lunedì 30 aprile 2012

E SE.......


.... e se la speranza

     nascesse proprio

     dal disincanto?

.... e se dalle rotture

    nascesse il nuovo?


Franco Barbero

UNA INIZIATIVA DA SEGNALARE

 

ASSOCIAZIONE

Per la Conoscenza, la Difesa, l’Attuazione

della Costituzione

blog: http://attuarelacostituzione.blogspot.com

e-mail: perlacostituzione@gmail.com

 

 

INVITO

 

Venerdì 4 maggio ore 21

Salone dei Cavalieri

via Giolitti 7 – Pinerolo

 

Il lavoro è un elemento fondativo della nostra Repubblica. La nostra Costituzione tutela il diritto al lavoro e i diritti dei lavoratori. Dal dopoguerra il diritto del lavoro ha percorso una lunga strada, il cui momento più esaltante è lo Statuto dei lavoratori del 1970, quando la Costituzione entrò in fabbrica, determinando un cambiamento profondo: il riconoscimento della libertà dell’azione sindacale e della dignità del lavoro. E oggi? Quale è il rapporto tra la “riforma del lavoro” di cui si sta discutendo e la nostra Costituzione?

 

DIRITTI FLESSIBILI NELL’ERA

DEI FEUDI AZIENDALI

 

ne parliamo con

 

Alessandra Algostino

(Docente di Diritto Costituzionale Comparato,

Facoltà di Scienze Politiche, Università degli Studi di Torino)

 

Modera Stefano Rizzo

(Associazione per la difesa della Costituzione)

 

Saranno presenti alcuni lavoratori del pinerolese per portare la loro testimonianza sulla situazione lavorativa

 

PAROLE CHIARE


Il Megafono del cavaliere ha parlato…!    

 

Alfano: basta tasse

(Il Messaggero del 29 aprile 2012)

***

Ci vuole solo la faccia di bronzo di Al Fano per affermare simili idiozie.

Se il governo Berlusconi non avesse tolto l'ICI anche a quanti potevano pagarla senza sofferenze, solo allo scopo di reclutare consensi, e avesse lasciato le cose come le aveva impostate Prodi...; se non avesse sperperato miliardi inutilmente, come il G8 prima a La Maddalena poi a L'Aquila, solo per favorire la cricca di Bertolaso; se non avesse regalato lo scudo fiscale per favorire le mafie e avesse fatto pagare nella stessa misura delle altre nazioni europee (tra il 40  e  il 50% e non il miserabile 5%); oggi non ci ritroveremmo nelle condizioni in cui l'insipienza belusconiana ha ridotto l'Italia. Oggi saremmo come la Germania e la Francia, con voce in capitolo e nessuno che gli scappa da ridere al solo pronunciare il nome di Berlusconi.

Arriva Al Fano e propone un'altra misura ricavata  da un  sondaggio; vuole esibire l'adesione ai bisogni del paese, dopo avere attivamente partecipato alla rovina del medesimo paese.

Si propone come il risolutore dei problemi degli italiani dopo essere stato il complice  della congrega che ha fatto scempio della nazione, politicamente, economicamente, socialmente, e moralmente.

Parla... e lo fanno parlare, ma solo perchè ha perduto il pudore di tacere e deve rendere conto al suo signore e padrone, che non accetta di essere stato malamente defenestrato e vorrebbe tornare  ai vertici dello Stato: in ciò Al Fano è solo il servo sciocco, il megafono del capo.

 

Rosario Amico Roxas

 

 

GRANDE FESTA A TORINO

Alla comunità nascente di Torino domenica 29 aprile è stata grande festa per la venuta anche di alcuni fratelli e sorelle di Pinerolo e per l'accoglienza di alcune persone nuove.

L'appuntamento è:

  • Per chi può, venerdì 11 alle ore 18 sempre in Via San Pio V, 17b
  • Domenica 27 maggio per la giornata comunitaria, aperta a chiunque sia interessato/a.
  • E poi domenica 6 maggio sposiamo i nostri carissimi Cesare e Renato…

INCONTRI IMPORTANTI

1) TORINO: VENERDI' 11 maggio sarà un incontro interessante perché finiremo la lettura e il commento del Padre Nostro. L'appuntamento è in Via San Pio V, 17b alle ore 18.

