martedì 31 marzo 2009

ECCO L'OBIETTIVO

Fan osannanti e spettacolo di luci che ottenebrano le menti di chi avesse voluto esprimere un pensiero, anche uno solo.

Il "Paese" reale, con i suoi problemi è scomparso dallo scenario nel giorno dell'incoronazione del nuovo DUCE.

Un paese, il nostro, con due re: il papa e Berlusconi. Uno è già sempre di troppo.

E perchè tanto chiasso? Per dare più poteri al premier. Il regime non è alle porte: è già in atto. Ci vuole una risposta di popolo e una risposta istituzionale. E' possibile.

GRUPPO PER LA LAICITA'

Martedì 31 marzo a Pinerolo alle ore 21 nei locali del "Laboratorio di comunità" della parrocchia di San Lazzaro si ritrova il folto gruppo "per la laicità".

Ognuno può inserirsi senza alcun preavviso. Gli incontri sono caratterizzati dal dialogo su tematiche precise e si prefiggono di dare vita ad alcuni "momenti" pubblici che sono in fase di preparazione.

SOLIDARIETA' AI CREDENTI DI UNA RELIGIONE ECUMENICA DI PACE

 
 
 Una lettera aperta per far sapere le mostruosità ai baha'i in Iran.

Cari amici,
ricevo e vi inoltro per informarvi,
Saluti cari
Filippo
 
Questa è una lettera aperta scritta da un gruppo di accademici, scrittori,
artisti, giornalisti e attivisti iraniani di tutto il mondo alla comunità
baha'i. La lettera è stata firmata da moltissimi dei più eminenti
intellettuali iraniani.

Ci vergogniamo!
Centocinquant'anni di oppressione e di silenzio sono troppi!
Nel nome della bontà e della bellezza e nel nome dell'umanità e della
libertà!
Come esseri umani iraniani, ci vergogniamo per tutto quello che è stato
fatto ai baha'i negli ultimi centocinquanta anni in Iran.
Crediamo fermamente che ogni iraniano, «senza distinzione alcuna, per
ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di
opinione politica o di altro genere» e senza distinzione di origine etnica
«o sociale, di ric-chezza, di nascita o di altra condizione» abbia titolo
a tutti i diritti e le libertà enumerate nella Dichiarazione uni-versale
dei diritti umani. Eppure, sin dall'inizio della Fede baha'i, i seguaci di
questa religione in Iran sono stati privati del riconoscimento di molti
diritti umani unicamente a causa delle loro convinzioni religiose.
Secondo documenti ed evidenze storiche, sin dall'inizio del Movimento babi
seguito dalla nascita della Fede ba-ha'i, migliaia di nostri concittadini
sono stati uccisi dalla spada del bigottismo e della superstizione
unicamente per il loro credo religioso. Già nei primi decenni della sua
comparsa, circa ventimila persone che facevano parte di questa comunità
religiosa sono stati brutalmente uccisi in tutte le varie regioni
dell'Iran.
Ci vergogniamo che in tutto questo tempo non sia stata registrata nessuna
voce di protesta contro questi barbari assassini;
Ci vergogniamo che fino ad oggi le voci di protesta contro questo odioso
crimine siano state infrequenti o mute;
Ci vergogniamo che oltre alla dura repressione dei baha'i nei loro decenni
formativi, anche l'ultimo secolo abbia visto periodici episodi di
persecuzione di questo gruppo di nostri concittadini, durante i quali I
luoghi dove essi abitano o lavorano sono stati messi a fuoco e le loro
vite, le loro proprietà e loro famiglie sono state sottoposte a brutali
persecuzioni e che in tutto questo tempo la comunità intellettuale
dell'Ira abbia taciuto;
Ci vergogniamo che negli ultimi trent'anni uccidere un baha'i unicamente
per il suo credo religioso sia divenuto un atto legale e che per questo
oltre duecento baha'i siano stati trucidati;
Ci vergogniamo che un gruppo di intellettuali abbia giustificato la
coercizione della comunità baha'i in Iran;
Ci vergogniamo di aver taciuto il fatto che dopo molti decenni di servizio
all'Iran i pensionati siano stati privati del diritto alla pensione;
Ci vergogniamo di aver taciuto il fatto che, in nome della fedeltà alla
propria religione e della sincerità nell'esprimere questa convinzione, a
migliaia di giovani baha'i sia stato impedito di studiare nelle università
e in altri istituti di educazione superiore in Iran;
Ci vergogniamo che, a causa delle convinzioni religiose dei loro genitori,
i bambini siano esposti a ingiurie nelle scuole e in pubblico.
Ci vergogniamo di aver taciuto la dolorosa realtà che nella nostra nazione
i baha'i sono sistematicamente oppressi e calunniati, che alcuni di loro
sono tenuti in prigione a causa delle loro convinzioni religiose, che i
luoghi dove essi abitano e lavorano sono aggrediti e distrutti e che i
loro cimiteri sono periodicamente profanati;
Ci vergogniamo di aver taciuto il fatto oscuro e atroce che le nostre
leggi e il nostro sistema legale hanno per lungo tempo emarginato i baha'i
e li hanno privati dei loro diritti e di aver passato sotto silenzio
l'ingiustizia e le vessazioni degli organi ufficiali e ufficiosi di
governo verso questo gruppo di nostri concittadini;
Ci vergogniamo per tutte queste trasgressioni e ingiustizie e ci
vergogniamo per aver taciuto tutte queste cose.
Noi sottoscritti abbiamo chiesto a voi baha'i di perdonarci per i torti
perpetrati contro la comunità baha'i in Iran.
Quando sarete trattati ingiustamente, non taceremo più.
Siamo con voi per ottenere tutti i diritti sanciti dalla Dichiarazione
universale dei diritti umani.
Uniamoci tutti per sostituire all'odio e all'ignoranza l'amore e la
tolleranza.

3 febbraio 2009

1. Abdolalian Morteza, giornalista, membro del Direttivo del CJFE
(Giornalisti canadesi per la libera espressione) – Canada, Oakville
2. Abghari Shahla, professore , Life University – USA, Atlanta
3. Abghari Siavash, professore, Università della Georgia – USA, Atlanta
4. Ahmadi Ramin, professore, Yale University – USA, Yale
5. Almasi Nasrin, editore responsabile di Shahrvand- Canada, Toronto
6. Bagherpour Khosro, poeta/giornalista – Germania
7. Baradaran Monireh, scrittore/attivista dei diritti umani – Germania
8. Beyzaie Niloofar, drammaturgo/direttore di teatro – Germania,
Francoforte
9. Boroumand Ladan, ricercatore, Fondazione Boroumand – USA, Washington
10. Boroumand, Roya, direttore esecutivo, Fondazione Boroumand – USA,
Washington
11. Choubine Bahram, ricercatore/scrittore – Germania, Colonia
12. Daneshvar Hamid, attore/direttore di teatro – Francia, Parigi
13. Darvishpour Mehrdad, professore, Università di Stoccolma – Svezia,
Stoccolma
14. Djalali Chimeh Mohammad (M.sahar), poeta – Francia, Parigi
15. Djanati Atai Behi, attore/scrittore/direttore di teatro – Francia,
Parigi
16. Ebrahimi Hadi, editore capo di Shahrgon, Canada, Vancouver
17. Fani Yazdi Reza, analista politico – USA
18. Farhoudi Vida, poeta/traduttore- Francia, Parigi
19. Forouhar Parastoo, artista/attivista dei diritti umani – Germania,
Francoforte
20. Ghaemi Hadi coordinatore int. Campagna per i diritti umani in Iran –
USA
21. Ghahraman Saghi, poeta/giornalista – Canada, Toronto
22. Ghahraman, Sasan, editore/scrittore/giornalista – Canada, Toronto
23. Javid Jahanshah, editore, Iranian [dot] com – Messico, Chihuahua
24. Kakhsaz Naser, analista politico – Germania, Bochum
25. Kalbasi Sheema, poeta – USA, Washington
26. Kassraei Farhang, scrittore/attore – Germania, Wiesbaden
27. Khorsandi Hadi, satirico – Gran Bretagna, Londra
28. Mahbaz Efat, attivista per I diritti delle donne/giornalista –
Inghilterra, Londra
29. Malakooty Sirus, chitarrista classico/compositore/conferenziere –
Inghilterra, Londra
30. Moshkin Ghalam Shahrokh, attore/ballerino – Francia, Parigi
31. Mossaed Jila, poeta/scrittore – Svezia, Göteborg.
32. Mossallanejad Ezat, scrittore/attivista dei diritti umani, CCVT
(Centro canadese per le vittime della tortura) – Canada, Toronto
33. Parsa Soheil, direttore di teatro – Canada Toronto
34. Sahimi, Muhammad professore, Università della California del Sud –
USA, California
35. Shafigh Shahla, scrittore/ricercatore – Francia, Parigi
36. Shemiranie Khosro, giornalista – Canada, Montreal
37. Sheyda Behrooz, critico/teorico letterario – Svezia, Stoccolma
38. Taghipoor Masoomeh, attore/direttore di teatro – Svezia, Göteborg.
39. Tahavori Mohammad, giornalista, USA, MA Cambridge
40. Vahdati Soheila, attivista dei diritti umani – USA, California
41. Zahedi Mitra, direttore di teatro – Germania, Berlino
42. Zerehi Hassan, capo editore di Shahrvand, Canada, Toronto
Per unirvi ai firmatari siete pregati di contattare i seguenti indirizzi
email.
niloofarbeyzaie@gmx.at, shemiranie@yahoo.com

