mercoledì 31 agosto 2011

LADRI DIVERSI

Anche tra i corrotti, i ladri e i corruttori ci sono differenze. I ladri e i corrotti che siedono al governo si fanno leggi per sfuggire ai processi e sottrarsi alla giustizia. Penati, che pure ladro è, almeno ha rinunciato alla prescrizione e intende sottoporsi al giudizio dei magistrati.
Magra consolazione , ma la differenza c'è!

LA PEDOFILIA “COSTA” 13 MILIARDI DI EURO

In tempi di crisi i conti da pagare arrivano per tutti, perfino per la Chiesa cattolica. O almeno in Irlanda, dove è stata travolta tanto dal crollo generale dell'economia – che pare significhi meno entrate attraverso le donazioni dei fedeli – quanto, soprattutto, dalla rovinosa serie di scandali a sfondo pedofilo che hanno visto coinvolti numerosi suoi ministri.

I conti in tasca all'arcidiocesi di Dublino, la più grande e importante del Paese, li fa un documento, filtrato alla stessa stampa cattolica, che doveva essere presentato all'assemblea del clero il prossimo mese. Sono molti i miliardi di euro che mancano all'appello di Diarmuid Martin, arcivescovo della capitale. Nel testo si può leggere infatti senza giri di parole: "Siamo in una posizione precaria in molte parrocchie e in tutta la diocesi, vicina ormai allo stato del collasso finanziario". E si trova anche un'analisi delle cause: "La raccolta (di denaro) è diminuita negli ultimi anni. Fatto non sorprendente, in una fase di caduta dell'economia e con una sempre minore partecipazione alla messa della domenica".

Il bilancio finanziario sembra però gravato soprattutto dalle cause giudiziarie in cui la Chiesa irlandese è coinvolta. Stando ai semplici numeri, relativi allo scorso aprile, si stima che siano in corso 172 processi per atti di molestia e pedofilia contro 44 sacerdoti della sola Dublino. Di questi processi, 117 sono già conclusi e 55 ancora in corso, per un costo totale che grava sul bilancio della Chiesa per 13,5 miliardi di euro. Senza calcolare la diminuzione delle entrate per altre cause, appunto. E come il conto delle spese legali, in futuro, potrebbe crescere ancora. Motivo per cui, fanno sapere fonti vicine al vescovo, bisogna correre ai ripari, se non si vuole rischiare di brutto. Che fare ? Austerità, intanto, con la proposta di razionalizzare le spese superflue, cominciando dai tagli alle posizioni amministrative della diocesi. Ma, a quanto pare, non basta. Tra le proposte in discussione all'assemblea di settembre potrebbe esserci anche quella di una tassa parrocchiale: da sola frutterebbe qualcosa come 3 miliardi di euro in un anno.

La vera domanda è se tassare i fedeli possa essere una scelta opportuna o gradita. In un Paese di antica tradizione cattolica, la Chiesa di Roma è finita sotto pressione, e la vicina bancarotta sembra rappresentare solo l'altro versante del dissesto morale. Recenti inchieste hanno portato alla luce migliaia di casi di abusi sessuali, praticati per anni con la complicità dell'ex arcivescovo John Magee. Il premier irlandese Enda Kenny ha condannato l'atteggiamento non collaborativo del Vaticano. Che, per tutta risposta, ha aperto un'inedita crisi diplomatica con Dublino.

(Andrea Valdambrini, Il fatto quotidiano)

PREGHIERA

Signore, in questi tempi di disorientamento e
di sgomento di fronte alla violenza che li
caratterizza, invochiamo il tuo aiuto
affinché la nostra umanità riacquisti
almeno un po' di equilibrio e di saggezza
nelle proprie scelte, e riscopra il piacere di
tornare a godere rapporti umani più giusti.
Signore, fa che davvero ci rendiamo conto
che con il nostro egoismo, con le nostre
presunzioni spirituali stiamo facendo
di tutto per rendere invivibile la tua creazione
sprecando così i soni di cui ci hai arricchiti,
in primo luogo l'amore per te e per il prossimo.
Nel nome di Gesù. Amen

martedì 30 agosto 2011

"QUASI PREGHIERE"

ANNA MARIA BERMOND, Ed io scivolerò tra le tue braccia, Effatà Editrice, Cantalupa 2010, pagg 96, Euro 9.

Raccomando vivamente queste pagine dell'amica Anna Maria che conosco da 50 anni. L'Autrice le ha definite "quasi preghiere" nel senso che poesia, riflessione, meditazione, lode e supplica si fondono in un "vocabolario" di vita e di fede coinvolgente.
Anna Maria non si è preoccupata di "ordinare per temi" la raccolta. Questo mi piace tanto. La vita e la fede sono navigazioni tra la danza e le tempeste, tra la gioia e il pianto. Chi percorrerà e ripercorrerà queste pagine scoprirà una certa parentela con "l'andatura" dei salmi: dalla pace più profonda al tormento più bruciante.
Come il titolo già evidenzia, fragile eppure salda riemerge continuamente la fiducia in Dio.

STERILIZZARE LE ROM: SLOVACCHIA

 Riporto da Repubblica alcune righe di Andrea Tarquini su questa proposta che purtroppo non è solo slovacca.

 

Sterilizzazione gratis e incentivata da sussidi per i poveri, e poco importa se la maggioranza dei poveri appartiene a una delle minoranze più emarginate d'Europa. Non siamo certo alla sterilizzazione forzata che vigeva nel Terzo Reich per i gruppi non ariani e per i disabili, ma con tutte le abissali differenze tra ieri e oggi il ricordo di quel passato è inevitabile. La proposta è emersa nella postmoderna, democratica e ricca Slovacchia, e di fatto, vista la composizione sociale del paese, riguarda soprattutto i rom. Il ministero del Lavoro, uno dei quattro dicasteri che nella coalizione di centrodestra al potere a Bratislava è in mano al partito arci-conservatore "Libertà e solidarietà", lo suggerisce in una bozza di legge. La polemica è esplosa, governo e società si spaccano, ma la proposta resta conferma tragica della condizione dei rom nel Vecchio continente.

Espulsi in massa dalla Francia di Sarkozy, esposti a pogrom e ronde degli ultrà della Guardia magiara in Ungheria, malvisti in zone ricche dall'Italia alla Repubblica Ceca, i rom sono oggi la minoranza europea più numerosa: almeno otto milioni e mezzo. Vivono qui, ma nel sottoscala della vita, nei sottili o brutali ghetti di fatto del nostro quotidiano. Persino nella solida democrazia tedesca, i rom profughi dalle guerre scatenate da Slobodan Milosevic nell'allora Jugoslavia sono in maggioranza ospiti tollerati, senza pieno status di asilo, e in alcuni Bundeslaendern i loro figli non hanno accesso garantito alla scuola. La coraggiosa tv pubblica tedesca, ricordando come Hitler li sterminò, li descrive come la minoranza peggio trattata in tutta la Ue.

