lunedì 31 gennaio 2011

UNA LETTERA


Gentile don Franco,

le invio un link al quotidiano locale la tribuna di Treviso in cui viene riassunta la posizione di don Giorgio Morlin, parroco a Mazzocco (una frazione di Mogliano Veneto, provincia di Treviso) relativamente all'attuale situazione politica, sociale e religiosa dell'Italia.
Conosco personalmente don Giorgio, che si è sempre schierato apertamente, anche nelle sue omelie, non tanto contro Berlusconi come singolo, quanto contro il berlusconismo come mentalità e modo di vivere che ha ormai contagiato tutta l'Italia. Un'altra importante presa di posizione di don Giorgio è quella che richiama i vertici ecclesiastici, CEI e Vaticano in primis, a dire una volta per tutte la parola fine a ogni approvazione o connivenza rispetto ai vari bunga bunga in cambio di privilegi assortiti concessi alla chiesa cattolica.
Credo sia importante segnalare le posizioni di sacerdoti come don Giorgio, perché dimostrano che, per nostra fortuna, esiste anche una chiesa diversa da quella del Vaticano e della CEI, che si preoccupa del Vangelo e proclama valori semplici ed onesti, invece che limitarsi a convivere con lo scempio dell'odierna situazione italiana.
La saluto cordialmente,

Gabriele Chiarolanza

RISPOSTA AD UNA LETTERA

Gentile Signor Chiarolanza,
La ringrazio della segnalazione. Voglio far giungere a don Giorgio tutta la mia vicinanza  e solidarietà. Eccome: esiste questa chiesa del Vangelo che è "altra" rispetto alla chiesa dei compromessi: Non dobbiamo e non possiamo tacere. La Parola del Vangelo non può essere annacquata. Purtroppo per il vaticano la Parola di Dio è stata archiviata ed esiste solo più la ricerca del privilegio.
Non stanchiamoci di seminare....
Un forte abbraccio a don Giorgio e un caro saluto a Lei.
                                    don Franco Barbero

MOSAICO DI PACE

Di fronte a un movimento nonviolento di protesta degli studenti, dei ricercatori e di molti docenti sorto spontaneamente in tutto il Paese, sulle piazze e sui tetti, l’establishment è soltanto riuscito a mandare la polizia e a riversare disprezzo sui giovani. Anziché dare attuazione al diritto umano fondamentale delle nuove generazionI all’educazione, alla ricerca e all’espressione della loro soggettività storica, i gerarchi hanno fatto un deserto e lo hanno chiamato “riforma della scuola e dell’università”. Roberto Mancino


DIRETTORE NAZIONALE DELLA CARITAS

Monsignor Vittorio Nozzo, direttore nazionale della Caritas italiana, intervistato da Corrado Augias, ha fornito a tutti gli ascoltatori e alle ascoltatrici un illuminante esempio di funzionario cattolico che usa le parole per non dire nulla che possa compromettere la sua posizione di fronte alle gerarchie che lo hanno eletto. La chiesa ufficiale costruisce dei funzionari talmente prudenti e diplomatici , talmente evasivi e paurosi, da lasciare l'impressione del teatrino dei burattini. Davanti a domande concrete, è fuggito nel cielo delle idee e nel paradiso delle dichiarazioni.

UNA EUROPA DELUDENTE

" Per i giovani dell'Africa mediterranea la strada della speranza porta solo verso il Nord, cioè verso di noi. Anche per questo provoca dolore e indignazione vedere come l'Unione europea non sia in grado di elaborare una qualsiasi politica. (Romano Prodi).

LAICI, SVEGLIATEVI

Quanti cervelli arrugginiti... si sentono ancora parecchi laici osannare la chiarezza dell’intervento dei vescovi italiani.

È sconvolgente. Sono una banda di opportunisti, ambigui e peggio e voi li presentate come moralizzatori. Vi siete iscritti  a Comunione e Liberazione e all’UDC?

Continuate così a dare autorevolezza ad una casta squalificata di caporali del vaticano, esecutori di ordini superiori.

Riporto da L’Unità del 26 gennaio una limpida riflessione di Maurizio Mori:

Con questa equidistanza la chiesa (ufficiale) riconferma il sostegno politico dato a Berlusconi in cambio di leggi ispirate ai valori non-negoziabili. La condotta privata del premier (se confermata:cosa non facile) è deprecabile ma frutto del relativismo che il governo dice di voler combattere. In assenza di alternative migliori, con realismo macchiavellico, la chiesa (ufficiale) si astiene dal giudizio: altro che condanna o di spallata!È vero che per chiudere l’era Berlusconi ci vuole l’apporto di tutti, senza troppe sottigliezze. Ma arruolare la chiesa (ufficiale) non solo comporta una forzatura interpretativa dei testi, ma è un errore culturale perché così facendo si continua ad attribuirle una “autorevolezza morale” che da tempo è svanita. Bisogna riconoscere che la pretesa della chiesa (ufficiale) di imporre per legge i valori non-negoziabili si coniuga con un macchiavellismo astuto generando una miscela fonte della tragedia italiana e che spiana la via all’ormai quasi-ventennio berlusconiano. La ricostruzione morale e materiale che ci aspetta (speriamo presto!) deve guardare all’etica laica, non continuare ad invocare illusori valori non negoziabili validi solo a parole”.

domenica 30 gennaio 2011

IL TRADIMENTO

Riporto alcune righe di Lucio Caracciolo comparse su Repubblica del 25 gennaio. Obama ha allestito un teatrino tutto falso sulle trattative in corso tra Israele e Palestinesi. Le “carte segrete” ora emerse documentano l’inganno degli USA, assolutamente d’accordo con il governo razzista di Israele, e il tradimento di Abi Mazen nei riguardi del suo popolo. Obama deve vergognarsi e licenziare la Clinton.  Abu Mazen deve essere processato per il tradimento.

“Il negoziato israelo-palestinese è una tragicommedia. Di fatto, non è nemmeno una trattativa. E’ un teatro allestito per l’opinione pubblica internazionale che serve a perpetuare lo status quo. Ossia il controllo israeliano sui Territori occupati, formalmente subappaltato al governo fantasma di Abu Mazen, a sua volta sovvenzionato dell’estero, in particolare da noi europei.

Con gli americani vestiti da mediatori, preoccupati più di mantenere in vita questa triste recita che di risolvere una disputa irresolubile.  O meglio risolta sul terreno in base agli attuali rapporti di forza, segnati dalle vittorie militari di Israele.

