domenica 31 gennaio 2010

I GIORNALISTI DEL CARDINALE

Siamo un'Italia superclericale. Il cardinale Bagnasco ha celebrato la messa al Teatro delle Vittorie di Roma davanti ai vertici e agli "operatori" Rai in occasione della festa di San Francesco di Sales, "patrono dei giornalisti". E tutti corrono per garantire spazio all'informazione "costruttiva" religiosa. In Italia significa dare sempre più spazio alla chiesa cattolica ufficiale così da emarginare le altre voci. Ormai la Rai è un'emittente vaticana.

LA LETTERA DI UNA DONNA INNAMORATA

Carissimo don Franco,

sono una ragazza di 22 anni fidanzata da 3 anni con un ragazzo che amo con tutta me stessa...Come in ogni coppia il nostro rapporto si ritrova spesso a dover fare i conti con gli alti e i bassi che la vita quotidiana ci "offre" come ostacoli!

Come Le ho già detto,sono follemente innamorata...Nonostante ciò,non sono ancora riuscita a darmi completamente a lui!

Sono una cattolica praticante,e fin da piccola mi hanno inculcato dei principi da rispettare...uno dei quali è quello di arrivare illibati al matrimonio. Lo desidero tanto,ma ho paura del comportamento che la mia famiglia potrebbe assumere nel caso in cui scoprisse il mio "peccato".

Mi ha colpito molto il Suo intervento a Taormina che ho potuto leggere in un articolo su internet,durante il quale ha invitato i presenti a smetterla di sospettare del piacere,perchè sentimento e corporeità stanno insieme,sono componenti dell'amore tra 2 persone!

Ho paura che il mio continuo dirgli di no,lo faccia intraprendere strade che risultano ai miei occhi inaccettabili,come per esempio,il tradimento! Lei ora mi dirà:"Se ti ama veramente,saprà anche aspettare!" Ed ha ragione...il problema è che io ho una voglia matta di essere sua...ma mi ferma la nostra religione!

Mi sorge spontanea una domanda:Maria e Giuseppe hanno accolto il Figlio di Dio...Maria era vergine e non era ancora sposata con Giuseppe...ma era senza peccato...Ad ogni modo hanno vissuto insieme fino alla fine!Nel Vangelo non ho mai sentito parlare di matrimonio tra Maria e Giuseppe;a quei tempi bastava che la donna lasciasse il tetto paterno e andasse a vivere con lo sposo promesso per essere sposati?  E' un argomento che non ho mai avuto modo di approfondire! Se Le fa piacere potrebbe anche delucidarmi!

Se è così,ossia come ho descritto poc'anzi,perchè la Chiesa condanna l'atto sessuale in una coppia prima del matrimonio? In fondo,è uno dei momenti più belli che una coppia possa vivere! L'essere una carne sola,l'appartenere l'uno all'altra! Che importanza ha il farlo prima o dopo?L'importante non è amarsi?

E con questa domanda,

L'abbraccio e La saluto!

Che Dio La benedica!

 

RISPOSTA AD UNA LETTERA

Cara Elsa,

Cara E..,

anche tu, lentamente, stai ponendoti le domande giuste, quelle che ci aiutano a crescere, a diventare persone adulte, responsabili, mature. Tu stai domandandoti se, in sostanza, quello che la tua educazione religiosa di cattolica osservante ti ha insegnato corrisponda davvero alla volontà di Dio e rispetti la realtà del vostro amore, delle vostre persone.

Questo interrogativo ti permette di entrare in un cammino di chiarificazione che, finalmente, milioni di cristiani e cattolici stanno compiendo.

v    Al centro della nostra fede non stanno le regole ecclesiastiche dettate dal magistero, ma l'insegnamento di Gesù, il messaggio centrale delle Scritture.

v    Ora, come la coscienza di milioni di cattolici onestamente riconosce e come gli studi di migliaia di teologi e di teologhe hanno dimostrato, questo magistero si è costituito nei secoli in modo patriarcale, autoritario, sessuofobico, omofonico, amico dei potenti e creatore di divieti e di angoscia.

v    Vangelo e regole ecclesiastiche sono molto spesso in aperta contraddizione. In tal caso la coscienza del cristiano adulto sa disobbedire al magistero per obbedire al Vangelo.

v    Un cristiano maturo deve tener conto nelle sue decisioni e nei suoi comportamenti delle informazioni che laicamente le scienze antropologiche e psicologiche ci mettono a disposizione eliminando tabù e catene interiori.

v    Sarai tu a prendere ogni tua decisione, ma non vedo come tu possa parlare di peccato nel vivere quell'intimità che è parte integrante del vostro amore. Quella che ti opprime è la religione; quella che ti libera è la fede nel Dio dell'amore.

Perché, dopo anni di reciproca conoscenza in cui hai riscontrato lo spessore del vostro amore, devi negarti quella comunicazione profonda e quel piacere che sono preziosi doni di Dio che ci vengono dalla natura? A me sembra che conoscersi profondamente anche sul piano sessuale prima di celebrare il matrimonio se non si vuole giocare un po' alla cieca, sia una esigenza morale.

Sappi, cara Elsa, che Dio sorride sul vostro amore e sarebbe addirittura ridicolo che tu andassi poi a confessare ciò che è puro come l'azzurro del cielo. Tu hai la fortuna di mettere insieme corpo ed emozioni, sessualità e sentimenti… Non in tutte le relazioni esiste questa armonia.

v    Quanto poi a Maria e Giuseppe, il discorso si farebbe lungo. Le leggende natalizie della nascita verginale vanno interpretate e non possono essere lette come una cronaca. Maria e Giuseppe erano due giovani fidanzati come voi e hanno dato vita ad una numerosa famiglia, come il testo greco dei Vangeli documenta. I teologi cattolici e protestanti lo sanno da secoli. Il guaio è che molti cristiani leggono questi racconti di Luca 1 e 2 e Matteo 1 e 2 come resoconti anziché come annunci teologici che esprimono la singolare vocazione che Dio ha dato a Gesù.

v    Se vorrai, approfondiremo questo argomento a parte.

 

Ora ti saluto con grande affetto. Ringrazia Dio che ti ha donato un bell'amore. Vivilo con gioia e traduci la tua felicità in amore per le persone meno fortunate di te, di voi.

Un forte abbraccio

                                            don Franco

INCONTRO GRUPPO PRIMAVERA CON DON FRANCO

Incontro di Franco Barbero con i Tigrotti - 23 maggio 2009 “Fede, dubbi e incertezze”

Aldina Questi ragazzi e ragazze, stanno crescendo ed iniziano a farsi tante domande perché cominciano ad avere uno spirito critico, come è giusto che sia per la loro età, quindi i nostri incontri spesso deviano un po’ da quello che era il programma originale perché magari prepariamo l’incontro in un certo modo e poi vengono fuori delle domande perché ci sono tanti dubbi rispetto alla fede, se Dio esiste, se non esiste allora Gesù è esistito o no, faceva miracoli. Se uno legge i testi in maniera letterale ci sono delle cose che lasciano interdetti, delle cose che nessuno di noi ha mai visto. Ci sono tante domande rispetto a questo, ci sono dubbi sulla fede, sul Vangelo, chi l’ha scritto, è tutto inventato, qual è la verità …

Franco Io vorrei dirvi una cosa bellissima che tesse l’elogio del vostro Gruppo, sapete qual è? Se voi foste stati in un gruppo che vi indottrina, che vi dice “è così e guai se tu hai un dubbio o la pensi diversamente”, avreste fatto un percorso di soffocazione della vostra libertà. Il vostro gruppo, invece, vedo con gioia che voi, crescendo come piccole donne e piccoli uomini, incominciate a fare un percorso bello che è quello di porsi le domande. Questo vorrei sottolineare perché alla televisione ci distraggono, ci indottrinano con le solite cose, la pubblicità o altro. Qui, invece, il lavoro che il gruppo ha fatto in questi anni è stato di proporvi delle riflessioni, dei momenti. E la cosa più sana che sta avvenendo è che voi adesso abbiate una testa autonoma, incominciate ad entrare in quella età della vita in cui, giustamente, vi ponete domande, anche radicali, molto profonde e difatti quelle che tu elencavi sono domande profondissime, belle. Allora io vorrei constatare questa cosa felicissima, avete la libertà e la responsabilità di porvi le domande. Non bisogna censurare le domande, le domande non fanno paura, le domande fanno crescere, cresciamo soltanto ponendoci delle domande. Le più radicali, le più varie. La seconda cosa, molto bella, è, siccome voi non avete settant’anni come me, avrete davanti novant’anni per darvi le risposte, avete tutto il tempo per darvi le vostre risposte, per cercarle nel confronto. La Chiesa, le chiese, sono piene di gente che non pensa. Il Papa ha detto …, il Parroco ha detto …, no, questo non funziona perché bisogna avere qualcosa di personale, può darsi anche partendo da quello, non sto dicendo che sia sbagliato. Bisogna, però, molto personalizzare, per poi avere delle convinzioni personali. La fede, se voi compirete la scelta di fede, è una scelta molto personale, di convinzione personale, che ha una dimensione comunitaria ma non prescinde mai da una scelta di convinzione. Poi noi ci poniamo delle domande, le ascoltiamo, dialoghiamo. Non ho la pretesa, mi capite, di convincervi. Invece, l’intento che ha il Gruppo è di dialogare, di portare delle motivazioni, delle riflessioni che poi voi, in modo estremamente libero ed anche felice, elaborerete nel Gruppo, nei vari spazi della vita. Io vorrei partire da una cosa semplice, però. Almeno un dato è sicuro, che Gesù è esistito.