2) TORINO: Venerdì 25 maggio alle ore 18 ci diamo appuntamento dalle ore 18 alle 19,30 per "la programmazione del dopo estate" in Via San Pio V, 17b.

3) CHIERI: sabato 9 giugno dalle ore 10 ci incontreremo per una giornata di ringraziamento a Dio che ci ha donato questi 34 anni di studio biblico, con l'incontro di tante persone nuove.

Per informazioni Maria Zuanon 349/7206529

Simone Weil (1909-1943)

Amo Dio, il Cristo e la fede cattolica quanto è concesso amarli a un essere miseramente insufficiente come me.  Amo i santi attraverso i loro scritti e racconti concernenti la loro vita - eccetto alcuni che mi è impossibile amare pienamente o reputare santi. Amo i sei o sette cattolici di autentica spiritualità che il caso mi ha fatto incontrare nel corso della vita. Amo la liturgia, i canti, l'architettura, i riti e le cerimonie del cattolicesimo. Ma non ho in alcun grado amore per la Chiesa propriamente detta, se non per il rapporto che intrattiene con tutte quelle cose che amo.

Lettera a padre Joseph-Marie Perrin, 19 gennalo 1942

Pace tra Palestina e Israele

Nella Settimana Mondiale per la Pace in Palestina e Israele, Pax Christi International, come membro del Consiglio Mondiale delle Chiese, le comunità religiose, le organizzazioni della società civile e le altre agenzie che lavorano per la giustizia propongono di pregare in modo corale, perché si ponga fine all'occupazione illegale da parte di Israele. Durante tutta la settimana, prevista dal 28 maggio al 3 giugno, Chiese e gruppi in diversi Paesi di ogni continente invieranno un chiaro segnale al legislatore per rilevare la necessità di un'immediata giustizia per i palestinesi.
Info:www.worldweekforpeace.org

 (Mosaico di pace, aprile 2012)

IGNAZIO SILONE

«Il fascismo è riuscito a sottomettere a sé non uomini liberi, ma folle già predisposte a servire dal loro modo quotidiano di vivere e già educate a ubbidire da tutte le forme della vita».

domenica 29 aprile 2012

APPUNTAMENTI DI MAGGIO

Moncalieri: Martedì 15 maggio, alle ore 20,45, incontro del gruppo presso la casa di Enzo.

Pinerolo: Lunedì 7, 14, 21 e 28 alle ore 20,45 al FAT (Vicolo Carceri 1) partecipo al gruppo biblico sulla lettura del Vangelo di Matteo.

Torino: Domenica 27 maggio incontro della "comunità nascente" in via San Pio V, 17 b dalle ore 10,30 alle 15,30. Celebrazione eucaristica, pranzo, programmazione.

Pinerolo: Giovedì 24 maggio, alle ore 21, partecipo al gruppo di elaborazione del lutto nella sede della comunità cristiana di base di Corso Torino 288.

Savigliano: Venerdì 18 maggio, alle ore 21, introduco la serata su "Che cosa possono fare la famiglia e la chiesa contro l'omofobia?".

Catania: Giovedì 3 maggio, alle ore 12, matrimonio di Arianna e Ahlem

Peveranio: Domenica 6 maggio, alle ore 11, matrimonio di Renato e Cesare

Pinerolo: Giovedì 10 maggio, nei locali della parrocchia di San Lazzaro alle ore 21, introduco il dialogo su "Omosessualità, Bibbia e scienze umane". L'incontro è aperto.

Roma: Sabato 12 maggio alle ore 16,30 partecipo al forum sull'omofobia nella chiesa cattolica ufficiale: "Quali le cause di questa omofobia?" su iniziativa del Gruppo Nuova Proposta e di altri gruppi.

Pinerolo: Domenica 13 maggio alle ore 17,15 saluto a Pinerolo, nella libreria Mondadori, l'autore Augusto Cavadi che presenta il suo ultimo libro "Il Dio del leghisti" (Edizioni Paoline)

ATTENZIONE ALLE SCADENZE

Cari/e partecipanti e/o simpatizzanti al corso di teologia del pluralismo di Torino

    Franco Barbero, dopo aver parlato con alcuni partecipanti al nostro corso, propone di rimandare a giugno l'ultimo incontro del corso previsto per il 5 maggio su "un approccio all'Islam". Questo per permettere (senza inflazionare troppo gli impegni) a chi è interessato/a di partecipare all'incontro della Confraternita Sufi a cui parteciperà il Gran Maestro Sufi e che si terrà a Torino nel successivo fine settimana (la data più probabile è domenica 13 maggio, ma data, orario e luogo precisi vi saranno comunicati appena disponibili).

