R) Vedo che parlate sempre di me, ma spesso non riesco proprio a condividere ciò che dite e soprattutto ciò che fate. Mi fate dire mille cose che non ho mai sognato di dire… Per piacere, non tiratemi in ballo come un elastico.

D) Ma non sei tu che hai fondato la chiesa, specialmente quella cattolica?
R) Ma toglietevi dalla testa questa idea. Io ero e mi consideravo un profeta di Israele e volevo, come altri, risvegliare il mio popolo ad una fede più genuina, più legata alla vita. Solo che sia i sacerdoti sia i capi politici non videro di buon occhio ciò che io facevo. Sentivo che Dio mi sospingeva a continuare ciò che Giovanni, il Battista, il mio amato maestro, mi aveva insegnato. Sapete bene come andò a finire: mi crocifissero come un sovvertitore e un eretico. Io però sono nato ebreo, in una numerosa famiglia con fratelli e sorelle, e sono morto ebreo, con la fede del mio popolo. Non ho mai pensato di fondare una nuova religione. Che dolore quando ho saputo che taluni cominciarono a chiamarsi cristiani….in opposizione agli ebrei. Io pensavo che i miei discepoli rinnovassero la fede dei miei padri e la facessero rifiorire fuori da certi steccati, da certi legalismi.

D) Ma, dunque, tu non sei contento che noi ora portiamo il tuo nome?
R) Vi ringrazio dell’affetto e dell’attenzione, ma a me interessava parlare di Dio, non di me. E poi quasi quasi mi avete fatto uguale a Dio: questa è una cosa che proprio non sopporto. Io pregavo Dio, lo adoravo…e non avrei mai sognato di montarmi la testa a questo punto. Ogni dio fuori del vero Dio nella mia fede è idolatria. Oggi, nella vita nuova della risurrezione, io continuo a credere in Dio e adoro Lui solo. Mia mamma e mio papà insegnarono a me, a Giacomo, a Giuda, alle mie sorelle a pregare Dio solo e io non ho mai tradito questo insegnamento. Mi sono messo a disposizione di Dio, del Suo regno.

D) Sono piuttosto sconvolto dalle tue risposte….Che cosa pensi della chiesa cattolica, del Vaticano?
R) A dire il vero io sono più sconvolto di te quando vedo tutto questo apparato. Lì non c’è nulla che faccia pensare al mio insegnamento. E io avrei fondato un impero del genere, un'azienda dove ci sono questi che voi chiamate papi e cardinali che sono amici di Berlusconi, di Fazio e altra gente del genere? Io i poveri li ho presi sul serio. Ho condiviso la loro vita. Non ho parlato loro dei palazzi e nessun re o imperatore è venuto a riverirmi. Ora voi avete cambiato tutte le carte in tavola e lo fate falsificando il mio messaggio, usando il mio nome. Questo è un abuso. La chiesa ufficiale è un'istituzione di abuso spirituale a tutto danno della gente semplice. E poi anche i miei amici e le mie amiche della Palestina... Pietro, Maria di Magdala, Bartolomeo, Giovanna, Tommaso…di tanto in tanto sono sconvolto dal modo in cui voi parlate di loro. Pietro, per esempio, quando pensa che sulla terra c’è da secoli un signore di Roma che dice di essere “successore di Pietro” e si chiama “sommo pontefice”…scoppia in una incontenibile risata… Da pescatore della Galilea…non si riconosce in questa catena di successori e dice: “Questo sarebbe il mio successore!!!”. Forse bisognerebbe farci un pensierino e mollarla con questo stile manipolatorio. Non appioppate al mio caro Pietro, con la sua fragilità e la sua fede autentica, queste infami etichette del palazzo. Non insudiciate di polvere imperiale chi è pulito e genuino come l’olio della Palestina dei nostri tempi.