Ecco questo direi che è un dato di cui nessuno ha più dubbi. Gesù è stato un uomo. Vi consiglierei questo piccolo libro, magari un po’ impegnativo per qualcuno “Gesù, ebreo di Galilea”. Gesù è nato in un villaggio estremamente piccolo che si chiamava Nazareth, nell’alta Galilea, gli studi archeologici ce lo fanno vedere, poteva avere allora massimo settanta famiglie, immaginate una cosa piccolissima. Altre cose che sappiamo con precisione è che Maria e Giuseppe erano due giovanotti. Quello che noi sappiamo è che Maria poteva avere tredici, quattordici anni, il suo nome ebraico era Miriam, che poi è diventato Maria nella dizione greca, latina ed italiana. Loro hanno avuto cinque figli maschi di cui abbiamo i nomi nel Vangelo di Marco e poi hanno avuto delle figlie, non sappiamo se due o tre ma certamente almeno due. Maria e Giuseppe sono stati i genitori di Gesù. Di un fratello di Gesù, Giacomo, abbiamo trovato la pietra sepolcrale. Chi ci ha aiutato molto in queste ricerche? L’archeologia, gli scavi archeologici. Quindi, della vita di Gesù alcune di queste cose sono certe e non solo queste. E’ certo che Gesù è stato ucciso, crocifisso perché era dalla parte dei poveri, perchè non accettava i Sacerdoti del Tempio, non accettava il potere politico del Tempio e Gesù, giovanissimo, certamente con un’età non superiore a trentacinque anni è stato ucciso con la sorte i romani decretavano per le persone sovversive, ribelli alla volontà del governo, la crocifissione. Che cosa sappiamo di lui, sappiamo che ha raccolto un gruppetto di gente, che è stato discepolo di un altro uomo, di cui abbiamo notizie, che si chiamava Il Battezzatore.

Silvia F. Dei fratelli e delle sorelle di Gesù, non mi sembra che la Bibbia ne parli o forse se ne parla poco.

Franco La Bibbia ne parla ma hai ragione quando dici che se ne parla poco. Se un giorno vi viene un dubbio bisogna avere un libro di storia, di uno studioso di fama internazionale che ha raccolto tutti gli studi. Giuseppe Barbaglio che era mio amico, morto un anno e mezzo fa, ha dedicato, raccogliendo quarantamila studi di studiosi di tutto il mondo, un capitolo sulla “carta d’identità” di Gesù. In Israele molti si chiamavano Gesù, era un nome molto diffuso, anche nel quartiere in cui abitava. Molti si chiamavano Gesuino, diminutivo. Era, dunque, un nome molto popolare. Dio salva, era un nome. Come noi, oggi abbiamo Salvatore, ci sono dei nomi molto comuni. Figlio di Giuseppe e di Maria, su cui ci sono molti testi. Uno di questi dice proprio che la mamma era Maria nome della gloriosa tradizione ebraica portata dalla sorella di Mosè, che si chiamava appunto Maria, che appare in primo piano. Il padre invece è Giuseppe, menzionato poche volte e mai nel Vangelo di Marco. Il secondo evangelista, dando voce all’incredulità dei suoi contemporanei, collega Gesù alla madre, non è forse il figlio di Maria? Matteo, Luca e il quarto Vangelo attestano l’interrogativo diverso… non è costui il figlio del falegname? Quindi i vangeli non hanno nessun dubbio. Parlano di Maria, di Giuseppe, del figlio del falegname, del figlio di Giuseppe e anche di una famiglia numerosa, di cui faceva parte appunto Gesù. Alcuni traduttori, però, per non scandalizzare, hanno preferito tradurre le parole fratelli e sorelle di Gesù in “cugini”, anche perché, in seguito, hanno parlato della verginità di Maria e quindi non potevano dirci molto sulla famiglia storica di Gesù.

Fiorella Non si sa, infatti, se Gesù era primogenito. Questo è anche un po’ un dubbio per gli storici.

Franco Si dice infatti: è il primo nato o il secondo nato? Sappiamo il nome dei fratelli, ma che sia lui il primo o il secondo è molto difficile stabilirlo. Allora non c’era l’anagrafe, era già tanto se si conosceva il nome dei familiari. Quindi, Gesù è proprio un persona storica che ha lasciato quali tracce? Le sue grandi scelte di vita ad esempio. Anche se, dopo 1 anno e mezzo o 2 al massimo di vita pubblica, queste scelte lo hanno portato alla morte. Spesso molte persone mi chiedono se Gesù ha fatto molti miracoli. Gesù non ha fatto esattamente dei miracoli, ha fatto opere di liberazione. Ad esempio, egli trovava persone in difficoltà e diceva loro di farsi coraggio e di non lasciarsi “comandare” dagli altri ma essere padroni della loro vita.

Francesca T. Oggi giorno infatti se ci fossero delle persone così sarebbe un grande miracolo perché è molto difficile trovare gente come lui, che ha aiutato, ha dato la loro vita per altri.

Silvia F. Molte persone dicono che Gesù era bravo, buono, però poi, come diceva Francesca, non fanno molto per essere come lui.

Franco Avete entrambe usato il verbo giusto: aiutare, renderci conto che nella vita non esistiamo solo noi, ma proprio questa è una grande difficoltà. La difficoltà più grande della vita è proprio quella di superare l’egoismo. In Italia, ad esempio, noi stiamo molto bene: abbiamo una bella casa, genitori che ci vogliono bene, abbiamo la possibilità di studiare, arriviamo a casa ed abbiamo il pranzo garantito ma queste cose non sono mica scontate. Mezzo mondo non ha queste possibilità. Ma ancora oggi, purtroppo, l’Italia manda via i clandestini. Tornando nel loro paese queste persone rischiano di essere torturate, saranno prive di possibilità, le donne stuprate, ragazzi buttati in mare. Quindi, la cosa più importante che Gesù ci insegna è aiutare, condividere, rendersi conto, fare quel poco che possiamo. Si può fare anche tanto, aiutare a non chiudere la nostra vita, a pensare solo a noi stessi e tu, Silvia, dicevi una cosa molto

importante, che molti si riferiscono a Gesù ma poi non imparano nulla dalla sua pratica. La cosa più importante della vita di Gesù è fare in modo che seguiamo il suo esempio. Il cristiano non è chi crede a tante cose, è colui che dice che Gesù ha vissuto cercando, nel suo tempo, con situazioni diverse, di interessarsi, sforzandosi ad approfondire i temi della vita. Ha ritenuto che la vita è bella quando non è una vita nell’egoismo, magari faticosa, ma bella. Credo che la cosa più importante sia proprio questa, che noi mettiamo un po’ dell’insegnamento di Gesù al centro della nostra vita. Purtroppo, sapete, questa cosa non avviene sempre, nelle chiese cristiane, Lo dico con dolore ma pensate al Papa, al Vaticano, tutte le strutture potenti della Chiesa spesso non aiutano, non condividono, se ne fanno un baffo di quello che Gesù ha vissuto. Gesù era un appassionato della fiducia in Dio, lui ha sempre parlato di Dio come un padre, una madre che pure non vediamo e questo apre, certamente, una finestra, un interrogativo ma Gesù si è affidato totalmente. Come voi sapete ci ha insegnato la parola Padre nostro, poche cose nella preghiera

Francesca Poche cose ma significative. Nella loro semplicità sono belle da sentire.

Franco Significative davvero. Sono cose che danno significato alla propria vita. Per me, sono quelle che hanno dato significato alla mia vita ma anche a tante persone nel mondo. Gesù ci ha dato un’idea di Dio come di un Dio che vuole bene ma che non risolve tutti i problemi perché vuole che noi ci prendiamo la nostra responsabilità, la responsabilità di combattere l’ingiustizia, così ci lascia liberi. Io vi consiglio un libro molto bello, edito in Italia, intitolato “L’uomo Gesù”, scritto da due scienziati, Adriana Destro, un’antropologa e Mauro Pesce, uno storico molto importante. Questo libro parla proprio delle scelte che hanno caratterizzato la vita di Gesù. Spesso parla di Dio e dell’impegno di solidarietà per i più poveri, i più deboli. Egli soprattutto parla delle donne, infatti vedeva che loro erano le persone più emarginate più ignorate e quindi ha iniziato ad opporsi a questo sistema:” non ci deve essere differenza tra uomini e donne”. Ha cominciato a battagliare con il fatto che gli uomini dovessero comandare sulle donne e ha iniziato a dichiarare guerra, ovviamente una guerra pacifica, a questo usurpare, a questa politica del potere, che oggi viene chiamato potere patriarcale (il potere

degli uomini sulle donne). Con il passare dei secoli e ancora oggi, però, questo potere si sta sviluppando.

