martedì 30 novembre 2010

TORINO: COMUNITA' NASCENTE

Domenica 28 novembre ci siamo incontrati/e per accogliere nel dialogo, nella preghiera e nella convivialità le coppie che si stanno preparando al loro matrimonio.

E’ stato uno scambio vivace e lieto. Vedere giungere persone da Avellino e dintorni non è cosa di tutti i giorni.

Domenica 19 dicembre ci ritroveremo alle ore 10,30 per la consueta giornata comunitaria, la lettura biblica, l’eucarestia e il pranzo.

Daremo particolare importanza alla programmazione del cammino dell’anno che si apre davanti a noi. L’incontro avviene, come sempre, a Torino in Via San Pio V, 17.

Chi lo desidera può contribuire anche al pranzo autogestito. Per partecipare non c’è alcun bisogno di preavviso. 

TORINO E SALUZZO

Domenica 19 dicembre nel mattino (dalle  ore 10,30 alle 15) ha luogo a Torino in Via San Pio V, 17b la giornata comunitaria del gruppo comunità nascente. Per informaziomni 348/6014039.
Nel pomeriggio si incontreremo nella comunità di base di Saluzzo.
Per informazioni: Gigi Ferraro 0175/43978.

I TETTI, LE STRADE,LE PIAZZE

L'Italia che resiste al degrado si fa finalmente sentire. La democrazia è ormai con il cappio al collo, la scuola publica al collas
so, il Parlamento ridotto ad un'area di mercato. Il nostro è già un risveglio tardivo e la crisi di questo Paese "sgovernato" si approfondirà. Raccogliere l'eredità dei fallimenti di questo governo sarà una impresa difficile. E' come uscire da una guerra .
La gerarchia cattolica e i "movimenti per la vita" scatenano una guerra di religione con le armi consuete: l'ideologia fanatica, la ricerca del privilegio e la lunga mano dei politici venduti al vaticano ( vedi Casini Rutelli....).

lunedì 29 novembre 2010

IL MOMENTO CHE VIVIAMO

Questa volta anche i potenti della terra tremano. Davanti alle ultime rivelazioni  Wikileaks si vede quanto i grandi della politica siano gretti e meschini. Quando si incontrano cianciano del bene dei popoli e poi, come Putin e Berlusconi, fanno solo affari.
In pubblico rilasciano dichiarazioni di stima e di apprezzamento, mentre si detestano e si controllano a vicenda. Si tratta di relazioni di potere nelle quali campeggia la bassezza morale della maggior parte di queste persone.
E' assai triste dover constatare quanto siano assenti in queste persone lo spirito di servizio e di collaborazione di cui l'impegno politico dovrebbe nutrirsi e sostanziarsi.

MONCALIERI

Martedì 21  dicembre alle ore 21 ci incontriamo per riprendere il discorso su  "La preghiera cristiana": se e come preghiamo".
Per informazioni  011/641087

PINEROLO

Sabato 18 dicembre alle ore 17 nella sede della comunità cristiana di base si svolge l'incontro del gruppo "La Scala di Giacobbe". L'incontro è aperto a chiunque sia interessato/a.

TORINO

Venerdì 17  dicembre  alle ore 18 incontro presso la Libreria Claudiana del "gruppo biblico": Presenterò alcune pagine del libro
"Un cristianesimo nuovo per un mondo nuovo" ( Massari Editore, Bolsena 2010, pagg.368  Euro 15).
L'appuntamento è in Via Principe Tommaso ,1.

domenica 28 novembre 2010

"SOLO NAPOLEONE HA FATTO PIU' DI ME!!"


Dalla storia alla memoria   
 

Il tentativo pseudo culturale che tenta, oggi, di affermarsi è quello di far transitare la storia nella memoria, al fine di permettere un ulteriore spostamento nello scrigno dell’oblio, magari dopo averne riscritto  e reinterpretato i momenti più significativi.

Chi ricorda e commemora più la “presa di Porta Pia”, che pure fu il momento  conclusivo della unificazione d’Italia con Roma capitale ?

Siamo rimasti in pochi a ricordare lo “sbarco dei Mille” come una delle più perniciose invasioni che la Sicilia abbia subito nella sua lunga storia, con annessa rapina dell’oro del Banco di Napoli e del Banco di Sicilia, con cui i Savoia finanziarono le infrastrutture del Nord, provocando l’impoverimento dell’isola e l’inizio dell’emigrazione; ce lo dice la storia e ce lo spiegano gli storici, ma la memoria ha appreso ben altro e lo ha riposto nell’oblio degli eventi passati.

Ora corre obbligo riscrivere la storia per adeguarla alle esigenze del nuovo satrapo, per offrire i risultati ad una conoscenza approssimativa pronta a memorizzare e disposta a dimenticare.

L’oblio, o memoria corta degli italiani, rappresenta il viatico delle menzogne, il supporto del falso, la scorciatoia per mostrarsi ciò che si vuole apparire, nascondendo accuratamente ciò che si è.

C’è di mezzo il primato dell’uomo che pretende un’affermazione che non può chiedere alla storia, così l’affida alla memoria.

La competizione è iniziata da tempo; il confronto con Obama è stato presto liquidato in forza dei sondaggi che esaltano il cavaliere con percentuali bulgare  di fanatici consensi, contro un misero 50% del capo della nazione più potente del pianeta, che, pure, sta cercando di rimediare agli errori della precedente amministrazione; una percentuale superiore anche all’indice di gradimento del Grande Fratello !!!

Il confronto con Napoleone ebbe momenti di drammatica ammissione:

“Solo Napoleone ha fatto più di me !”,

ma non tutto è perduto, se ne occuperanno i nuovi scrittori della memoria con gli  interventi dei novelli biografi  Quagliarello, Letta, Buonaiuti, Capezzone, Bondi (in versi liberi), Gasparri, La Russa e i resoconti di Emilio Fede imitato da Bruno Vespa… o  viceversa.

Rimane in piedi la tenzone con Mussolini con il bisogno di rivalutare l’uomo per assimilarlo al nuovo cavaliere. Ci pensò Dell’Utri attribuendo al duce il medesimo buonismo che ha fatto lacrimare il cavaliere a L’Aquila, non senza, però,  comunicare, dopo essersi asciugato l’ipocrisia delle lacrime, alla dottoressa impegnata ad assistere i traumatizzati che avrebbe auspicato di “essere da lei rianimato”; anche in questo caso la colpa ricade sulla dottoressa, colpevole di essere, oltre che umanamente dotata di altruistica dedizione, anche di un’avvenenza che l’ha inquadrata, agli occhi malati del cavaliere, immancabilmente  in posizione orizzontale; oppure la volontaria china su un traumatizzato che ha suggerito al cavaliere la cavalleresca affermazione: “Posso palpare la signora ?”. 