D) Anche questo natale di solidarietà non ti piace e non ti sembra autentico?
R) Non farmi arrabbiare…perché altrimenti ritrovo la stizza con cui rovesciai qualche bancarella nel tempio di Gerusalemme. Intanto sono nato a Nazareth e Betlemme è la bella leggenda della mia discendenza davidica. Ma voi, un po’ con il bue e l’asinello, un po’ con le varie e poetiche leggende del Natale, avete tradito completamente la fede che è dono di Dio per far crescere il suo regno sulla terra. Altro che Vaticano! La terra ha bisogno di giustizia, di pane condiviso, di case…e voi vi tenete i palazzi e non volete nemmeno pagare l’ICI.

D) Vedo che sei informato. Hai qualche consiglio da dare a noi che ci diciamo cristiani?
R) In genere i miei consigli li ascoltano di più gli altri…Cercate di credere in Dio sul serio e non nelle aziende ecclesiastiche…che sono cose che hanno poco in comune con Dio e con me.
Io ho cercato di amare senza pregiudizi: voi non mi avete capito. Avete cominciato a scomunicare, inquisire, condannare, bruciare, cacciare…Qualche volta mi domando se non avete un po’ di pudore e di vergogna quando umiliate le donne, gli omosessuali, i credenti di altre religioni. Vi ripeto: convertitevi a Dio e passate dalla parte dei poveri. Riconvertite il Vaticano in una grande casa di ospitalità e di dialogo. Lasciate stare certe cerimonie da impero… Il messaggio di Dio non arriva dai palazzi…e gli abitatori di questi palazzi vadano a vivere in affitto in una casa comune. Io credo che la fede ha bisogno di “scendere” nelle strade dove la vita è un’altra cosa. Io diventai credente in Dio sulle strade della Palestina… e lì ricevetti da Dio il dono della profezia e la forza di cercare e di vivere la Sua volontà dalla parte dei più deboli. Se volete essere miei amici e discepoli e dedicare la vita al regno di Dio forse ci sono due “assi” da congiungere: Dio e i poveri. Tutto il resto viene dopo. Ora ho già parlato troppo. Comunque ho tanta fiducia perché Dio vive nel cuore di tanta gente anche nel mondo d’oggi…

Ovviamente ringrazio Piero Baranco di averci fornito parte di una lunghissima intervista e… la responsabilità è tutta sua.

DIVENTARE SAGGI

Vi sono quattro modi di sedere davanti ai saggi:

somigliare a una spugna, somigliare a un setaccio,

somigliare a un imbuto, somigliare a un filtro.

Somigliare ad una spugna. È lo studente che siede davanti ai saggi

e impara la scrittura, la Mishnah, il midrash, la halakah, la haggadah.

Come una spugna, egli assorbe tutto, trangugia tutto ciò che sente.

Somigliare a un setaccio. È lo studente furbo che prende posto davanti ai saggi

per studiare la Scrittura, la Mishnah, il midrash, la halakah, la haggadah..

Come un setaccio, lascia passare il loglio e coglie la farina,

lascia passare le parole cattive e raccoglie quelle belle.

Somigliare a un imbuto. È lo studente stupido che siede in presenza dei saggi

per studiare.

Come un imbuto, da una parte riceve e dall'altra lascia uscire:

ogni parola ascoltata entra da un orecchio e esce dall'altro.

L'una dopo l'altra, le parole scivolano su di lui e se ne vanno.

Somigliare a un filtro. È lo studente che siede davanti ai saggi per studiare:

come un filtro lascia passare il vino e trattiene la feccia;

lascia passare le parole belle e trattiene solo le considerazioni desolanti.

Abot de-Rabbi Natan

RASSEGNARSI E' LA RISPOSTA PEGGIORE

Su Adista del 20 dicembre compare una lunga riflessione del gesuita padre Wolfang Seibel svolta all'assemblea di Noi Siamo Chiesa l'otto novembre scorso. Traggo alcuni brevi pensieri.

La prima è del filosofo della religione Eugen Biser, che il 26 giugno 2000 scriveva: "Viviamo…in un periodo che…devo indicare come una fase di abolizione delle conquiste del Concilio Vaticano II. Ciò che il Concilio ci ha donato viene distrutto e ritrattato pezzo per pezzo. Ed una Chiesa che fa questo, che compie questo atto di autodistruzione, non ha più bisogno di nemici, perché è una Chiesa che da sola si rovina e crea le ragioni della sua mancanza di credibilità".

