domenica 28 febbraio 2010

CHI ROVINA IL TURISMO

Curzio Maltese, sul Venerdì di Repubblica del 19 febbraio scrive:

 

"Le spiagge italiane perdono una media del 15-20 per cento di presenze l'anno. Le eccezioni si contano sulle dita di una mano: le Cinqueterre e il Levante ligure, la Costiera, le Eolie e parte del Salento. Non per caso, zone risparmiate dalla speculazione edilizia. La prima ragione del crollo delle spiagge italiane è economica. Sono le più care del Mediterraneo. Ma l'altra è legata all'ambiente, all'inesauribile colata di cemento che continua a deturpare il paesaggio costiero.

L'albergo dell'amico delle amiche di Bertolaso costituisce un esempio da manuale. Un giorno, quando sarà finita la presente pagliacciata televisiva, bisognerà mettere mano ai problemi sospesi nella bolla del Berlusconismo. Fra questi la crisi del turismo. «Il turismo è il nostro petrolio» ama ripetere il premier, che poi manda in giro questi bei personaggi a incendiare i pozzi. Così come occorrerà occuparsi della prevenzione delle catastrofi, dell'edilizia antisismica, delle discariche. Speriamo di trovare per l'epoca qualcuno magari non telegenico, anche senza il giubbotto da pronto intervento, il berretto a trequarti e il piglio da eroe di telefilm, insomma uno vero".

 

UNA BELLA DOMENICA COMUNITARIA

Oggi 28 febbraio la "comunità nascente" di Torino ha vissuto una giornata comunitaria intensa in cui, durante l'eucarestia e durante il pranzo, abbiamo potuto rallegrarci anche per la presenza di Raffaella e Sara che da tempo stanno compiendo con noi il loro cammino di fede anche in vista del matrimonio di settembre. Le vediamo arrivare dopo 5 ore di viaggio ogni volta più pimpanti e gioiose. Ci portano in dono la freschezza del loro amore e della loro fede. Molto presto segnalerò su questo blog gli appuntamenti e le iniziative che la comunità sta organizzando  con molto impegno.
 
In serata ho avuto la gioia di celebrare l'eucarestia con la comunità cristiana di base di Saluzzo. Durante l'incontro, partendo dalla morte di un'amica, ci siamo interrogati sulla nostra morte e la fede. Si è trattato di un dialogo e uno scambio estremamente fecondi. Abbiamo riflettuto sulla varietà delle morti e sulla frequente loro indecifrabilità. Crescere nella fiducia in Dio per la vita e per la morte è la strada che ci indica Gesù. 
E' davvero in questi laboratori comunitari che la fede si alimenta e cresce.

CUNEO: DIBATTITO PUBBLICO

Presso la Fondazione Casa Delfino di Corso NIzza 2 a Cuneo martedì 2 marzo alle ore 21 presento il mio libro "Omosessualità e Vangelo" ( Ed. Gabrielli) nel ciclo di incontri " Ribelli ed eretici".
Per informazioni 333/8040441 oppure 0171/695600

CONFUCIO CI RICORDA CHE...

"Un uomo di governo dovrebbe ricordarsi sempre che le ricchezze, gli onori e la potenza non sono che nubi fluttuanti".

PUNTUALE......COME FOSSE SCRITTO OGGI.

"... oggi dobbiamo combattere contro un persecutore mascherato, contro un nemico che ci lusinga, contro l'Anticristo Costanzo che ha per noi non colpi mortali ma carezze, che non proscrive le sue vittime per dare loro la vera vita, ma le colma di carezze per dar loro la morte, che non dà la libertà delle prigioni oscure, ma una servitù di onori nei propri palazzi, che non lacera i fianchi, ma invade i cuori, che non stacca la testa con la spada, ma uccide l'anima con l'oro, che non pubblica editti per condannare al fuoco, ma accende per ciascuno il fuoco dell'inferno. Non discute, per timore di essere sconfitto, ma lusinga per dominare, confessa Cristo per rinnegarlo, procura una falsa unità perché non vi sia affatto la pace, infierisce contro alcuni errori per meglio distruggere la dottrina di Cristo, onora i Vescovi, perché cessino di essere Vescovi, costruisce chiese, mentre va distruggendo la fede... "
DA:
 
Ma quando è giunto il momento di rivolgersi all'Imperatore stesso e di protestare apertamente contro l'asservimento della Chiesa, Ilario, il più dolce degli uomini, si riveste di quella divina indignazione di cui Cristo stesso parve animato contro i violatori del Tempio, e il suo zelo apostolico sfida tutti i pericoli per segnalare gli errori del sistema che Costanzo ha inventato per soffocare la Chiesa di Cristo dopo averla inaridita.

"È giunto il tempo di parlare, perché è finito il tempo di tacere. Bisogna che aspettiamo il Cristo, poiché è cominciato il regno dell'Anticristo. Che i pastori diano l'allarme, poiché i mercenari hanno preso la fuga. Diamo la vita per le nostre pecore, poiché sono entrati i ladri e il leone furioso gira intorno a noi. Andiamo incontro al martirio, poiché l'angelo di Satana è trasformato in angelo di luce.

Perché, o Dio onnipotente, non mi hai fatto nascere e compiere il mio ministero al tempo di Nerone o di Decio? Pieno del fuoco dello Spirito Santo, non avrei avuto timore dei supplizi, al ricordo di Isaia segato in due, e non mi avrebbe spaventato il fuoco al pensiero dei Fanciulli Ebrei che cantavano in mezzo alle fiamme; né mi avrebbero fatto paura la croce e le torture, ricordando il ladrone trasportato in paradiso dopo tale supplizio; non avrebbero indebolito il mio coraggio gli abissi del mare o il furore delle onde, perché l'esempio di Giona e di Paolo mi avrebbero insegnato che i tuoi fedeli possono vivere anche sotto i flutti.

Contro i tuoi nemici accaniti, avrei combattuto volentieri, perché non avrei avuto alcun dubbio che fossero veri persecutori quelli che mi avessero voluto costringere, con i supplizi, con il ferro ed il fuoco, a rinnegare il tuo Nome; per renderti testimonianza, sarebbe bastata solo la nostra morte. Avremmo combattuto apertamente e fiduciosamente contro coloro che ti rinnegano, contro i carnefici e i giustizieri, e i nostri popoli, venutine a conoscenza per il clamore della persecuzione, ci avrebbero seguiti come loro capi nel sacrificio che ti rende testimonianza.

Ma oggi dobbiamo combattere contro un persecutore mascherato, contro un nemico che ci lusinga, contro l'Anticristo Costanzo che ha per noi non colpi mortali ma carezze, che non proscrive le sue vittime per dare loro la vera vita, ma le colma di carezze per dar loro la morte, che non dà la libertà delle prigioni oscure, ma una servitù di onori nei propri palazzi, che non lacera i fianchi, ma invade i cuori, che non stacca la testa con la spada, ma uccide l'anima con l'oro, che non pubblica editti per condannare al fuoco, ma accende per ciascuno il fuoco dell'inferno. Non discute, per timore di essere sconfitto, ma lusinga per dominare, confessa Cristo per rinnegarlo, procura una falsa unità perché non vi sia affatto la pace, infierisce contro alcuni errori per meglio distruggere la dottrina di Cristo, onora i Vescovi, perché cessino di essere Vescovi, costruisce chiese, mentre va distruggendo la fede.

