domenica 31 ottobre 2010

CHE FACCIA TOSTA....

 “La conferenza nazionale della famiglia” si terrà a Milano dal giorno 8 al giorno 10 novembre. I lavori verranno aperti dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi” (Agi, 28 ottobre).

Probabilmente Ruby e altre escort animeranno i lavori di gruppo e di commissione...

UN PO' DI SILENZIO

 Eppure io credo che,

se ci fosse un po’ di silenzio,

se tutti facessimo un po’ di silenzio,

forse qualcosa

potremmo capire...

 

Federico Fellini

IL MIRACOLO NON E' AVVENUTO

 Il governo ha promesso che in dieci giorni risolverà il problema dei rifiuti che, per ora, continuano a crescere un po’ in tutta la Campania. La situazione peggiora anche a Napoli e il “miracolo” non si vede..

E i dieci giorni sono già finiti...

 

LE FAMIGLIE DI FRONTE ALLA CRISI

 È stato reso pubblico il documento dei vescovi italiani dedicato alla famiglia “Educare alla vita buona del Vangelo”.

Riconfermato il ruolo della scuola cattolica e dell’insegnamento della religione cattolica nella scuola pubblica, il documento ribadisce le solite lamentele e muove le solite critiche alle coppie di fatto e alle unioni omosessuali.

Tutto noto, ripetuto e scontato purtroppo. Mancano solo le proposte.

 

PINEROLO

Il gruppo biblico sul Vangelo di Marco si trova anche lunedì 1 novembre, ma alle ore 17 nella sede della comunità.

SOLO IL MAGISTERO CATTOLICO NON LO CAPISCE





















"Prima della natura e della cultura è importante la relazione"

Negli ultimi anni c'è stata, io credo, un'involuzione nel magistero della Chiesa sulla questione omosessuale, giacchè il momento più alto pare a me ancora il documento "Persona humana" (del 1975, in cui si riconosceva l'esistenza di un'omosessualità che è parte della struttura fondamentale della persona, affermando, sia pur in modo limitativo, che anche i comportamenti espressione di tale modo di essere andavano giudicati con cautela. La mia impressione è che i documenti successivi siano andati sempre di più nella direzione di una critica del fenomeno omosessuale e soprattutto siano risultati mossi dalla preoccupazione per la nascita anche nelle comunità cristiane di gruppi di persone omosessuali, che rivendicavano, come credo sia giusto, una presenza nell'istituzione ecclesiale in vista dell'accettazione da parte della Chiesa di alcuni loro diritti.

Tuttavia alcuni elementi della riflessione antropologica moderna ci aiutano a reinterpretare il fenomeno omosessuale. Prima di tutto le scienze umane evidenziano sempre più la relatività del dimorfismo sessuale: le differenze a livello di sesso genetico, gonadico e ormonale appaiono collocate all'interno di una fondamentale unità, poichè il maschile e il femminile risultano due dimensioni costitutive dell'umano in sè, che attraversano tanto l'essere uomo quanto l'essere donna, e non due realtà nettamente distinte, contrapposte o "complementari" (a partire dall'idea di un'incompiutezza dell'identità soggettiva), come in una certa riflessione presente anche nella Chiesa cattolica; senza contare che le differenze riscontrabili tra l'essere uomo e l'essere donna, per esempio nei comportamenti, sono spesso dovute a processi di carattere socioculturale collegati a diverse posizioni di potere nella società.

D'altro canto nell'interpretazione dell'umano si è assistito negli ultimi decenni allo sviluppo delle "teorie relazionali", le quali tendono a superare tanto un "naturalismo radicale" - e la condanna dell'omosessualità da parte della Chiesa si basa proprio su una definizione molto circoscritta del concetto di "natura" - quanto un "riduttivismo culturale", per cui, come teorizzato nel "Secondo sesso" di Simone de Beauvoir, uomo e donna non si nasce, ma solo si diventa. Mi pare invece che andiamo sempre più verso una visione antropologica in cui centrale diventa la relazione, considerata l'elemento costitutivo ultimo dell'umano, prima ancora della "natura" e della "cultura", all'interno delle quali essa poi si sviluppa o viene modulandosi. Quindi l'influenza di dati prerelazionali o postrelazionali esiste, ma il porre al centro la relazione non vuol dire negare le differenze, quanto piuttosto collocarle in un contesto che concepisce l'essere uomo e l'essere donna come due modalità strettamente interagenti, in gran parte sovrapponibili dello stesso umano, perchè derivanti, in qualche modo, dall'unità originaria.

Questi dati delle scienze umane e della ricerca filosofica mi pare trovino una corrispondenza in una riattualizzazione e risignificazione del messaggio biblico-cristiano. Nei testi dell'Antico Testamento sulla creazione dell'uomo, prima della differenza, centrale è la relazione. Il riferimento all'immagine di Dio è il riferimento a una relazionalità che come archetipo è quella uomo-donna, ma include ogni forma di relazione; è soprattutto la relazione che conta. Lo stesso vale per l'interpretazione che nel Nuovo Testamento si dà al mistero della natura di Dio come Dio trinitario - dove, tra l'altro, non esiste la sessualità e quindi la differenza non è legata a questa dimensione. La relazionalità umana viene comparata (il tema della "immagine" nella Bibbia fa riferimento a questo paragone) a quella divina, per cui ciò che conta prioritariamente è la relazione, la quale trova poi sul piano umano una codificazione emblematica nel rapporto uomo-donna, ma si estende al rapporto uomo-uomo e donna-donna, in tutte le loro modalità. Quindi la relazione è assunta come il dato più importante, prima e più ancora delle modalità secondo cui essa viene attuandosi, pur lasciando inalterata l'attenzione a quella modalità paradigmatica, che è caratterizzata dalla differenza sessuale. Pure il fatto che nella Genesi si parta dall'"Adam" originario neutro, il quale contiene l'umanità e, in un certo senso, è prima e al di là delle differenze, conferma come l'essere umano sia un'unità che si realizza strutturalmente e originariamente in una differenza, dove l'unità ha il primato sulla differenza.

Mi pare poi importante la demitizzazione degli istituti tradizionali nei quali la differenza sessuale si sviluppava fatta da Gesù nella sua predicazione: a chi gli dice "Beato il grembo che ti ha portato", Gesù replica: "Beato piuttosto colui che crede" (Lc 11, 27-28). E a chi gli annuncia "tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori e vogliono vederti", Gesù risponde: "Mia madre e i miei fratelli sono coloro che fanno la volontà del Padre mio" (Lc 8, 20-21). Ciò non significa negare l'esistenza di istituzioni come la famiglia o di rapporti privilegiati, ma affermare che di fronte alla logica del Regno, che è prevalente, essi vanno relativizzati. La relazione fondata sulla differenza sessuale non va assolutizzata come unico modello e fatta diventare il principio in base al quale valutare i comportamenti, considerando devianti tutti quelli che non la rispettano. Pensiamo, sempre in ambito neotestamentario, alla rilettura del testo paolino della Lettera ai Galati: "Non c'è più nè giudeo nè greco, nè schiavo nè libero, nè uomo nè donna" (Gal 4, 28). Qui c'è il superamento non solo delle differenze radicalizzate in senso religioso o sociale, ma anche sessuale, in una prospettiva di avvento del Regno e realizzazione della salvezza che in qualche modo le trascende e stimola a superarle per stabilire possibilità di incontro che vanno al di là degli schemi tradizionali o delle paratie tracciate sul piano "naturale" o sociologico quando si definiscono comportamenti "normali", perchè quantitativamente più diffusi, e devianti.