Personalmente concordo con la proposta anche tenendo presente che in questa fase Franco è molto sovraccarico di impegni (tra l'altro sta traslocando). Se non riceverete altre comunicazioni entro fine aprile considerate annullata la data del 5 maggio. La nuova data di giugno sarà comunicata appena stabilita.

 

A presto

Francesco Giusti (tel.: 0121-76441 o 320-0842573)

STRAGE DELLE DONNE

Siamo di fronte ad un vero femminicidio. A questa strage delle donne occorre porre fine. Sono 54 dall'inizio dell'anno: una media aberrante e tragica. In Italia stiamo vivendo un vero e proprio mattatoio delle donne: massacrate, stuprate, violate, uccise da uomini che conoscevano. Difficilmente l'orco è lo sconosciuto incontrato per strada o in rete. Spesso l'assassino è in casa, il fidanzato geloso, il marito violento,il compagno che non accetta la fine della relazione......
Le donne hanno detto BASTA, ma ora è necessaria una mobilitazione generale delle istituzioni e dei singoli cittadini, dei sindacati, delle chiese e di tutto l'associazionismo. Non è possibile che un paese civile tolleri queste mostruosità.
Non si può attendere ed occorre avviare una vera rivoluzione culturale.SUBITO e per molti anni, a partire dalla scuola primaria.
            don Franco Barbero


RICORDANDO DON DIANA

Guardare “Aldilà dei sogni”

L’esperienza delle cooperative sociali sorte dal martirio di don Diana

 

Casa, lavoro, socialità. Questi i tre pilastri su cui si fonda l’esperienza di alcune cooperative sociali nate nelle terre in cui è vissuto un prete ucciso dalla camorra, don Peppe Diana, conosciute in occasione della visita della Casa don Puglisi di Modica in Campania. E proprio dalla spinta di questo prete, dal suo coraggio, dal suo amore per la terra che lo ha visto crescere, hanno preso slancio queste cooperative e coloro che le gestiscono, rimandandoci inevitabilmente al vangelo di Giovanni: "Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore, produce molto frutto”. E il chicco del suo coraggio, della sua morte ha dato senz’altro (e continua a dare) molto frutto. Un frutto che non consiste solo nel ribellarsi alla camorra (don Peppe Diana viveva a Casal di Principe, proprio il paese del boss detto Sandokan) ma nell’essere pure lievito per una società più giusta e fraterna. Così l’attenzione va a coloro che più hanno bisogno ed avviene che quei terreni che un tempo erano di proprietà mafiosa e di conseguenza luoghi di attività illecite, oggi siano gestiti da cooperative in cui ognuno può trovare la propria dignità di uomo. In particolare si tratta di progetti denominati Terapeutico Riabilitativi individuali, che nella sostanza si presentano come una vera e propria innovazione di integrazione di soggetti socialmente svantaggiati. In essi è previsto anche il riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata avendo quattro finalità principali: formazione e lavoro, casa e habitat sociale, affettività e socialità. Si va oltre l’idea del pagamento semplice di una retta o di un contributo ma bensì di un vero e proprio budget, per un investimento su questi soggetti. Abbiamo conosciuto quindi la NCO (Nuova cucina organizzata), che ricorda ironicamente la Nuova camorra organizzata nata negli anni ’80 in queste terre, in cui lavorano ragazzi socialmente svantaggiati che sono “rinati” grazie al lavoro e alla possibilità di convivere in un contesto “normale”. Poi la Cooperativa “Aldilà dei sogni”, in cui si trovano accolti dei soggetti provenienti da situazioni difficili (spesso e volentieri dagli ospedali psichiatrici). La cooperativa è localizzata in un bene confiscato alla mafia di grandi dimensioni e di grandi potenzialità in cui vengono coltivate biologicamente verdure e frutta dagli ospiti del centro, che vengono poi vendute nei punti vendita sottoforma di conserve. Simmaco, uno dei responsabili ha raccontato la loro esperienza e soprattutto la bellissima storia di Erasmo, uno degli ospiti che ha dimostrato che tutto può cambiare, che si può andare “aldilà dei sogni”. Esso è stato conosciuto quando era ancora dentro l’ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa in condizioni disumane. Dopo una “terapia” a cui era stato sottoposto durata dieci anni,  senza alcun frutto, passava le giornate a sbattere la testa contro un muro. Oggi Erasmo lavora la terra, si diverte, sa stare con gli altri e ed è una persona socialmente utile. Questo è il frutto che nella terra dei “casalesi” ha saputo dare don Diana, ma non soltanto. È il frutto che hanno e continuano a dare tutti coloro che credono e sperano in un miglioramento della nostra società, di quella terra in particolare dove sembrava non ci potesse essere alternativa alla camorra. E questo implica un assunzione di responsabilità a tutti noi, ognuno nel proprio contesto e nella propria vita a saper guardare oltre, “aldilà dei sogni” come ha saputo fare Erasmo.