Tempi bui in Europa. La Slovacchia non è sola: l'anno scorso fu Nicolas Sarkozy, che vuole salvare l'euro con Angela Merkel, a ordinare alle "Compagnies républicaines de sécurité" e alla Gendarmeria nazionale la cacciata dei rom. Nell'Ungheria nazionalista, ronde nere e "lavoro utile" forzato. Persino in Germania, anche artisti rom di successo come la giovane jazzista Dotschy Reinhardt si sentono "trattati come un corpo estraneo".

 

 

 

 

 

 

,,LE RAGAZZE CREDONO DI EMANCIPARSI

Riporto l’intervista al sociologo Franco Garelli comparsa su Repubblica del 20 agosto:

 

«Le ragazze non vogliono imitare il modello delle madri. Così facendo però finiscono col cercare di rendersi uguali ai coetanei maschi nei comportamenti peggiori: bere troppo, diventare aggressive verbalmente o fisicamente». Franco Garelli, docente di Sociologia all' Università di Torino, studioso attento dei comportamenti giovanili, commenta così l' allarme sul consumo delle giovanissime.

Quali sono i gruppi più a rischio?

«Le giovanissime, dai 14 anni in su, che vogliono bruciare le tappe e differenziarsi dal modello materno. Bere troppo è uno dei mezzi più facili, e si crede, a torto, di poterlo controllare, mentre altre sostanze come le vecchie e nuove droghe fanno più paura. Per questo i maschi si drogano di più, mentre la distanza maschi-femmine nel consumo di alcol diventa sempre più piccola».

Come si può prevenire l' eccesso?

«Proponendo modelli di differenza, rafforzando bambine e ragazze nell' idea che essere diverse è un valore e un elemento di forza e di fascino. È comprensibile che una ragazza non voglia essere o apparire debole e subordinata, ma il compito dei genitori è mostrarle che si può essere forti in modo diverso se si è femmine, e che questa differenza è spiazzante, affascinante, mentre l' imitazione al ribasso non lo è».

I divieti sono utili?

«Assai poco. Vale di più riuscire a far capire che per essere una donna forte domani è meglio restare se stesse che fare come i compagni».

 

RÈGIS DEBRAY: TERZA PARTE

– Nel tempo della globalizzazione e delle unioni sovranazionali, lei difende un’idea della frontiera controcorrente: che cosa vede di positivo nelle frontiere? «A priori, la frontiera è ciò che è antipatico, è ciò che resiste... Ma è qualcosa di ambiguo. Ho constatato che ci sono sempre più frontiere mentre se ne parla di meno. 26. 000 km di frontiere si sono create dagli anni 80 in poi e ce ne sono altri 23. 000 in costruzione. È vero che siccome gli imperi sono scoppiati, ci sono sempre più Stati territoriali e quindi sempre più frontiere. Ma che senso dare a questo moltiplicarsi di frontiere politiche, territoriali, al tempo della globalizzazione tecnico-economica? Secondo punto, si dice: la frontiera è la guerra, è il fronte. D’accordo ma la frontiera è anche la pace, cioè il riconoscimento dell’altro. L’ho scoperto nel Medio Oriente dove sono andato un po’ a zonzo: laddove non ci sono frontiere ci sono muri. La frontiera è il vaccino contro il muro perché la frontiera è il riconoscimento dell’altro, cioè la legittimità che ci sia un altro e che tu non sei dappertutto a casa tua. Infine, la frontiera protegge il debole. Prenda il diritto d’asilo: se non ci sono più frontiere, che cosa se ne fa? Una fatwa potrebbe essere eseguibile ovunque. In altri termini, la frontiera è anche una ospitalità. Il forte non ama le frontiere. Il forte vorrebbe poter andare dappertutto ma in realtà che cosa ha? Un territorio in cui si rintana. È a casa sua e bisogna ammettere che anche gli altri hanno diritto a una casa loro. Dunque per me, la frontiera è una cortesia, un segno di civiltà».

– Come la «fraternità» può essere fermento di pace?

«La fraternità non è la fratrìa, non è il legame del sangue. È il legame del senso. Se legge la Bibbia, osserva che la fratrìa finisce sempre molto male: Caino e Abele, Giacobbe ed Esaù, Giuseppe e i suoi fratelli. La fraternità consiste nel fare una famiglia con coloro che non sono della propria famiglia. È fare un “noi” non generico ma simbolico, non fondato sull’eredità ma sulla volontà. L’immenso merito che riconosco al cristianesimo è di avere permesso la rottura con il “noi” etnico, clanico o famigliare per instaurare il “noi” di San Paolo, un “noi in Cristo”, a seguito del Cristo del resto, e dei famosi “famiglia vi odio” della sua predicazione! È un rottura di civiltà capitale di cui occorre vedere il lato un po’ sovversivo. È il passaggio dalla legge di natura alla legge della grazia. Esso consiste nell’uscire da quel “noi” ereditario per trovare una comunità volontaria». (Ripreso da Protestinfo).

lunedì 29 agosto 2011

UNA RISPOSTA

Carissima Lucia,
guarda con quale ritardo ti rispondo. Resto disponibile a incontrarti, come tu mi chiedi . Basta concordare bene.
Voglio solo dirti che i discorsi fatti dalla tua compagna sono purtroppo molto diffusi in certi ambienti di chiesa che diffondono una cultura omofobica. Capisco la confusione che è nata nella vostra relazione e come vi sentiate divise a metà. Ma qui Dio non c'entra. L'omofobia è un prodotto della istituzione ecclesiastica e della società.
Perchè continuate a chiedere il permesso di amarvi? Se l'amore è un dono di Dio, perchè dovrebbe essere sano e costruttivo solo tra un uomo ed una donna? Perchè continuate a dipendere dal giudizio e dal pregiudizio della gerarchia cattolica? Forse che Gesù ha fatto dei cataloghi rispetto all'amore?
Quanto è importante che tu ascolti te stessa, i tuoi sentimenti, le tue emozioni, il tuo corpo e i tuoi progetti e senta la presenza del  Dio amico. Di questo dovreste parlare tra di voi, come donne e cristiane  che prendono in mano la responsabilità della propria vita e della
propria fede.

Ti abbraccio e vi abbraccio con tanto affetto
                                                                don Franco

NEI LIBRI DI SCUOLA

Sembra impossibile che le gerarchie cattoliche e i vari movimenti fonmdamentalisti si stiano mobilitando contro l'introduzione nei libri di testo di ogni descrizione dell'esperienza omosessuale. Credo che si tratti di una volontà precisa: far sparire l'omosessualità dalla mappa del mondo reale e sano per farla entrare nel catalogo delle devianze e delle malattie.
L'omosessualità mette in gioco l'intero apparato dogmatico- morale di cui i tradizionalisti sono i gendarmi.

UNITI CONTRO L'ABORTO

 La chiesa russa e gli evangelicali statunitensi hanno unito le loro forze per difendere una concezione tradizionale della famiglia e lottare contro l’aborto in Russia. Questo paese presenta uno dei tassi più elevati di aborto nel mondo. il 29 e il 30 giugno scorso, il Congresso mondiale delle famiglie ha organizzato, in collaborazione con il Patriarcato di Mosca e altri sostenitori russi di una visione tradizionalista della vita di famiglia, una conferenza intitolata “La punta demografica di Mosca: la famiglia e il futuro dell’umanità.” Situato a Rockford, nell’Illinois, il Congresso mondiale delle famiglie è un’organizzazione che difende il matrimonio eterosessuale e milita contro l’aborto.