Quali sono le conseguenze etiche di queste riflessioni per l'omosessualità?

La prima è la necessità di superare radicalmente l'approccio naturalistico, il "secondo natura" che per molto tempo è stato l'elemento determinante per la condanna della Chiesa nei confronti della condizione omosessuale. Bisogna abbandonarlo perchè è impossibile oggettivare questa natura. Esistono certo anche elementi biologici, ma le scienze umane hanno sconfessato la pretesa di ricondurre l'omosessualità a disfunzioni ormonali o ghiandolari, e anche altre visioni della natura, più legate a fattori psichici o perfino allo strutturarsi dell'elemento spirituale, risultano poco definibili, perchè proprio a questi livelli emerge con forza il condizionamento culturale, spesso legato a logiche di potere, che determinano poi la diversità delle funzioni e quindi suscitano differenze di comportamenti, atteggiamenti, modi di sentire e di essere. Il superamento del modello naturalistico implica l'assunzione del modello relazionale. Se è vero che la relazione è il fondamento e il centro, allora l'orientamento e la valutazione etica dei comportamenti trova il suo parametro fondamentale nella capacità di vivere le relazioni in modo profondo, autentico, coinvolgente sul terreno interpersonale, rispettoso della soggettività dell'altro, che non è ridotto a oggetto, ma trattato da persona.

Si tratta di riprendere il famoso principio kantiano secondo cui l'etica si costruisce sul "tratta l'altro come fine e mai come mezzo". Questo parametro porta anche a non mitizzare le possibilità espressive della relazionalità umana, facendola divenire il luogo della comunicazione e della comunione totale. Io sono convinto che la vera comunicazione tra le persone si ha là dove esse accettano in partenza l'impossibilità di una comunicazione totale, che comporterebbe la scomparsa delle differenze. La diversità - non quella sessuale, ma quella personale - è la vera ricchezza, che favorisce nel rapporto il reciproco arricchimento. Bisogna fare molta attenzione a questa idealizzazione delle relazioni perchè essa molto spesso - e ciò è evidente nel magistero della Chiesa, soprattutto in quello di Giovanni Paolo II - è funzionale poi a tabuizzare qualsiasi comportamento che non vi risponda perfettamente. Ma la relazione si realizza tra luci e ombre, quello che conta è la capacità di vivere con livelli di comunicazione sempre più profondi, sapendo che esiste sempre un grado di incomunicabilità o di solitudine mai radicalmente superabile.

Ciò naturalmente ripropone la domanda: ma la relazionalità non si sviluppa soprattutto nella relazione eterosessuale, dove l'umano si presenta nella dualità che in qualche misura lo connota originariamente? Certo in molte relazioni eterosessuali non ci sono le condizioni di relazionalità autentica, e, d'altro canto, esistono limiti connaturati alla relazione omosessuale, per esempio l'impossibilità di una espressione di sè in una fecondità procreativa. Essi però non vanno assunti, io credo, come criteri ultimi, decisivi, di valutazione dei comportamenti.

Io credo che per affrontare dal punto di vista etico la questione omosessuale bisogna collocarsi sul terreno della ricerca e dello sviluppo della vera identità. Ciascuno di noi è chiamato a trovare la sua identità, attraverso forme di pacificazione interiore che avvengono nella misura in cui ci si riconosce davvero fino in fondo nella propria condizione, sia essa eterosessuale od omosessuale, abbandonando ogni forma di colpevolizzazione. Quello che conta è alla fine l'accettazione della propria identità e lo sviluppo di una sessualità matura, che è tale nella misura in cui non si va nella direzione della strumentalizzazione dell'altro nei rapporti, ma si privilegia - naturalmente non in senso esclusivo, poichè nell'ambito umano non esiste la pura gratuità, altrimenti saremmo Dio - l'atteggiamento di donazione, di rispetto, di attenzione all'altro e alle sue dinamiche soggettive e la ricerca di forme di linguaggio che sappiano dare contenuto espressivo autentico al rapporto comunque esso si realizzi, purchè sia incentrato su prospettive di crescita relazionale e obiettivi, anche ideali, di comunicazione.

Giannino Piana

(sacerdote, docente di Teologia morale )

ROMA

 Domenica 14 novembre partecipo alla festa dei 20 anni di attività del gruppo Nuova Proposta di omosessuali e lesbiche cristiani. Per informazioni: 339.2291714

MONCALIERI

Martedì 2 novembre alle ore 20,45 ci incontriamo per avviare una riflessione su “La preghiera nella Bibbia e nella vita”.
Per informazioni: Pina 011/641087

sabato 30 ottobre 2010

MA E' PROPRIO VERO?

Riporto da L’Unità di martedì 26 ottobre alcune righe dello scienziato Peter Atkins su fede e scienza:

“Due caratteristiche fondamentali distinguono la scienza dalla religione. Una è il suo modo di operare: il suo fare affidamento su esperimenti pubblicamente accessibili, in contrasto con la religione che si affida a introspezioni personali. Mentre la scienza si affida ad esperimenti, la religione si affida ai sentimenti. Mentre la scienza è meticolosamente oggettiva, e quindi un’osservazione falsa viene rapidamente sottoposta a riscontro mediante sfilze di dati pubblicamente accessibili, la religione coglie dell’osservazione qualche frammento e, se questo tocca una corda emotivamente significativa, lo ingloba nella sua fabbrica di credenze. Altra caratteristica distintiva della scienza è la sua attitudine mentale: la sua visione ottimistica per cui la struttura fondamentale della realtà possa essere scoperta e resa comprensibile. La religione invece parte dal pessimistico assunto che l’origine prima sia intrinsecamente inconoscibile e che il cervello umano sia troppo debole per giungere a una piena comprensione. La scienza rispetta le capacità umane mentre la religione le disprezza.”.

Le mie osservazioni critiche non si prefiggono di difendere la religione o la fede, ma di mettere in evidenza che il nostro scienziato ha della religione la conoscenza da catechismo di prima comunione.

Che “la religione disprezzi le capacità umane” è un’affermazione che ha del ridicolo per chi conosce anche solo gli ultimi 50 anni di teologia femminista, di teologie della liberazione, della critica biblica, dell’impresa ermeneutica.

Il nostro scienziato parla della religione come se si trattasse di una realtà monolitica. È davvero penoso il fatto che uno scienziato entri con simile ignoranza dei dati culturali di un’esperienza e ne parli “in bianco e nero” senza la minima consapevolezza del variegatissimo fronte delle ricerche bibliche, teologiche ed ermeneutiche. Già un semplice sguardo storico rende più stimate talune affermazioni.

La tracotanza e l’arroganza sono sempre parenti dell’ignoranza. Il nostro Autore forse non conosce nemmeno 100 dei 280.000 studi che trova catalogati negli ultimi 10 anni su religione e scienza in tutte le aree del pianeta. Ma così va il mondo... il delirio di certezza e la dogmatica non contaminano solo le religioni.

GRUPPI BIBLICI A TORINO

·         Venerdì 5 novembre alle ore 18 in V. Principe Tommaso 1 presso la Libreria Claudiana incontro su “La preghiera nel Pentateuco”.

·         Giovedì 18 novembre alle ore 20,15 in V. San Pio V, 17b proseguiamo la lettura del Vangelo di Giovanni al capitolo 11.

·         Venerdì 19 novembre dalle 18 alle 19,30 in V. Principe Tommaso 1 presso la Libreria Claudiana incontro su “La preghiera nei libri storici”.