Arianna Io ad esempio sulla questione di Dio non so cosa pensare, ne ho parlato anche spesso con mia sorella e lei mi dice che la sua idea di Dio è un sentimento: l’amore. Essendo un’idea sua però io questo amore non so proprio dove trovarlo, come cercarlo e quindi non so proprio cosa credere.

Franco Ma queste domande sono proprio belle, voi ci avete proprio pensato e sono pochi i ragazzi della vostra età che si pongono così bene queste domande. E la vita con il passare del tempo ve le darà le risposte a queste domande, anche se non so quali, perché ognuno ha tanti percorsi diversi. Quindi io posso raccontarti qual è stato il mio percorso. Io mi sono proprio innamorato della figura di Gesù e credo profondamente che la sua fede, che mi ha parlato continuamente di Dio. E dove ho cercato Dio nella mia vita? Specialmente nel mondo dei più deboli, perché ho visto che nonostante le perfidie dei potenti, il mondo delle speranze e delle lotte va avanti. C’è un Dio che da forza al cuore dei più deboli. È vero, ci sono tanti ricchi ma essi, per quanto hanno fatto non hanno mai spento la speranza di un mondo diverso, quindi non vedo tanto Dio come un consolatore ma più come un rafforzatore dei deboli. Quindi ho trovato Dio nel mondo, attraverso il contatto che ho quotidianamente con le persone. La presenza di Dio la trovo nel cuore delle persone oneste, deboli, emarginate. E io ho visto proprio un Dio che da forza, un Dio che fa andare avanti. Nella vita di Gesù, nella vita dei poveri, io ho proprio trovato ciò che ci è stato insegnato, che Dio è presente per spingere avanti la storia, per non lasciarci cadere nel qualunquismo, nell’individualismo. Tu ti porrai tante domande perché? Perché noi siamo sensibili al fatto che ciò che non vediamo non crediamo. Nella nostra cultura è così, avrai tutto il tempo per porti queste domande. Io, per esempio, continuo a vederlo in tante persone che ho avuto la fortuna di incontrare, che mi hanno detto “nel mio cuore è stata la pulsione di Dio a portarmi ad una vita …”. Anche voi ne conoscerete di persone che vi parleranno di Dio in modo da farvelo un po’ “gustare”, delle persone che, vedrete, sono coerenti. Io ho incontrato molte persone veramente coerenti. Però tu hai tutto il tempo …. Vedo che già ne stai parlando con tua sorella.

Silvia F. Prima tu hai parlato di Dio come se fosse una persona, anche su questo ho dei dubbi. Gesu’ come si fa a sapere che veramente abbia detto che è stato mandato da Dio perché non e’ questo si possa sapere così, potrebbe essere una cosa che hanno messo nella Bibbia per …

Franco Le domande mi sembra che sono due. Gesù mandato da Dio. Come si può riflettere su questa cosa? E l’altra, tu dici, hai parlato di Dio come se fosse una persona. Sono due argomenti, oggi, molto interessanti. Nella Bibbia ci sono delle persone nelle quali emerge, lentamente, la consapevolezza che stanno facendo ciò che Dio vuole, un progetto di amore. Quelli che scrivono, dicono, quest’uomo, Gesù, ce l’ha regalato Dio, ce l’ha mandato Dio. Gesù quale consapevolezza ha avuto? Di essere una persona che davvero cercava la volontà di Dio e che viveva le cose che, nella sua tradizione di fede, sono quelle di Dio cioè la giustizia, la fraternità, la lotta contro l’arroganza, il potere. Allora, quelli che hanno scritto di lui hanno detto noi abbiamo visto in lui un uomo che Dio ha regalato all’umanità, mandato da Dio. Coloro che l’hanno visto, hanno capito dalle parole che diceva che lui era, veramente, un segno di Dio. Faccio un esempio. Quando ero ragazzo come voi, c’erano delle persone … Don Milani, voi ne avrete sentito parlare, per me è stato un uomo mandato da Dio, per me ha trasmesso un messaggio di Dio, perché la sua vita e le cose che ha fatto erano proprio quelle che riproducevano, in piccolo, la vita di Gesù. Come notate bene, chi di voi sceglierà una vita di fede e farà delle cose buone sarà un mandato, una mandata da Dio.

Silvia F. E se al posto della parola Dio mettessimo qualche altra parola, tipo emozione, volontà. Come dire, Gesù è stato mandato dalla volontà, è stato un miracolo che sia venuto lui a mettere le cose a posto in quel periodo.

Franco Non un Dio aldilà di Gesù, tu diresti. Mandato dalla sua emozione, dalle sue scelte. Si, questa è una possibilità di coloro che dicono, io riduco la vita, l’insegnamento di Gesù ad una buona pratica di vita e non accetto quando lui dice io queste cose non le faccio da me stesso ma le faccio perché questo è il volere di Dio. Molti, che propriamente non sono cristiani, dicono di accettare l’insegnamento di Gesù ma non accetto quella parte in cui Gesù continuamente fa riferimento a Dio. Gesù dice, questa energia io ce l’ho da Dio, io sento che questo è ciò che Dio vuole. Lui dice, io vi parlo del Regno di Dio. Allora, molte persone, dicono di accettare la pratica di vita di Gesù ma non accettano l’origine di ciò che Gesù fa con la sua pratica. Lui dice, io sono qui perché sento che le cose che faccio piacciono a Dio ed io voglio riconoscere che la fonte della mia vita è Dio, non è in me, nella mia buona volontà, nella mia virtù. Questa è l’altra parte dell’insegnamento di Gesù. Comunque, chi accetta la prassi di Gesù, l’insegnamento solidale, accetta una grande, preziosissima, direzione della propria vita. Gesù, certo, ha sempre insistito che per lui la sorgente della vita, la sorgente della solidarietà, era collocata in Dio. Questo, nelle scritture, è ribadito continuamente. Quando Gesù si isola è perché pensa che deve rinsaldare i vincoli con Dio. E’ vero che Dio viene concepito come una persona però non è detto che l’unico modo di pensare a Dio sia ad una persona. L’Ebraismo non la pensa così perché dice che Dio è una roccia, la roccia del mio cuore, usa molte immagini. L’aver ridotto l’immagine di Dio a padre e madre è riduttivo. Sapete l’Islam cosa dice, noi di Dio abbiamo novantanove nomi e ce n’è uno che Dio rivela ad ogni persona, che rimane nascosto. Quindi, sono molto d’accordo che bisogna cercare, come fa la Bibbia e le grandi tradizioni religiose, di non avere una sola idea di Dio perché Dio è aldilà del nostro immaginario.

Francesca T. Ritornando alla domanda di Arianna, lei non sa dove cercarlo Dio, secondo me la Chiesa ha un po’ sbagliato perché si parla tanto che Gesù è nato in una mangiatoia, era una persona semplice, povera. Quando entro in una chiesa dove ci sono molti ornamenti …, io non riesco tanto ad identificarmi, non riesco tanto a trovarlo lì. Lo riesco a trovare, ad esempio, agli scout, quando facciamo messa in mezzo alla natura, in mezzo ai prati.

Franco Vedi quanti modi. Le strade di ognuno di noi sono proprio diverse. Guardate qui quante persone siamo, non ce n’è una uguale all’altra. Dovunque tu vai, nel mondo, incontri persone diverse, di pelle scura, chiara …. e così i nostri cammini devono essere plurali. Certo che trovare Gesù nelle ricchezze delle chiese è veramente sconcertante. Voi avete visto qualche volta una messa del Papa con tutti questi fiori che mi dicono costino milioni e milioni. Potrebbero mantenere un villaggio africano per cinque anni. Luigi, un ragazzo che lavora in una cooperativa africana, mi ha detto che ha visto la messa di Natale del Papa con tutti quei fiori, quei ornamenti. Luigi vive in Africa, in un villaggio di ottocento persone e dice che il costo di quella messa è uguale al costo della vita dell’intero villaggio per cinque anni, per sostentamento, manutenzione delle costruzioni ecc.. Capite cosa vuole dire? Allora quello è

uno scandalo. Io quelle cose le soffro e credo siano la fonte dell’ateismo, una delle fonti dell’ateismo. Pensate, quando il Papa è andato in ferie l’anno scorso, per i turni di giorno e di notte, sono stati impiegati duecentottanta poliziotti. Fate un po’ un calcolo di quanto costa solo la vigilanza della sua casa. E’ scandaloso, bisogna dirle queste cose, queste sono bestemmie.

