lunedì 31 ottobre 2011

UNA VITTORIA DELLA CIVILTA'

Non è una bella gionata per il governo razzista di Israele. Oggi finalmente l'Assemblea dell'UNESCO ha riconosciuto a stragrande maggioranza lo Stato Palestinese.  Si tratta di una vittoria del diritto dei popoli contro le discriminazioni. Il nostro governo, ipocrita come sempre, si è astenuto.

C'E' SANGUE E SANGUE

Una donna lesbica che a Roma vuole donare il sangue si sente dire dal medico che " la relazione con la sua compagna comporta rischi di trasmissione di malattie infettive". L'ignoranza e il pregiudizio non hanno limiti.
Licia non ci sta e denuncia la discriminazione operata dal medico dell'Umbereto I, il policlinico universitario più grande d'Europa. Non c'è da aggiungere nessun commento!

MINISTRO O BUFFONE?

Il cattolicissimo Sacconi grida ormai a squarcia gola contro i  covi dei terroristi. Per lui, quando la piazza è bollente, già sente odore di terrorismo. Appartenendo ad un governo violento, gli si sono confuse le idee. E' certo che il malgoverno favorisce la crescita di pericolosi germi di violenza. Governare con saggezza, cosa che la cricca non sa fare, è sicuro antidoto alla violenza.

SINCERAMENTE

A me le diatribe tra Renzi , Bersani, Vendola ed altri dirigenti del Partito Democratico non interessano per nulla. Non mi scandalizzano, ma neppure mi coinvolgono. Il criterio del più vecchio o del più giovane non sposta di un millimetro i problemi che in questi giorni attanagliano gran parte dei cittadini.
Penso, come ha sottolineato il senatore Ignazio Marino, che occorra stilare un calendario di programma e di governo, 5 o 6 proposte che affrontino seriamente i grandi problemi della società italiana. E poi ben vengano le primarie...senza preclusioni per nessuno e nessuna.

BIMBI STRESSATI DALL’ANSIA DI SUCCESSO

  Roma - Professor Gustavo Pietropolli Charmet, psichiatra, è vero che i bambini sperimentano lo stress degli adulti?

«I bambini crescono in un mondo dove sono abituati a sentirsi unici, preziosi, necessari, dove sono valorizzati al massimo. Questa educazione consente di realizzare diversi apprendimenti e non tradisce la natura di un piccolo che ama stare con gli altri e primeggiare. I problemi nascono quando le proiezioni narcisistiche dei genitori sono troppe e s'incontrano con quelle dell' ambiente sociale, allora i bambini possono pagare un prezzo, essere stressati e soccombere se il successo atteso non si avvera».

Soccombere, in che modo?

«Sviluppare inibizioni, frustrazioni, sentimenti di vergogna, ritirarsi in se stessi. Con conseguenze nell' adolescenza: quando si può essere attratti dall' uso di droghe che potenziano le prestazioni o spinti verso l' anoressia perché non ci si sente adeguati rispetto ai modelli di bellezza. Fino a degenerazioni come la creazione di bande, del branco per affermarsi».

Cosa succede nella vita quotidiana?

«Vediamo bambini precocissimi con una pubertà psichica che precede quella fisica, se si entra in una elementare sembra di essere in una media: più che bambini ci sono maschi e femmine piccolissimi con i loro gruppi e riti. Il rischio è un' infanzia rubata».

(da Repubblica, 28-10)

domenica 30 ottobre 2011

UNA GOCCIA D'OLIO E DI GIOIA

Viviamo giorni difficili, grami, pesanti per i più poveri. Non possiamo mai dimenticarlo. Per fortuna di tanto in tanto la vita ci regala una sorsata di felicità, una goccia d'olio per continuare a vivere con serenità.  Ritorno questa sera da Torino dopo la giornata trascorsa con la "comunità  nascente" di Via San Pio V 17b. Il cammino della comunità si allarga a nuove persone, il Vangelo viene "masticato " e gustato insieme, le riflessioni e i racconti dei fratelli e delle sorelle mi hanno toccato il cuore. La giornata ha registrato una sua intensità: quando arrivo verso le 9,45 dal bus, Wilma è già all'opera per rendere la sede dell'incontro ordinata ed accogliente.  Il tavolo dell'eucarestia è già pronto. Per circa un'ora le persone arrivano alla spicciolata: è il tempo dedicato all'accoglienza delle persone nuove, del ricordo degli assenti e dei malati.  E non mancano un buon caffè ed un dolcetto per chi arriva da fuori città...
 E' stata una gioia grande rivedere Anna che la comunità conobbe ai suoi inizi. Poi.....ecco la sorpresa: sono arrivate Simona e Simona con un "sacco " di cose da dirci. Che gioia, che emozione nel raccontarci certi tratti di stada in salita ....Che fiducia suscita in noi constatare che la fede sostanziata di amore ci sostiene nei giorni della vita.
Poi, dopo il pranzo, ho avviato una riflessione sul  "Perchè e come nacquero gli scritti del Secondo Testamento". Sebastiano, il nostro specialista in tecnologia, ha registrato e forse potrò riportare su questo blog qualche passaggio della conversazione.
 Ci siamo dati due appuntamenti in novembre: MARTEDI 15 alle ore 20,15 ci sarà il gruppo biblico e DOMENICA  27 dalle ore 10,30  alle 15,30 vivremo la giornata comunitaria.
C'è sempre posto per chi si aggiunge.

DON LORENZO MILANI

La scuola siede tra il passato e il futuro, deve averli presenti entrambi, deve avere l'arte delicata di condurre i ragazzi sul filo del rasoio; da un lato formare il senso di legalità, dall'altro la volontà di leggi migliori, cioè il senso politico.

,,FORSE L’ITALIA SI SVEGLIA

Persino Bonanni della Cisl dice che ora è troppo e concorda con la Cgil per mobilitarsi. Se lo dice Bonanni, che ha sempre rappresentato la voce di Berlusconi, siamo davvero alla frutta. La "letterina" mandata all'Europa è pura fantasia su mille punti, ma è pesante contro i lavoratori: licenziamenti più facili e pensione a 67 anni.

Con i figli ora scendono in piazza i nonni. Buon segno davvero questa mobilitazione dei pensionati e delle pensionate. La misura è colma. Sarebbe tempo di pensare all'Italia e ai suoi problemi, come le recenti alluvioni in Liguria e in Toscana dimostrano.

