lunedì 28 febbraio 2011

SGUARDI E VOCI DALLA STIVA

Gli sguardi dalla stiva

non pretendono la visione panoramica

che si può fruire

stando sul ponte di comando

o godendosi pigramente l’orizzonte ampio, l’aria libera,

trasportati dai lenti movimenti della nave da crociera.

Un tempo la parte inferiore della nave

era occupata dai rematori legati alla catena.

Loro erano il motore.

Il sudore, la fatica, la malattia e anche la morte

accompagnavano il ritmo dei remi che affondavano

e riemergevano dall’acqua.

Stando sul ponte le voci dal profondo della stiva

erano soffocate dalle onde e dal vento.

È quello che continua ad accadere.

La stiva è simbolo di realtà sommersa

alla quale viene sottratta la visibilità.

E dunque anche la verità del suo esistere.

(da Preti Operai, dicembre 2010)

 



ELOGI PROVENIENTI DA UN CRIMINALE

L’unica nazione che collabora fattivamente con noi nel contrasto dell’immigrazione clandestina è l’Italia, un Paese civile che si è riscattato dal suo passato coloniale

(Muammar Gheddafi, novembre 2010)

IL VANGELO DELLA LIBERAZIONE

Riflessione sui i testi della 8ª Domenica Comune A di Marcelo Barros, teologo della liberazione.

Dal Vangelo secondo Matteo 6,24-34.

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «24Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.25Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? 26Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? 27E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? 28E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. 29Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. 30Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? 31Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. 32Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. 33Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. 34Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».

 “ Lascia le tue ansie alla soglia del sonno, lascia le preoccupazioni, le afflizioni, le amarezze, per non stancarti, come se dormissi, con scarpe, vestito e cappello…”
                                                ( Dom Herder Camara)

Celebriamo questa domenica in comunione con migliaia di persone povere e principalmente giovani, che in Libia corrono il rischio di vita lottando pacificamente per la libertà e i diritti umani. Quest’anno 2011 è consacrato dall’ ONU ai popoli dell’Africa. Viviamo questa domenica e questi giorni in comunione speciale con tante persone che hanno perduto i loro figli e i loro fratelli e proseguono comunque  nel loro cammino domandando un mondo altro, un mondo possibile. In Italia, ci sono delle persone preoccupate per la situazione  della Libia e del nord d’Africa, per paura che questa situazione possa avere conseguenze negative e ricadute sui Paesi europei. L’Italia sembra più preoccupata degli arrivi dei profughi sulle proprie coste che del loro incerto destino.
In Brasile, delle innondazioni terribili hanno lasciato migliaia di persone in  una situazione di vita piu precaria di prima e ci sono molti che vivono in aree considerate a rischio. 
In questo contesto, la Parola di Dio oggi è per noi un vero vangelo (cioè una buona novella) perchè ci dá la promessa che possiamo contare  sulla presenza invisibile di Dio nelle nostre lotte, tanto per la vita quotidiana, come per il cammino sociale. Nella prima lettura (Is 49, 14- 15), in una epoca di esilio e di  grande sofferenza per il popolo, un discepolo de Isaia presenta Dio come una madre che non si dimentica e non  abbandona i suoi figli/e in situazione di rischio.
Nel Vangelo (Mt 6, 24- 34), la comunità di Matteo mette sulla bocca di Gesù una serie de avvertenze che sembranno fuori dalla realtà. Come  possono infatti le persone in una situazione di rischio non preoccuparsi? E una madre povera come non  si domanderà il modo  per    alimentare o vestire i suoi figli? In questi dieci versetti  del discorso della montagna, Gesù per sei volte ripete alle persone di non preoccuparsi. E al all’ansia del preoccuparsi  suggerisce di rispondere di occuparsi , di prendesi cura, cioè di  cercare il regno di Dio e la sua giustizia. E ricorda che se cerchiamo il regno (in usato senso dobbiamo ocuparsi), tutte le cose di cui  abbiamo bisogno  ci saranno date in aggiunta (v. 33).
A partire del Concilio Vaticano II, si è sviluppata una coscienza più matura che la missione della Chiesa significa servire l’umanità e non vivere invece in funzione di se stessa. Questo servizio semplice, povero e desinteressato è una testimonianza della ricerca del regno di Dio, cioè  del progetto di Dio in questo mondo: vita degna, giustizia, pace e comunione con l’ universo. In questa prospettiva, nella seconda lettura di oggi, Paolo si presenta come “servitore” e curatore dei misteri di Dio. Il mistero di Dio è la realizzazione del suo progetto nella nostra vita e nella vita del mondo. Nella 2° conferenza generale l’ episcopato latinoamericano in Medellín, Colombia, (1968) i vescovi hanno proposto: “Dobbiamo sempre presentare un volto di  Chiesa povera, missionaria e pasquale, consacrata alla liberazione  di tutta l’ umanità e di ogni essere umano nella sua integralità” (Conclusioni di Medellin, 5, 15). 
Molte volte, in mezzo a una realtà di mondo e di Chiesa che può sembrare molto rigida o poco disponibile al rinnovamento , rischiamo di sentirci pre-occupati/e e ansiosi/e. La buona novella di Dio ci domanda di avere fiducia e di continuare nel servizio e nella missione del regno. In questo mondo ci invita anche a  cercare di vedere che il progetto divino si sta realizzando in mezzo a tutte le contradizzioni della vita. Non siamo costretti a credere in una visione provvidenzialista  che aspetta degli  interventi  miracolosi  di Dio dentro la storia come forza  di tipo soprannaturale. Ma siamo invitati anche ad aprire i occhi per vedere l’energia d’ amore che  si respira in  tante persone e gruppi i quali sanno dare tutto di sé stessi per cambiare il mondo e  per servire la vita e la felicità di tutti.
In un altro contesto, un poeta brasiliano ha scritto: “Se non possiamo adesso mangiare i frutti che attendevano, speriamo che almeno  le foglie ci proteggano dal sole. Se anche le foglie mancheranno, contempleremo l’albero che cresce. Se non possiamo contare nemmeno sull’albero , prenderemo i semi. Piantiamo i semi nella terra  per avere degli  alberi per il futuro ”. 
 

APPELLO ALL'ARCIVESCOVO

Caro arcivescovo Carlo, ci rivolgiamo a lei, perché è il nostro pastore. Sappiamo che il suo ruolo e il suo ministero è proprio quello di ascoltare, confortare e tenere unito il gregge, cioè guidare il popolo cristiano e aiutarlo a vivere nella fede, nella speranza e nella carità. Vogliamo quindi esprimerle alcune nostre gravi preoccupazioni, con semplicità, ma anche con totale franchezza.

  • Siamo preoccupati, perché vediamo il nostro Paese scivolare sempre più in una crisi generale, vissuta da molti con disperazione e senza vie d’uscita, crisi che rischia di compromettere l’unità stessa della Nazione, nei suoi aspetti istituzionali, politici e sociali. E la disperazione non è una virtù cristiana.