Metodi evangelicali adottati dagli ortodossi. Fra gli intervenuti alla conferenza, che si è interessata alle cause del declino spettacolare della popolazione in Russia, figuravano il patriarca ortodosso russo Kirill I°. Sotto il suo mandato, la Chiesa ortodossa russa ha adottato diversi metodi di azione sociale e missionaria degli evangeli cali statunitensi. Erano presenti oratori della Russia, dell’Europa e degli Stati Uniti.

Secondo le statistiche ufficiali, 1,3 milione di aborti sono stati praticati in Russia nel 2009, su una popolazione di 143 milioni di abitanti, in declino da oltre vent’anni. Nel 1995, il Paese contava 148,5 milioni di abitanti.

L’arrivo recente a Mosca e in altre grandi città del Paese, di migranti musulmani originari del Caucaso russo e da ex repubbliche sovietiche ha portato molti russi a temere che i musulmani, il cui tasso di natalità è elevato, saranno fra poco più numerosi di loro. Alla fine dello scorso anno, violenti scontri si sono verificati a Mosca e davanti al Cremlino tra tifosi di calcio nazionalisti russi e musulmani del Caucaso Nord.

Per diversi decenni, gli evangelicali statunitensi e la Chiesa ortodossa russa sono stati divisi dalla politica della guerra fredda e da divergenze teologiche che sembravano insormontabili. La loro alleanza però è stato ufficializzata quest’anno quando il metropolita Hilarion di Volokolamsk, presidente del Dipartimento dei rapporti esteri del Patriarcato di Mosca, si è recato negli Stati Uniti per incontrare evangelicali americani. Il viaggio era organizzato dall’evangelicale statunitense John Bernbaum, fondatore e presidente dell’Istituto russo-americano di Mosca, un istituto scolastico di ispirazione religiosa, e il banchiere Bob Foresman, molto legato all’ambiente evangelicale, che dirige la banca Barclay’s in Russia. Fra i principali punti all’ordine del giorno di quell’incontro figuravano i valori familiari e la lotta contro l’aborto.

Giovane movimento anti aborto. In Russia, il giovane movimento anti aborto – che ha adottato la tattica americana di mobilitazione dei militanti davanti alle cliniche in cui si pratica l’aborto, e che prevede anche di aprire cliniche ostetriche in cui l’aborto non sarà praticato – usufruisce anche del sostegno del Cremlino. Se la prima donna Svetlana Medvedeva evita di essere troppo veemente nelle sue critiche, essa è comunque una militante anti aborto. Nel novembre scorso, la moglie del presidente Medvedev era una delle oratrici principali in un forum organizzato da “Maternità inviolabile”, un’organizzazione anti aborto diretta da Natalia Yakounina, moglie di Vladimir Yakounine, capo delle ferrovie russe, i cui stretti legami con la Chiesa ortodossa russa sono ben noti. “Lo Stato deve aiutare le donne a tenere i propri figli” aveva dichiarato Svetlana Medvedeva.  

Nota Bene: Tutti i fondamentalismi si ritrovano d'accordo contro l'emancipazione e i diritti civili delle persone.

UNA BRUTTA PARITA'

Riporto alcune righe di Vera Schiavazzi (Repubblica del 20 agosto)

 

- Per essere dure e cattive come i maschi, belle e spietate, per non farsi mettere i piedi in testa: le ragazzine italiane, ma anche quelle inglesi, che stanno per sfiorare il sorpasso, bevono come e più degli amici del sabato sera, tracannano birra, scolano limoncello e vodka, e magari alla fine si mescolano nelle risse o spaccano almeno una bottiglia. Le giovani donne sull' orlo dell' alcolismo (il confineè relativo, posto che il corpo femminile è in grado di smaltire l' alcol meno di un quarto di quello di un uomo, che è impossibile conoscere la propria soglia di rischio personale e che la dipendenza si sviluppa nelle donne a una velocità doppia) sono il 7,7 per cento nel Regno Unito contro l' 8,1 per cento dei coetanei tra i 15 e i 24 anni (e 200 ragazze ogni settimana vengono fermate dalla polizia britannica per comportamenti illegali causati dalla sbronza). La paritàè (quasi) salva, mentre in Italia, in meno di due decenni, il consumo di birra al femminile è raddoppiato, quello di digestivi e superalcolici sta galoppando e solo il vino diminuisce leggermente, in misura minore rispetto alle tendenze generali. Se è vero che il record europeo resta all' Olanda (8,8 per cento di giovanissime super-bevitrici), l' allarme sta scattando un po' ovunque,e coinvolge fasce diverse per età e condizione. In Italia, a rischio sono le adolescenti e le quarantenni. E l' Osservatorio nazionale sull' alcol dell' Istituto superiore della sanità chiede a gran voce che il divieto di vendita di birra, vino e liquori sia innalzato da sedici a diciotto anni.

BREVI E GRAVI

·         La Chiesa cattolica italiana si tiene 3 miliardi di euro, niente ICI  e l’IRES scontata al 50%. Occorre sapere che il patrimonio immobiliare del Vaticano è il 20% di quello nazionale

·         Si parla sempre di più di sterilizzare le donne rom, premiando quelle che fanno le “volontarie”. Non c’è commento...

·         Le donne, anche in Italia, usano alcolici ormai quanto i maschi. Le giovanissime sono le più coinvolte in questa esperienza.

 

SAYA: P.N.I.

Marco Pasqua ne riferisce ampiamente su Repubblica del 22 agosto.

 - Due anni dopo il tentativo di dar vita alle ronde nere, attraverso la creazione di una Guardia nazionale, Gaetano Saya, il leader del Msi-Dn, ci riprova, sfidando magistratura e ministero dell'Interno. Lo fa lanciando le cosiddette Legioni per la sicurezza e la difesa della Patria, braccio operativo di quel Partito nazionalista italiano (Pni) che vuole liberare l'Italia da immigrati e gay. Le sue milizie, che si incontreranno per la prima volta il 24 e 25 settembre a Genova, saranno formate da volontari: il reclutamento è già partito sul web. Per entrare a far parte di questo "esercito", aperto anche agli appartenenti alle forze dell'ordine, è necessario acquistare una divisa simile a quella delle ronde nere: camicia bianca o ocra, cravatta e cintura nere, scudetto dell'Italia e il Sole nero, simbolo del misticismo hitleriano. In un programma articolato in 25 punti, viene delineata la strategia dei nazionalisti: «Far uscire l'Italia dall'Europa», «impedire ogni nuova immigrazione di non italiani» e «costringere tutti i non-italiani immigrati in Italia dopo il 31 dicembre 1977 a lasciare il territorio nazionale». Tra i piani dei miltanti del Sole nero c'è anche quello di «obbligare gli omosessuali a lasciare il Parlamento e le istituzioni». Un programma benedetto da Domenico Scilipoti, deputato del gruppo dei Responsabili che, lo scorso mese di maggio, ricevette da Saya la proposta di guidare la formazione neofascista. L'ex parlamentare dell'Idv si disse «onorato» di quella richiesta e suggerì di far rientrare il Msi-Dn in Parlamento.

