lunedì 31 agosto 2009

MARINO: UN METRO SOPRA

 Il senatore Marino ha finalmente avuto un po' di spazio alla Festa democratica di Genova. In realtà la sua candidatura non ha certo l'appoggio ne' delle strutture del Partito Democratico ne' dei grandi mezzi di informazione. Marino è decisamente di una statura  umana, culturale e politica più alta. La sua richiesta del faccia  a faccia prima del Congresso non è ancora stata accolta . Colpisce la chiarezza con cui si è espresso per  un partito laico e coerente: "Un po' difficile fare un'alleanza con l'UDC, il partito che prende la maggior parte dei voti nelle aree controllate da Cuffaro".  Davvero abbiamo bisogno di persone come Marino, libere dagli apparati e non ambigui con personaggi inaffidabili.

RICEVO E PUBBLICO

 

Pensieri dall'Aquila

 

Qualche sera fa sono andata al concerto di Stefano Bollani all'Anfiteatro Romano di Amiternum, altre sere ci sono stati concerti di Renzo Arbore e di Antonella Ruggeri… si moltiplicano le manifestazioni musicali di ottimo livello a favore dei terremotati dell'Aquila e  a cura della Protezione Civile che effettua anche un servizio di trasporto efficientissimo. Sono iniziative di per sé encomiabili finalizzate a tirare su il morale della gente delle tendopoli, ma anche ad abbonirla per renderla innocua ed evitare proteste scomode. Da sempre ha funzionato il "panem et circenses"!

Non è dato sapere come si vive all'interno delle tendopoli, è tutto militarizzato, non sono ammessi giornalisti (per evitare informazioni deviate), si sa che la Protezione Civile provvede al vitto e alla sicurezza, organizza ogni sorta di attività ricreative per adulti e bambini, ma è filtrata anche la notizia di cinque suicidi all'interno.

Da quanto si percepisce dall'esterno, la gran parte della gente è ancora incredula, ancora imbambolata, ancora in "vacanza" al mare, in montagna o al "campeggio": quando mai si è potuta permettere una vacanza tanto lunga, soprattutto gratuita, in alberghi a 3 o a 4 stelle, oppure soggiorni a Cortina o gite in altre località turistiche! Inoltre molti hanno il miraggio di riuscire ad avere le case antisismiche, al di là di ogni considerazione razionale.

Si sta procedendo alla costruzione di queste case con una velocità sbalorditiva: lavorano notte e giorno per riuscire a finire appartamenti per 15.000 persone entro l'autunno ma hanno diritto ad accedervi solo coloro  che hanno avuto danni molto gravi alle proprie abitazioni classificate E. Se si considera che gli sfollati sono circa 50.000, ne deriva che la maggior parte di essi, che hanno case classificate B o C, inagibili e bisognose di interventi anche strutturali, non sanno dove andare se si smantellano le tendopoli.

Molti, se possiedono un pezzo di terra, in vista del freddo autunnale, si stanno arrangiando acquistando a proprie spese casette di legno o containers, facendo la fortuna dei fornitori del nord e dei rivenditori locali. C'è chi cerca disperatamente un pezzetto  di terra per collocarvi il container, ma, per la legge del mercato, i prezzi dei terreni, se si trovano, sono arrivati alle stelle.

Si sta assistendo a un proliferare di alloggi provvisori "fai da te", collocati dove si può, in barba a Berlusconi che voleva evitare le baraccopoli!! La differenza sta nel fatto che ora questi alloggi, neanche tanto provvisori, ognuno se li paga con i propri soldi.

L'ordinanza per la ricostruzione delle case B e C è uscita il 6 giugno, solo dopo un mese e mezzo sono uscite le linee guida che consentono di iniziare l'iter burocratico. Le procedure tecniche e amministrative richiedono almeno un mese di tempo; a occhio e croce si potranno iniziare i lavori di ricostruzione a settembre – ottobre e spesso si tratta di interventi seri. Realisticamente si potrà rientrare nella propria casa nella primavera – estate prossime.

Solo ora gli amministratori locali e la Protezione civile si stanno ponendo il problema di come sistemare per l'inverno tutte queste persone e stanno pensando di acquistare casette mobili (guai a chiamarle containers!). Ma se fossero state acquistate prima, quanto si sarebbe risparmiato? Era proprio necessario militarizzare i campi e tenere la gente in albergo, spendendo circa 50 € a persona al giorno moltiplicato per 50.000 sfollati e per 5 mesi? Era inoltre proprio necessaria la permanenza in albergo fino al 6 agosto di quelle persone con abitazioni perfettamente agibili? Un dato:solo la manutenzione dei bagni chimici delle tendopoli costa 350.000 € al giorno.

Si è voluta saltare la fase 2  delle sistemazioni provvisorie, propagandando la costruzione di "case per tutti" e adesso i nodi stanno venendo al pettine. Quando, e soprattutto con quali soldi, si potranno ricostruire le migliaia di case danneggiate? Per l'abitazione principale, sulla carta è previsto il rimborso totale in varie forme, nulla è invece dovuto ai proprietari delle seconde case e questo costituisce un problema serio per la reale possibilità di ricostruzione.

Per le abitazioni classificate E ed F non sono ancora uscite le linee guida, non si conosce ancora l'entità delle case da demolire, i tempi si prevedono molto lunghi e coloro che avranno un alloggio nelle strutture antisismiche sono destinati a restarci per anni.

Non illudiamoci, la città non sarà più la stessa. Il dopo terremoto restituirà una realtà urbana con una fisionomia stravolta. Nel 1200 l'Aquila nasceva con l'aggregazione di 99 castelli dell'area limitrofa, oggi si assiste al processo inverso: 20 sono le aree intorno alla città dove stanno sorgendo i nuovi insediamenti con le famose case antisismiche.

Sul piano ambientale, un pugno allo stomaco. Colate di cemento che non hanno nulla a che fare con l'ambiente esistente. Già l'Aquila soffriva del male cronico della assenza di un Piano regolatore, si può immaginare che cosa sarà dopo.

Sul piano sociale, sarà anche peggio. Le comunità dei paesi, con le loro storiche caratteristiche, difficilmente si integreranno con i nuovi nuclei con abitudini e radici culturali diverse.

Il ritardo nella ricostruzione comporterà necessariamente la disgregazione del tessuto urbano con conseguente impoverimento della città; già ora molte attività si sono trasferite altrove, molti genitori si stanno organizzando per iscrivere i propri figli nelle scuole di altri centri, per non parlare degli studenti universitari che difficilmente si iscriveranno all'Università dell'Aquila.

La città non esiste più. Se si arriva dall'autostrada a l'Aquila, si ha l'impressione che non sia successo niente, i palazzi sono in piedi, da lontano tutto sembra essere al proprio posto. (Mi viene in mente l'immagine di un vaso incrinato che a guardarlo da lontano sembra integro ma in realtà non serve più a niente). Mano a mano che ci si avvicina, le fessure diventano più visibili, gli squarci si fanno evidenti, le ferite si scoprono nella loro reale drammaticità.

Il centro storico è ancora "zona rossa", è stato riaperto un piccolo tratto del corso per soddisfare la curiosità delle numerosissime persone che in processione percorrono questo pezzo di strada. La città è presidiata dalla Protezione civile e dai Vigili del fuoco.

Non si hanno più punti di riferimento: dalla farmacia alla merceria, dal ristorante alla banca. Le attività amministrative si svolgono in containers istallati nelle zone periferiche, le attività commerciali stanno lentamente riprendendo in ambienti più o meno di fortuna, i giovani si ritrovano in luoghi diversi dai soliti. E tutt'intorno ci sono tendopoli.

