sabato 31 marzo 2012

APPELLO ALLE COMUNITA’ CRISTIANE

 

                                          LA DITTATURA DELLA FINANZA :  ABBIAMO TRADITO IL VANGELO?

 

In questo  periodo quaresimale sento l'urgenza di condividere con voi una riflessione sulla 'tempesta finanziaria' che sta scuotendo l'Europa , rimettendo tutto in discussione: diritti, democrazia, lavoro….In più arricchendo sempre di più pochi a scapito dei molti impoveriti. Una tempesta che rivela finalmente il vero volto del nostro Sistema: la dittatura della finanza.

L'Europa come l'Italia è prigioniera di banche e banchieri. E' il trionfo della finanza o meglio del Finanzcapitalismo come Luciano Gallino lo definisce: "Il finanzcapitalismo è una mega-macchina, che è stata sviluppata nel corso degli ultimi decenni, allo scopo di massimizzare  e accumulare sotto forma di capitale e insieme di potere, il valore estraibile sia del maggior numero di esseri umani sia degli eco-sistemi."

Estrarre valore è la parola chiave del Finanzcapitalismo che si contrappone al produrre valore del capitalismo industriale, che abbiamo conosciuto nel dopoguerra. E' un cambiamento radicale del Sistema!

Il cuore del nuovo Sistema è il Denaro che produce Denaro e poi ancora Denaro. Un Sistema basato sull'azzardo morale, sull'irresponsabilità del capitale, sul debito che genera debito. E' la cosiddetta "Finanza creativa", con i suoi 'pacchetti tossici' dai nomi più strani (sub-prime, derivati, futuri, hedge-funds…) che hanno portato a questa immensa bolla speculativa che si aggira, secondo gli esperti, sul milione di miliardi di dollari! Mentre il PIL mondiale si  aggira sui sessantamila miliardi di dollari. Un abisso separa quei due mondi: il reale e lo speculativo. La finanza non corrisponde più all'economia reale. E' la finanziarizzazione dell'economia.

Per di più le operazioni finanziarie sono ormai compiute non da esseri umani, ma da algoritmi, cioè da cervelloni elettronici che, nel giro di secondi, rispondono alle notizie dei mercati. Nel 2009 queste operazioni, che si concludono nel giro di pochi secondi, senza alcun rapporto con l'economia reale, sono aumentate del 60% del totale. L'import-export di beni e servizi nel mondo è stimato intorno ai 15.000 miliardi di dollari l'anno. Il mercato delle valute ha superato i 4.000 miliardi al giorno: circolano più soldi in quattro giorni sui mercati finanziari che in un anno nell'economia reale. E' come dire che oltre il 90% degli scambi valutari è pura speculazione.

Penso che tutto questo cozza radicalmente con la tradizione delle scritture ebraiche radicalizzate da Gesù di Nazareth. Un insegnamento, quello di Gesù, che, uno dei nostri migliori moralisti, don Enrico Chiavacci, nel suo volume Teologia morale e vita economica, riassume in due comandamenti, validi per ogni discepolo: "Cerca di non arricchirti" e "Se hai, hai per condividere."

Da questi due comandamenti, Chiavacci ricava due divieti etici: "divieto di ogni attività economica di tipo esclusivamente speculativo" come giocare in borsa con la variante della speculazione valutaria e "divieto di contratto aleatorio". Questo ultimo, Chiavacci lo spiega così: "Ogni forma di azzardo e di rischio di una somma, con il solo scopo di vederla ritornare moltiplicata, senza che ciò implichi attività lavorativa, è pura ricerca di ricchezza ulteriore." Ne consegue che la filiera del gioco, dal 'gratta e vinci' al casinò, è immorale.

Tutto questo, sostiene sempre Chiavacci, "cozza contro tutta la cultura occidentale che è basata sull'avere di più. Nella cultura occidentale la struttura economica è tale che la ricchezza genera ricchezza".

Noi cristiani d'Occidente dobbiamo chiederci cosa ne abbiamo fatto di questo insegnamento di Gesù in campo economico-finanziario. Forse ha ragione il gesuita p. John Haughey quando afferma: "Noi occidentali leggiamo il vangelo come se non avessimo soldi e usiamo i soldi come se non conoscessimo nulla del Vangelo." Dobbiamo ammettere che come chiese abbiamo tradito il Vangelo, dimenticando la radicalità dell'insegnamento di Gesù: parole come "Dio o Mammona," o  il comando al ricco: "Và, vendi quello che hai e dallo ai poveri".

In un contesto storico come il nostro, dove Mammona è diventato il dio-mercato, le chiese, eredi di una parola forte di Gesù, devono iniziare a proclamarla senza paura e senza sconti nelle assemblee liturgiche come sulla pubblica piazza.

L'attuale crisi finanziaria "ha rivelato comportamenti di egoismo, di cupidigia collettiva e di accaparramento di beni su grande scala-così afferma il recente Documento del Pontificio Consiglio di Giustizia  e Pace (Per una riforma del Sistema finanziario e monetario internazionale). Nessuno può rassegnarsi a vedere l'uomo vivere come  'homo homini lupus'".

Per questo è necessario passare, da parte delle comunità cristiane, dalle parole ai fatti, alle scelte concrete, alla prassi quotidiana: "Non chiunque mi dice: 'Signore, Signore' entrerà nel Regno dei cieli, ma colui che  fa la volontà del Padre mio" (Matteo, 7,21).

Come Chiese, dobbiamo prima di tutto chiedere perdono per aver tradito il messaggio di Gesù in campo economico-finanziario, partecipando a questa bolla speculativa finanziaria (il grande Casinò mondiale).

Ma pentirsi non è sufficiente, dobbiamo cambiare rotta, sia a livello istituzionale che personale.

A livello istituzionale (diocesi e parrocchie):

-promuovendo commissioni etiche per vigilare sulle operazioni bancarie;

-invitando tutti al dovere morale di pagare le tasse;

-ritirando i propri soldi da tutte le banche commerciali dedite a fare profitto sui mercati internazionali;

-investendo i propri soldi in attività di utilità sociale e ambientale, rifiutandosi di fare soldi con i soldi;

- collocando invece  i propri risparmi in cooperative locali o nelle banche di credito cooperativo;

-privilegiando la Banca Etica, le MAG (Mutue auto-gestione) o le cooperative finanziarie;

-rifiutando le donazioni che provengono da speculazioni finanziarie, soprattutto  sul cibo, come ha detto recentemente Benedetto XVI nel suo discorso alla FAO.