I Palestinian Papers che al Jazeera e Guardian stanno centellinando sul web – quasi 1700 documenti segreti sui rapporti fra israeliani, palestinesi e americani, relativi al periodo 1999-2010 – disegnano un quadro disperante. Con l’Autorità Nazionale Palestinese (Anp) disposta a tutto pur di sopravvivere – e continuare a ricevere i finanziamenti internazionali che ne tengono in vita il pletorico apparato – mentre gli israeliani respingono ogni offerta e si esibiscono in studiate manifestazioni di arroganza. Se negoziato è mai esistito, è sempre stato degli israeliani con se stessi e con il presidente americano di turno”.  

ITALIA: UN PROGRESSIVO DECADIMENTO

Davos, processo all'Italia
"Marginale e in declino"

Esplicito il timore che il Paese possa diventare la palla al piede dell'Eurozona: "Paralizzata da Berlusconi" dall'inviato FEDERICO RAMPINI

DAVOS - Gli altri leader europei vengono qui per "dare la linea" al World Economic Forum. In 48 ore si succedono a Davos Nicolas Sarkozy, David Cameron, Angela Merkel: espongono una visione dell'Europa, le loro ricette per la ripresa, le strategie verso l'America e i paesi emergenti. All'Italia tocca un ruolo diverso a Davos: quello dell'imputata. Il campionario di dirigenti mondiali che si riunisce in questo summit  -  statisti, grandi imprenditori, opinion leader  -  riserva al nostro paese una sessione a porte chiuse. Intitolata "Italia, un caso speciale". La riunione viene presentata così dagli organizzatori nel documento introduttivo: "Malgrado la sua storia, il suo patrimonio culturale, la forza di alcuni settori della sua economia, il paese ha difficoltà di governance e un'influenza sproporzionatamente piccola sulla scena globale. Le sue prospettive economiche e sociali appaiono negative".

A istruire il processo, l'establishment di Davos delega alcuni esperti e opinionisti autorevoli. Di fronte a loro, sul versante italiano, un parterre di imprenditori e banchieri. Nessun rappresentante di governo è all'appello: il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, pur presente a Davos, fissa una conferenza stampa altrove, nello stesso orario. Tocca a Michael Elliott, direttore del magazine Time, aprire il fuoco: "Contate molto meno di quel che dovreste nell'economia internazionale, i problemi del vostro governo vi precludono di svolgere il ruolo che vi spetta". Segue l'economista

Nouriel Roubini, una star di Davos da quando nel 2007 fu l'unico a prevedere con precisione la crisi mondiale: "Di solito parlo solo di economia ma nel vostro caso il problema del governo è diventato grave, è una vera distrazione che v'impedisce di fare quello che dovreste. Siete di fronte ad accuse di una vera e propria prostituzione di Stato, orge con minorenni, ostruzione alla giustizia. Avete un serio problema di leadership che blocca le riforme necessarie". Roubini dà atto sia a Tremonti che a Mario Draghi di avere limitato i danni sul fronte della finanza pubblica e del sistema bancario. "Ma un contagio della sfiducia dei mercati è ancora possibile  -  aggiunge  -  perché il divario è enorme tra le riforme strutturali di cui avete bisogno, e ciò che è stato fatto".

Un altro economista, Daniel Gros che dirige a Bruxelles il Centre for European Policy Studies, invita a non illudersi sul fatto che l'Italia possa a lungo sottrarsi al destino di Grecia, Portogallo, Irlanda: "La vostra situazione è preoccupante. Siete il paese più direttamente in competizione con la Cina, per la tipologia dei prodotti. Da dieci anni si sa quali riforme andrebbero fatte. Di questo passo l'Italia potrebbe diventare il prossimo grosso problema dell'eurozona". Josef Joffe, editore e direttore del giornale tedesco Die Zeit: "Da dieci anni crescete meno della media europea, questo è il problema numero uno". Segue Matthew Bishop, capo della redazione americana del settimanale The Economist, che nel 1997 fu l'autore di un rapporto sui nostri "esami d'ingresso" nella moneta unica: "Da allora  -  dice  -  il paese è rimasto troppo immobile. Le tendenze dell'economia globale rischiano di trasformarvi nell'anello debole dell'Unione europea. Se l'Italia non usa i prossimi cinque anni per un reale cambiamento, vi ritroverete dalla parte perdente dell'eurozona". Quindi Bishop lancia la palla nel campo degli italiani: "I gravi reati di cui Silvio Berlusconi è accusato sono ben noti. Ma a voi sta bene lo stesso? E' questo il governo che volete?"

La presidente di Confindustria Emma Marcegaglia nel replicare sottolinea quanto la forza del tessuto produttivo resti notevole: "Siamo il secondo esportatore europeo dietro la Germania, il quinto nel mondo, con punte di eccellenza non solo nei settori tradizionali ma nella meccanica, nella robotica, nei macchinari elettronici". Anche lei però descrive un'Italia "introversa, ripiegata su se stessa, distratta rispetto a quel che accade nel resto del mondo, soprattutto per colpa dei suoi politici". E conferma che "il mondo di Davos, quello delle nuove potenze come l'India e l'Indonesia, è ignoto ai nostri politici, perciò siamo assenti dai tavoli dove si decide il futuro". Corrado Passera di Banca Intesa elenca gli handicap: "Scuola, infrastrutture, giustizia, burocrazia, bassa mobilità sociale, poca meritocrazia". Voci ancora più critiche si levano tra i nostri top manager che hanno scelto una carriera all'estero. A loro il pianeta-Davos è familiare, nei nuovi scenari della competizione globale si muovono con sicurezza. Ma sono qui per conto di multinazionali straniere. 

(29 gennaio 2011)

 

RIDERE PER NON PIANGERE

Staino

Truffatore, 
                  ...."ma culo
 corruttore,
impostore,     
                  flaccido"
mestatore,
evasore,                            è troppo
fetente,
ladro...
                                                           
>>>>>>>><<<<<<<<<<<<<

Ellekappa

Il paese                   oltretutto
in un                         flaccido
cul de sac

MA CHI NON LO SAPEVA?

Quasi con stupore qualche cronista ci riferisce che nelle orge di Arcore si è trovata della coca... ma è ovvio che in simili contesti la cocaina è la “principessa”... Solo chi non cade dal cielo, sa che il “puttanaio di Arcore” era tenuto in piedi da un malato mentale che aveva ed ha due grandi disponibilità: pagare e pagare in contanti e pagare questi “stimolanti additivi”.

Non riesco per senso di pudore a riportare sul blog le porcherie che vengono fuori dalle intercettazioni che, con ogni evidenza, si dimostrano strumenti preziosissimi per le indagini e le prove dei magistrati che, va ricordato, stanno compiendo il loro lavoro in modo straordinariamente corretto.

STAINO

HANNO

RUBATO

LA SALMA DI

BONGIORNO!

                      QUELLA DEL

                      GOVERNO BERLUSCONI,

                      INVECE, E' ANCORA

                      A PALAZZO CHIGI.

 

IL GIORNO PIU’ BELLO

Dà ad ogni giornata

la possibilità di essere

la più bella della tua vita.