Arianna Quest’estate sono andata in Sicilia dai miei prozii, abitano in un paesino ai piedi dell’Etna, un paese bellissimo con pochissime persone. Lì ci siamo messi a chiacchierare sulla fede, loro sono credenti però dicevano cose molto contraddittorie sul comportamento del Papa. La Chiesa, per loro, è una cosa fantastica. Secondo me molte persone parlano così perché, quando si trovano in difficoltà, si avvicinano a Dio ma, penso, nel modo sbagliato. Vanno troppo dietro la Chiesa che, in qualche modo, li condiziona. Vanno avanti così ed alla fine non riescono a cambiare idea.

Franco Però, vedi, sono persone buone ma le hanno abituate a non ribellarsi mai anzi, se hanno un dubbio “fanno peccato”. Hanno quasi l’idea che “guai a dire male del Papa o del vescovo”. Voi avete una fortuna che quelle generazioni non hanno avuto. Avere delle vostre idee, poterle esprimere e poter lottare per trasformare le cose.

Voi potete essere una generazione che se ha delle idee cerca di farle valere, non sottomettendovi, non tacendo. Tra l’altro, tu Arianna che sei andata giù in Sicilia, a parlare di fede con i parenti, guarda che bella cosa. Avere il coraggio di dire le proprie idee non vuol dire, necessariamente, che le mie idee siano tutte giuste. Però un confronto serve anche a smuovere un po’ le cose

Anita Arianna ha detto che secondo lei le persone seguono la Chiesa in modo sbagliato. Secondo me molte persone seguono la Chiesa perché pensano che sia uno dei diversi modi per affrontare la vita. Si trovano la vita davanti e poi dicono … però ho bisogno di aiuto e cercano aiuto in qualcosa che è per metà materiale e per metà no quindi, in questo modo, hanno la libertà dell’incertezza. Hanno la libertà di dire si io credo ma posso anche credere solo per metà, credere che questa cosa sia giusta ma che possa anche essere interpretata in un altro modo.

Franco Queste persone sono, magari, sinceramente credenti però non hanno le motivazioni, non hanno le occasioni che avete voi per un confronto, per farsi delle idee proprie. Molti credenti sono così. Questo è un altro grande problema. Perché vi accorgete che, per esempio, il catechismo non da molti approfondimenti. Voi potete farli nei gruppi, potete esprimerli liberamente. Non dappertutto questo avviene e, quindi, mi spiace per le molte persone per le quali nutro simpatia, un grande affetto, mi spiace che l’istituzione non dia loro le occasioni per maturare, per porsi davanti alle domande, per avere il tempo di rispondere, di scegliere liberamente. Però voi che avete la fortuna di ragionare e di studiare siete in una situazione di grande privilegio. Solo che il privilegio crea una responsabilità e sapete qual è la disgrazia più grande che potrebbe capitare anche alla vostra generazione, quella di essere superficiali. Voi, vedo, avete il pregio di porvi delle domande, di approfondire.

Arianna Nella mia squadriglia la mia vice capo squadriglia ha i genitori molto credenti e loro non parlano benissimo della mia famiglia e spesso, alle riunioni, lei mi fa delle domande per mettermi in difficoltà ma io non mi vergogno della mia scelta … oppure, a messa, quando tutti sono seduti io rimango in piedi. Io sono convinta che se lei avesse dei genitori diversi non farebbe così. A lei è stato imposto questo comportamento.

Franco Però, che bello, tu dialoghi con lei, lei fa il suo percorso e certamente essendo tu una persona non violenta che la rispetta e che, però, non si nasconde potrai rappresentare per lei un punto di dialogo. Guarda che è già molto questo, non è che tu devi convincerla, le dici le cose che pensi, le tue convinzioni e lei potrà avere una persona con cui si misura. Sai quanto è importante. Noi non dobbiamo mettere in riga le altre persone, dobbiamo invece dire con spontaneità quello che conosciamo, le scelte che compiamo. Devo pensare che le altre persone sono almeno alla mia altezza quindi dico le cose che penso e conosco con umiltà. L’altra persona, poi, nella sua vita sceglierà, perché la cosa più brutta è avere a che fare con persone autoritarie che dicono “tu devi fare così” no … tu puoi scegliere, devi essere libero di scegliere. E’ chiaro che poi libertà vuol dire confronto, responsabilità. Però nelle cose fondamentali della vita dobbiamo essere delle persone che si danno motivazioni. Io, per esempio, ho delle persone che conosco che hanno detto a papà e mamma che sono omosessuali. Alcuni genitori hanno risposto “o tu cambi oppure noi non ti riconosciamo più come figlio”. Altri hanno detto “sei frutto di un errore, sei nato per un errore, chi ti ha messo in testa questa cosa, tu sei contro natura”. Voi, invece, sapete che con i vostri genitori di tutto ciò che vi succede nella vita ne potete parlare, potete dialogare. Sapete qual è la conseguenza, che voi porterete questo atteggiamento verso le altre persone. Domani, che tu sia un papà o una mamma, in una situazione di lavoro, avrai imparato il rispetto della persona. Magari vedrete dei genitori che si separano, avrete rispetto, può succedere alle persone migliori della terra, non sono assolutamente persone di seconda classe. Avrete rispetto per chi è meno fortunato, chi ha minori studi.

Il gruppo è un laboratorio per il futuro della vostra vita. Vi dico questo perché la vostra vita porterà dei frutti. Non lasciatevi convincere da chi vi dice che nella vita non farete niente di buono. Non è vero. Ogni piccolo semino di vita fa nascere almeno una pianta di grano. Ognuno di voi porterà frutto nella sua vita. Potete dare una spinta ad un movimento di solidarietà, ad un’amica, la vita non cade nel nulla. Voi siete delle persone che amate, solidali, state tranquilli che incontrerete il modo di investire il vostro cuore. Certo, voi direte, quanto male quanta ingiustizia, ma c’è anche tanto amore nel mondo, bisogna saperlo vedere l’amore.

Aldina Una cosa che ci ha colpito ed è emersa nel gruppo dei più grandi è questo aspetto di Dio un po’ consolatore. Praticamente le persone che non riescono a trovare la forza in sè si rivolgono a Dio ma sono un po’, come dire, degli illusi, per cui chi crede in Dio non trova altre risposte se non in qualcosa che è esterno a se, che consola e salva.

Franco E’ vero che c’è tutta una religione che ha presentato Dio solo come un consolatore però vorrei dire due cose un po’ diverse. In certi momenti sapere che di fronte a certi dolori Dio ti ascolta non è una cosa da buttar via. Io penso che ci sono dei dolori dai quali non si esce, delle situazioni di sofferenza anche psichica. Sapete che io ho un gruppo di persone che hanno tentato il suicidio, sono quasi tutti giovani. Prima abbiamo fatto un lavoro individuale e poi uno collettivo. Devo dire che alcuni di loro in Dio hanno trovato una speranza per continuare la loro vita. Certo, questa religione che fa di Dio il consolatore degli afflitti è un po’ pericolosa ma per molti la consolazione può avere un significato, perché noi ora stiamo discretamente bene ma in certe situazioni ancorare la propria vita a Dio può essere una consolazione sana. Una di queste persone, pensate, è uno psicologo, una persona molto colta, molto apprezzata che però ha tentato il suicidio. L’altra cosa è che io amo pensare a Dio come la sorgente della felicità e della vita, che mi spinge, mi da la radice per lottare e fare delle cose. Gesù la percepito come la sorgente della vita, della libertà, della ribellione contro il sopruso. E’ chiaro che per molte persone una certa influenza catechistica ha fatto vedere Dio come l’ultimo rifugio. Tre mesi fa è venuta a trovarmi una donna violentata dal marito. Io subito le ho dato il numero telefonico del centro antiviolenza “Svolta donna”, per iniziare a ribellarsi a questa situazione. Lei mi dice “ma io trovo rifugio in Dio, le mie sofferenze le affido a Dio”. Le ho detto che questa non mi sembrava una buona educazione cristiana e che doveva denunciare questa persona che l’aveva violentata. La religione del sopportare non funziona, Dio vuole la giustizia. Le ho detto, ancora, che nel Centro di ascolto avrebbe trovato persone disponibili ad ascoltarla. Poi non so se questa donna abbia seguito il mio consiglio. Vedete le storture, a certe sofferenze bisogna ribellarsi, denunciare, parlare. Gesù, in questo senso, non ha trovato un Dio consolatore, davanti al potere ha detto siete degli ipocriti, non si è limitato a soffrire, si è ribellato.

Marco F. Cosa c’è dopo la morte?

Franco Ci pensi per tempo? Siete veramente straordinari voi. Ti dico una cosa estremamente interessante. E’ proprio vero, come dici tu, che bisogna pensare alla morte quando si è nella pienezza della vita per poter fare il testamento biologico. Io ho avuto un’esperienza, il 5 luglio 1961 ho ricevuto l’unzione degli infermi perché ho creduto di morire, ero molto malato ai polmoni, avevo una malattia gravissima, la tubercolosi. Il mattino dopo l’unzione mi sono svegliato ancora vivo, mi è andata bene. In quella occasione ho molto pensato alla morte. Io penso che dopo la morte la nostra vita va a finire in Dio, come non lo so. Innanzitutto penso che la mia vita la voglio vivere intensamente, umilmente ma davvero. Prima di tutto mi interessa questo, valorizzare bene il tempo presente. Poi penso che quando muoio consegno la mia vita a Dio, cosa Dio ne farà … ho buona fiducia.