  • Siamo sconvolti, perché vediamo la classe politica che governa questo Paese sprofondare sempre più nel degrado morale, nell’arroganza dell’impunità, nella ricerca del tornaconto personale e dei propri amici, nel saccheggio della cosa pubblica e nella distruzione sistematica delle basi stesse del vivere civile e democratico.

  • Siamo indignati, perché questa stessa classe politica al governo ha ingannato e continua a ingannare i poveri con false promesse, con un uso spregiudicato e perverso dei mezzi di comunicazione, con l’esibizione ostentata di modelli di comportamento radicalmente contrari al comune sentimento morale della nostra gente. Pian piano sono riusciti a corrompere il cuore e le menti dei più semplici. Guai a chi scandalizzerà questi piccoli…!

Ma la preoccupazione maggiore, in quanto credenti, riguarda la nostra Chiesa e in particolare i nostri vescovi. Ecco i pensieri che ci fanno star male e che manifestiamo a cuore aperto.

  • Sappiamo che i vertici della CEI e gli ambienti della Curia vaticana hanno deciso già da tempo di appoggiare la maggioranza di destra ancora oggi al governo. È opinione sempre più diffusa, anche tra i cattolici credenti e praticanti, che questa alleanza sia frutto di accordi di potere, volti a ottenere privilegi per la Chiesa e legittimazione per il governo. Vale la pena di compromettere la credibilità dell’annuncio del Vangelo e l’immagine della Chiesa per un piatto di lenticchie?

  • In nome di questo sostanziale accordo si sono avallate anche politiche di stampo prettamente xenofobo (per esempio, quelle in tema di immigrazione) e del tutto contrarie non solo al Vangelo, ma anche alla stessa dottrina sociale della Chiesa. Per denunciare questa deriva molte voci si sono alzate nel mondo cattolico, sempre ignorate o censurate o minimizzate. Non sono anche queste politiche contrarie ai valori non negoziabili di cui parla il magistero della Chiesa?

  • Neppure adesso che l’abisso morale e lo stile di vita inqualificabile del presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, sono sotto gli occhi di tutto il mondo, neppure adesso i vertici della CEI trovano la forza e la dignità di pronunciare parole chiare, di uscire dalle deplorazioni generiche che riguardano tutti e quindi nessuno, di usare finalmente il linguaggio evangelico del sì sì, no no. Lo sa bene anche il vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Domenico Mogavero, che ha usato parole straordinariamente chiare e condivisibili prima della prolusione del cardinale Angelo Bagnasco in apertura dell'ultimo consiglio permanente della Cei: <Potrei dire di tutto e di più contro Berlusconi e il teatrino che si evince dalle intercettazioni sulle serate di Arcore. Potrei sfogarmi e dire che è tutto uno schifo. E come me tanti vescovi sarebbero pronti a ‘sparare’. Ma a che serve? La verità è che occorrerebbe che alzassimo la testa tutti i vescovi insieme. Che insieme tornassimo a farci sentire senza alcuna sudditanza politica> (Il Foglio, 19 gennaio 2011).

    Solo alcuni vescovi, in questi ultimi mesi, hanno rotto, sempre a titolo personale, il muro di silenzio. <Sono i giovani le prime vittime degli spettacoli indecorosi di questi giorni - ha tuonato l'arcivescovo di Campobasso-Boiano, Giancarlo Maria Bregantini, presidente della commissione episcopale per i problemi sociali e del lavoro della Cei, intervistato da Repubblica (21 gennaio 2011) –, perché, quando si esaltano modelli discutibili come la corsa alla ricchezza, la forza del denaro e ancora peggio, lo sfruttamento della donna con modi di vivere moralmente inaccettabili, i ragazzini vengono inevitabilmente danneggiati>. E ancora: <Se quanto avvenuto è vero, è un fatto gravissimo sia sul piano dell’etica privata che pubblica. In questo caso, serve un atto di vergogna e insieme l’uscita di scena dalla vita pubblica> (monsignor Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vato, Corriere della sera, 31 ottobre 2010).

  • In ben altro modo fu trattato l’ultimo governo Prodi, debole, ma onesto e capace, di ben più alto profilo morale. Non solo l'esecutivo non fu sostenuto, ma venne addirittura osteggiato dalla Gerarchia ecclesiale, forse proprio perché più libero, sicuramente più laico e quindi meno disponibile ad accordi sotto banco.

Occorre che ci si renda conto davvero che alla base della Chiesa sta aumentando il disagio, il dissenso, la sofferenza, il lento e silenzioso abbandono. A Napoli catechisti e genitori cattolici da giorni stanno presidiando il duomo per chiedere all'arcivescovo Crascenzio Sepe di denunciare il degrado morale delle classe politica al governo. L’amara sensazione di molti, giusta o sbagliata, è che i pastori abbiano tradito il loro gregge, abbiano preferito i morbidi palazzi di Erode alla grotta di Betlemme, abbiano colpevolmente rinunciato alla profezia. E questo non fidarsi di Dio, tecnicamente, è un comportamento ateo.

Caro arcivescovo Carlo, preghiamo insieme, perché lo Spirito spinga tutti a una vera conversione, a un saper ritornare sui nostri passi, a riscoprire la dimensione di un servizio povero e disinteressato, a seminare gioia e bellezza e speranza, nella libertà e nella verità.

Faccia sentire anche lei, caro arcivescovo, la sua voce contro la mercificazione della donna e lo stupro della res pubblica di chi ci governa

Noi Siamo Chiesa Emilia Romagna

Bologna, febbraio 2011


LA PUNTUALITA'

"I ritardatari d'abitudine non sono in genere le persone che dispongono di poco tempo, quelli che sono in sovraccarico di impegni. L'abitudine al ritardo deriva in larga misura dallo scarso rispetto che si ha del tempo degli altri. Dunque, non è una questione di tempo, ma di rispetto"

Piero Baranco

Cioè un probelma di relazione tra persone. Se il tempo degli altri non  è meno prezioso del mio, rispettare l'orario concordato significa rispettare la persona.

domenica 27 febbraio 2011

L'IMPORTANZA DELLA SCUOLA PUBBLICA

"Trasformare i sudditi in cittadini è miracolo che solo la scuola può compiere" ( Piero Calamandrei).
Per questo, per mantenerci sudditi, il nostro governo sta distruggendo la scuola.

STAINO
Berlusconi denuncia:                               Allora è colpa
la scuola pubblica non                             della scuola pubblica
insegna i valori della                                se lui riesce a frequentare
famiglia                                                          solo escort?

UN PAPA IGNORANTE

"L'aborto non è mai terapeutico. I medici non ingannino le donne". Benedetto XVI ha sottolineato che l'aborto non è mai una soluzione nè a difficoltà economiche, nè a problemi di salute, mentre "la donna viene spesso convinta, a volte dagli stessi medici, che l'aborto rappresenta non solo una scelta moralmente lecita, ma persino un doveroso atto terapeutico". Davvero il delirio da onnisciente ha pervaso la testa del papa.

