lunedì 30 novembre 2009

XENOFOBIA

Le notizie che arrivano dalla Svizzera sull'esito del referendum mettono in evidenza come sia in atto il contagio del razzismo. Chi semina paura nel tessuto sociale sa bene che produce razzismo. La Svizzera ha dato al mondo una brutta immagine di sè, ma questo vento spira ugualmente forte ed insidioso in casa nostra.

PREGHIERA

Riporto da Riforma del 20 novembre 2009 questa preghiera:
 
      Signore nostro, il mio silenzio oggi ti parla.
Tu che sei Dio della vita e della speranza, illumina, lampada al nostro piede. Tu che sei rifugio, riscaldaci con il tuo amore, spingici a nuove azioni, la nostra salvezza è in Te soltanto.
Quand'anche tutto crollasse e non ci fosse più nulla di sicuro a cui aggrapparsi, resta con me, con questa Parola che oggi ci dice: "Tu sei preziosa agli occhi miei. Tu sei chiamata a ricominciare: scegli la vita e ciò che fa vivere".
Questa storia di violenza, così terribile e disumana, è la storia di tante donne, in Italia e nel mondo..... queste storie brillano come stelle, nel buio della guerra, dell'abuso, della violenza, della morte prematura, dell'indifferenza.
E ci riempiono di domande, perchè, perchè, perchè? Non un segno di conforto, non una parola di ribellione, ma solo pianto, silenzio e lamentazione.
Tu conosci il dolore delle vittime inconsapevoli ed innocenti, persone senza nome che vivono nella tua memoria, dal profondo di questo dolore, noi ci appelliamo a Te, ascolta il nostro grido!
Nei momenti cruciali è un'azione di donna che ci viene incontro, come le donne con cui condividiamo il nostro dolore, come le donne che, con gesti di solidarietà, ci portano e ci offrono il loro ricordo.
Signore nostro, nelle tenebre aiutaci a ricordare che la vita non è questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia.
Spirito di Dio abita in noi, donne di tanti paesi, di diverse culture, unite nella speranza che solo Tu, o Dio, puoi suscitare.
Spirito di amore e di giustizia, vieni in mezzo a noi, sotto le tue ali c'è riposo, pace, consolazione.
Aiutaci ad ascoltare e ad essere più sensibili del necessario, perchè ogni persona che incontriamo sta combattendo la sua battaglia.
Signore nostro, Tu che sei il Dio della vita, della speranza e della liberazione, dacci forza perchè le nostre comunità cristiane siano rifugio e sostegno per tutte le donne abbandonate, sfruttate, escluse, violentate, emarginate, umiliate.
Spirito di amore e di giustizia, vieni Tu in mezzo a noi.
Te lo chiediamo nel nome di Gesù.
Amen
 
                         Paola Schellenbaum

PER LA FAMIGLIA NULLA

Non c'è nulla. E quel poco che c'era è stato cancellato. Per la famiglia, i figli, gli anziani e gli handicappati nella Finanziaria non è previsto un euro. Nessun governo è riuscito a fare un così straordinario salto mortale all'indietro come quello guidato da Berlusconi (Famiglia Cristiana, 25 novembre)

domenica 29 novembre 2009

INDIRIZZO SBAGLIATO

Ritorno per un momento sulla richiesta di perdono avanzata al papa da Marrazzo per una semplice considerazione teologica. Non si è trattato di un errore di indirizzo dovuto ad una semplice svista. Si tratta di un procedimento tipico di molti cattolici che mettono l'autorità istituzionale prima di Dio. E' una prospettiva teologica che, mettendo il papa al primo posto, oscura Dio. E' evidente che questo comportamento rivela una impostazione teologica deviante rispetto all'insegnamento delle scritture ed aberrante sul piano comunitario. Per questo motivo il credente adulto e la credente adulta sanno rivolgersi a Dio senza passare attraverso la mediazione gerarchica.
L'infantilismo ecclesiale di oggi è anche la conseguenza del fatto che troppi credenti non prendono sul serio il dono e la responsabilità di essere figli e figlie di Dio e non dipendenti di una associazione ecclesiastica.

BERLUSCONI IN DELIRIO

Non è una novità. I giudici sarebbero dei terroristi che fomentano la guerra civile.
Veronica lo detabilizza con delle richieste economiche altissime, Fini diventa il nemico, la pillola RU486 viene proibita....
Siamo nelle mani di un uomo che è sull'orlo di un delirio psichico irreversibile. Non si cura e pretende di stare al governo.
Mentre le piazze si riempiono di disoccupati, sottoccupati, precari, giovani e donne senza prospettive, lui continua a pensare al "processo breve" per liberarsi dai processi che lo vedono imputato.
C'è bisogno di politica alta se non vogliamo trovarci nel precipizio. La Cisl e la Uil stanno col governo, come sempre.

RCEVO DA UN CARO AMICO

Possa, questo tempo di attesa, essere un periodo di rinnovata riflessione.
E quando l'attesa si fa lunga, troppo lunga,
possano queste parole del poeta spagnolo esserti compagne
                                                                                           Un abbraccio.
                                                                                                         Rosario

ATTESA

Sappiamo che non c'è terra,

non stelle promesse.

Lo sappiamo, Signore, lo sappiamo

e continuiamo, con te, a lavorare.

 

Sappiamo che mille e mille volte

fermeremo di nuovo il nostro carro

e che mille e mille volte in terra

leveremo di nuovo

il nostro vecchio palco.

Sappiamo che non avremo, per questo,

parte, né salario…

Lo sappiamo, Signore, lo sappiamo

e continuiamo, con te, a lavorare.

E sappiamo

che su questo palco

dovremo compiere mille volte

e mille volte ancora

lo stesso vecchio trucco tragicomico

senza elogi

applausi.

Lo sappiamo, Signore, lo sappiamo

e continuiamo, con te, a lavorare.

E tu sai, Signore, che lo sappiamo.

Che lo sappiamo tutti, tutti!

 

Léon Felipe

 

Versos y oraciones de caminante, Editorial Visor, Madrid 1981, pp. 83-84 (trad. T. Tosatti)

DUE ATTORI: NESSUN PROGETTO PER IL PAESE

Una guerra sulla pelle della Nazione.  

 

La guerra tra il cavaliere e 3monti non riguarda una disputa di politica economica, sul metodo e sulle misure da prendere; si tratta di una guerra personale tra due interessi opposti.

Da una parte il cavaliere che insegue gli indici di gradimento precipitati verso il basso, per cui esige spendere promesse in grado di proseguire nell'itinerario della pia illusione, purchè ciò produca  una ripresa dei consensi; gli interessi economici personali li ha già abbondantemente soddisfatti riversando gran parte delle sue attenzioni economiche verso ENI ed ENEL, Impregilo, Banche (Mediobanca, Chebanca, Mediolanum), tutti investimenti ampiamente remunerativi per il finanziere Berlusconi, grazie alle intese internazionali che il presidente del consiglio Berlusconi ha realizzato con Libia, Turchia e Russia.

Dall'altra parte il tributarista 3monti che intende proseguire nel suo personalissimo itinerario di legiferare a favore  dei suoi assistiti ai quali promette e permette evasioni fiscali, condoni, scudi fiscali e tutti i mezzi e mezzucci idonei a farla franca con il fisco, tramite leggi, leggine, circolari esplicative e circolari applicative; ovviamente gli interessi tra i due  volano in rotta di collisione.

Il cavaliere vorrebbe una programmazione di politica economica dilatata alle piccole e medie industrie in modo da poter catturare il loro consenso, mentre 3monti non intende allargare i cordoni della borsa in modo di equilibrare i conti, ovviamente a discapito  della politica del lavoro e della produttività,  al fine di proseguire nei vantaggi concessi alla politica economica della finanza, che produce incremento di ricchezza personale e individuale, anche se non produce un solo posto di lavoro e non si proietta verso una ipotesi di Stato sociale con una programmazione equilibrata dell'economia. E' chiaro che 3monti gode dell'appoggio della Lega.