Mark Twain

sabato 29 gennaio 2011

INGENUI O FURBI?

Il cardinale Bagnasco ha fatto un intervento diplomatico dicendo solo quello che non poteva tacere, ed eccoli i “laici politici” che osannano, si lanciano in elogi: “la chiesa ha parlato chiaro”. Li capisco in questa Italietta ma non condivido questi linguaggi opportunistici, calcolati. Hanno sempre bisogno di trovare un prelato che li confermi e non riescono a parlare con franchezza. Anche un teologo onesto e moderato come Vito Mancuso parla a chiare lettere della “moderazione” dell’intervento di Bagnasco che certo ha deluso chi si aspettava un discorso esplicito sul bene comune dimenticando gli “interessi comuni” tra chiesa e governo. Bagnasco è stato al solito gioco. Cito ancora Mancuso:

“Quindi nessuno si aspettava che il cardinal Bagnasco si stracciasse le vesti scandalizzato. Ma tra lo scandalo di un Savonarola e le parole di biasimo in sé giuste rese però innocue dal biasimo riversato sui magistrati per il troppo zelo, c’è una bella differenza. Alla fine però ha ceduto alla diplomazia, ha usato il bilancino che le consente di avere tutti i forni sempre aperti. E così il sale evangelico ha perso ancora un po’ del suo sapore”. (Repubblica, 25 gennaio) 

 

ELLEKAPPA

BERLUSCONI

NON ANDRA’                PERO’ HA GIA’

DAI PM                ORGNIZZATO UNA

                SERATINA CON

                LE ESCORT IN TOGA

CORSO DI TEOLOGIA DEL PLURALISMO

Non è l'ora questa per lunghi commenti. Un saluto alle persone nuove che anche questa volta si sono aggiunte con uno spirito di grande partecipazione. Davvero questa iniziativa sta diventando una bella "benedizione" ben oltre le nostre previsioni. La prossima scadenza è fissata per sabato 5 marzo alle ore 15,30 e cercheremo, visti gli orari ferroviari, di terminare entro le 18,30. La sede, ora diventata stretta  ma sempre accoglientissima, rimane il Colegio de Salamanca in Via Buozzi 2 a Torino.

SALUZZO: INCONTRO COMUNITARIO

Domenica 30 gennaio alle ore 17 ci troviamo per riflettere insieme su alcuni studi recentemente pubblicati ( Salas, Lenaers, Spong) e per la celebazione dell'eucarestia. Per informazioni Gigi Ferraro 

UNA BELLA NOTIZIA, ANZI DUE

 La “Scala di Giacobbe” prosegue sabato 19 febbraio dalle 17 alle 19 la riflessione (sempre aperta a chi lo desidera) su “Un nuovo modo di pensare, vivere e celebrare la fede: la reinvenzione del “mito” cristiano” nella sede della comunità di base di Pinerolo.

Sono arrivate parecchie persone nuove che salutiamo con gioia.

Quattro mesi fa abbiamo dato vita ad un progetto ad Aosta che davvero apre un altro piccolo cammino.

LE IMMAGINI DI DIO, AL TEMPO STESSO NECESSARIE E PERICOLOSE

 Se Dio esiste abbiamo bisogno di immagini di lui, perché in qualche modo dobbiamo rappresentarcelo. Ma non dobbiamo mai dimenticare che Dio è più grande delle nostre immagini. Dobbiamo lasciare a Dio la libertà di far saltare in aria le immagini che ci siamo fatti di lui. Chi si fa un’immagine di Dio può soltanto dire: “Dio è anche così”. Ma non posso fissarlo una volta per tutte a questa immagine; non posso, come dice la Bibbia, adorare questa immagine.

(Klaus Douglas, La gioia di credere, Claudiana, 1999, p.19)

L'ICONOCLASTIA

 La teologia deve rendere conto contemporaneamente della vicinanza di Dio e della sua distanza, della sua incarnazione e della sua trascendenza, della sua parentela (“Noi siamo anche sua progenie” dice Paolo ad Atene; At. 17,28) e della sua alterità. Se si eliminano gli antropomorfismi, un polo scompare. Se non li si relativizza, l’altro polo si dissolve. Bisogna contemporaneamente servirsi di antropomorfismi e criticarli. Non si può fare a meno di immagini per percepire l’invisibile; tuttavia, esse non vanno confuse con la realtà che illustrano, giacché la evocano, ma non la rappresentano. Le immagini sono necessarie; senza di loro non si vedrebbe nulla. Però forniscono un buon servizio soltanto se, mentre si utilizzano, si strappano; altrimenti le icone si trasformano in idoli. L’iconoclastia non elimina le immagini e non pretende di farne a meno: le usa strappandole o rompendole. L’Islam ne dà un esempio. Nei meravigliosi ornamenti delle moschee, che evocano la grandezza, la sapienza e la bellezza divine, l’artista introduce da qualche parte un difetto, una svista, perché ciò che manifesta la perfezione divina non possa pretendere la perfezione. Ci si dà una forma ( senza la quale non vi sarebbe percezione della verità), pur segnandone il limite e l’insufficienza (senza la quale la verità diventerebbe superstizione).

(André Gounelle, Parlare di Dio, Claudiana 2006, p.75)

venerdì 28 gennaio 2011

PARROCHIA SAN LAZZARO A PINEROLO

Giovedì 3 febbraio alle ore 21 nei locali della parrocchia di San Lazzaro introdurrò un incontro su “La teologia del pluralismo religioso e la nostra fede cristiana oggi”.

LE DONNE SI MOBILITANO

Cominciano oggi un po' in tutta Italia le manifestazioni e le mobilitazioni delle donne che dicono BASTA. Questa è la strada per cambiare le cose : mobilitarsi e non lasciare più la piazza  a pochi momenti eccezionali.
Impariamo dall'Egitto, Algeria, Tunisia......perchè il fascismo e le dittature si fermano con voci udibili e con presenze visibili.

COMMENTO ALLA LETTURA BIBLICA

 Il viaggio che non finisce mai
Introduzione al Discorso della Montagna

1 Now when Jesus saw the crowds, he went up on a mountainside and sat down. 1 Ora, quando Gesù, vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e si sedette. His disciples came to him, 2 and he began to teach them. I suoi discepoli vennero a lui, 2 e cominciò a insegnare loro.