,,RÈGIS DEBRAY: SECONDA PARTE

  – Quali sono gli elementi indispensabili alla formazione di una comunità? «Prima, una trasmissione. La trasmissione è il contrario della comunicazione che consiste nel fare circolare un’informazione nello spazio a un momento T. La trasmissione è portare un’informazione nel tempo, cioè costruire una durata, una tradizione, una memoria ed è proprio questo che distingue l’uomo dall’animale. L’animale comunica molto bene ma non trasmette. Inoltre, una comunità umana suppone sempre un punto di coerenza, cioè un punto federatore che può essere un testo, una figura di eroe, un evento, insomma qualcosa che riunisce. E ciò che riunisce, lo si chiama il sacro. Il sacro è ciò che ci fa stare insieme e che ci permette di resistere all’usura e alla dispersione. Il sacro è ciò che permette a una comunità di non morire o per lo meno di ritardare il momento della sua morte e del suo degrado. In altri termini, il sacro è ciò che compone, e non c’è alcun bisogno di una religione istituzionale per questo. Del resto, prendo atto che meno c’è religione, più c’è sacralità. Un posto che mi aveva colpito per l’abbondanza di sacralità era l’Unione sovietica, così pietrificata di sacralità che ne era diventata immobile. La gerarchia, il mausoleo di Lenin, la Piazza Rossa diventata un luogo di devozione sulla quale è vietato fumare, le icone politiche affisse ovunque; insomma, si può sempre sbarazzarsi del religioso nella sua forma istituzionale ma esso torna in una forma più selvaggia, onnipresente».

– La comunità, sia essa religiosa o civile, è in perdita di velocità. Quale ruolo per le chiese?

«È evidente che c’è una sorta di spaccatura del noi a beneficio dell’io, una sorta di “tout à l’ego” [gioco di parole con l’espressione “tout à l’égout”, che indica la fognatura pubblica, ndt], ma non penso che durerà. In fondo, ci sono due tipi di società o, per dirla con Paul Valéry, due cose che minacciano il mondo: l’ordine e il disordine, cioè l’eccesso d’individualismo e l’assenza d’individualismo. I protestanti hanno svolto un ruolo nella deritualizzazione del mondo. Ebbene, io credo che i rituali siano essenziali. Il protestantesimo ha contribuito, con il suo culto della sincerità, a marginalizzare i gesti, i luoghi, le liturgie che portano la gente a essere in comunione insieme e a elevarsi al di sopra del loro interesse immediato. Sono quindi preoccupato oggi dello sgretolamento degli Stati-nazioni in Europa che, lungi dallo sfociare su un regno armonioso e giuridicamente controllato di fraternità internazionale, precipita in un comunitarismo sempre più esasperato. In questo momento, credo che il religioso abbia il suo ruolo da svolgere. Non dimentichi la doppia etimologia della parola religione: religare, “ciò che collega”, o religere, «ciò che raccoglie». Qualunque sia quella che si sceglie, la sua funzione è sempre di mettere insieme perché ciascuno sa che c’è un momento in cui il “tout à l’ego” si rivolge contro se stesso e diventa pericoloso per tutti».

 

domenica 28 agosto 2011

TORINO: GRUPPO COMUNITA' NASCENTE

Sono tornato a casa con il cuore gonfio di gratitudine a Dio e ai fratelli e alle sorelle con cui ho vissuto una giornata di intensissima ricerca di fede.  E' difficile incontrare un gruppo comunitario con una simile presenza  di giovani. Il prossimo appuntamento è fissato per giovedì 8 settembre alle ore 20,15 e la prossima giornata comunitaria l'ultima domenica di settembre  dalle ore 10,30 in Via San Pio V, 17b.

RÈGIS DEBRAY: PRIMA PARTE

Règis Debray era nella città di Calvino nel marzo scorso, invitato dalla Compagnia dei pastori e dei diaconi della Chiesa protestante di Ginevra. È stata l’occasione di fare il punto sullo stato di salute del sentimento religioso in Europa e di scoprire alcune chiavi dei suoi ultimi libri, “Le moment fraternità” e “Eloge des frontières”.

 Riporto qui alcuni passaggi di una lunga intervista comparsa su Riforma del 19 agosto a cura di Emmanuel Rolland:

 – Com’è nato il suo interesse per il fatto religioso?

«Se ho seguito a lungo il socialismo rivoluzionario che è, come tutti i millenarismi, un’idea cristiana diventata pazza, ho anche constatato la straordinaria perennità del fatto religioso nello spazio e nel tempo. E mi sono chiesto: che cosa porta la gente e i popoli a credere? Non solo a credere ma a formare comunità? E così, a poco a poco, sono risalito alla sorgente, all’Antico Testamento, al cristianesimo, in un processo, se vuole, di regressione riflessiva».

– E che cosa ha imparato?

«La mia prima scoperta in America latina è che c’è l’altro, altre culture, abitudini di vita alle quali sono estraneo. Tutte queste culture sono arcaiche, ancestrali, di una profondità di tempo considerevole e sono sempre lì. Dunque l’idea molto da XIX secolo secondo la quale quando si apre una scuola si chiude una chiesa, ovvero che la credenza si dissolve nel razionalismo, è un’idea falsa.

C’è invece una permanenza del religioso che bisogna cercare di capire. Tutto ciò pone delle domande, tanto più quando si proviene, come me, da un ambiente ateo in cui la religione è considerata l’oppio del popolo, una forza reazionaria e conservatrice. Scopro che essa è anche la vitamina del debole, una forza attiva di proposta, e che la religione può portare la gente a resistere all’oppressione».

– La credenza non si dissolve nel razionalismo, dice. Ma la religione si dissolve nella secolarizzazione?

«Non ho mai creduto alla tesi della secolarizzazione intesa come scomparsa del religioso. Ci può essere trapianto del religioso, non scomparsa. Una società, anche se si crede irreligiosa, ha bisogno di totem, di dei al tempo stesso evocatori e riparatori e di luoghi dove si fa silenzio, dove ci si raccoglie e dove ci si toglie il cappello, un luogo e un momento in cui non si ride».

 

IL CAMBIAMENTO

Un cambiamento non avviene senza forze nuove, ma queste non nascono e non crescono se la gente non si sveglia a riconoscere i propri bisogni.

Danilo Dolci

 

PER LORO MARCHIONNE ERA UN GENIO

“Un abruzzese come lui è stato una fortuna per i lavori della Fiat” (Raffaele Bonanni)

Marzo 2011. Raffaele Bonanni, segretario generale Cisl: “Sarà brusco, sarà crudo, ma Marchionne è stato una fortuna per gli azionisti e i lavoratori della Fiat. Grazie a Dio c’è un abruzzese come Marchionne”.