GAY, DIRITTI E VALORI: QUATTRO GIORNI DI DIBATTITI

«Diritti umani e valori tradizionali: scontro o dialogo?». Questo il messaggio che farà da filo conduttore alla XV edizione della conferenza "Ilga Europe", il gruppo europeo che riunisce le principali associazioni per i diritti degli omosessuali. Da oggi a domenica l' hotel Ambasciatori, in corso Vittorio Emanuele 104, ospiterà oltre 300 delegati da 43 Paesi, per una quattro giorni di incontri, gruppi di lavoro e seminari dedicati al dibattito sulle sfide da affrontare per la rivendicazione dei diritti gay. A trent' anni dalla prima conferenza Ilga in Italia, nel 1981 a Torre Pellice, il comitato organizzatore ha ottenuto per la prima volta i patrocini di Senato e Camera, oltre che del ministero delle Pari opportunità, Provincia, Comune e Esperienza 150. Nel 1972 in via san Francesco d' Assisi a Torino nasceva il mensile "Fuori", organo di informazione dell' associazione omonima, nata l' anno precedente per dare voce ai bisogni di omosessuali, lesbiche e transessuali. «Il grande risveglio degli omosessuali è cominciato»: con queste parole Angelo Pezzana inaugurava, in un editoriale sul primo numero della rivista, la stagione italiana della lotta contro la discriminazione sessuale. Sono passati 40 anni, ma nella pagella dei diritti degli omosessuali l' Italia incassa uno zero. Secondo il rapporto "Rainbow Europe" dell' Ilga, infatti, il Bel Paese si colloca a pari merito con Lettonia e Malta, molto lontana dal Regno Unito, primo in classifica, seguito da Spagna e Svezia. «La situazione italiana - commenta Evelyne Paradis, direttore esecutivo di Ilga Europe - è usata dai Paesi che chiedono di entrare nell' Unione per non progredire nel campo dei diritti degli omosessuali».

Francesca Dalmasso

UN LIBRO DA NON PERDERE

Lo presenterò fra poche settimane a Torino e Pinerolo, ma ne consiglio fin d'ora una attenta lettura.
"Salviamo la chiesa"   (Rizzoli Editori) è l'ultimo documentatissimo e appasionatissimo libro di HANS KUNG che analizza la crisi strutturale in atto nella chiesa cattolica e propone alcune "medicine" radicali.
Un volume ( pagg 292, euro 20) pieno di amore per il Vangelo e per la chiesa cattolica che l' Autore descrive nel suo crescente degrado, ma anche nelle sue possibilità di rinascita.

sabato 29 ottobre 2011

CASA DELLE RELIGIONI

Il prefetto di Berna Christoph Lerch ha concesso il permesso generale di costruzione per la progettata edificazione della Casa delle religioni – dialogo delle culture sulla Europaplatz. L’idea di riunire sei gruppi religiosi sotto lo stesso tetto in una nuova Casa delle religioni circola da circa dieci anni. Da ultimo ha fatto discutere soprattutto il finanziamento del progetto. 

Un modello-novità mondiale contro l’esclusione sociale e la ghettizzazione. Ognuna delle religioni disporrà di propri locali destinati al raccoglimento e alle riunioni. Previsto pure uno spazio comune d’incontro tra gli esponenti delle diverse fedi. Nei suoi spazi si incontreranno odori, profumi, immagini divine, modi di pregare, regole di comportamento e alimentari, modi di vestire molto diversi tra loro. Nel frattempo ci si prepara a spiegare agli altri i diversi modi di essere. In Italia giornali fascisti e cattolici integralisti contestano Pisapia per le moschee di quartiere...

Si ha la percezione che la differenza ai tempi d’oggi fra la Svizzera multi religiosa e l’Italia multi religiosa è che storicamente le minoranze qui siano state da sempre ghettizzate, criminalizzate, sterminate, in nome dello Stato o del falso possesso della Verità religiosa, quasi che questa fosse una proprietà privata.

BUNGA BUNGA STRIP CLUB

 Da Cracovia arriva la notizia, lanciata da un'agenzia, dell'apertura di un locale di intrattenimento hard vicino alla piazza del Mercato. L'hanno chiamato «Bunga Bunga strip club» e propone serate per soli uomini. Pare che per i clienti italiani di passaggio ci siano volantini pubblicitari scritti direttamente nella nostra lingua che decantano le attrazioni offerte. In inglese suona così: «Bunga Bunga italian party with sex». Posticino esclusivo, assicurano: due vip room, cinque private room, una pista per lo strip delle ragazze lunga dieci metri. Un modo per farsi conoscere nel mondo. Ha ragione Berlusconi quando dice che è il capo del governo più evocato nel pianeta. In Argentina c'è già una casa di appuntamenti «Bunga Bunga» e in Inghilterra una pizzeria.

(Alessandra Longo)

 

LUNEDI' 31 OTTOBRE


Vera Vigevani, madre di Plaza de Mayo, la cui figlia Franca fu sequestarata, scomparsa e uccisa dalla Dittura militare Argentina, sarà a Torre Pellice lunedì 31 ottobre alle ore 21, presso la Libreria Claudiana.
Inseme a lei vi sarà Norma Berti, della Associazione argentina di Torino e anch'essa sequestrata e torturata durante la dittatura militare.
Una occasione per riflettere ancora sulla Auschwitz argentina:

Vi chiedo di far circolare l'informazione.
In allegato una presentazione dell'incontro:

Giorgio Gardiol


ALDO CAPITINI

Il tempo libero deve rendere ogni lavoratore più capace di partecipare attivamente al controllo ed al miglioramento del tempo di lavoro: ognuno che lavora deve essere più istruito, meglio informato dei problemi di tutti.

- IN CAPPELLA

Fermarsi, far silenzio

     non muoversi, non pensare,

non decidere, non inquietarsi,

     liberarsi dai pensieri,

lasciar stare tutto,

     solamente riposarsi,

lasciarsi amare,

      lasciarsi agire dagli altri,

lasciarsi rinascere,

     unirsi, offrirsi.