BUNGA BUNGA IN VATICANO

L'attacco selvaggio del premier alla scuola pubblica, alle coppie omosessuali e alle adozioni per i single è il frutto degli accordi intercorsi tra la segreteria di stato vaticana ( cardinale Bertone) e il governo italiano. Si tratta di assicurazioni che Berlusconi ha fornito per contrastare il disagio e la protesta di molti cattolici circa i suoi comportamenti. E' evidente che a Bertone come a Berlusconi interessano soprattutto gli affari, i privilegi e i soldi. Per questo il papa e il cardinale Bertone questa sera faranno un bunga bunga prelatizio nei sacri palazzi.

GLI AFFARI DEL COLONNELLO: UNA TORTA DA 150 MILIARDI

Non c’è solo petrolio e gas nei rapporti economici tra Italia e Libia. La torta degli affari nel Paese del Colonnello è almeno di 153 miliardi di dollari di commesse. L’Impregilo sta costruendo tre centri universitari, la Conicons sta modernizzando l’aeroporto di Ghat, la Trevi sta tirando su l’hotel-reggia al-Ghazala a Tripoli, per citare solo alcuni dei lavori in corso. Il volume di scambi fra i due Paesi e di circa 15 miliardi di euro. E i libici sono entrati in Unicredit (4,9% delle azioni dell’istituto bancario sono controllate dalla Lybian Investment Authority) e stanno trattando per comprare azioni Eni, Telecom e Terna. L’italiana Sirti, che si occupa di infrastrutture per le telecomunicazioni, sta piazzando nel paese 7 mila chilometri di cavi in fibra ottica: un appalto da 68 milioni di euro. Nello stesso settore è attiva la concorrente Prysmian, quel che resta del settore cavi di Pirelli. Che ha contratto 35 milioni di euro con Lybia General Post and Telecommunications Company. La Augusta-Westland, del gruppo Finmeccanica, fornisce elicotteri e formazione per imparare a guidarli.

sabato 26 febbraio 2011

GERMANIA: L'OLOCAUSTO DEI ROM E DEI SINTI

Al Bundestag il 27 gennaio è stata vissuta una giornata eccezionale, la giornata del ricordo dell’ “olocausto dimenticato” dei Rom e dei Sinti. Per la prima volta nella storia, il Parlamento tedesco ha invitato un rappresentante della comunità rom a commemorare le vittime rom e sinti. L’anno scorso era stato invitato il presidente israeliano Shimon Perez.

Tra i 250.000 e i 300.000 Rom e Sinti, su una popolazione stimata circa 1 milione di persone furono le vittime delle leggi razziste di Norimberga del 1935, persone trattate come gli ebrei. La testimonianza è stata portata da Zoni Weisz, 73 anni, la cui famiglia fu deportata ad Auschwitz come tutti i Rom nel maggio 1944, mentre agli riuscì a sottrarsi grazie alla complicità di un poliziotto olandese. La commozione ha attraversato il Parlamento mentre parlava, ma Weisz non si è fermato al passato, ha detto: «La storia si ripete. Ci sono ristoranti che affiggono sulle porte la scritta: “vietato agli zingari”; Sinti e Rom sono trattati in maniera indegna, in particolare in certi paesi dell’Est come la Romania e la Bulgaria». E Weisz ha parlato anche di noi Italiani e dei Francesi: «In certi Paesi – ha detto – come l’Italia e la Francia, si è di nuovo discriminati, espulsi o si vive nei ghetti in condizioni disumane». Eppure, ha aggiunto, «Questi uomini sono anch’essi abitanti dei paesi membri dell’Unione Europea. Dovrebbero avere gli stessi diritti». Lunghi applausi alle sue parole. I deputati e i membri del governo sono stati a sentirlo, compresa Angela Merkel, compresi i giornalisti ai quali ora non è più consentito fare silenzio.

(da Rocca)

TORINO: CINQUE INCONTRI

. Sabato 5 marzo introduco in Via Buozzi ,2 alle ore 15,30 la ricerca su " Il pluralismo religioso" presso il Colegio de Salamanca.

. Venerdì 11 alle ore 18  in Via San Pio V, 17b proseguono gli mincontri su la preghiera nel Primo Testamento. La serata (dalle 18 alle 19,30) sarà su "La preghiera nel libro di Geremia".

. Venedì 18 alle ore 230,15 il gruppo comunità nascente prosegue in Via San PioV,17b la lettura del Vangelo di Giovanni.


. Venerdì 25 prosegue il corso biblico con l'incontro su "La preghiera nel libro di Ezechiele e di Daniele".

. Domenica 27 il gruppo comunità nascente dà vita alla giornata comunitaria mensile dalle ore 10,30 alle ore 15,30 in Via San
Pio V,17b

QUESTA SETTIMANA E QUESTO MESE

.Lunedì 28 partecipo a due gruppi biblici della comunità: alle ore 10 nella sede della comunità e alle ore 20,45 al FAT in Vicolo      Carceri, 1. Così ogni lunedì di marzo

. Martedì 1 marzo:  giorno dedicato esclusivamente ai colloqui e la sera all'incontro sul testamento biologico.

. Mercoledì 2 marzo: attività con l'Associazione FAT.

. Giovedì 3 alle ore 21 nella parrocchia di San Lazzaro a Pinerolo introduco la ricerca su "Le mille domande sulla sofferenza".

. Per informazioni per tutti gli incontri segnalati qui  è sufficiente telefonare al 340/8615482.




UNA LEADER C'E'

Penso che la sinistra una leader già ce l’abbia: Rosy Bindi. Per una volta si potrebbe puntare su una persona competente, coerente, onesta. Spero davvero che si concentrino le energie su un programma e si colga l’occasione di valorizzare una persona straordinariamente significativa e capace.

venerdì 25 febbraio 2011

STAINO

Ma cosa SONO I                       QUELLA COSA CHE
DIRITTI  UMANI  PER                      FINISCE DOVE INIZIA
L'EUROPA?                                    IL PETROLIO.

L'INDIFFERENZA

L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. E’ la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che si ribella all’intelligenza e la strozza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, il possibile bene che un atto eroico (di valore universale) può generare, non è tanto dovuto all’iniziativa dei pochi che operano, quanto all’indifferenza, all’assenteismo dei molti. Ciò che avviene, non avviene tanto perché alcuni vogliono che avvenga, quanto perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia fare, lascia aggruppare i nodi che poi solo la spada potrà tagliare, lascia promulgare le leggi che poi solo la rivolta farà abrogare, lascia salire al potere gli uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. La fatalità che sembra dominare la storia non è altro appunto che l’apparenza illusoria di questa indifferenza, di questo assenteismo. Dei fatti maturano nell’ombra, poche mani, non sorvegliate da nessun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa.