Tutto il Nord d'Italia è diventato il meridione d'Europa e sopravvive grazie agli imbrogli fiscali, alle evasioni; i ricavi fiscali del Nord Italia sono in esubero a fronte delle esigenze, per cui diventa facile, nel breve termine, mantenere inalterata la situazione di privilegio verso il capitalismo più esasperato, tacitando la popolazione con la logica del "panem et circenses".

In mezzo a tutto questo poderoso casino c'è l'Italia dei "coglioni", che continua a subire, illudendosi con le parole e le apparenze.

Rosario Amico Roxas

sabato 28 novembre 2009

PREGHIERA

O amico dell'anima, padre misericordioso, piega il tuo servo a compiere il tuo volere!

 

Correrà allora il tuo servo come un cervo, si prostrerà dinanzi alla tua gloria, poiché gli sarà dolce la tua amicizia, più di un favo di miele e di ogni altro sapore.

 

O tu glorioso, splendido, ornamento del mondo, l'anima mia è malata dell'amor tuo! Ti prego dunque, o Dio, risanala tu, mostrandole con dolcezza la tua gloria: allora essa ritroverà forza e salute, e diverrà tua ancella in eterno!

 

O antico, muoviti a misericordia e abbi pietà di un figlio che ti ama, poiché questi ha bramato con ardore di vedere lo splendore della tua potenza: ti prego, dunque, o mio Dio, delizia del mio cuore, accorri, non stare nascosto!

 

Rivelati ti prego e su di me stendi, o diletto, la tenda della tua pace, illumina la terra con la tua gloria e noi esulteremo e gioiremo in te.

 

Presto o amato poiché è giunto il tempo: abbi pietà di me come nei giorni antichi.

 

«Amico dell'anima»

(preghiera ebraica del mattino)

PAGINE PER PRESBITERI

CARLO MARIA MARTINI, Le ali della libertà, Edizioni PIEMME, Milano 2009, pagg. 112, € 15.

 

Chi legge queste pagine non incontra Martini come studioso delle Scritture. Si tratta di un volumetto di poche pagine che, in realtà, l'Editore si aggiustato di "comporre" con una grafia che ne allunga il numero.

Si tratta di alcune brevissime riflessioni spirituali e soprattutto morali che il cardinale Martini propose ad un gruppo di preti nell'ultimo corso di "esercizi ignazioni" che egli condusse. La malattia di Martini lascia qui alcune tracce che rendono il testo molto modesto sul piano interpretativo. Talvolta assolutamente impreciso (pagg. 17, 35, 75, 83, 91), ma sempre ricco di stimoli per una vita dei presbiteri e dei credenti in genere.

Nello stile pacato e nel contenuto tradizionale che caratterizza queste pagine, qua e l à compaiono righe sferzanti e parole appuntite contro "la tendenza e la stortura dello sfarzo" (pag. 57) e ancor più contro "l'ambizione di carriera" che produce "una certa inconscia censura delle parole" (pag. 58).

Per fare carriera non si dice, si adula, si cerca ciò che piace in alto: "Talvolta i vescovi non parlano, perché così bloccherebbero la loro eventuale candidatura al cardinalato. Questo carrierismo implicito fa un grande male alla chiesa… Mai dovremmo lasciarci prendere dall'adulazione…" (pag. 59).

Degne di nota anche le pagine sul rapporto tra cristiani ed ebrei, ma ovunque, anche quando l'Autore parla di devozioni assai tradizionali (rosario, confessione,…) percepisci che sa "affidarsi" totalmente all'amore e al mistero di Dio.

REQUEM PER RUFFINI

A RAI 3  avviene il siluramento del Direttore Ruffini. Ogni giorno ci viene portato via un pezzo di democrazia. Il governo litiga: fra alcuni giorni comincerà il periodo delle manifestazioni di massa e già la CISL è passata dall'altra parte. Cosentino evita le manette, il premier si libera dei processi, la mafia esulta. E ci taglino una informazione che è rimasta l'unica voce libera.

ANCORA SULLE MORTI SUL LAVORO...

"Sono intervenuto molte volte sul fenomeno delle morti sul lavoro perchè è una questione di civiltà essenziale per il Paese  e continuerò a dire ogni volta qualcosa che possa essere utile a questa causa"  ( Giorgio Napolitano, 27 novembre).

venerdì 27 novembre 2009

MARAMOTTI

Centinaia                    Vedesse quanti
di file                          processi nel
cancellati                    pc di Alfano!
nel pc di
Brenda

ELLEKAPPA

Un unico                       Fini
 significativo                 sta segando
taglio nella                    Berlusconi
finanziaria

MARRAZZO CHIEDE PERDONO

Caro Marrazzo, chiedere perdono è un atto di grande dignità e valore. Ma chieda perdono alla moglie, ai vostri figli, a Dio, a chi aveva riposto fiducia in Lei votandolo. Il Papa proprio non c'entra. Penso alla dignità e all'amore di questa donna, moglie e madre, che è ancora vicina al marito per aiutarlo a ritrovare un equilibrio personale e familiare. Un vero esempio di fortezza interiore.

La consegna al sacerdote in un bar del Gianicolo

Alcuni mesi dopo la quindicenne venne consegnata a un sacerdote, che - precisa la procura - non era Marcinkus. In questo caso sarebbe stata la Minardi ad accompagnare in Bmw la ragazza da un bar del Gianicolo fino al benzinaio del Vaticano. Nel novembre del 1983, stando sempre al racconto della Minardi, il cadavere (mai visto) della Orlandi, messo in un sacco della spazzatura, fu gettato in una betoniera in un cantiere di Torvajanica. Tutta questa ricostruzione, la supertestimone l'ha raccontato anche alla giornalista Raffaella Notariale in una intervista trasmessa da Rai News 24.

(L'Unità 24.11.09)

giovedì 26 novembre 2009

DIBATTITO SULLE DROGHE

Riporto da l'Unità del 16 novembre una lettera e la risposta di Cancrini, uno dei massimi esperti.

 

Scrive Fabio Omero

Dopo lo screening di massa della classe politica cosa ci si aspetta? Che i ragazzi motivati da così alto esempio di moralità pubblica non fumino più gli spinelli? Sono favorevole alla depenalizzazione dei derivati della cannabis per eliminare la contiguità tra le droghe così dette leggere e droghe pesanti quanto a mercato, consumo e criminalità organizzata.

 

Risponde Cancrini.

Il dibattito da riaprire sarebbe proprio questo. Mentre i nostri ministri giocano con i capelli dei parlamentari le mafie russe spingono infatti per la immissione sul mercato italiano di hashish caucasico che contiene quantità di principio attivo (tetraidrocannabinoli) molto più alta di quella dell'erba che gira fra i nostri ragazzi e in Messico ci si attrezza per la produzione, con tecniche Ogm, di foglie ancora più pericolose. Preoccuparsi davvero in prospettiva della salute di questi benedetti ragazzi porterebbe a porsi il problema di una legalizzazione  capace di mettere dei limiti certi alla quantità di tetraidrocannabinoli  di cui si ammette la vendita e il consumo. Combattendo una battaglia forte e convinta, cui anche i giovani potrebbero aderire e contribuire, contro tutte le droghe davvero pericolose. Su strade completamente diverse da quelle inconcludenti che abbiamo seguito fino ad ora. Emarginando davvero la criminalità ed evitando di costruire barriere d'odio e di paura contro gente che, come Stefano Cucchi, di aiuto aveva bisogno e non di pregiudizi alimentati da una legge sbagliata. Da rivedere al più presto.

 

 

 

 

NOBILTA' DELLA POLITICA

Ci si schieri liberamente a destra o a sinistra, quello che conta è il senso della nobilità della politica, dei limiti anche nel ruolo alto e insostituibile della politica, la dedizione all'interesse generale. Quel che più conta è la moralità della politica.

                 

                          Giorgio Napolitano, 15 novembre

LICENZIAMENTI OVUNQUE

Questa è la questione vera: sempre più aziende chiudono o delocalizzano. Il premier pensa a sé, ai suoi processi e ai suoi interessi da preservare. Il Parlamentare è bloccato sul "processo breve" e simili legislazioni di privilegio.