(affisso in varie lingue sull'ingresso della cappella multi-religiosa dell'aeroporto di  Francoforte)


UNA MEMORIA STIMOLANTE


Modica. Inaugurazione via don Puglisi

La strada degli uomini veri

 

Molta sobrietà, commozione e partecipazione hanno caratterizzato giovedì 27 ottobre il ricordo dei 21 anni della Casa di accoglienza che porta il nome di don Puglisi e l'inaugurazione di una via intitolata al mite e coraggioso prete ucciso dalla mafia. Il Vescovo ha voluto anzitutto visitare i luoghi in cui a Modica, nel nome di don Puglisi, si sta accanto a poveri e giovani per aiutarli a crescere "a testa alta". E' stato al Cantiere educativo "Crisci ranni", si è unito ai ragazzi che si allenavano al calcio, ha assistito alle prove della passeggiata artistica "Le mille e una città" preparata insieme alla Compagnia del Piccolo Teatro, ha ammirato il nuovo auditorium Dott. Inì, ha visto la bellezza dell'area, la predisposizione degli orti sociali... Spostandosi nella Casa, ha potuto visitare la nuova ala per gli adolescenti e quindi ha presieduto l'Eucaristia, concelebrata insieme al parroco don Umberto Bonincontro e al vicario foraneo don Corrado Lorefice, presenti anche altri presbiteri, tanti volontari e amici. Vasta anche la rappresentanza delle istituzioni: il sindaco Antonello Buscema, l'assessore Giovanni Spadaro, il procuratore capo Francesco Puleio, il capo gabinetto della prefettura dott. Signorelli, rappresentanti dei Carabinieri, alcuni consiglieri comunali, rappresentanti di "Libera" e di associazioni e cooperative operanti nel sociale. Nell'omelia Mons. Antonio Staglianò ha sottolineato come, sull'esempio di don Puglisi, sia importante il nesso tra liturgia e vita, auspicando che ogni messa fiorisca in gesti di carità, sottolineando quanto questo sia necessario soprattutto dal punto di vista educativo. Per essere, come Gesù e don Puglisi, lungo le vie della vita "uomini nuovi", "uomini veri". Riconoscibili, come per lo stesso Gesù che certo non veniva pensato come il Figlio di Dio, dalla capacità di passare operando il bene e ridando speranza. Incontrando per questo l'ostilità degli Erodi, dei mafiosi di turno. Ma resistendo, continuando ad essere uomini veri, uomini che mettono in conto anche il dono della vita. E questo è accaduto in don Puglisi a motivo della fede, con una sfida radicale alla mafia proprio su Dio, su chi è veramente Dio. Spostandosi quindi per l'inaugurazione della via, anzitutto si è come ridata parola a don Puglisi, leggendo gli attori del Piccolo Teatro alcuni testi nei quali don Puglisi invita oguno a ritrovare la propria vocazione, a pensare la vita senza doppiezze, a porre segni e a fare la propria parte, concretamente, per lottare prepotenza e ingiustizia. Quindi il Sindaco Antonello Buscema ha sottolineato come a don Puglisi non si addice un Corso o un Viale ma una via, indicativa di un impegno silenzioso e ordinario e al tempo stesso di un modello di vita soprattutto per i giovani. Con la necessità di onorarlo ripercorrendo la sua stessa via, nell'impegno per la legalità e la solidarietà. Benedicendo tutti e la nuova via, il Vescovo ha concluso invitando ancora ad essere concreti e fedeli, ad essere uomini veri, uomini nuovi, per rendere veramente bella la città.

 

Maurilio Assenza

Direttore della Caritas diocesana

MOSCHEA A PORTE APERTE

Moschea a porte aperte


Il centro di Culto Taiba (Moschea) è lieto di aprire le sue porte alla cittadinanza torinese interessata a conoscere più da vicino l'universo dell'Islam d'Italia.


Un evento organizzato nell'ambito della festa dei giovani musulmani del Nord-Ovest, che avrà luogo

domenica 30 ottobre 2011 dalle 15:00 alle 17:00


presso l'Associazione Islamica delle Alpi in Via Chivasso 12.


Vi chiediamo di diffondere il più possibile questo invito.


Associazione Islamica delle Alpi

Via Chivasso 10,

10152 – Torino (TO)

+39 011 0673152

www.dellealpi.org

alpi@dellealpi.org





GRAN PREMIO IN INDIA

Pazzia, follia, crudeltà..... Per costruire una pista hanno sfrattato i contadini, interrotto le strade, concellati i sentieri verso la scuola...Per queste gare mondiali non si guarda in faccia nessuno. Contano solo i soldi, il mercato,  la pubblicità. Gli organizzatori sono dei veri assassini, criminali che passano per managers o per eroi.
Bisogna imparare a dare alle "cose" il loro vero nome.
Lode al giornalista del TG3 che ha illustrato bene i crimini che questo gran premio nasconde.

venerdì 28 ottobre 2011

COMMENTO ALLA LETTURA BIBLICA

Dalla cattedra alla strada

Matteo 23,1-12

1 Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: 2 «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. 3 Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. 4 Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. 5 Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange; 6 amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe 7 e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare "rabbì" dalla gente. 8 Ma voi non fatevi chiamare "rabbì", perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. 9 E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. 10 E non fatevi chiamare "maestri", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. 11 Il più grande tra voi sia vostro servo; 12 chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato.

E’ difficile sapere con sicurezza se queste sono le parole con cui Gesù di Nazareth apostrofò le guide spirituali, le autorità religiose del giudaismo, qui impersonate dagli scribi e farisei. Certo, il “ritratto” ha colori forti e la fotografia morale è pesante: ipocrisia, formalismo, esibizionismo, incoerenza, saccenteria, ricerca degli ossequi, carrierismo….Si tratta, insomma , di gente che insegna bene e razzola male.

Ma non c’è dubbio che Matteo colpisca nel segno rispetto alle degenerazioni delle élites politiche e religiose del tempo di Gesù. Ma la polemica – come suole  avvenire – ha giocato un brutto tiro all’evangelista. Egli ha finito per coinvolgere in questa vigorosa denuncia tutti gli scribi e tutti i farisei. Questa generalizzazione rappresenta una vera e propria caricatura, un tradimento della realtà. Molti scribi e molti farisei erano credenti lontani mille miglia da questo “ritratto”, come ci documentano altri passi evangelici ( come Marco 12,28-34). Questo travisamento, questa generalizzazione è tuttora molto diffusa e assai offensiva  per un ebreo.

C‘è di più. E’ molto probabile che Matteo, più che pensare agli scribi e farisei del tempo di Gesù, intendesse  parlare alla sua comunità, dove vedeva serpeggiare queste “tentazioni” e dove cominciavano a manifestarsi queste deviazioni. Egli voleva segnalare alla sua comunità quanto stesse allontanandosi dal messaggio originario del nazareno.