·         Domenica 28 novembre dalle 10,30 alle 15 incontro della “comunità nascente” in V. San Pio V, 17. Accoglienza, celebrazione eucaristica, pranzo autogestito, programmazione.

LA SCALA DI GIACOBBE:PINEROLO

 L’incontro del gruppo è fissato per sabato 13 novembre alle ore 17 nella sede della comunità. Dialogheremo su “Percorsi verso una fede adulta” partendo da una proposta iniziale.  L'incontro è  come sempre aperto alle persone interessate

PINEROLO

 Lunedì 22 novembre nella sede della comunità alle ore 10 mettiamo insieme le riflessioni e le emozioni che ci ha regalato la lettura di Elogio dell’amore imperfetto  di Lidia Maggi che abbiamo letto singolarmente.

NEMICI DELLA PACE

"Le ruspe si sono rimesse in moto nelle colonie ebraiche della Cisgiordania, e rischiano di rendere ancora più difficoltoso il già complicato negoziato di pace tra israeliani e palestinesi. A confermarlo sono i dati di un rapporto reso noto ieri in Israele, secondo cui - ad appena tre settimane dalla fine della moratoria edilizia imposta per 10 mesi negli insediamenti e scaduta il 26 settembre scorso - i nuovi alloggi di cui è già iniziata la costruzione sono ben 544." (Repubblica, 22 ottobre)

venerdì 29 ottobre 2010

UN’AVE MARIA COME INNO

Riporto da "Il Venerdì" del 22 ottobre uno scritto di Giampiero Cazzato che svela a che punto di "laicità" (!!!) siamo arrivati.

"Ignazio di Lodola lo insegna: dalla divisa al saio il passo è breve. A pensarla come il fondatore dei Gesuiti è il capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria Franco Ionta. È a lui che si deve la scelta del nuovo inno della polizia penitenziaria, le cui note sono risuonate per la prima volta a maggio, alla celebrazione annuale del corpo. Niente più marcette e squilli di tromba, ma un salmo di contrizione che pare uscito, dritto dritto, dal Concilio di Trento.

L'inno – il testo è del maestro Giuseppe Marcucci, paroliere, tra gli altri, di Amedeo Minghi – s'intitola Siam tutti figli tuoi. Eccone un assaggio: «Io affronterò la vita mia in sacrificio, patto d'onestà e, Tu che puoi, ricorda che nel dolore siamo tutti figli tuoi… Prega per me Santa Maria, riempimi d'amore e così sia…».

In poche righe c'è la violazione della Costituzione, il misconoscimento della separazione tra Stato e Chiesa e la discriminazione nei confronti delle altre confessioni religiose. Il decreto che sancisce l'adozione del nuovo inno porta la firma del ministro Alfano e tra le sue motivazioni c'è quella di «offrire un prodotto artistico» consono al Paese e alle sue «tradizioni».

Grande è stata la commozione di Ionta nel presentare la composizione, le cui parole, ha sostenuto, «esprimono un impegno e un'invocazione». E altrettanto grande l'imbarazzo della polizia penitenziaria: «È un inno che non ci fa onore» dice il segretario del sindacato Sappe Donato Capece «e che abbiamo contestato dal primo momento. È assolutamente da cambiare». E la sua è qualcosa in più di una preghiera".

CHE PAESE....

Mentre le carceri italiane sono in larga parte fuori legge, cioè fuori dalle regole previste da precise normative; mentre i rifiuti crescono in tutta la Campania e altrove; mentre l’edilizia attraversa una crisi senza precedenti; mentre il precariato aumenta giorno dopo giorno… che cosa fa il nostro governo? Pensa esclusivamente a salvare il premier dai processi.

Berlusconi è un affarista che ha dimenticato che il governo non ha lo scopo di servire le sue aziende: lo dice la Costituzione.

LA SARDEGNA AL CENTRO

Al centro della lotta per il lavoro si collocano da alcuni mesi i pastori della Sardegna, sostenuti dai sindaci di parecchie città.

Il governo non dà né risposte né risorse alla loro attività che è centrale per la vita e lo sviluppo di tutta l’isola… Non ci sono solo le speculazioni edilizie in mano alla destra. La vita dei cittadini è un’altra cosa.

COME SEMPRE: LA GERARCHIA CATTOLICA E' REAZIONARIA

A pochi giorni dal ballottaggio per le presidenziali in Brasile il papa chiede con forza ai vescovi e all'elettorato cattolico  un voto contro aborto ed eutanasia. Si tratta di una pressione vaticana ufficiale contro Dilma, la candidata di Lula e della sinistra. Ancora una volta la chiesa cattolica ufficiale (che non va confusa con la totalità dei cattolici) si schiera ideologicamente e politicamente con le forze più conservatrici del Brasile e con le chiese fondamentaliste e reazionarie.
La gerarchia cattolica è sempre più lontana dal vissuto del popolo e dalla esigenza di tutelare la vita delle persone fuori da ogni ideologizzazione e da ogni proclamazione di principi assoluti ed astratti.

BERLUSCONI AL COLLE?

 Se non stiamo attenti Berlusconi ce lo troviamo presidente della Repubblica. Venderebbe un pezzo d’Italia a Putin, uno a Gheddafi e uno a Bossi. Ci troveremo a scegliere in quale “proprietà” collocarci.

Siamo ancora in tempo a bloccare questa sciagura. Un “commerciante”, anzi un affarista squilibrato alla Presidenza della Repubblica piacerebbe solo al Vaticano con il quale gli affari continuerebbero allegramente.

 

NICHI VENDOLA

 Un discorso chiaro quello di Vendola a conclusione del congresso di “Sinistra - Ecologia - Libertà”. Direi più un manifesto di intenti che un progetto politico.

Altrettanto limpida (perché vera e vissuta) la sua fede in Dio, dichiarata senza reticenze e senza invocare la “società cristiana”, come fanno gli atei devoti tanto cari al vaticano.

“Voglio parlare con la chiesa”: anche questo intento è apprezzabilissimo, specialmente se si mette subito sul piatto la questione dei matrimoni gay.

Ma Vendola stia attento: è meglio parlare ai cattolici che alle gerarchie cattoliche che, tramite l’UDC di Casini e Buttiglione (due probabili cardinali), gli hanno già fatto sapere che troverà tante porte chiuse.

Ma c’è dell’altro che vorrei dire a Vendola che tanto stimo e apprezzo: “sei un poeta e hai idee innovative, ma forse stai compiendo qualche cedimento alla retorica e stai disegnando un quadro politico che non ha i numeri per camminare anche dentro le istituzioni.

giovedì 28 ottobre 2010

NAPOLITANO BLOCCA IL "MOSTRO" ALFANO

L’ignoranza della Costituzione e la sua palese violazione da parte del governo ha trovato l’opposizione ferma e documentata sul piano giuridico del Presidente della Repubblica. Ancora una volta Napolitano dimostra il suo livello morale e la sua adesione al dettato costituzionale. E’ l’opposto di Berlusconi, ormai ossessionato dalla ricerca dei suoi interessi personali e dalla preoccupazione di evitare i processi a suo carico.

DATE E MENZOGNE

Mentre i solerti lacchè eletti e pagati per rappresentare gli italiani si occupano di risolvere i problemi del Capo nel paese reale, al solito, l’umanità è presa da altro. La spazzatura della camorra sommerge Napoli. La guerriglia di Terzigno, derubricata dal premier a “fenomeno locale”, è alle barricate.