Se ci si sposta nei paesi vicini la situazione è ancora peggiore. Mucchi di macerie non ancora rimosse, cimiteri inagibili, strade e ponti interrotti e danni alla rete idrica non ancora riparati. In agosto tutti questi paesi riprendevano vita grazie al ritorno della gente che aveva mantenuto vivo il rapporto con le proprie origini. Oggi sono paesi fantasma.

 

                                                                                                                      Cesarina Evangelista

 

L'Aquila, 14 agosto 2009

 

L'EUROPA SI INTERROGA

"Come e quando finirà l'appassionante reality politico che ha come protagonista  Silvio Berlusconi, meglio conosciuto in alcuni ambienti femminili come Papi? L'intera Europa sembra farsi questa domanda che molti italiani neppure si pongono".
 ( El Pais, 30 agosto)

MANIFESTAZIONI DOLCINIANE 2009: BIELLA

Sabato 12 settembre alle ore 18 presso la Chiesa valdese di Via Fecia 9c a Biella  avverrà la presentazione dei libri "Omosessualità e Vangelo" e "Il dono dello smarrimento".
Tavo Burat ne discute con don Franco Barbero, autore dei due libri.

domenica 30 agosto 2009

HANNO VINT0 CON TANTO DI BENEDIZIONE VATICANA

 

Le serpi in seno.  

 

C'è da augurarsi che nelle stanze del Vaticano  sia arrivato il messaggio che tutti abbiamo ampiamente ascoltato.

La "tendresse" manifestata nei confronti del cavaliere, con l'affermazione che la sua elezione avrebbe portato aria più respirabile, ha evidenziato tutti i limiti.

Il presunto risvegli della religiosità, espresso a parole, non è stato altro che una ricerca di consensi del voto dei cattolici, turlupinati anche con l'avallo proprio di quelle stanze.

La religiosità, il cattolicesimo, il cristianesimo, l'ansia di potere "fare la comunione", non sono stati altro che una recita a soggetto per servirsi abusivamente della credibilità popolare per farne un uso strumentale.  Anche la Lega non è da meno, anzi si tratta del medesimo carretto, con un somaro che lo traina diverso, ma sempre carretto è. Ora Bossi, infatti, anticipa che "andrà in Vaticano" per insegnare al pontefice l'itinerario seguito dalla Lega per assurgere a "solo partito con radici cristiane" e anche "i soli nuovi crociati".

C'è la grande corsa a collocarsi in prima fila per essere ben visti mentre si battono il petto, penitenti, arruffoni e ipocriti.  Bossi andrà in Vaticano, magari senza preavviso, tanto il pontefice starebbe lì in trepidante attesa di questo novello messia, per ascoltare la sua dotta lezione di cristianesimo celtico, misto alla divinizzazione del PO.

Portandosi appresso Calderoli potrebbe profittare dell'occasione per una rivisitazione del concordato, includendo un undicesimo comandamento che imponga ai cattolici di votare per la Lega, magari lasciando ai penitenti la possibilità di redimersi votando per il cavaliere.

Della combriccola mancano solo Marcello Pera e Magdi Allam, trattenuti da un insolito pudore; forse hanno capito di avere esagerato e che il loro sporco gioco non convince più nessuno.

La lezione dovrebbe risultare chiara e forte: le serpi in seno, dopo essersi scaldate e svegliate dal torpore, finiscono sempre con il mordere chi ha avuto l'ingenuità di concedere loro fiducia.

La stragrande maggioranza dei cattolici sta alla finestra in attesa di vedere sorgere l'alba della Verità cristiana, dopo gli anni bui della confusione.

Rosario Amico Roxas

ILARITA' E DELIRIO

Non sazio di aver portato in tribunale il quotidiano Repubblica, ora Berlusconi denuncia i giornali stranieri perchè, in un contesto più sano di quello italiano, fanno il loro mestiere. Il presidente del consiglio dimentica che il giornalismo è in funzione dell'informazione. La sua concezione è altra: vuole che i giornalisti diventino un coro osannante delle sue gloriose imprese.
All'estero la notizia ha destato una montagna di ilarità. Alcuni quotidiani  stranieri hanno già pubblicato le dieci domande che da mesi Repubblica presenta ogni giorno a Berlusconi senza aver ottenuto alcuna risposta. Questo silenzio è davvero inqualificabile

UNA BRUTTA MALATTIA

" Gran brutta malattia il razzismo. Più che altro una strana malattia: Colpisce i bianchi, ma fa fuori i neri" ( Albert Einstein).

sabato 29 agosto 2009

FUMO NEGLI OCCHI E ARIA FRITTA

A volte il vaticano e le gerarchie cattoliche pronunciano parole anche forti contro la corruzione dei politici. Gli ingenui possono pensare che le alte gerarchie si stiano schierando contro Berlusconi. Guardando più in profondità il quadro, ci si accorge che è solo fumo negli occhi. L'alleanza tra vaticano e Berlusconi è più solida che mai. Come potrebbero tacere i vescovi quando si attacca volgarmente e falsamente il direttore del loro quotidiano? Sdegno più che legittimo con il quale solidarizzo anch'io.
Ma sotto sotto, sono tali gli interessi comuni tra  istituzione cattolica e governo Berlusconi, da lasciare intatta la loro collaborazione politica e culturale. Questi linguaggi servono  all'istituzione cattolica, assolutamente allineata  con il potere politico, a salvare la faccia dando un contentino ai cattolici irrequieti che non sopporterebbero più il silenzio delle gerarchie.
Il gioco, per chi conosce i teatrini diplomatici, appare assai evidente. La cena amicale tra Bertone e Berlusconi viene soltanto spostata ad altra data per concordare meglio le leggi da presentare in parlamento

ESOPO INSEGNA

Due amici viaggiavano insieme, quand'ecco apparire davanti ad essi un orso.

Uno, più svelto,  salì su un albero e vi restò nascosto, mentre l'altro, che già stava per esser preso, si gettò al suolo, fingendo d'esser morto.  L'orso gli avvicinò il muso, annusandolo, ed egli tratteneva il respiro, perché, a quel che dicono,  l'orso non tocca i cadaveri.

Quando l'orso si fu allontanato, quello che  era sull'albero discese e chiese all'altro che cosa gli avesse detto nell'orecchio l'orso.

"Di non viaggiar mai più con dei compagni che nel pericolo non restano al tuo fianco", gli rispose quello.

La favola mostra che le disgrazie mettono alla prova la bontà degli amici.

 

                E S O P O     (VII-VI sec. a. C.)

                  (da "Favole", Rizzoli  1976)

venerdì 28 agosto 2009

BRUTTO SEGNALE

In questi giorni un po' in tutta Italia stanno concludendosi le feste democratiche in cui cala il silenzio su Gay e Lesbiche. È successo anche a Genova alla festa democratica nazionale. Franceschini e Bersani non hanno la minima sensibilità al riguardo. Riporto alcune considerazioni di Andrea Benedino e Paola Concia (L'Unità del 22 agosto) che condivido pienamente.

 

"Per anni, prima nei DS e più recentemente nel PD, ci abbiamo pensato noi. Ogni anno, in occasione delle Feste Nazionali abbiamo organizzato dibattiti e assemblee per costringere il nostro partito a confrontarsi con le tematiche lgbt, con le nostre battaglie e le nostre speranze. Per anni abbiamo supplicato, con alterne fortune, i più autorevoli dirigenti nazionali a intervenire in questi momenti e in alcuni casi le Feste sono state un importante momento per lanciare iniziative e proposte politiche.