Anche questo serve a preservarci dal rischio di mitizzare le prime generazioni cristiane, come se fossero un giardino di virtù e di incontaminata purezza e genuinità, luoghi ed esperienze di perfezione. I Vangeli , anzi tutti gli scritti del secondo testamento, non mettono mai in sordina, non nascondono mai le ombre della nostra umanità. Né Matteo, sulla scia di Gesù, vuole screditare e delegittimare chi esercita una funzione autorevole. Egli parla dalla “cattedra di Mosè” di cui altri si sono impossessati in modo indegno. La “cattedra di Mosè” era la vita, la parola, la testimonianza di questo “liberatore” mandato da Dio al suo popolo come profeta e guida. Nemmeno Mosè era stato senza macchia  e senza fragilità, ma la sua vita era, nella memoria di Israele, la testimonianza di un uomo che ha cercato incessantemente le vie di Dio nel coerente servizio del popolo. Questa e la “cattedra di Mosè”….!

L’indignazione di Gesù, che Matteo a suo modo testimonia, sta nel fatto che chi ora siede su quella cattedra, chi vuole “guidare” il popolo, non ha più lo spirito e lo stile di vita di Mosè. Questo per Gesù e per Matteo è una vera e propria usurpazione, una”occupazione” illegittima ed immorale. La vita di queste “guide” non può salire in cattedra , tanto meno sulla cattedra di Mosè.

 

La tragedia

Se guardiamo alla storia  dell’umanità  non facciamo fatica a constatare che i maggiori mali sono venuti da coloro che “siedono sulle cattedre”, dai titolari dei troni e dei poteri. Ciò vale per la società come per la nostra chiesa e qui non c’è nemmeno bisogno di esemplificare, tanta è l’evidenza di questa triste realtà.

La comunità cristiana ha un punto di riferimento sicuro nella persona e nei comportamenti di Gesù di Nazareth. Per noi è normativo l’esempio di Gesù. Egli, che pure aveva la consapevolezza di aver ricevuto da Dio una grande missione, visse tra i discepoli e con la gente in atteggiamento di semplicità, di disponibilità, di profonda partecipazione, in spirito di servizio. Egli si identificò con le persone deboli e marginali della società del suo tempo. Un giorno, ormai prossimo alla sua cattura e alla sua crocifissione, volle lavare i piedi  ai dodici perché essi comprendessero, aldilà di quel gesto, che il loro maestro non aveva mai voluto pavoneggiarsi, farsi grande, farsi servire.

Mettendo in mezzo al gruppo un bambino, aveva voluto correggere con fermezza e con pazienza i discepoli che andavano a gara per sapere chi di loro fosse il più grande, il più importante.

 

Il cambio

Si tratta  di una “questione”, anzi di una conversione, che riguarda ciascuno di noi. Ognuno/a di noi forse deve scendere da qualche piedistallo. Ci vuole il cammino di una vita per imparare a demolire i nostri baldacchini, per imparare a non montare mai in cattedra, per ritrovare la gioia del cercare insieme.

Ma, dentro la nostra chiesa, dobbiamo dire forte che le “cattedre” papali ed episcopali sono diventate estranee al cammino del popolo di Dio. Fanno discorsi autoreferenziali, vestono come paggetti, benedicono e maledicono, ripetono parole vuote, ammonizioni ridicole, come impartissero ordini agli scolaretti. Soprattutto non sanno ascoltare i poveri e il vocìo della strada, decidono senza la comunità e sempre di più si trovano isolati o in compagnia dei benpensanti e dei potenti.

Quando vedi le loro assemblee, tra zucchetti e vesti paonazze, respiri un’aria funebre,  cimiteriale. Dalle loro bocche escono per lo più oracoli dei secoli passati e, ad una voce sola, obbediscono al capo supremo romano. E’ uno spettacolo desolante.

Sono “pastori” ormai senza “gregge”. Infatti il popolo di Dio è andato avanti, ha cercato acque dissetanti anziché bere ai pozzi inquinati di una istituzione nostalgica e triste. Ha cercato altri pastori.

 

E’ una gioiosa realtà

Silenziosamente e faticosamente sta nascendo una chiesa “altra” che individua i veri pastori, quelli di cui fidarsi; uomini e donne ai quali riconoscono preparazione, saggezza, coerenza di vita e capacità pastorali. Sul territorio e in rete davvero qua e là germinano comunità e gruppi che generano ministri e pastori per la chiesa del futuro. Questo è il passo da compiere: saper rifiutare le cattedre che sono solo espressione di potere e di ufficialità e sostenere, accompagnare quelle donne e quegli uomini che si sentono chiamati ad assumere dei ministeri all’interno del popolo di Dio, in spirito di servizio.

 

Ti prego

O Dio, Tu solo sai quante risorse hai seminato nel cuore delle donne e degli uomini; Tu sai quanti talenti giacciono sepolti in attesa di essere valorizzati.

Fai’ che le nostre chiese valorizzino i Tuoi doni, riconoscano il ministero delle donne e delle persone sposate, non emarginino i preti omosessuali e accolgano nuove forme di servizio alla comunità.

Ti prego anche per quei pastori della chiesa che cercano di mettersi in discussione,di convertirsi dal potere al servizio. Fa’ di ognuno e ognuna di noi semplicemente un fratello o una sorella che mette a disposizione della comunità i doni che Tu gli hai fatto.

TORINO CAPITALE DEI DIRITTI GAY

Sono quattro giorni in cui Torino è al centro della conferenza dell'ILGA, la rete europea che riunisce le principali associazioni gay. Torino è città accogliente per i delegati di questi 40 Paesi che vi partecipano all'Hotel Ambasciatori. Mentre il presidente della Regione Cota ha negato il patrocinio e l'arcivescovo Nosiglia ha evitato l'incontro, si sono registrate 2 novità positive: la convinta partecipazione del Sindaco Piero Fassino e il meraviglioso messaggio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Saranno ancora 2 giorni di progettualità per far crescere i diritti di tutte le persone.

NON PERDIAMO LE PROPORZIONI

La morte di un campione è pur sempre la morte di un uomo, come mille altri. Ciò comporta dolore ed emozioni forti. Ci sono affetti che si spezzano, progetti che finiscono e una famiglia nel dolore di una perdita irreparabile. Tutto questo esige rispetto.
Ma ogni giorno muoiono sul lavoro dei lavoratori in Italia come all'estero. A questi morti viene riservata una attenzione ben diversa. Spesso ci si limita a due righe di cronaca o addirittura tutto resta nel silenzio.
Anche questa è una delle tante disuguaglianze. L'informazione è totalmente " squilibrata"  e succube della cultura della notorietà, della celebrità o della ricchezza.
E' terribile il fatto che ci abituiamo a queste discriminazioni. Sembra tutto normale mentre è tutto immorale.

UN RICORDO PERSONALE

 E’ sempre difficile ricordare le persone con cui, anche a distanza, si sono condivise passioni, ricerche e lotte.