 

Fabio Sammito

 


TORINO: VERRO' VOLENTIERI

Un caro amico, don Paolo Giordana, giovane parroco della parrocchia di San Filippo (Torino, corso Inghilterra 33 - vicino a Porta Susa) mi ha invitato a concelebrare con la sua comunità una prossima eucarestia domenicale alle ore 10.30.

Verrò appena possibile .

Con don Paolo e la sua comunità abbiamo intenzione di avviare una bella collaborazione ecumenica a livello biblico, teologico ed esistenziale.

Grazie, caro don Paolo e un affettuoso saluto alla comunità in cui eserciti il ministero.

A ROMA: IL 12 E 13 MAGGIO

Darò più precise informazioni, ma sabato 12 maggio  sarò a Roma su proposta di alcuni gruppi di omosessuali cristiani per una tavola rotonda alle 16.30 e nel primo mattino di domenica 13 invocherò la benedizione di Dio su una coppia di donne che vivono il loro amore da 22 anni e in questo momento affrontano grandi problemi di salute.

Dovrò giungere a Pinerolo per domenica 13 alle ore 17 per un incontro presso la libreria Mondadori.


Jan Hus (1370-1415)

Qualunque cristiano è tenuto a credere esplicitamente o implicitamente ogni verità che lo Spirito Santo ha posto nella Scrittura. Ma l'uomo non è tenuto a credere così al detti dei santi estranei alla Scrittura né alle bolle papali, se non per quanto avranno tratto dalla Scrittura o implicitamente fondato su di essa... perché sia il papa sia la sua Curia possono sbagliare per ignoranza della verità.
 

(De ecclesia, 1413)

sabato 28 aprile 2012

QUANDO SI DISCUTE IN LIBERTA'

Spesso torno a casa da viaggi faticosi oltre misura. Queste settimane di continua itineranza mi dicono che davvero c'è molta gente interessata alla riscoperta del Vangelo. Oggi l'incontro della "Scala di Giacobbe", dopo l'accurato racconto di Luca ed Emanuele reduci dal forum dei gruppi omosessuali cristiani italiani, ha registrato un confronto molto creativo, sereno, critico e costruttivo. Essere in 30 ad interrogarci sul senso della libertà umana e cristiana, è stato un evento di gioia. Segnaleremo agli altri gruppi italiani le nostre riflessioni e le nostre proposte. Riteniamo molto utile proseguire il cammino con incontri e confronti aperti, senza che nessuno "detti la linea", senza tracciare confini e frontiere.
Oggi ho respirato nel gruppo la gioia che Dio ci fa gustare quando usciamo dalle catene dei pregiudizi e dall'obbedienza ai faraoni laici e religiosi e cerchiamo di costruire percorsi di giustizia per i diritti di tutti e di tutte.

INCONTRO DELLA COMUNITA' NASCENTE

Domani, 29 aprile, si svolge la giornata comunitaria della comunità nascente a Torino in Via San Pio V, 17b dalle ore 10,30 alle 15,30.
L'incontro, come al solito, è aperto a chiunque sia interessato ad un camnmino di fede adulta.