Per questa volta non abbiamo voluto occuparcene. Così, per vedere l'effetto che fa, come direbbe Jannacci. Perché, infatti, dobbiamo essere sempre noi attraverso i nostri corpi a ricordare al nostro partito l'esistenza degli omosessuali? Il risultato l'abbiamo letto nel programma ufficiale della Festa ed è, molto semplicemente, che non ci ha pensato nessuno e le tematiche lgbt risultano totalmente assenti dalla Festa Democratica Nazionale di Genova.

E dire che la scelta di Genova come sede per la Festa ci induceva ad un cauto ottimismo. Proprio questa città, infatti, è stata sede lo scorso 27 giugno di un imponente Pride Nazionale che ha saputo conquistare l'intera città e che ha visto sfilare centinaia di migliaia di persone, consentendo a Genova, peraltro, di rimarginare le ferite del G8 del 2001. Già solo questo fatto avrebbe meritato l'onore di un dibattito ufficiale e sarebbe stata un'occasione fruttuosa di confronto con un movimento lgbt che, per quanto distinto e distante dai partiti, non per questo non merita di essere riconosciuto come interlocutore autorevole della politica.

E invece nulla, solo un impenetrabile muro di silenzio e di imbarazzi. Quasi fossimo di fronte a un processo di rimozione collettiva di questioni scomode, difficili, che è bene non discutere e affrontare".

DA REPUBBLICA DEL 28 AGOSTO

La perdonanza mediatica

di Vito MANCUSO

 

Nella Chiesa antica la penitenza era una cosa seria. Riguardava peccati come l'omicidio, l'apostasia, l'adulterio e veniva amministrata in forma pubblica.


Dopo che il peccatore era stato escluso dalla comunità liturgica per un congruo periodo di tempo e aveva confessato al vescovo il proprio peccato. Il perdono liturgico si poteva ottenere solo una volta nella vita, e se poi si peccava di nuovo non c'era più possibilità di essere riammessi a pieno titolo nella comunità cristiana.

All'inizio del medioevo la penitenza divenne reiterabile, ma non per questo perse di rigore: i confessori (ruolo che prese a essere esercitato anche dai semplici preti) avevano a disposizione appositi libri, i cosiddetti "penitenziali", dove a determinati peccati si facevano corrispondere determinate pene secondo un tariffario oggettivo per evitare favoritismi e disposizioni "ad personam", possibili anche a quei tempi.

Per esempio il penitenziaro di Burcardo di Worms, databile intorno all'anno Mille, stabiliva che per un omicidio ci fossero 40 giorni consecutivi di digiuno a pane e acqua e poi 7 anni costellati da privazioni di ogni sorta, soprattutto astinenze sessuali; per un giuramento falso, sempre i canonici 40 giorni di digiuno da estendere poi a tutti i venerdì della vita; per un adulterio "penitenza a pane e acqua per due quaresime e per 14 anni consecutivi". E' importante notare che nel primo millennio l'assoluzione dei peccati veniva concessa solo dopo aver compiuto le opere penitenziali.


Con l'estendersi della mondanizzazione della Chiesa la procedura legata alla penitenza si fece più flessibile: l'assoluzione venne concessa subito dopo l'accusa a voce dei peccati da parte del penitente e a prescindere dall'esecuzione della penitenza assegnata, per soddisfare la quale, peraltro, nacque presto la pratica delle indulgenze. E' noto che fu proprio il persistente abuso della vendita delle indulgenze a costituire la causa della ribellione di Martin Lutero e la successiva divisione della Chiesa.

 

Nonostante ciò anche la perdonanza celestiniana del 1294 era, ed è, una cosa molto seria. Nella bolla d'indizione papa Celestino V fa ampio riferimento a Giovanni Battista, in particolare al suo martirio, visto che la perdonanza ricorre proprio il 29 agosto, giorno della celebrazione liturgica della decapitazione dell'ultimo grande profeta biblico.

E' noto infatti che Giovanni Battista finì in galera e poi venne decapitato per la sua severità morale, in particolare per aver richiamato il re Erode al rispetto della morale matrimoniale, infranta pubblicamente dal sovrano che conviveva illecitamente con la moglie del fratello Filippo, Erodiade, "donna impudica", come la definisce papa Celestino V nella bolla.

E' a tutti evidente che Giovanni Battista, seguendo lo stile degli altri profeti biblici, non aveva ancora sviluppato la sottile arte della diplomazia ecclesiastica, capace di distinguere tra vita privata e ruolo istituzionale dell'uomo politico, e così utile a navigare tra le tempeste del mondo senza perdere (fisicamente) la testa.

Nella sua ingenuità il Battista riteneva che per un uomo politico non fosse ipotizzabile nessuna distinzione tra vita privata e ruolo istituzionale: era così inesperto di come va il mondo da essere addirittura convinto che se un uomo non è in grado di governare bene e con equità la propria famiglia, meno che mai potrebbe governare bene e con equità la propria nazione.

Evidente che era un primitivo, ben al di sotto delle sottili distinzioni che si teorizzano in questi giorni al Meeting di Rimini e che consentono al segretario di Stato del Vaticano di cenare serenamente con l'attuale capo del governo italiano elevandosi mille miglia più in alto rispetto alla rozzezza del Battista con quel suo modo irrituale di sindacare sulla vita sentimentale del leader del suo tempo.


Ma se era seria la penitenza antica ed era seria la Perdonanza di papa Celestino, ancor più serio, terribilmente drammatico, è lo sfondo su cui tutto questo oggi si ripresenta, cioè il terremoto del 6 aprile coi suoi 308 morti, 1500 feriti e le decine di migliaia di sfollati.

Nella celebrazione della perdonanza celestiniana di quest'anno all'Aquila si intrecciano quindi tre realtà che meritano rispetto incondizionato da parte di ogni coscienza adeguatamente formata, tanto più se cattolica visto il patrimonio spirituale che è in gioco.

Sarebbe stato quindi auspicabile che la gerarchia ecclesiastica non avesse consentito di sfruttare un evento del genere per speculazioni politiche, concedendo visibilità e "perdonanza mediatica" a chi, accusato di aver avuto a che fare con un buon numero di Erodiadi, non ha mai accettato di rispondere pubblicamente e analiticamente alle precise domande in merito, come invece il suo ruolo istituzionale gli impone.

E' chiaro a tutti infatti che all'homo politicus, a ogni homo politicus, non interessano le indulgenze ecclesiastiche, neppure quelle plenarie (le quali peraltro si possono ottenere in ognuna della nostre chiese con relativa facilità, rivolgersi al proprio parroco per sapere come).


All'homo politicus interessa solo la sua riserva di caccia, l'elettorato, e sa bene che la vera indulgenza al riguardo non la si ottiene confessandosi e comunicandosi e facendo tutte le altre pratiche devote prescritte da papa Celestino otto secoli fa, ma semplicemente apparendo in tv accanto al potente porporato sorridente e benevolente.

E' questa l'indulgenza che il capo del governo, abilissimo homo politicus, cerca, ed è questa l'indulgenza che il segretario di Stato Vaticano gli concederà, con buona pace della testa di san Giovanni Battista, di Celestino V e della sua Perdonanza.