(Antonio Gramsci, da La città futura, n. unico, 11 febbraio 1917)

MEGLIO TARDI CHE MAI

A  fatica, a stento, costretto dall'Unione Europea, il nostro governo riesce a riconoscere il genocidio in atto in Libia...
Mettono già nell'aria l'idea del "governo dei fondamentalisti islamici" e non riescono a percepire la profondità, l'estensione e la novità di questa rivoluzione che è in atto:

IL SOLITO GIOVANARDI

"Le fosse comuni sono una bufala. In tutti i giornali c'è la foto delle fosse comuni di Tripoli: la foto è di un normale cimitero libico, con tombe prescavate in cemento e una tomba, addirittura, è già coperta con il nome del defunto!" ( Carlo Giovanardi, sottosegratario alla presidenza del consiglio).

VERDINI CORROTTO E CORRUTTORE

"Così hanno provato a comprarmi. Passa la premier e ti daremo 150mila euro".
C'è ancora qualcuno che resiste. Non lasciarsi mai comprare a volte è duro, ma è il  minimo che dobbiamo e possiamo fare per essere coerenti.

LEZIONI DI DEMOCRAZIA DALL’AFRICA

Una Europa cieca ha creduto al pregiudizio di un islam immobile che avrebbe bloccato ogni rivolta e ogni accesso alla democrazia.

 

Ora è arrivata la smentita. Gli USA pensavano che l'Egitto fosse l'alleato sicuro come avevano ciecamente scommesso sul nuovo corso in Iraq ed in Afghanistan. Un Occidente più cieco di così non potevamo immaginare.

 

Il nostro duce di Arcore addirittura era il socio in affari e non ha mosso né un dito né pronunciato una parola contro le violenze volute da Gheddafi finché non è stato costretto dall'Unione Europea.

 

L'Occidente è una nave che naviga a vista. La Cina se la ride e ne approfitta per il suo avanzamento economico al quale non corrisponde la crescita dei diritti.

CONTADOR: ZAPATERO COMPLICE

C'è un imbattibile campione forse dopato, c'è un primo ministro che interviene al volo, sicuro dell'innocenza dell'eroe, c'è un primo ministro che interviene al volo, sicuro dell'innocenza dell'eroe, e c'è un tribunale che subito assolve. Tutto a strettissimo giro, ed è una tenaglia che stringe il cuore. Mai si era vista una simile ingerenza della politica sullo sport: accade in Spagna, la nazione europea più vincente, da qualche anno a questa parte. Immaginate cosa diremmo adesso se il caso-Contador fosse roba nostra. Invece, con tutti i difetti che potrà pure avere il sistema sportivo italiano, e nonostante qualche vecchia amnesia, oggi da noi chi sgarra paga. Oltre i Pirenei non pare proprio sia così.

 

E se il progressista Zapatero, presunto difensore di ogni libertà, non ne esce benissimo, se in pochi sono disposti a credere alla bistecca avariata di Contador, un'ombra si allunga sulla Spagna dominatrice nel ciclismo, ma anche nel calcio, nel tennis, nel basket, nazione ferita da scandali chimici recentissimi. Eppure chi governa non solo lo sport (lo Stato spagnolo, peraltro, finanzia direttamente le federazioni, dunque anche quella ciclistica che ha appena giudicato non colpevole il vincitore di tre Tour), invece di fare chiarezza si mette quasi nei panni del complice. Dopo una pressione pubblica come quella di Zapatero, quale tribunale sportivo avrebbe avuto il coraggio di fermare un simbolo dell'orgoglio nazionale? Di sicuro, chi già si dopa potrà sentirsi ancora più intoccabile. E chi non lo fa, sarà magari tentato. Tanto, poi, liberi tutti.

 

Queste righe di Maurizio Corsetti, comparse su Repubblica di mercoledì 16 febbraio costituiscono una ferma denuncia di quanto avviene in Spagna e non solo. Quando il potere politico copre queste ombre e queste responsabilità, compie un'azione vergognosa e deplorevole anche sul piano educativo. Spiace che sia Zapatero. È più deplorevole ancora.

giovedì 24 febbraio 2011

BELATI GERARCHICI

Che pena fanno questi prelati cattolici. Ora belano, ora abbaiano, ora deplorano "le violenze, le ingiustizie"…
Parlano sempre genericamente per non rovinarsi gli affari e perdere "il privilegio dell'equidistanza". Solo contro gli omosessuali sparano a zero le loro cartucce avvelenate e li nominano espressamente.

COMMENTO ALLA LETTURA BIBLICA

          UNA AZIENDA O UNA COMUNITA’ DI FEDE?

 24Nessuno può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro, o preferirà l’uno e disprezzerà l’altro: non potete servire a Dio e a mammona.

 25Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? 26Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? 27E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un’ora sola alla sua vita? 28E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. 29Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. 30Ora se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? 31Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? 32Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. 33Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. 34Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena. (Matteo 6, 24-34).

 

Questa volta mi soffermerò brevemente sul primo versetto. Gli altri, che parlano di affanni e di angosce, non sembrano immediatamente collegabili, ma in realtà li unisce un filo non così sottile. Infatti, come si può vivere in modo costruttivo e liberante la relazione con le cose, con il corpo e con il tempo se già si  è prigionieri dell’idolatria di “mammona”?

 
 

MAMMONA

Spesso le nostre bibbie traducono questa parola con “ i soldi”. In realtà il vocabolo aramaico indica qualcosa di più, cioè la base, il fondamento, il patrimonio sui quali si fondano la propria vita  e la propria sicurezza. Il denaro ne è parte essenziale, ma in una accezione estesa al potere, al successo….

Gesù qui non usa mezzi termini, non fa alcuna premessa, non dice:” se tu vuoi” .

Notate la perentorietà, la radicalità di questo linguaggio che non permette scappatoie e non autorizza eccezioni.

“Nessuno può servire due padroni”: si tratta di una impossibilità assoluta per tutti.

Quel “nessuno” è un colpo di frusta, una mazzata  per tutti coloro che nella storia hanno cercato di accomodarsi su un sentiero che permettesse loro di “ vivere da ricchi e illudersi di essere dalla parte dei poveri”. Non mancarono quelli che, pur con ottime intenzioni, propugnarono “ l’uso povero delle ricchezze” (usus pauper divitiarum).

Puntiamo bene gli occhio sul testo: se all’inizio si parla dell’impossibilità di servire a due padroni, la conclusione de4l versetto pone un netto ed esplicito aut-aut: “non potete servire a Dio e a Mammona-soldi”.  A noi ripugna paragonare Dio ad un padrone, ma qui è l’esigenza  di far emergere con chiarezza il messaggio  che determina questo linguaggio.

In sostanza, si tratta di due realtà incompatibili, due strade diverse, due fondamenti diversi per la vita e per  la comunità.