Si finisca di accusarmi di maldicenza e di calunnia; il dovere dei ministri della verità è di dire soltanto cose vere. Se diciamo cose false, siano le nostre parole ritenute infami; ma se facciamo vedere che tutto ciò che diciamo è manifesto, non abbiamo oltrepassato la libertà e la modestia degli Apostoli, noi che accusiamo solo dopo lungo silenzio.

Io dico ad alta voce, o Costanzo, quanto avrei detto a Nerone e quanto avrebbero inteso dalla mia bocca Decio e Massimiano; tu combatti contro Dio, infierisci contro la Chiesa, perseguiti i santi, odi i predicatori di Cristo e distruggi la religione; sei un tiranno, se non nelle cose umane, almeno nelle cose divine. Ecco quanto avrei detto a te e ad essi. Ora, ascolta quanto fa solo per te. Sotto la maschera di cristiano, tu sei un nuovo nemico di Cristo; precursore dell'Anticristo, tu metti già in opera i suoi odiosi misteri. Vivendo contro la fede, ti ingerisci per dettare formule; distribuisci i vescovadi alle tue creature e sostituisci i buoni con i cattivi. Per un nuovo trionfo della politica, trovi il modo di essere persecutore senza fare dei martiri.

Quanto fummo più debitori alla vostra crudeltà, o Nerone, Decio e Massimiano! Con voi abbiamo vinto il diavolo. La pietà ha raccolto in ogni luogo il sangue dei martiri, e le loro ossa venerate rendono testimonianza da ogni parte. Ma tu, più crudele di tutti i tiranni, ci attacchi con molto maggior pericolo, e ci lasci minor speranza di perdono. A coloro che avessero avuto la disgrazia di esser deboli, non rimane nemmeno la scusa di poter mostrare all'eterno Giudice il segno delle torture e le cicatrici dei loro corpi lacerati, per farsi perdonare la debolezza in considerazione della necessità. Come il più scellerato degli uomini, tu temperi i mali della persecuzione in modo tale che togli l'indulgenza alla colpa e il martirio alla confessione.

Noi ti riconosciamo sotto le tue vesti di agnello, o lupo rapace! Con l'oro dello Stato decori il santuario di Dio, e gli offri quanto sottrai ai templi dei Gentili e quanto estorci con i tuoi editti e le tue esazioni. Ricevi i Vescovi con lo stesso bacio con il quale fu tradito Cristo. Chini il capo alla benedizione, e calpesti la fede; esenti dalle imposte i chierici per farne dei cristiani rinnegati e rinunci ai tuoi diritti con lo scopo di far perdere a Dio i suoi"
 
(Sant'Ilario di Poitiers, Libro contro l'Imperatore Costanzo - Contra Constantium Augustum liber - PL X, c. 577-587).
 

sabato 27 febbraio 2010

CURZIO MALTESE SCRIVE

Non c'era davvero bisogno di aspettare le solite intercettazioni per capire che il mancato G8 alla Maddalena era uno dei peggiori scandali della seconda Repubblica, un immenso e scellerato spreco di danaro pubblico. Bastava leggere i giornali, per esempio la bella inchiesta di Fabrizio Gatti su L'Espresso di oltre un anno fa. Come forse hanno fatto anche i magistrati che hanno aperto l'inchiesta sugli appalti d'oro della Protezione Civile.

E come si poteva non aprirla? Per non ospitare il vertice internazionale poi spostato a L'Aquila noi contribuenti abbiamo speso 370 milioni di euro. Quasi un terzo è finito nelle tasche del signor Diego Anemone, titolare di una minuscola azienda di costruzioni romana con un curriculum risibile in caso di concorso, ma benemerito nel procacciare fisioterapiste a Bertolaso.

Anemone li ha incassati per costruire un mega albergo di lusso, costato 4 mila euro al metro quadrato, il triplo del prezzo di mercato. Secondo Bertolaso, l'albergo destinato a rilanciare il turismo dell'isola. Per ore, è deserto. L'estate scorsa, a luglio, era occupata una camera ogni dieci. Soltanto dei pazzi o dei corrotti possono buttare a mare, alla lettera, tanti soldi pubblici per investire in un settore in caduta libera come quello del turismo costiero.

 

CORRUZIONE

Negli episodi di corruzione, ieri come oggi, non esistono casi di politici o pubblici funzionari che agiscono una tantum. Quando un politico o un funzionario si rende conto che quel meccanismo di corruzione funziona, non lo ferma nessuno.

Saverio Borrelli, 15 febbraio 2010

 

venerdì 26 febbraio 2010

UNA BELLA INIZIATIVA

 

Mercato dell'usato

 Ti invitiamo a venire a trovarci

dalle ore 9,30 al tramonto

Sabato 27 Febbraio al Centro Sociale Il Pozzo

– Via Lombardia 1/p-  alle Piagge a Firenze.

 a visitare  il nostro mercato dell'usato solidale.

Girando tra i vari banchi troverai i prodotti di Villore (olio, marmellate, sott'oli, liquori,ecc.) , le piante della serra dell'Oasi del Fiore e tanti oggetti di artigianato del nostro laboratorio Bricolandia.

Ci saranno anche i banchi del riciclaggio con vestiti e oggetti  recuperati e restituiti a nuova dignità. E non mancherà la sezione dedicata ai libri, usati e non, a prezzi scontati, per ragazzi e adulti, su tematiche legate alla giustizia, alla solidarietà, al mondo altro possibile.

Potrete inoltre visitare (con orario 10.00-13.00/16.00-20.00) Equazione, la bottega delle economie solidali dove al suo interno trovere: Prodotti del commercio equo e solidale,piccolo artigianato locale,riviste e cd alternativi,libri di piccole case editrici, alimentari e tanto altro.

Partecipate, e girate queste e-mail ai vostri amici, venite a incontrarci in questa piazza-mercato e così, sosterrete l'autofinanziamento dei nostri progetti-lavoro.

                   Tutta la città è invitata a partecipare.

 

                    Vi aspettiamo.

 

                                                                                     "Il Muretto"

Fate girare il più possibile!!!

 

UN VESCOVO SERIO CIRCA L'OMOSESSUALITA'

(...) su questo tema John Shelby Spong, biblista e insigne vescovo emerito della diocesi episcopale di Newark (Usa), nelle scorse settimane diffondeva una dichiarazione pubblica, ripresa da Adista Documenti n.2 del 9 Gennaio 2010, in cui davanti alle recenti affermazioni omofobe di alcuni prelati anglicani affermava "Ho preso una decisione. Non discuterò più con nessuno sul tema dell'omosessualità nella Chiesa. Non voglio più avere a che fare con l'ignoranza biblica di tanti cristiani a proposito della condanna dell'omosessualità da parte della Bibbia, come se questo punto di vista fosse ancora credibile.
Non discuterò più con loro né li ascolterò quando diranno che l'omosessualità è "un abominio per Dio", che è uno "stile di vita che è stato scelto" o che attraverso la preghiera e l'assistenza spirituale gli omosessuali possono "curarsi".
(...) Non parlerò più con quanti credono che l'unità della Chiesa possa o debba realizzarsi mediante il rifiuto, o almeno a spese, dei gay e delle lesbiche.
Non perderò tempo a combattere l'ignoranza di alcuni leader religiosi del mondo che definiscono l'omosessualità una deviazione" e concludeva "Sono stanco di vergognarmi per la frequente partecipazione della mia Chiesa a cause indegne del Cristo che servo o del Dio il cui mistero e prodigio apprezzo ogni giorno di più.
Di fatto, sento che la Chiesa cristiana non solo dovrebbe chiedere perdono, ma anche fare penitenza pubblica per come abbiamo trattato le persone di colore, le donne, i membri di altre religioni e quanti abbiamo definito eretici, come pure i gay e le lesbiche".