Non posso concludere però senza chiedermi se questo spensierato teatro di potenti che si legittimano a vicenda non abbia qualcosa a che fare con quel nichilismo a proposito del quale Benedetto XVI ha avuto di recente parole di pesantissima condanna.

Il fatto che la gerarchia della Chiesa cattolica teoreticamente condanni il nichilismo e poi praticamente lo alimenti, si può spiegare solo con una sete infinita di potere, la quale non giace nelle coscienze dei singoli prelati ma è intrinsecamente connaturata alla struttura di cui essi sono al servizio.

La cosa è tanto più drammatica perché forse mai come ora gli uomini sentono il bisogno di apprendere l'arte del perdono e della riconciliazione.

 

 

Tratto da: “Repubblica” del 28.08.2009

RICEVO E PUBBLICO

>
> Buongiorno! Sono suor Maria Alessandra e ho 34 anni...e sono capitata nel
> suo
> blog...Ma posso fare una domanda personale? Come mai la Chiesa l'ha
> sospesa?
> L'anno prossimo farò la professione perpetua e per me è una grazia immensa
> fare
> parte della Chiesa...può visitare il mio blog.
> Suor Maria Alessandra
> http://www.incontroallinfinito.blogspot.com//
> www.nelsilenziodelmiocuore.blogspot.com
>
>

CARA SUOR MARIA ALESSANDTRA

Ringrazio Dio ogni volta che posso incontrare persone come Lei che hanno il desiderio appassionato di servire il regno di Dio , nella nostra chiesa o in altre fedi o esperienze.
Le faccio i miei auguri per la sua imminente professione perpetua.. Io feci professione perpetua di dedicare la mia vita alla predicazione del Vangelo ben 46 anni fa e oggi ringrazio Dio che mi ha permesso di essere fedele a questo impegno. Mi rifarei prete se avessi l'età di allora. Il ministero,  esercito ora più che mai, è la gioia della mia vita e ne ringrazio Dio ogni giorno. L'entusiasmo e la dedizione crescono con gli anni. Sarà così anche per Lei.
Non ho avuto la sospensione dalla chiesa, ma dalla gerarchia. Le sanzioni che non sono prese con il consenso della comunità sono, conforme alla tradizione antica, del tutto invalide. Infatti esse non provengono dalla chiesa, ma dalla gerarchia che non può nulla senza il consenso della comunità.
Anche per me è una grande gioia far parte della chiesa-popolo di Dio e non ho mai pensato di sbattere la porta o di lasciare il ministero. Sono esente da ogni rabbia.
Carissima Suor Maria Alessandra, mi ricordi nella sua preghiera e, se ha occasione di passare da Pinerolo, saremo lieti di averla con noi in uno dei gruppi biblici  della nostra comunità o nella celebrazione eucaristica della domenica per raccogliere la sua testimonianza di fede.
Se vuole conoscere i motivi per i quali la gerarchia romana ha preso posizione contro di me, può leggere alcuni miei ultimi libri:
"Olio per la lampada", "Il dono dello smarrimento",  "Omosessualità e Vangelo" e pochi altri. Purtroppo il vaticano mi ha dato una non richiesta e non desiderata pubblicità che mi ha complicato la vita,moltiplicandomi per cinque il lavoro. Il che alla mia età è preoccupante.
Cara Suor Maria Alessandra, riceva un saluto affettuoso e l'augurio di ogni bene
                                                                                                                            don Franco Barbero

giovedì 27 agosto 2009

NON ABITUIAMOCI

Il pericolo esiste davvero: quello di abituarci alla violenza quotidiana contro gay, lesbiche e transessuali. Quando un governo autorizza di fatto uno stile ed una cultura della violenza contro tutti i "diversi", è più facile che in ogni angolo del territorio nazionale vinca un  genere di relazioni basato sulla caccia alle streghe. Il rischio è che simili episodi vengano ormai percepiti  come normali e non suscitino più la necessaria indignazione delle nostre coscienze. Una legge contro l'omofobia  purtroppo è ancora nel cassetto e sarebbe grave se dovessimo aspettarci il primo passo da Fini.

CANCRINI RISPONDE

Niente treni per i disabili

 

Se racconto a un francese o a un tedesco che nell'Italia del G8, 8 treni su 10 sono inaccessibili ai disabili penseranno ad uno scherzo, da loro il trasporto pubblico è una cosa seria. Da noi è normale che i treni siano sporchi, arrugginiti, puzzolenti, rumorosi e in ritardo. Per non parlare delle erbacce e del degrado fra binari e stazioni. (Marino Bertolino)

 

Risposta – Lo stato dovrebbe offrire servizi decenti a tutti i cittadini utilizzando le entrate delle tasse. Questa semplice verità, valida in gran parte dei paesi civili, non vale più da noi dove la privatizzazione dei servizi ha imposto alle aziende che li gestiscono regole "di mercato". Occuparsi dell'accesso ai treni dei disabili o del decoro delle stazioncine di periferia (o dei costi dell'acqua o delle misure ani sismiche per le scuole) non è, purtroppo, economico e i nostri amministratori, preoccupati solo dei bilanci, tagliano proprio sulle spese che per loro sono improduttive. Costosissimi restano ovviamente i grandi appalti che consentono margini rilevanti al giro vorticoso di mazzette e di arricchimenti di quei parassiti del pubblico su cui cade, di tanto in tanto, la scure della magistratura. Dando luogo a scandali che bene dimostrano, cifre alla mano, dove vanno a finire i soldi che non c'erano per i disabili e per le stazioni. Nel silenzio ottuso di una politica sempre più autoreferenziale e sempre più impegnata a difendere i ricchi dall'invidia (lui la chiama così) di chi non ha più quello cui avrebbe diritto.

POVERO CAVALIERE!

Venerdì in ginocchio dal Cardinale Bertone, supplicando di rientrare nella Perdonanza, in modo di poter contare sul voto dei cattolici, senza bisogno di andare in ginocchio da Casini per ottenere un'alleanza e un recupero di immagine.

Sabato in ginocchio da Bossi, anche stavolta supplicando di non farlo venire meno alla promessa fatta a Bertone, da riferire al pontefice, di riappacificazione tra la Lega e il Vaticano.

Domenica in ginocchi da Gheddafi, magari con un ex voto, tanto graditi al dittatore libico, per perpetrare la grazia di controllare i barconi di emigranti e chiudere un occhio sui pescherecci, ove dovessero oltrepassare i limiti che la Libia pretende come acque territoriali, ma che acque territoriali non sono, e poi…! che modi… ! sequestrare un peschereccio italiano servendosi delle motovedette ricevute in dono  dall'Italia, sa tanto di beffa…!  come chiedere all'impiccato di insaponare da sé la corda.

Lunedì, consueta cena con Bossi e masnada di leghisti affamati; raggiunto il giusto grado di sbronzatura, inventeranno un'altra legge, dopo i vagoni riservati ai milanesi, il dialetto nelle scuole, l'esame di dialetto per i docenti e l'obbligo di promuovere alla maturità i figli dei leghisti… sta storia del figlio di Bossi che ha dovuto ripetere quattro volte l'esame, non è andata proprio giù.

Che giornate, povero cavaliere… il tutto in grave crisi di astinenza da escort!

 

Rosario Amico Roxas

LE MASCHERE RELIGIOSE

Commento alla lettura biblica - domenica 30 agosto 2009

(Marco 7, 1-23)


Questa pagina del Vangelo di Marco compare, un po’ contratta e con alcune varianti, anche nel testo di Matteo.