Anche per questo la giornata di lotta del 5 dicembre diventa utilissima.

Il governo canta la canzone della "crisi ormai finita", ma il lavoro diminuisce ancora e non si rendono provvedimenti concreti.

AI FERRI CORTI

Per il Vaticano è stata un'occasione per riaffermare la comune volontà di proseguire il dialogo. Ma per la stampa inglese l'incontro di sabato 21 novembre tra Benedetto XVI e il primate anglicano Rowan Williams è stato il modo del Papa per «chiudere con la Chiesa d'Inghilterra nel modo più educato possibile», dopo che l'arcivescovo Williams aveva già fatto capire di aver chiuso con la Chiesa cattolica.

Roma vuole "conquistare" una parte dell'anglicanesimo aprendo le porta a che si "converte". Questa sfacciataggine rende i rapporti tra Ratzinger e  l'arcivescovo primate anglicano ormai gelidi.

"MARCINKUS VIDE LA ORLANDI"

Nuova rivelazione di Sabrina Minardi, la supertestimone del caso Emanuela Orlandi: l'ex presidente dello Ior, il cardinale Paul Marcinkus, deceduto nel 2006, avrebbe incontrato Emanuela nei giorni successivi alla sua sparizione avvenuta a Roma il 22 giugno 1983. Già in passato la Minardi aveva dichiarato che la Orlandi sarebbe stata rapita per ordine del cardinal Marcinkus.

(Repubblica 24.11.09).

DRIZZATEVI e ALZATE LE VOSTRE TESTE


Luca 21, 25 - 36

Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con potenza e gloria grande.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.

E disse loro una parabola: "Guardate il fico e tutte le piante; quando già germogliano, guardandoli capite da voi stessi che ormai l'estate è vicina.
Così pure, quando voi vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.
In verità vi dico: non passerà questa generazione finché tutto ciò sia avvenuto.
Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso improvviso;
come un laccio esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra.
Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo".


Come abbiamo già notato domenica scorsa, i liturgisti cattolici che hanno individuato le letture bibliche per ogni anno, continuano a tagliare i passi del Vangelo come fossero parmigiano reggiano.
Vi suggerisco perciò di leggere l'intero brano, anzi, l'intero capitolo.

La desolazione

Lo scenario storico al quale più si fa riferimento è quello della caduta di Gerusalemme ad opera delle truppe romane. Il contesto spirituale è quello al quale accennavo commentando Marco 13 domenica scorsa. Tutto sembrò loro crollare e l'orizzonte si fece cupo.
Adottando un linguaggio apocalittico, l'evangelista vuole aiutarci a comprendere in quale  "clima" i discepoli del nazareno fossero venuti a trovarsi. E non fu un'impresa da poco riprendere fiato e rimettersi in cammino quando tutte le speranze di Israele, di cui si sentivano forti, sembravano svanite, dileguate, scomparse nel nulla.
Per loro diventa essenziale rifarsi all'insegnamento ed ancor più al vissuto di Gesù: davanti ai "crolli", alle delusioni, agli sconvolgimenti più profondi, Gesù aveva prima di tutto approfondito la sua fiducia radicale in Dio, aveva approfondito le sue radici nel silenzio, nella preghiera.
Non era fuggito dalla realtà e non si era lasciato paralizzare. Luca riflette sul passato e scrive al futuro, ma in realtà parla e scrive per la sua comunità che vive ancora tramortita ed incapace di guardare avanti con fiducia. Egli sintetizza l'insegnamento di Gesù in poche parole: "Drizzatevi e alzate le vostre teste".
Si trattava di uscire dalla paralisi, dalla prigionia del passato e dagli incubi del presente, assumendosi la responsabilità di guardare avanti.

Ieri e oggi

Non possiamo comporre facili equivalenze, ma anche il nostro tempo registra molti "crolli", molte cadute di orizzonti. Forse possiamo dire che il nostro cristianesimo, se non si rimette fortemente in discussione e in stato di conversione, si riduce sempre più ad una setta spiritualista, madonnara, miracolista, reazionaria, nostalgica del tempo che fu.
Abbiamo una grande responsabilità: se ripetiamo semplicemente ai nostri figli le formule del "Catechismo della Chiesa Cattolica", possiamo diventare i becchini della loro fede.
Siamo eredi di una tradizione cristiana in cui esistono anche "pagine" stupende scritte e vissute da quelle donne e da quegli uomini che hanno sempre tentato di rinnovare la loro fede, la loro presenza nel mondo, di reinventare il linguaggio della loro testimonianza.
Oggi forse ci siamo molto impigriti: ci ripetiamo, trasmettiamo formulette fuori dal tempo, senza che esse coinvolgano i nostri cuori.
"Alzatevi": l'invito è forte. Non possiamo vivere la nostra vita "sdraiati", cioè passivi, o davanti al televisore, ai teatrini di certi politici o alle prediche di molti parroci o vescovi.
Se stiamo lì in attesa dell'imbeccata, se non impariamo a cercare, a documentarci, a farci idee nostre, siamo cittadini passivi e credenti abitudinari. Tutto sommato, uomini e donne monotoni, più robot che persone vive e vere.
Certo, alzarsi, non essere gente che si inchina al capetto, mantenere alta la nostra dignità è difficile, ma costituisce anche una fonte di gioia profondissima.

Coraggio e dignità

Ci vuole dignità nella vita per non lasciarsi menare per il naso da un Berlusca qualunque e per non lasciarci violentare e umiliare da un documento vaticano o dalla moralina retorica di certe messe domenicali.
Per nostra fortuna nella chiesa risuonano anche tante voci umili e quotidiane che ci richiamano, ci invitano ad alzarci, ad assumere le nostre responsabilità.
C'è ancora un'altra stimolante "pennellata" evangelica: "alzate le vostre teste", cioè guardate avanti, rimettevi in viaggio, non guardate solo nell'orto di casa vostra.
Se vogliamo davvero, se non ci nascondiamo dietro montagne di difficoltà reali ed immaginarie, ogniuno di noi può fare qualcosa sul sentiero dell'onestà, della solidarietà, della pace, del superamento dei pregiudizi.

Chiamati alla responsabilità

Come si fa a dire che di fronte ai soprusi di chi vuole un "processo breve" per sottrarsi alla giustizia o di fronte a chi vuole "purificare" il proprio paese dagli stranieri, non c'è niente da fare?
Ognuno può dire la sua parola, prender parte a momenti collettivi di protesta. E voi, cari fratelli, che cosa aspettate a tuonare dal pulpito contro queste bestemmie?
Troppa gente nella società e nella nostra chiesa tiene la bocca chiusa e la schiena curva.
L'esortazione delle Scritture è consegnata ai nostri cuori. Possiamo rifiutarla o possiamo lasciarci "rialzare" per un cammino più consapevole e più fiducioso.
Se ci arrendiamo, se ci diciamo che "intanto non cambia nulla", che "io non posso farci niente", ci siamo cercati un alibi tanto di moda e abbiamo buttato nel cestino o nella pattumiera questa pagina del Vangelo.
Ma il nostro cuore è più felice se accoglie l'invito di Dio e si lascia coinvolgere.







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mercoledì 25 novembre 2009

CI SONO ANCHE LE BUONE NOTIZIE

A ROMA FACCIAMO UN RED CHRISTMAS …

di Stefania Salomone

Partiamo dall’inizio. Il 20 ottobre è stata firmata in Campidoglio l’ordinanza contro i lavavetri. Per loro, ma anche per i giocolieri ai semafori, prevista una multa di 100 euro. Sempre secondo il sindaco “chi è in evidente stato di bisogno non pagherà la multa, ma sarà avviato ai servizi di assistenza e di sostegno del Comune”.

Bene!… Si fa per dire.

Due domande:

-     Quali sono questi servizi di assistenza e di sostegno del Comune?

-     E’ logico pensare che uno che lava i vetri, nonostante magari sia diplomato o laureato, NON sia in evidente stato di bisogno? O forse ha lasciato il posto fisso perché si annoiava o perché il capo era antipatico?