 

VENENDO A NOI

No si tratta di lanciare un programma  di pauperismo o di ascetismo eroico. Il Vangelo ci interpella sul fondamento della nostra vita: dov’è la pietra che regge l’edificio? Che cosa mettiamo al primo posto  nella nostra esistenza quotidiana, Dio o le sicurezze umane i soldi o il successo? .

Non facciamo fatica a trovare lungo i secoli dei testimoni appassionati che hanno messo  il Vangelo al centro della loro esistenza senza cedere alla seduzione delle ricchezze. Ma è innegabile che la nostra chiesa ufficiale ha soprattutto usato Dio per coprire i suoi interessi diventando spesso una bottega ed una società  per affari con molti funzionari ad ogni prostituzione: “Profeti e sacerdoti sono una massa di imbroglioni…..Dovrebbero vergognarsi, ma non si vergognano affatto e non arrossiscono” ( Geremia 8, 10-11).

Davvero il tempio è diventato la spelonca di ladri, il covo di briganti, banca di riciclaggio di denaro sporco. L’etichetta cristiana maschera le operazioni  della cupola vaticana e raccogli in una grande famiglia mafiosi, banchieri, palazzinari, cassieri di sua santità.

 

DUE DIVINITA ’INSIEME?

Il genio funesto del cattolicesimo ufficiale è questo tentativo di “cantare i salmi e contare i soldi”, di mettere insieme il Dio di Gesù e il dio denaro. Con questa operazione perfida, Dio diventa il sacro paravento dietro il quale prospera il regno di mammona, fatto di soldi, privilegi,ingerenze,squallide alleanze per ottenere l’esenzione dall’Ici, una legge disumana sul testamento biologico e soldi a palate per tutte le scuole cattoliche e le opere pie.

Ma il Vangelo smaschera questa ipocrisia. La conversione che è chiesta alla nostra chiesa è il passaggio dal dio denaro al Dio vivente della Bibbia. Certo, dall’azienda al Vangelo, da Berlusconi a Francesco d’Assisi il passo non è breve, ma questa è la strada senza sconti, scorciatoie, eccezioni.

Se vogliamo passare dall’azienda mammona alla chiesa di Gesù, bisogna disarmare il palazzo e ritornare sulla strada. Questa inversione di marcia non viene dalle torri gerarchiche….Come sta succedendo in Egitto e in Libia, i veri cambiamenti provengono dal basso. Tocca a ciascuno di noi portare un mattone a questa “rivoluzione evangelica” se non vogliamo continuare  a vivere in una chiesa di dogmi e di affari.

 

O DIO, tanto spesso Ti ricordiamo e talvolta e Ti nominiamo invano. Aiutaci a non nascondere dietro al Tuo nome le nostre idolatrie. Ti preghiamo per la nostra chiesa, prostituita a mammona da molti secoli e dimentica del Vangelo. Possa il Tuo soffio liberatore rompere le catene che la legano al denaro e ai privilegi e rimetterla in viaggio con gli ultimi e le ultime della carovana.

UNA RICERCA SERIA ED ESEMPLARE

  FRANCESCO ARDUINI, Il Battesimo dei bambini, Aracne Editrice, Roma 2010, pagg. 108, € 8.

I primi cristiani battezzavano i neonati o i bambini? L’autore tenta una risposta con una ipotesi sull’origine del pedobattismo in questa sua tesi di laurea in Scienze Bibliche alla Facoltà Valdese di Teologia.

Ricevuto il volume in omaggio dall’Autore, l’ho letto con interesse perché costituisce una ricerca rigorosa, documentata, equilibrata nella quale si lasciano aperte le questioni irrisolte.

Sembra che prima del 180 “la forma prevalente del battesimo rimase quella degli adulti” (pag. 40). Infatti nella letteratura paleocristiana non si trova alcuna testimonianza ed evidenza diretta o indiretta di una simile pratica. La prima chiara testimonianza scritta del battesimo dei bambini risale a Tertulliano attorno al 200 dopo Cristo. Che cosa determinò il cambiamento, la svolta teologica e pastorale?

“Dal 165 al 180 d.C. si verificò la “peste Antonina” in cui morì una persona su tre e senza dubbio, anche tra i cristiani, i maggiori decessi si ebbero tra gli anziani e i bambini” (pag. 68). Il nostro Autore avanza questa ipotesi: “una volta terminata l’epidemia nel 180 d.C., Ireneo e gli altri teologi cristiani hanno diretto, come mai prima, le loro riflessioni sulla volontà salvifica di Dio nei confronti dei bambini. Riflessioni che diedero un impulso allo sviluppo di una teologia del battesimo degli infanti … tanto che Tertulliano, agli albori del III secolo, ne parla come di una prassi accettata persino con troppa leggerezza. Venti anni non sembrano affatto pochi per un’elaborazione teologica del pedobattismo e per una diffusione di questa prassi nelle varie chiese” (pag. 69). L’ipotesi è affascinante e diventa ancora più degna di attenzione se pensiamo che, con tutta probabilità, quelli erano gli anni in cui cominciava a costruirsi la teologia del “peccato originale” che troverà esplicita affermazione in Cipriano.

Raccomando vivamente questa ricerca in cui il lettore ha la possibilità di esplorare la letteratura cristiana antica, guidato da un maestro davvero affidabile che sa lasciar parlare le testimonianze dopo averle collocate nel loro più probabile contesto.

Vorrei affettuosamente segnalare qualche mia perplessità. Non sono così convinto che il battesimo sia il “comandamento” (pag. 21) che consegue a Matteo 28,19. Potrebbe trattarsi di una scelta importante dell’iniziale movimento di Gesù. Così pure i passi del Secondo Testamento che alludono al “battesimo di intere case” potrebbero anche lasciarci la testimonianza di percorsi diversi fin dalle origini.

“Con il battesimo si diventa Figli di Dio” (pag. 25) è per me una trasposizione biblica giovannea e paolina che va attentamente contestualizzata perché non se ne faccia una lettura escludente. Non ho trovato nella bibliografia l’opera di Gianpiero Gramaglia (Il battesimo dei bambini, Morcelliana 1975) che ritengo tuttora significativa.

Chiunque si accosti a questa densa e limpida scrittura, a questo tentativo di ricostruzione storica, ne trarrà frutti preziosi di conoscenza e non potrà non rivolgere all’Autore un sentitissimo ringraziamento. L’opera è particolarmente utile ai gruppi e alle comunità che, in questo tempo difficile eppure fecondo, desiderano ripensare la prassi sacramentale in rapporto al cammino cristiano sia personale che comunitario.

 

Franco Barbero

CONTRO IL FANATISMO

RICHARD SCHRÖDER, Liquidazione della religione?, Queriniana, Brescia 2011, pagg. 304, € 22.