Bossi evoca morti. Il tentativo di addossare la responsabilità ai sindaci è respinto al mittente, con dovizia di dettagli, da Rosa Russo Iervolino. Del resto è (anche) sulla soluzione dell’emergenza rifiuti in Campania che B. ha impostato e vinto la sua campagna elettorale. Promesse e bugie. Eccone alcune. “Sarò a Napoli tre giorni alla settimana e resterò lì ad operare fino alla certezza dell’avvio concreto della soluzione del problema”, Ansa, 14 aprile 2008. “Tornerò a Napoli con continuità, per monitorare l’azione del sottosegretario e per confermare che lo Stato c’è”. Ansa, 21 maggio 2008. “A chi mi chiede se a Napoli tornerà ancora l’emergenza rifiuti io dico: no. Non si tornerà alla situazione precedente”. Ansa 28 agosto 2008. Ieri, infine: “Prevediamo che in dieci giorni la situazione possa tornare nella norma”. Dieci giorni, cominciate a contare. (Concita De Gregorio). 

COMMENTO ALLA LETTURA BIBLICA

                            GESU’  E  LO  STROZZINO

[1]Entrato in Gerico, attraversava la città. [2]Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, [3]cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura. [4]Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là. [5]Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». [6]In fretta scese e lo accolse pieno di gioia. [7]Vedendo ciò, tutti mormoravano: «E' andato ad alloggiare da un peccatore!». [8]Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto». [9]Gesù gli rispose: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch'egli è figlio di Abramo; [10]il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto». Luca 19:1-10

Ho sempre letto con un pizzico di diffidenza questa pagina del Vangelo di Luca perché nella mia vita ho constatato che chi è “molto ricco” è refrattario alla conversione.

Questo Zaccheo  che dà ai poveri la metà dei suoi beni e che restituisce quattro  volte tanto  ciò che ha rubato, mi è sembrato un  “caso unico” o una bella favola….

In realtà mi sono lasciato depistare e fuorviare da alcune mie constatazioni.

Il brano, invece, ci apre ad una realtà incontestabile e ad una fiducia estrema: l’incontro con Gesù e il suo messaggio può cambiare la direzione di una vita. Parecchie persone, incontrando Gesù, avevano radicalmente cambiato vita. Luca, parlando alla sua comunità, riprende la memoria del passato per tenere aperta questa possibilità davanti ai fratelli e alle sorelle che con lui cercavano di seguire il cammino di Gesù. Dunque, incontrare Gesù può voler dire non mettere un po’ di vernice nuova su una parete vecchia, ma costruire una parete nuova, una esistenza radicalmente nuova.

Questo succede ancora oggi: ad una “vocazione” radicale può seguire una risposta altrettanto radicale.

DUE IMPURITA’

A dispetto del suo nome che in ebraico significa “puro”, Zaccheo era capo degli esattori delle tasse e per giunta molto ricco.

 Il compito di raccogliere le tasse, in ogni area geografica, veniva normalmente assegnato ad una persona ricca e potente, il più delle volte a qualcuno che non fosse nativo della regione. Egli, a sua volta, divideva l’area assegnata in distretti con dei capi esattori che, a loro volta, utilizzavano persone del luogo per la raccolta vera e propria. Il sistema permetteva di raccogliere somme superiori a quelle da inviare al governo. Le porte della corruzione, dunque, erano molto ampie” ( F. Craddock).

Collaborazionista con la dominazione romana e molto ricco, Zaccheo era un peccatore pubblico, escluso dalla sinagoga e tagliato fuori dal tessuto sociale, una persona il cui contatto era da evitare perché rendeva impuri.

Gesù, in aperto contrasto con le regole vigenti, non solo dà attenzione a questo impuro e strozzino, ma si invita a casa sua. Qualcosa di peggio di una trasgressione, di uno scandalo. Il nazareno ha saltato il fosso da “amico dei pubblicani e dei peccatori” (7,34). Un proverbio medio-orientale suona così: “Li ho visti a tavola e ho capito chi sono”. La tavola è il segno della vicinanza, del superamento della “separatezza”, il luogo in cui ci si mette alla pari. E poi….varcare la soglia di casa di un “impuro”…voleva dire collocarsi dalla sua parte, accettarlo.

Il messaggio non  ha bisogno di tante spiegazioni. I benpensanti mormoravano… Non avrebbero avuto nulla da ridire se Gesù si fosse invitato  a casa  del capo della sinagoga o di qualche signorotto locale.

Luca sembra ricordare alla sua comunità, forse tentata di ammorbidire l’insegnamento del maestro, quali sono i “luoghi” del regno di Dio.

Nei secoli le chiese hanno preferito i puri e, se hanno pranzato con i ricchi, lo hanno fatto per concordare affari (vedasi lo IOR o banca vaticana) e non certo per “dare ai poveri il doppio…”

Gesù continua oggi come ieri a “parlare”al cuore di tante persone dichiarate  “impure” dalle gerarchie ecclesiastiche e dalle convenzioni sociali. La nostra chiesa ha cambiato tavolo e ha cambiato convitati. Questa è la tragedia del cattolicesimo ufficiale. Certo, Dio rompe ogni argine e sa  penetrare  nei cuori senza escludere nessuno, ma io Lo ringrazio ogni giorno perché ho potuto vivere tutto il mio ministero  in compagnia degli “impuri”, dei “peccatori”. E’ stata l’esperienza decisiva che più mi ha aiutato ad aprirmi almeno un poco al messaggio di Gesù e a non rinchiudermi nell’orticello paludoso dei puri, dei buoni, dei pii.

LA CONSEGUENZA

Il coraggio di Gesù, anzi la sua risposta alla chiamata di Dio, lo avvicinarono sempre di più al mondo  dei maledetti, degli emarginati, degli impuri, delle donne di strada, delle persone senza onore e senza storia.

Chi si avvicina davvero agli emarginati  e fa sua la loro lotta e le loro speranze, diventa egli stesso emarginato. Spesso succede che chi “si occupa dei poveri” abbia successo e diventi ricco…ed allora c’è qualche inganno…

Per ciascuno/a di noi l’indicazione è precisa: bandire le “tavole” dei benpensanti e “sporcarsi “ con gli impuri nella chiesa e nella società. Certo, la “buona notizia” dell’amore di Dio è per tutti, nessuno/a escluso/a. Ma  Gesù è partito dai marginali, dai “peccatori e pubblicani” e noi cristiani spesso continuiamo a tenerci a distanza o a guardare dall’alto in basso gli impuri. Dobbiamo cambiare strada perché sono ancora gli “impuri” che raccolgono con gioia il messaggio del Vangelo e maturano decisioni concrete di cambiamento e

FACCIA TOSTA E INTERESSI PRIVATI

" La magistratura è una malattia della nostra democrazia, dobbiamo assolutamente cambiare l'ordine giudiziario, non lascerò la politica finchè un cittadino non potrà andare davanti a un giudice che sia veramente imparziale" ( Silvio Berlusconi).
E' ossessionato dalla paura di dover comparire davanti ad un giudice, come dovrebbe, per rendere conto delle sue malefatte.

CORSO DI TEOLOGIA DEL PLURALISMO

Segnalo fin d’ora il secondo incontro di Teologia del pluralismo religioso per sabato 27 novembre alle ore 15,30 in V. Buozzi 2 a Torino presso il Colegio de Salamanca nei pressi della stazione ferroviaria di Porta Nuova.