Silvia Io voglio dire la mia opinione sul dopo la morte, non riferita a Dio, a me non è mai venuto in mente solo quando ero un po’ più piccola però adesso penso che quando una persona muore ne nasce un’altra e l’anima della persona che è morta va in un’altra nuova vita.

Franco Vedi che è bello riflettere, soprattutto è bello non essere angosciati dalla morte perché la morte fa parte della vita. Io che ci sono molto vicino, devo dirvi la verità, un po’ di invidia per voi ce l’ho perché penso che vivere sia una cosa straordinariamente bella, io sono innamorato della vita e sento ancora in me molti palpiti di un cuore bambino. Io penso che la mia vita in qualche modo finisca in Dio, che cosa Dio ne farà … Tu pensi, invece, che la tua anima trovi una prosecuzione … sono tutte cose buone, dobbiamo avere una pluralità di interpretazioni. Certo sento che la vita non è vana, però sento anche quelli che dicono che poi finisce tutto, la loro convinzione è quella, io non voglio contraddire.

Martina F. Ma Dio dall’alto vede tutte le persone?

Franco E se le guardasse dal basso? Perché noi ci siamo fatti l’idea del Dio che vede tutto dall’alto. La tradizione ebraica, l’Induismo, altre tradizioni dicono che Dio accompagna il creato, in qualche modo misterioso. Dall’alto, dal basso? Sono tutte maniere di pensare la sua presenza, tutte belle. Per esempio, nella Scrittura Dio è chiamato “sorgente di vita”, una sorgente che non si esaurisce mai. Siccome noi non possiamo fare una fotografia a Dio, la Bibbia dice che Dio è aldilà delle nostre dimensioni, allora alto, basso, vicino, lontano. Chi lo chiama Dio, chi Dea. Patrizia G., che ha fatto un’indagine sui nomi di Dio, sulle versioni femminili di Dio, sa quante Dee ci sono nella teologia femminista per cui, sai, sono tutte idee buone. Io direi di non chiuderci in una sola mentalità. Per esempio l’Islam ha delle visioni particolari, sapete che ha una grande tradizione di teologie femministe, soprattutto in questi anni le donne teologhe islamiche stanno producendo molte cose ed avranno delle visioni molto diverse, molto belle, molto costruttive di Dio. Il Dio della vita, il Dio della ribellione lo chiamano spesso, il Dio della libertà. E’ giusto che ognuno prenda dalla Bibbia, per esempio, anche immagini diverse, ce ne sono tantissime.

Anita Io mi sono sempre chiesta chi era Dio, com’era fatto ed i miei me l’hanno sempre rappresentato in forma umana, perché umana e non animale oppure una pianta, cosa abbiamo noi di diverso rispetto a tutto quello che ci circonda.

Franco Vedi, i tuoi ti hanno dato questa idea perché per loro l’essere umano è l’essere più alto. La Bibbia, per esempio, dice “che è l’aquila che porta i suoi figli …”, altra immagine “Dio è una sorgente d’acqua”. Invece noi, nella cultura occidentale, abbiamo poi ridotto Dio ad una figura umana. La cultura orientale, di cui la Bibbia è testimone, dice tutt’altro. Dio è una sorgente, Dio è l’acqua, Dio è un vento che scalda i nostri cuori. La Bibbia ha tante immagini perché parte dal presupposto che parlare di Dio è così impegnativo che non c’è un nome che racchiuda tutto. Allora leggiamo, la sorgente, l’acqua inesauribile, il pozzo della vita pensate, l’aquila che porta sulla schiena i suoi figli nei momenti difficili.

Chiara F. Tornando a Gesù, penso che lui come persona sia esistito anche perché abbiamo tutti i documenti storici che lo provano, però il dubbio che mi sorge più spontaneo è come abbia fatto a risorgere. È una cosa di cui non so cosa pensare, perché solo lui, in tutta la terra, in tutti questi anni è risorto …

Franco Questo che solo lui è risorto in realtà non è proprio così. Tu sai che nella religione egiziana prima, molto prima di Gesù, si diceva che alcune persone risorgono. Gesù non è un innovatore in questo, lui ha la fiducia che Dio non lo abbandona nella morte, questa è la risurrezione. Gesù aveva questa fede già con il suo popolo. Gesù è inserito in un’idea di fede che e’ molto più vecchia di lui, l’idea che Dio non abbandona mai i giusti. Quindi Gesù non è l’inventore del concetto di risurrezione. La realtà del messaggio della risurrezione è che Dio non ha abbandonato Gesù nella morte e che in qualche modo ha raccolto la sua vita e come, lo sa Dio.

Questo è il messaggio centrale, le modalità sono diverse. Se tu vai, per esempio, in India, in Giappone il pensiero della vita che continua è espresso in termini completamente diversi ma il messaggio è lo stesso, bisogna capire che i modi in cui si scrivono le cose sono diversi, i linguaggi sono tipici di una cultura, di una località.

Marta F. Se Silvia avesse ragione sulla morte, l’anima di Gesù chi potrebbe averla?

Franco Voi sapete che nel concetto occidentale si pensa del corpo e dell’anima e l’anima sarebbe quella parte separata dal corpo o “superiore”. Ma il concetto biblico ebraico è un po’ diverso. Quando si traduce la parola ebraica si usa il testo greco psiche che significa vita. Il concetto occidentale di anima è la parte che sopravvive e, in realtà, la concezione biblica vuol dire che Gesù, nella sua essenza vive con Dio, è andato a finire nelle braccia di Dio. In che modo? Corporeo, spirituale … questo non ci viene detto. Ci dice che, in qualche modo, la vita di Gesù non è finita nel nulla ma è finita con Dio. Se sia l’anima, se sia una maniera ancora diversa con cui Gesù vive presso Dio … l’anima è una concezione occidentale, che non appartiene, ad esempio, all’Ebraismo. Gesù non pensa alla salvezza delle anime, pensa alla salvezza delle vite. Come noi siamo dopo la morte, per chi crede in Dio, è un affare di Dio. Gli antichi filosofi pensavano ad una sopravvivenza dell’anima. La Grecia pensò, ben prima di Gesù, che la parte dell’anima non muore, la dottrina dell’immortalità dell’anima. Mentre il corpo deperisce una parte rimane immortale. Comunque, la vita può andare avanti cento anni, come veramente vi auguro, la vita può subire un’interruzione molto precoce, quello che è importante è vivere bene i nostri giorni, non nella paura , nell’angoscia, vivere bene il nostro presente giorno per giorno. Vivere bene quello che possiamo, sereni e felici. Comunicando, evitando l’isolamento e l’egoismo, il pensare solo a noi, essere amici dello straniero. Pensate che in Italia abbiamo inventato una parola terribile, clandestino. Ma sapete che la parola clandestino deriva da due parole latine che significano “occultamente” e “avere la sorte di”. Quindi, avere la sorte di restare sempre nell’ombra, sempre nascosti. Questa parola dovrebbe metterci in crisi, le parole hanno uno spessore …

Patrizia G. Io volevo provare a fare una sintesi di questo incontro ricco ed emozionante che non ha certo dato risposte definitive alle domande ma che, in qualche modo, ci ha detto che l’atteggiamento che dobbiamo avere nei confronti della fede ma anche nei confronti della vita, in generale, è proprio quello di non cercare delle risposte preconfezionate che ci vengono da altri ma occorre cercare di farsi continuamente delle domande. Quando noi aderiamo a delle strade già precostituite, nella vita di tutti giorni, nel lavoro, siamo un po’ come bloccati in una strada che va in una certa direzione e sembra non possano essercene altre. L’atteggiamento, invece, è quello di farsi continuamente delle domande, di cogliere sempre il senso di quello che ci succede così noi ci avviamo ad una trasformazione. Tutte le persone con cui viviamo, le persone che incontriamo, le storie che ci capita di incrociare ci interpellano e ci rendono la vita

dinamica, bella, appassionante, fonte per noi e gli altri di trasformazione. Questo è quello che mi sentivo di dire perché è anche quello che sperimento. L’altro pensiero che viene fuori dall’incontro di oggi è che noi siamo fortunati, per il fatto di avere un gruppo così, perché facciamo dei lavori che ci sollecitano ogni giorno. Abbiamo delle opportunità che altri non hanno, Questa è però per noi una responsabilità. Chi ha di più, chi ha più disponibilità dal punto di vista materiale ma anche, soprattutto, dall’esperienza di vita ha la

responsabilità di restituire, di condividere. Quindi, noi che abbiamo avuto tutte queste opportunità, una famiglia che ci consente di esprimerci, questo lo dobbiamo restituire, dobbiamo metterlo in circolo. La responsabilità è anche quella di accettare che ci siano strade diverse, che ogni strada ha valore. Bisogna superare le contrapposizioni che ci portano a dire questo è giusto o è sbagliato ma bisogna pensare che ognuno ha i suoi tempi, la sua storia e che anche quando incontriamo delle persone che ci sembra non abbiano capito delle cose alle quali noi siamo già arrivati proprio per le opportunità che abbiamo avuto occorre superare la contrapposizione e mettere lì dei semi accettando che non tutti hanno gli stessi tempi e questo è un discorso che va aldilà della fede. Questo, in ogni caso, lo ritroviamo nella vita di Gesù, infatti era sempre vicino a quelli che non avevano più speranza

Franco Vi voglio ringraziare perché mi avete regalato un mattino eccezionale, bello, con domande che terrò nel mio cuore e ogni volta che venite mi fate un grande regalo, mi aiutate a non lasciar arrugginire il cervello, a porre le domande della vita. Credo che potremo continuare, se voi lo vorrete ad incontrare i vostri genitori, ad incontrare voi perché abbiamo fatto un patto di onestà, non contarci delle frottole accettando i dubbi, le prospettive, le incertezze, i sogni. accettare tutte le domande, dirci le nostre opinioni senza presunzione con audacia ma anche con umiltà. Questo è possibile.