Questo documento, in origine in lingua persiana, è stata tradotta in 9
lingue fra cui anche in italiano. Nel seguente sito potete leggerlo in
tutte le 9 lingue.

http://www.iranpresswatch.org/2009/02/feature-we-are-ashamed/

UNA RFLESSIONE DEL BIBLISTA GIUSEPPE BARBAGLIO A DUE ANNI DALLA SUA MORTE

 
"Dobbiamo distinguere la religione dalla Fede. La religione si manifesta attraverso riti ( preghiere ecc), credenze (paradiso, inferno ecc.) e codici di comportamento in parte ispirati dalla fede in parte indotti dalla cultura del tempo. La Fede è una realtà profondamente interiore che non va confusa con la religione, non può rimanere un'idea astratta, senza collegamento con la vita, ma deve diventare esperienza personale di vita vissuta"

Barbaglio

INSULTI

Per Brunetta gli studenti che manifestano il loro dissenso dalla riforma "strozza scuola" sono dei guerriglieri.
Per Berlusconi i disoccupati sono persone che non si danno da fare e i parlamentari fanno numero.
Per Casini bisognerebbe mettere anche una pagnotta e una bottiglietta d'acqua nella cassa da morto, se mai succedesse un risveglio....

lunedì 30 marzo 2009

30° CAMPO FEDE E OMOSESSUALITA'

Questo è il 30° campo di Agape. Fui con alcuni altri promotore del primo campo al quale lavorammo per due anni con Ferruccio Castellano. Quanti ricordi.

Ora sono stato invitato a partecipare almeno un giorno a questo trentesimo campo per dialogare sul passato-presente-futuro.

Sarò ad Agape solo il 24 luglio. Ritornerò a parlarne su questo blog nei prossimi mesi.

CONTINUA LA LOTTA CONTRO LA CUPOLA VATICANA

Emma Bonino
"Una legge proibizionista e pasticciona. C'è l'obbligo di vivere in qualsiasi modo. E' la scienza di stato"
Ignazio Marino
"Così per i malati la perdita di coscienza equivarrà alla perdita di ogni diritto"
Barbara Pollastrini
"E' indispensabile che la società continui a mobilitarsi. La battaglia continua."
Beppino Englaro
"E' indegno protrarre artificialmente il vivere. Si va contro la naturalità. Cancellare l'idea costituzionale del diritto inviolabile della libertà della persona è inaccettabile".
Umberto Veronesi
"Depositiamo il testamento biologico prima che la norma sia operativa. Credo che molti medici si opporranno e faranno obiezione di coscienza per rispetto dei loro malati".

TASSA SUL LUSSO ADDIO

Questa estate i ricconi che arriveranno in Sardegna con yacht e jet privati non dovranno più pagare l'imposta introdotta tre anni fa dall'ex governatore Renato Soru. Lo ha annunciato il nuovo presidente della regione.

La tassa sul lusso era stata introdotta da Soru nel 2006 per creare un fondo perequativo a favore delle zone interne dell'isola. La tassa non scoraggiò affatto il turismo che negli ultimi anni ha conosciuto una crescita continua.

Il nuovo presidente della Regione che è governatore di fatto dallo stesso Berlusconi (tramite il "fantoccio Cappellacci) ha rilanciato la piena libertà edilizia e la devastazione del paesaggio.

Ecco che cosa significa per lui "rilanciare l'isola".

LE ETA' DELLAPENSIONE

Equiparare le età della pensione di donne e uomini per colmare il gap contributivo delle prime senza modificare le condizioni che ne sono all'origine, aggiunge ingiustizia a ingiustizia, disuguaglianza a disuguaglianza. (Chiara Saraceno, "Pensionata sarà lei" -a cura di Emma Bonino, Rubettino)

CHIEDERE LA VERITA' NON E' ANTISEMITISMO

Riprendo da l'Unità del 24 marzo la seguente nota:
Un'inchiesta di esperti per determinare se fosse possibile per i soldati israeliani distinguere tra la popolazione civile e obiettivi militari durante l'offensiva a Gaza e per stabilire quindi se sia stato commesso un crimine di guerra. A proporlo è Richard Falk, dal marzo 2008 Relatore Speciale  Onu per i Diritti Umani nei Territori Palestinesi Occupati. "In me e nel team che ha redatto il rapporto (discusso ieri a Ginevra nel Consiglio dei diritti umani, ndr.) non c'è alcuna volontà persecutoria verso Israele. A muoverci c'è la determinazione a stabilire la verità. E' quanto dobbiamo alle vittime di Gaza. Verità e giustizia, dice Falk a l'Unità. Richard Falk, professore emerito di diritto internazionale all'Università di Princeton e membro del Foro di New York, non intende pronunciare alcuna "sentenza". Ma non è neanche reticente su quanto fin qui assunto nel rapporto:"Ci sono motivi per concludere che l'offensiva militare a Gaza costituisca un crimine di guerra".
Secondo il relatore speciale dell'Onu per i Territori, il "ricorso alla forza" da parte di Israele per far cessare il lancio di razzi palestinesi sul suo territorio - causa scatenante del conflitto per lo Stato ebraico - non è giustificato dal punto di vista legale considerate le alternative diplomatiche disponibili".

domenica 29 marzo 2009

UN SALUTO E UN AUGURIO

Carissimi don Sante e comunità,
è stata una gioia vedervi stamattina a Pinerolo alla celebrazione eucaristica con il gruppo torinese degli "sconfinati" e con Nino da Palermo. Siete partiti alle 5 del mattino da Padova.
Voglio augurarvi un buon cammino nella libertà che la fiducia in Dio ci dona. Fuori dalla benedizione gerarchica tutto va reinventato, ma il sentiero del Vangelo si fa più liberante, coinvolgente, più partecipe della vita dei poveri. Le nostre comunità hanno risaldato vincoli di fede e di affetto. Mentre percorriamo sentieri  alla ricerca della fedeltà evangelica in contesti diversi, sosteniamoci a vicenda nel ricordo affettuoso, nella preghiera e nell'impegno comune.
Con un forte abbraccio a te, alla tua famiglia e alla comunità.
                                                                                                        don Franco
 

IL DUCETTO

Eppure il peggiore non è lui. E' un affarista,un megalomane,uno della  P2 che mette in azione il piano di Gelli. Non puoi aspettarti l'onestà da Berlusconi.
Il peggio è " il popolo dei plaudenti", di quei pagati, comprati e venduti che hanno bisogno del "duce Silvio" per avere una poltrona.
Onore a Fini : è l'unica persona che in questo congresso ha dimostrato di non aver venduto nè il cervello nè la dignità. Certo che dover elogiare Fini non è proprio una
grande festa.......