The Beatitudes Le beatitudini

He said: Ha detto:

3 “Blessed are the poor in spirit, 3 "Beati i poveri in spirito,
for theirs is the kingdom of heaven. perché di essi è il regno dei cieli.
4 Blessed are those who mourn, 4 Beati gli afflitti,
for they will be comforted. perché saranno consolati.
5 Blessed are the meek, 5 Beati i miti,
for they will inherit the earth. perché erediteranno la terra.
6 Blessed are those who hunger and thirst for righteousness, 6 Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
for they will be filled. perché saranno saziati.
7 Blessed are the merciful, 7 Beati i misericordiosi,
for they will be shown mercy. perché troveranno misericordia.
8 Blessed are the pure in heart, 8 Beati i puri di cuore,
for they will see God. perché vedranno Dio.
9 Blessed are the peacemakers, 9 Beati gli operatori di pace,
for they will be called children of God. perché saranno chiamati figli di Dio.
10 Blessed are those who are persecuted because of righteousness, 10 Beati coloro che sono perseguitati a causa della giustizia,
for theirs is the kingdom of heaven. perché di essi è il regno dei cieli.

11 “Blessed are you when people insult you, persecute you and falsely say all kinds of evil against you because of me. 12 Rejoice and be glad, because great is your reward in heaven, for in the same way they persecuted the prophets who were before you. 11 "Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12 Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli, perché nello stesso modo hanno perseguitato i profeti che sono stati prima di te.

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Fiumi d’inchiostro e intere biblioteche hanno elaborato approfonditi commenti a questa notissima  pagina evangelica, nelle due diverse “edizioni” di Matteo e di Luca.

Tanto in Luca che in Matteo Gesù è attorniato dalle folle, però il maestro, che parla per tutti, chiama a raccolta presso di sé i suoi discepoli  e li vuole più vicini.

C’è voluto del fegato a proclamare felice questa schiera dei perdenti, questo elenco di persone che per il potere non esistevano nemmeno. Non si tratta di un esilarante invito alla gioia cancellando con un colpo di spugna le grame condizioni di vita di quei galilei avvezzi alla fatica e alle ristrettezze oltrechè ai soprusi. Gesù non compie mai discorsi svolazzanti che passano sulla testa di chi ogni giorno fatica a vivere. Non si tratta nemmeno di un elaborato manifesto filosofico e di un percorso  ascetico riservato a pochi saggi.

Due versanti del massaggio

Dire “beati- felici- fortunati” ha per Gesù un significato, un messaggio sovversivo: “voi che siete deboli, calpestati e perdenti non siete segnati da un destino irreversibile. Soprattutto non siete abbandonati. Dio ha a cuore  le vostre vite, abita i vostri sogni e le vostre speranze, vi fa compagnia nelle vostre  lotte”. Mentre la felicità e il senso delle nostre vite spesso ci vengono additati e proposti nel successo, nel denaro, nei piaceri drogati delle notti di Arcore, nell’immagine della persona che “sfonda” e attraversa la vita con la bandiera della vittoria, Gesù addita un’altra direzione in cui cercare e costruire  senso e felicità.

Non facciamo nessun “elogio della miseria” e non dimentichiamo che, senza il necessario, la  vita  conosce continue angosce e disperazioni. Chi ha provato più di una volta a non arrivare con i soldi a fine mese , sa che la retorica dei poveri felici è assai sospetta. Essa è il discorso dei sazi…

Il Vangelo non è ambiguo. Il senso è altro: i costruttori del futuro non sono i gaudenti e i potenti che amano conservare i loro “tesori”, ma quelli che sognano e lottano per un mondo altro. Sono loro, deboli ed impotenti, che fanno tremare i troni, come succede in questi mesi in Algeria, Tunisia, Egitto e in tanti altri paesi. Il “movimento del regno di Dio”, se vogliamo usare un linguaggio biblico, è nelle loro mani, passa attraverso le loro esistenze. E paradossalmente, le loro lotte e le loro speranze riaccendono la fiducia in molti cuori e il sorriso in molti volti.

Nella protesta di migliaia di donne che in questi giorni in Italia dicono BASTA ad un uomo  e ad un sistema  di potere  che usa le donne , la loro immagine e il loro corpo con violenza si è espressa tanta voglia di vivere, tanta creatività, tanta felicità.

In cammino

In sostanza possiamo dire che le beatitudini ci fanno sapere dove dobbiamo guardare per scoprire i segni di questo regno di Dio già oggi operante nel mondo.Lo studioso  Chouraqui corregge la traduzione e sostiene che la radice del termine ebraico ha un significato che viene perso nella trasposizione greca: “ Significato che potrebbe essere reso con l’espressione :”in cammino”.

La “beatitudine” sarebbe quindi proclamata per tutti coloro che, nelle diverse categorie elencate, rispondono all’appello divino e si pongono in cammino sulle strade del regno. L’indicazione è precisa: si tratta di mettersi ogni giorno in viaggio sulla strada dei poveri, dei nonviolenti, di coloro che si appassionano alla costruzione della pace, che sanno camminare anche quando non ricevono il plauso del potere …Credo che questo restare sempre in cammino di conversione-cambiamento sia la richiesta di Gesù per ciascuno/a di noi.

Possiamo incorrere  nell’errore di pensare che di questo cammino abbiano bisogno specialmente gli altri. La scoperta meno piacevole ma più feconda consiste proprio nel constatare e nel prendere coscienza che noi uomini e donne siamo fatti tutti/e della stessa pasta. Certo, noi non viviamo l’arroganza di Marchionne o la corruzione di Berlusconi o l’ipocrisia dei palazzi vaticani, ma anche nei nostri ambienti ecclesiali, nel volontariato, nei gruppi, nell’associazionismo….vengono fuori le piccinerie, gli autoritarismi, le invidie, le meschinità……Nulla, assolutamente nulla di deprimente o di stupefacente.  E’ la nostra realtà che emerge.

Gesù ci sollecita a camminare a non crederci arrivati. Se qualche volta qualcuno di noi o una qualche esperienza comunitaria pensano di erigere un monumento a se stessi, sarà il caso di guardarsi bene da questa sottile idolatria che compromette il viaggio di tutta la vita.

Ti prego

Dio che cammini con noi, conservami nel viaggio più difficile e liberante, quello della mia conversione quotidiana. Custodisci nel mio cuore la gioia dei piccoli passi che ogni giorno posso compiere con Te e con tanti fratelli e sorelle. Aiuta le nostre chiese a sbarazzarsi della potenza e del denaro per accettare la rivoluzione delle beatitudini.

 

MARAMOTTI

TRAFUGATA LA

BARA DI MIKE

BONGIORNO…

MA DI QUESTI

TEMPI, CHISSA'

                    FORSE SI E'

                   ALZATO E

                   SE NE E'

                   ANDATO!

 

PREGHIERA

Ora, Signore, Dio mio,

ora donami la tua Parola.

Non un gesto, un miracolo dall'alto,

non un immenso dono celeste,

solo una Parola.

Donami la Parola che stupisce e sorprende,

la Parola che non inganna e accoglie,

donami la Parola che ancora mi salva.

Mi salva mentre non ho più parole,

mentre ritiro ogni mia parola.