COMMENTO ALLA LETTURA BIBLICA---UN TOTALE RIBALTAMENTO E UNA LOGICA SOVVERSIVA

Riflessioni e commenti di don Franco Barbero: UN TOTALE RIBALTAMENTO


«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa, il quale, sul far del giorno, uscì a prendere a giornata degli uomini per lavorare la sua vigna. Si accordò con i lavoratori per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscì di nuovo verso l'ora terza, ne vide altri che se ne stavano sulla piazza disoccupati, e disse loro: "Andate anche voi nella vigna e vi darò quello che sarà giusto". Ed essi andarono. Poi, uscito ancora verso la sesta e la nona ora, fece lo stesso. Uscito verso l'undicesima, ne trovò degli altri in piazza e disse loro: "Perché ve ne state qui tutto il giorno inoperosi?" Essi gli dissero: "Perché nessuno ci ha presi a giornata". Egli disse loro: "Andate anche voi nella vigna". Fattosi sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: "Chiama i lavoratori e dà loro la paga, cominciando dagli ultimi fino ai primi". Allora vennero quelli dell'undicesima ora e ricevettero un denaro ciascuno.Venuti i primi, pensavano di ricevere di più; ma ebbero anch'essi un denaro per ciascuno. Perciò, nel riceverlo, mormoravano contro il padrone di casa dicendo: "Questi ultimi hanno fatto un'ora sola e tu li hai trattati come noi che abbiamo sopportato il peso della giornata e sofferto il caldo". Ma egli, rispondendo a uno di loro, disse: "Amico, non ti faccio alcun torto; non ti sei accordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare a quest'ultimo quanto a te. Non mi è lecito fare del mio ciò che voglio? O vedi tu di mal occhio che io sia buono?" Così gli ultimi saranno primi e i primi ultimi» (Matteo 20, 1-16).


E' difficile leggere questa parabola senza provare un certo disagio, anzi uno scossone, uno scandalo.
E' l'occasione per scoprire un aspetto poco sottolineato della vita e del messaggio di Gesù. Quando il profeta di Nazareth tenta di spiegare, esemplificare il punto di vista di Dio, diventa un provocatore.

Gesù aveva dei buoni precursori su questa strada: penso al profeta Geremia che, con le sue parole e con i suoi gesti "stravaganti", provocava i suoi ascoltatori fino allo sconcerto.

Leggiamo con attenzione

Ripercorriamo la parabola con attenzione. I particolari, in un racconto parabolico, sono come sentieri che portano alla piazza, cioè segnali che guidano verso la "punta", il cuore della parabola stessa: il comportamento sorprendente, "sovversivo", del padrone che paga gli ultimi venuti la stessa ricompensa dei primi.

Il teologo Hans Weder commenta così: "Tutti gli operai della parabola vengono resi primi...In questa vigna ci sono solo "primi" o, se vogliamo, tutti vengono trattati da primi". Dio dice apertamente: "Voglio dare a quest'ultimo quanto ho dato a te" (versetto 14). Dio difende energicamente questo Suo diritto a partire dagli ultimi e contesta radicalmente il principio del rendimento, lo schema rendimento/ricompensa. Ma Gesù, nel suo racconto parabolico, rilancia a tutti gli ascoltatori un interrogativo: "Non sarà forse che il tuo occhio sia cattivo mentre io sono buono"(versetto 15)?

Qui la "stoccata" è per tutti noi, una lezione che non risparmia nessuno. Non si tratta ovviamente di applicare questa parabola alla busta paga, ma di comprendere la provocazione e la proposta per la nostra vita d'ogni giorno nelle relazioni con le persone, con gli "ultimi venuti".

Partire dagli ultimi

Questo padrone singolare che rappresenta Dio comincia dagli ultimi. Solitamente, da che mondo e mondo, si dà sempre il meglio ai primi: gli ultimi raccolgono ciò che resta, le briciole, gli avanzi. Oggi questa centralità dei "primi" e dei grandi è il caposaldo della nostra cultura e della politica: una vera piaga della nostra società. I "primi" e i "potenti" arrivano a cancellare gli ultimi e i deboli.