PINEROLO: DOMENICA 31 OTTOBRE

 Domenica 31 ottobre alle ore 10 celebriamo l’eucarestia per chi non partecipa all’incontro nazionale delle comunità cristiane di base nella sede della comunità in Corso Torino 288.

MONCALIERI

Martedì 2 novembre alle ore 20,45 il gruppo di riflessione biblica e teologica si trova con me per una serata di confronto su "La preghiera".

Per informazioni Pina 011/641087.

mercoledì 27 ottobre 2010

IMPARIAMO DA QUESTO CAVALLO....

Un giorno, il cavallo di un contadino cadde in un pozzo, non riportò alcuna ferita ma non poteva uscire da lì con le sue

proprie forze...Per molte ore l'animale nitrì fortemente, disperato, mentre il contadino pensava a cosa avrebbe potuto fare...Finalmente il contadino prese una decisione crudele: pensò che il cavallo era già molto vecchio e non serviva più a niente e anche il pozzo ormai era secco ed aveva bisogno di essere chiuso in qualche maniera...Così non valeva la pena sprecare energie per tirarlo fuori dal pozzo...Allora chiamò i suoi vicini perchè lo aiutassero a interrare vivo il cavallo...Ciascuno di essi prese una pala e cominciò a gettare della terra dentro il pozzo...Tuttavia, con sorpresa di tutti, dopo che ebbero gettato molte palate di terra, il cavallo si calmò...Il contadino guardò in fondo al pozzo e con sorpresa vide che ad ogni palata di terra che cadeva sopra la schiena, il cavallo la scuoteva, salendo sopra la stessa terra che cadeva ai suoi piedi...Così, in poco tempo, tutti videro come il cavallo riuscì ad arrivare alla bocca del pozzo, passare sopra il bordo e uscire da lì, trottando felice...

La vita ti getta addosso molta terra, tutti i tipi di terra, soprattutto se tu sei già dentro un pozzo...Il segreto per uscire dal pozzo è scrollarsi la terra che portiamo sulle spalle e salire sopra di essa...

Ciascuno dei nostri problemi è un gradino che ci conduce alla cima...Possiamo uscire dai buchi più profondi se non ci daremo per vinti...Adoperiamo la terra che ci tirano per fare un passo verso l'alto...


LA POLITICA DEGLI USA



La guerra Iran-Iraq.   

Torna alla ribalta lo scacchiere delle guerre nel Vicino Oriente; di Bush non si sente più parlare, neanche da parte del suo dichiaratissimo amico fraterno Silvio Berlusconi. Nulla risulterebbe chiaro se non si parte dalle remote origini dello stato di perenne conflittualità, che iniziò con la guerre Iran-Iraq; guerra che non interessava nessuno dei due contendenti, ma solo gli USA, sia per le forniture by-partisan, a entrambe i contendenti, da parte degli USA, tramite il Pentagono, per cui avrebbero avuto nelle mani le sorti del conflitto, sarebbe bastato (come bastò) rallentare le forniture ad una delle parti per far pendere le sorti conflittuali dalla parte che maggiormente avrebbe rappresentato gli interessi delle lobby sioniste e americane.

*********
Nel 1986, per i servizi resi agli USA nella guerra contro l’Iran, venne conferita a Saddam Hussein la cittadinanza onoraria di Detroit, la capitale mondiale dell’automobile. (N.d.R.)
Trattandosi di un riconoscimento ufficiale ad un capo di Stato estero, tale onorificenza fu approvata e avallata dalla Casa Bianca.
La guerra Iran-Iraq non era nelle intenzioni e nell’interesse di Saddam.
La caduta del regime dell’ultimo scià fu l’esito di un programma di penetrazione nello scacchiere medio-orientale, organizzato dagli USA. Tutte le nazioni mediorientali e i Paesi del Golfo avevano accordi con la ARAMCO (Arab Amarican Oil Company), gigante petrolifero, dedito allo sfruttamento dei pozzi di petrolio. Si trattava di accordi-capestro e lo scià li stava compromettendo siglando accordi più favorevoli con l’ENI di Enrico Mattei. Mattei fu eliminato da un “incidente” aereo, e il giornalista De Mauro, che aveva individuato la pista di quell’incidente in accordi tra la mafia siciliana e quella americana, quest’ultima foraggiata dalla CIA, sparì sotto i colpi della lupara bianca.
Gli USA sapevano bene che a succedere allo scià sarebbe stato l'ayatollah Komeini, ma questo li impensieriva molto meno dei contratti sottoscritti tra lo scià e Mattei. Komeini poteva essere combattuto più facilmente di uno scià alleato con una potenza occidentale.
Il problema dello stato teocratico di Komeini diventò urgente quando l’ayatollah promise una lotta senza tregua contro il grande Satana (gli USA) e contro l’Unione Sovietica; i primi perché protettori di Israele e dell’Arabia Saudita, i secondi perché patria dell’ateismo e del materialismo. L’Occidente, con a capo gli USA, non poteva preventivare un intervento diretto, per cui fu stimolato ad intervenire un vicino dell’Iran che non nutriva grande simpatia per lo stato teocratico di Komeini.
Saddam in politica interna aveva eliminato il partito comunista iracheno e aveva anche eliminato l’ala estremista del partito Ba’at. Per queste sue scelte, Saddam ottenne dagli USA e dal Regno Unito quel trattamento di solito riservato alle nazioni amiche.
Erano inoltre in pericolo i piccoli e ricchissimi staterelli degli emiri e degli sceicchi, che avevano legittimazione internazionale solo perché riconosciuti dagli angloamericani.
Saddam venne blandito in tutti i modi; gli stessi sceicchi ed emiri sventolarono i loro portafogli, cosa alla quale Saddam non era stato mai insensibile. Gli emiri e gli sceicchi non contavano molto sul sostegno degli USA: se  avevano  eliminato  lo  scià di Persia, perché avrebbero dovuto continuare a sostenere i loro privilegi ? Paventarono anche la possibilità che gli Sciiti, in maggioranza in Iraq, potessero minacciare una rivolta contro lo stesso Saddam. La poetessa del Kuwait, appartenente alla famiglia degli emiri al-Sabah, che controllava il piccolo, ma ricchissimo angolo del Vicino Oriente, il Kuwait,  cantò le lodi di Saddam indicandolo come “la spada dell’Islam”
La guerra Iran-Iraq durò 8 anni, fra alterne vicende. Nel 1982 una offensiva iraniana aveva portato alla riconquista di tutti i territori precedentemente occupati dalle truppe di Saddam. Il rais fu isolato dai capi del partito Ba’at, che chiesero all’Iran di Komeini il cessate il fuoco, accettando tutte le richieste iraniane. Fu Komeini ad opporsi, temeva che fermare la rivoluzione islamica avrebbe potuto condurre al suo fallimento e volle continuare la guerra. Saddam eliminò l’opposizione interna; la flotta statunitense intervenne in maniera forte e decisa, attaccò e distrusse la flotta iraniana; per dare maggiore vigore alla loro attiva presenza gli alleati angloamericani, con una azione terroristica, abbatterono anche un aereo delle linee aeree civili iraniane pieno di passeggeri. Komeini comprese che dietro Saddam c’era la potenza degli USA e del Regno Unito e chiese la pace senza condizioni. Gli USA, però, consentirono la sopravvivenza del regime teocratico di Teheran, perché tale sopravvivenza significava, per Komeini e i suoi stretti collaboratori, la perdita del mantello dei martiri; non potevano rimproverare niente a nessuno che non si ritorcesse contro di loro.
Nel corso delle ostilità Iran-Iraq morirono oltre due milioni di musulmani.