Giugno 2011. Maurizio Sacconi, ministro del Lavoro: “A Marchionne si oppongono il sindacato conservatore, settori ideologizzati della magistratura e ambienti delle borghesie bancarie. Una alleanza minoritaria che in Italia più volte ha rallentato il progresso”.
Già....ora il genio e il benefattorfe è in crisi, ma Bonanni lo difende ancora.

 


sabato 27 agosto 2011

A NUORO IN SARDEGNA

Sabato 15 ottobre svolgerò una conversazione sul tema : " Senza spiritualità una religione muore nei cuori".
Per informazioni  : france.pinna@libero.it

SOLDI E CADREGHINI

Tra PDL e Lega  l'accordo è già fatto. Pur di dividere la torta, si firma ogni accordo. Era soltanto la solita messa in scena, una farsa, ma soprattutto una vergogna.

SERGE LATOUCHE

 La crisi dell’ordine “occidentale” è la condizione dello sviluppo eventuale di nuovi mondi, di una nuova civiltà, di una nuova era. Le resistenze alla tentazione dell’Occidente sono una fonte di speranza. Lasciano presagire che la morte dell’Occidente non sarà necessariamente la fine del mondo.

NON C'E' UNA TERZA STRADA?


Vivo o morto: tertium non datur. 
Gheddafi sparisce come una primula Rossa, pur senza essere la Primula Rossa, segno che gode di protezioni ad altissimo livello;  ha stipulato un’assicurazione sulla vita ad altissimo valore ricattatorio, per cui il suo silenzio compensa la sua incolumità e quella delle persone “da nominare”.

Mobilitati capi di Stato e di governo che da una parte sfoggiano  rigore   per la platea, ma dietro le quinte si adoperano per evitare al satrapo l’onta di un processo per delitti contro l’umanità, nel quale chiamerebbe alla sbarra i correi che hanno lucrato con lui.

Il silenzio non è solamente “d’oro” ma vale molto più dell’oro, garantendo l’impunità.

L’ONU, la NATO e il vari governi occidentali impegnati in Libia in uno scontro … al penultimo sangue (perché è quello della popolazione civile !), possono  rischiare  la  figuraccia  di lasciare  il campo  alla  beffa  del satrapo di Tunisi ?

La taglia non ha funzionato, anche perché recita “vivo o morto”, mentre a gran voce lo si vorrebbe vivo per sottoporlo a processo; morto potrebbe aver lasciato istruzioni per l’uso dirette a vendicarsi dei tanti che  lo hanno osannato per lucro e poi abbandonato per interesse.

“Vivo o morto” tertium non datur !

E invece non è così, perché potrà accedere proprio quel tertium in grado di salvare la capra del colonnello e i cavoli dei correi; né vivo, né morto, semplicemente scomparso; ma la scomparsa segnerebbe una sconfitta di tutti quei servizi più o meno segreti e più o meno deviati che si sarebbero lasciati beffare; tutto ciò mi ricorda tanto l’affannosa ricerca di Bin Laden e il misterioso ritrovamento con relativa uccisione, farcita da foto falsificate, contraddizioni, mezze verità e tre quarti di menzogne.

Così accadrà a Gheddafi; sarà ritrovato, prima o poi; quando l’interesse si sarà  calmato, quando ben altri problemi assilleranno l’intero pianeta.

In tale  frangente non vorrei essere nei panni di uno dei tanti sosia del colonnello folle.

 

Rosario Amico Roxas

 

venerdì 26 agosto 2011

STAINO

NAPOLITANO INVITA
LE FORZE POLITICHE
A GUARDARE OLTRE GLI
INTERESSI DI PARTE.
                              NON DEVONO
                              AVERLO CAPITO: LO
                              HANNO APPLAUDITO
                              TUTTI…

MARAMOTTI

DOPO LA
PRIMAVERA
LIBICA, FRATTINI
GIA' PROGRAMMA
L'INVERNO…

               PORTIAMOGLI
               VIA L'ORO NERO
               PRIMA CHE
              COMINCI LA
              SETTIMANA
              BIANCA!

E GENOVA RIFIUTA IL RADUNO

Genova, città medaglia d'oro della Resistenza, non vuole gli ultranazionalisti di Saya sul suo territorio. All'indomani dell'annuncio che i simpatizzanti fascisti e xenofobi del Partito nazionalista italiano (Pni) si riuniranno nel capoluogo ligure per "Prima adunata dei legionari" il 24 e il 25 settembre, il Pd genovese chiede al governo di intervenire, perché "l'evento sarebbe una ferita per tutta la cittadinanza". Lo stesso dicono Arcigay e Sel, che vuole l'intervento del Prefetto: «L'Italia è una democrazia – dice il segretario cittadino Balenio Barbini – non il far west degli sceriffi. E il programma è nettamente in contrasto con la Costituzione». E minaccia una contro-manifestazione, nello stesso giorno e nello stesso luogo, il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici, «se il mondo istituzionale rimarrà silente di fronte a un'iniziativa xenofoba e razzista». Intanto l'Unar, Ufficio Nazionale antidiscriminazioni razziali del ministero per le Pari Opportunità, ha aperto un'istruttoria sulle dichiarazioni di Saya «nelle quali incita all'odio razziale e contro gli omosessuali». Al termine dell'istruttoria, Unar, in presenza di notizia di reato, segnalerà le dichiarazioni alla Procura della Repubblica.

L’ON. MERLO SCRIVE AL NEO-ASSESSORE REGIONALE

La recente nomina ad assessore regionale alla Sanità del dott. Monferino che sostituisce Caterina Ferrero, coinvolta in un'inchiesta giudiziaria, ha suggerito al parlamentare Pd di Pinerolo Giorgio Merlo di scrivere al neo assessore una "lettera aperta".
«La sua recente nomina – scrive Merlo -  può essere un segnale positivo per il Piemonte se riesce a dare adeguate risposte alle sempre più pressanti domande dei cittadini. Competenza e rigore morale non le mancano e rappresentano elementi incoraggianti per riportare la Sanità piemontese in un condizione di normalità e di efficienza.
Detto questo, mi permetto di segnalare la condizione molto precaria in cui versa la Sanità pinerolese.
La riorganizzazione complessiva del sistema sanitario regionale rischia, infatti, di diminuire drasticamente i livelli di prestazione, a cominciare dalla non sostituzione dei vari primariati. L'incertezza di non assicurare i servizi socio sanitari ricade sui cittadini e crea sfiducia e preoccupazione nel Pinerolese.
Dopo la trasformazione e il conseguente indebolimento dell'ospedale di Pinerolo, di Pomaretto, di Torre Pellice e di Bibiana, oggi un'intera area territoriale si ritrova a convivere con una situazione di precarietà e di incertezza su un terreno decisivo: quello dei servizi socio sanitari. A tutto questo si aggiunge, per le note motivazioni nazionali, la politica dei tagli che può aggravare ulteriormente una situazione già fortemente precaria.
Per questi motivi, dott. Monferino, la "questione pinerolese" che sottopongo alla Sua attenzione attiene alla necessità di offrire garanzie e certezze a migliaia di cittadini che si sentono disorientati dopo le vaghe rassicurazioni del recente passato ma non accompagnate da interventi e atti funzionali a ridare efficienza e credibilità alla Sanità pinerolese».