PACCHETTO "INSICUREZZA"

Ma questo governo non si è presentato come l'artefice, il costruttore della sicurezza dei cittadini? Basta guardare le città di questi ultimi  due giorni. Stanno raccontando un sacco di menzogne al paese. Se non si affronta la crisi del mondo del lavoro, se si tagliano i finanziamenti alla cultura, alla scuola, agli enti locali e alle forze di polizia, ci avviamo al tempo dell'insicurezza.

MARAMOTTI

"NO ALLA CEMENTIFICAZIONE SELVAGGIA"
NIENTE DA FARE PER QUEI SELVAGGI CHE NON HANNO UNA VILLA!

STAINO

Su L'Unità del 26 marzo Staino disegna una giovane donna davanti ad un cardinale.
"Io sono mia!"
"Aspetta" dice il cardinale, "di essere in coma irreversibile....e ne riparliamo...."

sabato 28 marzo 2009

ELLEKAPPA

LA CEI

NON TOLLERA

IL DISSENSO

ALTRO CHE

PAPA RE,

QUESTO E' UN

PAPA PREMIER

 

MARAMOTTI

"Non sarà

il partito

del pensiero

unico".

"Tranquillo…

Berlusconi ne

pensa una nuova

ogni giorno!"

 

1963

Ora più che mai, certo più che nei secoli passati, siamo intesi a servire l'uomo in quanto tale e non solo i cattolici; a difendere, anzitutto e dovunque, i diritti della persona umana e non solo quelli della Chiesa cattolica. Papa Giovanni XXIII, maggio 1963

CONDIVIDO QUESTA RIFLESSIONE: CHE PUZZA DAL PANTANO!

 

Nasce il Pantano delle Libertà   Rosario Amico Roxas

 

Nasce il PdL, acronimo di Pantano delle Libertà; l'acronimo non è mio, ma lo condivido, è di un amico virtuale, membro attivissimo di un gruppo virtuale, sostenuto da pensieri reali.

Non è definibile diversamente da "pantano", trattandosi di un luogo dove abitualmente vivono i caimani. Lì non esiste la libertà, come non esistono le libertà, esiste solo il caimano che fagocita chiunque osi avventurarsi nella prossimità della riva. All'interno del pantano bivaccano solo piccoli parassiti, che il caimano non degna di attenzione; questi parassiti si danno un gran da fare, ripuliscono  il dorso del caimano dagli insetti molesti, e, quando possono, attirano i passanti fingendosi libellule, poi il caimano  fagocita gli imprudenti con un clamoroso e rumoroso rutto finale. In quella palude il caimano è solo, non ha amici con i quali dividere le ore della giornata, li ha divorati tutti senza rimpianto, perché lo rifarebbe ancora  per soddisfare un appetito primordiale.

Aveva una compagna, poi un'altra ma sono riuscite a fuggire  lontano, salvando le loro uova, anche se un uovo rimase schiacciato, perché fragile e imperfetto. Ogni tanto transita una compagna occasionale, desiderosa di partecipare all'ultimo banchetto, ma poi il caimano le mette via, collocandole in una posizione privilegiata, da dove possono agguantare periodiche prede.

I parassiti rimangono imperterriti, hanno trovato il loro habitat più naturale e congeniale, oltre alla protezione garantita dalle possenti mascelle che tutto divorano.

Ma in quel pantano non cresce la vita, si moltiplica la morte; non c'è spazio vitale per i deboli, facile e comoda preda del famelico, mentre i parassiti/libellule si levano in volo gracchiando come sirene invecchiate, per attirare nuove prede, anche quelle più restie, perchè il caimano vuole tutto…ma non "tutto o niente" !...   Tutto e basta!!!

Rosario Amico Roxas

ESULTANO

Cantano il TE DEUM nei sacri palazzi.....Grande esultanza su Avvenire, il quotidiano dei vescovi italiani, e inni di gioia su L'Osservatore Romano per questo "testamento ideologico-biologico".
I vescovi e il quotidiano vaticano rendono omaggio a questo governo che ha obbedito al loro diktat e che ha realizzato appieno il progetto concordato con il papa. Di fatto si tratta di una legge papale con esecuzione del governo italiano. Ha ragione ELLEKAPPA su Repubblica del 27 marzo: "Il trionfo della farsa - Vedersi imporre un'etica di stato da un governo che non ne ha". Questa è l'Italia.....

L'8x1000 alla chiesa valdese




www.ottopermillevaldese.org --- www.chiesavaldese.org

venerdì 27 marzo 2009

SOLIDARIETA' CON LA COMUNITA' E CON DON ALESSANDRO

Esprimo piena solidarietà mia e della comunità cristiana di base di Pinerolo alla comunità delle Piagge di Firenze. Abbiamo solo la forza dell'amore per contrastare l'odio e la violenza. Vi ricorderemo nella celebrazione eucaristica di questa domenica e vi portiamo nei nostri cuori nel quotidiano tentativo di vivere il messaggio di Gesù di Nazareth dalla parte dei più deboli.

AGGRESSIONE FASCISTA ALLA COMUNITA' DELLE PIAGGE

La domenica delle Piagge, dopo il manganello

Il Centro sociale è pieno, come tutte le domeniche quando si trasforma in chiesa e si fermano per un' ora le attività sociali sul territorio. Alla messa delle 11 Alessandro Santoro, il prete della Comunità delle Piagge, è circondato da chi durante la settimana è impegnato in mille faccende all'interno del quartiere; c'è anche chi ha deciso di perportare di persona la prorpia solidarietà dopo l'intrusione fascista dell'altra notte. Si leggono i giornali, i messaggi posta di elettronica che arrivano dal resto della città e da tutta Italia e qualcuno storce la bocca notando l'assenza di una qualsiasi parola del vescovo di Firenze, Giuseppe Betori, o di qualsiasi altro prete della diocesi fiorentina.

«Dobbiamo saper chiedere perdono a coloro che, nascosti dietro un manganello, non hanno la forza di mostrarsi alla luce del sole, incapaci di pagare il prezzo di quella vulnerabilità che si manifesterebbe in un istante» - dice Alessandro Santoro durante l'omelia. «Gesù sulla croce era nudo, metteva a disposizione la sua vita per quello che era, senza celarsi dietro alcunché. Allo stesso tempo dobbiamo saper chiedere perdono quando esprimiamo una solidarietà di maniera, incapace di andare oltre e tradurre in azione l'indignazione che proviamo. Dobbiamo saper voltare pagina per davvero e agire nell'interesse di tutti, sfuggendo da quel conformismo al potere che ci coinvolge tutti sempre di più.»

Nelle ultime, convulse, ore la Comunità delle Piagge ha scritto collettivamente un testo per affermare, con forza e pubblicamente, che la sola cosa da fare in questo momento è quella di non rimanere coinvolti in questo folle clima di intolleranza sociale, politica, razziale che purtroppo Firenze e tutto il paese stanno vivendo. Ed è per questo che la Comunità piaggese continuerà a fare semplicemente quello che ha fatto fino ad oggi. Stare dalla parte degli ultimi senza perdere la coscienza della dignità e la speranza in una vita piena e vera. Il documento termina con un invito a coloro che hanno compiuto l'intrusione l'altra notte: «Rispondiamo con le parole di Pino Puglisi, il prete ucciso dalla mafia: "La vostra azione l’avete realizzata di notte, nel buio, senza il coraggio del vostro volto. Noi vi chiediamo di uscire alla luce del sole".»