Smettiamola di far finta di credere a queste cose per vivere in pace!

Proprio in questi giorni sono stati sfrattati più di 100 immigrati afgani che avevano trovato “rifugio” in una fossa alla stazione Ostiense, ragazzi tra i 12 e i 14 anni!

Hanno però montato un tendone poco distante da lì dove gli sventurati possono sostare di notte, per il cosiddetto piano “Emergenza freddo”, che, se avessimo imparato qualcosa dall’esperienza degli anni precedenti, forse non si sarebbe chiamato così …

Qualche giorno fa, invece, in un comune del Nord, che neanche voglio nominare, è stata ideata una santa iniziativa che porta il nome di uno dei tormentoni del periodo natalizio, quello che si canta intorno al tavolo, dopo il decimo pezzo di torrone e il quinto bicchiere di brachetto … intitolata “White Christmas”.

Si tratta di uniformare il colore della pelle della gente del paese entro Natale. No, non sbiancando la pigmentazione! Cacciando tutti quelli che ne hanno in eccesso.

A fronte di tutto questo, però, è necessario e onesto diffondere le notizie di episodi in netta controtendenza.

Ø     In un quartiere periferico della nostra città, dopo l’ordinanza anti-lavavetri, alcuni automobilisti sono scesi dalle auto in difesa dell’immigrato che aveva ignorato il divieto, al quale la polizia stava facendo verbale. Niente multa, solo un consiglio al trasgressore: scappa quando vedi le forze dell’ordine nei paraggi.

Ø     In un altro quartiere periferico, sempre dopo la famosa ordinanza, un immigrato del Bangladesh, musulmano, diplomato, con moglie e due figli rimasti laggiù, si è trovato in gravi difficoltà, non sapendo come racimolare i soldi necessari per sopravvivere e per pagare la scuola dei bambini. Una persona, che aveva fraternizzato con lui quando ancora poteva “esercitare”, ha affisso dei cartelli nella zona, chiedendo ai residenti di offrirgli piccoli lavori. Diverse sono state le chiamate; alcune con offerte di lavoro, altre semplicemente per esprimere apprezzamento e simpatia al fautore dell’iniziativa.

 

E’ vero, sentiamo sono cose orribili, ma ce ne sono anche di positive, ed è un peccato che non si vengano a sapere.

Chissà che, con queste premesse, il natale a Roma non possa essere un Red Christmas, rosso come quel filo che ha unito i bisogni di tutte queste persone, intessendo la tela purpurea della fiducia e della solidarietà tra popoli e tra individui.

Che questo drappo rosso possa essere adagiato nella culla a Betlemme o sulle spalle di un malcapitato, vermiglio mantello che restituisce dignità.

APPUNTAMENTI

Venerdì 27  alle ore 18.00 a  Torino  presso i locali della Libreria Claudiana di Via Principe Tommaso, 1 proseguo la lettura del libro dell'Esodo.
 
Sabato 28 a Piossasco, nei locali della Parrocchia di San Francesco  alle ore 16,30 proseguiamo la nostra ricerca sul tema: " Vivere e credere: un continuo viaggio da scoprire e da realizzare sulla sia di Abramo".
 
Domenica 29 sarò a Torino dalle ore 10 alle ore 16 per l'incontro organizzato dal gruppo " un piccolo cammino cristiano" della Comunità Nascente di Via San Pio V, 17b.  La giornata è aperta a chiunque sia interessato: in modo particolare a chi intende prepararsi al  matrimonio.

UN REGALO ALLA MAFIA

" E' evidente il rischio che quei beni possano tornare nelle mani dei clan. Sappiamo di cosa sarebbero capaci per riacquistare quelle ville, case e terreni che rappresentano i simboli del loro potere costruito con la violenza , il sangue, i soprusi" ( Alfredo Cucciniello, 24 novembre, Acli).

UNA LETTURA ARRICCHENTE

JOHN P. MEIER, Un ebreo marginale, Volume 4. Legge e amore, Queriniana Editrice, Brescia 2009, pagg 760, € 68.

 

Si termina la lettura di questo quarto volume con soddisfazione non tanto per i risultati dell'indagine quanto per il discorso metodologico del nostro Autore. Meier, in un dialogo con una sterminata schiera di storici, si preoccupa di rendere vera l'acquisizione dell'ebraicità di Gesù entrando nel merito delle singole questioni. Nello stesso tempo, con l'equilibrio che governa e caratterizza tutta la sua produzione, evidenzia un Gesù che non è riconducibile ad un sistema coerente.

Ne consiglio vivamente la lettura e segnalo l'impegno che lo studio di queste pagine esige specialmente per chi non è ben addentro alla ricerca storica e biblica degli ultimi 50 anni.

Si noti che l'Autore è uno studioso che non s'allontana mai dal pensiero dogmatico cattolico ufficiale. Usa un'arma di estrema furbizia: "parlo come storico". E così si salva dal fulmini vaticani perché, sul terreno dei linguaggi della fede cristologia, è più papale del papa. Pur apprezzando la distinzione tra storia e dogma, per me resta un mistero il fatto che, dopo certe affermazioni storiche il nostro Autore non senta lo stridore sul piano dogmatico. Un teologo così può dormire e lavorare tranquillo.

martedì 24 novembre 2009

TUTTO E' IMPORTANTE, MA.....

Questi sono giorni in cui ogni lotta, ogni mobilitazione è importante, decisiva, necessaria: la scuola, la giustizia, i carceri.....
Ma non perdiamo d'occhio gli operai sui tetti, sulle gru, quelli che occupano le fabbriche, quelli che sono in cassa integrazione, quelli che vedono la propria azienda chiudere o traslocare.
Questa è la tragedia di troppe persone e di migliaia di famiglie. Ancora una volta la centralità  della democrazia e la centralità del lavoro stanno insieme. Non si può dimenticare per un momento questo problema centrale del nostro Paese

NON MOLLARE

"E' il vecchio motto dei fratelli Rosselli: non mollare. Loro pagarono con la vita. Ora in Italia non c'è in gioco la vita delle persone. Ma ci sono i valori per i quali abbiamo combattuto. In ballo c'è la buona democrazia: è abbastanza per non mollare". ( Carlo Azeglio Ciampi. 23 novembre).

MARAMOTTI

 

FAME  NEL

MONDO…..

URGE FARE

QUALCOSA

METTI CHE

VOGLIA UN CANNOLO

SICILIANO E NON CI

SIA IL PONTE!

 

NOBILTA' DELLA POLITICA

Ci si schieri liberamente a destra o a sinistra, quello che conta è il senso della nobilità della politica, dei limiti anche nel ruolo alto e insostituibile della politica, la dedizione all'interesse generale. Quel che più conta è la moralità della politica.

                 

                          Giorgio Napolitano, 15 novembre

QUANDO UNA CHIESA SERVE

Stufi di essere cacciati, a Milano cento nomadi si rifugiano nella parrocchia di Sant'Ignazio alla periferia. La curia milanese ha mobilitato alcune associazioni. Ma a Milano il comune sta creando, con questi sgomberi violenti ed improvvisi, un clima di paura e di scontro.

IL LINGUISTA DE MAURO

Per il linguista Tullio De Mauro quello di Fini è «un invito a reagire al razzismo strisciante».

 

Dunque «ha fatto bene il presidente della Camera a usare una parola forte».

Gianfranco Fini ha utilizzato il termine "stronzo", la stupisce?

«Affatto. Non è la prima volta che nel linguaggio della politica entra questa parola».

Magari è la prima volta che esce dalla bocca di un presidente della Camera?

«Forse da parte di una carica istituzionale non si era mai sentita, anche se non mi pare che Fini stesse parlando a Montecitorio. E comunque "stronzo" è da tempo sdogmato».

La diga del "politicamente corretto" è saltata del tutto?

«Se quello di Fini è un invito a reagire al razzismo, allora ha fatto bene a usare una parola forte».

Il fine giustifica i mezzi?