A livello personale ogni cristiano ha il dovere morale di controllare:

-in quale banca ha depositato i propri risparmi;

-se è una" banca armata", cioè investe soldi in armi;

-se partecipa al grande casinò della speculazione finanziaria;

-se ha filiali in qualche paradiso fiscale;

-se ottiene i profitti da 'derivati' o altri 'pacchetti tossici'.

"Le banche, che dopo aver distrutto la nostra economia, sono tornate a fare affari - scrive il pastore americano Jim Wallis - devono ricevere un chiaro messaggio che noi troviamo la loro condotta inaccettabile. Rimuovere i  nostri soldi può fare loro capire quel messaggio."

Ha ragione don Enrico Chiavacci ad affermare: "Questa logica dell'avere di più e della massimizzazione del profitto si mantiene attraverso le mille piccole scelte, frutto di un deliberato condizionamento. Le grandi modificazioni strutturali, assolutamente necessarie, non potranno mai nascere dal nulla: occorre una rivoluzione culturale capillare. Se è vero che l'annuncio cristiano portò all'abolizione della schiavitù, non si vede perché lo stesso annuncio non possa portare a una paragonabile modificazione di mentalità e quindi di strutture. Il dovere di testimonianza, per chi è in grado di sfuggire a una presa totale del condizionamento, è urgente."

 

 

 

                                                   Buona Pasqua di Risurrezione a tutti!

 

 

                                                                                                                               Alex  Zanotelli

 

Napoli, 22 marzo 2012

 

M. K. GANDHI

"Nel mondo c'è quanto basta
per le necessità dell'uomo,
ma non per la sua avidità."
                              

KAHLIL GIBRAN

Quando la mano della vita pesa

e la notte non canta,

è il momento di amare e confidare.

PABLO NERUDA

"La vita mi chiese di combattere
ed organizzai il mio cuore
lottando
per ridestare la speranza."
                            

MATRIMONI GAY: INTERVISTA A DON FRANCO BARBERO

Voglio porgerle tre domande sui matrimoni gay che vedo segnalati sul suo blog.

D) Come avviene il contatto con questi uomini e queste donne?
R) In molti modi: chi telefona, chi scrive, chi mi incontra. Solitamente questo avviene in un contesto di ricerca di una fede più profonda e liberante. Quindi i primi contatti avvengono in modi molto diversi, ma sempre con lo spirito di chi vuole compiere un viaggio verso una vita ed una fede più autentiche.

D) E come avviene il percorso verso la benedizione delle nozze?
R) Intanto sono le persone che "danno un nome" alla loro scelta e al dono di Dio. C'è chi parla di matrimonio e chi parla di benedizione delle coppie. Questo è lasciato alla scelta e alla decisione degli sposi/e. L'importante non è il nome, ma la sostanza. Viene richiesto l'inserimento in un gruppo o in una comunità o in una parrocchia per alcuni incontri di ripensamento e di approfondimento della propria fede. Sovente dopo un anno o due gli sposi concordano con il gruppo e con me dove e come preparare il rito. Ogni volta si scelgono letture e modalità diverse… e i protagonisti sono loro e la loro ricerca di amore e di fede.

D) 
Perché lei insiste così tanto sulla dimensione comunitaria?
R) Sì, in genere dove è possibile, è fecondo, festoso e profetico dar vita ad una celebrazione comunitaria. Questo costituisce anche una delle dimensioni strutturanti della vita e della fede. Ovviamente la decisione su questo punto, spetta agli sposi.
E poi è per prendere atto che non è il prete o la comunità che benedice, ma è Dio che dona e benedice l'amore. La comunità nascente di Torino, per esempio, fa sempre un gesto che ritengo bello e promettente: promette agli sposi alle spose di "accompagnarli negli anni felici e anche nelle ore difficili". Non si tratta di un rito e basta, ma di una celebrazione che impegna, nei limiti del possibile, a condividere gioie, dolori, problemi. Personalmente non faccio alcuna differenza tra matrimoni eterosessuali e matrimoni gay. Mi piacciono le celebrazioni "aperte" e quindi quasi mai scegliamo una piccola comunità, ma preferiamo fare festa sotto il cielo o in un locale in cui sia possibile coinvolgere gli amici, le amiche, i parenti, bambini e nonni. Anche usando la massima attenzione al cammino delle persone che partecipano.

(Intervista a cura di Luciano Pister – Brasilia)

 

QUELLE SENTENZE CHE FANNO RIFLETTERE

In questo periodo ci sono state tre sentenze della Cassazione di segno opposto.
La prima è una sentenza decisamente innovativa. Una sentenza che ha preceduto la politica sul tema delle coppie di fatto. La sentenza della Cassazione ribadisce che tutti i cittadini devono avere gli stessi diritti, comprese le coppie di fatto sia eterosessuali che omosessuali. E una sentenza molto avanzata soprattutto per un paese omofobo e arretrato su questi argomenti come l'Italia.
La seconda sentenza è invece di segno opposto: si tratta di quella che ha annullato la sentenza d'appello contro Dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa accogliendo la motivazione che si tratterebbe di un reato troppo vago.
La terza sentenza è anche questa di segno decisamente negativo. E' quella secondo cui nei procedimenti per violenza sessuale di gruppo, il giudice non è più obbligato a disporre o a mantenere la custodia in carcere dell'indagato. Questo vuol dire che un gruppo di uomini che stuprano una ragazza potranno avere gli arresti domiciliari. Come se lo stupro di branco potesse essere trattato come un reato minore.
E parliamo ancora dell'articolo 18. Sembra che la salvezza dell'economia italiana dipenda dall'abolizione dell'articolo 18. Ma io continuo a non capire. Il licenziamento oggi può già avvenire, ma solo per giusta causa, ovvero quando il lavoratore non rispetta le norme contrattuali o quando il datore di lavoro non ce la fa ad andare avanti. Altrimenti diventa arbitrario. Si può pensare, ad esempio, di licenziare una donna perché resta incinta e quindi deve stare alcuni mesi a casa e non è produttiva. Oppure il datore di lavoro può licenziare un lavoratore perché fa il sindacalista e sobilla i suoi compagni. O magari semplicemente perché gli sta antipatico.

Margherita Hack (L'Unità, 22/03)

venerdì 30 marzo 2012

DOMENICA DI PASSIONE

Ascolteremo domenica nelle chiese cristiane il racconto evangelico della passione e morte  di Gesù di Nazareth.