Sentii parlare di Enzo Mazzi.nel 1968, quando io ero già caduto in disgrazia ecclesiale nella mia chiesa locale: ero stato espulso dall’insegnamento in seminario a causa di alcune prese di posizione sul franchismo e sul Vietnam.

La figura di don Mazzi e ciò che stava avvenendo a Firenze mi interessò. Ero allora alla ricerca di persone che significassero che il Concilio era vivo, che tutto poteva proseguire. Da allora ho sempre visto in lui lo sforzo, direi e sottolineerei riuscito, di vivere una fede incarnata. La messa in piazza, per esempio, ne fu l’espressione e anche il simbolo. La comunità dell’Isolotto, che nacque, visse e vive con don Enzo e con don Sergio, per me è sempre stata attenta ai cambiamenti, l’ho sempre vista nutrita di lotta e di vangelo. Mettere insieme queste due realtà, l’impegno e la fede. Ovviamente la chiesa dei palazzi non ha mai amato la piazza, se non per farne lo spazio di imperiali spettacoli sacri, di trionfi. Don Mazzi e l’Isolotto mi ricordano che lontano dalle strade, dalle piazze, in cui si sentono le voci della vita, delle persone vere, Dio diventa un pretesto, un’ideologia e la fede intisichisce e diventa una religione che opprime. Questo ha significato per me in questi anni l’Isolotto: la fede dentro la realtà. E poi, per dirla proprio con il cuore, per me è sempre bello, ancora mi suscita speranza e fiducia, constatare che esistono delle donne, degli uomini e dei preti come don Enzo Mazzi, che non si lasciano ingabbiare dai recinti sacri, che non si lasciano comperare. E’ difficile nella chiesa non lasciarsi comperare. Bisogna proprio credere nella libertà e bisogna amare la gente, come diceva spesso don Enzo. 

Franco Barbero

 

NOVEMBRE : ALCUNI APPUNTAMENTI DI FRANCO BARBERO

 MONCALIERI

Mercoledì 2 novembre: “Dove va la ricerca teologica oggi? Alcune segnalazioni”. Per informazioni Pina 011-641087

 

TORINO

Venerdì 4 e venerdì 18 novembre dalle 18 alle 19,30 proseguono la lettura e la meditazione del “libro dei Salmi” dal 120 al 134. L’incontro si svolge in Via San Pio V, 17b. Per informazioni Maria Zuanon.

 

TORINO

Sabato 5 novembre dalle 15,30 alle 18,15 al Colegio de Salamanca in Via Buozzi 2 prosegue il corso di Teologia del pluralismo. Per informazioni 320-0842573..

 

PINEROLO

Lunedì 7 novembre il gruppo biblico della comunità che si ritrova al F.A.T., su proposta di Margherita, organizza un incontro – laboratorio su “Come preghiamo? Che posto occupa la preghiera nella nostra vita?”. L’incontro si svolge in Vicolo Carceri 1 alle ore 21 ed è aperto a chiunque sia interessato/a.

 

SIRACUSA

Sabato 12 e domenica 13 novembre sarò a Siracusa per la benedizione delle nozze di due donne e per un incontro su “Esistono fermenti vivi che possono ‘riformare’ e convertire la nostra chiesa?”. Per informazioni 340-8615482.

 

PINEROLO

Presento alle ore 17 nella sede della comunità in Corso Torino 288 che cosa è la “terapia riparativa” tanto benedetta da alcune gerarchie cattoliche. Un vero orrore che però bisogna conoscere. L’incontro, organizzato dalla Scala di Giacobbe, è aperto a chiunque sia interessato/a.

 

RIVALTA

Il gruppo giovanile zonale si svolge mercoledì 23 alle 20,30. Per informazioni: Francesco Melillo 333-2572941 e Chiara Flora 334-3018999.

 

RIVALTA

Il gruppo primavera si svolge sabato 26 dalle 16,30 alle 19 sul tema: “L’inganno nella Bibbia e nella vita di relazione”. Per informazioni 347-5561882.

 

TORINO

La giornata comunitaria della comunità nascente in Via San Pio V, 17b è fissata per domenica 27 novembre dalle 10,30 alle 15,30 ed è aperta a chiunque sia interessato/a.

UN INVITO ALLA LETTURA

VITO MANCUSO, Io e Dio. Una guida dei perplessi, Garzanti Editore, Milano 2011, pagg. 492, € 18,60.

Ho letto alcune stroncature di questo libro che davvero non ho condiviso. Altri ne hanno fatto una celebrazione enfatica, come se si trattasse di un libro che rifonda la fede.

In realtà, l’Autore sa onestamente ascoltare le domande che emergono dal mutato contesto storico, dalle scienze, dalle ricerche teologiche e soprattutto dalle coscienze: una dote tanto preziosa, quanto rara.

Anziché cadere nella tentazione di comporre una sintesi teologica, Mancuso affronta alcune questioni che sono ineludibili. Tra queste la “questione Dio”, che alcuni ideologi dell’ateismo militante che vanno per la maggiore, hanno liquidato in modo piuttosto sbrigativo.

E’ davvero difficile trovare in queste pagine delle vere novità. Cresciuto alla scuola di Schillebeeckx, Kung, Rahner e dei teologi del pluralismo religioso, tutto questo discorso sulla fede, la religione, la scienza, l’ermeneutica mi è parso persino scontato.

Soprattutto ho sentito mancare 50 anni di pensiero femminista, di riflessioni del dissenso cattolico, dei movimenti “marginali” e delle teologie queer.

Ma “Io e Dio” non significa affatto per l’Autore, a mio avviso, la sottovalutazione della dimensione comunitaria. Essa, infatti, è ben presente in ogni capitolo del libro.

Mancuso in questo lungo itinerario sottolinea quanto sia fondamentale esporsi in prima persona, anziché nascondersi dietro una appartenenza ecclesiale che non coinvolga la vita personale sul piano etico: “essere unito alla compagine visibile dell’istituzione Chiesa cattolica mediante i vincoli della professione di fede, dei sacramenti e del governo ecclesiastico, non garantisce per nulla che si segua il messaggio di Gesù; e viceversa, criticare, criticare l’istituzione Chiesa cattolica disobbedendo ad alcune direttive della gerarchia, non significa con ciò stesso allontanarsi dal vero cristianesimo. Essere cattolico non significa essere necessariamente cristiano” (pag. 204). Non è l’obbedienza, ma l’autenticità la vera discriminante.

Sono significative alcune sottolineature, alcune annotazioni sull’esigenza di nuovi linguaggi della fede e sui guasti del cristianesimo dogmatico, dottrinario, di facciata (pag. 195).

Su questo punto la riflessione di Mancuso è ancora modesta e troppo tardiva.