UN VIAGGIO POLITICO

Il papa, aldilà della retorica consueta che sfodera in tutti i suoi viaggi, uno scopo preciso l'ha avuto e forse l'ha ottenuto: saldare insieme tutto il centro destra spagnolo per assicurare la successione all'attuale governo socialista.
Tre sono gli obiettivi che il papa ha proposto:
1. siete già in campagna elettorale. Voi cattolici fino a ottobre fate una campagna dialogante, morbida.
2. dalla fine di ottobre al 20 novembre virate a destra e passate decisamente all'attacco con i nostri soliti temi forti della famiglia, della sacralità della vita.
3. ottenuta la vittoria politica, sotto la guida dell'arcivescovo di Madrid e dell'Opus Dei cominciate la battaglia parlamentare per smantellare tutte le leggi varate dal governo Zapatero sui diritti civili.
Dunque il papa è lungimirante e concreto. Il Vangelo può aspettare…
Poi, effettuati questi passaggi, pensionerà il vecchi cardinale di Madrid e passerà alla ristrutturazione dell'intero collegio episcopale.
In una Spagna dove il clero diminuisce ogni anno dell'1,6%, la gerarchia cattolica vede un vuoto incredibile e pensa con nostalgia e sta progettando un ritorno al "franchismo moderato".

CRESCONO LE DISUGUAGLIANZE

Tony Travers, economista ed esperto di governante locale ha rilasciato una intervista a L’Unità del 12 agosto. Ne riporto alcuni passaggi nei quali l’Autore da una valutazione pesante dell’attuale situazione.

 

Quanto i tagli alla spesa pubblica possono aver scatenato la rabbia?

Il governo ha mostrato grande determinazione nei tagli alla spesa pubblica e questo ovviamente comporterà un aumento della pressione fiscale con effetti più rapidi di quanto si creda. Oggi il ministro Osborne si è detto determinato ad evitare che la Gran Bretagna perda il suo rating di tripla “A” sul debito sovrano. Ma questo vuol dire dare un taglio netto alla spesa pubblica anche in termini di programmi sociali per bambini e giovanissimi, un elemento strettamente legato alla questione dei disordini. È prematuro dare un giudizio complessivo, ma certamente la questione deve essere esaminata a fondo.

L’istruzione che posto ha nella questione sociale in Gran Bretagna?

L’istruzione è da sempre al centro del dibattito. Prima si pensava fosse troppo progressista e non abbastanza rigorosa. Per chi si trova in cima alla scala sociale è chiaro che il sistema funziona, ma per gli studenti meno abbienti funziona meno perché le scuole cui hanno accesso sono molto al di sotto della media in termini di performance. La questione non va staccata dal fatto che il divario tra i molto poveri e i molto ricchi in Gran Bretagna è cresciuto, secondo le ultime stime Onu, in modo piuttosto ampio, anche se meno rispetto agli Stati Uniti. Ci sono scuole che falliscono il loro compito educativo anche se nell’insieme il Paese si sente piuttosto a suo agio in questa situazione. I tentativi passati di rimuovere le sacche di povertà infantile e giovanile non hanno fino ad oggi dato i risultati sperati.

Dunque è vero che gli studenti meno abbienti sono abbandonati a loro stessi?

Il sistema educativo britannico è fatto di scuole pubbliche e private, queste ultime rappresentano circa il 10% del totale. Nel complesso va sottolineato che i tentativi di impedire la separazione e l’isolamento degli alunni in ragione del reddito non ha dato risultati effettivi. In molte scuole, soprattutto nelle grandi città, studiano ragazzi poveri o molto poveri, spesso originari di altri Paesi. Ciò conferma la difficoltà per molte scuole di provvedere ad un livello di educazione standard visti i differenti background.

La Big Society di Cameron può rappresentare una soluzione?

La Big Society di David Cameron è una sorta di tentativo largo da parte del governo di fare di meno, spingendo i privati ad incentivare la loro partecipazione nel sociale.

Le scuole possono essere viste come istituzioni intermedie che percepiscono fondi statali. Se il tentativo di David Cameron di incentivare il volontariato può contribuire al benessere sociale, non è stato mai sperimentato e quindi contare esclusivamente su questo potrebbe rivelarsi del tutto inefficace e fallimentare.     

COME SI AZZERA LA DIGNITA' SOCIALE

Riporto da L'Unità uno scritto di Livia Turco


Il grido di dolore che i sindaci hanno lanciato contro i tagli ai comuni va raccolto e compreso nel suo significato più profondo.

Essi si traducono in tagli ai servizi sociali fondamentali e dunque ai diritti dei cittadini.

E' bene che ci intendiamo di cosa stiamo parlando.

Non dare un aiuto economico a chi è in condizione di povertà significa ulteriormente degradarlo e spingrlo nella marginalità.

Tagliare i centri diurni per le persone con disabilità intellettiva grave significa tenerle chiuse in casa e non consentire loro di imparare a fare qualche lavoro attivando così le loro abiliotà e costringere le loro famiglie ad una umiliante fatica.

Tanto più grave se si considera la riduzione in atto degli insegnanti di sostegno e dell'inserimento lavorativo.

Ridurre l'assistenza domiciliare ai malati non autosufficienti significa far impazzire le famiglie e non dare il giusto sollievo alle persone.Abbandonare i servizio psichiatrici come sta avvenendo significa abbandonare progetti di recupero che hanno ottenuto nel corso degli anni risultati straordinari come ci ricorda il bel film "Si può fare".

Chiudere i già pochi asili nido significa privare i nostri bambini della possibilità di socializzare e di attivare le loro capacità cognitive, che si sviluppano nei primi anni di vita e sono tanto più importanti per i bambini di famiglie povere. Infatti, sviluppare le attività cognitive in modo adeguato significa non ereditare lo svantaggio sociale.

Come si vede da questi esempi i servizi sociali sono un investimento altamente redditizio, sono un moltiplicatore di opportunità. Perchè prevengono il disagio, aiutano chi è in difficoltà, promuovono talenti e capacità delle persone, combattono l'assistenzialismo.




Il modo di vivere che ora predomina nel mondo ha reso molto malata nostra Madre Terra. La malattia è un conflitto, una disarmonia nel canto della creazione. La crisi verrà, inevitabilmente.