Il redattore del Vangelo sembra, alla prima lettura, dimenticare che non si tratta in primo luogo di un conflitto tra Gesù e quelli venuti da Gerusalemme, ma di una questione molto dibattuta all’interno del giudaismo del tempo.

Gesù si inserisce in questo dibattito tutto interno a Israele e,imparando dai profeti, riferendosi al loro insegnamento, mette in allerta rispètto al pericolo che l’insistenza sul valore della tradizione oscuri l’essenziale che è la volontà di Dio. “ Con la sua critica Gesù prosegue la linea dei profeti” (J. Gnilka).

Come tanti altri profeti e maestri in Israele, Gesù di Nazareth rilegge la storia passata e presente del suo popolo, che spesso è tentato di accontentarsi di tranquillizzanti tradizioni umane a tal punto da invalidare il “comandamento di Dio”.

Questa pagina, dunque, non oppone il gruppo dei discepoli e delle discepole a tutto Israele, ma inserisce Gesù e i suoi seguaci in una posizione precisa, quella che da secoli avevano sostenuto Isaia,Geremia, Ezechiele,Osea…

Sulla scia dei profeti, Gesù ha riportato al centro il “comandamento di Dio”, aiutandoci a capire che,con il pretesto delle nostre tradizioni,noi possiamo “mettere da parte”(versetto 8), “respingere o trascurare” (versetto 9) e addirittura “annullare o invalidare la parola di Dio” (versetto 13).

I tre verbi che il testo greco del Vangelo di Marco usa sono, come ho cercato di tradurre in modo espressivo, molto forti, molto efficaci. Essi sostanzialmente ci dicono che spesso la nostra fede fa naufragio in uno stagno di pie abitudini, tanto rituali quanto quelle di natura biologica.

LA TRAPPOLA

Dentro le insicurezze dell’oggi, con le sue frette e le sue superficialità, le sue ansie e le sue fatiche, siamo tentati di cercare “riposo” e rifugio in comportamenti, idee, mode, istituzioni che troviamo già “pronte per l’uso”. La tentazione di cercare rifugio in tradizioni conosciute e riconosciute dai più ci porta ad intrupparci nella maggioranza e a dispensarci da ulteriori ricerche e dalla fatica di “inventare” nuove risposte.

Oggi, non solo nella chiesa cattolica, soffia un vento tradizionalista e restauratore che invita a guardare al futuro soprattutto come ripetizione del passato.

Non si tratta affatto di buttare a mare tutta la tradizione e le tradizioni, ma di concepirle in maniera storica, come pagine da rileggere, reinterpretare,proseguire.

Nel mio libro “Il dono dello smarrimento” scrivevo: “La tradizione è un oceano mosso e vitale, attraversato da mille correnti: farne una “specchio immobile” significa non riconoscere la vitalità cristiana nei secoli, la sua fioritura plurale, il bisogno di arricchire il tesoro ricevuto e di cambiare molte parole e di spostare molti accenti nella canzone della fede”.

UN’OPERAZIONE PERFIDA E SOTTILE

Anzichè puntare a mettere al centro la pratica di vita e il messaggio di Gesù, in questa Italietta si fa una “macedonia “ di sacro e di profano che è uno degli aspetti più subdoli della “religione civile”.

Che si inauguri una nuova nave, che si apra al traffico un’autostrada, che si consegni un’autoambulanza o una caserma dei carabinieri, che si apra un aeroporto o un centro commerciale….. ecco che arriva qualche prete con l’aspersorio.

In ogni sagra del peperoncino o del carciofo, del tartufo o del pomodoro, del fungo porcino o del formaggio di capra, delle nocciole o delle erbe aromatiche….si infila un santo, un patrono, una madonna, una processione, un prete o un vescovo con la stola. E così non manca nulla. A Siena si benedicono i cavalli del palio cittadino, in mille piazze si benedicono gli asini.

A Pinerolo sul piazzale di San Maurizio il vescovo benedice le auto. Una spruzzatina d’acqua benedetta tranquillizza… Contento il parroco, contento il sindaco, contenti quasi tutti. Il collante sacro della “tradizione popolare” funziona, fa comodo.

In fondo una statua di padre Pio, un rosario appeso in auto, un santino nel portafoglio…..non danno un gran disturbo. In genere i mafiosi avevano stanze piene di madonne statuariamente impassibili a tutti i crimini lì organizzati.

TOGLIERCI LA MASCHERA

Con questa vernice religiosa, con questa patina devozionale ci si sente a posto, persone perbene, in regola. Il formalismo dell’apparire si pone al posto dell’essere. In realtà questa nostra maschera nasconde tanto vuoto. Vedo feste di battesimo o di prima comunione al ristorante dove la coerenza con un percorso di fede è totalmente assente. E’ la chiesa dei certificati, degli atti di battesimo…..

Il Vangelo oggi interpella il nostro vivere quotidiano. Se non coinvolgiamo il nostro cuore nel sentiero di Gesù, fatto di impegno per le persone più deboli ed escluse, possiamo dirci cristiani? La “religione” e queste ritualità verniciate di sacro sono vie maestre dell’ipocrisia.

La fede è una realtà profonda, ci cambia dal di dentro. Io ogni giorno vivo a contatto con le Scritture, ne parlo, prego…ma sono così sicuro di lasciarmi toccare e cambiare la vita fin dal profondo del cuore?

La domanda può valere anche per te, caro fratello, cara sorella che leggi queste righe.

ECOTEOLOGIA E MATRIMONIO

Domenica 4 ottobre a Chiusa Pesio

 

Dunque uniremo festa e spiritualità…che vanno bene d'accordo.

Nella prima parte della giornata di domenica 4 ottobre Doriana e Pamela celebreranno il loro matrimonio alle ore 10,30. segue pranzo di festa.

Il pomeriggio, nella abitazione di Beatrice ed Eva, alle ore 15 svolgerò una breve introduzione alle tematiche della ECOTEOLOGIA fornendo a chi sarà presente anche alcune indicazioni bibliografiche.

Per la mattinata potete avere informazioni da me: 340/8615482.

Per l'incontro del pomeriggio e per raggiungere Chiusa Pesio dovete rivolgervi a Beatrice: 339/2543519.

I due momenti, cioè l'intera giornata, sono aperti a chiunque sia interessato/a.

SINODO VALDESE

A Torre Pellice sta terminando il Sinodo annuale delle chiese valdo-metodiste. Con alcuni fratelli e sorelle della comunità cristiana di base di Pinerolo ho partecipato a due momenti: sabato 22 agosto l'esame di fede dei due candidati al ministero pastorale (dalle 9 alle 12,30) e domenica 23 al culto di apertura dell'assemblea sinodale con la consacrazione di Alessandro Esposito e Stefano D'Amore al ministero pastorale.

Cerco, nei limiti del possibile, di non perdermi questo appuntamento annuale perché il mio cammino di fede è molto "affezionato" alla chiesa valdese in cui riconosco una realtà molto più evangelica della chiesa cattolica.

Apprezzo la sinodalità, cioè il fatto che i delegati e le delegate delle varie comunità si radunino per confrontarsi e decidere insieme. Quest'anno poi la candidatura al pastorato di Alessandro, per i suoi profondi legami con la nostra comunità di base, mi ha particolarmente fatto gioire, pregare, pensare, emozionare. Ho gustato come mai tutta la liturgia di consacrazione al ministero pastorale sia per la teologia che esprime, sia per i simboli e le parole con cui l'assemblea ha partecipato.