La seconda citazione è dell'esperto di teologia fondamentale Hansiürgen Verweyen, che nel 2007 ha affermato: si può parlare "di un 'momento fatale dell'umanità' (Stefan Zweig) prima del quale i discepoli di Gesù erano ancora addormentati (cfr. Mt 26, 40)".

Si tratta di un'immagine relativamente cupa della situazione attuale della Chiesa. Ma bisogna guardare in faccia la realtà, perché non ha alcun senso farsi illusione. Questa analisi, tuttavia, non può costituire l'ultima parola. La Chiesa non è composta solo dal papa, dalla Curia romana e dai vescovi. Nulla impedisce, laddove la Chiesa sia veramente vitale, cioè alla base, nelle comunità, di richiamarsi alle direttive del Concilio Vaticano II…

La peggiore risposta all'attuale corso degli eventi ai vertici della Chiesa sarebbe quella della rassegnazione. Vorrebbe dire semplicemente fare il gioco degli avversari del rinnovamento conciliare. Bisogna, piuttosto, sperare ed agire. Non restare a braccia conserte, non limitarsi a piangere e a lamentarsi, per quanto ve ne sia motivo. È molto più importante fare tutto il possibile perché le iniziative del Concilio non vengano insabbiate, ma diventino parte integrante della vita della Chiesa.

BIGLIETTINO AUGURALE

Caro papa Ratzinger,
anche se in questi giorni sono molto assorbito dal ministero, voglio farti giungere almeno un "bigliettino" augurale, un pensierino confidenziale.
Non potresti a Natale  fare il buon proposito di  trascorrere il 2009 senza parlare di gay e lesbiche? Ora poi ti stai mettendo a rilasciare dichiarazioni anche sui transgender e transessuali, ma forse non ne hai mai ascoltati davvero.
Guarda, caro Joseph, che stai straparlando. Invecchiando, un po' tutti ripetiamo ossessivamente sempre le stesse cose e rischiamo di non riconoscere più le nostre aree di ignoranza.
Datti una calmata, svagati un pò......Più che una star, ora sei uno spaventapasseri. Sei talmente l'icona, la personificazione della tristezza che, anche quando parli di gioia, il tuo volto lascia trapelare i segni dell'angoscia.
Buon Natale a te, caro Joseph. Metti un po' da parte  gli omosessuali, che sanno sbrigarsela da soli, e leggiti un delizioso romanzo di Luigi Sandri "Cronache dal futuro.  Zeffirino II e il dramma della sua chiesa" ( Gabrielli Editori).  Ti solleverà un po' lo spirito.
E poi ..... mi fai tanta tenerezza. Che vita è mai la tua.....tra gente che ti bacia l'anello, tra inchini e bave reverenziali, tra zucchetti cardinalizi che nascondono soldatini di carta pesta. Qualche volta non ti senti mancare l'aria? Muoversi tra viscide porpore, anelli, incensi e genuflessioni dev'essere come vivere in un mondo artefatto che fonde il cervello e gela il cuore. In certi ambientacci si diventa glaciali e, diciamo la verità, si diventa un problema per se stessi e per gli altri. Se mi rispondi, anche senza scrivere una bolla o, come dicono i soliti maligni, una balla apostolica, continueremo il dialogo. Ti  ricordi che mi avevi già scritto una  volta una  lettera non proprio carina?
In questo Natale ti mando un caldo ciao.
                                                                            don Franco Barbero

lunedì 22 dicembre 2008

IL MIDRASH DELLA MONETA RITROVATA

"Se una donna ha dieci monete preziose e ne perde una, cerca attentamente finché non l'ha trovata. Dopo averla trovata, chiama le amiche dicendo: Fate festa con me, perché ho ritrovato la moneta che avevo perduta" (Lc 15, 8-9).

Se un uomo moderno ha dieci monete e ne perde una, cerca attentamente finché non l'ha trovata. Dopo averla trovata, non chiama proprio nessuno, ma se la gira e rigira nelle mani, poi se la mette in tasca e cerca di farla rendere il più possibile.