PERSINO I VESCOVI

Se persino i vescovi, che sono notoriamente alleati fedelissimi di questo governo, si sono accorti che "il crimine minaccia la democrazia" e che ci sono "politici inadeguati per i mali del Sud", è segno che siamo davvero allo sfascio e al degrado.
Notate: non cambierà nulla nella chiesa ufficiale. Per le elezioni regionali si guarda a destra e Berlusconi non perde l'appoggio della gerarchia cattolica e la chiesa continua a chiedere ed ottenere privilegi, soldi, garanzie, A partire dalle immissioni in ruolo degli insegnanti di religione senza concorso

SALUZZO: RICORDANDO ORNELLA

Domenica 28 alle 17,30 ci incontriamo come comunità di Saluzzo per la celebrazione dell'eucarestia e per ricordare una sorella ed un'amica recentemente passata all'altra sponda della vita.

Per informazioni: Ferraro Gigi e Marcella 0175-43978

 

TORINO: GIORNATA COMUNITARIA

Domenica 28 febbraio la "comunità nascente" organizza a Torino una giornata aperta a che voglia partecipare. Alle ore 10 si apre la sede di Via San Pio V, 17b e verso le 10,45 celebriamo insieme l'eucarestia.

Poi un frugale pasto autogestito e la ripresa dei lavori con una bella serie di iniziative da programmare.

L'invito è aperto a tutti. L'incontro è anche una delle tappe per chi voglia prepararsi al matrimonio gay o eterosessuale.

Io alle 15,35 parto in treno per Savigliano.

 

PINEROLO: IN PARROCCHIA

La vita oggi è difficile. Ci sono tante cose di cui si vorrebbe parlare, di cui si vorrebbe sapere di più ma non si ha il tempo di approfondire e non si sa neanche con chi parlare.

Per televisione, sui giornali, si parla di grandi temi come eutanasia, testamento biologico, ma non ci sono approfondimenti seri e tutti siamo un po' sbandati e sballottati tra le diverse posizioni tanto che a volte diventa difficile farsi un'idea propria. Gli argomenti sono difficili e a volte ascoltare gli "esperti" crea più confusione che chiarimento.

Per questo abbiamo pensato di "lanciare" un nuovo gruppo che avrà cadenza mensile per parlare insieme, in maniera libera e informale, di questi temi. Introdurrà gli incontri don Franco Barbero.

Gli incontri saranno "liberi", ciascuno potrà portare le sue perplessità, le sue idee, i suoi turbamenti per discutere con gli altri. Ci troveremo nei locali della Parrocchia di San Lazzaro.

Segnatevi le date degli incontri per potervi tenere la serata libera e partecipare:

* 8 aprile 2010 ore 20.45: incontro sul tema "Eutanasia e testamento biologico".

* 13 maggio 2010 ore 20.45: incontro sul tema "Le mille domande davanti alla fede".
* 17 giugno 2010 ore 20.45: incontro sul tema "La testimonianza di Gesù nella vita di oggi".

È davvero importante imparare a pensare e ragionare su questi grandi temi senza "schemi prefissati".
PARTECIPATE NUMEROSI, vi aspettiamo!!!

Silvia Airaudo

giovedì 25 febbraio 2010

ELLEKAPPA

    'Ndrangheta
    in Parlamento
                                solo per
                                par condicio.
                                Mafia e
                                camorra
                                ci sono già

DIFENDERE LA COSTITUZIONE

Sabato 27 a Roma. Ci sarò anch'io, purtroppo solo idealmente, con tutto il cuore.
Di Girolamo, Scaglia (anche lui si chiama Silvio.... come il suo modello di riferimento!), Bertolaso,Letta, Balducci.....costituiscono l'Italia della cricca che sta per assestare l'ultimo colpo alla nazione e alla Costituzione.
Ormai le mafie sono in Parlamento.
Quando un anno fa scrivevo che eravamo giunti alle soglie del regime, qualcuno sosteneva che si stava esagerando.Ora basta che mettano anche le mani sulla rete e tolgano ai magistrati la facoltà di intercettare e il cerchio si chiude.
La P2 di Berlusconi e Cicchito è arrivata al realizzo pieno del suo progetto. Diventa dovere civico assolutamente primario e indilazionabile ribellarsi a questa occupazione del potere.
 
 

OLTRE L’APPARENZA

GUARDARE LA VITA CON ALTRI OCCHI

Commento alla lettura biblica

28 Circa otto giorni dopo questi discorsi, prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. 29 E, mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. 30 Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia, 31 apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme. 32 Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia restarono svegli e videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. 33 Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quel che diceva. 34 Mentre parlava così, venne una nube e li avvolse; all'entrare in quella nube, ebbero paura. 35 E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo». 36 Appena la voce cessò, Gesù restò solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto (Luca 9,28-36).

Dobbiamo ancora ridircelo una volta? Non ci troviamo di fronte ad una cronaca, ma davanti ad una "costruzione teologica", cioè un "racconto" che vuole trasmetterci un messaggio prezioso. Con alcune varianti, questa pagina si trova nei tre vangeli sinottici di Marco, Matteo e Luca.

L'antefatto

Ormai Gesù sta per avviarsi decisamente verso Gerusalemme. Il Vangelo di Luca, ai versetti 22 – 27, mette in bocca al nazareno una brutta previsione: chi mi vuole seguire si prepari al peggio.

Gesù aveva la netta percezione dell'opposizione che cresceva attorno a lui: si sentiva accerchiato. Anche i discepoli capiscono che le cose si stanno mettendo male.

A momenti di entusiasmo si alternano sempre più frequentemente episodi di incomprensione, segnali di crescente difficoltà, tutte avvisaglie di un futuro incerto, poco promettente, rischioso. Gesù stesso diventa progressivamente più consapevole di questo "paesaggio" poco allegro e vuole che i suoi discepoli e le sue discepole siano ben consapevoli del cammino intrapreso e dei pericoli connessi. I versetti 22-27 non sono affatto un invito a nozze.

Il nazareno scoraggia ogni decisione facilona e "pone condizioni" poco invitanti per la sua sequela. Sembrano versetti scritti per allontanare gli indecisi anziché sollecitarli alla decisione.

Dallo sconcerto alla fiducia

Proviamo a ricostruire ciò che può essere successo.