Secondo Dell’Utri Mussolini avrebbe fatto la guerra e l’avrebbe persa per colpa degli altri, tale e quale come il cavaliere, che arraffa le immagini dell’apparenza e scarica sugli altri i poderosi vuoti di credibilità che lo identificano per quello che è.  Aderente il parallelo tra questo cavaliere ed il precedente per quanto riguarda la mandrillesca attività sessuale; di Benito si vantava la sua capacità di “sfiancare un cavallo al giorno e una donna a notte”, solo che il cavaliere Mussolini non ambiva distribuire cariche istituzionali agli uni e alle altre.

Mussolini ebbe un’amante, devota e fedele fino alla morte, questo cavaliere se osasse chiedere un qualunque sacrificio (men che meno vitale) ad una delle sue pupille, sarebbe travolto da una salve di pernacchie tale da riscrivere per intero la cronaca del berlusconismo.

Come per l’oblio di Porta Pia, anche per le festività che segnano le pietre miliari della storia moderna d’Italia è in atto il processo di revisionismo, per sostituire le pietre miliari con i rigurgiti dell’opportunismo. E’ così  che la ricorrenza della Liberazione la si vuol fare diventare “Festa della Libertà” e la “Festa del Lavoro (o dei Lavoratori)”, Festa della speranza.

Non deve restare nulla che possa segnare le tappe storiche; ogni evento dovrà avere un parallelismo alternativo, come l’assimilazione dei repubblichini ( definiti da Dell’Utri “partigiani di destra”)  ai partigiani, nel nome di una unità che pretende trasformare l’intero popolo italiano in un gregge di pecore che ha trovato il suo pastore, ben dotato di addestratissimi cani, che eseguono gli ordini, mentre il popolo dovrebbe belare al seguito del vincitore della storia, novello Zaratustra.

 

Rosario Amico Roxas

QUELLA VOGLIA DI CENTRO

Moni Ovadia

Scrittore

 Il risultato delle elezioni primarie del centro-sinistra a Milano permette di trarre indicazioni preziose per il futuro dell’opposizione riformista, nella città, ma anche nell’intero paese. I giochini autoreferenziali non pagano e al proposito non ci possono essere più dubbi. Il grande sconfitto di questa tornata è stato il capo della segreteria politica di Bersani, Penati. Penati era già riuscito nel doppio capolavoro di farsi sconfiggere alle provinciali contro lo sconosciuto Podestà, e di farsi fare cappotto, alle regionali, contro Formigoni. Come? Spostandosi sempre più al centro fino a sconfinare nei territori della destra e nel paraleghismo, persino nell’uso dei colori dei manifesti elettorali. Ora, l’elettore moderato avrà anche i suoi difetti ma non è necessariamente scemo e non si fida delle imitazioni. Malgrado questa e altre severe lezioni permane tuttavia in una parte del PD una fascinazione centrista e passionale, oserei dire erotica. Detta fascinazione è altro rispetto ad una ragionata politica di alleanza con i partiti del centro. Le alleanze serie si tessono con chi è diverso da te ma con cui puoi condividere prospettive e progetti sulla base di un mutuo riconoscimento. Lo sbavare per il centro è patologia politica che si cura andando con decisione al centro. Abbiamo assistito con soddisfazione a due esemplari guarigioni: quella di Paola Binetti che non attrae più la morbosa attenzione dei media e quella di Francesco Rutelli che finalmente potrà svolgere il ruolo di mediazione che gli compete. Il centrismo ossessivo, ancorché democratico, non è cultura politica, è ideologia, come lo sono in politica tutte le vocazioni fideistiche. Non serve l’ideologia per conquistare l’elettore centrista, bisogna dimostrargli che una sinistra seria e moderna può rappresentare anche lui, meglio della destra.

PRATO

Dibattito pubblico su "Fede e diritti". In serata giovedì 16 dicembre. Per informazioni Iva Boldrini 339/5374124

GROSSETO: MERCOLEDI' 15 DICEMBRE

Presento il mio libro Omosessualità e Vangelo in una libreria della città: "Omofobia, vangelo, laicità".
(Per informazioni : Iva 339/5374124). L'incontro sarà alle ore 16.

TORINO: GRUPPO BIBLICO

Venerdì 3 dicembre dalle ore 18 alle 19,30 si svolge l'incontro biblico su "Preghiera e preghiere nel Primo testamento"  presso la Libreria Claudiana di Via Principe Tommaso, 1

sabato 27 novembre 2010

LE GRANDI COSE

Le grandi cose non nascono per impulso ma mettendo insieme una serie di piccole cose.

                                        Vincent Van Gogh

 

IL PENSIERO CREATIVO

Fra i doni più grandi che l'uomo ha ricevuto c'è il pensiero creativo. Questa meravigliosa attività della mente che di fronte a una difficoltà, a un problema, a una complessità, riesce a scomporre analiticamente le diverse parti per giungere a una conclusione che porta oltre ogni ostacolo.

Gli studiosi dicono che questo tipo di attività non potrà mai essere sostituita dai computer.

Ogni giorno utilizziamo la nostra creatività nelle piccole problematiche quotidiane.

Nonostante questa capacità sia data a ogni uomo, solo alcuni sono in grado di applicarla sistematicamente al lavoro, alle relazioni, alla ricerca delle soluzioni a pro­blemi complessi, a migliorare il mondo che ci circonda. Spesso siamo colpiti dalla fluidità di un pensiero che come una sorgente d'acqua viva introduce freschezza e novità al grigiore e alla monotona ripetitività del vivere quotidiano.

La creatività è strettamente legata coi processi della vita che nel loro dinamismo richiedono occhi nuovi per intui­re soluzioni innovative a vecchi problemi.

Oggi più che mai nella chiesa e nella società c'è biso­gno di novità: nelle attività pastorali, nell'annuncio del messaggio evangelico, nell'inventare soluzioni ai problemi sociali come la fame, il razzismo, la guerra, la pover­tà che affliggono il mondo.

Gesù Cristo in tutte le sue attività ha espresso un pensie­ro innovativo, accogliente e risolutivo della sofferenza umana.