Ecco il testo integrale del documento della Comunità delle Piagge

 Il Centro sociale Il Pozzo che rappresenta la nostra comunità in quanto luogo di accoglienza e di vita collettiva dove quotidianamente si incrociano le nostre vite e le storie di tante persone del quartiere e della città è stato per l’ennesima volta oggetto di atti di violenza e di ignoranza. Qui ogni giorno, viviamo il tentativo ed il sogno di costruire nuovi percorsi di convivenza e di assunzione di responsabilità, e tante volte diventa vera e propria officina dove si sperimentano inedite modalità di vita a livello relazionale, economico, spirituale, politico e sociale. Nella notte di giovedì, come ormai è noto, alcune persone hanno fatto irruzione nel centro sociale mettendolo a soqquadro, rubando svariati oggetti e lasciando sul pavimento un manganello con scritte fasciste. Crediamo, ed &e! grave; questo che vogliamo affermare con forza e pubblicamente, che la sola cosa da fare in questo momento sia non lasciarsi coinvolgere in questo folle clima di intolleranza sociale, politica, razziale che purtroppo la nostra città e tutto il paese stanno vivendo, e che in molti sciaguratamente cavalcano per raggiungere obiettivi vantaggiosi per pochi e dannosi per i più. Per questo motivo ciò che faremo sarà semplicemente quello che abbiamo sempre fatto: lavorare quotidianamente, nelle nostre strade, nel nostro quartiere, in mezzo alla gente, dalla parte degli ultimi, con umiltà e fatica, ma senza perdere la coscienza della dignità della nostra lotta e la speranza in una vita piena e vera. Per questo chiediamo a tutti quanti condividono con noi questo sogno di continuare a operare, ognuno nella propria realtà ma anche tutti insieme, per la costruzione di una società più giusta. Intrecciare i fili dei nostri so! gni e della nostra lotta comune sarà la risposta pi&ugr! ave; efficace alla violenza dell’altra notte. Alle persone che hanno compiuto quel gesto, ci sentiamo di rispondere con le parole di Pino Puglisi, il prete ucciso dalla mafia: «La vostra azione l’avete realizzata di notte, nel buio, senza il coraggio del vostro volto. Noi vi chiediamo di uscire alla luce del sole.»

Comunità di Base delle Piagge Firenze, 21 marzo

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RIPORTO DA "RIFORMA", SETTIMANALE PROTESTANTE

Genova Sampierdarena: la questione omosessuale interroga i credenti

A Genova-Sampierdarena, nella sala «C. Luoni» al «Pala don Bosco», ha avuto luogo il 13 marzo un incontro dal titolo «Gli omosessuali non sono un problema, sono persone», organizzato da don Piero Borelli. Due omosessuali credenti, un gay (Francesco Serreli di 46 anni) e una lesbica (Laura Ridolfi) hanno parlato della propria esperienza, delle difficoltà incontrate e dell’importanza che la fede ha avuto nel loro cammino a una sala piena e attenta dove non pochi sono dovuti restare in piedi.

Pierguido Viterbi

A Genova-Sampierdarena, nella sala «C. Luoni» al «Pala don Bosco», ha avuto luogo il 13 marzo un incontro dal titolo «Gli omosessuali non sono un problema, sono persone», organizzato da don Piero Borelli. Due omosessuali credenti, un gay (Francesco Serreli di 46 anni) e una lesbica (Laura Ridolfi) hanno parlato della propria esperienza, delle difficoltà incontrate e dell’importanza che la fede ha avuto nel loro cammino a una sala piena e attenta dove non pochi sono dovuti restare in piedi.

I due cammini di vita sono per molti versi abbastanza simili. Tanto in Francesco quanto in Laura l’orientamento omosessuale si è manifestato molto presto verso i 10-12 anni e dopo un tentativo di reprimere la loro personalità si sono entrambi sottoposti per molti anni a psicoterapie di tipo riparativo, mirate cioè a riportarli alla presunta normalità. È stato sostanzialmente il fallimento di queste terapie, raccontano Francesco e Laura, che li ha messi in modo drammatico davanti al problema di accettare una volta per tutte se stessi ed è qui la fede ha giocato un ruolo fondamentale.

Francesco si era avvicinato verso i 18 anni al movimento dei Focolari, ma una volta constatato il proprio definitivo orientamento gay è stato messo davanti a un aut-aut: o essere «etero» o lasciare. Ha lasciato. Un ruolo importante, racconta, hanno avuto la conoscenza con un frate, la frequentazione della Comunità di base a Pinerolo e soprattutto il costante rapporto con la Parola di Dio. Per Laura, i conflitti con la famiglia e i sensi di colpa, tanto più forti in quanto cattolica, hanno determinato una condizione di profonda solitudine e rifiuto di se stessa. «Nel momento di massimo sconforto – ha voluto ricordare – una notte avevo vicino a me un’immagine di Gesù e grazie a essa ho capito che Dio mi accettava come sono e ho potuto così accettare me stessa». Da quel momento Laura è riuscita a vivere la propria omosessualità apertamente seppur in modo discreto e riservato. In un successivo intervento ha detto che circa il 90% dei suoi conoscenti omosessuali è credente, ma i più hanno grosse difficoltà a trovare una loro collocazione spirituale.

È evidente da questi pochi accenni che le chiese si trovano a essere fortemente interrogate da questi credenti, tanto più a Genova, nell’anno del Gay Pride che si terrà il 27 giugno. A questo proposito don Piero Borelli ha voluto prendere un po’ le distanze da una manifestazione che ritiene piuttosto folcloristica e anche volgare, per porre l’accento sulla persona che nella fede è sempre a immagine di Dio. Francesco e Laura hanno però sottolineato che l’amplificazione folcloristica del Gay Pride è in buona parte dovuta ai media che si focalizzano su certi aspetti e al fatto che l’omosessualità per troppo tempo condannata e rifiutata tende oggi a reagire inevitabilmente con una certa effervescenza.

E il pubblico? Una settantina di persone interessate, per la maggior parte cattoliche (ma non è mancata qualche presenza evangelica) hanno posto domande ed espresso punti di vista diversi senza alcuna reticenza dimostrando nella maggior parte dei casi una notevole apertura sul tema. In un momento di chiusure e intolleranze crescenti iniziative come quella di don Borelli si fanno apprezzare più che mai e ci si può solo augurare che altre occasioni simili si offrano alla cittadinanza genovese.

 

DACIA MARAINI: 5 RISPOSTE

Riprendo da L'Unità del 24 marzo queste cinque domande e cinque risposte di Dacia Maraini.

 

1 – La violenza sulle donne

Gli stupri non sono aumentati. E le violenze più odiose avvengono in famiglia: una zona oscura di cui si tace. Siamo pronti a gridare contro lo straniero, ma bisognerebbe tener conto di questi drammi sotterranei.

2 – L'untore esterno

È più facile trovare un colpevole fuori da sé, un untore che proviene da culture barbare e non è cristiano come noi. È una forma di autoassoluzione che rassicura.

3 – Nessuna pietà

Non c'è pietà verso gli stranieri. È sintomo di un razzismo culturale che mi preoccupa. Quanto è successo ai due romeni in carcere per la vicenda della Caffarella a due italiani non sarebbe accaduto. Non sbattendo il mostro in prima pagina. Con gli stranieri è facile: sono fragili, indifesi, esposti.

4 – Colpa dei media

Sono moltissime. In Spagna i giornali non pubblicano la nazionalità di chi commette un delitto fino alla condanna. Lo trovo giusto. Capisco la fretta dell'opinione pubblica di trovare un colpevole, ma non è detto che un sospettato lo sia. Serve un minimo di pudore.

5 – Il governo

Si dirige verso la coltivazione del razzismo. Non so se ideologico, purtroppo storicamente ben noto, o di comodo, per individuare un capro espiatorio.

CAMORRA

"La camorra distrugge l'immagine, fa circolare voci, suscita diffidenza. E la memoria è sepolta. Così hanno infangato don Peppe Diana, uccidendolo due volte". ( Roberto Saviano a "Che tempo che fa", 25 marzo).

LA LIBERTA' E' UN'ALTRA COSA

    " Il timore è che la libertà contenuta nel nome del nuovo partito, altro non sia che quella di Berlusconi di fare tutto quello che vuole." ( The Economist, 26 marzo)

giovedì 26 marzo 2009

SE 10 VESCOVI PARLASSERO....

Ho pubblicato oggi la lettera di monsignor Casale, arcivescovo emerito di Foggia. Si tratta di un documento di profondo sapore umano ed evangelico. Nello stesso tempo si tratta di uno scritto di un vescovo che non è  un coniglio, ma è capace di un pensiero libero e pubblicamente espresso. Immaginiamo per un momento che altri 10 vescovi avessero il coraggio di un simile pronunciamento: questo davvero aiuterebbe la chiesa matrigna ed intrigante del vaticano ad avere un po' più di intelligenza e di umanità. Si noti che monsignor Casale non ha parlato "fuori del coro" perchè ha espresso le convinzioni di una larga parte del popolo di Dio. Egli, semmai, si è espresso fuori dal coro gerarchico-ufficiale, ma questa è la parte meno importante e sostanzialmente burocratica della chiesa cattolica. Una fede adulta non sa che farsene dei diktat vaticani.