Gesù, il maestro esigente, affettuoso e sensibile, si è accorto dello sconforto, dello sconcerto, del dubbio, del dolore, della delusione che è penetrata nel cuore dei discepoli. "Perché tanta opposizione?", si domandano i discepoli. Che sarà di tutta l'opera e del messaggio del loro maestro, se intorno a lui cresce tanta opposizione?

Ma … se lui è l'inviato di Dio perché non viene riconosciuto? Perché il successo è così vacillante e sempre precario?

Il gruppo dei discepoli e delle discepole sembra frantumarsi nella disillusione. Era tutto un bel sogno che ora si andava dissolvendo?

Gesù non abbandona i suoi in quest'ora di sconcerto. Pietro, Giacomo e Giovanni (i tre che vengono di nuovo nominati insieme nell'ora del Getsemani) stanno ad indicare tutto il gruppo. Non perdiamo i tratti particolari del racconto: "Gesù li prende con sé e li conduce sopra un monte alto, in disparte" (Matteo). Marco aggiunge "In disparte da soli". Luca precisa: "Presili con sé, salì sul monte a pregare".

Se fossi un pittore, vorrei dipingere questa scena di intimità. Là, lontano dalla folla, eccoli a parlare dei loro dubbi, dell'incertezza, dello sconcerto. E Gesù, che pure fa fatica anche lui a guardare avanti con fiducia, manifesta i suoi sentimenti e ascolta, ascolta …

Nulla è più importante per un maestro di vita, per un educatore che saper ascoltare, voler ascoltare. Hanno cercato questo "incontro" tutto per loro, non ai margini della strada, non solo un momento fuori dalla ressa. Sono andati insieme appositamente su "un alto monte" per poter prendere il tempo necessario al confronto, al dialogo.

E poi, come nelle ore in cui avverti che solo la forza che viene da Dio può aprire un sentiero, insieme hanno pregato … "Avevate forse immaginato che tutto fosse facile? Avete forse perso ora la fiducia in Dio? Non ricordate quello che ci dicono le Scritture … ?".

Gesù li rincuora con il suo amore tenero e forte e, meditando sul cammino di Mosé e di Elia e dei vari profeti, li aiuta a scoprire che i sentieri attraverso i quali Dio accompagna i suoi inviati non sono affatto di successo …

La "gloria" di Dio, cioè la realizzazione a piccoli passi del Suo regno, passa spesso per sentieri strani e tribolati …In lungo e in largo il maestro ripercorre la testimonianza delle Scritture, con loro prega, sosta, riposa; gusta anche lui la vicinanza dei suoi discepoli, ne trae coraggio, fiducia.

Dunque…dobbiamo fidarci di Dio, proseguire il cammino con Gesù:questo matura nel cuore dei discepoli. Ma lo stesso Gesù dovette compiere questo passo di totale affidamento a Dio, di "cambiamento del suo sguardo". Anche per lui la prospettiva non era allettante. Parlava ai discepoli e ancor più a se stesso.

La compagnia di Gesù, la preghiera, la meditazione, il sostegno reciproco li hanno aiutati a trasfigurare il loro sguardo, a vedere oltre l'apparenza.

Dio ha aiutato Gesù a non arrendersi di fronte alle difficoltà e ha fatto vedere ai discepoli in modo nuovo, più profondo, il senso di ciò che stava succedendo.Ai loro occhi il Gesù che appare un perdente, un profeta avviato al fallimento, viene trasfigurato, cioè appare come colui che davvero compie la volontà di Dio.

In questo profeta osteggiato imparano a vedere il testimone fedele di Dio.

Dio rende gli occhi della loro fede capaci di vedere il significato di ciò che avviene nella vita del nazareno: l'apparenza è un fallimento, ma la sostanza è ben diversa.

Gesù è il profeta amato da Dio, da Lui scelto:"Ascoltatelo". Quando, verso gli anni 85 – 90 Luca redige il suo vangelo, ormai è ben chiaro per la sua comunità che la vita e il messaggio di Gesù sono davvero un grande dono di Dio, una feconda testimonianza del regno di Dio da "ascoltare" e da seguire.

La nostra conversione

Guardiamo la realtà in cui viviamo: è il trionfo dei ladri, dei profittatori, dei ricchi sempre più ricchi, degli sporcaccioni che parlano di morale e di civiltà cristiana. Assetati di denaro e di potere, parlano di religione, di famiglia…

Oggi è la stagione dei prepotenti, di chi ha mezzi potenti, di chi dispone di strumenti di persuasione e di manipolazione, di chi può farsi sentire attraverso canali grandiosi ed apparecchiature giganti. Puoi essere un berlusca qualunque, ma se hai i mezzi, cioè i soldi, puoi gabbare una nazione e farti passare per un galantuomo o un salvatore della patria.

Ha ancora senso meditare il messaggio del profeta di Nazareth nei nostri gruppi e nelle nostre comunità? Può questo messaggio incidere nella vita?

La "voce della nube", metafora per esprimere il pensiero di Dio, ci fornisce un'indicazione positiva e chiara: il "momento" della contemplazione "in disparte, sulla montagna" è assolutamente necessario per "cambiare gli occhi", imparare a guardare oltre le ingannevoli apparenze, ma poi occorre scendere nella pianura.

La meditazione-contemplazione nella Bibbia è ascolto, accoglimento, raccoglimento, concentrazione, svuotarci degli idoli per fare spazio alla Parola di Dio. Essa è la terra delle sorgenti e quel silenzio in cui risuona vera e profonda la "voce": ascoltatelo, seguitelo, vivete il suo messaggio.

La conclusione del brano è tutt'altro che irrilevante: "Non dite a nessuno la visione finché il figlio dell'uomo non sia risuscitato dai morti".

Le grandi svolte o i piccoli passi profondi che avvengono nei nostri cuori e nelle nostre scelte non vanno subito proclamate ai quattro venti, ma prima approfondite, lasciate maturare, dando tempo di mettere radici.

Ma l'espressione ha anche un pungente sapore sapienziale: solo chi segue Gesù "fino alla croce", solo chi accetta di mettersi sui suoi passi anche nei momenti difficili, può capire il senso della sua vita, può comprendere la "visione", può vivere la "trasfigurazione".

Se nella nostra piccola vita cerchiamo di essere in cammino sulla strada delle beatitudini, se accettiamo anche i percorsi contro corrente che questo esige, allora il volto di Gesù ci appare splendente come il sole e le sue vesti bianche come la luce. Belle queste immagini: Gesù diventa per noi come la luce del sole. Il suo messaggio è sole che fa vivere.

La sequela di Gesù ci fa guardare alla vita con occhi nuovi. Anche la nebbia più persistente può lasciarci "vedere oltre", può aiutarci a guardare oltre…a comprendere che ciò che oggi "appare" è luce che inganna. È nel nostro piccolo e appassionato (a volte faticosissimo) solco quotidiano, che il regno di Dio germoglia e cresce. Il discepolo sa che, oltre la nebbia, c'è la luce, l'amore, la lotta, la giustizia…

O Dio

O Dio,

Ti ringrazio ogni giorno

perché hai donato a questo mondo

il maestro e profeta di Nazareth.