Dense, bellissime, piene di evangelo sono state le letture, le esortazioni, i richiami con cui il pastore Garrone che presiedeva il culto ha dialogato con i nuovi pastori. Una grande lode a Dio che non lascia mancare alla chiesa dei "pastori" veri e una forte esortazione a Stefano e ad Alessandro a prendersi cura delle comunità al cui servizio saranno inviati. Senza questo ministero pastorale anche la chiesa di base, a mio avviso, non può sopravvivere, crescere in profondità ed apertura.

Alla fine ho abbracciato Alessandro tra molte lacrime. Conosco la fede, l'umanità, la disponibilità al servizio di Alessandro e Stefano. Saranno una benedizione per le comunità che serviranno, le solleciteranno a valorizzare tutti i doni di Dio, sapranno ascoltare, accompagnare con la predicazione, camminare anche contro corrente.

mercoledì 26 agosto 2009

NICOLA MARTINELLI scheda libro

 

 

 

 

 

NICOLA MARTINELLI, laureato in Scienze del Servizio Sociale, si occupa di temi eticamente sensibili: testamento biologico, diritti del malato terminale. E’ un assistente sociale, lavora con la cronicità, la disabilità, la non autosufficienza. Collabora con riviste e siti.

 

 

ALLA FINE DECIDO IO

 

IL TESTAMENTO BIOLOGICO VISTO DA CITTADINI PROFESSIONISTI POLITICI LEADER RELIGIOSI

 


Il TESTAMENTO BIOLOGICO è un documento scritto, attraverso cui una persona dichiara in piena lucidità mentale, quali terapie accettare o non accettare nel caso si trovasse in condizioni di incapacità in tema di trattamento medico, ossia: idratazione, alimentazione, ventilazione forzata……….. È uno strumento da far valere nel momento in cui la persona perdesse l’autosufficienza e non fosse più in grado di intendere e di volere e quindi di decidere a causa di gravi patologie, ictus, incidenti, stato vegetativo. È un tema da lungo tempo al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica e del dibattito politico.

 

Questo libro vuole offrire un contributo serio ed approfondito, in una forma divulgativa ed agile alla riflessione sul testamento biologico, sui diritti del malato terminale, sulle competenze necessarie per accompagnare una persona che si trovi alle frontiere della vita. Contiene inoltre uno specifico approfondimento sui rapporti tra religioni e questioni bioetiche.

 

Il testo si rivolge a tutti i cittadini che quotidianamente si prendono cura dei propri cari in fase terminale di malattia, ai professionisti: medici, infermieri, assistenti sociali, operatori socio sanitari, educatori, ministri del culto, ai volontari che li accompagnano, ai politici impegnati a legiferare sul testamento biologico, ai leader religiosi.

 

 Il titolo programmatico del testo “Alla fine decido Io” vuole indicare un percorso affinché ciascuno si prenda la vita nelle proprie mani e venga riconosciuto ad ogni cittadino il diritto di vivere e morire alla luce delle sue convinzioni civili, religiose, etiche, delle sue idee sul perché la vita abbia valore e dove risieda quel valore.

 

Il testo si articola in 5 capitoli.

 

Il primo presenta lo stato della questione, i temi eticamente sensibili: accanimento terapeutico, eutanasia, terapia del dolore, testamento biologico.

 

Il secondo rappresenta una riflessione approfondita intorno ad un tema particolarmente dibattuto: il testamento biologico come punto d’incontro tra visioni diverse. Vedremo i risultati di un sondaggio, il significato profondo del testamento biologico, i nodi non ancora risolti, le metodologie e gli strumenti per porlo in essere, una sintesi dei vari disegni di legge in discussione in parlamento.

 

 Nel terzo sono enunciati i diritti del malato terminale, i riferimenti normativi, il consenso informato, il diritto a non sapere. In questo capitolo sono presentati due casi che per parecchi mesi hanno spaccato l’opinione dei cittadini e della politica italiana: il caso Welby e il caso Englaro. Faremo luce sui punti essenziali.

 

Nel quarto vedremo quale ruolo sono chiamati a svolgere i professionisti dell’aiuto, le competenze necessarie nel lavoro di cura, i valori di riferimento. Inoltre vedremo più da vicino un ambito che intercetta tante situazioni di uomini e donne che si trovano alle frontiere della vita: l’ospedale. Prenderemo in considerazione una metodologia operativa: il lavoro di rete.

 

Nel quinto capitolo si rifletterà su come le religioni si collochino nel dibattito e se sia possibile una convergenza. Sono proposte 5 visioni differenti: ebraica, cattolica, valdese, islamica, laica e se sia pensabile e possibile una sintesi

 

                                                                                    Nicola Martinelli

                                                                                     niki28173@yahoo.it

 

LE DUE FACCE DEL VATICANO E IL PELLEGRINO

Alcuni vescovi, su pressione di una certa base ecclesiale che non ne può più di un presidente del consiglio corrotto, razzista,xenofobo e puttaniere, alzano la voce con dignità.
Ma il vaticano usa la sua furbizia. La verità è che, con la politica di un colpo alla botte e uno al cerchio, il vaticano non vuole affatto perdere l'amicizia e i redditizzi rapporti con Berlusconi. Sfumerebbero troppi privilegi.
E allora? Con collaudata ipocrisia, la diplomazia vaticana ha concordato ciò che solo una infinita spudoratezza poteva organizzare: venerdì Berlusconi parteciperà come pellegrino  a L'Aquila al rito della Perdonanza accanto al cardinale Bertone. Dopo, sempre con il cardinale Bertone, farà cena.
Che miserabili manovre di lurida sacrestia. Gianni Letta, che ha tessuto la rete di questo incontro, con un piede al governo  e l'altro in vaticano, va a gara con Bertone sul  terreno della diplomazia e soprattutto della ipocrisia.

CORREZIONE DI DATA

L'incontro della comunità cristiana di base di SALUZZO avrà luogo domenica 27 settembre alle 17 del pomeriggio e non il 20 come comunicato per errore.

Scusate e grazie.

CHE ACCOGLIENZA…

Venite, venite giovani dalle Radici del Mondo

I vostri coetanei europei hanno lasciato

per voi

stupefacenti lavori, anche se umili e pesanti

irrinunciabili cottimi

seppure pericolosi e malsani. Venite a riempire i casolari abbandonati".

Hamid Barole Abdu, poeta eritreo

martedì 25 agosto 2009

UNO STRAORDINARIO AFFRESCO DELLA SOFFERENZA IN CARCERE

 Solitudine.
<Un corpo in disfacimento,
un fantasma, il fantasma di me stesso,
uno spirito in catene,
un corpo senza la sua essenza.
L'allegria e la gioia del vivere sono lontane e distanti,
nulla mi può ridare il puro sorriso,
l'incubo è reale,
sono un uomo,
riflesso di uno specchio,
la parte viva e il riflesso,
il riflesso di un pensiero.
Dio mio non ho più la forza
Dio mio non ho più il coraggio
per essere, uomo,
uomo in questo breve tratto di strada che devo percorrere,
ti prego porgimi la tua mano,
ti prometto che la afferrerò,
la prenderò e la stringerò sul mio cuore,
mi solleverò e camminerò,
riavrò la pace nel mio cuore,
e tutta la serenità che vi possa contenere,
ho fiducia pur essendo solo il riflesso di uno specchio,
che muto osserva la tristezza del mio volto,
e lunghe lacrime iniziano a scivolare dolcemente sul mio viso,
e con fragore si tuffano come il fiume nel grande mare della sofferenza e della solitudine umana>
                                                                                                           