«In questo caso ampiamente».

Il leghista Borghezio si è scandalizzato, dice che l'invito di Fini è "diseducativo". È così?

«Mi sorprende che i leghisti si scandalizzino. Più volte hanno usato un linguaggio "fortemente espressivo", come si dice in linguistica. Vale a dire hanno usato parole e gesti volgari. Capisco tuttavia che si siano irritati nel sentirsi implicitamente qualificati in quel modo da Fini. La polemica sfondo razzista della Lega è un continuo, inutile girarci intorno».

Il termine "stronzo" a quando risale?

«E' parola antichissima, viene dal longobardo "strunz", pezzo di cacca».

Ai tempi di Dante già ci si dava dello "stronzo"?

«E' così. In Italia è una delle parole di più antica attestazione».

PUO' NON FIRMARE:COMMENTO DI TRAVAGLIO

Ciampi conferma: il Presidente della Repubblica può non firmare

Adesso vi leggo questo passaggio e mi dite se vi viene in mente qualcosa: " le riforme si fanno per i cittadini e non per i singoli, l'ho sempre pensato e oggi ne sono più che mai convinto: basta con le leggi ad personam, che non risolvono i problemi della gente e non aiutano il Paese a migliorare" e va beh, fin qua ci sono arrivati in tanti. Poi aggiunge, Ciampi, che è Senatore a vita e è il Presidente della Repubblica dal 99 al 2006 e che, quindi, di quelle leggi non per i cittadini ma per uno o per i suoi complici ne ha viste parecchie e qualcuna l'ha respinta: ricorderete che Ciampi respinse al mittente la Legge Gasparri numero uno, respinse al mittente l'ordinamento giudiziario Castelli, respinse al mittente la Legge Pecorella, quella che aboliva l'appello del Pubblico Ministero ma non dell'imputato e poi qualche altra frattaglia, ma insomma le cose più importanti furono quelle, quelle ad aziendam e ad Benlusconem o ad Berlusconum sono quelle tre lì, che lui ha respinto. Purtroppo non respinse la " legge salva Rete Quattro", anzi il decreto salva Rete Quattro, che portava la firma di Berlusconi, ossia di colui che beneficiava del decreto che salvava Rete Quattro perché altrimenti, entro una settimana - era il dicembre, il Natale del 2003 - secondo la sentenza della Corte Costituzionale Rete Quattro avrebbe dovuto essere spenta sull'analogico terrestre e mandata su satellite oppure, per rimanere accesa sull'analogico, avrebbe dovuto cambiare padrone, cioè essere venduta con un grave danno pubblicitario per Berlusconi, il quale invece ha continuato a introitare guadagni pubblicitari con una televisione che, senza quel decreto, era abusiva e che quel decreto ha legalizzato ex post, senza superare naturalmente i rilievi della Corte Costituzionale e poi della giustizia europea. Tenete presente che, se siete lì che tentate disperatamente di trafficare con questi aggeggi del digitale terrestre, lo dovete a Berlusconi e a Gasparri: bisognerebbe chiamarlo il digitale Berlusconi /Gasparri, non il digitale terrestre! Questa ciofeca, questa tecnologia medievale che non funziona, che vi si spegne davanti, che vi sgrana l'immagine e che ve la fa vedere a quadrettini come nelle parole crociate, quello si chiama digitale terrestre, ci è stato spacciato per la tecnologia del futuro e in realtà è molto peggio della tecnologia precedente e costa anche molto di più, per farvi vedere molto peggio, per cui pagate per vedere peggio di prima. Si chiama Gasparri /Berlusconi, stiamo pagando il conflitto d'interessi di Berlusconi e del suo valletto, del suo Cavalier servente Maurizio Gasparri, perché fu lui a raccontare a un Paese che si beve tutto e però anche a un capo dello Stato che avrebbe dovuto comportarsi diversamente, a mio avviso, che con la sua seconda versione della Legge Gasparri, seguita a quella prima che Ciampi aveva respinto al mittente, l'Italia avrebbe avuto entro il 2006 il digitale terrestre, siamo nel 2009 e ancora vediamo in che stato è ridotta quella tecnologia, entro il 2006 avremmo avuto il digitale terrestre, il quale ci avrebbe dato migliaia e migliaia di canali: avendo tutte quelle migliaia di canali, diceva questo signore, i tre di Berlusconi scompaiono e quindi non c'è più quella posizione dominante denunciata dalla Corte Costituzionale. Adesso andate a vedere di chi sono i canali, a parte quelli che trasmettono le vendite delle pentole o i porno shop notturni, per rendervi conto che molti di quei canali sono, ancora una volta, di Mediaset e conseguentemente questa truffa tecnologica del digitale terrestre è servita semplicemente per moltiplicare il monopolio privato di Mediaset e il duopolio Mediaset /RAI, che oggi sono praticamente la stessa cosa e in più non si vede più niente o si vede male e si paga (decoder, antennisti che devono continuamente venirti a casa a sintonizzare, conosco gente che per riuscire a vedere qualcosa deve sintonizzarsi su un sistema addirittura che porta un rimbalzo dalla Germania, perché tra Italia e Italia non si riesce a vedere nulla, è una cosa inaudita che stento anche a capire!), ma questo è il risultato di quella truffa che hanno dovuto mettere in piedi per bypassare, cioè per violare due sentenze della Corte Costituzionale e, purtroppo, il decreto ponte che consentiva a Rete Quattro di rimanere accesa, in attesa che Gasparri scrivesse la sua seconda porcheria, il decreto salva Rete Quattro appunto, Natale 2003, porta la firma di Ciampi, oltre che di Berlusconi e quindi anche Ciampi non è che abbia sempre respinto le cose che andavano respinte. Però qualcosa ha respinto: Gasparri uno, ordinamento giudiziario Castelli, Legge Pecorella sull'appello e, a questo punto, vediamo se questa frase, che è la frase clou dell'intervista, vi ricorda qualcosa o qualcuno. " Non do consigli a nessuno, meno che mai a chi mi ha succeduto al Quirinale, ma il capo dello Stato, tra i suoi poteri, ha quello della promulgazione: se una legge non va non si firma e non si deve usare, come argomento che giustifica sempre e comunque la promulgazione, che tanto se il Parlamento riapprova la legge respinta la prima volta il Presidente è poi costretto a firmarla", beh, qui non si nomina Napolitano, ma diciamo che è un ritratto perfetto e perfettamente somigliante, perché? Quale è l'unico Presidente della Repubblica che ha firmato tutte, diconsi tutte, le leggi che gli sono state portate alla promulgazione e tutti i decreti che gli sono stati portati alla promulgazione? Qualcuno dirà " no, non ha firmato quello contro Eluana": non è vero, non gli è mai stato portato, aveva fatto sapere prima che non l'avrebbe firmato e conseguentemente non glielo hanno portato, se ben ricordo, infatti Berlusconi si arrabbiò moltissimo, perché disse " è possibile che Ciampi mi faccia sapere che non firmerà, mentre sono ancora qua in Consiglio dei Ministri che sto decidendo?", quindi non stiamo parlando di una prassi regolare di un decreto che viene portato al capo dello Stato e quest'ultimo non ci mette.. stiamo parlando del capo dello Stato che fa sapere prima " non me lo portare, perché sennò non lo firmo". Da quel momento, quello che succede dopo è ininfluente, è ovvio: perché? Perché in ogni caso stiamo parlando di un decreto che riguardava il povero corpo, ormai senza vita autentica, di quella ragazza e non stiamo parlando certamente degli affari di Berlusconi. Quale è l'unico Presidente che ha firmato tutte le leggi fatte per o che potevano interessare Berlusconi in questi quindici anni, nei quali Berlusconi infesta la vita politica italiana? Non certo Scalfaro, che respinse delle leggi, non certo Ciampi, che respinse delle leggi, ma il Presidente attuale Giorgio Napolitano e Ciampi gli dice " il capo dello Stato ha il potere della promulgazione, ma ha anche il potere della non promulgazione: se una legge non va non si firma e non si deve usare, come argomento che giustifica sempre e comunque la promulgazione, che tanto se il Parlamento riapprova la legge respinta la prima volta il Presidente è costretto a firmarla". E' già, ricorderete che quando un giorno stava nel sud, non ricordo se in Lucania e in Abruzzo, il capo dello Stato fu avvicinato da un cittadino che gli chiese " non firmare", oppure " perché hai firmato?" e lui rispose, puntandogli il dito contro e redarguendolo - era un cittadino che stava facendo il suo mestiere di cittadino, ossia stava chiedendo conto all'autorità dell'uso del suo potere: potere che gli è conferito, ovviamente, dal popolo e quindi il popolo ha tutto il diritto di chiedere conto. Ebbene, il cittadino, che faceva il cittadino, fu redarguito - con quest'argomentazione, è successo pochissimi mesi fa: " se non avessi firmato mi avrebbero rimandato la legge uguale e quindi, a quel punto, avrei dovuto firmarla". Ciampi dice che questa scusa, che tanto se non la firmi te la rimandano indietro uguale e a quel punto la devi firmare, non si deve usare come argomento che giustifica sempre e comunque la promulgazione: intanto, perché se c'è un articolo della Costituzione che dice espressamente che, se la legge non va, la rimandi indietro.. e guardate che ha ragione Ciampi, la Costituzione non dice se la legge è palesemente o manifestamente incostituzionale, dice che se la legge non va il Presidente la rimanda indietro con un messaggio motivato alle Camere. In secondo luogo, non solo perché c'è un articolo della Costituzione, ma anche perché tu non sei tenuto neanche a firmarla la seconda volta: se tu senti che la legge.. mettete il caso che facessero una legge che dice che in Parlamento votano soltanto i Deputati e i Senatori della maggioranza e quelli dell'opposizione non votano, mettete che la facciano con legge costituzionale, cioè che approvino con doppia lettura Camera /Senato, Camera /Senato e poi la sottopongano al referendum popolare confermativo, dove non c'è quorum e dove conta la maggioranza di quelli che vanno a votare: sarebbe perfetto, seguirebbero perfettamente la Costituzione per trasformare l'Italia in una dittatura anche di fatto. Sulla carta il capo dello Stato non avrebbe niente da eccepire, perché la Costituzione l'hanno cambiata con una legge costituzionale approvata due volte dalla Camera e due volte dal Senato con gli intervalli previsti dalla legge costituzionale, dall'articolo 138 e in più confermata dalla maggioranza dei cittadini che hanno votato al referendum, eppure il Presidente della Repubblica secondo voi potrebbe firmare una roba del genere? E' evidente che il Presidente della Repubblica, se firmasse una roba del genere, commetterebbe un alto tradimento della Costituzione di cui è il custode, conseguentemente il Presidente della Repubblica dovrebbe fare qualcosa anche nel caso in cui venissero rispettate le procedure, ma venisse tradito lo spirito della Costituzione, o venisse approvata una legge anche costituzionale che contraddice un altro articolo della Costituzione. Lo stesso avverrebbe se volessero introdurre un'immunità come quella che ci viene raccontata: sapete che ci stanno dicendo che, per salvare Berlusconi dai processi, perché ormai non hanno più pudore e ci dicono che adesso bisogna salvare solo Berlusconi dai processi, lo dice Casini con la sua spudoratezza incredibile, con l'aria di quello che fa il mediatore e in realtà la sua una proposta golpista, lo dicono ormai i berlusconiani, che dicono " sì, sì, certo, se ci trovate una soluzione che salva solo Berlusconi ritiriamo la legge che manda a morte decine di migliaia di processi". Se fanno una legge anche costituzionale, che salva soltanto una persona, è incostituzionale anche se usano le procedure costituzionali, anche se ottenessero quella maggioranza dei due terzi che è necessaria per evitare il referendum costituzionale finale confermativo: perché? Perché una legge di impunità vedrebbe contrari gli stessi elettori di Berlusconi: basta guardare i sondaggi, i sondaggi de Il Corriere della Sera, non certamente de Il Fatto Quotidiano, o di Repubblica o de l'Unità, danno l'87% degli italiani contrari all'immunità, per cui vuole dire che sono contrari quasi tutti gli elettori di Berlusconi, per non parlare degli elettori leghisti. Neanche se ottenesse i due terzi del Parlamento e varasse una legge costituzionale di impunità il capo dello Stato sarebbe tenuto a firmarla: anzi, sarebbe obbligato a non firmarla, perché sarebbe in palese contraddizione con il principio di uguaglianza, altra cosa era l'articolo 68, che non prevedeva affatto l'immunità automatica per politici, parlamentari o, tantomeno, per i Ministri o il Presidente del Consiglio, che possono anche essere dei non parlamentari, dei tecnici. Ne abbiamo già avuti. Conseguentemente il capo dello Stato niente affatto è obbligato a firmare neanche la seconda volta: se la seconda volta la legge continua a essere incostituzionale, intanto se l'hanno un po' cambiata rispetto alla prima lui può nuovamente mandarla indietro, perché non è più la prima, se gliela hanno già cambiata nella seconda versione e, se gliela rimandano indietro assolutamente identica alla prima, ma lui la ritiene in contrasto con la Costituzione, si può dimettere, aprendo una crisi drammatica come è giusto fare nel caso in cui una legge incostituzionale entra dentro della Costituzione. 