SE PASSASSE MATTONE SELVAGGIO

" I provvedimenti sulla casa? Se si parla di deregolare la materia e chiunque può aggiungere il 20%, finirà che chi ha sette ville ne guadagna una e chi ha 45 metri si aggiunge uno sgabuzzino" ( Pier Luigi Bersani). E' la solita giustizia del cavaliere.

L'IMBROGLIO

La legge sul testamento biologico è solo un imbroglio. Ora si rende necessario il referendum. Purtroppo l'accordo Berlusconi- Ratzinger ha dato i suoi frutti criminali contro la libertà di coscienza dei cittadini e delle cittadine. Sarà difficile anche vincere il referendum, se non si trova un nuovo slancio che permetta di unire tutte le forze laiche. Certo, per me come per molti altri, il problema non sussiste perchè sappiamo provvedere in anticipo, ma troppe persone saranno in balia di una legge disumana.

GORBACIOV OSPITE ALLA CASA BIANCA

WASHINGTON – E' l'ultimo presidente dell'Urss, Mikhail Gorbaciov, il primo leader politico russo ad aver varcato le porte della Casa Bianca per incontrare il nuovo presidente Usa, Barack Obama e il suo vice Joe Biden. L'incontro è avvenuto venerdì e ha rilanciato l'ottimismo sul disgelo tra i due Paesi, in vista del primo faccia a faccia tra Obama e il leader russo Dimitri Medvedev il prossimo 1 aprile, a margine del G20 di Londra. Al centro dei colloqui, le relazioni bilaterali, la politica interna russa e quella internazionale.

UN VESCOVO CHE FA ECCEZIONE

L’arciverscovo Casale (agli antipodi del card. Bagnasco): Eluana ci parla ancora

 

di monsignor Giuseppe Casale, arcivescovo emerito di Foggia-Bovino

Mi sono accostato al lettino ove Eluana Englaro ha vissuto il suo dramma e ho sentito lancinante il dolore per la sua morte. Non sono riuscito a sottrarmi a un senso di profonda “pietas”, di umana commozione e condivisione; e ho rifiutato qualsiasi atteggiamento di condanna, di scontro ideologico, di partito preso. Mi sono domandato più volte: “Come si sarebbe comportato Gesù?”. E la risposta è sempre stata la medesima: “Amare, comprendere le ragioni della giovane donna e del papà, Beppino”. Non c’era in loro il rifiuto della vita. C’era la reazione contro un accanimento terapeutico che non apriva ad alcuna prospettiva di guarigione. Il ricorso alla magistratura si era reso necessario per la mancanza di una legge che regolamentasse, nel rispetto della volontà del paziente, i momenti finali della vita. Come molti medici ed esperti del problema ho ritenuto e ritengo che l’alimentazione forzata sia da considerare terapia medica (perché utilizza nutrienti e non alimenti e viene somministrata per via artificiale) e, perciò, affidata alla libera scelta del paziente o di un suo delegato. E, nel merito, ho creduto alla buona fede di Beppino Englaro.
Non si chiedeva la morte. Non si voleva uccidere una vita. Come ha scritto un filosofo cattolico (Giovanni Reale), si rifiutava “l’abuso da parte di una civiltà tecnologica totalizzante, così gonfia di sé e dei suoi successi, da volersi sostituire alla natura”. Lo ripeto. Non si voleva sopprimere una vita. In questo senso avevo richiamato l’atteggiamento di Giovanni Paolo II, che aveva espresso il desiderio di non insistere con interventi terapeutici inutili. Non avevo assimilato i due casi (come qualcuno impropriamente mi ha accusato di aver fatto). Giovanni Paolo II era ancora cosciente ed è stato curato sino all’ultimo. Eluana era in coma da 17 anni; e il padre ha ritenuto di rispettare la sua volontà. Neanche io vorrei vivere attaccato alle macchine come Eluana. Anche per me chiederei di staccare la spina. In attesa dell’abbraccio del Padre che mi attende. Ogni giorno ripeto a me stesso la frase di S. Ignazio di Antiochia: “Un’acqua viva mormora dentro di me e mi dice: vieni al Padre” (Lettera ai Romani).
Perché, allora, tutto quest’accanimento che ha favorito strumentalizzazioni di parte, scontro tra governo e magistratura, accuse pesanti dall’una e dall’altra parte?
Alcuni mi hanno accusato di aver svolto una parte “extra chorum”, cioè fuori della comunità
. Ma, in coscienza, sento di essere sempre rimasto fedele alla mia missione di “Pastore”, perché ho sostenuto le ragioni dell’amore, della vita, della libertà. Sono questi i motivi che mi hanno spinto non fuori del coro, ma a recitare una parte da “solista” (in verità, non troppo solo) allo scopo di non far mancare le note necessarie a rendere più armoniosa la voce della comunità. Non di quella parte chiassosa e intemperante. Ma, di quanti, fedeli al Vangelo, nel silenzio e nell’operosità quotidiana, hanno condiviso la sofferenza di Eluana, di Beppino Englaro e delle migliaia di bambini che muoiono di fame (l’Osservatore Romano del 25 gennaio riporta una notizia agghiacciante: diecimila bambini ogni giorno muoiono uccisi dalla fame).
Faccio il mio esame di coscienza. E mi permetto di invitare tutti i difensori della vita a fare altrettanto.

(24 marzo 2009)

A CHE PUNTO SI ARRIVA.....

 
 
«FACCIO LE VALIGIE E VADO VIA QUESTO NON è UN PAESE PER GAY»
Roberto Collu: dopo i pugni e gli insulti vorrei trasferirmi in Spagna
domenica 22 marzo 2009 , di L'Unione Sarda
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  di PAOLO PAOLINI

VILLACIDRO «Non solo pugni. Mi hanno insultato per l'omosessualità. Sono certo: è gente del posto».

Roberto Collu ha trent'anni e un taglio profondo che deforma il sopracciglio. È un cuoco che ha lavorato ai fornelli di alberghi e ristoranti inglesi, tedeschi e italiani: «A Londra e Leicester giravo col mio compagno e nessuno ha mai avuto niente da dire, compresi manager e colleghi». Momentaneamente disoccupato, arrotola una sigaretta dietro l'altra mentre progetta di far le valigie per trasferirsi definitivamente in Spagna: «In Inghilterra la vita è troppo cara, lavori per pagare le tasse e l'affitto».

Chi l'ha aggredita?

«Non lo so, non li ho visti. Non ho neppure sospetti».

Sicuro che non avrebbero picchiato chiunque?

«Sì. E gli insulti ne sono la prova».

È riuscito a presentare la denuncia?

«Sono andato tre volte in caserma, ma erano giorni particolari, con i carabinieri impegnati in indagini ben più importanti».

L'hanno snobbata?

«Non c'è stata una mancanza da parte loro: mi hanno dato anche supporto morale, tanto di cappello».

La vita di provincia per un omosessuale dichiarato?

«La verità è spesso nascosta da un fidanzamento di comodo, una ragazza che fa fare bella figura con gli altri quando vai a fare una passeggiata in paese. Poi, senza che si sappia, si va a Cagliari perché lì la vita è più tranquilla».

Sicuro?

«Ho fatto una serata vestito da drag queen al Magnolia e nessuno mi ha importunato, neppure alla stazione».

L'atteggiamento che le dà più fastidio?

«Non essere rispettato. Nelle mie poesie scrivo che l'amore non ha corpo, non si può imporre di amare questa o quell'altro. Amo chi sento di amare. Mi innervosiscono anche quelli che, senza vergognarsi, ripetono l'equazione l'omosessualità uguale malattia».

Come reagisce?

«Non mi sento propriamente entusiasta».

Le prime esperienze?

«Lontano da Villacidro: qui avevo paura di perdere gli amici».