Mi piace tanto il fatto che l’Autore, con candore e rigore esprima esplicitamente la sua fede in Dio, “principio e porto” accogliente e finale di ogni creatura.

Il lettore e la lettrice troveranno pagine documentate sull’Inquisizione, sull’oscurantismo dell’istituzione gerarchica: cose più o meno note, ma spesso messe nel dimenticatoio.

Forse l’intento dell’Autore è quello di condurci, a mio avviso, a rimettere in piena coscienza e a dare visibilità ad una fede-fiducia radicale in un Dio che ci spinge inarrestabilmente ad una nuova visione del mondo, ad una nuova “cura” del creato. Un ottimismo tutt’altro che ingenuo, una proposta impegnativa. Buona lettura, dunque, a chi non è sazio di risposte e vive sorretto dalla passione della ricerca.

 

Franco Barbero

 

giovedì 27 ottobre 2011

MASSIMO NOVELLI

Quali legami possono esserci fra un predicatore millenarista del Trecento, il piemontese e «guerrigliero di Dio» fra Dolcino, e un altro della seconda metà dell' Ottocento, ossia il toscano David Lazzaretti, il «Cristo dell' Amiata» assassinato dai carabinieri? A parte il trattamento ricevuto dalle autorità civili e religiose delle loro rispettive epoche, pure se «distanti geograficamente e lontani centinaia di anni erano entrambi coraggiosi vessilliferi d' una religiosità altra che attendeva la fine del mondo, ma al contempo non disdegnava di confrontarsi con i problemi sociali del proprio tempo». Studioso di entrambi, Roberto Gremmo ne ripercorre le vicende e le analogie in uno dei saggi contenuti nel volume Una teologia della speranza, che raccoglie gli atti della giornata di studi tenutasi ad Arcidosso, il paese del Monte Amiata in cui operò Lazzaretti, nel gennaio del 2010. Sia il biellese sia il maremmano, in sostanza, erano «profeti d' una religiosità messianica che supera i Vangeli in senso stretto e s' incentra sull' Apocalisse di San Giovanni, che periodizza la storia del genere umano rompendo con la tradizione antica della ciclicità dei tempi».

 

maramotti

All'arrivo di                            Vieni
Berlusconi con                     avanti,
la lettera ,                                postino !
Merkel e Sarkozy
non sono riusciti
a trattenersi.....

MARAMOTTI

Berlusconi medita                       Diviso in
sul passo indietro:                       parti uguali
sarebbe disposto                        tra  Marina
a lasciare  il                                e Piersilvio !
governo

L'UOMO PIU' SPORCO

Letta, il sottosegretario alla presidenza del consiglio, è la persona più ruffiana e più legata  allo squallido manager vaticano che è il cardinale Bertone. Due personaggi viscidi che in questi anni hanno tenuto ben stretti i legami tra vaticano e governo italiano. Di questo personaggio bisognerà disfarsi il più presto possibile per un rinnovamento della politica italiana . Infatti sta già tessendo la rete per il dopo Berlusconi, dando ampie garanzie al vaticano.

GRUPPO GIOVANI ZONALE: 26 OTTOBRE

Per me ha dell'incredibile. Sono tornato a  casa a mezzanotte con il cuore in ebollizione...Ho salutato Francesco che tornava a casa, anche lui con gli occhi lucidi di stanchezza e ancor più di gioia per la bella serata.
Incontrare 20 giovani ( età media 25 anni), donne e uomini, per una serata su "conoscere il Gesù storico", mi è sembrato un mezzo miracolo. anzi un miracolo intero, come si suol dire. Che interesse, che partecipazione, che livello di ricerca , che voglia di scoprire nuovi sentieri di vita e edi fede.....Quale intensità di dialogo e quale ricchezza di scambio in quelle 2 ore e mezza piene di calore.....
Voglio ringraziare Dio con tutto il cuore per questa esperienza che posso vivere con questi ragazzi e ragazze pieni/e di vita.
E .....sono stupito dell'affetto e del rispetto con cui trattano un vecchietto come me.
Ancora una volta constato che, mentre la chiesa ufficiale sa di muffa, la persona di Gesù di Nazaret, la sua storia, il suo messaggio e la sua fede in Dio accendono i cuori.
Il prossimo appuntamento è fissato per mercoledì 23 novembre alle ore 20,30 a Rivalta su : "Gli amici e i nemici di Gesù".
Per informazioni: Francesco 333/2572941 oppure  Chiara Flora 334/3018999.
C'è ancora posto....!

mercoledì 26 ottobre 2011

COMPRATI-VENDUTI-INCAPACI

Il nostro governo, ormai in mano a quattro squilibrati, ha ancora trovato un accordo:Trota maior, cioè Bossi,ancora una una volta si è venduto a Berlusca.
Ma siamo vicini al funerale di questo governo... Potranno imbrogliare l'Europa per poco tempo.

UN LIBRO AVVINCENTE

ALBERTO MAGGI, Versetti pericolosi, Fazi Editore, Roma 2011, pagg 192, euro  16.
 
Il sottotitolo "Gesù e lo scandalo della misericordia" esprime molto bene il filo conduttore di queste pagine illuminanti e stimolanti. Chi è abituato alla lettura biblica dentro un serio impegno nel mondo , si troverà subito "a casa sua" in questi "racconti". L'Autore mette in scena i personaggi con grande abilità e vivacità, facendo un uso prezioso ed elaborato del dialogo. Così ogni "storia " e ogni "incontro" diventano  un racconto fresco e toccante.
Ovviamente, il racconto è arte creativa in cui si intrecciano fantasia e intuizione. Nella sostanza emergono con chiarezza le provocazioni di Gesù di Nazareth nella loro radicalità e nella proposta di un amore che sollecita il cambiamento, la conversione.
Ci si può domandare se la messa in scena della opposizione di scribi e farisei non sia alquanto generalizzante rispetto al dato storico. Così pure se questo Gesù di Nazareth, che si sta attribuendo il ruolo del Messia, non sia già  un po' troppo cristiano. Infatti non è così pacifico che Gesù avesse la  coscienza di essere il Messia .
Con grande oculatezza, l'Autore non si distanzia dal linguaggio cristologico ufficiale e questo lo preserva dagli strali e dalle censure vaticane. Basta scrivere di Gesù nei termini della "condizione divina" ( pag 45) o di " un Dio che si fa lui stesso uomo" (pag. 20) o di " Gesù, Dio dell'impossibile" (pag.48) e ti metti al sicuro  dagli attacchi dei custodi dell'ortodossia. Rispetto a questi linguaggi, conservo molti dubbi.
Raccomando la lettura di questo ottimo libro, sia come meditazione personale, sia come strumento per un lavoro di gruppo. Il lettore e la lettrice non dimentichino le pagine dedicate alle "note" che forniscono in modo accurato informazioni e riflessioni che integrano le pagine precedenti.
Libri come questi, pur in un contesto e in un linguaggio teologico che non esce mai del tutto dalle formulazioni tradizionali, costituiscono un validissimo aiuto per scoprire con gioia e con freschezza la strada di Gesù. Si tratta di un libro che invita ad aprire il cuore  al Dio dell'accoglienza senza limiti di cui la vita di Gesù, per noi cristiani, ha dato la più alta testimonianza.  Una buona strada, dunque, per incontrare il Gesù delle strade e dei villaggi e, attraverso l'incontro con lui, innamorarsi di Dio.
Un bel grazie ad Alberto Maggi e buona lettura.                        don Franco Barbero