Saupaquant, nativo americano





COMMENTO ALLA LETTURA BIBLICA

Questa settimana propongo un testo diverso da quello indicato dal calendario liturgico cattolico con il commento di Fiorentina Charrier

NELLA NOTTE DIO NON TACE

1Il giovane Samuele continuava a servire il Signore sotto la guida di Eli. La parola del Signore era rara in quei giorni, le visioni non erano frequenti. 2In quel tempo Eli stava riposando in casa, perché i suoi occhi cominciavano a indebolirsi e non riusciva più a vedere. 3La lampada di Dio non era ancora spenta e Samuele era coricato nel santuario del Signore, dove si trovava l'arca di Dio. 4Allora il Signore chiamò: "Samuele!" e quegli rispose: "Eccomi", 5poi corse da Eli e gli disse: "Mi hai chiamato, eccomi!". Egli rispose: "Non ti ho chiamato, torna a dormire!". Tornò e si mise a dormire. 6Ma il Signore chiamò di nuovo: "Samuele!" e Samuele, alzatosi, corse da Eli dicendo: "Mi hai chiamato, eccomi!". Ma quegli rispose di nuovo: "Non ti ho chiamato, figlio mio, torna a dormire!". 7In realtà Samuele fino allora non aveva ancora conosciuto il Signore, né gli era stata ancora rivelata la parola del Signore. 8Il Signore tornò a chiamare: "Samuele!" per la terza volta; questi si alzò ancora e corse da Eli dicendo: "Mi hai chiamato, eccomi!". Allora Eli comprese che il Signore chiamava il giovinetto. 9Eli disse a Samuele: "Vattene a dormire e, se ti si chiamerà ancora, dirai: Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta". Samuele andò a coricarsi al suo posto. 10Venne il Signore, stette di nuovo accanto a lui e lo chiamò ancora come le altre volte: "Samuele, Samuele!". Samuele rispose subito: "Parla, perché il tuo servo ti ascolta" ( 1 Samuele 3,1-10).
 

Ho scelto questo brano notturno , anche perché è l’ultima eucarestia  che si svolge quando è già notte.
Per situare storicamente questo brano può essere utile ricordare che in Israele è finito il tempo dei giudici e il popolo vuole avere un re.
La situazione è di grande corruzione sia a livello religioso che politico.
Non c’era ancora il Tempio, ma c’era un piccolo santuario come luogo di preghiera per il popolo. Ma i gestori del santuario, i figli di Eli fanno man bassa delle offerte della gente.
A livello politico la situazione non era migliore: le tribù erano in lotta tra di loro e chi ne pagava le conseguenze erano i più deboli, spesso soggetti alla prepotenza dei più forti.
Era davvero notte in tutti i sensi, sia sul piano politico che religioso.
Mi pare significativo che Dio “parli” proprio nel cuore della notte.
Certamente il brano è una costruzione letteraria e teologica, ma il significato è evidente: Dio non ci abbandona nelle nostre notti.
E’ facile che il nostro pensiero corra alla situazione di oggi.
Più notte di così nella chiesa e nella società è davvero difficile da immaginare. A mio avviso il brano trasmette a  noi un messaggio di speranza perché nella notte non siamo né perduti né disperati.
Piuttosto ci invita ad essere disponibili come Samuele, a cercare di capire cosa Dio vuole da noi…..insomma a metterci in movimento.
Se ci pensiamo un po’, questa estate ci ha lanciato molti messaggi  e come cristiani e cristiane siamo interpellati a prendere posizione, a fare delle scelte.
La Parola di Dio spesso ci arriva attraverso i fatti della vita e della storia.

Nel brano che continua c’è un versetto che mi piace ricordare: “Samuele non lasciò cadere  a terra nessuna parola di Dio, nessun messaggio”.
Questo è un augurio che possiamo farci stasera : sapere accogliere e raccogliere  gli stimoli dalla  Parola, dalla vita e dalla storia consapevoli che anche noi,come Samuele, lentamente ci risvegliamo alle nostre responsabilità.

                    Fiorentina Charrier

giovedì 25 agosto 2011

LA LIBIA: E ORA?

Se ne va il regime marcio di Gheddafi. Ma restano tre interrogativi ben evidenti.
• Non si avvierà in varie aree del Paese una guerriglia permanente condotta tra gli ultragheddafisti? "Il regime non può più governare la Libia, ma non rinuncia a distruggerla" (Caracciolo) tentando di dar vita ad una guerra civile permanente. Questa è una possibilità purtroppo.
• Se Cirenaica, Tripolitania e Fezzan hanno trovato una loro unità nella lotta per abbattere il regime, sarà probabilmente assai più difficile. Gli interessi particolari, tribali, etnici, regionali potrebbero prevalere sul bisogno di costruire una Libia unita, libera, democratica.
• "Non sarà facile ricucire le antiche rivalità e le diffidenze fra tripolitani e pirenaici, o fra arabi, berberi e neri…" (Lucio Caracciolo).
• E non è scontato che le potenze occidentali sappiano tornare a casa senza spartirsi le spoglie energetiche e favorire così l'autonomia e la democrazia.

PREGHIERA

Signore, ti ringraziamo per l'Evangelo della
liberazione e della pace.
Sembra che il mondo non abbia futuro.
Come comunità di testimoni dell'Evangelo
finiamo per sentirci troppo deboli per dare
al mondo dei segni efficaci della nuova
umanità che il Risorto ha inaugurato.
Confessiamo che questo senso di impotenza
talvolta si adagia sull'indifferenza.
Fà, o Signore, che come singoli e come chiesa
possiamo trovare la forza e i termini giusti
per rilanciare fra di noi e nel mondo il
gioioso messaggio della riconciliazione.
Padre, tonifica la nostra speranza e la
nostra fede nel nome di Gesù.
Amen

PER UNA CHIESA ACCOGLIENTE

·     Pierluigi Piazza, Fuori dal Tempio. La Chiesa al servizio dell’umanità, Editori Laterza, Bari 2011, pagg. 128,     € 12.
Se volete leggere un profilo di chiesa cristiana davvero sulle tracce di Gesù di Nazaret, aprite queste pagine. Esse vi coinvolgeranno nel “racconto” della vita di questo uomo e di questo parroco di Zugliano (Udine) che è l’icona della “chiesa accogliente”.
Mentre denuncia apertamente le storture di una chiesa con il cuore e le porte chiuse, egli narra i tanti sentieri di una “chiesa altra” che sa accogliere senza frontiere le donne come gli uomini, gli italiani come gli stranieri, gli eterosessuali come  gli omosessuali. Fondatore del “Centro Ernesto Balducci”, l’Autore ha ben presenti le prospettive dell’uomo planetario e delle teologie del pluralismo.
Tra le scelte, ben consapevoli dell’Autore, ce n’è una che lo ha preservato dal martello vaticano: don Piazza non entra mai in questioni teologiche con precise scelte esegetiche e non tocca mai i punti caldi della dogmatica cristologica rispetto ai quali si attiene alla tradizione ufficiale (“la misteriosa nascita di Maria” a pag. 21; Giovanni “cugino di Gesù” a pag. 22).
In ogni caso chi legge queste pagine respira fede, laicità, libertà, gioia e responsabilità a pieni polmoni. La “povertà” di cui parla il Vangelo diventa la realtà dei poveri per i quali e con i quali il Centro Balducci vive e con esso don Piazza.

Franco Barbero

PRIVILEGI

L'elenco dei privilegi è infinito nei palazzi della politica. Non vedo perchè in Senato ci debba essere un ristorante: capirei l'esigenza di un "baretto" per un caffe o un thè, ma nulla di più.

Vadano a mangiare in una delle tante osterie romane o in un qualunque ristorante. Così si eviteranno spese enormi e impareranno cosa significa pagare ciò che si consuma.