Rosario Amico Roxas

martedì 26 ottobre 2010

MARCHIONNE

Marchionne mostra il suo volto. Dopo aver succhiato i soldi dello Stato, ora se ne vuole andare un po' pompato da alcuni relativi e transitori successi della FIAT oltre oceano. Ma vedremo che non se ne andrà perché qui la FIAT si è fatta i soldi…È una minaccia puramente verbale.

SINODO SUL MEDIO ORIENTE

Dopo la gaffe della lettura fondamentalista del Corano, compiuta da un vescovo libanese che non si è ancora accorto che i testi vanno letti in modo storico-critico e che l’interpretazione è un fatto decisivo, i padri sinodali hanno presentato al papa alcune “proposte” (propositiones) anche coraggiose sull’operato del governo israeliano e l’occupazione dei territori palestinesi.

Ora la diplomazia vaticana lavorerà per cestinare ogni espressione profetica e non guastare le buone relazioni con il governo d’Israele. I vescovi si troveranno un “documento conclusivo” stemperato, generico, diplomatico … di “fattura vaticana”

FACINOROSI

Per il TG1 la protesta contro l’inquinamento ambientale in Campania è fatta, organizzata e condotta dai soliti facinorosi.

Così sono definiti i cittadini ai quali si vuole negare la legittimità della protesta.

 

INDIFFERENZA ED ABBANDONO

MACELLERIA CARCERARIA
Amami quando lo merito di meno, perché sarà quando ne ho più bisogno (Catullo)
Dall’inizio dell’anno i suicidi in carcere sono 55 … e nessuno ne parla.
Molte persone aldilà del muro di cinta si domandano perché molti detenuti si
tolgano la vita.
Invece molti detenuti al di qua del muro si domandano quale motivo hanno per
non togliersi la vita.
La verità è che la morte in carcere è l’unica cosa che può portare un po’ di
speranza, amore sociale e felicità, perché quando ti togli la vita hai il vantaggio di
smettere di soffrire.
Una volta il carcere era solo una discarica sociale, ora è diventato anche un
cimitero sociale.
E da un po’ di anni a queste parte la cosa più difficile in carcere non è più morire,
ma vivere.
I detenuti in carcere vengono controllati, osservati, contati, ogni momento del
giorno e della notte, eppure riescono facilmente a togliersi la vita.
Diciamo la verità: i detenuti non sono amati e non importa a nessuno se si tolgono
la vita.
Ormai le persone perbene si voltano dall’altra parte, mentre altri fanno finta di
non vedere quello che vedono.
Diciamoci la verità: questo accade perché la grandissima maggioranza della
popolazione detenuta è costituita da individui disperati, poveri cristi, immigrati,
tossicodipendenti, disoccupati e analfabeti.
Persone di cui non importa a nessuno.
Eppure di questa “gentaglia”, di questa “spazzatura umana” non andrebbe
buttato via nulla, perché con lo slogan “Tutti dentro” e “Certezza della pena” i
partiti più forcaioli vinceranno le prossime elezioni.
Nella stragrande maggioranza dei casi la morte in carcere è la conseguenza di un
comportamento passivo e omissivo dello Stato, che scaraventa una persona in
una cella, la chiude a chiave e se ne va. Eppure l’eutanasia in Italia è proibita.
Lo Stato non fa nulla per evitare la morte in carcere, non per niente l’Italia è il
Paese più condannato della Corte Europea dei Diritti Umani.
Carmelo Musumeci
Carcere Spoleto, ottobre

lunedì 25 ottobre 2010

LA SPUDORATEZZA DI BERTOLASO

E’ ancora lì da anni… Lui sta al suo posto e i rifiuti anche… Sembra impossibile la sua “sicumera”, la sua sfrontatezza. Continue rassicurazioni e continui proclami e poi … nulla di fatto.

Questi sarebbero i servitori dello Stato che il Berlusconismo ci regala. Alla incompetenza si aggiunge l’arroganza e soprattutto … è garantita una montagna di soldi per il proprio portafoglio.

Questi sono i veri depredatori d’Italia … come Capezzone, Bondi e Cicchito.

ANTIGUA: SCRIVE LUIGI CANCRINI

Ci metterà mai piede Berlusconi nella sua villa di Antigua? Il primo pensiero che ho avuto guardando in Tv le immagini di questo scempio edilizio sull'isola caraibica è quello relativo alla sua totale, anonima inutilità e alla noia di quelli il cui piacere (bisogno) fondamentale sta nell'accumulo dei beni e dei consumi. Fosse stato un uomo normale, mi dico, avrebbe potuto, con venti milioni di euro, dare un contributi simbolico alla lotta contro la fame nel mondo, costruire un ospedale o delle scuole in Africa, legare il suo nome a qualcosa di vivo, che gli restituisca affetto e gratitudine dando senso alla sua vita. Ha scelto il cemento e il vuoto, ancora una volta, continuando ad accumulare le ville con la stessa cieca, ossessionante, malinconica ripetitività con cui l'Avaro di Molière accumula i suoi possedimenti e le sue monete d'oro. Dandoci una dimostrazione interessante della solitudine in cui questa sua aridità lo costringe: una solitudine che lui forse cerca di alleviare facendo un acquisto dopo l'altro. Di società, di ville e di persone attratte dal suo denaro e di cui è costretto a circondarsi giorno dopo giorno.

OPERAIO ALBANESE

La sua morte, decide una donna giudice del tribunale di Torino, merita un risarcimento dieci volte di meno se l'operaio è straniero. Questa volta è toccato ad un albanese.
La sentenza verrà impugnata perchè contraria alla norma stabilita dalla Cassazione nel 2006, ma intanto è il segno del nostro progressivo imbarbarimento.

L'ALLEANZA TORTURATRICE

>>In Iraq ormai come in Afghanistan le truppe dell'alleanza, americani in testa, sono soprattutto dedite alla tortura dei civili e dei prigionieri.
>>E parlano ancora di missione di pace.

domenica 24 ottobre 2010

IN SETTIMANA

Parteciperò domani lunedì 25 alle ore 10 al gruppo biblico della comunità di base nella sede della comunità stessa.
Leggiamo la Lettera ai Romani.
Alle ore 21 parteciperò nelle sede del FAT (Vicolo carceri 1) al gruppo di lettura del Vangelo di Marco.

Mercoled 27 ottobre svolgerò il servizio di predicazione alle liturgie penitenziali delle 15 e delle 21 nella parrocchia pinerolese di San Lazzaro.


"GIORNATE DI BENEDIZIONI"

Sabato 23 a Pinerolo nella sede della comunità cristiana di base ho incontrato in orari diversi tre piccoli gruppi di omosessuali e lesbiche da Pordenone, da Genova e verso  sera "La scala di Giacobbe".
Penso spesso che il mondo ha tante brutture, ma è anche pieno di belle persone che percorrono strade di amore, di tenerezza e di fiducia in Dio. Spesso deluse dalla chiesa come istituzione, non abbandonano il cammino di fede, ma ne rinnovano profondamente la qualità. Si tratta, in questi casi, di elaborare in positivo lo scandalo che proviene dall'ufficialità ecclesiastica e prendere coscienza che esiste un modo liberante di vivere la  fede, incentrato nella pratica dell'insegnamento di  Gesù.
La comunità nascente di Torino ( Via San Pio V 17) ha vissuto la domenica 24 ottobre con la gioia proveniente dalle persone nuove che cercano Vangelo e solidarietà.
Da Frosinone sono giunte dopo 8 ore di viaggio.......Le ore dell'incontro sono volate via: dialogo, celebrazione eucaristica , pranzo condiviso. Tutti questi incontri sono sempre aperti alle persone interessate, come da molti anni ribadiamo.
Una comunità cristiana si costruisce nel piccolo,quotidiano ed appassionato lavoro di ascolto, di proposta, di accoglienza. Il Vangelo è sempre più vivo: è parola che chiama alla vita.