Vorrei fare di lui il sole della mia vita,

che illumina anche le tenebre più persistenti

e voglio "ascoltarlo" perché mi parla di Te,

del Tuo regno di giustizia e di pace

e mi invita sul sentiero della vita vera,

a non fermarmi

davanti all'arroganza dei potenti

e all'indifferenza dei più.

mercoledì 24 febbraio 2010

DIO INTERESSA : ECCOME

Sono stato a Torino alla Libreria Coop di Piazza Castello 113 per presentare, insieme all'autore, il libro «Vaticano SpA » (Edizioni Chiarelettere) domenica 21 febbraio alle ore 17.


Davvero una sala gremitissima che ha partecipato per ben oltre due ore al dialogo e al confronto.


Ma non voglio ora soffermarmi sulla « preziosità » di questa opera di cui consiglio vivamente la lettura. Mi preme, ancora una volta, sottolineare ciò che da anni mi succede ad ogni incontro pubblico : da qualunque « tema » io parta per un intervento, mi succede sempre che ad un certo punto il discorso volge verso la fede, Dio, Gesù di Nazaret. Questo fatto non cessa di meravigliarmi e anche di rallegrarmi. Infatti constato che esiste un grande numero di persone che hanno il vivo desiderio di interrogarsi sulla fede, su un percorso di ricerca di un cristianesimo diverso. Di questo non cesserò mai di ringraziare Dio.


 

PUO’ DARSI, UNA SERA

Verrà,

una sera

in cui nessuno più l'attende,

può darsi.

Chiamato per nome,

qualcuno trasalirà.

Al cuore senza memoria

sia accordato un tempo

perché si ricordi.

 

Verrà,

un sera

simile a questa,

può darsi.

A oriente, davanti a lui,

il cielo s'accenderà.

Al povero andate a dire

che tutto si compirà

secondo la promessa.

 

Verrà,

una sera

in cui tira aria di sventura,

può darsi.

Quella sera, sulle nostre paure,

l'amore prevarrà.

Gridate a tutti gli esseri umani

che nulla è compromesso

della loro speranza.

 

Verrà:

una sera

sarà l'ultima sera

del mondo.

Dapprima un silenzio,

poi esploderà l'inno.

Un canto di lode

sarà la prima parola

in un'alba nuova.

 

Amen

 

Sr Marie-Pierre de Chambarand

(Sur les traces de Dieu, 1979)

 

RICEVO E PUBBLICO VOLENTIERI ( DA ISA DEMARIA)

SU BURKA, CROCEFISSO E AFFINI

 

 

Osservazioni di una laica, non credente

 

  • Ritengo che indumenti quali  burka, niqab o altri che coprono totalmente corpo e volto, al massimo escludendo gli occhi, siano di fatto strumenti di oppressione delle donne, che impediscono loro una normale vita sia pratica ( attraversare in sicurezza una strada, leggere una insegna, guardare un tramonto, guidare) ed anche una vita di relazione al di fuori delle mura domestiche. Neanche le altre donne “coperte” sono infatti riconoscibili, per strada, se non accompagnate da mariti o figli che ne consentano l’identificazione. Da questo punto di vista burka e affini rendono le donne “impedite”, come  un tempo i piedi fasciati delle cinesi, e le “cancellano” dalla vita sociale.
  • Diverso è il caso del “velo” che copre i capelli  ed eventualmente il collo o di un abito a maniche lunghe, indumenti che non impediscono una normale vita sociale e di lavoro a milioni di donne islamiche, ad esempio in oriente.
  • Detto questo, ritengo anche che siano solo queste stesse donne  “coperte”  possano attuare un percorso di liberazione, anche nei loro paese,  percorso  che non può essere imposto dall’ esterno: Questo non significa rinunciare a fare una battaglia culturale , visto che rispettare le altre culture non significa non denunciarne gli aspetti negativi, allo stesso modo in cui dobbiamo ascoltare e valutare  le critiche al nostro modello di vita. Rispetto vuol dire confronto, discussione, non accettazione (altrimenti dovremmo giudicare  “indiscutibili” le mutilazioni genitali, il rogo delle vedove ecc..).
  • Se la critica all’ uso del burka è inevitabilmente solo un elemento di confronto culturale con chi vive in un paese arabo/islamico, si pone invece un problema diverso con le donne mussulmane che vivono in paesi occidentali. In questo caso ritengo vada tenuto fermo il principio del rispetto delle tradizioni religiose  nella misura in cui queste non entrano in conflitto con le leggi del paese di residenza. I simboli religiosi (crocefissi o altro) portati sulla persona sono la manifestazione di una scelta personale insindacabile mentre l’abbigliamento deve  rispettare il principio della  riconoscibilità” della persona e del rispetto delle sua integrità personale: quindi non si possono accettare pratiche oggettivamente “mutilanti” e deve essere scoperto l’ovale del volto. Questo vale anche per l’uso non religioso di passamontagna o  caschi integrali , ammissibili solo in casi speciali  (freddo polare o moto in corsa) : in ogni caso il volto deve essere scoperto a richiesta in ogni caso in cui sia necessaria l’identificazione (es. ritirare una raccomandata, ottenere un libro in prestito….).
  • Le donne che non siano disponibili ad accettare queste regole comuni non possono avere accesso ai servizi pubblici e devono essere dissuase anche dall’ uso del burka in pubblico. Non penso siano utili sanzioni, ma una azione  di “dissuasione” educata, agita soprattutto dalle altre donne che hanno modo di interloquire con loro in qualche modo (es. madri di compagni di scuola dei figli, assistenti sociali, mediatrici culturali…). Occorre proporre loro una modalità di vestire rispettosa della “modestia” , ma non oppressiva.  Ovviamente il “burkini” da bagno con volto scoperto è assolutamente accettabile.

 

  • Come simbolo religioso il crocefisso nei luoghi pubblici (scuole, uffici…)  risulta “imposto” a chi ha opinioni diverse. Perché non esporre anche un Buddha, una scritta islamica o un simbolo della Ragione? E gli atei? Per rappresentare la loro opinione  va esposto un triangolo con l’occhio e un NO sopra

 

  • Come simbolo “culturale”  attestante che la storia dell’ occidente si è intrecciata con il cristianesimo :

 

    1. è un promemoria inutile , per chiunque conosca la storia
    2. andrebbe , se deve svolgere la funzione di  pro memoria delle radici culturali, affiancato dai simboli delle altre idee forti del mondo occidentale : la filosofia greca, l’umanesimo, l’illuminismo  ma tale sfilata di simboli è ridicola

 

  • Attualmente la presenza del crocefisso in alcuni luoghi pubblici  non è avvertita in quanto lo stesso costituisce un arredo, come un orologio  o un manifesto . Ma tale riduzione a “oggetto insignificante” non risulta lesivo proprio per i credenti?

 

  • Ritengo in sintesi pienamente accettabile la decisione europea di eliminare il crocefisso dai luoghi pubblici.