DUE GIORNI ALLA COMUNITA' DELLE PIAGGE

E' stata per me una occasione singolarmente stimolante incontrare parecchi fratelli e sorelle della comunità cristiana delle Piagge a Firenze. Sono andato per solidarizzare con questa comunità. per pregare con loro, per ascoltare e per dialogare. Ho visto una comunità raccolta attorno al Vangelo della solidarietà e sofferente per l'inaccettabile allontanamento del loro presbitero da parte del cardinale di Firenze. Ho potuto parlare a lungo con Sandra Alvino, la cui storia è una vera testimonianza di umanità e di fede. Il pensiero affettuoso di tutti e di tutte alle Piagge è rivolto a don Alessandro Santoro. La lettura della Bibbia, la preghiera e l'impegno solidale continuano ad alimentare il dialogo e la speranza in un tempo in cui la comunità si trova di fronte a scelte davvero impegnative.

LE CHIESE CRISTIANE DEVONO SVEGLIARSI

Ricevo e pubblico


Al Consiglio permanente dei vescovi italiani il presidente, cardinal Bagnasco, ha detto di "sognare" una nuova classe politica di cattolici italiani. Credevamo che qualcuno in Vaticano ascoltasse il Papa che, da poche settimane, ha richiamato il clero a un qualche distacco dagli interessi politici. Credevamo anche che il cardinal Ruini – la cui invadenza in questioni del tutto estranee al suo sacro ministero si era espressa perfino invitando i cittadini (italiani e non dello Stato Vaticano) a non votare in occasione di un referendum – dovesse ormai impiegare il suo tempo da pensionato in preghiere per la salvezza dell'anima. Invece il nostro porporato, tradisce la sua idea di chiesa come agenzia politica diretta (dopo il fallimento della DC) dilettandosi di alte frequentazioni a Montecitorio o di volpine convivialità con Berlusconi per raccomandare Casini e riaffidarlo alla benevolenza del PdL, perché gli perdoni i suoi giri di valzer regionali in casa PD. Dunque si torna alla cinghia di trasmissione? Oppure al doppio registro?

Anche negli Stati Uniti la Conferenza episcopale ha preso posizione pubblica, inviando addirittura una lettera ai senatori due giorni prima della votazione, contro la riforma sanitaria di Obama, carente in "tutti gli aspetti che riguardano la nostra morale". A differenza dagli italiani, i politici americani – che pur non si risparmiano le strumentalizzazioni della religione – non si sono fatti impressionare e hanno votato bene al Senato (alla Camera si vedrà, visto che anche in America c'è chi cerca di farsi del male).

Forse sarà bene che sia i credenti, sia la Chiesa incomincino a pensare un po' di più a Gesù Cristo e al Vangelo che non a Machiavelli e alla paura del comunismo o dell'Islam. La Chiesa cattolica, soprattutto italiana, deve guardare coraggiosamente le difficoltà interne in termini di calo di adesioni e di frequentazioni ai sacramenti. Forse scoprirà che la secolarizzazione non era da demonizzare, ma un territorio da scoprire per fedeli che non sono più quelli di una volta che credono che l'esistenza di Dio sia dimostrabile e consista nel pellegrinaggio alla tomba di padre Pio. Se le mancherà il coraggio di rinnovare il senso del messaggio cristiano, il futuro tradirà le sue speranze. Anche perché, oltre a menzionare poco il Vangelo (già da sola riconosce che le prediche dei suoi preti sono "insulse"), opera in un funesto combinato disposto politico: non dalla parte dei poveri (che non sono solo i migranti a cui dare assistenza, bensì le politiche die governi), ma da quella degli interessi e dei poteri forti. Ormai anche alla base i cattolici sono distinguibili fra quelli che votano centro-sinistra (e pensano che è più affidabile la laica Bonino che il cattolico Delbono) e quelli che votano centro-destra. Resta da vedere perché la Chiesa debba privilegiare la destra, come ai tempi di Pacelli, mettendo in castigo De Gasperi antifascista e Prodi "cattolico adulto".

Come Chiesa universale non le mancano altri problemi di non piccola rilevanza, a partire dall'annuncio della pace, che da sempre è obiettivo religioso primario. Non è pensabile che le comunità cristiane – vale a dire non solo i cattolici, ma anche gli ortodossi e le diverse confessioni protestanti – testimonino la pace se resta fra loro la divisione. Non si può avere lo stesso maestro e lo stesso battesimo ed essere separati davanti all'altare per volere del Papa. Dice Benedetto XVI che in un secolo l'ecumenismo ha fatto grandi passi: sarà vero se ci si contenta di non andare più a tirare i sassi contro le vetrate dei protestanti. Ma pochissimo se consideriamo che si fa a botte a Betlemme, che le chiese orientali preparano il loro sinodo in pari dignità e in controtendenza al monocratismo vaticano, che Roma accoglie i preti sposati anglicani convertiti al cattolicesimo per opposizione al sacerdozio e all'episcopato femminili. Con gli ortodossi – che sono i meno aperti, tra i cristiani, di fronte alle esigenze del nostro tempo – si convive alternando le disponibilità: adesso sembra che diventi possibile quel viaggio del papa in Russia che ieri era ritenuto intempestivo. D'altra parte i cattolici italiani non sono neppure informati dei problemi che riguardano lo sviluppo del Cristianesimo e, ubbidienti, non chiedono mai conto alla loro chiesa.

Anche dal punto di vista di una base cattolica bisognerà pure rendersi conto che i problemi comuni, per chi ha fede cristiana non sono né il sacerdozio femminile né il voto a Berlusconi che dà più finanziamenti alla Chiesa e agli insegnanti di religione. La Chiesa valdese di Firenze ha stilato un "Patto per l'etica del lavoro": non lo ha firmato in CGIL, né è andata a proporlo al PD, ma si è rifatta ai principi. "Di fronte alla profonda crisi che investe l'intero universo del lavoro" una piccola comunità di minoranza si ricorda di fare memoria della sua ragion d'essere, quella per la quale anche un cardinale cattolico può davvero "sognare": Guai a colui che fa lavorare il prossimo per nulla, non gli paga il suo salario (Geremia 22:13); Il salario del tuo operaio non ti resti in mano (Levitico 19:13); Tratterete lo straniero, che abita tra voi, come chi è nato fra voi… (Levitico 19:34); Si lavorerà sei giorni, ma il settimo giorno è un sabato di riposo (Levitico 23:3).

Giancarla Codrignani
docente di letteratura classica, giornalista, politologa, femminista. Parlamentare per tre legislature

sabato 30 gennaio 2010

PORTO TORRES

Non sono scesi dalla torre aragonese di Porto Torres neppure con il freddo e la pioggia. È la protesta dei lavoratori della Vinyls, azienda che opera nel polo industriale di Porto Torres iniziata con una serie di blocchi ai cancelli del polo industriale della Sardegna nord orientale e proseguito poi con altre iniziative.

Chiedono che venga salvata la fabbrica e si riparta con la produzione di pvc e cvm. Da oggi riprende inoltre la discussione sul futuro di Equipolymeres, azienda che opera a Ottana e al cui futuro è legato il sostentamento di 1500 lavoratori.

 

CENTINAIA DI GIOVANI AL “NO MAFIA DAY” A ROSARNO

Alcune centinaia di giovani, provenienti da tutta la Calabria hanno partecipato a Rosarno, alla manifestazione 'No Mafia Day', organizzata dall'omonimo comitato costituito da un gruppo di cittadini dopo i fatti di violenza tra cittadini e immigrati che si sono verificati nel centro dell Piana di Gioia Tauro. Alla manifestazione, che ha preso il via con un corteo snodatosi per le vie cittadine per confluire in piazza Valarioti, hanno aderito in massa gli studenti del liceo scientifico Piria e di altre scuole.

Nel corso del corteo sono stati scanditi slogan come 'No alla mafia, sì all'integrazione e alla libertà'. Presenti con uno striscione anche alcuni rappresentanti dell'associazione 'Io resto in Calabria', fondata dall'imprenditore Pippo Callipo, e Mario Congiusta, padre di Gianluca, il giovane imprenditore di Siderno ucciso dalla 'ndrangheta nel 2005.