Cattolico?

«Non credo nella Chiesa, sulla religione ho un'idea tutta mia. Il parroco lo conosco pochino, mi è capitato di parlarci qualche volta. Sono convinto che il Vaticano abbia una grande responsabilità nelle nostra discriminazione. Se il Papa prendesse un altro bel periodo di vacanza ad Avignone forse la situazione migliorerebbe».

Discriminazioni sul lavoro?

«In Trentino mi dicevano: "Sei un bravo cuoco, ti impegni, però sei speciale". Tradotto: sei così particolare che, una volta finita la stagione, sarai licenziato».

Quando l'ha scoperto?

«L'ho sempre saputo».

La reazione dei genitori?

«A loro l'ho spiegato nel 2004. Ero stanco di bugie. Inizialmente mio padre e mia madre sono rimasti choccati. Non sono il tipo che va in giro sculettando, se non lo dico è difficile capirlo. Per loro è stata una sorpresa. Trascorsi i primi giorni, mi hanno fatto un discorso chiaro: "È la tua vita, l'importante è che non porti nessuno a casa". E per rispetto non lo faccio».

Gli amici?

«L'hanno saputo nel 2002. La reazione unanime è stata: "Fai quello che ti rende felice"».

Un consiglio a chi si nasconde?

«Uscite allo scoperto, non vergognatevi. Il segreto vi condanna a soffrire, bisogna imparare a non vergognarsi. Più siamo uniti e maggiori possibilità abbiamo di far capire che siamo persone normali».

La politica?

«Sono di sinistra, ma i politici non vanno mai oltre le frase di circostanza. A caldo dicono "mi dispiace" e cose di questo tipo, ma tutto finisce lì. In Inghilterra ci sono i cartelli all'ingresso degli spogliatoi: vietato insultare gli altri per la razza, la religione, la sessualità . Qui non li ho mai visti. A Londra un cameriere marocchino è stato licenziato in tronco per avermi insultato durante il lavoro».

Quanto ha influito il pestaggio sulla voglia di andare via?

«Le botte dell'altro giorno sono state benzina gettata sul fuoco. Ora la voglia di partire è tanta: costruirò la mia vita in un altro Paese».



22/03/2009
 
 
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CONDIVIDO: GLI OFFESI SIAMO NOI CREDENTI

 

Perché la CEI  afferma che "non si deve offendere il papa"?
Per rispondere occorre porsi un' altra domanda: cosa si intende per offesa.
Io ritengo che offesa sia il dire sul conto di una persona una falsità che sminuisca la sua persona o il suo ruolo.
Forse che la CEI individua come offesa i rilievi di intolleranza, di semplificazione morale, di connivenza con i prepotenti, di mancanza di carità e di pietas, di razzismo, di perseguire una visione puerile del sacro che tende a trattare l'uomo - e la donna- da perenne adolescente irresaposabile?
Nel qual caso tali rilievi non sono falsità giacché il Ratzinger e la sua curia  hanno manifestato tali comportamenti nella questione  dei lefevriani, della fine della vita di Eluana Englaro, approvando la politica di Bush, nei giudizi espressi all'indomani dell'elezione del  presente governo, praticamente sempre...  ma soprattutto allontanandosi dal Vaticano II e proponendosi di cancellarlo, rigettando il valore della civiltà umana e delle sue conquiste laiche.
Se, come ho dimostrato, queste accuse sono vere, non sono offese; rimproverare una chiesa che dà scandalo in quanto ignora il dolore, la sofferenza, il lutto, il disagio, la povertà, le tribolazioni, le persecuzioni, le ingiustizie  é sacrosanto.
La storia umana, ma soprattutto quella divina, passa sulla testa di tutti i Ratzinger che pretendono di tradurre la parole di Gesù in una spiritualità esangue, in una devozione che rassomiglia sempre più a pratiche magiche che va sotto braccio al berlusconismo facilone e compagnone.
Dunque gli offesi siamo noi credenti!
Concetta Centonze
San Donà di Piave
 

L'AMORE NON VA MAI PERSO

Commento alla lettura biblica - domenica 29 marzo 2009
20 Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa, c'erano anche alcuni Greci. 21 Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli chiesero: «Signore, vogliamo vedere Gesù». 22 Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. 23 Gesù rispose: «È giunta l'ora che sia glorificato il Figlio dell'uomo. 24 In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. 25 Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna. 26 Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà. 27 Ora l'anima mia è turbata; e che devo dire? Padre, salvami da quest'ora? Ma per questo sono giunto a quest'ora! 28 Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L'ho glorificato e di nuovo lo glorificherò!».
29 La folla che era presente e aveva udito diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». 30 Rispose Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. 31 Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. 32 Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me». 33 Questo diceva per indicare di qual morte doveva morire. (Giovanni 12, 20-33).
 
Quando leggiamo i lunghi discorsi del vangelo di Giovanni, dobbiamo fare un cammino all'indietro assai complesso per non cadere nell'errore di credere che essi riportino le precise parole di Gesù. Si tratta sempre di quadri teologici. In questa pagina molto successiva agli eventi, che il redattore ultimo del vangelo ha composto, ci viene presentata la riflessione comunitaria in cui questo gruppo di credenti ha preso coscienza del significato della "sconfitta" e insieme della fecondità della vita di Gesù. Non si tratta di un "discorso di Gesù", ma di una meditazione della comunità e dell'evangelista. Certo, in qualche modo, Gesù e il suo gruppo circa 60-70 anni prima della stesura di questo scritto, avevano già capito che le cose non si mettevano mai bene per un profeta così scomodo. Ma quando Gesù fu crocifisso, nonostante questa consapevolezza, lo scandalo fu immenso. Sembrò a tutti di precipitare in un abisso di disperazione, di sconforto. Come continuare una strada senza il maestro? Del resto, anche se quel "momento" fu poi lentamente superato dalla fede in Dio che aveva donato una vita nuova a Gesù e anche se gli attuali discepoli lo sentivano in qualche modo presente in mezzo a loro, era pur vero che il messaggio del nazareno, anche tanti anni dopo, non riscuoteva vasti consensi e successi, ma si diffondeva a macchia d'olio. Fu in questo contesto di "risultati magri" che diventò necessario e prezioso riandare e ritrovare uno dei "noccioli" di quell'insegnamento di Gesù sul granello di senape, sul seme sparso nel campo, sulla radicale fiducia in Dio anche quando i frutti non si vedono o non abbondano o tardano a comparire: "anche se il fico non germoglia, anche se non c'è frutto alcuno nelle vigne, anche se l'ulivo ci nega il suo frutto, il campo non ci dà da mangiare, il bestiame minuto sparisce dall'ovile e non ci saranno più buoi nelle stalle, io continuerò a rallegrarmi del Signore, a porre la mia gioia in Dio, mio salvatore". Come tutti i profeti, come il profeta Abacuc nei versetti poetici e paradossali appena citati, Gesù non era mai caduto nella trappola del trionfalismo e del "tutto e subito". Aveva sempre vissuto la sua ricerca e realizzato il suo impegno dentro i piccoli solchi del quotidiano. Di tanto in tanto i vangeli, dentro il codice apologetico e forse ancor più per il loro amore verso Gesù, lo dipingono con tratti gloriosi. L'amore esalta l'amato. Non poteva che essere così anche per chi trasmetteva una memoria amorosa, anzi innamorata, di Gesù. Ma la realtà storica è un'altra: Gesù ha consegnato ogni giorno la sua vita a Dio e ha dedicato tutte le sue forze per la felicità dei più deboli del suo popolo. Ecco l'immagine suggestiva ed eloquente del "granello di frumento" che morendo porta molto frutto. Se non si dissolve resta solo. I discepoli del gruppo giovanneo cercano di raccogliere questa indicazione: Gesù non ha avuto successo, ma la sua vita e il suo messaggio sono fecondi, "portano molto frutto".
 