                                                                                                       Francesco

RICEVO DA GUIDO SCOLLO

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>
> Eventi infelici accaduti in altri paesi ci hanno insegnato da capo
> due semplici verità in merito alla libertà di un popolo democratico.
> La prima verità è che la libertà di una democrazia non è salda
> se il popolo tollera la crescita d'un potere privato al punto che esso
> diventa più forte dello stesso stato democratico. Questo, in essenza,
> è fascismo -un governo posseduto da un individuo,un gruppo,
> o qualsiasi altro potere privato capace di controllarlo.
> La seconda verità è che la libertà di una democrazia non è salva
> se il suo sistema economico non fornisce occupazione e non produce
> e distribuisce beni in modo tale da sostenere un livello di sviluppo
> accettabile.
> Entrambe le lezioni ci toccano.
> Oggi tra noi sta crescendo una concetrazione di potere privato
> senza uguali nella storia. Tale concentrazione sta seriamente
> compromettendo l'efficacia dell'impresa privata come mezzo per
> fornire occupazione ai lavoratori e impiego al capitale,e come mezzo
> per asssicurare una distribuzione più equa del reddito e deiguadagni
> tra il popolo della nazione tutta.
>
> Franklin D.Roosvelt
> al Congresso degli Stati Uniti
> 29 Aprile1938

ECCO LA PROVA DEL SUO PIANO....

Come Berlusconi sta attuando il progetto politico della P2 di Licio Gelli e Cicchito, così Benedetto XVI attua il piano del Concilio di Trento che è la restaurazione,cioè il ritorno ai tempi e alla liturgia della Controriforma.

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Inedito di Benedetto XVI "La Messa del futuro? Ecco come deve essere"
da www.ilgiornale.it

Pubblichiamo in questa pagina una lettera di Joseph Ratzinger al Dott. Heinz-Lothar Barth e uno stralcio di un intervento sempre di Benedetto XVI, tratte da Davanti al Protagonista. Alle radici della liturgia (Cantagalli, pagg. 232, euro 15), volume in cui i due scritti sono stati raccolti insieme per la prima volta. Nel libro - che verrà presentato al Meeting di Rimini e sarà in libreria a settembre - il Papa (che all'epoca della lettera era ancora cardinale) si interroga sul significato e lo stato attuale della liturgia, esprimendo la speranza che essa non diventi «terreno di sperimentazione per ipotesi teologiche».

Caro dottor Barth, la ringrazio cordialmente per la sua lettera del 6 aprile cui trovo il tempo di rispondere solo ora. Lei mi chiede di attivarmi per una più ampia disponibilità del rito romano antico. In effetti, lei sa da sé che non sono sordo a tale richiesta. Nel contempo, il mio lavoro a favore di questa causa è ben noto. Al quesito se la Santa Sede «riammetterà l'antico rito ovunque e senza restrizioni», come lei desidera e ha udito mormorare, non si può rispondere semplicemente o fornire conferma senza qualche fatica. È ancora troppo grande l'avversione di molti cattolici, insinuata in essi per molti anni, contro la liturgia tradizionale che con sdegno chiamano «preconciliare». E si dovrebbero fare i conti con la considerevole resistenza da parte di molti vescovi contro una riammissione generale.

Diverso è tuttavia pensare a una riammissione limitata. La stessa domanda verso l'antica liturgia è limitata. So che il suo valore, naturalmente, non dipende dalla domanda nei suoi confronti, ma la questione del numero di sacerdoti e laici interessati, ciononostante, gioca un certo ruolo. Oltre a ciò, una tale misura, a soli 30 anni dalla riforma liturgica di Paolo VI, può essere attuata solo per gradi. Qualunque ulteriore fretta non sarebbe di sicuro buona cosa.

Credo tuttavia, che a lungo termine la Chiesa romana deve avere di nuovo un solo rito romano. L'esistenza di due riti ufficiali per i vescovi e per i preti è difficile da «gestire» in pratica. Il rito romano del futuro dovrebbe essere uno solo, celebrato in latino o in vernacolo, ma completamente nella tradizione del rito che è stato tramandato. Esso potrebbe assumere qualche elemento nuovo che si è sperimentato valido, come le nuove feste, alcuni nuovi prefazi della Messa, un lezionario esteso - più scelta di prima, ma non troppa -, una «oratio fidelium», cioè una litania fissa di intercessioni che segue gli Oremus prima dell'offertorio dove aveva prima la sua collocazione.

Caro dott. Barth, se lei si impegnerà a lavorare per la causa della liturgia in questa maniera, sicuramente non si troverà solo, e preparerà «l'opinione pubblica ecclesiale» a eventuali misure in favore di un uso esteso dei libri liturgici di prima. Tuttavia bisogna essere attenti a non risvegliare aspettative troppo alte o massimali tra i fedeli tradizionali.

Colgo l'occasione per ringraziarla del suo apprezzabile impegno per la liturgia della Chiesa romana nei suoi libri e nelle sue lezioni, anche se qua e là desidererei ancora più carità e comprensione verso il magistero del Papa e dei vescovi. Possa il seme da lei seminato germinare e portare molto frutto per la rinnovata vita della Chiesa la cui «sorgente e culmine», davvero il suo vero cuore, è e deve rimanere la liturgia. Con piacere le impartisco la benedizione che lei ha domandato.

lunedì 24 agosto 2009

NUOVA RESISTENZA

Oggi la nuova Resistenza in cosa consiste? Nel difendere la Repubblica e la Democrazia. E se qualche uomo politico approfitta della politica per fari i propri sporchi interessi questi deve essere denunciato senza alcun timore. Sandro Pertini

 

DEMOCRAZIA

La democrazia permette ad ogni uomo di avere la sua parte di sole e di dignità. Ma questo può farlo solo la scuola. Perché solo essa può aiutare a scegliere ed essa sola può creare le presone degne di essere scelte. Da tutti i ceti sociali. Piero Calamandrei, 11 febbraio 1950

IN TUTTO IL PAESE

 
Sono in pieno svolgimento in tutto il Paese le "feste democratiche" che, per alcuni aspetti, sono altra cosa dalle feste dell'Unità. Io, per grazia dei signori della Margherita, mi sono già vista negata la possibilità di partecipare come relatore ad un dibattito pubblico. Vanno a informarsi dal parroco locale se sei ortodosso.
      "Alla festa del Pd ci saranno molte presenze istituzionali da Fini a Schifani. Perchè non abbiamo invitato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi? Semplice: questa è una festa, non un festino".  Lino Paganelli, responsabile nazionale della festa del Pd, 19 agosto

SULLA RU486 ANCHE TETTAMANZI SI ALLINEA CON IL VATICANO

E' una condanna senza appello quella che arriva dal cardinale di Milano Dionigi Tettamanzi alla Ru486. Per l'arcivescovo, la pillola abortiva che ha ricevuto il via libera dell'Aifa, l'Agenzia italiana per il farmaco, "è una pratica che comporta pericoli e rischi riguardanti la salute della donna", la "non conformità con una legge dello Stato", la 194 che regola l'interruzione di gravidanza, ed è una "privatizzazione estrema e una banalizzazione di un gesto umano che esige grande responsabilità".

Tettamanzi ha scelto Ferragosto e la festa dell'Assunta per parlare nel Duomo della città, della "cultura della morte che ha innumerevoli e svariatissime concretizzazioni, tutte inaccettabili". Un parroco bellunese, invece, l'arcidiacono del Cadore Renzo Marinello,ha utilizzato un'immagine choc per definire la Ru486: non una "medicina" ma un moderno "insetticida" che servirebbe per uccidere "l'insetto-creatura umana". 