Gli ostacoli alla vera creatività sono tanti: la cultura, le consuetudini, la "prudenza", ma sopratutto la paura che in questo momento è largamente diffusa.

Penso che la creatività dovrebbe far parte dello stile di vita di ogni cristiano. La fede- fiducia nel Bene che ci avvolge, la speranza come certezza in un futuro di salvezza promessoci dall'Autore della Vita, debbono liberare tutta le energie creative che ci sono state affidate per alimentare un sano ottimismo.

PREGHIERA

Signore, ti preghiamo

perché tu accenda in noi il desiderio

di ascoltare e comprendere

la tua parola, affinché penetri

profondamente nel nostro cuore

e ci disponga poi a renderla

pratica di vita

nell’obbedienza alla tua volontà.

Signore, Dio nostro,

aiutaci a vedere la tua parola

con occhi nuovi

e ad uscire dai tanti luoghi comuni

in cui spesso la si legge.

La storia di Marta e Maria

ci indica di badare

alla scala di valori che abbiamo,

per decidere le nostre priorità.

 

Il nostro impegno,

la nostra aspirazione

è che la tua parola

occupi la nostra vita.

Aiutaci a vivere il tuo evangelo,

«la parte buona che – secondo la

Parola di Cristo – non ci sarà tolta».

Signore, donaci,

come singoli credenti e come chiesa,

la capacità di comprendere

qual è la cosa necessaria,

da che parte stare,

qual è il nostro ruolo,

nelle diverse situazioni che viviamo e

che affrontiamo giorno dopo giorno.

 

(Da Riforma del 26.11.2010)

PERO’ I SOLDI PER LE ARMI CI SONO

Da Emergency a Libera. Chi avrà solo briciole

Ecco l'elenco delle principali associazioni che vivono grazie ai fondi del 5 per mille, ridotti dal governo da 400 milioni a soli 100 milioni di euro. Emergency, Libera, Gruppo Abele, Greenpeace, Coordinamento Italiano Network Internazionali (ActionAid, AMREF, Save the Children, Terre des hommes, VIS, World Vision e WWF), Medici Senza Frontiere, Amnesty International - Sezione Italiana, Mani Tese, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori Sezione Provinciale di Milano, UNICEF Italia, Comunità Nuova, Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus, Centro Nazionale per il Volontariato, Albero della vita, Volontariato Oggi, Bambini Onlus, UILDM Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare, Fondazione Serena Onlus, Intervita Onlus, Fratelli dell'Uomo, Fondazione Roberto Franceschi Onlus, Fondazione Grigioni per il Morbo di Parkinson, Associazione Italiana Parkinsoniani, FIAGOP Onlus, Associazione Dianova Onlus, Associazione Risveglio Onlus, Lav, Parada Italia, Fondazione Operation Smile Italia Onlus, Fondazione Ivo de Carneri Onlus, Global Humanitaria Italia Onlus, ACRA, Seacoop Società Cooperativa Sociale Onlus, FIAB Onlus Federazione Italiana Amici della Bicicletta, Più Vita Onlus, CAF Onlus, Associazione Amici di Brera e dei Musei Milanesi, CCS Italia, La Quercia Millenaria Onlus, Fund-raising.it, Scuole di Fund Raising di Roma, Insieme nelle Terre di Mezzo Onlus, Ai. Bi. Associazione Amici dei Bambini. Tutte queste associazioni dal prossimo anno saranno messe in ginocchio.

Questo governo pappone e criminale cancella i diritti dei più deboli. Intanto i venditori di armi ridono perché nella finanziaria crescono le spese militari.

L'ITALIA NON RATIFICA L'ACCORDO

E’ entrata in vigore ieri la Convenzione che mette al bando le bombe a grappolo, proibendone la produzione, l’uso, lo stoccaggio e il trasferimento. Firmata nel dicembre 2008 a Oslo da 107 paesi, è stata ratificata da trenta nazioni, ma non dall’Italia. Le “cluster bomb” sono considerate un’arma particolarmente ignobile perché costituite da un contenitore di grandi dimensioni che, una volta lanciato, distribuisce a caso su una vasta area centinaia di piccole bombe. Queste rimangono attive per anni, colpendo soprattutto i civili. Lo stock mondiale delle bombe a grappolo è stimato su un miliardo di esemplari. I paesi che ne possiedono il maggior numero, USA, Cina, Russia e Israele si sono rifiutati di firmare la Convenzione

PREGHIERA

«O Dio, tu ha pietà dei poveri. Questa

terra è una casa di dolore, di miseria,

disperazione e ansia. Abbi misericordia

per la difficoltà di tante vite sfruttate.

Abbi misericordia di chi crolla sotto il

peso del destino senza trovare un senso

per la propria esistenza. Abbi pietà di

chi è stanco e non lotta più per la

giustizia; di chi non ha libertà, servo di

un sistema impietoso di oppressione e

sfruttamento. Abbi pietà di chi cerca la

giustizia e non trova altra via che la

violenza. Abbi pietà dei tuoi cristiani

che parlano di te lontani dal compiere

la tua volontà».

 

Jörg Zink

           Come pregare, Claudiana, 2008

 

MANIFESTAZIONE A ROMA

Oggi a Roma  si è svolta la grande manifestazione nazionale della CGIL. Si sono trovati accanto studenti, operai, pensionati ,precari tutti e tutte per chiedere più diritti, più rispetto per le persone e più democrazia.

SEPARAZIONI E SECONDE NOZZE

 Si separano quattro famiglie su dieci ma le seconde nozze sono raddoppiate

 Roma – Le famiglie italiane sono sempre più in crisi: ogni 1.000 matrimoni ci sono 286 separazioni e 178 divorzi. Quattro rotture ogni dieci, lo certifica l’annuario statistico dell’ISTAT. Sempre più spesso, però, le coppie che decidono di dividersi lo fanno in accordo e senza battaglie per l’assegnazione dei figli: i divorziati in oltre sei casi su dieci scelgono l’affidamento condiviso. Il dato arriva a otto su dieci se si tratta di separazioni.