Mentre do parola al silenzio della colpa, dell'oblio.

Donami la tua Parola, ora,

e ora sarò salvata.

Salva dalla paura, dall'ansia,

salva dall'incapacità e dall'arroganza,

salva dall'incomprensione e dalla violenza,

salva da me stessa.

(da L'Eco delle valli valdesi)

giovedì 27 gennaio 2011

MARIA NOVELLA OPPO

Da L'Unità del 23 gennaio.

«Chissà se è ancora valido il Comandamento 'Non nominare il nome di Dio invano', oppure è stato sospeso per illegittimo impedimento dei berluscones ad osservarlo. A noi atei (benché in Italia abbiamo seguito tutti quanti le lezioni di catechismo) sorge ogni genere di dubbi ascoltando in tv certi ipercattolici confondere il nome del loro Dio con quello del loro boss. Così, il solito Luigi Amicone, ieri ad Omnibus, ha sostenuto una tesi veramente originale per difendere l'indifendibile. Ha spiegato che i suoi numerosi figli non sono scandalizzati da Berlusconi, perché hanno ben presente l'esempio di Gesù. Infatti, secondo Amicone, siccome Gesù accolse la Maddalena, agli italiani tocca tollerare il malgoverno e i reati di un «vecchio porco» (definizione dei suoi migliori giornalisti) fintanto che a lui piaccia continuare a sfidare la legge e la morale. In più, anche solo avvicinare Berlusconi a Gesù Cristo, oltreché segno di servilismo, per noi laici è una scandalosa bestemmia».

Bella e pungente, cara Maria Novella, la tua rubrica… Ti leggo sempre. Però…però confondere Gesù con Dio è qualcosa di più di una svista. Si tratta di un errore che, però, si può perdonare ad una giornalista atea come te oppure al papa.

don Franco Barbero

 

INCONTRI A TORINO

Ricordo che sabato 29 gennaio dalle 15,30 alle 19 si svolge l'incontro sul pluralismo religioso (in Via Buozzi 2 – Collegio de Salamanca).

Ricordo anche che domani venerdì 28 gennaio a Torino in Via San Pio 17B alle ore 18 ha luogo il
corso biblico su " La preghierra nel primo testamento".

TEOLOGIA E LIBERAZIONE


Fra il 6 e l'11 febbraio si svolgerà la sua XI edizione del Forum Sociale Mondiale, quest'anno a Dakar, capitale del Senegal.
All'interno del FSM si riunirà il Forum Mondiale di Teologia e Liberazione (Fmtl) che vedrà la partecipazione di molti teologi.

Tra i workshop previsti la Asett/Eatwot, l'Associazione Ecumenica dei Teologi/ghe del Terzo Mondo, ne ha previsto uno sul tema "Religioni e Pace: la visione, la teologia necessaria per rendere possibile un'Alleanza di Civiltà e di Religioni per il Bene Comune dell'Umanità e la Vita sul Pianeta". Per preparare l'incontro estendere la partecipazione l'Eatwot ha divulgato il materiale preparatorio per via telematica. L'agenzia di stampa Adista ha reso disponibile tale materiale in italiano.

Vista l'attualità e l'importanza dell'evento ho pensato di condividere sia l'estratto pubblicato su Adista (allegato: religioni, pluralismo e pace), sia il fascicolo completo (allegato religioni e pace) reperito in rete. Aggiungo un altro documento con alcune proposte redatte da J.M. Vigil per la commissione teologica internazionale di EATWOT/ASETT.

PADRE KIZITO RICONOSCIUTO INNOCENTE

NAIROBI-ADISTA. “Sono lieta di dichiarare che l’on. Procuratore Generale, dopo un’attenta analisi del fascicolo penale, ha disposto quanto segue: non vi sono prove sufficienti per procedere contro l’indiziato”; pertanto “si consiglia l’archiviazione del fascicolo”. È quanto scrive la sostituta procuratore in Kenya, Alice Ondieki, in un lettera inviata al direttore delle Investigazioni criminali a Nairobi, in merito alle accuse di abusi sessuali che tra giugno e luglio 2009 avevano trascinato p. Renato ‘Kizito’ Sesana nell’occhio del ciclone mediatico, tanto in Kenya quanto in Europa. P. Kizito, religioso comboniano conosciutissimo per le sue attività umanitarie in Kenya, in Sudan e in Tanzania, è tra l’altro il fondatore delle comunità d’accoglienza Koinonia per giovani keniani a rischio (soprattutto ragazzi di strada), organizzazione che vive di lasciti e finanziamenti filantropici e che ha messo a disposizione dei poveri i centri di aiuto e recupero edificati su terreni di proprietà della comunità che hanno raggiunto un valore di qualche milione di euro.

“In deposizioni scritte e giurate, comunicati stampa e interviste ai media” – si legge in un comunicato della Comunità Koinonia, diffuso il 21 dicembre scorso, e firmato dal responsabile delle comunicazioni Eric Sande – quattro ragazzi “accusavano p. Kizito di essere un pedofilo che nel corso degli anni aveva commesso abusi su centinaia di bambini. A queste accuse era stato dato ampio risalto dai media sia attraverso la stampa locale che internazionale, culminando in un vero e proprio linciaggio mediatico”. P. Kizito è stato anche “accusato di avere illegalmente architettato l’allontanamento dei suoi accusatori dall’amministrazione fiduciaria della Comunità Koinonia, come ritorsione nei confronti di coloro che lo avevano denunciato”. Invece, l’allontanamento era stato opera di due collaboratori di Kizito, che avevano profittato della temporanea ma discretamente lunga assenza del religioso anche per avviare la vendita di tutti i beni dell’organizzazione umanitaria. Le accuse di pedofilia sarebbero state una ritorsione contro Kizito per aver, questi, scoperto i piani dei malfidati collaboratori.

Dopo le pesanti accuse del 2009 montava, in soccorso del comboniano, “un’incessante campagna di supporto internazionale”, da parte dell’associazionismo e della stampa “amica”, che bene sapeva dei minacciosi interessi economici sulle comunità, che avrebbero tratto giovamento dalla rovina di p. Kizito.

In seguito, poi, i giovani “hanno ritrattato le loro accuse, dichiarando inoltre di aver ricevuto denaro per implicare l’indiziato”. Anche le immagini allegate come prove del reato si sono rivelate un falso: “Analisi mediche – si legge ancora – hanno confermato che la persona nelle immagini che erano circolate non è l’accusato”. Resta però ancora da chiarire “chi abbia ottenuto il Cd e da dove”. Si è trattato, afferma ancora il comunicato, di una delle tante campagne mediatiche lanciate “senza prima condurre indagini soddisfacenti a sostegno di tali accuse contro persone innocenti, che lavorano al servizio degli svantaggiati, per screditare loro e la loro Chiesa, da parte di persone guidate dalla meschina, egoista e miope prospettiva del vantaggio economico”.