Messaggio a nuora perché Napolitano intenda

Ma sentite che cosa dice ancora Ciampi: " intanto non si promulghi la legge in prima lettura, la Costituzione prevede espressamente questa prerogativa presidenziale: la si usi, è un modo per lanciare un segnale forte a chi vuole alterare le regole, al Parlamento e all'opinione pubblica." Io, Capo dello Stato, vi avverto tutti (Parlamento, governo e cittadini) che qui sta succedendo qualcosa di molto grave: io non firmo, con un messaggio motivato vi spiego il perché, metto in allerta la Corte Costituzionale, invece di metterla in imbarazzo con la mia firma la metto in allerta, dicendo " guardate che me ne sono accorto anch'io, che per prassi ritengo che solo le leggi manifestamente incostituzionali non si debbano firmare, adesso questa non la firmo, pensate quanto è incostituzionale, se non la firmo neanche io che ho firmato tutto!". Aggiunge, Ciampi, parlando della parola " resistere", stiamo parlando dell'ex governatore della Banca d'Italia, non di un rivoluzionario, di un tupamaro, di un no global, stiamo parlando di Ciampi, banchiere " credo che, per chi ha a cuore le istituzioni, oggi l'unica regola da rispettare sia quella del quantum potest, fai ciò che puoi, arriva fino a dove puoi, prenditi tutti i poteri che hai, detto altrimenti resisti", ricorda il " resistere, resistere, resistere!" di Borrelli, questo è l'ex capo dello Stato, il quale dice chiaramente a Napolitano " adesso basta!
Questa porcheria, che chiamano il processo breve e che in realtà è il processo morto, non firmarla!". Naturalmente dobbiamo cercare di proteggerci da quest'ondata di balle che ci viene continuamente buttata addosso, da tutte le parti, per convincerci che è cosa buona e giusta fare questa legge: a volte mi chiedono " ma perché a Annozero non intervieni, non dici questo, non dici quello?", perché purtroppo la tecnica che questi signori usano da un lato è la caciara, la baraonda, per cui appena cerchi di dire qualcosa si mettono a urlare e succede la rissa e, nella rissa, anche chi ha ragione passa dalla parte del torto, ma soprattutto per un altro motivo, perché usano la tecnica di quella macchinetta che viene utilizzata da chi fa agonismo nel tennis; è quella macchinetta che spara palline da tutte le parti e il tennista le deve recuperare tutte, deve rispondere a tutte le palle: è chiaro che non ci riuscirà mai, l'importante è riuscire a prenderne un certo numero.