La novità è offerta dalla crescita delle seconde nozze: negli ultimi dieci anni sono passate, in percentuale, dal 6,5% al 13,8%: 34.137 sono le nuove unioni registrate nel 2008. «I dati ISTAT offrono la fotografia reale della grave crisi del matrimonio in Italia, paese sempre più proiettato verso i modelli sociali e culturali del Nord Europa», dice il presidente dell’Associazioni avvocati matrimonialisti, Gian Ettore Gassani. Va detto che le separazioni al Nord sono il doppio del Sud. La Campania è la regione con più matrimoni: 5,3 ogni 1.000 abitanti. Poi la Sicilia (5 ogni 1.000). Ultima l’Emilia Romagna: 3,5. In forte aumento anche i matrimoni civili, uno su tre. La città dove ci si sposa più frequentemente in Comune è Trieste (64,1%) contro il dato minimo di Crotone (11,2%). Aumentano, ancora, le famiglie allargate: oggi un figlio ogni cinque nasce fuori del matrimonio. Il lungo trend di ripresa della fecondità iniziato dal 1995 (1,19 figli per donna allora, soglia minima) si è interrotto. Nel 2009 si è registrata una media di 1,41 figli per donna (1,42 nel 2008). E aumenta l’età in cui le donne diventano madri: 31,1 anni, il valore più alto dell’Unione europea.

Sul fronte del tempo libero, l’ISTAT registra che il telefonino è presente nell’87,8% delle famiglie, il personal computer nel 52,3%. Si collegano a Internet in 12 milioni: in testa c’è il Nord-Ovest, in coda il Nord-Est. Boom dei collegamenti alla rete per chi ha più di 65 anni. Aumentano i fumatori: sono il 22,8% della popolazione.

      

       (da Repubblica)

 

venerdì 26 novembre 2010

ELLEKAPPA

Berlusconi

indeciso

tra due opzioni              Elezioni anticipate

                                oppure

                                intestare l’Italia

                                ai figli

               

E' UN FATTO IRREVERSIBILE

Riporto da Repubblica del giorno 16 novembre alcune riflessioni di Renzo Guolo.

Le parole parlano. I nomi ancora di più. Non stupisce che in alcune città europee i nomi come Mohammed, Fatima, Khalid, siano sempre più diffusi. Nell’attuale fase accelerata della globalizzazione i flussi, in questo caso quelli migratori, investono i luoghi, anche quelli sociali, e li modificano senza posa. Così le città del Vecchio Continente, un tempo alla corda demografica, mostrano nuovi volti e nuovi nomi. Un processo, e un destino, irreversibile: nonostante gli slogan degli xenofobi di turno. Una trasformazione che dev’essere affrontata razionalmente, senza ingenua fiducia che le culture possano giustapporsi senza alcun problema: non è così, hanno un nocciolo duro che si modifica nel tempo; o che, di per sé, siano assolutamente immutabili. Come se la continua interazione tra loro, in uno spazio sociale in cui plurali sono simboli, segni, religioni, usanze, tradizioni, lingue, non potesse mai intaccarne l’essenza. Non è così nemmeno in questo caso, ma confidare nei tempi lunghi della sola trasformazione sociale sarebbe comunque un errore.

In questa particolare fase storica, le politiche pubbliche di sostegno all’integrazione culturale giocano un ruolo chiave per evitare che “quelli con un nome diverso” si chiudano, o siano chiusi, in ghetti identitari. E diventino, per ragioni diverse, attori del conflitto. Non solo a causa della radicalizzazione politica e religiosa ma per frustrazione da speranze emancipative. Con esiti non meno problematici.   

 

FIDEL CASTRO

Fidel Castro lascia

la guida del partito

Era l’ultima carica

 «Mi sono ammalato e ho fatto quello che dovevo fare: ho delegato i miei poteri» ha detto Fidel Castro spiegando, nel corso di un incontro con degli studenti che si è svolto l’altro ieri all’Avana, che non stava parlando con loro neppure come segretario generale del Partito comunista cubano.

Era l’ultima carica che aveva conservato quando aveva ceduto il potere a suo fratello Raúl prima in via provvisoria nell’estate del 2006 e poi definitivamente nel 2008.

Per l’aprile dell’anno prossimo Raúl ha convocato - dopo 14 anni – un nuovo Congresso del PCC che ratificherà l’uscita di scena di Fidel. In questi giorni Castro ha parlato anche del piano di riforme presentato dal fratello e che apre all’economia di mercato.

Appoggiandolo ha detto che «le riforme salveranno la rivoluzione».

TRE INCONTRI PUBBLICI

F.A.T. ONLUS

Famigliari ed amici dei tossicodipendenti

Vicolo Carceri 1, 10064 Pinerolo (TO)

Tel. 0121-71969

  Tre incontri con educatori e genitori:

 

L’Associazione FAT (Famigliari e amici dei tossicodipendenti) e Scuola senza frontiere, propone un ciclo di tre incontri sul tema del disagio giovanile in relazione alle famiglie con figli adolescenti e ad educatori e insegnanti che lavorano con loro.

 

 Il disagio dell’autorevolezza

Introduce Don Franco Barbero

 

30/11 - Disagio giovanile: un tentativo di capire               (Centro sociale di Via Clemente Lequio).

07/12 - Le regole: chi le osserva? Chi le fa osservare?     (Centro sociale di Via Clemente Lequio).

10/12 – Le difficoltà a vivere il conflitto.                           (Centro sociale di S. Lazzaro).

 

 

Gli incontri inizieranno alle ore 21,00

ANCHE OBAMA SI ILLUDE

 L’Europa è in affanno e gli USA, specialmente in Medio Oriente, sono del tutto incapaci di una nuova politica. L’illusione di essere il centro del mondo sta tramontando anche sul piano economico e militare, sia per l’Europa che per gli USA.

Il rischio è che, come è avvenuto al vertice NATO di Lisbona, si sommino le instabilità e i problemi e si continui nella politica di occupazione militare. Intanto i tribunali parlano di violenze inaudite dei militari delle “missioni di pace”. Sono programmi criminali di aggressione.

COMMENTO ALLA LETTURA BIBLICA

Il regno di giustizia, non il natale

 “Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando Noè entrò nell'arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e inghiottì tutti, così sarà anche alla venuta del Figlio dell'uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno sarà preso e l'altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una sarà presa e l'altra lasciata. Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi state pronti, perché nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà” (Matteo 24,37-44).

 
 

La liturgia cattolica, un po’ come le vetrine delle nostre città, ormai con la prima domenica di avvento invita a guardare al natale di Gesù.

Io guardo altrove. Il nostro natale è diventato una “benedizione” del nostro sistema politico, culturale e religioso in cui contano solo il denaro, l’immagine e la prepotenza.