Un'indicazione di speranza
 
Leggo in questa immagine agreste un messaggio straordinariamente vivo e attuale. Nei secoli della storia cristiana abbiamo commesso una montagna di nefandezze e di mostruosità. E non basta nemmeno riconoscerlo e confessarlo. Però è innegabile che molte donne e molti uomini, lungo questo stesso periodo, hanno gettato tutte le loro forze nella direzione del vangelo e sono state come un granello di frumento che non è rimasto solo, ma è "morto" portando molto frutto. L'immagine non vuole affatto farci pensare ad una fede macerante, a spingerci a cercare e ad infliggerci volontarie sofferenze o negazioni o umiliazioni. Non è un invito a metterci il cilicio, a "mortificarci". Tutt'altro. E' una porta aperta verso la speranza. Tutto l'amore che seminiamo, tutta la fiducia che diffondiamo è come un seme gettato che non rimarrà senza frutto. Questo appello alla fiducia è rivolto a ciascuno/a di noi. Proprio la nostra piccola vita quotidiana può seminare qualche "granello" che a suo tempo darà frutti. Lunedì, nel gruppo biblico del mattino della mia comunità, abbiamo cercato di confrontarci sul fatto che a volte non crediamo abbastanza che nelle nostre piccole vite Dio abbia seminato tanti granelli di senape, tanti semi fecondi. Ed allora l'esistenza quotidiana può sembrarci infeconda, poco sensata, e ci viene voglia di giocare al risparmio, di non scommettere più, di non metterci in gioco radicalmente e fiduciosamente. Come se solo qualcuno di particolarmente grande o importante avesse qualche seme da gettare. No: "tutti i figli e le figlie di Dio hanno le ali", tutti i figli di Dio e le figlie di Dio sono seminatrici di amore e di solidarietà. Adista, in uno scritto del 14 marzo, riporta una riflessione di Alberto Bertagna in cui siamo invitati tutti ad una sola crociata: contro la paura. Non abbiamo paura che l'amore e l'impegno profuso cadano nel vuoto. E' solo questione di tempo, ma l'amore genera sempre amore e non cade mai nel nulla. La paura diventa paralisi, chiusura, arroccamento, incapacità di tentare percorsi ed esperienze nuove. Se volete una fotografia della paura, guardare al vaticano: aggrappato al passato brandisce la sciabola dei dogmi e la carabina della scomunica. Se vogliamo accogliere la testimonianza del vangelo, pensiamo al nazareno che vive in solidarietà con i poveri e semina ovunque fiducia in Dio e fiducia nel tempo che viene. E poi, al di là di tutte le nostre perimetrazioni umane, quanto amore, quante lotte, quanta solidarietà, quanta tenerezza, quanti semi di giustizia percorrono le vie del mondo....E io, o Dio, ti penso e ti vedo a spingere avanti con noi la nostra carovana, a sorridere a questo creato come ogni mattina ci sorride e ci scalda il sole di questa primavera. Grazie, Dio della vita. 

IL CENTRO

In questi giorni siamo quasi costretti ad inseguire mille temi, mille argomenti, mille dibattiti, mille sproloqui. Lo stesso governo è maestro di distrazione. Ma il "centro" dal quale non possiamo distogliere nè lo sguardo nè l'impegno è il mondo di chi perde il lavoro, di chi non ce la fa ad arrivare alla fine del mese, di chi non vede rispettato il diritto di esistere e viene bistrattato perchè straniero. Obama, pur con i limiti connessi ad ogni intervento politico, ha capito dove sta il "centro". Qui da noi i governanti girano attorno ed aggravano la voragine.

UNA SOLA CROCIATA: CONTRO LA PAURA

Ripoprto da Adista del 14 marzo questa costruttiva riflessione:

Dalla paura, come dalla crisi, non si esce se non insieme facendo appello non all'ostilità verso gli altri, ma alla comprensione e alla cooperazione fra gli uomini e i popoli.

La storia dimostra che questa è l'unica strada giusta ed è possibile; stabilire una relazione buona, positiva con gli altri è l'unica vera, risolutiva terapia della paura. L'altra è la prevaricazione, la guerra, la violenza. Che non risolve la paura perchè ne è il frutto e, insieme, il seme.

Quella contro la paura e in difesa della fraternità è davvero l'unica crociata che vale la pena di combattere. E' la scelta politica decisiva. Per i cristiani vuol dire mettere in pratica il centro della dottrina e dell'antropologia cristiana: che gli uomini sono figli di Dio, fratelli tra loro e costituiscono un'unica famiglia umana.

Anche nella Chiesa si vive un momento di scoraggiamento e quasi di paura. Perciò molti, e con buone ragioni, pensano che sarebbe opportuno un grande segno di comunione e di dialogo, per ascoltare insieme la voce dello Spirito e guardare avanti con injtelligenza e fiducia. Un nuovo Concilio che aiuti a superare le delusioni, le incertezze, le divisioni sotterranee in una unità di spirito, ritrovata e gioiosa. Per vincere la paura delle novità con la speranza e la gioia della fede. Ma di questo parleremo la prossima settimana. (ab)


mercoledì 25 marzo 2009

: PER NON DIMENTICARE - RICEVO E PUBBLICO

>
> La BBC: "Ratzinger contribuì a coprire casi di
pedofilia"
> Un documentario del programma della Bbc "Panorama" accusa
> Papa Benedetto XVI di esser stato implicato nel
> sistematico insabbiamento dei casi di abusi su minori
> perpetrati da preti cattolici. Per piu' di 20 anni,
> sostiene l'inchiesta della tv britannica, Joseph Ratzinger
> ha applicato un documento segreto del 1962 che
> regolamentava il modo in cui i cardinali dovevano
> comportarsi di fronte a casi di abusi su minori in cui si
> dettava un codice di segretezza a cui attenersi pena la
> scomunica. Padre Tom Doyle, un consulente di diritto
> canonico che sostiene di esser stato licenziato dal
> Vaticano per le critiche alla gestione di quesi casi, ha
> interpretato il documento e ha affermato che vi era una
> esplicita linea di condotta che prevedeva la copertura dei
> casi di abusi su minori e assicurava il totale controllo
> del Vaticano. L'inchiesta di Panorama avrebbe anche
> appurato che sette preti sotto inchiesta per abusi su
> minori vivono in Vaticano o nei dintorni. L'arcivescovo di
> Birmingham, Vincent Nichols, ha replicato
> alle accuse sostenendo che il documentario "distorce due
> documenti vaticani e li usa in modo fuorviante per
> collegare gli orrori degli abusi sui minori alla persona
> del Papa", sferrando "un attacco pieno di pregiudizi
> contro un leader religioso rispettato in tutto il mondo".
> La Chiesa cattolica ha inoltre precisato che il documento
> del 1962 non e' direttamente collegato agli abusi sui
> minori ma a un uso improprio del confessionale mentre
> l'altro, del 2001, chiarisce alcune norme del diritto
> canonico ma non ostacola in alcun modo le indagini sugli
> abusi sui minori.
>
> Lancio AGI
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>
> La trovi negli occhi di un cane
> la carezza vera di un amico.
>
> (Sal Messina)
>
> Nulla può far danno a un uomo buono,
> né in vita né dopo la morte.
>
> (Socrate)
>
> Gli animali sono miei amici...e io non mangio i miei
> amici. (George Bernard Shaw)
>
> Se pianti un seme di amicizia
> raccoglierai un ramo di felicita'.
>
> (Lois L. Kaufman)
>
> "Con o senza la religione, le persone buone
> faranno il bene e le persone malvagie il male.
> Ma perché le persone buone facciano il male,
> ci vuole la religione"
>
> (S.Weinberger)
>
> "Ero solito portare una pallottola
> nel taschino, all'altezza del cuore.
> Un giorno un tizio mi tirò addosso
> una Bibbia, ma la pallottola mi salvò la vita".
> (Woody Allen)
>
> Dicono che l'amore è vita,
> io per amore sto morendo.
> (Jim Morrison)
>
> La bellezza risplende nel cuore di colui
> che ad essa aspira più
> che negli occhi di colui che la vede.
>
> [Kahalil Gibran)
>
>
>
> www.bairo.info
> http://salmessina.style.it:80/

STAINO

QUALUNQUE COSA, DATA IN MANO A DEGLI IRRESPONSABILI,

PUO' TRASFORMARSI IN UN'ARMA DEVASTANTE.