° Ogni settimana un artigiano, un piccolo imprenditore o un lavoratore si uccidono per la crisi del lavoro. Chi si impicca e chi si     dà  fuoco. Cresce la disperaziione fino a condurre al suicidio.
° Il Mar Mediterraneo è ormai un immenso cimitero. Negli ultimi tredici anni si sono accumulati oltre 17.000 cadaveri, frutto del     disimpegno e del disinteresse della nostra Europa "cristiana".
° La violenza contro le persone, donne- gay- stranieri-rom- senza fissa dimora- carcerati-anziani.....continua a crescere anche     e soprattutto nelle nostre "civilissime città".

Forse dobbiamo leggere la passione di Gesù alla luce di questa vera e propria persecuzione dei deboli, dei non allineati.
La passione di Gesù continua.

PREGHIERA

  Oggi è spuntato un giorno nuovo, è il giorno della nostra vita.

Tu sei, Signore, il sole di questo giorno, e di tutti i giorni.

Al crepuscolo di un tempo tramontato,

scompaiono le tristezze, gli errori e le paure di ieri.

Oggi, se udite la sua voce, non indurate il vostro cuore.

Tu sei, Signore, la luce di questo giorno,

e di tutti i giorni.

All’alba di un nuovo avvenire,

appaiono la gioia, l’entusiasmo e la fiducia di domani.

Tu sei, Signore, la vita di questo giorno

E di tutti i giorni. Amen.

(Joel Stroudinsky, tratto da Quando è giorno, della Cevaa, p. 17)

QUEI MASSACRI UMANITARI E LE INDUSTRIE DI ARMI

 Le avventure militari degli Stati Uniti e dei suoi volonterosi alleati in Iraq prima e ora in Afghanistan, dopo più di undici anni dimostrano una volta di più la natura di falso ideologico sia dell’ossimoro che i media ufficiali del potere hanno spacciato come «guerra umanitaria», sia di quel capolavoro di retorica militarista definito guerra al terrore.
Se c’è qualcuno che si è avvantaggiato realmente di queste operazioni squisitamente belliche sono stati l’industria militare statunitense, quella planetaria e i talebani.

Le vittime di queste guerre ancora una volta sono stati, quasi esclusivamente, civili innocenti. L’ ultimo episodio di un militare «impazzito» che ha massacrato 16 civili afghani nel sonno è stato definito dall’amministrazione americana: «un atto inspiegabile», qualcun altro avrà sicuramente pensato di definirlo: «una tragica fatalità», come il rogo delle copie del Corano, come l’urinare sui «cadaveri nemici», come le migliaia e migliaia di civili fatti a pezzi per «errore» o perché scambiati per terroristi.

Il giornale britannico The Guardian mercoledì scorso ha riportato il seguente commento del Generale statunitense Stanley McChrystal, già comandante delle truppe Nato in Afghanistan: «Abbiamo ammazzato un impressionante numero di persone, ma a mia conoscenza, di nessuna di esse si è provato che costituisse una minaccia».
Le guerre di oggi sono questo: massacri, crimini e torture. Ogni riferimento ad Adolf Hitler per giustificarle è un’offensiva idiozia. Ieri come oggi ci sono altri mezzi per fermare tiranni e tirannelli, a patto di scontentare i fabbricanti di armi.

(Moni Ovadia, L’Unità, 17 marzo)

DON PRIMO MAZZOLARI


"La democrazia non è il governo dei "grandi uomini",
ma degli uomini virtuosi.
Senza virtù, la democrazia vale la dittatura,
ove fatalmente sbocca."

LEONE TOLSTOI

-"Un uomo che vive la vita del corpo,
che si lascia guidare dagli interessi temporali,
è del tutto simile ad un uccello che con
grande sforzo corre con le sue misere
zampe sul suolo,
ignorando l'uso delle sue ali."
                                                                 Leone Tolstoi

ARTURO PAOLI

Essere pace è la condizione necessaria per essere costruttori di pace. Tutti i trattati, le convocazioni per parlare della pace, tutte le iniziative falliscono o perché non arrivano ad essere efficaci nella realtà, o perché i loro protagonisti non sono esseri pacificati.

giovedì 29 marzo 2012

E. DREWERMANN

"Ogni uomo
dovrebbe veleggiare
seguendo
la nostalgia della luce,
per quanto
l'orizzonte sia incerto."
            

L. S. SENGHOR

"Noi siamo gli uomini della danza,
i cui piedi
riprendono vigore colpendo il suolo duro."
                                                  

PASQUA ALLA COMUNITA’ NASCENTE

Torino, Sabato 7 aprile ore 18

Quest'anno per la prima volta la comunità nascente celebra la veglia pasquale sabato 7 aprile a partire dalle ore 18 in Via San Pio V, 17b.

  • Preghiera comunitaria
  • Proiezione del film "Il villaggio di cartone" e dibattito.
  • "Festicciola dolce".

Anch'io quest'anno per la prima volta celebrerò la Pasqua fuori dalla comunità di Pinerolo per viverla con la "comunità nascente" di Torino.

L'incontro è aperto a chiunque voglia aggiungersi.

DOMENICA 1 APRILE

La comunità cristiana di base di Pinerolo celebra la Pasqua del gruppo bimbebimbi, domenica 1 aprile dalle ore 10.00 al centro di Via Rochis, 1. Siamo tutti e tutte invitate a partecipare.
   

DON PRIMO MAZZOLARI

La contabilità cristiana conosce la sola partita del dare. Se vi aggiungiamo l'avere, non ci dobbiamo sorprendere se rivedremo sul tappeto le ragioni del lupo, il quale, essendo a monte del fiume, trovava che l'agnello gli intorbidiva le acque.

DON LORENZO MILANI

I contadini di montagna si sono rivelati gli unici solidi educatori. A un esame più approfondito è apparso però che non erano i genitori di montagna gli educatori, ma era la vita dura che aveva lavorato per loro.

BENZINA E ALTRO

Sui giochi, sulle "macchinette" e sulla benzina lo Stato fa affari d'oro. Le multinazionali anche. Ora, visto che i pendolari devono spesso usare l'auto per il degrado delle ferrovie, si tratta di un aumento che pesa sulle spalle dei più deboli.

E le macchinette? Sono un vero e proprio incitamento a delinquere. Lo sappiamo noi che lavoriamo nei centri di ricupero dei giocatori compulsavi, ma lo sa bene anche il governo.

VINOBA BHAVE

L'intero programma del sarvodaya (elevazione di tutti) è basato sul vedere il buono in ogni essere umano.