Condivido pienamente ciò che scrive don Aldo Antonelli su Adista del 6 novembre:

“Mi si perdoni, ma come non rilevare una vena di ipocrisia anche nella contestualizzazione di questo brano nella liturgia della prima domenica di Avvento, là dove l’attesa non è rivolta, comunemente, alla venuta (Avvento) del Regno, bensì al Natale di Gesù Cristo, come se il Cristo non fosse già nato, non fosse già vissuto e non avesse parlato ed operato! Cosicché quello che dovrebbe essere un messaggio da adulti, a che facciano scelte ardite per un futuro di pace, si riduce a sostanziarsi in una festa da “bambini” che accende la fantasia e spegne la profezia”.

Proprio così… Tutti ci vogliono “bambini” obbedienti, in visita ai presepi meccanici, davanti al panettone e allo spumante, a pancia piena davanti alla TV, magari anche per la solenne benedizione augurale del papa. E poi i viaggi in paesi lontani…dopo aver dato qualche moneta per i poverelli. Non sto calpestando momenti di sincera e fattiva solidarietà o di costruttivi incontri familiari. No, sto solo denunciando quel clima di alta glicemia spirituale che ci acceca, ci culla e ci addormenta.

Non è la leggenda teologica della nascita di Gesù (che è nato in una comune e numerosa famiglia ebrea dall’amore di Maria e Giuseppe, con tutta probabilità a Nazaret) che mi interessa. Ciò che è decisivo per la mia fede è ciò che il nazareno ha fatto, praticato e insegnato. A natale noi ci soffermiamo divagando tra angeli, la stalla, i pastori, il bue e l’asinello e così presi in braccio e cullati da una predicazione rutinaria e moralistica che tenta di coprire quel vuoto di contenuto evangelico che si percepisce ovunque. Lo sfolgorio delle luci è il segnale più evidente delle tenebre in cui siamo avvolti.

Uno scossone, anzi due

Le letture di oggi, colte nella loro forza e nella loro concretezza, non ci spingono affatto ad aspettare il bambinello Gesù e a guardare alla “capanna di Betlemme”. Matteo ci svela una tragica possibilità: nel ritmo e nella scansione della esistenza quotidiana possiamo “non accorgerci di nulla” (versetto 39) e così buttare via la nostra vita. C’è un solo rimedio: “vegliare” (v. 42) ed “essere pronti” (v. 44).

E’ l’esatto opposto della “politica del Natale”. Anziché avvelenarci nell’evasione, cogliere qualche momento e qualche giorno di tregua e di riposo per risvegliare i nostri occhi e la nostra attenzione sulla realtà in cui viviamo.

 

 

Lasciamo al papa le benedizioni urbi et orbi, alla città e al mondo. Ne possiamo fare a meno.

Ben altro ci è richiesto. Ce lo dice il testo del profeta Isaia che, nel contesto culturale del suo tempo, sogna e promette un mondo disarmato.

“Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, non impareranno più l’arte della guerra” (Isaia 2, 4).

Parole di fuoco, che bruciano come paglia i principi delle politiche guerrafondaie che in questi ultimi anni hanno ripreso vigore e potenza; nel contempo fanno razzia delle accortezze prudenziali della Chiesa silente e benedicente.

Questa dovrebbe essere una dignitosa predicazione cristiana, mille miglia lontana dalle banalità natalizie ormai vere e proprie ninna nanna delle coscienze.

“E’ ormai tempo che vi svegliate dal sonno”, scrive Paolo ai romani (13, 11).

In questo tempo di corruzione, di ipocrisie, di una chiesa prostituta del potere e adoratrice del denaro e del privilegio, occorre che ciascuno/a di noi colga l’invito accorato e concreto delle Scritture che oggi leggiamo. Aiutiamoci a vigilare, ridestiamoci dal sonno dell’indifferenza, dello sconforto e della paura.

Non c’è da attendere una nuova nascita di Gesù o una sua seconda venuta. “Gesù viene sempre” nel senso che il suo messaggio e la sua chiamata sorgono da ogni parte, se noi non siamo addormentati, distratti o avvolti negli svolazzi angelici. Ogni giorno ringrazio Dio perché, nelle situazioni più diverse, ci sono uomini e donne che “ascoltano il grido” e non si lasciano deviare dalle false luci.

 

Grazie o Dio

grazie, o Dio, perché non ti stanchi di invitarci a nascere e a rinascere, a svegliarci dai sonni della irresponsabilità.

Quando la nostra fede ritornerà a risuonare nelle vie del mondo come un appello alla libertà e alla giustizia?

giovedì 25 novembre 2010

UNA LETTERA FIRMATA

Mi chiamo M. T., ho 19 anni e mi interesso di spiritualità, teologia, filosofia esoterica e religione. Sono una pluralista religiosa di base cristiana, quindi per me il cristianesimo è la religione più completa e quella che ha un posto centrale nella mia vita. Cercando in rete articoli di Hans Kung sono capitata sul suo blog e ho letto un vecchio articolo del 2009, La Setta Vaticana, che ha acuito i dubbi che in questo periodo sono tornati a disturbarmi. Fin da piccola sono stata attratta dal mondo spirituale e religioso, pur discernendo le spiritualità delle sette deviate da quella genuina. In me c'è un sentimento religioso molto forte che parte dal cristianesimo per spingersi verso altre forme di divino, anche le religioni pagane. Approfondisco a livello storico la Bibbia e la figura di Cristo, le dottrine teologiche e i dogmi. Lo faccio perché c'è una voce interna che mi spinge alla continua ricerca. Questa voce interna non sempre concorda con quanto espresso dalla  Chiesa. Chiarisco subito che io non sono una modernista ad oltranza, né tanto meno una tradizionalista o fondamentalista. Ho un approccio mistico al divino e ciò mi porta ad una certa moderazione. Non condanno a priori il Papa o la gerarchia ecclesiastica, non vedo nei Padri della Chiesa il male assoluto, così come considero certe posizioni contemporanee esagerate. Ma vedo con molto dolore che l'esagerazione all'interno e all'esterno della Chiesa, in ogni verso, nasce dalla rottura con il cristianesimo primitivo ed autentico. Inoltre vedo una crescente negazione del valore delle altre religioni e una chiusura verso l'interno che esclude ogni possibilità di dialogo. Ciò mi fa soffrire perché sento che questo atteggiamento porterà alla fine della Chiesa e, cosa gravissima, all'allontanamento delle persone dal cristianesimo. Il mio sogno è poter tracciare, grazie alla mistica, una linea comune tra tutte le religioni e dimostrare che la spiritualità di tipo esoterico non è frutto del demonio. Il mio sogno è espresso nelle parole di Simmaco (Non per una sola via si può pervenire ad un così grande segreto). Avrei tanto voluto fare teologia e cercare di realizzare nel mio piccolo questo sogno. Purtroppo l'atteggiamento della Chiesa nella sua totalità non mi permette di seguire questo cammino. Dovrei rinunciare alla mia anima pagana, mistica, libera da dogmi e sottomettermi ad una volontà che non sempre reputo saggia. Molte volte ho paura di essere caduta anche io nella trappola demoniaca, di essere un'eretica senza speranza. Alcune volte recupero la serenità, altre rimango nell'angoscia per giorni. Molti mi dicono che dovrei scegliere, o il cristianesimo cattolico o la spiritualità delle altre religioni. Ma io non posso e non voglio credere in un cristianesimo esclusivista. Per me è un atto di superbia credere di poter imbrigliare Dio in rigide e fisse categorie.