“MONNEZZA”

Pur di non farci parlare in tv del ritorni della "mondezza" a Napoli, del terremoto, dei rapporti mafia-politica si preferisce tenere le grandi star fuori dalla Rai. Conosce un altro Paese dove Benigni, Abbado spaventano le burocrazie televisive? Roberto Saviano, 19 ottobre

STAINO

IL RICONTEGGIO

DELLE SCHEDE

IN PIEMONTE NON PUO'

AVERE VALORE RETROATTIVO

 

IL LODO

ALFANO

SI'

LA RIVOLTA DEL POPOLO DI FINI CORRE SUL WEB “SIETE LA STESSA PASTA”

Il popolo della rete vicino a Fli non ha gradito la norma del Lodo Alfano che prevede la sospensione dei processi cominciati prima del conferimento del mandato. Il profilo di Filippo Rossi, direttore di Farefuturo web magazine, su Facebook è stato preso d'assalto da simpatizzanti che hanno attaccato l'appoggio di Fli alla norma. Alle iniziali critiche giunte, anche sul voto che nega l'autorizzazione contro Lunardi, Rossi ha tentato di rispondere: «Su Lunardi sono perplesso come Granata. Sul Lodo è quello che i finiani hanno sempre detto. Si può non essere d'accordo e lo capisco. ma non c'è novità».
Evidentemente la spiegazione non è parsa sufficiente: «Filippo - scrive aggressivo Giuseppe - Fini è un quaquaraqua…! Ma questa non è una novità, è storia». Gli fa eco Alessandro: «quasi dimenticavo che siete alleati di Berlusconi da vent'anni, e anche tutt'ora». «Il sogno è durato poco... siete la stessa pasta, solo di due marche diverse...ma cambia solo quella», ha scritto Antonio. Più rispettosi ma non meno delusi tutti gli altri commenti (da L'unità, 20 ottobre).

sabato 23 ottobre 2010

RESISTERE RESISTERE RESISTERE


Una nuova Resistenza !!!   

 

I provvedimenti di questo governo dimostrano la volontà di operare “contro” la fascia più bisognosa della popolazione per favorire se stesso e quella già opulenta che ruota intorno al liberismo del cavaliere.

Non rispondono delle truffe perpetrate con i falsi in bilancio, evadono il fisco, sfruttano il lavoro incrementando le “morti bianche” che lo stesso cavaliere identifica come fatalità, mentre lo stesso premier si occupa prioritariamente delle leggi che dovrebbero salvaguardarlo  dal subire le condanne che i suoi reati meritano.

Dall’altra parte c’è la grande massa dei lavoratori, degli operai, dei dipendenti a reddito fisso, minacciati di licenziamento, e costretti a lavorare in uno stato di sotto-occupazione.

Abbiamo ascoltato  l’invito/ricatto del capo di questo governo: dovete consumare, altrimenti impoverite i ricchi e perderete il posto di lavoro.

Nasce da qui la sola alternativa difensiva che rimane al popolo dei maltrattati: una nuova Resistenza.  Ma con le sole armi di cui si dispone:  il dissenso.

Vogliono che si consumi il più possibile, anche indebitandoci ?  Allora risparmiamo, evitiamo il superfluo e rispettiamo il necessario, prima che ci manchi l’indispensabile.

Evitiamo le spese nei supermercati, tranne che per gli acquisti delle offerte, senza cadere nella trappola dell’apparenza. Compriamo dai produttori il più possibile, ne guadagneremo in qualità e in economia.

Quei carrelli strapieni di futilità, di prodotti inutili e spesso dannosi, devono diventare l’incubo del passato; siamo diventati  i raccoglitori dei rifiuti, con formaggi riciclati dopo la scadenza e salumi con vermi, rigenerati.

I produttori che aspirano a sfruttare i consumatori devono arrendersi alla deflazione per mancanza di commercializzazione.

I consumatori devono riprendere l’abitudine di consumare ciò che serve, scegliendo i prodotti  della propria regione, diminuendo, tra l’altro, l’addizionale sui prodotti stessi che gravano a causa dei trasporti.  La maggior parte dei polli provengono dal Nord-Est d’Italia; si tratta di animali gonfiati con vitamine, antibiotici, integratori, il tutto a discapito della qualità quando non dannosi.

Anche le acque minerali  viaggiano con costi e disagi enormi per la viabilità e l’inquinamento che causano i mezzi su ruote, mentre le acque regionali vengono snobbate in obbedienza alla carica ossessiva della pubblicità.

Resistenza… per resistere al fascino dell’informazione suadente, per non cadere nella trappola della moda o delle abitudini che vengono proiettate come status di vita.

Disporre di venti case, e vantarsene non può diventare il sogno segreto dell’italiano medio, deve rimanere per ciò che è in realtà: una spacconata degna di un parvenu che affida al possesso e all’opulenza la sua dimensione umana, sociale, politica, imprenditoriale, non disponendo di altri argomenti più credibili.

 

Rosario Amico Roxas

 

FINI RIENTRATO NELLA CRICCA

Il voto di ieri in commissione Affari costituzionali mette fine a molti equivoci. Fini e i suoi si rivelano per quello che sono: un'opposizione di sua maestà a sovranità limitata. Finché si scherza si scherza, ma quando è in gioco il Lodo Berlusconi si torna ognuno nella propria casella, a difesa del corpo mistico del re. Ci sono in giro, nel Parlamento e nel Paese, troppe anime belle preoccupate della continuità della legislatura e del cosiddetto rispetto della volontà popolare espressa a suo tempo nel voto. Ha fatto bene Pierluigi Bersani a dire chiaro e netto che il Pd non ci sta. E che sul punto farà, se occorrono, le barricate.
Perché l'eguaglianza dei cittadini e il rispetto della Costituzione sono principi non commerciabili, che valgono assai di più di qualunque furbesco tatticismo parlamentare. Vedremo chi lo voterà, questo Lodo Berlusconi. E con che faccia si presenterà domani al giudizio degli italiani (Guido Melis).

IL RICATTO E’ VIOLENZA

Oggi siamo in piazza per manifestare a sostegno della Fiom e contro il governo. Personalmente ho aderito alla manifestazione senza esitare non solo per essere vicino ai lavoratori in un momento drammatico per il presente e il futuro loro e dei loro figli, ma anche per partecipare ad una lotta decisiva e dare futuro allo statuto di dignità e di sacralità dell'essere umano in quanto tale. L'attacco ai diritti dei lavoratori condotto in nome delle ragioni della prepotenza mercantile non è più questione politica, né sindacale o socio economica. È molto, molto di più. È questione che attiene al senso stesso della vita, alla dimensione etica e spirituale dell'esistenza umana. Le argomentazioni del padronato - fatte proprie anche da una parte delle rappresentanze sindacali e da politici disinvolti - si pretendono fondate sul buon senso, si qualificano come risposta alle trasformazioni dei rapporti di produzione e di scambio create dalla globalizzazione. In realtà si fondano su un assunto assiomatico che si vorrebbe asettico mentre è ideologico e spietato. La mondializzazione crea un mercato aggressivo? I finanzieri provocano la crisi che devasta le economie e le vite di milioni manipolando algoritmi separati dall'economia reale? Utilizzano i soldi pubblici per ricominciare i loro traffici di devastazione? Non c'è che una soluzione. I lavoratori scelgano: o il lavoro sottopagato con ritmi bestiali o i diritti. E se il mercato diventasse ancora più aggressivo quale alternativa verrebbe posta ai lavoratori, lavoro schiavistico o morte per fame? La contrapposizione alternativa fra diritti e lavoro sottende un carico di violenza ricattatoria contro l'essere umano. Chi condanna la violenza, anche nelle sue forme simboliche, dovrebbe essere in prima linea nel condannare una violenza che spoglia donne e uomini della dignità che costituisce il fondamento della loro identità (Moni Ovaia).