BASTA ESSERE CORAGGIOSI

“Recuperare la sinistra” afferma Franceschini il 12 marzo su questo giornale. Vorrei provare a dare il mio contributo, quello di chi da quattro anni gira l’Italia, da nord a sud, e partecipa ad iniziative che per l’80% sono organizzate dal PD, per parlare anche di una delle materie più incandescenti del panorama politico italiano: i diritti civili. Ieri sera su Skype mia moglie Ricarda mi ha detto lapidaria: in Italia esiste una destra “conservativa” e una sinistra “conservativa” (traducendo così “conservatrice” mi ha fatto pensare alle cose scadute), è questo il vero problema.

In effetti se si vuole “recuperare la sinistra” il problema di cosa sia la sinistra in Italia e di quale sinistra si voglia rappresentare bisogna pur porselo. O no? Non può essere uno slogan generico in cui si dice “recuperiamo un po’ di grillini, un po’ di No Tav, un po’ di disillusi”, un tanto al chilo. E cominciamo da queste benedette foto, quella di Vasto (Bersani, Vendola, Di Pietro) e quella di Parigi (Bersani, Hollande, Gabriel).

Nessuna delle due mi piace, per una ragione semplice: tutti uomini, e ho detto tutto. Ma se proprio devo scegliere ora, in attesa di scattare una foto rispondente alla realtà, scelgo quella di Parigi. E nello scegliere quella foto chiarisco “come” bisogna recuperare la sinistra, con quali contanuti e quale idea di società.

Noi del PD non possiamo fare gli innovatori con Hollande e Gabriel e i “conservativi” in Italia. Non è possibile, non regge, non funziona. Perché il nostro futuro è legato a corda stretta con quello che accade in Europa e sulla scommessa dei partiti progressisti di tornare al governo dei principali paesi come Francia, Italia e Germania. La sinistra che francesi e tedeschi vogliono riportare al governo è una sinistra coraggiosa, che non dice solo dei no populisti, che cerca di trovare soluzioni nuove e nuovi problemi, che cerca di guardare più al futuro che al passato, che tiene insieme diritti sociali e diritti civile perché sa che solo insieme possono essere strumenti di crescita per il paese. E questo è un punto nodale. Ci farebbe non solo “recuperare a sinistra” ma “essere” una sinistra credibile e che mette al centro giustizia sociale, modernità e uguaglianza. Un esempio per tutti fresco fresco: Alfano dice “se la sinistra governerà difenderà i gay”. Se ci fosse stato Gabriel o Hollande avrebbero risposto “E certo! Ci mancherebbe altro che la sinistra non lo facesse! Ne siamo orgogliosi!” In Italia i dirigenti del PD, tranne una tardiva e tiepida affermazione di Bersani, si sono addirittura vergognati, di quella che non era un accusa, ma un auspicabile dato di realtà.

Tutto un giustificarsi, un vergognarsi, una sequela di no, prima di dire un semplice si. Avrebbero dovuto dire: “Si, li difendiamo, e faremo leggi giuste e civili”. Esempio eclatante di come si perdono voti a sinistra e non se ne guadagnano da nessuna parte. Basterebbe così poco per “recuperare”, basterebbe essere chiari, coraggiosi e credere davvero in una sinistra liberale che vuole ricostruire un paese migliore. In questo modo le stucchevoli diatribe sulle allenze svanirebbero, perché come nei matrimoni, ci si mette insieme perché si ha un progetto di vita condiviso, di hanno cose in comune, ma nessun matrimonio come nessuna alleanza regge se le parti in causa rinunciano a se stesse, alla loro identità. Il progetto ha a che fare con il futuro, è troppo importante per essere così superficiali da dire “vabbè, mettiamoci insieme e poi vediamo”.

(Anna Paola Concia, L’Unità, 17 marzo)

 

 


È NEW DELHI IL PRIMO IMPORTATORE DI ARMI NEL MONDO

Con l'India come primo importatore mondiale e la Cina divenuta esportatrice, il mercato della armi in Asia è diventato particolarmente vivace nell'ultimo quinquennio. In termini di volume, l'Asia e l'Oceania hanno raggiunto il 44% delle importazioni mondiali di armi convenzionali tra il 2007 e il 2011, davanti a Europa (19%), Medio Oriente (17%), Americhe (11%) e Africa (9%), secondo quanto indicato in un rapporto dell'Istituto internazionale di ricerca per la pace con sede a Stoccolma (Sipri). Globalmente, il trasferimento di armi ha subito un incremento del 24% rispetto al quinquennio precedente (2002-06) e i cinque più grossi esportatori sono stati tutti paesi dell'Asia. La sola India ha fatto registrare il 10% delle importazioni mondiali, davanti alla Corea del Sud (6%), il Pakistan e la Cina (5%) e Singapore (4%). Ma "i principali Paesi importatori in Asia stanno cercando di sviluppare una propria industria per gli armamenti al fine di ridurre la loro dipendenza", sostiene il rapporto.

(L’Unità, 20 marzo)

VELENI IN VATICANO

Nessun incontro è previsto con i dissidenti cubani e neanche in Messico con le vittime degli abusi sessuali per cui è stato condannato padre Marcial Marciel, il fondatore dei Legionari di Cristo. Lo chiarisce il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi presentando alla stampa il prossimo viaggio apostolico di Papa Benedetto XVI che sarà in Messico e poi a Cuba dal 23 al 29 marzo. Non è stato apprezzato il gesto di alcuni oppositori del regime castrista che nei giorni scorsi, per richiamare l’attenzione sui diritti umani, hanno occupato la Basilica di Nostra Signora della Carità all’Avana. La Santa Sede fa sua la critica del cardinale dell’Avana Jaime Ortega: “La Chiesa ascolta e accoglie tutti, e intercede per tutti” ma nessuno “ha il diritto di trasformare le chiese in trincee politiche”.

L’attesa per i festeggiamenti nel 400° anniversario del ritrovamento della Vergine della Carità del Cobre, patrona dell’isola, è alta nel Paese caraibico. Lo è anche per l’incontro, non in programma ma molto probabile, del pontefice con Fidel Castro. L’anziano leader della rivoluzione cubana da tempo malato, ha chiesto infatti di parlare al pontefice. Un gesto che rievocherà lo straordinario incontro avuto nel 1998 con Giovanni Paolo II e che potrà suggellare nuove svolte. L’isola è alle prese con un processo di cauta apertura alle liberalizzazioni che è seguito con molta attenzione dalla Chiesa cattolica. Ne è un segno la conferma della contrarietà all’embargo Usa contro Cuba della Santa Sede ricordato da padre Lombardi. Occorre attendere i discorsi che papa Ratzinger pronuncerà per vedere se e come affronterà il tema dei diritti civili.

