giovedì 29 marzo 2012

BASTA ESSERE CORAGGIOSI

“Recuperare la sinistra” afferma Franceschini il 12 marzo su questo giornale. Vorrei provare a dare il mio contributo, quello di chi da quattro anni gira l’Italia, da nord a sud, e partecipa ad iniziative che per l’80% sono organizzate dal PD, per parlare anche di una delle materie più incandescenti del panorama politico italiano: i diritti civili. Ieri sera su Skype mia moglie Ricarda mi ha detto lapidaria: in Italia esiste una destra “conservativa” e una sinistra “conservativa” (traducendo così “conservatrice” mi ha fatto pensare alle cose scadute), è questo il vero problema.

In effetti se si vuole “recuperare la sinistra” il problema di cosa sia la sinistra in Italia e di quale sinistra si voglia rappresentare bisogna pur porselo. O no? Non può essere uno slogan generico in cui si dice “recuperiamo un po’ di grillini, un po’ di No Tav, un po’ di disillusi”, un tanto al chilo. E cominciamo da queste benedette foto, quella di Vasto (Bersani, Vendola, Di Pietro) e quella di Parigi (Bersani, Hollande, Gabriel).

Nessuna delle due mi piace, per una ragione semplice: tutti uomini, e ho detto tutto. Ma se proprio devo scegliere ora, in attesa di scattare una foto rispondente alla realtà, scelgo quella di Parigi. E nello scegliere quella foto chiarisco “come” bisogna recuperare la sinistra, con quali contanuti e quale idea di società.

Noi del PD non possiamo fare gli innovatori con Hollande e Gabriel e i “conservativi” in Italia. Non è possibile, non regge, non funziona. Perché il nostro futuro è legato a corda stretta con quello che accade in Europa e sulla scommessa dei partiti progressisti di tornare al governo dei principali paesi come Francia, Italia e Germania. La sinistra che francesi e tedeschi vogliono riportare al governo è una sinistra coraggiosa, che non dice solo dei no populisti, che cerca di trovare soluzioni nuove e nuovi problemi, che cerca di guardare più al futuro che al passato, che tiene insieme diritti sociali e diritti civile perché sa che solo insieme possono essere strumenti di crescita per il paese. E questo è un punto nodale. Ci farebbe non solo “recuperare a sinistra” ma “essere” una sinistra credibile e che mette al centro giustizia sociale, modernità e uguaglianza. Un esempio per tutti fresco fresco: Alfano dice “se la sinistra governerà difenderà i gay”. Se ci fosse stato Gabriel o Hollande avrebbero risposto “E certo! Ci mancherebbe altro che la sinistra non lo facesse! Ne siamo orgogliosi!” In Italia i dirigenti del PD, tranne una tardiva e tiepida affermazione di Bersani, si sono addirittura vergognati, di quella che non era un accusa, ma un auspicabile dato di realtà.

Tutto un giustificarsi, un vergognarsi, una sequela di no, prima di dire un semplice si. Avrebbero dovuto dire: “Si, li difendiamo, e faremo leggi giuste e civili”. Esempio eclatante di come si perdono voti a sinistra e non se ne guadagnano da nessuna parte. Basterebbe così poco per “recuperare”, basterebbe essere chiari, coraggiosi e credere davvero in una sinistra liberale che vuole ricostruire un paese migliore. In questo modo le stucchevoli diatribe sulle allenze svanirebbero, perché come nei matrimoni, ci si mette insieme perché si ha un progetto di vita condiviso, di hanno cose in comune, ma nessun matrimonio come nessuna alleanza regge se le parti in causa rinunciano a se stesse, alla loro identità. Il progetto ha a che fare con il futuro, è troppo importante per essere così superficiali da dire “vabbè, mettiamoci insieme e poi vediamo”.

(Anna Paola Concia, L’Unità, 17 marzo)