BARZELLETTE CHE NON FANNO RIDERE

Curzio Maltese scrive su Il Venerdì del 15 ottobre:

“Le barzellette di Berlusconi. Contro le donne, e si sapeva. Ora anche contro gli avidi ebrei, capaci da far soldi pure sull’Olocausto. Ci sarebbe anche la storia della bestemmia, ma quella, come ha spiegato quel sant’uomo del cardinal Fisichella, «va contestualizzata». Da secoli i vertici della Chiesa contestualizzano la violazione dei dieci comandamenti, in genere secondo criterio di censo. Provo a contestualizzare anche la barzelletta sugli ebrei. C’è un presidente del Consiglio che frequenta ormai quasi soltanto dittatori e si prepara a un’alleanza elettorale con fascisti dichiarati, oltre che con un partito xenofobo già al governo. Nel nome del comune disprezzo per la costituzione. In Senato il fascista Ciarapico insulta i simboli ebraici. I giornalisti del revisionismo da anni fanno l’elogio funebre dei “ragazzi di Salò”, servi delle Ss. Il premier ha spiegato più volte che Mussolini era una brava persona, che non ha mai fatto male a nessuno e al massimo spediva qualcuno in villeggiatura. Sul finale, molti in vacanza ad Auschwitz, ma quello se l’è dimenticato. Questo è il contesto. A me la barzelletta di Berlusconi non fa ridere. Ma fa paura. Guardando il contesto, penso che ce ne saranno molte altre. A differenza di Maroni, sono in grado di spiegare perché. E al posto del ministro dell’Interno ne sarei preoccupato almeno quanto dei fantasmi di Belpietro.”.    

LIDIA RAVERA SCRIVE

 “Oggi, tanto per cominciare, ho registrato un attimo di sollievo, leggendo del pranzo di Bersani con Vendola: tutte le volte che due esseri umani, appartenenti alla galassia del centrosinistra, cercano di convergere su un progetto invece che divergere su un dettaglio, è Festa Grande.” (L’Unità, 15 ottobre).

DIFFERENZA E DISUGUAGLIANZA

"Esiste una differenza fondamentale fra me e Silvio Berlusconi. Che lui può intentarmi qualsiasi causa quando vuole. IO NO.
Semplicemente perchè io non ho le immunità che invece proteggono lui. Non è una partita ad armi pari".
( Milena  Gabanelli, 22 ottobre 2010).

PIENA SOLIDARIETA'

Al Presidente Napolitano
Ai pastori sardi
Ai magistrati onesti e coraggiosi
Ai cittadini che hanno a cuore il bene comune.

TORINO: COMUNITA' NASCENTE

Domani 24 ottobre ci incontriamo a partire dalle ore 10 in Via San Pio V,17 a Torino. Alle ore 11.00 celebreremo l'eucarestia e poi pranzo autogestito.  Programmazione nel pomeriggio.

LA BOTTEGA VATICANA

Il papa reazionario sta riempiendo il collegio cardinalizio di suoi simili. Così lega  a sé  un gran numero di funzionari che gli saranno ubbidienti e grati per la porpora cardinalizia.
E intanto continuano le scandalose notizie di una inchiesta sul riciclaggio "marca vaticana".
Vorremmo parlare di una chiesa cristiana e dei suoi ministri. Siamo doloramente costretti a parlare di una cricca e di una bottega vaticana.
Vangelo e Concilio sono archiviati.

venerdì 22 ottobre 2010

C'E' PERSINO UN "CARDINALE MILITARE" PER BENEDIRE LE GUERRE

         NOI SIAMO CHIESA

   Via N. Benino 3   00122 Roma

    Via Bagutta 12 20121 Milano

Tel. 3331309765 --+39-022664753

           E-mail vi.bel@iol.it                                           COMUNICATO STAMPA

 Nuovo Concistoro : tutto si accentra a Roma e non c’è spazio per il pluralismo presente nella Chiesa

            L’analisi dell’elenco dei nuovi cardinali suscita una prima sorpresa: il numero dei curiali. Essi sono ben dieci su venti aventi diritto al voto in Conclave; tra di loro l’unico che spicca, per personalità e credibilità al di fuori dell’apparato vaticano, è quello di Gianfranco Ravasi, noto biblista e uomo dalla vasta cultura. Altre scelte servono soprattutto a enfatizzare gli orientamenti teologici e pastorali di Benedetto XVI. Infatti, che senso diverso potrebbe avere la nomina di due oltre ultraottantenni come Walter Brandmüller, noto sostenitore del “continuismo” del Concilio Vaticano II nella storia della Chiesa (in polemica diretta con la scuola di Bologna di Alberigo) e di Elio Sgreccia, il sostenitore delle posizioni più oltranziste in materia di bioetica?  e che senso ha la nomina dell’Ordinario militare spagnolo emerito, pure oltre ultraottantenne ?.

            Mons. Albert M. Ranijth invece, nuovo cardinale di Colombo (Sri Lanka) è stato segretario della Congregazione per il Clero ed è stato uno dei maggiori protagonisti della apertura ai lefebvriani e quindi della “controriforma” liturgica di Ratzinger. Due nuovi cardinali, quello di Quito e quello di Lusaka sono già arcivescovi emeriti delle rispettive diocesi. Che senso ha nominarli?

            Alcune nomine in diocesi importanti nel mondo erano invece attese e fanno parte della routine ecclesiastica. Però non si capisce perché la più grande nazione cattolica del mondo, il Brasile, abbia avuto la nomina di un solo cardinale, Raymundo Damasceno, ostile alla teologia della liberazione, e non siano stati nominati gli arcivescovi di Rio e di Brasilia. E perché non ha avuto, secondo tradizione,  la porpora il segretario generale del Sinodo Nicola Eterovic ? E’ forse stato un segnale di scarso interesse per il sinodo dei vescovi, che, per quanto del tutto insufficiente, è l’unico organo di consultazione ora esistente?

            Complessivamente il prossimo concistoro da segnali negativi soprattutto per quanto riguarda l’ulteriore accentramento del governo della Chiesa nella Curia e per quanto riguarda l’ulteriore conferma, se ce ne fosse stato il bisogno, delle posizioni del pontificato. Esse non aiutano la Chiesa cattolica ad affrontare positivamente i problemi che essa ha nel rapporto con la modernità, nei rapporti ecumenici e per quanto riguarda una prassi pastorale, gestita in modo comunitario, attenta ai gravi problemi della povertà, del rapporto tra Nord e Sud del mondo, e della giustizia fondata sulla pace.

 

                                                                                              NOI SIAMO CHIESA  

Roma, 21 ottobre 2010