Mi dia un consiglio, cosa dovrei fare? (escludendo la teologia, ho già imboccato un'altra strada).

 

LA MIA RISPOSTA

Gentile e cara M. T.,

ma come fai tu, a 19 anni, a scrivermi quello che io ho sfiorato quando ne avevo già almeno 60?

Lettere come la tua mi dicono ancora una volta che il soffio di Dio è davvero vitale e fecondo e inonda i cuori…

  1. Anch'io, come te, sono innamorato di Gesù, testimone profetico di Dio. Voglio fare mia nell'esistenza di tutti i giorni la strada nel nazareno. Sono vecchio e studio ancora con assiduità le ricerche sulla figura storica di Gesù. Lui è per me la via che conduce al Padre..! Ma, proprio per questo, sono più che mai convinto che Dio è più grande del cristianesimo. Le strade con cui Egli viene a noi e noi andiamo a Lui sono molte. L'esclusivismo è una ideologia violenta e deviante, come evidenziano le opere di Paul Knitter, John Hick e Josè Maria Vigil e tantissimi altri. Quanto più divento cristiano tanto più mi rallegro del fatto che Dio non si è imprigionato in una religione. Mi sento, cara M. T., in piena sintonia con te.
  2. Quanto alla chiesa, non penso più alla gerarchia o all'istituzione ufficiale quando pronuncio questa parola. La chiesa è per me l'insieme delle donne e degli uomini che seguono o cercano di seguire la strada del Padre nostro e delle beatitudini, dentro o fuori delle strutture. I dogmi sono la produzione ideologica del potere e vanno riletti alla luce della evoluzione storica e alla luce della Scrittura. Ovviamente la gerarchia cattolica è uno degli ostacoli maggiori alla fede. Essa è un'invenzione perversa perché ha cambiato il "ministero-servizio" in "sacerdozio gerarchico": non c'è nulla di più lontano da Gesù.
  3. Non rinunciare alla tua "anima", alla tua vocazione pluralista. Non voglio incoraggiare un sincretismo facilone, una "macedonia religiosa", ma saper accogliere quanto di buono esiste nelle altre "vie di salvezza" non è affatto contrario alla fedeltà alla propria identità cristiana. Si tratta di non fare della nostra identità cristiana un idolo o una ossessione. Si può vivere la propria identità in modo vero e profondo, e insieme dolce e non aggressivo, aperto al pluralismo e alla convivialità.
  4. Capisco il significato che tu dai alla parola "mistico" e lo condivido appieno. La mistica è la dimensione del "profondo e aperto" che non  significa affatto evasione o evanescenza. Più attenzione e maggior discernimento (che proprio a te non mancano) occorre ovviamente per tutta l'area così vasta dell'esoterico dove, come sai, c'è un po' di tutto. Ma sono sicuro che tu non cadi nelle trappole demoniache (anche perché il demonio non esiste); semmai, come ogni mortale, dovrai ogni giorno discernere, cercare ancora…
  5. E poi… mi raccomando: metti sempre tra i tesori del tuo cuore un pizzico di eresia… Se vuoi essere discepola di Gesù, uno dei più noti eretici di tutti i tempi, come fai a non permetterti qualche eresia? Anche delle eresie non bisogna farsi un idolo, ma alcune sono davvero preziose…
  6. Dunque, ti dicono di scegliere tra il cristianesimo e le atre religioni? Trovo che la tua scelta di oggi sia davvero saggia e feconda: seguendo la strada di Gesù continuerai a meravigliarti, a benedire quel Dio che non ha nessun popolo eletto, che non si è fatto cristiano. La bellezza della vita e della fede nel Dio di Gesù è che, mentre percorriamo la nostra strada personale, ci accorgiamo con gioia che Dio cammina per tante strade…

Ti abbraccio forte forte. Innamorati di chi vuoi nella vita, ma guarda con intensità al profeta di Nazaret. Ti prenderà il cuore e te lo allargherà.

Ciao

            don Franco

FAZIO – MARONI – SACCONI

Tre firme per negare valore ai registri dei comuni e circoscrizioni per il testamento biologico.

Bravissimo Chiamparino… Bisogna impugnare ed opporsi a questa circolare ministeriale.

Ovviamente plaude il Vaticano che, per bocca del cardinale Sgreccio, elogia i ministri. E poi ormai nei palazzi vaticani si parla del profilattico e si fanno mille letture diverse delle parole del papa: lecito in alcuni casi per le prostitute o per i cardinali? Ci sarà da ridere…

APPUNTAMENTI

SABATO 27 NOVEMBRE A TORINO
Dalle ore 15,30 alle 19 si svolge a Torino il corso di Teologia del pluralismo in via Buozzi 2, presso il Colegio de Salamanca.
L'incontro è aperto a chiunque sia interessato.

TORINO DOMENICA 28 NOVEMBRE
Domenica 28 novembre si svolge la giornata della comunità nascente di Torino dalle ore 10,30 alle 15 in via San Pio V,17 b.
Eucarestia, pranzo condiviso e programmazione.
L'incontro è aperto anche alle coppie che si preparano al matrimonio.

UNA LETTERA FIRMATA

Gent.le don Franco,

la ringrazio della sua risposta. Non ci speravo, visti i suoi numerosi impegni.

Mi spiace di tormentarLa, ma Le vorrei porre alcune domande che per me sono di importanza capitale. Penso che l'identità di fede sia altrettanto importante come l'identità di genere e orientamento sessuale di cui Lei sovente si occupa.