Queste dense pagine sono state definite dal teologo Hans Kung “il confronto più lucido con ‘L’illusione di Dio’ di Dawkins”, lo scienziato che professa un ateismo militante. Al di là dei singoli “passaggi” teoretici e storici, il volume costituisce una riflessione acuta sulla natura dei fanatismi. Esistono, infatti, molti fanatismi, anche quello “scientista”. L’Autore si sofferma sui danni e le conseguenze del fanatismo che non è un fenomeno esclusivamente religioso o politico, ma può invadere anche gli ambiti culturali, le riletture storiche, l’esegesi e il mondo delle scienze.

Franco Barbero

mercoledì 23 febbraio 2011

SUCCESSO

Ora la figura di un uomo di successo si manifesta in maniera particolarmente visibile, la maggioranza cade vittima della idolatria del successo. Essa diventa cieca nei confronti del diritto e dell'ingiustizia, della verità e della menzogna, dell'onestà e dell'abiezione. Vede solo più l'azione, il successo. La facoltà del giudizio etico e intellettuale si ottunde di fronte allo splendore del successo e di fronte al desiderio di partecipare in qualche modo ad esso. Non si riconosce addirittura più che, con il successo, la colpa si cicatrizza appunto perché la colpa non viene più affatto riconosciuta. Il successo è semplicemente il bene. Tale atteggiamento è genuino e perdonabile solo nello stato di ebbrezza. Una volta rinsaviti lo si può adottare solo a prezzo di una profonda falsità interiore, solo ingannando consapevolmente se stessi. Ma allora si verifica una corruzione interiore da cui è difficile guarire.

Dietrich Bonhoeffer

Da campioni schiavi a tossicodipendenti

Basterebbe l’orrore. L’orrore di uno che si infila un ago in vena, riempie una sacca di sangue, la mette nel frigo, la conserva gelosamente e poi se la reinfonde pochi giorni prima della gara importante, nel caso il Giro del Mediterraneo cui Riccò avrebbe dovuto partecipare. Un’ora faccia a faccia con la morte. Perché in questa inarrestabile follia c’è il rischio della vita. Riccardo è arrivato all’ospedale quasi allo stremo. Codice rosso, poteva essere morto. I medici l’hanno salvato per i capelli, come ha ammesso anche il padre. E noi oggi staremmo a piangere l’ennesima vittima di una farmacia dannata e di abitudini entrate ormai nel costume sportivo con naturalezza sfacciata e traditrice. Quasi una normalità, un “dovere” al pari del buon allenamento e della buona alimentazione, della vita da atleta. Con l’evidente complicità dei parenti, medici, tecnici, dirigenti ecc. Una naturalezza che, raccontano le cronache, si spinge ormai fino ai minorenni, innescando una spirale infinita. Ti “fai” da sportivo per vincere e puoi finire a “farti” da uomo “normale” una volta uscito dal rutilante palcoscenico dello sport. Dietro il giusto paravento della privacy, sono decine i corridori alle prese con la cocaina del dopo, e peggio. Soli, abbandonati a se stessi, la psiche distrutta dalla dipendenza. “ Se non fai come gli altri – raccontava tempo fa uno del plotone – non arrivi neppure al traguardo”. Schiavi del doping. In nome dello spettacolo e del business. C’è qualcosa di sport in tutto questo?

Queste note di Eugenio Capodacqua (Repubblica 9 febbraio) guardano oltre il recidivo Riccò che pedala da macchina volante. Descrivono un fenomeno in crescita. Ma i cronisti dei vari “giri” non sanno mai vedere quando pedala un uomo o quando c’è la cocaina o una qualche forma di doping. Se frequentassero un corso di volontariato nel centro di cui sono coordinatore non sarebbero così ingenui e, tutto sommato, ignoranti rispetto all’uso delle droghe. Basterebbe talvolta guardare gli altri negli occhi anziché elle gambe.

DA "IL FATTO QUOTIDIANO"

Testamento biologico, riparte la legge del Pdl

Il testo voluto dal governo dopo il caso Englaro approderà alla Camera all'inizio di Marzo. Se approvato, idratazione e nutrizione artificiale non potranno essere più rifiutate. E il medico potrà non tenere conto del parere lasciato dal paziente. Intervista al professor Cosmacini, medico e storico della medicina

A poco più di due anni dalla morte di Eluana Englaro, il discusso disegno di legge sul testamento biologico torna in Parlamento. Dopo l’approvazione del Senato, nel marzo 2009, ora tocca alla Camera: oggi i capigruppo si riuniscono a Montecitorio per definire la calendarizzazione, prevista per la prima metà di marzo e sempre oggi il testo ha ottenuto il via libera in commissione Giustizia con il voto contrario del solo Pd, mentre l’Italia dei Valori ha scelto di non partecipare ai lavori per protesta contro un testo definito “oscurantista”. Il ddl, firmato dal deputato del Pdl Raffaele Calabrò, considera non vincolanti per il medico le dichiarazioni anticipate di trattamento del malato ed esclude la possibilità di rifiutare la nutrizione e l’idratazione artificiale. Su questi due punti, l’opinione pubblica e gli schieramenti politici sono profondamente divisi. Il fattoquotidiano.it ha incontrato Giorgio Cosmacini, medico e storico della medicina, docente di storia del pensiero medico all’Università vita-salute del San Raffaele di Milano e autore del libro “Testamento biologico – idee ed esperienze per una morte giusta”.

Prof. Cosmacini, il testo che sarà esaminato dalla Camera ha conservato l’impostazione di due anni fa: il testamento biologico non sarà vincolante per il medico e l’idratazione e la nutrizione artificiali non potranno essere sospese perché considerate “forme di sostegno vitale”. Come giudica il disegno di legge?

«Sono perplesso. A mio avviso la legge dovrebbe essere riscritta. Una normativa efficace dovrebbe considerare l’evoluzione nel tempo della problematica del fine vita. Nel 1968 lo stato di coma irreversibile fu identificato con la morte cerebrale. Intanto negli ospedali, grazie alle nuove tecniche di rianimazione, aumentavano i pazienti in completa e perdurante incoscienza, dovuta ai danni irreversibili del loro cervello, senza che il loro cuore avesse cessato di battere. La morte cardiaca fu così aggiornata nella morte cerebrale, che anticipava la certificazione del decesso a prima dell’arresto del battito cardiaco. Il primo effetto di quella svolta storica fu che i medici rianimatori, nello staccare le loro macchine non erano più considerati assassini, si sgravavano le famiglie da logoranti e inutili attese, e si evitava alla sanità pubblica l’onere di un’enorme spesa assistenziale. Fino a 50 anni fa il rischio era di una morte apparente, mentre oggi c’è da temere la vita apparente, cioè l’idea di dover essere tenuti in vita pur essendo morti. Per quanto riguarda la nutrizione e l’idratazione, è o non è una terapia medica la gastrostomia, o l’introduzione di un sondino nella bocca di una persona in stato di incoscienza? Vorrei sapere se i fautori della legge sono mai stati in una sala di rianimazione».