Il comunicato si conclude con il ringraziamento a quanti hanno sostenuto il missionario in questo periodo difficile, durato oltre un anno e mezzo, e con un monito: “L’equità procedurale e la responsabilità sociale richiedono che i media locali e internazionali che hanno citato sfavorevolmente p. Kizito in diversi articoli, associando il suo nome al contesto della pedofilia, diano ora il giusto risalto alla sentenza conclusiva. Alla persona di p. Kizito devono essere restituiti il rispetto e la dignità che merita”.

“Finalmente è arrivata la notizia ufficiale. Padre Kizito è innocente”, ha commentato lo scorso 23 dicembre un comunicato della Tavola della Pace: “L’attacco a Padre Kizito è stato molto pesante e aveva il chiaro obiettivo di allontanarlo dal Kenya rubando il patrimonio costruito dalla Comunità di Koinonia, dall’Associazione Amani e da tantissime generose donazioni. È il trionfo della verità e della giustizia. Siamo felici per Kizito, per la sua comunità, per i suoi bambini e per tutti i suoi amici che con lui hanno sopportato il peso di questi lunghi mesi di accuse, calunnie, indagini e ipocrisie”. (giampaolo petrucci)

(da Adista, 8 gennaio 2011)

mercoledì 26 gennaio 2011

RICORDATE CHE QUESTO E' STATO

“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare”. Parafrasando Primo Levi, si potrebbe aggiungere che “ricordare è un dovere”: un dovere civile e morale che si rinnova ogni anno grazie all’istituzione della Giornata della Memoria, il 27 gennaio, nella data in cui i cancelli di Auchwitz si spalancarono  sugli orrori e lo strazio dell’Olocausto.

CAMBIO DI PASSO

È stata una bella giornata, ieri, a Torino. Il primo partito di opposizione al non-governo in carica si è mostrato unito, convinto che in queste condizioni sia meglio andare al voto, convincente. I molti che si solo alternati sul palco del Lingotto hanno parlato, da angolature distinte, una lingua sola: quella di chi vive in un'Italia diversa da quella che l'immagine del premier rimanda. Credo che sia quello che milioni di italiani si aspettano (Concita De Gregorio, L'Unità del 23 gennaio).

I PRESUPPOSTI PER LA PACE

La pace nel mondo si risolve nel Medio Oriente attraverso la pacificazione fra le tre religioni che si riconoscono in Abramo: l'Islam, l'Ebraismo e il Cristianesimo.

Fino a che queste tre religioni non si riconoscono con fraternità e con rispetto, la pace nel Medio Oriente, anzi la pace nel mondo, non ci sarà.

Giorgio La Pira

CELEBRAZIONI: GIORNATA DELLA MEMORIA

«Ogni anno diventa sempre più forte la necessità di trasmettere non solo il ricordo dell'Olocausto, ma anche una vera e propria 'cultura della memoria' – commenta il Sindaco di Pinerolo, Paolo Covato –. Il 27 gennaio diventa quindi l'occasione per comunicare che, accanto all'immane genocidio 6 milioni di Ebrei, esiste ancora oggi un olocausto culturale, silenzioso e sotterraneo, che va scoperto e smascherato: il bullismo nelle scuole, gli attacchi ai campi nomadi, i cittadini che vogliono farsi giustizia da soli, i discorsi e gli atteggiamenti razzisti in società e in famiglia, l'intolleranza verso ogni opinione che non sia la nostra … Esempio purtroppo attuale di tutto questo è la strage di cristiani in Egitto ad Alessandria, con 21 morti e 79 feriti. Anche questa tragedia di Capodanno mostra il 'volto orrendo della storia', 'offende Dio e l'umanità intera' e chiede giustizia ad alta voce. Nostro compito è quindi ricordare il passato con la massima fedeltà, ma non solo: la fedeltà alla memoria ci pone infatti l'imperativo di imparare da essa a non ripetere gli errori del passato. Spetta a tutti, alla famiglia, alla scuola, alle istituzioni nazionali ed internazionali, custodire il patrimonio morale che ci deriva dalla lezione della storia e trasmettere alle generazioni future l'etica della responsabilità individuale e collettiva». A parlare è il sindaco di Pinerolo Paolo Covato, che così introduce le celebrazioni pinerolesi per la "Giornata della memoria" che si svolgeranno sabato 29 gennaio precedute, il 24 e il 27 gennaio, da alcuni appuntamenti legati alla giornata.

Il 29 il ritrovo è previsto per le 16 nel viale Cavalieri di Vittorio Veneto per la deposizione di una corona al monumento alle vittime della violenza e dell'intolleranza. Una seconda corona poi sarà deposta in piazza Marconi al al monumento agli ex-Internati.

Le celebrazioni pinerolesi inizieranno però il 24 gennaio, alle 21 al cinema Italia – Sala 5Cento, dove si terrà la proiezione del film Defiance – I giorni del coraggio di Edward Zwick. Ingresso euro 3. sempre nell'ambito della "Giornata" giovedì 27, alle 21 questa volta al Teatro Sociale di Pinerolo, si terrà lo spettacolo Esistere diventa reato, tratto dal libro Questo è stato. Una famiglia italiana nei Lager di Piera Sonnino. La rappresentazione è a cura di associazione Mishkalè. Ingresso libero.

In occasione del "Giorno della memoria" anche torre Pellice organizza alcuni momenti pubblici. Sabato 29 ricordo delle vittime civile delle rappresaglie in val Pellice e commemorazione del 63° anniversario della battaglia di Rio Cros; alle 9,45 ritrovo in piazza Muston a Torre Pellice, alle 10,15 ritrovo a Pra d'Gay al cippo che ricorda i caduti civili con intervento del sindaco di Torre Pellice Bertalot. Nel pomeriggio, alle 16,30, alla biblioteca della Resistenza, "Schegge di memoria", testimonianza e commenti sulla Shoah; interviene Marco Baltieri.

SOGNARE CON LA BIBBIA

LILIA SEBASTIANI, Nella notte mi istruisci, Pazzini Editore, Villa Verucchio 2007, pagg.208, €9.

      I nostri sogni fanno parte di noi: quelli notturni e quelli ad occhi aperti. La teologa Lilia Sebastiani ci accompagna in queste pagine alla scoperta del “sogno nelle scritture bibliche”. In esse, come in altre tradizioni antiche, il sogno costituisce una delle più tipiche forme di comunicazione diretta ed intensa tra Dio e l’essere umano. Nel sogno “Dio toglie il velo che impedisce agli uomini l’accesso alla realtà piena e vera” (ivi).

      Le pagine di questo volumetto, scorrevole e semplice, hanno anche il pregio di far scoprire passi sconosciuti  delle Scritture ebraiche e cristiane.