TORINIO: 30 OTTOBRE

L "comunità nascente" di Torino invita fratelli e sorelle alla giornata comunitaria di Via San Pio V, 17b .
Ecco il programma: ore 10,30 accoglienza. Ore  11 - celebrazione eucaristica. Ore 12,15 pranzo autogestito. Poi riflessione biblica e programmazione fino alle ore 15,30.
Attenzione: si ritorna all'ora solare.....
L'incontro  fa parte del cammino di quanti si preparano alla benedizione delle nozze.

PAROLE CHIARE

 
Mi chiamano Medio Alto, ma il mio soprannome è Rintracciabile



MASSIMO GRAMELLINI - LA STAMPA

Mi chiamano Medio Alto, ma il mio soprannome è Rintracciabile.
Sono quello che non può nascondersi, quello che paga.
Anche stavolta.
Il governo della Libertà mi impone tasse svedesi per continuare a fornirmi servizi centrafricani.
E io le verserò fino all'ultimo centesimo, senza trucco esenza inganno, da vero scandinavo.
Poi però rimango un italiano e allora mi si consenta di essere furibondo.

Punto primo.
Mi sono scocciato di pagare per il funzionamento di una giostra
su cui non esercito alcun controllo. Il debito lo avete fatto voi e lo saldo io.
Ma avrò almeno il diritto di pretendere che la smettiate di indebitarvi?
A quanto pare, no.
Io vorrei che i miei soldi - frutto del lavoro quotidiano e non di una eredità o di un gratta e vinci -
servissero a finanziare le scuole e gli asili-nido, a umanizzare le carceri,
a ripulire gli ospedali, a pagare gli stipendi degli insegnanti, dei poliziotti e dei
tanti impiegati che svolgono con impegno la loro missione di servitori dello Stato.

Invece so già che verranno gettati fra le fauci del Carrozzone Pubblico,
che se li divorerà in un sol boccone per poi rivoltarsi famelico contro di me,
chiedendomi altro cibo.
So già che la politica, cioè quell'accozzaglia di affaristi senza ideali che ne usurpa il nome,
li userà per tenere in piedi gli enti inutili, le baracche elettorali, le torme di parassiti che campano
da decenni alle spalle  dei contribuenti.

Non è dunque il prelievo in sé a indignarmi.
Ma la sua assoluta inutilità.
In attesa di riforme strutturali, che dopo vent'anni di chiacchiere sono
ancora e sempre «allo studio», i miei soldi serviranno solo a perpetuare un
sistema che non mi piace, a garantire la pace sociale dei furbi, non quella
dei poveri.

Punto secondo.
Accetto di farmi spremere, ma non di farmi prendere in giro.
Quelli che vengono contrabbandati come tagli alla politica sono in realtà
tagli ai servizi degli enti locali, che si rivarranno sui cittadini, cioè di
nuovo, sempre e soltanto su di noi.

Punto terzo.
Trovo giusto che, in tempi di crisi, chi guadagna meno di me
non contribuisca allo sforzo (anche se poi lo fa, con i tagli alle
tredicesime e alle pensioni).
Mentre considero una vergogna che il collega che guadagna quanto me,
ma ha cinque figli a carico, non abbia diritto a uno sconto.
Il padre di una famiglia numerosa che incassa 90 mila euro lordi
l'anno (circa 4000 netti al mese) non è un Super Ricco e nemmeno un Medio
Alto.

E' un Medio Impoverito che deve già versare più degli altri per i medicinali
e le tasse scolastiche dei figli, e che da domani non avrà più neanche i
mezzi per tentare di scuotere, con i suoi consumi, l'encefalogramma piatto
dell'economia.
Mi sembra incredibile che la Chiesa, sempre così lesta a dire
la sua su gay e moribondi, non abbia saputo imporre a un governo di sepolcri
imbiancati la difesa reale della famiglia, accontentandosi di conservare
intatti, anche in questa tormenta, i propri scandalosi privilegi fiscali.

Ultimo punto (ma è di gran lunga il primo).
Mi sta bene che i poveri non paghino.
Ma perché non pagano neanche i ricchi veri?
A Lugano le banche hanno dovuto mettere fuori i cartelli: cassette di sicurezza esaurite.
Segno che nei giorni scorsi un esercito di compatrioti ha  sfondato le
frontiere per andare a nascondere del denaro.
Sono i  signori del secondo e del terzo Pil  (il nero e il mafioso).
Quelli con  il Pil sullo stomaco.
Gli Irrintracciabili.

Scommettiamo che il più facoltoso di loro dichiarerà al fisco 89.999 euro?
Li disprezzo.
Persino più dei politicanti.
Giuro che d'ora in avanti non avrò più pietà.
Chiederò scontrini a tutti su tutto.
E se mi diranno:
«Ma così, dottore, non posso più farle lo sconto», li  andrò a denunciare.
Poiché sono l'unico che paga, in questo accidenti di Paese, voglio
cominciare a togliermi qualche sfizio anch'io.














 



 
 
 


IL PROGETTO NATO A TODI

 

È molto chiaro il "progetto Bagnasco". Esso è stato illustrato in via riservata anche al Pdl. Eccolo in breve: non prevede affatto la nascita di un nuovo partito identitario con la croce. L'idea invece è quella di fare perno sul Pdl per allargare l'area dei moderati anche al terzo polo e ai cattolici del Pd. Ma per raggiungere questo risultato è imprescindibile che Berlusconi si faccia da parte, consentendo ai cugini ex Dc di ritrovarsi sotto lo stesso tetto. Dentro il Pdl questi scenari vengono discussi ormai in circoli sempre più larghi. E i più aperti al vento nuovo di Todi sono i ciellini come Roberto Formigoni e Mario Mauro o l'area che fa riferimento a Claudio Scajola, per non parlare di Beppe Pisanu.