CONTRO LA FUGA DI NOTIZIE

Ma il prossimo viaggio apostolico del Papa non cancella i problemi interni al Vaticano, con la fuga di notizie riservate, i “corvi” e lo strascico di polemiche. È scattata la reazione. Che sia in corso un’indagine sulla fuga di documenti e che riguardi “tutti gli organismi della Santa Sede”, lo conferma il sostituto alla segreteria di Stato, monsignor Angelo Becciu, in un colloquio con il direttore dell’Osservatore Romano, Gian Maria Vian. Dal quotidiano della Santa Sede chiarisce che l’inchiesta a “livello penale è affidata al Promotore di giustizia” vaticano e a livello amministrativo alla Segreteria di Stato. E che il Papa “sempre al corrente”, “addolorato”, ma “sereno” e “determinato”, ha disposto anche una “superiore commissione incaricata di seguire tutta la vicenda”. “La slealtà verrà punita” assicura Becciu.

(Roberto Monteforte, L’Unità, 17 marzo)

mercoledì 28 marzo 2012

VANDANA SHIVA

Dobbiamo scegliere.
Obbediremo alle leggi del mercato dell'avidità corporativa o alle leggi di Madre Terra per mantenere gli ecosistemi terrestri e la diversità degli esseri viventi?

LA SCELTA DOPO L’INCHIESTA DI GUARINIELLO: “NON FA RICRESCERE I CAPELLI”, CRESCINA TOLTA DAL MERCATO

 Dopo la diffida del ministero della Salute, l' azienda cosmetica svizzera Labo Europa ha ritirato dal commercio la Crescina Hfsc e interrotto la massiccia campagna con cui pubblicizzava il prodotto per la ricrescita dei capelli, in grado di «risvegliare l' attività delle cellule staminali sopite». Proprio quelle pubblicità avevano attirato l' attenzione del procuratore Raffaele Guariniello, che aveva aperto un' indagine. L' Istituto superiore di sanità ha esaminato il prodotto e ha stabilito che «non vi è alcuna evidenza scientifica di un' attività del prodotto di far ricrescere i capelli» e che la «molecola innovativa» che veniva pubblicizzata «non appare credibile dal punto di vista chimico». Se invece il principio attivo avesse effetto, si tratterebbe non di un cosmetico, ma di un farmaco e dunque sottoposto ad altri controlli.

(Repubblica, 17 marzo)

COMPORTAMENTO ANTISINDACALE, LA FIOM VINCE LA PRIMA PARTITA

La Fiom-Cgil ha vinto una causa contro la Sicme Motori per comportamento antisindacale. Un' azienda torinese del settore eolico che aveva inviato una lettera a 14 dipendenti iscritti alla sigla metalmeccanica in cui spiegava che nelle buste paga non avrebbe più trattenuto la quota destinata al sindacato, perché non era più firmatario del contratto nazionale. Per il giudice del lavoro è un comportamento «lesivo della libertà sindacale» e dunque le quote vanno pagate. Una vittoria che è anche un buon auspicio per il sindacato della Cgil: «È una sentenza importante perché riconosce in modo argomentato le nostre ragioni», commenta il segretario Federico Bellono. Che aggiunge: «La rappresentanza democratica del lavoro non può dipendere dal gradimento dell' azienda. Intendiamo difendere questi diritti, a cominciare dal gruppo Fiat». Da lunedì nei tribunali di Torino e Pinerolo partono le udienze che vedono contrapposti il sindacato e l' azienda automobilistica. Ventisei in tutto, almeno due al giorno fino al 26 marzo. La Fiom contesta che Fiat non abbia riconosciuto i delegati sindacali nominati dalla sigla metalmeccanica.

(Repubblica, 17 marzo)

STAINO

 -La trattativa stato-mafia, vent’anni fa, ci fu

-Poi arrivò Berlusconi al Governo e la cosa perse di interesse

(L’Unità, 13 marzo)

 

STAINO

 -Dice Follini che la strada di Hollande non è quella del PD

-Perché va dritta verso il Governo, senza girare dal Vaticano?

"I gay malati". Bufera su Romano La Russa

MILANO - « I gay sono depravati o malati, ma è una malattia dalla quale si può guarire». Romano La Russa, fratello di Ignazio assessore Pdl alla Regione Lombardia indagato per finanziamento illecito ai partiti, scatena il putiferio ospite su Radio24. Tra proteste, richieste di scuse e un'interrogazione dei radicali affinché il governo intervenga. «Anche La Russa può essere curato visto che è l'omofobia la vera malattia», dice Franco Grillini, presidente di Gaynet mentre Arianna Cavicchioli del Pd pretende che chieda scusa ai gay visto che «dimostra di essere figlio di una cultura intollerante, che non riesce a fare i conti con la varietà e complessità della natura umana».

(Repubblica, 22/03)

La fata Morgana

La notizia fa scalpore: hanno visto la Fata Morgana. Nello stretto di Messina non è infrequente osservare il fenomeno ottico della Fata Morgana. Guardando un qualsiasi oggetto «distante», come isole o barche, queste assumono rapidamente forme diverse da quelle originarie: si allungano, si restringono, volano... Nella leggenda celtica la Fata Morgana seduce chi l'osserva. Un qualcosa di simile deve essere successo alla Conferenza per lo sviluppo del Pinerolese tenutasi all'inizio di marzo. Presenti imprenditori, autorità politiche e militari, la Fata Morgana ha preso le sembianze della «banca della gente». Una banca di «credito cooperativo» che raccoglie i fondi tra i cittadini e faccia credito all'imprenditoria locale come ha spiegato il quotidiano La Stampa. Così si potrà sviluppare il Pinerolese. Da 20 anni a questa parte idee per sviluppare il Pinerolese ne sono state lanciate molte. Si sono fatti studi, convegni, delibere «programmatiche» degli enti locali. Nessuno però aveva ancora proposto la «Banca di Pinerolo». Una proposta seducente, come la Fata Morgana. La leggenda ci dice che, il marinaio che la segue è condotto a morire. La scienza ci dice che è un miraggio, un'illusione ottica. Fata Morgana, che banca!
Giorgio Gardiol

(Riforma, 23/03)

martedì 27 marzo 2012

CELEBRAZIONE DEL PERDONO

In occasione della Pasqua la comunità cristiana di base di Pinerolo celebra la liturgia del perdono  lunedì 2 aprile alle ore 21 nei locali del Centro Comunale di Via Rochis 3.