 

Franco Barbero

UN CARO SALUTO

MARISA: CHE SORPRESA

       Quando ho ricevuto la telefonata di Marisa … è stata più che una sorpresa. Ho subito comunicato, con il suo permesso, il suo cellulare a chi la conosceva … Sono trascorsi oltre 9 anni … Marisa ci saluta tutti/e con grande affetto e ci siamo dati appuntamento al prossimo incontro romano … Un “urlo” affettuoso a te, cara Marisa …

 

Franco Barbero

UNA RIFLESSIONE CHE HA ACCOMPAGNATO TUTTA LA MIA VITA

BIBBIA E TEOLOGIA PIÙ CHE MAI

·        Ancor più in questo tempo “ultimo” della mia vita ho avvertito che i due pilastri della mia esistenza di fede sono costituiti dal tentativo di “stare dalla parte dei marginali-poveri” e tuffarmi cuore e mente nella lettura biblica e proseguire l’impegno teologico. Si tratta di due facce della stessa medaglia, sempre fatta di piccole cose e piccoli passi. In sostanza, più ti immergi nella realtà della emarginazione, più senti Dio che ti tira per la giacca. A me succede così, se proprio non gli giro le spalle del tutto, come spesso accade.

·        Nella vecchiaia ci si concentra sull’essenziale, ma sono ormai molti anni che mi affascina questo lavoro di “decostruzione” e “ricostruzione” dell’immaginario della fede cristiana e del “mito” del cristianesimo. Se non è affatto facile decostruire in modo serio il “castello ideologico-dogmatico” (evitando semplificazioni così ricorrenti e pericolose), è ancora più difficile mettere cuore e mano all’impegno di ricostruzione di un nuovo immaginario cristiano, sempre concepito come plurale e provvisorio, datato e contingente. Ma questa parte di ricostruzione e ricomposizione è stata la mia ottica costante e sono debitore a moltissimi fratelli e sorelle che, specialmente negli ultimi cinquant’anni, hanno compiuto elaborazioni sempre parziali e “provvisorie” di straordinaria profondità e fecondità e hanno avanzato proposte lungimiranti. Penso, tanto per partire dal lontano, al teologo cattolico Schillebeeckx e alle provocazioni di John Robinson, delle teologie femministe e della liberazione.

·        Mi riempie il cuore di gioia constatare che la nostra fede non ha paura di confrontarsi umilmente ed audacemente con la cultura della modernità, con le espressioni del pluralismo religioso, con gli apporti della psicanalisi, con le ricerche dell’antropologia e delle scienze del linguaggio, con le questioni connesse all’ermeneutica, alla storia dei dogmi, al teismo, alla cristologia…. Qualche recente libro sembra talvolta presentare questo “panorama” come qualcosa nato oggi, ma si tratta di questioni che sono state poste da molto tempo e per le quali si sono tentate e date risposte plurali.
      A Sarzana, con il gruppo animato da Alfredo Giusti, sabato 12 febbraio esploreremo insieme la freschezza di una fede nutrita alle sorgenti bibliche e all’impegno laico di liberazione nel mondo.

·        Devo anche aggiungere che il nuovo “paesaggio” umano suscita una lettura biblica più ricca, più documentata, più stimolante per la nostra esistenza quotidiana, ben oltre il piccolo cortile delle comunità cristiane di base. La nostra fede, concepita e vissuta come sequela di Gesù, è sempre più liberatrice, sempre più capace di interpellare i cuori e di stimolarci alla liberazione dagli idoli. Il problema è la nostra risposta, ogni giorno da inventare e da tentare.

·        Ma anche qui mi infonde fiducia sapere che non siamo chiamati ad una impresa da eroi, ma a restare in cammino, a riprendere il viaggio, a convertirci “dentro le cose di ogni giorno”, anche con la sobria gioia dei passi compiuti.
      Abbiamo a lungo riflettuto, nel “corso biblico” di Torino e anche nel corso di teologia del pluralismo religioso, tanto per fare un esempio tra i mille possibili.  Nei dei percorsi, ormai lunghi e collaudati, abbiamo molto discusso sulla continua necessità di “riposizionarci davanti a Dio”. E’ stata ed è tuttora avvincente nella lettura delle numerosissime preghiere del Primo Testamento, compiere in gruppo un’indagine storica, contestuale, ermeneutica, linguistica, delle espressioni plurali della preghiera di Israele. Le nostre idee rigide, i nostri schemi, saltano. I nostri “corsi” e incontri si sono trasformati in semplici ed appassionanti laboratori dove le persone cercano di riscoprire il proprio vissuto in un costante rinnovamento del cuore, della fede, dell’impegno laico da vivere nel mondo, in parrocchie, in comunità di base, in solitudine o in compagnia, in salute, in malattia, nella giovinezza e nella vecchiaia.

·        Mi rendo conto, ogni giorno di più, nel gioioso e faticoso ministero itinerante che esiste una diffusa ed accorata ricerca di Dio che trova ostacoli nel castello dogmatico che il catechismo e la predicazione continuano a riproporre in modo immutato. Quando, nei luoghi più impensati e con le persone più diverse, il discorso si apre e si approfondisce sulla figura del Gesù storico, allora i tratti del nazareno aprono un sentiero verso la riscoperta di un Dio bello e accogliente.
      Questo ancora una volta mi dice quanto sia importante “rivisitare” radicalmente il “mito” cristiano per restituirlo alla sua fresca ed inesauribile vitalità.
      Quando un uomo o una donna liberano il loro immaginario cristiano repressivo con una crescita biblica, culturale e psicologica, allora il parroco tuoni pure dal pulpito…. La coscienza adulta del credente sa distinguere e può “sopportare” quel funzionario del culto perché, ormai, il suo rapporto con Dio si nutre ad altre fonti e vive del respiro della libertà. Tale credente, che non sempre troverà nel suo paese e nella sua città una comunità “aperta”, non sarà costretto ad andarsene da quella comunità tradizionalista, ma porrà il suo riferimento non più nelle regole ecclesiastiche ma nel Vangelo e intanto cercherà contatti e collegamenti con forme comunitarie di un cristianesimo della responsabilità, non della dipendenza.

Franco Barbero

martedì 25 gennaio 2011

TORINO: SABATO 29 GENNAIO

Sabato 29 gennaio dalle 15,30 alle 19 si svolge l'incontro sul pluralismo religioso: in Via Buozzi 2 – Collegio de Salamanca.

Il corso è aperto a chiunque voglia aggiungersi, anche se la sede era ben piena già ai primi incontri.