........ ANCHE DEI SEMPLICI MATTONI.

martedì 24 marzo 2009

24 marzo 1980 - assassinato monsignor ROMERO

Quello era un vescovo del suo popolo. Condannato da papa Voytila e assassinato da militari al soldo degli USA.

Ora i vescovi in larga misura sono solo più dei funzionari, dei burocrati.

Oggi in Salvador, dove ha vinto le elezioni presidenziali un uomo democrartico, si svolge una grande festa popolare.

"LEI NON DICE LA VERITA'"?

Centinaia di commenti televisivi, decine di ore di filmati e poi lo stupro di fine anno che sembra non esserci stato. Il Gip scagiona Davide Franceschini, il ventenne accusato dello stupro di Capodanno. Il racconto della ragazza viene giudicato "contradditorio" e "poco attendibile". Sarebbe però stata picchiata in un rabbiosa colluttazione tra i due. Ora il sospettato è libero. Ma anche questa "versione" del ragazzo non convince. Anche sulla "violenza di Primavalle" ora sorgono dubbi. Questo nulla toglie alla diffusa realtà della violenza sulle donne, ma bisogna stare attenti ad una informazione frettolosa che "disinforma", più attenta a suscitare emozioni che a documentare dei fatti. Resta la necessità di denunciare ogni violenza, ma forse bisogna ritrovare la calma, il tempo e il rigore delle indagini e dell'informazione.

CARO CARDINAL BAGNASCO

Ancora una volta non sapete fare altro che opporsi al libero dibattito nella società e nella chiesa cattolica.

Ancora una volta vedete un'offesa "all'amatissimo papa" là dove si esprime un dissenso motivato e limpido.

Ancora una volta non sapete fare altro che obbedire, allinearvi, giocare in difesa, come se foste assediati o perseguitati.

Ancora una volta venite meno al vostro compito collegiale che significa anche amore critico e costruttivo al vescovo di Roma.

Ancora una volta non siete dei "pastori fiduciosi", ma dei poliziotti aggressivi e tristi. Anziché prendersela con voi stessi e la vostra scarsa capacità di leggere la realtà e di vivere a contatto profondo con il popolo, vi accanite contro tutto e tutti.




OBAMA PROPONE

Al mondo musulmano dico che cerchiamo una nuova via d'uscita sul reciproco rispetto. A quanti soffocano il dissenso, dico che stanno dalla parte sbagliata della storia, ma che tenderemo loro la mano se si dimostreranno disposti ad aprire il pugno.        Barak Obama, 20 gennaio 2009

OBAMA E. DINTORNI

  • Obama, consapevole che gli USA da soli non possono fare assolutamente nulla, avanza proposte "alte" di dialogo con l'Iran. Obama crede nella forza del dialogo. È sperabile che si aprano "varchi" per il rispetto reciproco.
  • Con la Russia e con la Cina Obama sta trattando senza più ribadire la dottrina di Bush, ormai tramontata, degli USA come unica superpotenza. Il mondo non ha più un centro solo, né sul piano economico, né sul terreno militare, né in ambito commerciale.

SINDONE: NASCONO NUOVI SPONSOR

In occasione della ostensione della sindone di Torino, si sta verificando il lancio di nuovi prodotti oltrochè l'intraprendenza di molti sponsor.

Ø      Nasce la "congregazione dei cattolici sindonologici" che vorrebbero la solenne ostensione ogni anno.

Ø      È sorta "l'associazione della sindone itinerante" che vorrebbe organizzare un tour della sindone in cento città.

Ø      Nasce il "grissino ecologico sindone" per togliere l'ancia della lunga attesa: 1 euro mezzo chilo.

Ø      Nascono le "lampadine della risurrezione" per ricordare la luce che sprigionò e causò la "stampa" dal vivo.

Ø      Nascono i pacchi di "Tovaglioli della sindone", multiuso per bagno e cucina.

Ø      Si distribuiscono gratis, con largo anticipo, i "fazzoletti sindone" per asciugare le lacrime devote dei pellegrini.

Ø      Notissimo è il modello di "scarpe e pantofole sindone" studiate appositamente perché il piede dei pellegrini trovi ristoro e non vacilli.

Ø      È in fase di studio "il cuscino della sindone" che dovrebbe facilitare il riposo dei pellegrini.

Ø      E perché tutte le famiglie cristiane, anche i bambini e i ragazzi, possano partecipare al pellegrinaggio e avere momenti di rilassamento e di svago saranno in vendita le "palle e i palloncini della sindone". Deve, infatti, essere una festa popolare.

Si sta scatenando la fantasia degli sponsor. Darò notizia di tutta questa creatività ecclesialcommerciale che esprime quanto un vescovo accompagni la comunità di cui è servitore verso i pascoli nutrienti della Parola di Dio!

 

L'EGEMONIA PERDUTA

Un mondo vastissimo,compresi molti cattolici,è rimasto sbalordito di fronte ad alcune affermazioni del Papa,governo e istituzioni internazionali hanno protestato e i vescovi italiani, invece di interrogarsi seriamente e criticamente su una vicenda così grave, la trasformano in un pretesto per lanciare un proclama intimidatorio, un vero e proprio diktat al quale il Parlamento e politica italiana dovrebbero inchinarsi. Non è nuova l'arroganza di una politica vaticana che, debole nel mondo, cerca occasioni di rivincita nel giardino di casa, in questa povera Italia che, presentata come il luogo dal quale doveva partire la riconquista cattolica del mondo,appare sempre più come un fortilizio dove una gerarchia disorientata cerca di rassicurare se stessa alzando la voce.
Con parole forti si vuole  imporre l'approvazione di una legge sul testamento biologico sgangherata e incostituzionale, lesiva dei diritti delle persone.
(Da "La Repubblica"  Stefano Rodotà)

"KOSOVO, MISSIONE COMPIUTA" LA SPAGNA RITIRA I SUOI MILITARI

MADRID- E 'polemica tra Spagna e Nato per la decisione del govemo Zapatero di ritirare le truppe dal Kosovo. «Missione compiuta. E' ora di tornare a casa», ha annunciato ieri il ministro della Difesa Carme Chacon, appena sbarcata dalI'Hercules che la portava in visita al contingente militare di stanza nei Balcani. Immediata la replica dei vertici dell'Alleanza, contrari a una decisione che ritengono «unilaterale e intempestiva». Il segretario generale della Nato, Jaap de Hoop Scheffer, ha affermato di «non essere contento» per il modo in cui la Spagna ritirerà le sue truppe, sostenendo che ogni decisione che implichi un cambiamento significativo nel contingente Kfor dovrebbe essere presa nel seno dell' organizzazione. Il ritiro dei circa seicento militari spagnoli avverrà nel corso dei prossimi 5 o 6 mesi. (Repubblica 20 marzo).
 
 
 
 

OBAMA APRE AI GAY

Repubblica del 19 marzo riporta la seguente informazione:
I gay hanno gli stessi diritti di tutti gli altri esseri umani. Ribaltando la posizione dell' amministrazione Bush, che il 18 dicembre non aveva firmato la dichiarazione proposta all'Onu dalla Francia, la Casa Bianca di Obama si unisce adesso a quel fronte di 66 paesi che l' aveva sottoscritta (in primis quelli della Ue) e prende le distanze dal blocco (maggioritario all'Onu) delle nazioni che gli omosessuali continuano a discriminarli: i paesi islamici, la Russia, la Cina  e il Vaticano. La notizia è stata confermata ieri dal portavoce del Dipartimento di Stato Robert Wood. Si tratta, ha spiegato Wood, di una dichiarazione politica, che non comporta i vincoli giuridici di una risoluzione ma che vuole sottolineare l'impegno della Casa Bianca per la difesa dei diritti umani in tutto il mondo: «ll fatto di sostenere questa dichiarazione non ci dà alcun obbligo legale».
«Si riafferma il principio di non discriminazione in base al quale i diritti dell'uomo vengono applicati allo stesso modo a ciascun essere umano, indipendentemente dai suoi orientamenti sessuali o dall'identità di genere». Questo il testo dell' appello lanciato dalla Francia nel dicembre scorso che chiedeva la depenalizzazione mondiale dell' omosessualità .