Sparapalle di governo

Questi sparano talmente tante palle che poi qualcuna rimane sempre in giro a rimbalzare e quindi che cosa dicono? Dicono che questa legge.. non sanno ancora quale, perché ci stanno lavorando, stanno taroccando, stanno infilando reati, togliendo reati, "aggiungo un anno al primo grado, ne tolgo uno alla Cassazione", ma insomma devono sempre fare i conti con i processi a Berlusconi, che sono tra l'altro dei calcoli complicatissimi, uno perché non ci sono solo quelli per i reati passati, ma bisogna già tenere presenti anche i reati futuri, perché sapete come è fatto lui, insomma non è che si sia fermato, è seriale il ragazzo! Dall'altro lato, devono tenere presenti tutte le possibili incognite, tutte le possibili varianti e variabili: qui stiamo parlando di equazioni a più incognite, ci sono l'incognita Ciancimino, l'incognita Spatuzza, l'incognita fratelli Graviano, ora c'è pure l'allarme a Arcore, perché potrebbero pentirsi i fratelli Graviano: immaginate in quali altre famiglie, al di fuori di quella, c'è allarme se si pentono i fratelli Graviano, tutti dovrebbero essere contenti se si pentissero i Graviano, sono quelli che hanno fatto le stragi del 93 e un pezzo di quelle del 92, se si pentono magari ci raccontano chi glielo ha ordinato. C'è un'unica famiglia che è preoccupata dell'eventuale pentimento dei Graviano: sempre la stessa, chissà come mai! 
Ma al di là  di questo, ci sono tutte queste variabili: la variabile Mills, pensate se si incazza Mills, adesso che scopre che il suo processo può  essere lungo, mentre quello di Berlusconi sarà brevissimo, tant'è che è già chiuso o cose di questo genere, c'è di tutto e sono lì che montano e smontano la legge, potrebbero farne un'altra, c'è Casini che offre delle soluzioni ponte e cose di questo genere, ma che cosa dicono per giustificare il salvacondotto, l'ennesimo a Berlusconi? Dicono che le indagini - l'ha detto ancora Alfano stamattina - su di lui sono iniziate nel 94, segno evidente che i giudici l'hanno fatto apposta, perché lui era entrato in politica e volevano bloccarlo; non è vero niente, abbiamo raccontato più volte come le indagini su Berlusconi e sulle sue aziende siano iniziate molto prima e come Berlusconi fosse già stato più volte oggetto di processi e indagini di giudici, che di solito Previti pagava e quindi le indagini finivano. Nessuno ricorda mai che Berlusconi, prima della discesa in campo, non aveva avuto conseguenze dai processi che aveva subito, perché Previti pagava i giudici o, in un caso, perché era arrivata l'amnistia, la famosa falsa testimonianza a Verona nel 1988. Poi dicono che i giudici che si occupano di lui sono politicizzati, nel frattempo raccontano che a occuparsi di lui sono stati mille giudici, mille giudici politicizzati a sinistra: sapete che in Italia i magistrati sono 10. 000, se fosse vero che uno su dieci si è occupato di Berlusconi, cosa assolutamente folle, visto che la gran parte dei giudici non sta a Milano e neanche a Roma, ma stanno in posti dove Berlusconi non ha mai avuto occasione di commettere reati, ma anche se fosse vera una cosa del genere, sapete benissimo che le correnti di sinistra della magistratura rappresentano un'esigua minoranza, rispetto alle due grandi correnti che sono magistratura indipendente, che è quella conservatrice e unità per la costituzione, che è quella ultramoderata, che invece costituiscono la stragrande maggioranza dei magistrati anche organizzati. Allora raccontano che l'immunità c'è in tutto il mondo, tranne che da noi, vedi Chirac e continuano a fare i furbi, perché Chirac era il capo dello Stato e non il primo Ministro, è per questo che ha avuto sospeso il suo processo nei sette anni in cui è rimasto all'Eliseo e che processo era? L'altra sera ho sentito Quagliariello che diceva " fatti gravissimi: camorra, mafia, corruzione di testimoni", no, aveva fatto assumere, quando era Sindaco di Parigi, alla Mairie, ossia al Palazzo Municipale, alcuni funzionari del suo partito, l'Rpr, il partito gaullista, li aveva fatti pagare dal comune, mentre in realtà lavoravano per il partito, che è una cosa che da noi si fa comunemente sempre, tutti la fanno: pensate a quanti funzionari di partito ci sono a carico della Pubblica amministrazione e poi è ovvio che lavorano per il partito. Bene, lì non solo è reato, ma viene perseguito e, essendo reati ipotizzati, perché non sono ancora accertati, commessi nell'esercizio delle funzioni di Sindaco, rientrano in quei reati per i quali, se poi il Sindaco va a fare il capo dello Stato, vengono sospesi i processi relativi, che poi riprendono anni dopo, quando lui esce dall'Eliseo. Quindi non erano affatto fatti gravissimi e comunque riguardano uno che era Presidente della Repubblica, riguardano reati attinenti alle funzioni politico /amministrative, non riguardano certo il fatto che Chirac aveva molestato una ragazza, oppure aveva stirato con la macchina qualcuno, perché quelli sono fatti privati e non potrebbero essere coperti. 
La cosa interessante è che anche noi, in Italia, abbiamo la stessa prassi costituzionale per il capo dello Stato e conseguentemente, quando dicono " bisogna fare come in Francia", non c'è bisogno di toccare niente, abbiamo già la protezione per il capo dello Stato e quindi non c'è bisogno di aggiungere niente, Berlusconi non c'entra niente perché non è capo dello Stato e non c'è Paese al mondo dove il capo del governo abbia delle protezioni: protezioni che sono riservate, appunto, al capo dello Stato e neanche a tutti i capi dello Stato, perché negli Stati Uniti sapete benissimo che non è così e ieri sera, se avete visto Report, gli inviati della Gabanelli hanno intervistato vari esperti di diritto parlamentare sulle immunità e, in tutti i Paesi dove andavano, la risposta alla domanda " che succederebbe da voi se il Premier fosse indagato?" era regolarmente " si dimetterebbe, gli subentrerebbe il vice, in alcuni Paesi, oppure si andrebbe alle elezioni anticipate e si produrre un altro Primo Ministro". E poi c'era il caso degli Stati Uniti, dove appunto si ricordava quanto l'impeachment sia altamente probabile in un caso come quello di Berlusconi, anzi sicuro. E allora ci dicono che i magistrati in Italia lavorano poco, i processi sono lunghi, è intollerabile che i processi a Berlusconi durino da così tanto tempo e che, conseguentemente, questa legge del processo breve la fanno per abbreviare i tempi dei processi. Dopodiché il Ministro Alfano, senza rendersi conto di violentare la logica, se lui sapesse che cosa è la logica, dice che questa legge sul processo breve farebbe morire solo l'1% dei processi: capite che o è vero che in Italia il problema è la giustizia lumaca e che i processi sono lunghi e allora si può dire che fanno una legge per accorciarli, nel qual  caso per accorciarli dovrebbero mettere soldi e strutture per dare modo a chi adesso non riesce a farli brevi di farli un po' più brevi, oppure si dice che questa legge, che non mette una lira in più, un Euro in più e una struttura in più per dare modo agli operatori di fare più in fretta, a parità di durata di un processo, se lo ammazza il sesto anno è evidente che li ammazza quasi tutti. L'abbiamo detto, è stato lo stesso Alfano, in un momento di sincerità, a dire che i processi penali in Italia durano in media sette anni e mezzo: se non fai niente per abbreviarli e stabilisci che muoiano dopo il sesto anno e, in media, durano tutti sette anni e mezzo, in media non si fa più un processo fino alla fine, giusto? Invece lui dice " no, solo l'1%", ma allora non è vero che abbiamo i processi che durano in media sette anni e mezzo! Se riguarda, questa legge, soltanto l'1% dei processi, vuole dire che il 99% dei processi dura meno di sei anni e conseguentemente lui ha mentito, quando ha detto che durano in media sette anni e mezzo. Capite che di qua non si esce? Ci stanno prendendo per il culo!