Ieri il giurista Stefano Rodotà ha lanciato un appello contro una legge che “cancella il diritto all’autodeterminazione”. Il senatore del Pdl Maurizio Gasparri si è rivolto ai cattolici dell’opposizione, definendo la linea del centrodestra “l’unico argine alla deriva laicista che ci porterebbe dritti all’eutanasia”. Esiste una zona neutra che diventi il terreno per un testo condiviso?

«Si dice giustamente che la vita è sacra, e cioè data da Dio, e questo vale per i credenti. Tuttavia anche gli altri, per i quali la vita è un fenomeno naturale, hanno diritto comunque al rispetto civile e morale, perché anche per loro la vita ha una sacralità, in quanto intrisa di valore etico. Il testo condiviso dovrebbe dirimere questo riferimento al divino. I principi di tolleranza sono da ricercarsi in un’etica laica condivisibile sia da chi crede, sia da chi non crede. È quella la zona neutra. Chi nutre laicamente delle certezze relative, perché deve accettare verità assolute imposte da altri?».

La legge in questione carica il medico di enormi responsabilità, sia dal punto di vista etico, perché lo autorizza a non tenere conto delle dichiarazioni anticipate di trattamento, sia dal punto di vista penale, per i rischi che si troverà a correre.

«Temo che quest’aspetto complicherà molto la situazione, che è già difficile di per sé. Oggi nei reparti non c’è solo la scienza medica: il nostro lavoro è ispirato anche dalla coerenza, dalla coscienza, e anche dall’attitudine caritativa. Rianimatori e anestesisti si fanno carico di molti problemi, e nel rapporto con i familiari agiscono con probità e responsabilità. Il nuovo ddl penalizzerebbe molto la classe medica. L’ombra dell’omicidio su un eventuale atto lecito del medico è ricattatoria e creerà insanabili fratture. Per i fautori della legge suonano a monito le parole di Giovanni Paolo II che, alla terza tracheotomia, disse ai suoi medici: “lasciatemi tornare alla casa del padre” ».

In altri paesi europei vigono da tempo leggi in materia di fine vita: dall’Olanda, che prevede anche una forma di “suicidio assistito”, fino alla Francia e al Regno Unito che prevedono il diritto all’autodeterminazione per il malato. Quale di questi sistemi potrebbe essere un modello per l’Italia?

«Dobbiamo fare i conti con la nostra storia: noi siamo i figli della Controriforma, nel bene nel male. Tuttavia non voglio indicare questo o quel Paese, ci sono leggi buone e meno buone, dico però che i parlamentari, dell’uno e dell’altro schieramento, se senzienti e coscienti, devono trovare una soluzione. Una legge che disciplina il processo cruciale dell’esistenza umana – la morte e il morire – deve consentire, ai cittadini di uno Stato di diritto, la scelta sul come essere curati nei momenti estremi. Deve permettere loro la piena libertà e dignità di essere soggetti di decisioni proprie e non oggetti di decisioni altrui».

Nel suo libro sostiene che la definizione “testamento biologico” è impropria. Perché?

«Preferisco chiamarlo “testamento biografico”. La biologia concerne l’organismo, e quindi il corpo, fino alle nostre molecole. Qui invece si tratta di lasciare un’eredità di affetti: io lascio il mio patrimonio personale, e non il patrimonio organico, dico ai miei cari cosa devono fare non del mio cadavere, ma di me come persona. Noi restiamo nella memoria di chi sopravvive. Chi è depositario di questa memoria ha l’obbligo, anche morale, di rispettare un testamento che è anche un patrimonio di emozioni, di credenze, di fedi. Io lascio il mio testamento perché sia esaudito, e se chiedo che in caso di coma irreversibile mi si lasci andare, devo essere rispettato. Tra la vita organica e quella biografica c’è una differenza sostanziale».

·          

il fatto 

23.2.2011

UN INCONTRO VERAMENTE IMPORTANTE

l’ Associazione Valore Laicità “Alberto Barbero

 

promuove l’ incontro

 

“Liberi di scegliere”

 

campagna per la compilazione e la raccolta dei testamenti biologici

 

L’associazione, in collaborazione con il Concistoro della Chiesa Valdese di Pinerolo, promuove, approfondendo una modalità già proposta, una campagna di compilazione del testamento biologico ed una raccolta dei documenti con idonea registrazione e conservazione presso un ufficio che è stato individuato in via Dei Mille, 1 in un locale attiguo al Tempio.

L’associazione intende a tal scopo fornire attività di consulenza gratuita, mettendo a disposizione anche dei testimoni per la sottoscrizione del testamento biologico.

 

Il dibattito sui temi della gestione del fine vita appare ora particolarmente urgente in relazione alla prevista imminente discussione alla Camera del ddl  Calabrò approvato in tutta fretta al Senato nel 2009  a pochi mesi dalla morte di Eluana Englaro, ddl che toglie qualsiasi possibilità di rispetto delle scelte dei singoli (con obbligo di alimentazione ed idratazione forzata) ed è tra l’altro in contrasto con la Costituzione.

Compilare il proprio testamento biologico vuol dire riaffermare il diritto di scelta senza imporre a nessuno una visione del mondo od una etica particolare.

E’ importante farlo ora prima che una legge capestro annulli il diritto di libertà di sottoporsi o  non  sottoporsi  a certe terapie, come l’art. 32 della Costituzione prevede.

 

Martedì   1 marzo  2011

alle ore 21.00 presso il Salone dei Cavalieri di Pinerolo

 

 

Interverrà, oltre a rappresentanti dell’associazione, l’avv. Sergio Gentile che a Milano ha seguito una analoga iniziativa promossa dalla Chiesa Valdese; è stato invitato Beppino Englaro.

 

L’associazione è contattabile all’indirizzo mail: info@valorelaicita.it

I documenti prodotti sono sul sito www.valorelaicita.it

 

Pinerolo, 17.02.2011

 

L’associazione Valore laicità Alberto Barbero

MARTEDI' 1 MARZO

Martedì 1 marzo dedico l’intera giornata al dialogo con le persone che non hanno potuto venire a colloquio in febbraio.

Telefonate prima al 340.8615482

UN CORSO PER EDUCARE ALLE DIFFERENZE AFFETTIVE

È aperto il bando per partecipare al «Corso di educazione alle differenze affettive e sessuali» realizzato grazie al Centro interuniversitario per la ricerca e lo sviluppo sostenibile (Cirps) della Sapienza e l'Università di Roma Tor Vergata.
Nasce per informare e sensibilizzare sulle identità di genere e sugli orientamenti sessuali, anche alla luce delle più recenti acquisizioni scientifiche; analizzerà le rappresentazioni della realtà omosessuale e transessuale veicolate dai mezzi di comunicazione di massa. Tra le «buone prassi» cui in generale verrà data attenzione, l’istituzione di un Osservatorio permanente sulla comunicazione e l’informazione «Omo, Osservatorio Media e Omosessualità», e il Premio giornalistico «Penna Arcobaleno ». L’intero progetto è finanziato dalla Provincia di Roma e dall’Unione Europea, è stato ideato da Pasquale Quaranta, giornalista, con il coordinamento tecnico di Valeria Troya, esperta in progettazione europea (Cirps Consortium) e di René Buonocore, mediatore linguistico-culturale (Cirps Consortium). Ilbando del corso resterà aperto fino al 14 marzo 2011. Le lezioni si terranno a partire dal 28 marzo 2011 presso la sede del Cirps Consortium (Palazzo Doria Pamphilj), in Piazza della Costituente a Valmontone (Rm).