 

  • Diverso il discorso per chiese, campanili, minareti e simili: è lecita la presenza “pubblica” delle religioni, perché nel rispetto delle leggi e non è possibile  affermare il diritto dei singoli ad avere una religione senza consentire anche l’edificazione dei rispettivi luoghi di preghiera, purchè su terreni e con finanziamenti della stessa comunità di credenti.
  • Inoltre chiese e campanili sono parte del paesaggio “storico” ed anche chi è di fede diversa o nulla  è abituato a vederli e ne apprezza la bellezza. Potrà essere così anche per altri edifici di culto:  come  ci siamo abituati a vedere  sinagoghe,  templi valdesi o di altre  religioni “occidentali” ci  possiamo abituare benissimo a vedere pagode e moschee. Se la società diventa multiculturale anche il paesaggio si modifica  di conseguenza, si spera con un aumento di bellezza.

PER LEGGERE L'APOCALISSE

Suggerisco alcuni strumenti utili per leggere il libro dell'Apocalisse.

 

v    D. MARGUERAT, Introduzione al Nuovo Testamento, Claudiana Editrice, Torino, pagg. 413 – 430;

 

v    BRUNO CORSANI, l'Apocalisse: guida alla lettura, Claudiana Editrice, Torino, pagg. 190;

 

 

v    ELISABETH SCHUSSLER FIORENZA, Apocalisse. Visione di un mondo giusto, Queriniana, pagg. 192;

 

v    M. EUGENE BORING, Apocalisse, Claudiana Editrice, Torino, pagg. 320

LA BANDA DEI TRE

Bertolaso, Letta, Berlusconi: ecco la "banda" che ha in mano l'Italia, gli appalti, le nomine.

La P2 è in piena azione. Queste sono le persone che stanno distruggendo l'Italia e sono riuscite ad aggregare tutti gli amici disponibili a far parte del "banchetto". Hanno trovato un "posto a tavola" a tutti i loro amici, parenti….

Di tutti il più subdolo, amico intimo del Vaticano, è Gianni Letta che striscia come un verme, sorride come un bonaccione e poi tiene le fila del malaffare.

Sapete l'ultima? Si sono appena trovati in Vaticano per aumentare i soldi alle scuole cattoliche…

Ecco perché Berlusconi difende i due "confratelli": i tre sono legati a tal punto che, se scricchiola la loro solidarietà, vanno a ramengo la cricca e gli affari.

E gli altri? Sanno che il loro posto e i loro affari dipendono dal fatto che la "banda dei tre" regga e duri. Ecco perché li difendono con i denti.

martedì 23 febbraio 2010

SIGHET, LA MIA MINIERA

" Ogni posto è una miniera, basta lasciarsi andare, darsi tempo, osservare e poi seguire il bandolo della matassa che incomincia dall'incontro con l'altro, e allora anche il posto più scialbo, più insignificante della terra diventa uno specchio del mondo, una finestra sulla vita, un teatro di umanità davanti al quale ci si potrebbe fermare senza più il bisogno di andare altrove.La miniera , la mia miniera è esattamente qui dove si è: basta scavare" ( Da Gentes, settembre- ottobre 2009).

SALUTE

Umberto Veronesi ci informa su uno studio che avviene negli USA per capire la genesi di molte patologie (Repubblica, 17 febbraio).

 

Negli Stati Uniti sta partendo in queste settimane il primo screening di un`intera generazione. Centomila bambini saranno seguiti dai medici, in 105 centri di riferimento su tutto il territorio americano, dal momento del concepimento fino al compimento del ventunesimo anno di età. Tutti i dati sul loro stato di salute saranno registrati e analizzati. L`aspettativa è enorme: perché potrebbero trovare risposta molte delle domande che da sempre i medici si pongono. Questo studio affronta infatti una delle questioni più delicate della medicina: conta di più l`ambiente o la genetica nel determinare la nostra salute? I bambini, di cui si conosce il profilo genetico, saranno studiati esaminando analiticamente i fattori ambientali con cui si trovano potenzialmente a contatto. A cominciare dal fumo dei genitori, dal latte materno, dall`acqua di rubinetto, fino al cibo con possibili tracce di pesticidi, l`aria con elementi inquinanti, i fumi industriali, le contaminazioni sul luogo di lavoro, l`esposizione all`amianto. Si dovrebbe così capire quanto gli agenti esterni legati allo stile di vita incidano in questa popolazione in rapporto alla causalità genetica. Si tratta del più grande studio di popolazione di questo genere ed è nato per dirimere uno dei più grandi dubbi del mondo scientifico moderno che vede contrapposte due scuole di pensiero. La prima è favorevole all`ipotesi ambientale: sono i fattori esterni i maggiori responsabili delle malattie. La seconda sostiene l`ipotesi genetica: il destino della nostra salute è scritto inequivocabilmente nei nostro dna.

 

STAINO

FRANA LA

SICILIA! FRANA

LA CALABRIA!

 

…E NEANCHE UN PONTE

PER POTER FUGGIRE DA

UNA PARTE ALL'ALTRA

 

lunedì 22 febbraio 2010

AL LICEO DI BUSSOLENO

Venerdì 26 febbraio parteciperò al liceo di Bussoleno, nel tardo mattino, ad un dibattito dopo lo spettacolo su Giordano Bruno. Che cosa vuol dire oggi diventare persone responsabili e libere nella società e nella chiesa? La storia ci trasmette importanti dati di conoscenza sul "prezzo" della libertà.

QUESTA SETTIMANA: MIEI APPUNTAMENTI

  • Mercoledì alle ore 21: incontro a Moncalieri.
  • Giovedì 25: gruppo di elaborazione del lutto alle ore 21 nella sede della comunità a Pinerolo.
  • Venerdì 26 alle ore 18 a Torino proseguiamo la lettura dell'Esodo
  • Domenica 28 a Torino dalle 10.00 alle 15.30 incontro del "gruppo comunità nascente" con celebrazione eucaristica, pranzo comunitario e dialogo sulla nostra ricerca di fede. L'appuntamento è in Via San Pio V, 17b. l'incontro è aperto a chiunque voglia partecipare e non è necessario nessun preavviso.

UN MANUALE PER LE FAMIGLIE GAY

«Perché ci sono due mamme?». Domanda legittima da parte di un bambino se un compagno di scuola, impegnato in un classico compito delle elementari, al posto di immortalare la famiglia classica disegna due mamme o due papà. Quesito che però potrebbe provocare non poco imbarazzo, non solo fra gli studenti, ma per chi è chiamato a dare una risposta. Cosa dirà l' insegnante? Per questo il servizio Lgbt del Comune ha creato il "Libro di Tommy", un manuale per spiegare proprio ai bambini che non tutti vivono con mamma e papà, che oltre ai divorziati ci sono anche compagni che stanno con coppie omosessuali. Un testo che ha il patrocinio del Comune e che si vuole distribuire nelle scuole per aiutare maestre e professoresse ad affrontare l' argomento, si dovesse presentare, con i propri allievi. «Le occasioni non mancano - spiega l' assessore alle Pari Opportunità, Marta Levi - quando si festeggia la festa del papà, oppure della mamma, quando più in generale si parla della propria famiglia. Così le insegnanti non saranno impreparate. Meglio saper affrontare la questione che far crescere l' imbarazzo tra i ragazzi e non dare risposte». Un fenomeno che esiste. Un fenomeno con cui anche il parlamento si deve confrontare secondo il sindaco Sergio Chiamparino, pronto a partecipare alle celebrazioni di due lesbiche per riaccendere i riflettori. Si può scoprire l' omosessualità dopo aver avuto già dei figli: ragazzi che alla fine convivono con gay. «Ormai se ne può parlare anche a scuola - sostiene Levi - perché i casi non mancano. Non perché siano in crescita, ma perché anche le coppie omosessuali vivono alla luce del sole, con maggiore trasparenza. C' è un cambio culturale». DIEGO LONGHIN (da Repubblica del 17 febbraio, pagina regionale)