Il Cavaliere, preso dalla tenuta del governo, finora è parso dare credito alle parole rassicuranti di chi gli continua a garantire la benevola «sponda» di Bertone.

Dunque, la sostanza è questa: deve verificarsi una coesione dei cattolici verso il centro destra. Si può benissimo stare e convergere nel Partito delle libertà allontanando Berlusconi. Così i privilegi della chiesa cattolica ufficiale restano salvi e ci si dà un volto nuovo conservando la stessa sostanza. Una grande manovra…

martedì 25 ottobre 2011

,,LAVORATORI A RISCHIO MOBBING

Loredana ha 31 anni ed è una persona trans, lo scorso anno lavorava per una cooperativa di servizi alla persona con contratto a tempo indeterminato. Quando informa superiori e colleghi della transizione in corso, non sembra accadere nulla. Ma poco tempo dopo «la responsabile e alcune colleghe iniziano a segnalare tutte le sue piccole manchevolezze, ingigantendole». Il mobbing si fa sempre più pesante, finché disperata Loredana decide di andar via. È una delle storie raccolte da Arcigay nel corso della ricerca «Io sono, io lavoro» (www.iosonoiolavoro.it) finanziata dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali, condotta su duemila questionari. La ricerca, basata sulla «percezione» del maltrattamento, raccoglie le narrazioni delle persone coinvolte,come hanno dichiarato i responsabili Rosario Murdica, Raffaele Lelleri, Michele Giarratano. È la prima indagine sulle discriminazioni sul lavoro ai danni delle persone omosessuali e trans. Mette in luce quanto possa compromettersi in una situazione di crisi economica la condizione di chi è più fragile. Le difficoltà: accedere al lavoro o mantenerlo. C’è chi viene messo alla porta e chi, vittima di mobbing, non ce la fa più e si licenzia.

Silvio ha 30 anni ed è gay. Sul lavoro ha scelto di non essere visibile, i colleghi mormorano: non sta con una donna, non parla mai di donne, è finocchio. Ma lui regge. Tutto diventa difficilissimo quando scopre di essere sieropositivo. Sul lavoro non trapela nulla, è sempre sorridente e in giacca e cravatta. Ma qualcosa si viene a sapere, forse controllano la sua posta. Alla scadenza il contratto non gli viene rinnovato, nonostante l’ottimo rendimento e i corsi di formazione per farlo crescere sostenuti dall’azienda. Va dal sindacalista, gli comunica i suoi sospetti. E dopo una breve indagine la risposta è affermativa: «Tra un Silvio malato e un Sempronio sano, assumono Sempronio». Silvio va dall’avvocato che scrive all’azienda, la quale propone non il reintegro, ma un cospicuo rimborso.

GIULIANO, 35 ANNI

Giuliano ha 35 anni. Laureato in psicologia, si presenta ad un colloquio per l’incarico di educatore in una comunità di persone con disturbi cognitivi. Dinanzi a lui c’è la direttrice. La prima parte del colloquio sembra andar bene, poi gli viene somministrato un test che a lui non sembra adeguato al contesto. Lo fa e poi iniziano le domande personali. Gli viene chiesto se è sposato, e lui risponde che non può visto che è omosessuale e si sente dire: «Uno del genere ha già lavorato con noi ed è stato licenziato perché ha creato molti problemi, aveva avuto una tresca con un utente». Il lavoro gli viene negato perché omosessuale.

Francesco ha 35 anni ed è omosessuale, lavora dagli inizi in un’azienda in espansione passata da dieci a cento dipendenti e si impegna perché possa crescere. Ottiene per questo un incarico di rilievo, coordina dieci persone. Il clima però è omofobico, le battute si sprecano. Finché un collega gay si dimette e scrive una lettera accusando i dirigenti di maltrattamento anche verso gli altri due dipendenti omosessuali. Francesco, che non aveva detto nulla di sé, è ormai allo scoperto. Da qui inizia il suo declassa- mento: fa lavori «da niente», viene isolato dai colleghi, gli vengono tolti alcuni benefit. Decide di iscriversi al sindacato. La situazione non cambia, resta «di stallo». Però dentro il sindacato lavora per aumentare la sensibilità nei confronti di tutte le discriminazioni. Dice che occorre impegnarsi per aiutare le vittime ad uscire dalla «cappa del silenzio»: «Ti trovi da solo,non c’è nessuno che comunica con te, non sai cosa dire e a chi»

 

 


MAFIA SULLE SPONDE DEL NAVIGLIO

Mosaico dei giorni
La mafia da bere
24 ottobre 2011 - Tonio Dell'Olio
C'è la mafia sulle sponde del Naviglio? C'era una volta un prefetto che
affermava che il problema mafia non interessava il capoluogo lombardo e
soprattutto un sindaco che pubblicamente (ad Anno Zero) si diceva
fortunata perché a Milano la mafia non esiste. La nuova giunta di
Pisapia invece, si mostra preoccupata della forte infiltrazione mafiosa
nell'attività economica e non solo. Per questa ragione già più di una
settimana fa ha nominato una Commissione Comunale Antimafia composta da
galantuomini esperti. La presiede Nando Dalla Chiesa che non è solo il
figlio del generale ucciso brutalmente da Cosa Nostra e il presidente
onorario di Libera. È uno dei massimi conoscitori del fenomeno e insegna
Sociologia dei fenomeni criminali alla Statale. I membri della
commissione non hanno bisogno di presentazioni e sono una garanzia. Tre
magistrati: Giuliano Turone, il giudice che indagò su P2 e Banco
Ambrosiano; Maurizio Grigo e Gherardo Colombo, che fece parte del pool
di Mani Pulite. A questi si aggiungono Umberto Ambrosoli, il figlio di
Giorgio ucciso per ordine di Sindona perché non fossero svelati i
segreti dei lucrosi collegamenti tra mafia e Banca Privata Italiana e
Luca Beltrami Gadola, un imprenditore coraggioso. Bravo Pisapia e brava
la sua giunta! Nando e gli altri sappiano che c'è un
popolo intero a fare il tifo per loro perché sappiano riconoscere e
indicare la mafia nuova della finanza e degli appalti, dei colletti
bianchi e della zona grigia. E che la Madonnina vi assista!

http://www.peacelink.it/mosaico/a/34893.html

IGNAZIO SILONE

La storia dell'utopia è la storia di una speranza sempre delusa ma tenace. Nessuna critica può sradicarla ed è importante saperla riconoscere.