Anche nella chiesa purtroppo è spesso così: la voce degli ultimi non l'ascolta nessuno lassù nei palazzi del potere ecclesiastico e anche nelle comunità spesso è difficile farsi sentire. Poi, con una operazione ambigua, si proclamano i "primi in virtù", cioè si fa una graduatoria tra cattivi, buoni e buonissimi: i santi. E così anche la chiesa viene omologata alle corse di Formula uno in cui conta chi vince, chi è il primo...

Gesù, testimone fedele di Dio, ha sempre cercato la vicinanza degli ultimi, degli appiedati, dei deboli della carovana. Egli ha evitato sistematicamente le "buone compagnie", ha smascherato i "cenacoli dei perfetti", ha apostrofato ogni "concorso di primo della classe", non ha incoraggiato nessun gran premio della virtù.

Per noi cristiani, per le nostre chiese, per ciascuno/a di noi è necessaria una "virata" decisa, una conversione di cuore e di rotta. Riproporci ogni giorno di ripartire dagli ultimi non è operazione indolore.

Una logica di morte

Spesso sono proprio anche "gli operai dell'ultima ora", cioè i più deboli della società, ad accettare queste categorie, a farle proprie, a rigirarsi nei sensi di colpa e di inferiorità, anzichè assaporare la gioia di essere ugualmente chiamati a "lavorare nella vigna".

Prendere sul serio questa parabola significa per ciascuno di noi cambiare radicalmente il criterio con cui valutiamo le cose e "rovesciare" le nostre priorità. Significa, per esempio, non lasciare qualche briciola, qualche "elemosina" nella finanziaria e nel bilancio di uno stato o di una regione per gli stranieri, i più sfortunati, i barboni e le fasce deboli della società, ma mettere al primo posto nell'attenzione e nella spesa proprio queste persone che oggi un governo nazionale e mondiale hanno invece sostanzialmente deciso di abbandonare a se stesse o di usare come merce.

Il potere non vede che se stesso, la propria forza e la propria espansione. Anzichè mettere le proprie risorse per fare spazio a tutti nella grande "vigna del mondo", cercano di impadronirsi di tutta la vigna. Si pensi alla pazza logica di violenza di Bush ed alleati: per espandere il dominio su un'altra area del mondo ed impadronirsi del petrolio, cercano ogni pretesto per togliere spazio alla trattativa politica e poter passare alle armi e raggiungere i propri interessi con la guerra.

Gesù nella parabola cerca di aiutare tutti i suoi ascoltatori a passare dal criterio della tutela dei forti alla "politica di Dio", cioè alla pratica sollevatrice, umanizzante di chi è solo/a, abbandonato, indifeso come l'orfano, la vedova e lo straniero di cui ci parlano le scritture ebraiche.

Un Gesù stilizzato

Lo scandalo, lo "scompiglio" mentale e la forza sovvertitrice di questa parabola possono aiutarci ad uscire da una visione, una immagine di Gesù molto edulcorata, un Gesù che dà consigli di buona condotta.

E' un falso storico: Gesù di Nazareth, con la sua vita e il suo messaggio, ha rappresentato una sfida, una contestazione radicale di ogni logica del privilegio, dell'oppressione e dell'emarginazione.

Lentamente noi cristiani abbiamo stravolto il messaggio di Gesù e ne abbiamo prima smussato e poi spiritualizzato la figura e presenza storica. Ne è uscito un Gesù "ad usum omnium" cioè buono per tutti gli usi, un Gesù "pacioccone", privo di rigore profetico e tutto dedito alla "salvezza delle anime". Così il Vangelo, anzichè annunciare il regno di Dio come evento disturbante già in atto, è diventato un pio manuale per donne e uomini religiosi.

Chi uccise Gesù sapeva bene quel che faceva. Non voleva far tacere un maestro di buona condotta, ma intese spegnere una vita ed una voce che, sorrette da una totale fiducia in Dio, annunciavano l'esigenza di volgere il proprio cuore e il proprio impegno ad un mondo "altro", cioè inteso come la spaziosa vigna di Dio in cui c'è un posto per tutti, senza privilegi e senza esclusioni.

Dio ha risuscitato Gesù per dire a tutti noi che il progetto "sovversivo" di Gesù è il Suo stesso sogno per l'umanità. Tocca a noi non annacquare il vino buono dell'evangelo.