Non voglio al momento che Lei mi risponda in maniera esauriente, mi bastano delle risposte sintetiche alle mie domande:

  1. secondo Lei, Gesù aveva coscienza di essere Dio?
  2. secondo Lei, i Vangeli attribuiscono questa coscienza a Gesù?
  3. se le prime due risposte son negative, dove, come e quando è nata questa coscienza cristiana che Gesù è Dio?

Cordiali saluti.

Mirko Zoccarato

 

LA MIA RISPOSTA

Gentile Signor Zoccarato,

ho dedicato nei miei libri molta attenzione a questo tema e le esprimo quali sono le mie opinioni che credo oggi largamente condivise dalla ricerca cristologia più rigorosa. Nulla di mio. Le ho imparate da centinaia di studiosi e studiose.

  1. Secondo queste ricerche, Gesù escludeva perentoriamente di essere Dio, ma acquistò progressivamente coscienza di aver ricevuto da Dio una missione profetica (non necessariamente messianica in senso del dogma cristiano). Gesù era e si sentiva una creatura. La dottrina delle due nature, intese ontologicamente, ha cancellato la visione "funzionale".

Per me la divinità ontologica di Gesù sarebbe la negazione della mia fede. Gesù è il maestro della mia vita perché ha cercato e testimoniato la volontà di Dio in continua conversione.

  1. Sulla seconda domanda, il discorso redazionale delle Scritture è evidente. Nel Secondo Testamento c'è uno spostamento "cristocentrico", ma Gesù era teocentrico. Non mi metterò a fare la battaglia dei versetti o a discutere della retorica giovannea, ma i cristiani, come dice Barbaglio, non hanno mai fatto di Gesù un secondo Dio alla pari del Dio in cui credeva il nazareno. Essi non hanno mai abbandonato il monoteismo ebraico, anche se alcuni passi giovannei lo incorniciano in una luce divina (altri nello stesso Vangelo lo mettono in totale dipendenza da Dio, senza curarsi di questa aperta contraddizione). La separazione progressiva dall'ebraismo ha aperto la strada alla divinizzazione e alla lettura della Bibbia in chiave cristologia.
  2. Se Lei ripercorre le opere di Kung, Schillebeeckx, Gianotto, Mauro Pesce e soprattutto l'attuale ricerca sul dogma cristologico e trinitario (di cui nel mio blog do ampia segnalazione come nella bibliografia di alcuni miei scritti) vedrà come il processo di divinizzazione è lungo e travagliato. Se c'è stato bisogno di Nicea, Costantinopoli e Calcedonia per "fabbricare" questi dogmi… è segno che fu molto difficile far digerire alle comunità questa "imbalsamatura" di Gesù nel Cristo divino…

Mi scuserà la brevità, ma nella mia biblioteca ho almeno duemilaseicento volumi di cristologia e non posso certo mettermi ora a citarli.

Nemmeno dopo Calcedonia le cristologie cessarono di essere plurali. Penso che Lei conosca bene le opere di Josè Maria Vigil, specialmente "Teologia del pluralismo religioso" e le opere di Leaners e Song, tradotte anche in Italiano.

Mi scuso ancora per la brevità dei miei accenni, ma premono centinaia di altre lettere.

Per me ogni passo verso il Gesù storico, di cui non potremo mai sapere tutto, è un aumento della fede in Dio e un accrescimento dell'amore per il nazareno. Che Dio ci aiuti soprattutto a seguire le tracce di Gesù nel nostro vivere quotidiano. Conoscere per amare.

Un caro saluto

            don Franco

mercoledì 24 novembre 2010

IL RICORDO DI MAGDA ZANONI

Pensando ad Alberto BARBERO : una vita per Pinerolo e i pinerolesi

Sei morto come era nel tuo stile di vita: in silenzio, cercando di non disturbare, un esempio di dignità, ma anche di umanità.

Una vita dedicata a Pinerolo: prima come insegnante, Consigliere comunale e provinciale, poi come Assessore alla cultura, Sindaco per 10 anni e, infine, come Presidente del Consiglio. Un grande senso delle istituzioni, della democrazia, del buon governo    applicato alle piccole cose come alle strategie di lungo periodo; ci hai insegnato ad utilizzare con parsimonia le risorse di tutti, a spegnere le luci quando non necessarie, a utilizzare il retro dei fogli, ma hai saputo sognare la candidatura di Pinerolo per le Olimpiadi invernali, gestire il dopo alluvione e disegnare le piazze della città. Nel Natale del 2005 ti sei emozionato quando si sono accese le luci di piazza Facta.

Amavi leggere e confrontarti, la tua cultura non era banale ed era uno stimolo per tutti noi. Ogni tanto ci passavi la fotocopia di una pagina particolarmente significativa con una tua nota; sei stato un bravo insegnante, in senso ampio,  e come i bravi insegnanti ogni tanto ci bacchettavi e qualche volta noi non capivamo.

La tua grande memoria (di cui andavi fiero) era al servizio dei grandi avvenimenti – di cui ricordavi l’origine, l’evoluzione- ma anche al servizio  delle piccole storie individuali: facevano piacere a tutti gli auguri per il compleanno, l’interesse per il parente malato o per l’iter scolastico dei figli, il ricordo dell’anniversario di matrimonio. Questa tua passione per la storia ha prodotto molti documenti utili per chi vuole ripercorrere il cammino della città e dei suoi cittadini.

La tua reticenza nell’acquisire e utilizzare le tecnologie ti facevano andare a piedi, in bicicletta, in treno, scrivere a mano le comunicazioni, guardare poco la televisione e privilegiare l’evoluzione del pensiero.

Il tuo essere profondamente laico ha consentito un dialogo su più fronti, una visione della res pubblica nel rispetto delle diversità, senza retorica. Il tuo impegno per la laicità dello stato, sul testamento biologico dimostravano attenzione non solo per l’amministrazione pubblica, ma a tutti i temi della vita.

E della vita sapevi godere: la tua passione per la montagna, per le passeggiate, per il ciclismo, per la buona lettura, per gli incontri con gli amici, per un buon bicchiere di vino, per gli agnolotti di Clelia e soprattutto per i dolci: una bignola, un cioccolatino, una caramellina. Sempre tutto con moderazione, da pinerolese piemontese nel profondo.

Il tuo senso della famiglia, il tuo amore per Clelia, per i tuoi figli e nipoti, dimostrato sempre con pudore e riservatezza, ma carico di sentimento e di affetto, sono per tutti noi un esempio di vita retta, ma appagata. Un esempio positivo di cui c’è quanto mai bisogno in questo momento. Come il tuo impegno nella politica, non urlata, fatta di impegno e studio, che non ti ha arricchito di beni materiali.