Ci vorrà una riforma costituzionale per costringerli ad andare ad una pizzeria, ad un ristorante, ad uno dei tanti ristori di cui Roma è piena?

Stai a vedere che qualcuno risponderà che la presenza del ristorante è per facilitare il lavoro... Ma se lavorano 10 ore la settimana... ! Non sempre. Non tutti.

AGOSTO: IL MESE PIU' IMPEGNATIVO


Per me luglio e agosto sono stati mesi molto impegnativi nel lavoro teologico, pastorale, di ascolto, di relazione e di studio.

Dal blog alle lettere, dalla preparazione dei corsi che partono fra pochi giorni, agosto non mi ha dato tregua.

Inatanto è già disponibile il pieghevole che precisa date, orari, luogo e tematiche del corso di teologia del pluralismo che presenterò a Torino domenica 28 agosto

alle h 10,30 durante la giornata comunitaria aperta del "Gruppo comunità nascente" di Torino in v. san Pio  V 17/b.

GRUPPO BIBLICO ZONALE

Martedì 30 agosto alle ore 20,45 con Flora del Gruppo Primavera e con alcuni amici e amiche, dopo averne parlato a luglio e in queste settimane, ci troveremo a Pinerolo nella sede della comunità  di Corso Torino 288 per un gruppo giovanile di ricerca   e di cammino di fede.
Nome del gruppo, percorso, sede fissa e/o itinerante, contenuti specifici è tutto da concordare.
Che bella iniziativa  aperta....
Potete avere informazioni da Flora di Rivalta o da Francesco Melillo di Piossasco.

mercoledì 24 agosto 2011

INNO SCRITTO A GORÈE PER I MIGRANTI DI TUTTO IL MONDO

NE RENTREZ PAS CHEZ VOUS COMME AVANT

 

Ne rentrez pas chez vous comme avant,
Ne vivez pas chez vous comme avant,
Changez vos cœurs, chassez vos peurs,
Vivez en hommes nouveaux.

A quoi bon les mots si l'on ne s'entend pas,
A quoi bon les phrases si l'on n'écoute pas,
A quoi bon la joie si l'on ne partage pas,
A quoi bon la vie si l'on n'aime pas ?

Ne rentrez pas chez vous comme avant,
Ne vivez pas chez vous comme avant,
Changez vos cœurs, chassez vos peurs,
Vivez en hommes nouveaux.

Pourquoi une chanson si l'on ne chante pas,
Pourquoi l'espérance si l'on ne croit pas,
Pourquoi l'amitié si l'on n'accueille pas,
Pourquoi dire "amour", si l'on n'agit pas ?

Ne rentrez pas chez vous comme avant,
Ne vivez pas chez vous comme avant,
Changez vos cœurs, chassez vos peurs,
Vivez en hommes nouveaux.


NON TORNATE A CASA COME PRIMA

 

Non tornate a casa come prima

Non vivere a casa come prima

Cambiate i vostri cuori, scacciate le paure

Vivete da uomini nuovi

 

A cosa servono le parole se non si sente

A cosa servono le frasi se non si ascolta

A cosa serve la gioia se non si accoglie

A cosa serve la vita se non si ama?

 

Perché una canzone se non si canta

Perché la speranza se non ci si crede

Perché l’amicizia se non si accoglie

Perché parlare d’amore se non si ama?

(da Il granello di senape, 0171.943407)

 

ALEX LANGER

Bisogna indicare strade di conversione, se si vogliono evitare ragionamenti come "dopo di noi il diluvio", "tanto è tutto inutile, e la corsa è disperatamente persa", "se io non inquino, ce ne sono altri mille che invece lo fanno".


IGNAZIO SILONE

Fin da ragazzo, sono legato alla sorte degli altri uomini e non riesco a disinteressarmene, pur non avendo interessi personali impegnati. Non mi credo, con questo, migliore degli altri, ma diverso.

ANTOINE DE SAINT EXUPERY

Ciò che abbellisce il deserto è che nasconde un pozzo in qualche luogo.

ETTY HILLESUM

Possiamo soffrire, ma non dobbiamo soccombere alla sofferenza.

DOMENICA 4 SETTEMBRE: PEVERANIO

Rientrato a Pinerolo, riparto per la giornata di domenica 4 settembre con il gruppo della Scala di Giacobbe sul tema: "Amore forte-amore debole".

PADOVA: 2 – 3 SETTEMBRE

Venerdì 2 settembre conto di arrivare a Padova alle 19,05 per incontrare molto brevemente don Sante Sgotti, Tamara e il loro figlio Rocco, miei cari amici. Poi proseguirò la serata con un gruppo per preparare il matrimonio di Franca e Francesca nel mattino di sabato 3 settembre.

martedì 23 agosto 2011

IL TEATRINO DI MERKEL E SARKOZY

Sembrano i nuovi "salvatori dell'Europa". Summit, dialoghi, incontri, proposte, interviste: un mondo di chiacchiere per nascondere la comune sorte di una Europa incapace. Ma soprattutto questa loro agitazione ha uno scopo ben preciso: mettersi in luce per le elezioni politiche che sono alle porte e nessuno vuole perdere il cadreghino.
Si parla dell'Europa, ma si pensa alle elezioni politiche imminenti in Francia e poi in Germania.

L’AGENDA

È buona cosa segnare subito sull'agenda le date di agosto e di settembre.
Ormai tutte le comunità hanno ripreso la regolare attività di incontri e di gruppi. Comincio a segnalare alcuni impegni e scadenze imminenti.
PROMEMORIA
Ecco alcune date che voglio ricordare:
TORINO: DOMENICA 28 AGOSTO Domenica 28 agosto a Torino in Via San Pio V, 17b dalle  

   10,30 alle 15,30 incontro della "comunità nascente" che accoglie anche coloro che stanno

   compiendo il cammino verso il matrimonio. Celebrazione eucaristica, pranzo condiviso,

   organizzazione dei prossimi incontri. La comunità nascente di Torino sta programmando

   alcune prelibatezze teologiche e proseguirà nel gruppo biblico la lettura del Vangelo di

   Giovanni.


 

ISRAELE E PALESTINESI

Il governo razzista e militarista di Israele pensa di poter mantenere lo status quo dei territori occupati. Ma è un'illusione che può trasformarsi in tragedia. A Tel Aviv non hanno capito le piazze arabe.

GHEDDAFI: SOTTO ASSEDIO

Ormai i "ribelli" sono nella capitale. Il regime è in difficoltà e i suoi uomini del palazzo fuggono all'estero.

UNITI? VEDREMO

Cisl e Uil, attraverso i loro rispettivi e poco rispettabili segretari nazionali, sono ormai da tempo una stampella del governo. L'unità sindacale, così preziosa, in questo tempo avverrebbe a spese dei lavoratori.

GUASTI INTERNET E CELLULARE

Agosto è stato per me un mese di impegno superiore alle mie forze. Per giunta internet e il cellulare spesso impazziscono e nelle mie mani fanno le bizze. Da una settimana ho il cellulare fuori uso. Può darsi che alcune mie risposte a delle lettere non siano partite e altre mi siano sfuggite nel mucchio. Se non vi ho risposto, rispedite.