COLLOQUI URGENTI

Per ascoltare le persone che in questi giorni non ho potuto ascoltare aggiungo alcuni spazi ai colloqui:

  • Domenica 1 aprile dalle ore 10 alle 12 e dalle 14,30 alle 16,30 nella sede della comunità a Pinerolo in Corso Torino 288.
  • Lunedì 2 aprile tutto il giorno. Basta telefonare.
  • Sabato 7 aprile dalle ore 9 alle 12.
  • Giovedì 5 aprile dalle 9 alle 12.

TORINO: CORSO BIBLICO VENERDI’ 30

Venerdì 30 dalle ore 18 alle 19,30 avrà luogo in Via San Pio V, 17b la lettura in gruppo del "Padre nostro". L'incontro è aperto a chiunque voglia partecipare.

- M.K.GANDHI

Per quanto grande sia la furia della tempesta, il mare profondo conserva la sua calma.

fraG.ROLLENHANGEN

Certe persone sono come le rane: seppure sedessero su un trono d'oro, salterebbero di nuovo nello stagno.

W. GOETHE

La tolleranza dovrebbe essere una fase transitoria. Deve portare al rispetto.

MI DICI FROCIO? BECCATI UNA CONDANNA

Omofobi, attenti: non si puo dire "frocio, mi fai schifo" facendola franca. Non solo si incorre in una multa ma si offende tutta la comunità. Anche se in Italia non c'è una legge contro l'omofobia, nei tribunali le sentenze fanno storia e restituiscono il senso del rispetto che troppo spesso manca nei media, nel web, e nella vita di tutti i giorni. Due anni fa a Bagheria, in provincia di Palermo, due coniugi insultarono per strada un ragazzo. Il giovane decise di non lasciar perdere, ma di fare denuncia e ricorrere alle vie legali.

Al termine del processo conclusosi la settimana scorsa il giudice gli ha dato ragione: l'uomo e stato condannato al pagamento di mille euro e la moglie di duecento, oltre alle spese processuali. Ancora, il giudice di pace ha condannato gli imputati a risarcire i danni subiti dal ragazzo, oltre che a corrispondere ad Arcigay cinquecento euro. Il processo infatti ha visto Arcigay costituirsi parte civile, non perchè il ragazzo fosse un associato, ma proprio per il danno che insulti del genere procurano agli obiettivi perseguiti dall'associazione. Il giudice ha riconosciuto nell'offesa al giovane un danno procurato alla societa. Arcigay non esita a definire "storica" la sentenza. "Non solo il magistratonon ha concesso la sospensione della pena, dichiarano i portavoce palermitani, sottolineando in questo modo la pericolosità sociale e la gravità delle aggressioni di stampo omofobico, ma ha anche riconosciuto il danno reso a tutta la comunità delle persone omosessuali e trans". Bando dunque a facili battute nelle trasmissioni televisive, nei blog, nelle tante occasioni che di recente hanno fatto "notizia".

LE MOTIVAZIONI

Ma quali sono le motivazioni per cui il giudice ha accolto le richieste di Arcigay? "La costituzione di parte civile dell'Arcigay era finalizzata alla richiesta di un risarcimento per il danno morale derivante dall' accostamento del concetto di omosessualità a tutti quegli aspetti negativi che usualmente si attribuiscono alle persone gay e lesbiche: la perversione, la spregevolezza, la promiscuita dei costumi ecc.", commenta l'avvocato Marco Carnabuci, che ha rappresentato nel processo Arcigay. Di fatto, che il ragazzo fosse o meno omosessuale non ha avuto nessuna importanza. "La parola frocio è stata usata come offesa generica, prescindendo dall' orientamento sessuale del destinatario dell'ingiuria", aggiunge Carnabuci.

Ancora, viene condannata soltanto l'offesa non unita all'aggressione fisica, come invece e accaduto in passato. Il riconoscimento del danno subito dall'associazione crea un precedente: se si offende una persona dandogli del "frocio", l'insulto non colpisce solo il protagonista della vicenda.  "Non occorre subire una lesione grave, o addirittura la perdita della vita, perchè si riconosca un'offesa: anche proferire frasi irriguardevoli non lede soltanto la persona direttamente interessata ma tutti". Tra i precedenti, una sentenza della Cassazione di due anni fa. La Suprema Corte aveva respinto il ricorso di un 71enne che era stato condannato dal tribunale per aver dato del gay a un conoscente inserendo la parola in un contesto denigratorio. Ma in quel caso non c'era stata la costituzione di parte civile di un'associazione. "Se in teoria possiamo indignarci per fatti del genere, con la sentenza del Giudice di Pace di Bagheria, che spero non rimanga isolata conclude l'avvocato Carnabuci -, potrà accadere che questa indignazione non resti confinata nel giudizio morale ma sia legittimamente riconosciuta in un'aula di giustizia.

Delia Vaccarello – L’ Unità - 12 marzo 2012

COLORANTE A RISCHIO CANCRO

NEW YORK - Bevi la Coca-Cola che ti fa bene: ma allora perché c' era bisogno di cambiare la ricetta? La bibita più famosa del mondo rivede la miscela. In nome della legge: costretta da una norma passata in California. La nuova disciplina punta il dito contro una sostanza impiegata nella colorazione del caramello: utilizzata anche dall' eterna rivale Pepsi. «Nessuno noterà cambi di sapore e non ci sono pericoli per la salute», dice la multinazionale. I medici californiani sostengono però che una sostanza che si forma durante la colorazione potrebbe essere cancerogena. Così la Coca ha chiesto ai fornitori di cambiare miscela per evitare problemi «con una legge basata su un allarme scientifico infondato»: modificando la ricetta in tutti gli Usa. In Europa, per l' inglese Telegraph, «al momento» resta la stessa. Il sapore della Coca è universale, ma la ricetta viene modificata in base alle disposizioni sanitarie che variano da paese a paese. A dicembre la segretissima formula - conservata per 86 anni nella SunTrust Bank - era stata trasferita nel museo della Coca di Atlanta.