La partecipazione al corso è gratuita ed è prevista un’indennità di frequenza per i disoccupati pari a 3 euro per ogni ora di corso effettivamente frequentata, previa presenza ad almeno il 70 per cento del monte ore del corso.

Al termine, gli allievi che avranno superato le prove d’esame, conseguiranno un attestato di frequenza. (Per info tel. 06 959938216, sito http:// www.cirpsconsortium. net/05ServPersDiffAffettive. aspx).

LA SINISTRA PUO' TORNARE A VINCERE

Pessime notizie per la cancelliera Angela Merkel. Dopo 10 anni di amministrazione Cdu la sinistra socialdemocratica riconquista Amburgo in un turno elettorale di valenza locale, ma con inevitabili riflessi anche sul quadro politico nazionale. La Spd riconquista molti dei voti che aveva perduto negli ultimi anni fino a raggiungere – secondo i dati diffusi in serata dalla Tv tedesca – un trionfale 50% (rispetto al 34,1% della volta precedente): un risultato che le garantirà la maggioranza assoluta dei saggi e dunque la possibilità di governare da sola nella prossima legislatura.

 Dopo la vittoria di Hannelore Kraft in Nord Reno-Vestfalia, Amburgo è il secondo Land occidentale dove l’Spd ritorna al potere alla fine di un lungo purgatorio.

 

Il solo tempio veramente sacro è il mondo degli uomini uniti dall'amore.

Leone Tolstoi

martedì 22 febbraio 2011

PDL, LA DISSIDENTE GIUDICE ALLA GELMINI “INFANGATEMI PURE, IO NON MI FERMERO’”

«Questa battaglia di principio per me più importante di tutto, di qualsiasi listino bloccato e di qualsiasi fango mi possiate buttare addosso». Sara Giudici, la militante del Pdl milanese che ha lanciato una campagna contro Nicole Minetti, lo scrive in una lettera aperta al ministro Mariastella Gelmini. Io, scrive la Giudice, mi ero rivolta a te, convinta che «potessi, almeno tu, non prestarti al gioco delle parti». «Ma ti ho sentita una sola volta, quando mi chiedesti di non partecipare ad Annozero. Tenetevi tutto, io non vi ho mai chiesto niente. Io sono libera».

“QUANDO PREGANO I PROFETI”

Venerdì 25 febbraio prosegue la serie di incontri biblici su "La preghiera nella Bibbia" dalle ore 18 alle 19,30 in Via San Pio V, 17b a Torino.

Beppino Englaro "Ho già fatto il biotestamento"

Roma – “Non passerò mai l’inferno in cui hanno costretto mia figlia Eluana per più di 17 anni. Se la medicina non mi dà la certezza che io, Beppino Englaro, possa decidere per me stesso e per le mie cure, io mi lascerò morire”. In un’intervista a L’Espresso Beppino Englaro rivela di aver scritto il suo biotestamento e di averlo depositato, il 27 gennaio, presso un notaio di Lecco.    

ONORE-ORRORE

"E' un onore per me essere stato invitato il prossimo anno in LIbia il 30 agosto per la giornata di amicizia tra il popolo italiano e il popolo libico, e sarò lieto di rimanere con voi per festeggiare il  40° anniversario della vostra grande rivoluzione" ( Silvio Berlusconi rivolto a Gheddafi il 3 marzo 2009).
Ecco come si spiega il silenzio complice del nostro ministro degli esteri e la rampogna dell' Unione Europea  contro l'ambiguità del governo italiano, amico di ben noti dittatori e affaristi.

UNA GERARCHIA CATTOLICA SEMPRE PIU' OMMOFOBICA E IPOCRITA


Un lettore su Famiglia Cristiana n. 8 del 20 febbraio, chiede quale sia "il pensiero della Chiesa cattolica sulle persone omosessuali". Il sacerdote Giordano Muraro, senza un piccolo commento, in cui magari l'autore della lettera sperava, riferisce: "Una sintesi sull'omosessualità è nei numeri 2357 - 2359 del Catechismo. Dice che: «La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile», ma chiede che gli omosessuali vengano «accolti con rispetto, compassione, delicatezza». Continua poi, il buon prete, citando sempre dal Catechismo: “Gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati…sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita”.

Allora, sperando che il lettore mi legga, un piccolo commento vorrei farlo io. Se io dicessi che i sacerdoti, oppure, non so, che le persone con i capelli rossi,  devono essere trattate con compassione, vale a dire compatite, assumerei una posizione razzista, in contrasto con la ragione e col Vangelo. Tale è la posizione della Chiesa Cattolica riguardo agli omosessuali: razzista. Non è possibile dimostrare in  base alle ragione e al Vangelo che gli atti disordinati e contro la legge naturale (quale?) siano peccaminosi. Imitare gli eunuchi, presi ad esempio da Gesù, in vista del regno dei cieli, non significherà per caso andare contro la legge naturale?

Elisa Merlo

Una goccia strappata dall'oceano perisce inutilmente.

Se rimane parte dell'oceano, ne condivide la gloria di sorreggere una flotta di poderose navi.

M.K.Gandhi

lunedì 21 febbraio 2011

NON STARE AL RICATTO


l coltello dalla parte del manico.   ROSARIO AMICO  ROXAS

Le minacce di Gheddafi di aprire le frontiere i inondare l’Italia di immigrati non può e non deve fare paura, perché è l’Italia che ha il coltello dalla parte del manico.

Se viene attuata la minacciata estorsione, basterà congelare tutte le enormi partecipazioni finanziarie che Gheddafi, complice questo interessato  governo, ha realizzato in Italia, siano messi in vendita sotto rigoroso controllo della Corte dei Conti e di un qualche organismo internazionale, per evitare ciò che potrebbe accadere con i governanti che ci ritroviamo; si tratta di parecchi milioni di euro, forse miliardi, sottratti al popolo libico, che dovranno essere utilizzati   a favore del popolo libico che emigra, realizzando moderni centri di accoglienza, oppure interi villaggi in prossimità di vaste estensioni di terreni  demaniali abbandonati, per fornire anche un redditizio lavoro in agricoltura,  per aiutare queste vittime della barbarie del folle di Tripoli, in fuga dalle violenze minacciate dal figlio di Gheddafi.

Ma per  fare ciò occorrerebbe un governo con le palle e non un governo al Viagra.