IL DITTATORE IN DIFFICOLTA'

Berlusconi ha parlato chiaro: entro pochi anni sarò presidente della
Repubblica.
I suoi uomini di corte sognano, pensano alle "altezze" alle quali
saranno destinati.
Ma il consenso non è generale.
Bossi detta uno stop. Il
Parlamento dà un segnale di allarme.
Per ora Berlusconi deve rassegnarsi.

L'unica dittatura che non subisce una radicale rimessa in discussione è quella

vaticana.
Dovrà ritentare fra qualche mese sperando anche nella morte
dell'anzianissimo
Napolitano che però dimostra lucidità e floridezza.

MEGLIO TARDI CHE MAI

Il papa ringrazia Galileo.
Condannato nel 1633, assolto nel 1992, ora è
teologicamente promosso sul finire di questo 2008.
"La scienza ci aiuta a
capire l'opera di Dio" ha detto Ratzinger.
Il papa oscilla nei confronti della
scienza. E' la politica "del bastone e della carota".
Queste dichiarazioni però
rischiano di diventare semplici operazioni di facciata, perché
avvengono tardi
e in modo ambiguo, mentre sarebbe tempo di elogiare Darwin.

UN GOVERNO CHE DELUDE

In Israele non si vede all'orizzonte alcun leader politico in grado di portare
un contributo serio di idee
nella esplosiva situazione di conflitto.
La
rigidità di Hamas e gli interventi di Israele, che tolgono addirittura i
viveri ai palestinesi bloccando
gli accessi ai rifornimenti, non promettono
nulla di bene e su questo terreno nemmeno Obama ha
finora enunciato una
prospettiva politica che superi le generiche enunciazioni.

NATALE DI FUOCO

Il governo reazionario di Atene è in crisi e la repressione ha mostrato i suoi
limiti.
L' incendio si è esteso.
Gli atenei d'Europa sono in fermento.
C'è un
enorme bisogno di guida politica e di prospettive di lavoro.
Politica,
volontariato, sindacato, associazionismo, tentano risposte che per ora sono

inadeguate, ma restano le uniche presenti sul tappeto.

domenica 21 dicembre 2008

APPUNTAMENTI DEL MESE - GENNAIO 2009

TORINO

Venerdì 9 e venerdì 23 gennaio
dalle ore 18 alle 19,30 si svolge il corso di lettura biblica sul Deuteroisaia nei locali della Libreria Claudiana di Via Principe Tommaso 1.
Giovedì 15 gennaio alle ore 20 in Via Pio V, 17 incontro di lettura biblica sul vangelo di Marco, aperto a chiunque sia interessato.


GENOVA

Martedì 13 gennaio
alle ore 18 presso la Libreria Books di Via Prè presento i miei due libri “Il dono dello smarrimento” e “Omosessualità e vangelo”. Per informazioni Arcigay Genova L’Approdo: 347 0011818.


PINEROLO

Sabato 17 gennaio dalle ore 17 ha luogo l’incontro della “Scala di Giacobbe”, aperto a chiunque sia interessato, sul tema “Il movimento di Gesù alle origini e le origini cristiane”. Per informazioni 340 8615482.


MILANO

Sabato 24 gennaio
presento il mio libro “Omosessualità e vangelo” alle ore 17 presso il Gruppo del Guado. Per informazioni Gianni Geraci: 3477345323


BERGAMO

Domenica 25 gennaio alle ore 11.00 incontro con amici e amiche dell'Arcigay-lesbica. Nel pomeriggio alle ore 14.30 incontro su "Leggere la Bibbia"


MONCALIERI

Mercoledì 28 gennaio
alle ore 20,45 incontro per ragionare insieme su: “Quale cristianesimo?”.


AOSTA

Giovedì 29 gennaio
prosegue dalle 17 alle 19 la lettura del vangelo di Marco.


RIVALTA

Sabato 31 gennaio
alle ore 16 nei locale della parrocchia di Piossasco il gruppo genitori si incontra per proseguire la riflessione su “L’uomo Gesù” (Mondadori).