(a. aq.) - Repubblica - 10 marzo 2012

 

FUGA DI DOCUMENTI SEGRETI DAL VATICANO IL PAPA ORDINA UN’INCHIESTA PENALE INTERNA

Su ordine di papa Ratzinger la Segreteria di Stato vaticana ha disposto un' indagine penale interna su tutti gli organismi della Santa Sede per stanare il "corvo" che ha passato alla stampa documenti riservati. Lo ha annunciato il sostituto della Segreteria, l' arcivescovo Angelo Becciu. L' indagine sarà condotta a livello penale dal promotore di giustizia del tribunale vaticano, a livello amministrativo dalla Segreteria stessa, mentre una commissione ad hoc è stata incaricata dal Papa di fare chiarezza sull' intera vicenda. I colpevoli, secondo l' arcivescovo, sono «sleali» e «vigliacchi», e «hanno approfittato di una situazione di privilegio per pubblicare documenti verso i quali avevano l' obbligo di rispettare la riservatezza». Le carte in questione hanno riguardato il caso Viganò, la gestione del Governatorato e le inchieste collegate allo Ior.

Repubblica - 17 marzo 2012

VELENI IN VATICANO

 Nessun incontro è previsto con i dissidenti cubani e neanche in Messico con le vittime degli abusi sessuali per cui è stato condannato padre Marcial Marciel, il fondatore dei Legionari di Cristo. Lo chiarisce il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi presentando alla stampa il prossimo viaggio apostolico di Papa Benedetto XVI che sarà in Messico e poi a Cuba dal 23 al 29 marzo. Non è stato apprezzato il gesto di alcuni oppositori del regime castrista che nei giorni scorsi, per richiamare l’attenzione sui diritti umani, hanno occupato la Basilica di Nostra Signora della Carità all’Avana. La Santa Sede fa sua la critica del cardinale dell’Avana Jaime Ortega: “La Chiesa ascolta e accoglie tutti, e intercede per tutti” ma nessuno “ha il diritto di trasformare le chiese in trincee politiche”.

L’attesa per i festeggiamenti nel 400° anniversario del ritrovamento della Vergine della Carità del Cobre, patrona dell’isola, è alta nel Paese caraibico. Lo è anche per l’incontro, non in programma ma molto probabile, del pontefice con Fidel Castro. L’anziano leader della rivoluzione cubana da tempo malato, ha chiesto infatti di parlare al pontefice. Un gesto che rievocherà lo straordinario incontro avuto nel 1998 con Giovanni Paolo II e che potrà suggellare nuove svolte. L’isola è alle prese con un processo di cauta apertura alle liberalizzazioni che è seguito con molta attenzione dalla Chiesa cattolica. Ne è un segno la conferma della contrarietà all’embargo Usa contro Cuba della Santa Sede ricordato da padre Lombardi. Occorre attendere i discorsi che papa Ratzinger pronuncerà per vedere se e come affronterà il tema dei diritti civili.

CONTRO LA FUGA DI NOTIZIE

Ma il prossimo viaggio apostolico del Papa non cancella i problemi interni al Vaticano, con la fuga di notizie riservate, i “corvi” e lo strascico di polemiche. È scattata la reazione. Che sia in corso un’indagine sulla fuga di documenti e che riguardi “tutti gli organismi della Santa Sede”, lo conferma il sostituto alla segreteria di Stato, monsignor Angelo Becciu, in un colloquio con il direttore dell’Osservatore Romano, Gian Maria Vian. Dal quotidiano della Santa Sede chiarisce che l’inchiesta a “livello penale è affidata al Promotore di giustizia” vaticano e a livello amministrativo alla Segreteria di Stato. E che il Papa “sempre al corrente”, “addolorato”, ma “sereno” e “determinato”, ha disposto anche una “superiore commissione incaricata di seguire tutta la vicenda”. “La slealtà verrà punita” assicura Becciu.

(Roberto Monteforte, L’Unità, 17 marzo)

 

UNA VOCE AUITOREVOLE

La Stampa - 27/3/2012
Anche quella omosessuale è una "famiglia"

VLADIMIRO ZAGREBELSKY

La carta di soggiorno riconosciuta dalla Questura di Reggio Emilia a un cittadino uruguayano sposato in Spagna con un italiano, è la diretta conseguenza della sentenza del Tribunale che ha annullato il diniego inizialmente opposto.
 
Il Tribunale ha affermato che il diritto dell'Unione europea, che ha tra i suoi fondamenti la libertà di circolazione nei Paesi membri, implica il diritto a veder tutelata l'unione familiare, così come formatasi nel Paese di provenienza. Il Tribunale ha confermato che la questione del matrimonio tra persone dello stesso sesso è di competenza dei parlamenti nazionali. Il diritto dell'Unione però disciplina aspetti specifici che sono di sua pertinenza e tra questi quello della libertà di circolazione.
 
La sentenza ricostruisce il diritto dell'Unione e quello italiano conseguente e limita la sua portata ad un aspetto specifico: quello degli effetti sulla nozione di famiglia di un matrimonio (come quello omosessuale ammesso dalla Spagna), in funzione della libertà di circolazione dei cittadini europei nell'ambito dell'Unione. Benché importante, si tratta di questione delimitata.
 
Ma il Tribunale chiude la sua motivazione con un richiamo che va ben oltre il caso specifico, osservando come «lungi dall'attuare un riconoscimento dello status matrimoniale, la soluzione adottata appaia comunque conforme all'esigenza di dare attuazione al "diritto fondamentale di vivere liberamente una condizione di coppia" riconosciuto all'unione affettiva tra due persone dello stesso sesso dall'articolo 2 della Costituzione».
 
Un diritto riconosciuto dalla Corte costituzionale con una sentenza del 2010 e in linea con quanto affermato dalla Corte europea dei diritti umani. Quest'ultima ha confermato che appartiene agli Stati ammettere o negare i matrimoni omosessuali, ma che le unioni omosessuali (come d'altronde le unioni di fatto eterosessuali) danno luogo a una vita di famiglia, che va rispettata e protetta.
 
Nello stesso senso si è recentemente espressa la Cassazione italiana sviluppando la motivazione di una sentenza con la quale ha negato la possibilità di trascrivere in Italia un matrimonio omosessuale celebrato all'estero.
 
La Cassazione ha affermato che quel tipo di unione, indipendentemente dalla forma matrimoniale che il diritto italiano attualmente non ammette, merita il riconoscimento che deriva dal fatto che essa costituisce una famiglia. E la Carta dei diritti dell'Unione ha voluto espressamente considerare che esistono modi diversi dal matrimonio di costituire una famiglia.
 
La Costituzione, come la Convenzione europea dei diritti umani e la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, vieta ogni discriminazione sulla base, tra l'altro, del sesso. Il divieto di discriminazione non equivale però al diritto a un trattamento per ogni aspetto eguale.
 
Ma ogni differenza deve essere fondata su una differenza rilevante della situazione disciplinata. Larga è in proposito la discrezionalità di cui il legislatore può far uso, ma non senza limiti. Vegliano a che non ne abusi la Corte Costituzionale e la Corte europea.
 