La manifestazione si è svolta in modo tranquillo sotto il controllo di un cordone di carabinieri e polizia (da L'Unità).

 

RIDICOLO

Milano ferma le automobili per un giorno. la sindaca Moratti scopre lo smog. Ma simili misure sono una pura illusine. Ci vuole un progetto di "risanamento" che non creda di risolvere il problema con interventi inconsistenti

EDIZIONE RAZZISTA

Non c'è nulla di nuovo nelle dichiarazioni di Berlusconi: "I reati aumentano per colpa degli extracomunitari". Solo che ogni giorno il suo razzismo si fa più esplicito. Se gli immigrati sono causa della delinquenza e della violenza, l'operazione è semplice: espellerli. Si tratta di una equazione perfida  e falsa, cioè non  rispondente ai fatti.
Ma ormai questo governo cerca i capri espiatori (magistrati, giornalisti, immigrati) anzichè affrontare i problemi.

venerdì 29 gennaio 2010

TANTE LETTERE: RISPONDERO'

Cari amici e care amiche che, sempre numerosi, mi scrivete. Vi ringrazio della fiducia, in verità eccessiva, che riponete in me. Le vostre lettere sono per me l'occasione di spostare il mio cuore vicino al vostro ed esigono attenzione ed impegno nel rispondervi. Purtroppo spesso vi faccio attendere. Non pensiate che stia trascurando i vostri messaggi. Sono affettuosamente "assalito" da richieste di dialogo e, tra corsi biblici, viaggi, dibattiti e blog, a quasi 71 anni faccio quello che posso. Abbiate la bontà di scusare i miei ritardi. Vi saluto con tanto affetto.
don Franco

OBAMA: NON MOLLA

Penso anch'io che Obama sia in difficoltà ed abbia commesso errori in politica estera, specialmente per la sua debolezza riguardo al governo di Israele e per la prosecuzione della guerra in Afganistan e la permanenza in Iraq. Ma è indubbio che egli rilancia continuamente la sua lotta contro le oligarchie, contro il potere delle banche e a favore dei ceti poveri. Anche sulla sanità pubblica dovrà trattare con una opposizione feroce e potente, ma la sua iniziativa politica contro le discriminazioni non conosce sosta. Chi ha dei privilegi li difende con  denti.
 

LA VITTORIA DI VENDOLA

In Puglia Nichi Vendola ha vinto le primarie: davvero una bella notizia.

I corpi dirigenti del Partito Democratico sono stati "scavalcati" dalla base dei militanti i quali, in grandissima maggioranza, hanno votato per Vendola. Credo che Bersani e D'Alema debbano fare una settimana di silenzio per chiarirsi le idee.

Aveva ragione Marino a difendere la candidatura di Vendola.

Ma qui non è in gioco solo qualcosa che riguarda la Puglia. È l'alleanza strategica con l'UDC che è rimessa in questione. Intanto in Puglia, se si agisce con correttezza ed impegno, il centrosinistra può vincere anche senza l'UDC di Casini, Cesa, Buttiglione.

È un errore tragico credere che sia possibile governare regioni e provincie con l'UDC dei Cuffaro e simili. Sono diversi i legami con il territorio, con la mafia, con i diritti civili, sulla laicità. Il Partito Democratico deve trovare una direzione in cui camminare con L'Italia dei Valori e la Sinistra. Momenti di convergenza su temi particolari sono possibili anche con l'UDC ma non una alleanza strategica.

GIOVEDI' 4: PER I PRETI E SUORE

Giovedì  4 febbraio riservo l'intera  giornata ad alcuni  colloqui individuali con preti e suore, sia il mattino che il pomeriggio.
Per perfezionare contatti e orari precisi potete cercarmi al 340/8615482.

FIRENZE

Sabato 30 gennaio dalle ore 13  alle ore 14,30 incontro con gay e lesbiche che mi hanno cercato in questi mesi.
Alle ore 15 sono alla Foresteria Valdese per l'incontro  su CERTI DIRITTI.
Domenica 31 incontro con alcuni fratelli e sorelle della Piagge.
Spero nelle ferrovie italiane.....!

GIORGIO BIANDRATA: SALUZZO

Su "La strada", mensile di riflessione e dibattito del saluzzese, nel numero di gennaio 2010, compare un'ampia pagina che segnala una iniziativa di straordinaria importanza. Infatti l'Associazione Giorgio Biandrata sta organizzando per il 21 e 22 maggio un convegno sul tema "Libertà di coscienza, cuore dei diritti umani. Omaggio a Giorgio Biandrata e Michele Serveto".

Si tratta di un convegno di altissimo livello che vedrà la partecipazione di studiosi italiani e stranieri. Mi permetto di suggerirvi di appuntare la data sulla vostra agenda.

giovedì 28 gennaio 2010

RISPONDE CANCRINI

Negli Stati Uniti in soli dieci anni il numero di ragazzi affetti da disturbo bipolare si è moltiplicato di 40 volte. Le vittime sono soprattutto i bambini tra i 2 e i 5 anni e nella metà dei casi viene prescritto un antipsicotico come Zyprexa, Seroquel o Risperdal: che di bambini ne hanno già uccisi 45 (Davis Fiore).


RISPOSTA Molti sono gli psichiatri oggi che diagnosticano il disturbo bipolare a persone che incautamente riferiscono di avere dei giorni buoni e dei giorni meno buoni. Generosamente il disturbo bipolare viene ipotizzato del resto anche alle persone che stanno male e piangono perché hanno perso un gatto o un nonno, un padre o un figlio, un lavoro o un amore ed a cui sempre più spesso si prescrivono gli antidepressivi (bisognerebbe altrimenti parlare con loro), gli stabilizzatori dell'umore (potrebbero ricadere) e un po' di antipsicotici (per evitare che diventino troppo allegri dopo dimenticando). Epigoni moderni dei cacciatori di streghe al tempo dell'Inquisizione, vanno per il mondo di oggi gli psichiatri "biologici", dunque, cercando quelli che nel loro delirio sono "bipolari". Sapendo che per trovarli è sufficiente non collegare tristezza e allegria ai fatti della vita e sapendo che chi ne trova di più riceve più regali dall'industria farmaceutica, va a più congressi e fa più carriera. Evitando, per sé, la fatica e il dolore del confronto con il dolore dell'altro. Di cui nessuno ha insegnato loro a non avere paura.

 

CUFFARO CONDANNATO A 7 ANNI

Salvatore Cuffaro ha favorito Cosa nostra. È la sentenza di appello del processo denominato "Talpe". In primo grado l'aggravante di mafia era stata esclusa. La nuova condanna è di due anni più pesante.

La condanna per l'ex presidente della Regione Sicilia Totò Cuffaro è questo volta di sette anni per favoreggiamento aggravato e rivelazione di segreto istruttorio. E non ci sono più i vassoi con i cannoli per festeggiare, come accadde dopo la sentenza di primo grado (che riassumeva la posizione del governatore come favoreggiatore di "singoli mafiosi" e non della mafia nel suo complesso). Niente cannoli per una sentenza che prevede pene più severe rispetto al primo grado anche per gli altri due principali imputati. Un anno e mezzo in più (15 anni e 6 mesi) per l'imprenditore Michele Aiello, prestanome di Provengano, e otto anni all'ex-maresciallo del Ros Giorgio Riolo, per concorso esterno.

E mentre tutto questo viene alla luce mi sembra incredibile che il Partito Democratico cerchi l'alleanza con l'UDC di Casini e Cuffaro.

CASINI NON SI SMENTISCE

Il cuore politico di Casini batte in realtà a destra. Solo Bersani si fa illusioni. E' un abile opportunista e questa sua capacità di vestire panni diversi e cambiare alleanza in 24 ore passando da uno schieramento all'altro dimostra quanto degrado morale nasconda la politica dell'UDC.
Normalmente il "degrado" si presenta con alti dosaggi di linguaggi moralistici.... alla Family Day e simili. Ma D'Alema non capisce che simili alleanze creano allontanamento e delusione in chi crede ancora che tra  politica ed alleanze debba esserci coerenza.

TOGHE IN RIVOLTA

Esprimo la mia totale e convinta solidarietà all'iniziativa dei magistrati italiani  che sabato, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario, usciranno dall'aula quando parlerà il ministro della giustizia Alfano.
Si tratta di un segnale dignitoso e coraggioso che noi cittadini dovremmo molto apprezzare e saper fare nostro in tante occasioni quando parlano i rappresentanti del governo. In buona sostanza si vuole eliminare l'indipendenza della  magistratura. Che differenza c'è da un regime?
 