VALORIZZARE LA RICERCA

    "L'obiettività della ricerca è considerata un merito fin da Galileo Galilei... Chi oggi descrive la  scienza e gli scienziati come una minaccia per l'umanità esprime insofferenza e disprezzo per la stessa democrazia" ( Elena Cattaneo, Nature, tratto da Internazionale 12/18 dicembre)

L'INEDITO DI PAPA GIOVANNI XXIII

Signore, noi siamo
oggi coscienti
che nel corso di molti,
molti secoli,
 i nostri occhi erano
così ciechi
che non erano più capaci
di vedere ancora la
 bellezza del Tuo popolo
eletto, il popolo ebreo,
nè di riconoscere nel volto
(degli ebrei, ndr)
i tratti dei nostri fratelli
privilegiati...
Perdonaci, Signore,
perdonaci... per le
 ingiustizie subite
dagli ebrei... per le colpe
dei cristiani...perdonaci
perchè noi non sapevamo
cosa stavamo facendo,
nel corso dei secoli
passati, contro tutto
il popolo ebraico

RESTAURAZIONE

" Oggi si vuole ridurre in modo inamissibile il diritto all'autodeterminazione delle persone così legittimamente definito dalla sentenza di Cassazione sul caso Eluana Englaro: c'è un clima di restaurazione" (Stefana Rodotà, 19 dicembre  L'Unità).

sabato 20 dicembre 2008

AMORE E RISPETTO

 

 
"L'amore e il rispetto. Lasciamo che la storia si concluda come lei e la sua famiglia da tempo e con una ammirevole dignità hanno chiesto. Piangeremo Eluana, ma almeno potremo dire di averla rispettata" ( Maria Bonafede, Moderatora della Tavola valdese).