Ecco allora che la sentenza del Tribunale di Reggio Emilia rivela un respiro che va ben oltre il limitato caso concreto. I giudici nazionali ed europei adottano ormai una linea univoca: che le unioni omosessuali siano o no riconosciute come una forma legittima di matrimonio, è certo che esse non possono essere trattate come un fatto irrilevante.
 
Una serie di aspetti della vita di coppia sono già presi in conto dalle leggi italiane. Il Tribunale cita ad esempio il risarcimento dei danni derivanti dalla morte del compagno, il trasferimento del contratto di locazione, il diritto del convivente omosessuale di astenersi dal testimoniare.
 
Altri diritti verranno fatti valere davanti ai giudici, che dovranno giudicare tenendo presente che in linea di principio il rispetto della vita familiare non può aver contenuto diverso se si tratta di coppia omo o eterosessuale.
 
Giudicheranno interpretando le leggi in vigore, fin dove è possibile farlo in coerenza con i principi affermati, oppure rinvieranno alla Corte Costituzionale l'esame della costituzionalità di quelle leggi. E poi, se i ricorrenti non avranno avuto soddisfazione vi sarà magari anche il ricorso contro l'Italia davanti alla Corte europea dei diritti umani.
 
I Parlamenti spesso si dimostrano inclini ad evitare di prendere posizione in materie sensibili, che dividono e suscitano emozioni profonde, radicate nella tradizione e nell'abitudine secolare. I giudici invece non possono sottrarsi all'obbligo di decidere le cause che vengono loro presentate. Un poco per volta emerge un orientamento; nel nostro caso un orientamento omogeneo in sede nazionale ed europea.
 
Ma le decisioni dei giudici riguardano ogni volta la sola questione posta e rischiano di non essere costanti e univoche. Da tempo si attende che il Parlamento assuma le sue responsabilità legislative e regoli una buona volta la materia. Piuttosto che piccole specifiche disposizioni, è il momento della disciplina organica.
 
Comunque le si voglia chiamare, si tratta di riconoscere e disciplinare le unioni omosessuali.
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Elogio della fragilità

L'elogio della fragilità non significa l'elogio della sofferenza che fa parte della fragilità; ma l'elogio della fragilità vuole sottolineare, sia pure radicalizzando il mio discorso (ma se non si scende alla radice delle cose umane nulla, o quasi nulla, di esse si capisce), come nella fragilità, dimensione ineliminabile dalla vita, ci siano valori che danno un senso alla vita: alla vita di ciascuno di noi. L'essere consapevoli di questo, della fragilità come esperienza necessaria, significa accogliere, e rispettare, la fragilità degli altri; senza disconoscerla e senza ferirla. Ma significa anche che, nella fragilità, nella nostra e in quella degli altri, si abbia la percezione del valore della debolezza e della insicurezza che fanno parte della vita e che si contrappongono a ogni forma di onnipotenza e di violenza. Non è forse, questo, il pensiero di san Paolo quando, nella prima lettera ai Corinzi, dice che la debolezza è la nostra forza?
Aldo Bonomi-Eugenio Borgna, Elogio della depressione, Einaudi, 2011

(Riforma, 23/03)

INGHILTERRA E ANGLICANI

Il governo britannico sta asserendo la propria autorità in un ambito che per lungo tempo è stato prerogativa esclusiva delle chiese: la definizione di che cosa costituisca un matrimonio. La definizione religiosa di matrimonio è invalsa da secoli: si tratta dell'unione di un uomo e di una donna. In Gran Bretagna, come nella maggior parte dei paesi, le coppie che desiderano convolare a nozze possono scegliere tra sposarsi in chiesa o con un rito civile. Quest'ultimo, però, è per così dire la copia laica del primo tipo di cerimonia nuziale: il matrimonio in chiesa è la versione originale. Probabilmente, da ora in avanti non sarà più così.
Se la Camera dei Comuni approverà la legge che autorizza i matrimoni tra persone dello stesso sesso, un uomo potrà sposare un uomo, e una donna potrà sposare una donna, con le medesime premesse esistenti oggi tra uomo e donna. Questo governo, guidato dai Conservatori - per tradizione ritenuti un partito che ha sposato la tradizione ed è più vicino di qualsiasi altro alla Chiesa di Inghilterra -, pare convinto che l'eguaglianza degli omosessuali sia un caso morale per il quale vale la pena adoperarsi.
La Chiesa d'Inghilterra è lacerata dalla questione, ma a livello ufficiale resta contraria ai matrimoni gay. La Chiesa in Inghilterra è ritenuta ufficialmente la Chiesa d'Inghilterra, il cui capo laico è la regina che di recente ne ha preso vigorosamente le difese. Malgrado ciò David Cameron, il primo ministro britannico, non la teme come qualsiasi primo ministro italiano teme il Vaticano, contro cui non oserebbe mai andare. Ciò dipende da fatto che la chiesa anglicana nel mondo si è molto indebolita: è divisa sulla questione dei matrimoni gay, sull'ordinazione di preti e arcivescovi dichiaratamente omosessuali, sulle donne prete e sul rapporto con la Chiesa cattolica. L'arcivescovo Rowan Williams, che ieri ha annunciato le proprie dimissioni, ha cercato in tutti i modi di riunificare la chiesa anglicana, ma malgrado la sua grande erudizione e la sua autorità ha fallito nell'impresa. Si è dunque dimesso nel giorno stesso in cui il governo ha annunciato i suoi programmi volti a emettere una legge favorevole al matrimonio tra persone dello stesso sesso. Benché in passato si fosse espresso a favore di tale proposta, in qualità di arcivescovo ha più volte sostenuto le sue tesi dicendosi contrario, arrivando a commentare a un certo punto che la legge non dovrebbe occuparsi di tali faccende, e che queste dovrebbero invece essere discusse e concordate a livello intellettuale.
La politica, e i diritti umani, ormai si proclamano più potenti della Chiesa, e per certi aspetti in modo teatrale. Per l'arcivescovo Williams - che probabilmente crede ancora che i gay abbiano il diritto di vedersi riconosciuti i loro matrimoni con riti civili - era ora di lasciare il posto che occupava e dal quale non poteva esprimere chiaramente la propria opinione. Ed è arrivato il momento di osservare come il governo, e la legge, abbiano la precedenza rispetto alla Chiesa perciò che concerne la sua cerimonia umana più intima.
(Traduzione di Anna Bissanti)
JOHN LLOYD

(Repubblica, 18 marzo)