STATI UNITI: TI REGALO UN FUCILE…

WASHINGTON – Gli era stato regalato a settembre per il suo compleanno il fucile calibro 22 che un quattordicenne di Spartanburg, Carolina del Sud, ha usato lunedì per uccidere il padre, la prozia e la nonna. Il padre di 44 anni e la prozia di 83 sono morti sul colpo, mentre la nonna ottantenne è deceduta in ospedale. Sono saliti così a tr gli omicidi per il quale verrà incriminato il ragazzo che, data l'efferatezza del gesto, potrebbe essere processato come un adulto. Interrogato, il giovane «non è stato in grado di spiegare le ragioni del gesto».

IL MIAGOLIO IPOCRITA DI BAGNASCO

         NOI SIAMO CHIESA

   Via N. Benino 3   00122 Roma

    Via Soperga 36 20127 Milano

Tel. 3331309765 --+39-022664753

           E-mail vi.bel@iol.it

Internet: www.noisiamochiesa.org

                                                                                                                                             COMUNICATO STAMPA

 

Bagnasco dall’auspicata denuncia ai semplici sussurri di fronte allo scandalo. A Roma è prevalsa la linea dello “scambio” e della prudenza diplomatica. Fino a quando ?

 

Il portavoce nazionale di “Noi Siamo Chiesa” Vittorio Bellavite ha rilasciato la seguente dichiarazione:

            “Ero convinto che lo sconcerto e il disgusto, diffusi ovunque in questi giorni nel mondo cattolico (parrocchie, vescovi, associazioni…) di fronte allo scandalo che è sotto gli occhi di tutti, si manifestassero adeguatamente nella prolusione del Card. Angelo Bagnasco al Consiglio Permanente della CEI di oggi. Mi aspettavo una posizione  che rappresentasse  tutti i cattolici di fronte al degrado del costume (con gravi ricadute sulle istituzioni) di cui è stato ed è responsabile il Presidente del Consiglio.

            Ma la relazione di Bagnasco ha ceduto alla logica dei rapporti di potere suggerita dalla Segreteria di Stato e dalla sua politica di do ut des nel rapporto tra la Chiesa e le istituzioni della nostra Repubblica. Questo testo non chiede a Berlusconi di presentarsi di fronte ai giudici, non esprime l’offesa arrecata alla dignità di ogni donna; sussurra parole generiche invece di esprimere una vera forte denuncia della situazione e del retroterra culturale ed etico che ne stanno alla base. Le parole flautate del Presidente della CEI sono così interpretabili a piacimento e a proprio favore da opposte aree culturali e politiche presenti nella società italiana.

            Ben differenti furono il linguaggio e la mobilitazione  ai tempi del referendum sulla legge n.40, per il  Family Day , contro i DICO ed ora a difesa della proposta di legge sul testamento biologico. Eppure le tematiche relative a queste “campagne” e quelle che sono davanti agli occhi di tutti in questi giorni, dovrebbero ispirarsi a un’unica sensibilità.

            Riuscirà il Consiglio Permanente, a differenza del consueto, a discutere veramente, dopo la prolusione di oggi, della situazione e a manifestarsi più attento al sentire del mondo cattolico profondo? E la grande maggioranza del popolo cristiano, nelle sue varie articolazioni, riuscirà a esprimere ad alta voce i sentimenti che la percorrono, scavalcando le prudentissime indicazioni gerarchiche ?”

 

Roma, 24 gennaio 2011

UN VESCOVO PROFETICO ODIATO IN VATICANO





Oggi 24 gennaio nel pomeriggio è morto il vescovo messicano di San Cristòbal de las Casas, mons. Samuel Ruiz Garcia. Era nato a Irapuato (Messico) il 3 novembre del 1924, dove visse la sua infanzia. A 13 anni entrò nel seminario diocesano di Leòn. Nel 1947 venne inviato all'Università Gregoriana di Roma  a completare gli studi teologici. Qui fu ordinato sacerdote. Nel 1954 ritorna a Leòn e viene designato rettore del seminario diocesano. Nel 1959 viene ordinato Vescovo di San Cristòbal de las Casas, nello stato del  Chiapas. La sua diocesi si caratterizzava per la sua estrema povertà e per la maggioranza indigena della popolazione e divenne il difensore degli Indios. Durante quegli anni, Ruiz instaurò un sistema di aiuti della diocesi nei confronti della popolazione indigena. Samuel Ruiz García offrì la sua collaborazione come mediatore in vari conflitti latinoamericani. In modo particolare durante il conflitto in Chiapas tra l' indigenista Ejèrcito Zapatista de Liberacion Nacional del Comandante Marcos ed il governo federale messicano. Esercitò il ministero episcopale fino al suo ritiro il 1 3 marzo 2000. Nel 1996 ricevette il  Premio Pacem in terris e nel 2000 fu insignito dal Premio Simòn Bolivar dell'UNESCO per il suo speciale impegno personale e per la sua attività di mediatore, contribuendo così alla pace al rispetto della dignità delle minoranze. Ricevette anche il dottorato honoris causa dall'Università Iberoamericana di Città del Messico. Attualmente risiedeva nella città di Santiago de Querétaro, dove celebrava la messa nella parrocchia della sacra famiglia di Nazareth. Nell'aprile del 2008 fu nominato mediatore insieme ad altri intellettuali messicani dal governo federale del presidente Felipe Calderon.



UN VESCOVO IN DELIRIO

Il vescovo di Foligno: "Berlusconi più morale di Vendola"
FOLIGNO (Terni) - Mons Bertoldo Vescovo di Foligno:"Vendola chiede a Berlusconi di cambiare stile di vita, ma lui si é guardato? Almeno Berlusconi nel peccato, non offende la regola naturale, segue la natura. Vendola offende sia il peccato che la natura e dunque sta messo molto, ma molto peggio e taccia". La dichiarazione del vescovo umbro riflette quello che molti italiani pensano in realtà sulle vicende degli scandali sessuali del Cavaliere. Una morale cattolica ambigua e ipocrita, che in realtà fa del sesso uno strumento di potere sulle donne da cui non emerge alcuno scandalo, a patto che sia rigorosamente eterosessuale. Prostituzione compresa.

UN FASCICOLO STIMOLANTE

Concilium 5/2010, Rivista internazionale di teologia,  Queriniana, Brescia 2010, € 13.90.


Questo fascicolo monografico su "L'Oceania e le sue teologie indigene "costituisce un ampliamento significativo della ricerca sulle teologie contestuali. Già la mappa dei vari cristianesimi in Oceania (Polinesia, Melanesia, Micronesia, ...) costituisce un "territorio antropologico, culturale, simbolico e linguistico" a noi in larga misura sconosciuto.  In esso la tradizione dogmatica, le letture della Bibbia, le innovazioni culturali e i processi  ecumenici danno vita ad un fermento straordinariamente fecondo che è e sarà ancor più attraversato da contraddizioni e tensioni in vista del "parto" di un cristianesimo imprevedibile. Allora ..... buona lettura.