 

domenica 21 febbraio 2010

ELLEKAPPA

Il governo
cercherà di                intorno
riannodare                 al collo
il filo del                     degli
dialogo con               operai
la FIAT

RESPIRIAMO

Anche Sanremo è andata.... Massimo Gramellini ci ha ricordato che anche Dio deve aver passato un brutto momento quando ha sentito il "principe" Emanuele Filiberto rivolgersi direttamente a Lui e all'Italia..... Per la carità: abbiamo già una Italia fatta di bande e di cricche...  Questo signore torni a casa perchè di lui non ha bisogno nessuno.
Povera Italia.....!
 

IL GESU' OCCULTATO

Sabato 20 febbraio il gruppo della "Scala di Giacobbe" si è confrontato con i meccanismi che nascondono il Gesù di Nazaret dietro la girandola dogmatica.
Ho presentato alcune riflessioni semplici e basilari anche per salutare alcune coppie omosessuali ed altre persone che stanno iniziando il cammino di gruppo.
E' belle vedere fiorire l'amore . Provenendo da Napoli, Verona, Milano, Varese, Torino, Pinerolo, Acqui.....i nostri cammini si intrecciano e si arricchiscono.
Il prossimo incontro è fissato per sabato 20 e domenica 21 marzo. L'aspetto più importante del gruppo è questo "dialogo aperto ed itinerante" con omosessuali, lesbiche e transessuali che continuamente passano  per incontri singoli, di coppia e di piccolo gruppo. 
Si tratta di rapporti che durano nel tempo ed esigono da noi "pinerolesi" ancora una maggiore apertura e corresponsabilità.... Che grande dono di Dio è questo dialogo di ogni giorno...

LEGGIAMO IL LIBRO DELL’APOCALISSE

A partire da lunedì 1° marzo nei gruppi biblici della comunità leggeremo il Libro dell'Apocalisse. Si tratta di una lettura stimolante ed impegnativa.

Nei prossimi giorni presenterò su questo blog una bibliografia utile ed accessibile per una lettura sia di gruppo che personale.

 

CROLLI NAZIONALI

  • I nomi di corrotti e corruttori? Ormai è un elenco infinito e, detto con chiarezza alla luce dei fatti, sono quasi tutti uomini di centrodestra. Questa volta si vede la differenza tra destra e sinistra.

 

  • Comunque è impressionante questa valanga di corruzione e di degrado. Questo è il "governo dei corrotti e dei corruttori". Il personaggio più perfido, ambiguo e il più falso è Gianni Letta che funge da copertura ad ogni malaffare perché dal posto che occupa non può ignorare i fatti.

 

  • Mentre si demolisce la scuola pubblica e si elargiscono milioni di euro alle scuole private, tale è il degrado che crollano persino le colline. L'Italia davvero è al collasso e il governo pensa a "salvare" il premier e a bloccare le intercettazioni. L'Avvenire, il quotidiano cattolico ufficiale, si è fatto più silenzioso, prudente. Tace…e Berlusconi approva la nuova linea editoriale decisa in Vaticano.

 

ANCORA SULLA TEOLOGIA DELLA LIBERAZIONE

LA TEOLOGIA DELLA LIBERAZIONE NELL'EPOCA DI RATZINGER.

UNA RIFLESSIONE DI GIULIO GIRARDI

 

 


Una previsione, ampiamente fondata, sul pontificato di Ratzinger è che esso, sul tema della teologia della liberazione, come su tutti i temi dottrinali, si manterrà in continuità con il pontificato di Wojtyla. Il fondamento più sicuro di questa previsione è il fatto che per oltre 20 anni il cardinale Ratzinger, come prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, è stato il principale ispiratore e punto di riferimento di Giovanni Paolo II . D'altro lato, in questi primi mesi di pontificato, Benedetto XVI si è frequentemente riferito al suo predecessore, quasi a voler rendere esplicita la continuità tra i due pontificati.

Affermare questa continuità nel rapporto con la teologia della liberazione significa confermare l'attualità dei documenti, redatti dallo stesso cardinale Ratzinger, di condanna di questa teologia, insieme con il suo presunto fondamento, il marxismo. Significa in particolare riaffermare il giudizio di Giovanni Paolo II, nel suo secondo viaggio in Nicaragua, secondo cui la teologia della liberazione era morta, dato che era morto il suo fondamento, il marxismo. Si doveva dunque celebrare nello stesso tempo il funerale del marxismo e quello di sua figlia, la teologia della liberazione.

Affermare la continuità tra i due pontificati significa anche prevedere la persistente ostilità del Vaticano nei confronti della teologia della liberazione; e anche la sua incomprensione nei confronti di una esperienza e di una dottrina che sono espressione di un'altra cultura, la cultura degli oppressi.

Forse però bisogna anche riconoscere una certa discontinuità tra i due pontificati, dovuta al diverso contesto culturale in cui essi si muovono. Per il papa polacco, il nemico principale era il marxismo, cui la teologia della liberazione sarebbe, secondo la sua analisi, strettamente collegata. Per il papa tedesco, è forse ancora prematuro individuare il nemico principale; ma molti riferimenti fanno pensare al relativismo, più esattamente al relativismo morale e al relativismo religioso, che significa nel suo linguaggio "pluralismo religioso".

Il pluralismo religioso rappresenta oggi una tappa avanzata della teologia della liberazione, ed è uno dei nodi sui quali, con molta probabilità, si concentrerà nel prossimo futuro il dissenso tra la ricerca di base e il magistero pontificio.

Questa affermazione sembra entrare in conflitto con una delle principali preoccupazioni manifestate da Benedetto XVI, in continuità anche qui con le preoccupazioni di Giovanni Paolo II, quella di aprire la Chiesa cattolica e le altre confessioni cristiane all'ecumenismo e di promuovere così l'unità tra i cristiani.

Ma per cogliere il significato del dibattito in cui prevedibilmente sarà impegnata la teologia della liberazione nel-l'epoca di Ratzinger, bisogna distinguere l'ecumenismo che il magistero cattolico promuove dall'ecumenismo che il magistero cattolico condanna, che implica il pluralismo religioso. La presa di posizione più esplicita sull'argomen-to è la dichiarazione Dominus Iesus, emanata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, e sotto la responsabilità principale del suo prefetto, il cardinale Ratzinger, in questo documento il pluralismo religioso viene condannato, e qualificato appunto di "relativismo". Si attribuisce pertanto ai fautori del pluralismo religioso, peraltro erroneamente, la convinzione che la verità assoluta non esiste. Chi non riconosce un'unica religione pienamente valida, e precisamente la cattolica, non ammetterebbe l'esistenza della verità assoluta.