Ci stanno prendendo per il culo
Ci sono dei magistrati, di cui uno si chiama Mario Morra e è un giudice del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, che ha messo in giro una statistica: è andato a elaborare non dei dati della magistratura, ma i dati dell'ultimo rapporto, quello del 2008, del Cepey; che cosa è il Cepey? E' il Centro Europeo per l'Efficienza della Giustizia e che cosa ha fatto questo Cepey? Ogni anno fa un rapporto di centinaia e centinaia di pagine, Commissione europea per l'efficienza della giustizia, rapporto di 350 pagine, a proposito di dati di tre anni fa, del 2006, sullo stato della giustizia nei vari Paesi europei. Adesso lo trovate, perché gira abbastanza su Internet, ma tra oggi e domani lo metteremo in rete sul sito antefatto.it e anche, ovviamente, sul nostro sito Voglio Scendere, e lo proporrò anche al blog di Beppe, perché? Perché è interessante: questo magistrato ha detto " metto a disposizione dei colleghi alcuni dati per sapersi difendere, cifre alla mano, nei dibattiti televisivi dove ci rovesciano addosso una serie di bugie" e dice molto semplicemente questo: 1) è vero che i magistrati italiani lavorano poco, come dice Belpietro, quattro ore al giorno? Balla colossale, ogni magistrato definisce 1.400 processi all'anno, il che significa che, escluse le ferie e i giorni feriali, definisce quattro processi al giorno in media. Poi ci sarà qualcuno che fa meno e qualcuno che fa di più, ma comunque la media è molto alta, non c'è magistratura al mondo che definisca un numero così alto di processi, perché ne abbiamo di più di tutti gli altri Paesi del mondo. I magistrati in Italia non sono affatto troppi: sono 14, 8 ogni 100. 000 abitanti, in Austria sono 22, in Belgio sono 22, in Danimarca sono 17, in Francia sono esattamente quanti i nostri, in rapporto alla popolazione, 14, 8, in Germania sono il doppio, 30, in Grecia 33, in Olanda 17, in Norvegia 26, in Portogallo 30, l'unico Paese che ne ha meno è la Spagna, che però è uguale a noi, perché invece di 14, 8 ne ha 14, 6. L'Inghilterra, il Regno Unito, ne ha 11, 6, ma lì sapete che le indagini le fa la Polizia e il Pubblico Ministero non c'è, quindi in rapporto alla popolazione abbiamo il più basso numero di magistrati insieme alla Spagna e alla Francia. A questo punto, quanti sono i processi che i nostri magistrati, che sono i meno numerosi d'Europa, ricevono? Il più alto numero di processi: i processi civili che arrivano addosso ai magistrati civili in primo grado ogni anno sono 438 per ogni giudice; in Austria 67, da noi 438 processi civili di primo grado che arrivano ai giudici civili, conseguentemente abbiamo otto volte tanti i processi dell'Austria, che ne ha 62, due volte tanti quelli del Belgio, che ne ha 202, tre volte tanti quelli della Danimarca, che ne ha 175 per ogni magistrato civile, il doppio della Francia, che ne ha 224, quasi il decuplo della Germania, che ne ha 54 e avanti di questo passo, il doppio della Spagna, che ne ha 260. 
Adesso vediamo quanti processi penali arrivano ai giudici: parliamo soltanto dei reati gravi, senza parlare di quelli lievi, quindi omicidi, rapine, estorsioni, reati sessuali e cose di questo genere; abbiamo il più alto numero di processi penali per reati gravi che arrivano a ogni giudice, perché ne arrivano 190 a ogni giudice penale italiano,  mentre a fronte di 190 in Austria sono 16, in Belgio 27, in Danimarca 43, in Francia 80, in Germania 42, in Portogallo 63 e in Spagna 54, quindi abbiamo un numero spaventosamente alto, il più alto oltre al nostro è quello dell'Inghilterra, che ne ha 103 per ogni giudice, la metà dei nostri. Stiamo parlando di cifre spaventose, abbiamo meno giudici degli altri Paesi e abbiamo più cause civili e più cause penali, ma tante di più. Quanti processi in primo grado, tra civili e penali, smaltisce un giudice italiano? Un giudice italiano smaltisce in primo grado 411 processi civili, nel civile, nel penale 181 processi in un anno, lui da solo. Capite che sono tantissimi, perché i processi civili sono più di uno al giorno in primo grado, mentre quelli penali sono esattamente uno ogni due giorni, ovviamente senza contare le ferie etc., che è un dato enorme rispetto a tutti gli altri Paesi, dove si smaltisce meno della metà, per ogni giudice, dei processi. In Italia ogni giudice in media definisce un numero di procedimenti civili e penali che è il doppio dei colleghi francesi, spagnoli e portoghesi e sono il quintuplo dei processi smaltiti da ogni giudice in Germania. 
Ultima cosa, dicono che i magistrati in Italia non pagano mai, perché vengono.. perché il Consiglio Superiore della Magistratura li assolve tutti, in quanto è corporativo: il Consiglio Superiore della Magistratura ha mille difetti e li abbiamo segnalati spesso, soprattutto perché punisce i magistrati sbagliati tipo la Forleo, De Magistris, la Procura di Salerno etc., a volte, ma in ogni caso non è vero che è poco severo; pensate soltanto che l'ordine degli Avvocati di Roma non ha ancora espulso Previti, tre anni dopo due condanne per corruzione giudiziaria e non c'è un ordine professionale che commini tante sentenze di condanna a varie sanzioni come quelle che applica ai propri membri il Consiglio Superiore della Magistratura che, nel 2006 - i dati sono sempre quelli di quell'organismo europeo - ha aperto 92 procedimenti disciplinari su 10. 000 magistrati, quindi diciamo che un magistrato su cento viene messo sotto processo disciplinare ogni anno, che direi che è una media piuttosto altina, visto che non stiamo parlando di criminali comuni, è ovvio. Di questi 92 procedimenti disciplinari 66 portano a sanzioni, cioè viene punito il magistrato, molto spesso non risultano i magistrati puniti, perché si dimettono un attimo prima di essere puniti, altrimenti quel dato di 66 all'anno puniti aumenterebbe. Quanti sono quelli puniti negli altri Paesi? In Francia 14, in Germania 29, in Spagna 24 e, negli altri Paesi, hanno più giudici di noi: hanno più giudici di noi e ne puniscono di meno, conseguentemente non è vero che il nostro Consiglio Superiore della Magistratura va riformato, perché è troppo corporativo e i giudici non pagano mai, e stiamo parlando soltanto di infrazioni disciplinari, eh, perché il Consiglio Superiore della Magistratura mica si occupa dei reati dei magistrati, dei reati dei magistrati si occupano i magistrati. Dice " eh, ma sono colleghi": infatti, ogni volta che prendono un loro collega che ruba o che ha rapporti con la mafia, lo ficcano in galera. Ogni volta che viene preso un politico che ruba i suoi colleghi, invece di avviarlo alla galera, lo proteggono e vedrete come andrà a finire la votazione a proposito di Cosentino, per avere una prova di che cosa è il corporativismo di casta, anzi di cosca, rispetto al fatto che i giudici vengono continuamente inquisiti o addirittura arrestati ogni volta che un loro collega scopre che hanno commesso un reato. Il magistrato di Santa Maria Capua Vetere ha compilato questo manuale di autodifesa del magistrato nei dibattiti, però è un manuale di autodifesa anche per noi cittadini, per tutelarci dalle bugie che ci rovesciano addosso e per riuscire a ragionare avendo dei dati certi. Concludo, segnalandovi due cose: una è che molti mi hanno chiesto che fine ha fatto l'Odore dei Soldi, è stato ripubblicato dagli editori riuniti e quindi lo trovate con gli aggiornamenti; questa invece è un'iniziativa che speriamo incontri il favore di qualcuno, è una specie di diario politico del 2009, fatto con immagini, filmati e brani del nostro Passaparola, per ripercorrere quello che è successo in questo 2009. Per chi è interessato ci sono tutte le istruzioni sul blog di Beppe e anche sui nostri blog, per come fare a averlo. Continuate a leggere Il Fatto Quotidiano, questa settimana ci saranno novità anche sul caso Schifani e passate parola!