DAL GUATEMALA

>
> Guatemala, 19 dicembre 2008
>
>
> Care amiche e amici delle ragazze e dei ragazzi di strada,
>
> un affettuoso saluto da parte mia e da parte di tutte le ragazze e
> ragazzi del MOJOCA.
> Ieri ci sono state le elezioni di 5 membri del comitato di gestione.
> Vi erano 9 candidati;
> l'assemblea e' iniziata con una presentazione della nuova casa, e in
> tale occasione abbiamo parlato di Amistrada, e di tutti voi che avete
> contribuito alla ricostruzione del nostro centro educativo.
> In seguito, le ragazze e ragazzi che fanno parte del coordinamento di
> strada si sono presentati e hanno parlato del lavoro che svolge il
> loro comitato. Questo coordinamento e' una mia vecchia idea, e ci sono
> voluti molti anni per realizzarla. Il coordinamento e' composto da
> ragazze e ragazzi eletti dalle loro compagne e compagni dei loro
> gruppi di strada: é incaricato di coordinare le attività dei vari
> gruppi, e di prendere iniziative comuni di tipo politico, culturale e
> sportivo. Uno dei suoi compiti principali inoltre e' quello di
> registrare le violenze dei loro compagni di strada e di prendere
> iniziative per difendere i loro diritti.
>
> Sandy, il nome delle sue compagne che vivono nella casa "8 di marzo",
> ha illustrato le decisioni che hanno preso per assumere la piena
> responsabilità della loro casa; in particolare due coordinatrici
> saranno elette per un mese per prendere tutte le decisioni della vita
> quotidiana assieme all'accompagnatrice di turno. Naturalmente le
> grandi decisioni rimangono all'assemblea della casa.
>
> Si é passato in seguito alle elezioni. Glenda, la presidentessa, ha
> brevemente presentato i 9 candidati e spiegato in che modo si
> sarebbero svolte le elezioni. Erano aperti tre seggi di fronte ai
> quali c'erano file di circa 20 persone ognuno; i votanti entravano uno
> per uno e facevano la loro scelta in segreto. Vi è stato in seguito lo
> scrutinio delle schede in pubblico; per essere eletto al primo turno
> era necessario avere la metà più uno dei voti.
> I cinque sono stati eletti al primo turno: Ines, con piú del 80% dei
> voti, seguita da Mauricio Pacheco; tutti e due sono usciti da poco
> dalla strada e vivono nelle case del MOJOCA. Sono stati inoltre
> riconfermati Mirka, Mauricio Maroquín e Alfonso. Sara è stata eletta
> presidentessa e Mirca vice-presindetessa. Glenda ha finito il suo
> mandato di 4 anni nel comitato di gestione di cui 2 come
> presidentessa. Il prossimo anno lavorerá come accompagnatrice nell'
> equipe di amminisrtrazione-coordinamento dei programmi.
>
> Le elezioni si sono svolte con grande serietà.
> In seguito è iniziata la festa, con musica ballo e pranzo. Durante la
> festa le abitanti della "8 di marzo" si sono riunite per dare una
> risposta a una ragazza incinta (deve partorire in gennaio) da poco
> uscita dal carcere. Anche un'altra ragazza che vuole uscire dalla
> strada aveva chiesto di entrare nella casa. IL problema: non ci sono
> piú posti né letti. La soluzione è stata presto trovata; hanno deciso
> di trasformare il refettorio in dormitorio e di mangiare nell'ampia
> entrata della casa, dove giá vi erano installati alcune poltrone la
> televisione.
>
> Ora nella casa dell'8 marzo vivono diciotto ragazze, tredici bambini,
> più tre in arrivo: Maria Elena infatti dovrebbe partorire in gennaio,
> ma penso che il bambino ci sará regalato prima di Natale. Questa
> settimana ci ha fatto spaventare perchè cascata pesantemente. Lei
> piangeva disperatamente pensando che il bambino avrebbe sofferto
> questo caduta. Ambulanza (servizio assicurato qui dai pompieri), e
> pronto soccorso. Per fortuna né il bambino né lei hanno sofferto per
> questo incidente.
> Anche la "vispa", come è soprannominata Anna la nuova entrata,
> dovrebbe partorire in gennaio; Marta, invece, dovrá aspettare sino a
> maggio.
> Anche la casa dei ragazzi si sta riempiendo: sono quindici per il momento.
>
> Ci sono altre ragazze che chiedono di entrare. Questo fino ad ora è
> collegato al fatto che due associazioni hanno deciso di abbandonare
> alle loro sorti le bambine e i bambini di strada: l'associazione
> religiosa "El Castillo", che da aluni mesi si sta occupando
> esclusivamente di prevenzione e non piú dei giovani di strada che si
> lasciano difficilmente "evangelizzare"; e "Solo Para Mujeres"
> (soltanto per le donne), che ha rimandato nella strada tutte le
> ragazze per far posto a quelle mandate dai giudici.
> Anche nella potente istituzione Casa alleanza la maggiorparte della
> popolazione è costituita da ragazze mandate dai giudici.
> Solo il MOJOCA continua ad occuparsi esclusivamente delle e dei
> giovani di strada.
>
> In un modo o nell'altro troveremo una sistemazione per tutti i ragazzi
> e tutte le ragazze che vogliono uscire dalla strada. Non potevamo
> soprattutto alla vigilia di Natale, respingere nella strada una
> ragazza in attesa di un figlio. Questo è il Natale delle ragazze di
> strada, antitetico al Natale dei potenti, che da 2000 anni respingono
> nelle strade le giovani donne incinte.
>
> Buon natale! Gerardo
>
>
>
> --
> Gérard Lutte, Piazza Certaldo 3, 00146 Roma, Tel: (39) 065528543,
> 3333124046.
> Cuarta Calle 8-34 Zona 1, Ciudad de Guatemala, Tel: (502) 22323613.
>
> Se vuoi aiutare il MOVIMENTO AUTOGESTITO DELLE RAGAZZE E DEI RAGAZZI
> DI STRADA del Guatemala(www.amistrada.net), indica nei modelli per la
> Dichiarazione dei redditi (CUD 2008, 730/1 bis ed UNICO) nello spazio
> riservato al 5 per 1000: 1. Firma nel riquadro dedicato alle
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> di AMISTRADA: 972 180 305 89.
> La Chiesa Valdese finanzia il mojoca con l'8x1000 dell'irpef. Se vuoi
> destinare questo contributo a questa istituzione, firma entro la
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