Ma per capire in che senso il magistero cattolico, quello in particolare di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, promuova l'ecumenismo, mi pare si debba riferirsi ai due interlocutori del dibattito ecclesiale, la gerarchia e il "popolo di Dio; nuova categoria, questa, introdotta, come è noto, dal Concilio Vaticano II. Su questa base bisogna distinguere, mi pare, in funzione dei vari soggetti, fra ecumenismo istituzionale ed ecumenismo popolare. Questa distinzione permette di tenere conto della complessità dei movimenti ecumenici e della problematica che li riguarda. Vorrei tentare di chiarirla. Per "ecumenismo istituzionale" intenderei il rapporto di rispetto, stima e collaborazione tra le diverse istituzioni religiose, promosso dalle rispettive gerarchie. Per "ecumenismo popolare" intenderei invece un rapporto promosso dal "popolo di Dio", indipendentemente dalla gerarchia e spesso in contrasto con essa. Il contrasto si riferisce specialmente alla natura della relazione che, in questo ecumenismo, è di uguaglianza e reciprocità tra tutte le religioni, compresa la cattolica.

Un esempio tra i tanti che illustra il concetto di "ecumenismo popolare" è il movimento macroecumenico, nato nel V Centenario dell'invasione dell'America, erroneamente chiamata "scoperta ", secondo l'interpretazione che ne hanno dato gli invasori.. Questo movimento è nato a Quito (Ecuador), nel 1992. Si è qualificato come "Assemblea del popolo di Dio", per distinguersi dall'Assemblea episcopale che si sarebbe celebrata alcune settimane dopo a Santo Domingo. Per distinguersi, ma anche per contrapporsi. Infatti, l'assemblea episcopale assumeva il punto di vista degli invasori e considerava l'evento del 1492 una svolta estremamente positiva sia nella storia dell'Europa , che accresceva così il suo potere e la sua ricchezza, sia nella storia della Chiesa, che vedeva dischiudersi nuovi orizzonti all'evangelizzazione, sia ancora nella storia dei popoli indigeni, che, sempre dal punto di vista degli invasori, venivano "civilizzati".

Ma per gli stessi indigeni coscientizzati, il 1992 era il centenario del loro genocidio. Con pieno diritto essi proclamavano: "Non abbiamo nulla da celebrare". D'altro lato, l'Assemblea del popolo di Dio, ispirata dalla teologia della liberazione e fedele alla scelta dei poveri, faceva suo il punto di vista delle vittime. Pertanto la storia de-ll'Europa moderna, "faro di civiltà a tutte le genti", comincia con uno dei più gravi crimini contro l'umanità. Questa tragica constatazione cambia il senso della questione del debito estero dei paesi del Terzo Mondo, che diventa il debito dell'Europa nei confronti del Terzo Mondo.

Queste evocazioni storiche permettono di comprendere il significato dei temi teologici che vogliamo affrontare. In dialogo con papa Ratzinger, supposto che voglia ascoltarci. Perché il 1992 non è solo un crocevia storico ma anche un crocevia teologico. La contrapposizione tra la teologia ufficiale e la teologia della liberazione nei confonti del pluralismo religioso si precisa nel rapporto fra la Chiesa cattolica e le religioni indigene. La teologia cattolica ufficiale di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, per la quale il cattolicesimo è l'unica religione salvifica, considera legittima l'evangelizzazione conquistatrice; essa si attribuisce il potere e il dovere di imporre agli indigeni che si convertano alla religione cristiana e abbandonino le loro religioni millenarie, considerate diaboliche, e che la Chiesa cattolica reprimeva violentemente.

Dalla teologia della liberazione nasce invece il macroecumenismo. Esso riconosce la validità delle religioni indigene, condanna come antievangelica l'evangelizzazione coercitiva, afferma il pluralismo religioso. Essa introduce nella storia dell' ecumenismo una duplice novità. In primo luogo, quella di estendere l'ecumenismo aldilà delle confessioni cristiane. In secondo luogo, quella di affermare un rapporto di uguaglianza e reciprocità tra le varie religioni.

Così, mentre la teologia della liberazione si propone di aprire il cristianesimo alle altre religioni, la teologia ufficiale ritiene di dover valorizzare il cristianesimo affermando la sua superiorità su di esse.

Questo nuovo capitolo della teologia della liberazione impone un profondo ripensamento di alcune delle principali categorie teologiche, come quella di religione, rivelazione, fede, popolo di Dio; impone in primo luogo un ripensamento del concetto di Dio.

Desidero appunto concludere questo itinerario tornando sul suo principio ispiratore, il vincolo che lega la scelta di campo per i popoli oppressi e la riscoperta dell'Amore Infinito di Dio, principio ispiratore della teologia della liberazione.

Riconoscere i popoli oppressi come soggetti storici, culturali, religiosi ci conduce a riscoprire l'amore appassionato di Dio per tutti e per ciascuno degli uomini, per tutte e ciascuna delle donne, per tutti e ciascuno degli esseri della natura; conduce a riscoprire la sua presenza liberatrice in tutti i tempi e in tutti i luoghi della storia.

Ma perché parliamo di riscoprire? Perché le teologie cristiane avevano coartato Dio, il suo amore e la sua grandezza, entro i limiti angusti delle nostre chiese, delle nostre culture occidentali, delle nostre tradizioni, del nostro libro sacro, della nostra epoca storica. Fuori del mondo occidentale, pensavamo, non c'è salvezza, perché non c'è Dio. Il Dio chiamato cristiano era un padre che dedicava la sua attenzione a una minoranza dei suoi figli e si disinteressava della grande maggioranza di essi.

In questo dio, come cristiani, non possiamo più credere. Il Dio nel quale crediamo oggi è più grande del cristianesimo. La sua verità è più ricca della Bibbia. Per rivelarsi al mondo, egli non ha un solo cammino, ma infiniti, nessuno dei quali è esclusivo, nessuno dei quali esaurisce l'infinita ricchezza del suo amore. Il Vangelo di Gesù tornerà ad essere per tutti e tutte una buona notizia solo se non pretenderà di essere l'unico messaggero dell'Amore, riconoscendo che Dio è più grande. "Dio è più grande" potrebbe essere uno dei nostri motti macroecumenici.

Da questa nuova prospettiva sorge in noi il desiderio di esplorare le altre strade della manifestazione di Dio nel mondo, di contemplare i volti di Dio che non conosciamo, di scoprire altre forme della Sua presenza amorosa e liberatrice nella storia.

Ci incoraggia in questa nuova ricerca di Dio la parola di Gesù alla samaritana: "Credimi, donna, giunge l'ora, e ci troviamo già in essa, in cui voi adorerete il Padre senza dover venire né al al monte Guerizim né andare a Gerusalemme". Attualizzando questa parola, diremmo: "voi adorerete il Padre senza andare in chiesa, né alla sinagoga né alla moschea.… Viene l'ora, ed è quella che viviamo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità… Dio è Spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità" (Giov. 4, 21-24).

Così la preoccupazione per l'egemonia del cristianesimo cederà il passo alla preoccupazione per l'egemonia di Dio: del Dio Amore Liberatore di tutti i nomi.

 

(DOC-1659. ROMA-ADISTA.)