 

ANGELETTI NON CAPISCE

 

In realtà Angeletti, il segretario della UIL, non ha mai capito quasi nulla della condizione dei lavoratori e delle lavoratrici. Ma in questi giorni, dopo le lotte della  INNSE, del Colosseo e di altre aziende, Angeletti ha dimostrato di capire ancora di meno: "Io posso dire ai lavoratori che vogliono imitare questi comportamenti: non provateci perché non sono una soluzione. Ma è difficile per noi tenere sotto controllo questo tipo di proteste specie quando in un contesto di crisi ognuno teme di essere abbandonato o non sufficientemente considerato". Parole deplorevoli. Certo che esistono i rischi della frammentazione e non bisogna perdere di vista le battaglie collettive. Ma non toccherebbe ad un sindacato degno di questo nome operare per cucire il tessuto e animare la lotta anzichè tenerla "sotto controllo"? Bene fa il sindacato quando si inserisce in queste lotte particolari  che possono diventare i veri fiammiferi e i più validi laboratori per far rinascere orizzonti collettivi.

UN INVITO AD INDAGARE

PUZZA DI MARCIO 
 

Possibile che nessuno abbia pensato di indagare a fondo sull'interesse che il presidente del consiglio manifesta per la Libia e per Gheddafi, e le periodiche visite ?

 

·         Accordi privilegiati con l'ENI, miliardi di donazioni, autostrada (che costruirà Impregilo),

 

·         si sommano agli interessi verso la Tunisia, dove lo stesso presidente si è recato con un importante imprenditore franco-tunisino del settore televisivo;

 

·         non va trascurato l'interesse per Russia e Turchia, quando si è imposto come presenzialista alla firma degli accordi sul metanodotto, con l'ENI sempre il prima fila di tali accordi.

 

Amministratore delegato dell'ENI  è Paolo Scaroni, nel luglio 1992  venne arrestato con l'accusa di aver pagato tangenti al Partito Socialista Italiano chiese di patteggiare la pena: 1 anno e 4 mesi, sotto la soglia della carcerazione. Personaggio, quindi, molto "duttile", la cui presenza ai vertici dell'ENI non fa altro che aumentare i timori che sotto sotto possa esserci del marcio, a titolo personale , da parte di chi sar3ebbe stato in con dizione di acquisire grandi quote azionarie dell'ENI, in tempi, per i comuni mortali, non sospetti.

Lo stesso Scaroni ha espresso ferme critiche nei confronti del Governo Prodi accusato di essere inconcludente per quanto concerne le grandi opere; casualmente ricevette azioni della società sportiva AC Milan, cedutagli direttamente dal presidente Berlusconi.

http://it.wikipedia.org/wiki/Paolo_Scaroni

 

Rosario Amico Roxas

SONO RIPRESE TUTTE LE ATTIVITA'

Guardo la città: sono riaperti tutti i negozi, le fabbriche, i cantieri, le attività. Finalmente c’è a Torre Pellice la Festa del Partito Democratico, una brutta e striminzita imitazione delle feste dell’Unità. Molto moderati, molto silenziosi, molto cauti. Una opposizione alla cotonina.

 

DON PIERO NOTA

Don Pero Nota, reduce dal Guatemala e ora a Torino, è disponibile a venire a trovarci una sera per un dialogo nella sede della comunità. Concorderemo la data.

 

LE NOTTI A L'AQUILA

Dal caldo al freddo. Fra due o tre gironi a L’Aquila le notti, mi comunicano degli amici, diventeranno fredde. Le tendopoli sono invivibili. Il governo continua a fare proclami, a rilasciare dichiarazioni, ma tutto prosegue a rilento. Se si fosse lasciata l’iniziativa in mano agli amministratori locali (sindaco e presidente della Provincia), ora avremmo altri risultati.

 

domenica 23 agosto 2009

IL PAESE CHE BOSSI VUOLE

Il paese che Bossi vuole è quello in cui gli immigrati vengono sterminati, due gay vengono pugnalati perchè si scambiano un bacio, una donna obesa viene fermata e pesata prima di salire in un aereo.........L'Italia che Bossi vuole è quella in cui, se per una felice eccezione, una volta finalmente un vescovo dice che la strage di stranieri è come la Shoah, tutta la chiesa dovrebbe andare a braccetto con il governo criminale italiano. La barbarie leghista comincia a superare gli argini e possiamo augurarci che qualcuno in questa Italia addormentata cominci a pensare che è tempo di scendere in piazza.

TAPPO DI UN AEREO CADE SU UNA CASA

Il tappo del serbatoio di un aereo è caduto domenica sera sul tetto di una casa di Ciampino: 10 centimetri di diametro, colore verdescuro, ha prima rotto le tegole del tetto per poi cadere su un balcone. A darne notizia il Comune di Ciampino che ha avvisato l'Agenzia Nazionale per la sicurezza del Volo.......
 
 
   Questa è l'Italia della sicurezza.

GRUPPO DI SALVARANO CORREZIONE DI ORARIO

 

Sabato 19 settembre l'incontro del gruppo di Salvarano qui a Pinerolo con me ha inizio alle ore 15 e non alle ore 16,30 come precedentemente comunicato su questo blog.

Consiglio come letture preparatorie, alcuni libri:

 

v    ORTENSIO DA SPINETOLI, Bibbia parola di uomo,- Edizioni La Meridiana, pagg. 88, € 12.

v    BORGHI-PETRAGLIO, La scrittura che libera, Borla, pagg. 512, € 38.

v    BORGHI-PETRAGLIO, La fede attraverso l'amore, Borla, pagg. 480, € 38.

v    JOSE VIGIL, Teologia del pluralismo religioso, Borla, pagg. 500, € 43.

v    FRANCO BARBERO, Olio per la lampada e Gli anni dell'impotenza.

CELLE PIENE E TESTE VUOTE


 
Riporto da l'Unità di sabato 8 agosto un brano di viva attualità visto che le carceri italiane straripano di "poveracci" mentre parecchi che dovrebbero entrarci sono allegramente in giro o in qualche villa.
 
     "Dal tempo del grande e illuminato Cesare Beccaria ogni uomo civile sa che l'espiazione della colpa, per quanto grave essa sia, deve avvenire in condizioni di rispetto della dignità umana che è inviolabile anche nei confronti del più efferato degli assassini.
Una civiltà di diritto prevede le garanzie della legge persino per un criminale nazista come Adolf Eichmann, perchè questa è la differenza irrinunciabile fra una democrazia e la più brutale delle tirannie. Ora, mentre si ipotizza la possibilità di un effetto domino nelle richieste di risarcimento da parte dei detenuti che in gran maggioranza patiscono il sovraffollamento, il nostro lungimirante governo si attrezza  con leggi liberticide e xenofobe per affollare ulteriormente le carceri con poveracci extracomunitari, tossicodipendenti e disadattati a vario titolo. Il destino e le condizioni di detenzione di quelle persone non sono un problema per chi divide l'umanità in noi e loro, in lumbard e terroni, in padani e bingo bongo. La demagogia della sicureza chiede l'espulsione di tutto ciò che disturba il sonnolento e rassicurante orizzonte del buon cittadino il cui voto serve alla Lega per il potere diretto e per quello di ricatto
su tutta la coalizione. Tutto il resto è mancia".       (Moni Ovadia)