Quanti ricordi, quante emozioni, non è possibile raccontarli tutti; sono stata fortunata a incontrarti nel mio cammino, ad essere vice sindaco e assessore al bilancio al tuo fianco, ho imparato molto. Abbiamo condiviso tante idee, momenti non sempre facili, qualche momento di scoramento; qualche volta abbiamo anche discusso, talvolta animatamente, ma sempre nel rispetto reciproco e nella convinzione che eravamo alla ricerca della soluzione giusta, anche se non la più popolare, per la città.  Nel cammino abbiamo condiviso le lacrime per la perdita di qualche caro amico e cara amica che ora hai raggiunto.

Se devo scegliere una tua immagine, voglio ricordarti  la sera del 24 gennaio 2006, al Teatro Sociale, alla presentazione del Bilancio di fine mandato dei tuoi 10 anni di Sindaco della Città; quando tutto il pubblico presente (formato non solo dai tuoi sostenitori, ma anche da componenti dell’opposizione e da persone che non sempre avevano condiviso le tue scelte) si è alzato in piedi battendo le mani per renderti tributo e onore e tu eri commosso, ma anche imbarazzato per la dimostrazione di stima, rispetto e affetto.

Nel testamento di Norberto Bobbio c’era un passaggio che ti aveva colpito e che condividevi profondamente: “alla morte si addice il silenzio”. Ora, al tuo ultimo passaggio, ci alziamo e ti rendiamo omaggio in silenzio, ciascuno di noi custodendo il particolare ricordo che ha di te.

Mi mancherai, Magda Zanoni

 

 

 

 

 

 

IL RICORDO DI MAURO UGHETTO, UN GRANDE AMICO

Ha scritto Alberto nella sua lettera di commiato dalla vita pubblica :”…un unico filo conduttore mi ha guidato nell’espletamento di funzioni che richiedevano responsabilità diverse, nello scorrere degli anni e delle stagioni politiche: ho sempre concepito e vissuto la politica e l’insegnamento come servizio per il bene collettivo, a partire dai più deboli; servizio che andava ricercato e perseguito al di là degli stessi schieramenti politici…”.

 Sono parole sobrie, chiare, definitive. Sono parole che condensano una vita.

E’ il suo testamento, la sua eredità.

E’ infatti sempre rimasto ancorato a quella esortazione di un Anonimo che recita così : “Si può essere pessimisti riguardo ai tempi e alle circostanze, riguardo alle sorti di un paese o di una classe, ma non si può essere pessimisti riguardo all’Uomo”.

 Alla morte si addice il raccoglimento, la commozione intima di coloro che sono più vicini, il silenzio”. E’ per questo che non voglio fare un discorso commemorativo, per evitare ritualità formali e accenti retorici lontanissimi dalla sensibilità e dalla cultura di Alberto.

 Voglio però dire alcune cose perché se le merita e vanno ricordate in questa occasione che è anche un incontro speciale con i suoi amici e le sue amiche.

E’ stato un gran camminatore.

 Ha percorso instancabile strade di città e sentieri di montagna, librerie e biblioteche, aule e corridoi, enti ed istituzioni.

 In questo suo andare da passista ha incontrato persone, ha traversato molti destini, ambienti e cambiamenti sfidando appartenenze e incrinando sicurezze di comodo.

 

Nello zaino ha portato una tenace voglia di conoscenza sostenuta da una intelligenza aperta alla storia e alle storie.

 La meta era sempre la stessa: essere più vicini e più fraterni al mondo inquieto e ferito, costruire una società più giusta perché nel rivendicare la dignità di uomini liberi si arriva a toccare la nuda verità della vita.

 

Ha scritto Luigi Pintor: “Più di tutto contano le cose quotidiane che articolano la vita e le danno continuità. Sono cose innumerevoli che incalzano sempre più velocemente col consumarsi degli anni, dei mesi , dei giorni. Mettere ordine, progettare, distrarre, frequentare persone, luoghi e stagioni, e poi accompagnare e sorreggere quando le forze sono venute meno e il corpo si ripiega su se stesso. Non c’è in una intera vita cosa più importante da fare che chinarsi perché un altro, cingendoti il collo, possa rialzarsi”.

 

 

E’ stato un buon sindaco, competente e impegnato con dedizione disinteressata in una attività nella quale ha messo “cuore, testa e tempo”.

 

Ha vissuto il suo essere sindaco non come un’onorificenza ma come una camminata in più, per scoprire facce e situazioni della città inaspettate, per essere in cordata con altri e condividere insieme la fatica di gestire i problemi comuni e la bellezza di tentare di risolverli.

   Si possono fare di quel decennio tanti bilanci da prospettive diverse ma al di là di ogni considerazione emerge con nettezza un valore, oggi un po’ fuori conio, assunto come guida di condotta: l’onestà.

L’onestà come dirittura morale e rigore etico soprattutto per chi svolge mansioni pubbliche nella prospettiva del servizio da rendere al bene collettivo, l’onestà come caratteristica intellettuale che apre al confronto e ad un dialogo sempre ricercato perché tutti, uomini e donne, di fedi e provenienze diverse, siano accolti e possano esprimere paritariamente i loro diritti di cittadinanza.

 

Con questa laica impostazione impregnata di gratuità nei suoi mandati amministrativi ha onorato il lascito ideale di una Repubblica e di una Costituzione nate dalla Resistenza.

 

 

E’ stato per molti e molte di noi un amico, “fedele alle amicizie”.

 

Con naturale riserbo ci ha fatto compagnia nello scorrere degli anni e  “dei nostri giorni in fuga”, coltivando le comuni sintonie di fondo senza mai arrendersi al cinismo della storia o dare per perduta la speranza delle nostre vite.

 

E anche quando affiorava qualche stanchezza o la disillusione rendeva più affannoso il cammino, la sua sollecitudine , discreta, invitava a ricominciare, a riannodare la trama sfilacciata.

 Io credo che continueremo in qualche modo e da qualche parte ad incontrarci, a parlarci e a discutere.

 

Voglio salutarlo con una poesia,”un canto ultimo” di un prete che stimava, David Maria Turoldo :

  Quando avrò dalla mia cella

salutato gli amici e il sole

e si alzerà la notte,

finalmente

saldato il conto,

campane

suonate a distesa:

la porta è da tempo

segnata dal sangue

pronte le erbe amare

e il pane azzimo:

allora andremo leggeri nel vento.