 

URUGUAY EX TUPAMARO ELETTO PRESIDENTE

Il 1° marzo si insedierà ufficialmente come presidente della piccola Repubblica dell'Uruguay José 'Pepe' Mujica leader che durante il lungo tempo della dittatura fu dalla parte della lotta armata dei "tupamaros". Arrestato, maltrattato, tenuto prigioniero per 13 anni (1973-1985), continuò la sua lotta nel "Frente Amplio", il soggetto politico che tiene insieme le diverse anime della sinistra progressista e democratica del paese latinoamericano. Popolare e pragmatico, Pepe abita con la moglie in una piccola fattoria alle porte di Montevideo e coltiva ortaggi. La sua vittoria conferma quello che ormai da un decennio in America latina sta succedendo: superamento della triste eredità delle dittature con sfumature diverse da paese a paese, svolta a sinistra, nello sforzo di adattare le forme democratiche e le scelte internazionali alle situazioni e ai bisogni.

mercoledì 27 gennaio 2010

GESU’ MAESTRO DI LIBERTA’

Luca 4, 21-30

21 Allora cominciò a dire: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi». 22 Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è il figlio di Giuseppe?». 23 Ma egli rispose: «Di certo voi mi citerete il proverbio: Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fàllo anche qui, nella tua patria!». 24 Poi aggiunse: «Nessun profeta è bene accetto in patria. 25 Vi dico anche: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; 26 ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone. 27 C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro». 28 All'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; 29 si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. 30 Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò.

 

Questa pagina di Luca è più complessa di quanto appaia ad una lettura veloce e superficiale.

Nei primi versetti viene espresso il cammino di fede della comunità più che non la cronaca esatta. Non sappiamo quale testo Gesù abbia letto nella sinagoga, ma il redattore del Vangelo gli mette in bocca il brano profetico del Tritoisaia con una precisa aggiunta: "Oggi si è adempiuta questa Scrittura nei vostri orecchi". Per l'evangelista Gesù è colui che lo Spirito di Dio ha "unto", cioè scelto e inviato per annunciare il lieto annuncio ricordato nei versetti dal 16 al 20. la comunità di cui Luca è portavoce riconosce che Gesù è l"unto", cioè il Cristo, colui al quale Dio ha dato una missione particolare.

Gesù, allora, non è Dio, ma "il Cristo" (=l'unto), il testimone per noi cristiani che indica la strada di Dio. Ho detto "per noi cristiani" perché nella riflessione e nel contesto del pluralismo delle vie di salvezza, Dio ha regalato all'umanità altri profeti, altri testimoni che nelle singole tradizioni rivestono pari dignità e svolgono tale funzione.

È preziosa questa testimonianza del Vangelo: Gesù non è "per noi" solo uno dei tanti profeti, ma il profeta per eccellenza, colui al quale noi guardiamo come "la via che conduce al Padre", il testimone che ci indica la strada con le scelte della sua vita.

Peccato che poi nella tradizione cristiana è prevalso l'uso di dire e di scrivere "Gesù Cristo", come se si trattasse di un nome e cognome. Sarebbe molto più significativo che, ripristinando la concezione ebraica, segnalassimo sempre che l'uomo Gesù di Nazaret è il Cristo, colui al quale Dio ha affidato (ecco il significato dell'immagine dell'unzione) la funzione di annunciatore del regno agli uomini e alle donne del suo popolo. Noi, raccogliendo questa testimonianza e diventando suoi discepoli, riconosciamo il lui "il Cristo di Dio".

Questo significa che Gesù è tutto orientato a Dio e alla Sua volontà. Seguire Gesù significa allora scoprire che stare dalla parte dei deboli e dei perdenti è il cuore, il centro di ciò che Dio vuole da noi. Non possiamo piantare la nostra vita se non dove l'ha piantata lui. Gesù non è un semplice buon consigliere, ma è colui che ci fa la proposta autorevole e radicale di una esistenza vissuta nella condivisione con gli ultimi e le ultime della terra.

Ogni volta che penso a Gesù di Nazaret e cerco di rifarmi alla sua vita quotidiana e alla sua prassi liberante, ogni volta che riapro il Vangelo sono portato a ringraziare Dio per il dono di questa "stella polare", di questo orizzonte di vita. Questo "Cristo di Dio", questo dono di Dio è ogni giorno sempre da scoprire. Per me, rimanendo nella disponibilità ad imparare da tutti, è inspiegabile quanto dopo anni e anni di "familiarità con Gesù" egli continui a "provocarmi", a sembrarmi "inedito e nuovo", a lanciarmi messaggi ed invit alla conversione quotidiana, a sospingermi alla fiducia in Dio.

Ma c'è un ma…

A Nazaret Gesù incontra da subito una corrente di incredulità e, ancor più, una diffusa opposizione. La cosa non lo sorprende: "nessun profeta è accolto nella sua patria". Il Vangelo di Marco precisa: "nella sua patria, tra i suoi parenti e nella sua casa" (6, 4). Gesù, anche in questa pagina, è un maestro e un testimone della sua capacità di opporsi, di andare contro corrente. Forte solo della fiducia in Dio e della sua passione per gli ultimi, capisce che questa non sarà una strada di successo, se ne fa una ragione ed affronta la situazione. Sovente nel Vangelo lo vedremo andare contro corrente.

Che lezione per noi oggi… Le idiozie che vengono vendute come verità, la diffusione del non pensiero, i mille messaggi che invitano alla superficialità, all'accodarsi a chi urla più forte, i richiami ecclesiastici all'obbedienza… tutto tende a renderci passivi, arrendevoli, allineati, al più conservando un dissenso interiore, ma taciuto, "silenziato".

La "cittadinanza attiva" nella società e nella chiesa non si realizza anche perché ci siamo un po' adagiati sul versante delle maggioranze, disposti a saltare su o, almeno, ad aggregarci al carro del vincitore di turno. È tipico il chiacchiericcio dei preti in sacrestia, le lamentele sottovoce, le "lagne" su tante disposizioni dei vescovi, ma poi…si sta allineati e coperti.

La franchezza di Gesù deriva dal fatto che la sua vita non è comandata dal successo o dall'insuccesso che raccoglie, ma ha fatto centro su ciò che la Bibbia chiama "il regno di Dio". Non intendo dire che Gesù non avvertisse il dolore o il peso, la delusione e l'amarezza dell'incomprensione, dell'abbandono, della opposizione. Anzi, i Vangeli ci lasciano chiari segni di questa sua "ferita". Ma egli sapeva guardare oltre, continuare il suo cammino con fiducia. Aveva un fuoco dentro il suo cuore e lo alimentava con la preghiera, con il ricorso alla Scrittura e con il dialogo con le persone che incontrava e che cercava nel suo continuo andare da villaggio a villaggio.

Penso con un po' di sconcerto a quanti, o per educazione ricevuta o per incapacità di prendersi delle responsabilità, non sono credenti, ma fanno battezzare i bambini, si sposano in chiesa, fanno "dire messe", si fanno benedire la casa, portano i santini nel portafoglio… Hanno perso anche quel minimo di onestà con se stessi che crea ed esige coerenza tra ciò che si pensa e ciò che si compie. Forse è proprio importante che quando siamo in treno, in bus, in ufficio, in fabbrica, alla mensa, al mercato, per la strada, al centro di volontariato, nei luoghi della vita quotidiana impariamo a praticare la franchezza, senza arroganza ma anche senza i silenzi della vergogna, della pigrizia mentale e del comodo nascondino. Non è proprio obbligatorio parlare dell'ultima partita di calcio o dell'ultimo scandalo di qualche vip.

L'ultimo versetto: "ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andava" denota la statura morale di Gesù. Non è animato da nessun rancore, non aggredisce nessuno, ma va avanti per la sua strada. Egli sa che, se qui si chiude una porta, là può aprirsi una finestra. Non agisce per "fare dispetto" a qualcuno, ma per lavorare nella "vigna di Dio" perché crescano la giustizia e la libertà.

Un invito, anzi due

Questa testimonianza di Gesù mi suggerisce due proposte. Torniamo ad occuparci di più del bene comune. Partiti, associazionismo, volontariato, sindacato, gruppi spontanei… Possiamo farlo in mille modi, ma non possiamo lasciar cadere la domanda biblica: "Dov'è tuo fratello? Dov'è tua sorella?".

Nella chiesa poi…prendiamo un po' di coraggio. Se il parroco somministra le consuete dosi di moralina tradizionalista perché non andarlo a trovare in sacrestia o in canonica per esprimergli il nostro motivato dissenso? Perché non scriverlo? Perché tacere o brontolare senza parlare con franchezza?

Perché una vita sia feconda non c'è affatto chiesto di diventare delle creature che sopportano tutto, trangugiano tutto e si ricavano una nicchia comoda e al riparo da ogni conflitto. Perché fiorisca nei nostri cuori quella gioia che nessuno potrà portarci via, forse è necessario uscire dai nostri alibi e dai nostri comodi. Per non impigrirmi, per continuare il cammino della libertà, la testimonianza di Gesù continua ad essere il mio punto di riferimento fondamentale.

Se non respiriamo dal Vangelo l'ossigeno della libertà della libertà, la chiesa si trasforma in un esercito di soldatini o, per dirla con sofferto realismo, una comunità di burattini agli ordini di qualche sacro burattinaio.