venerdì 31 agosto 2012

Gruppo biblico di Torino

Il Gruppo Biblico di Torino, che da più di un trentennio è impegnato in una lettura esegetica approfondita delle Scritture ebraiche e cristiane, libera da condizionamenti dottrinali e dogmatici, riprende la sua attività venerdì 21 settembre 2012.
Il Corso quindicinale, guidato da Franco Barbero, è aperto a tutti quanti hanno interesse ad approfondire la propria fede ed è autogestito anche economicamente.
Il prossimo anno, che si concluderà l'8 giugno, saranno oggetto di studio le lettere minori e l'Apocalisse. La sede degli incontri è presso l'ASAI di Via Principe Tomaso 4. Gli incontri hanno inizio alle ore 18 per terminare alle 19 e 30.
Ulteriori informazioni: Maria cell. 3497206529, Anna cell. 3487136965.

Michele Serra

Si legge di una "grande intesa" tra il premier Monti e il popolo di Cl, e di una festosa accoglienza. Con lo stesso spirito venne accolto il precedente premier Berlusconi, e i suoi predecessori fino al venerabile Andreotti; e solo la troppo recente costituzione del meeting di Rimini ha impedito di accogliere festosamente a Rimini anche Giolitti, Quintino Sella, Maria Luigia di Parma e Piacenza e tutti i governanti e regnanti della Penisola, anche quelli pre-unitari. La specificità di Cl - e a ben vedere ciò che rende inconfondibile quel movimento - è avere un linguaggio appassionatamente metafisico, a base di infinito, spirito, anima e ogni possibile accessorio, e una prassi robustamente governativa, si direbbe governativa a prescindere. Cosi che, all'avvicinarsi di uomini di potere di qualsiasi risma e tempra, anche diversissimi come Berlusconi e Monti, l'applauso scatta in automatico. Forte di questa certezza, è andato a Rimini sul velluto anche il pittoresco Formigoni, che di quel genere di cattolicesimo molto operoso, e molto di mondo, è stato tra i principali ispiratori, e oggi ne è giustamente il beneficiario: più sta inguaiato, più lo ammirano, e più lo ammirano più lo applaudono.
(Repubblica, 21 agosto)
(L'Unità, 15 agosto)

Il mercato oggi più che mai condiziona i governi ed è lo strumento dell'unico vero potere che fa sì che il sistema democratico assomigli sempre più a un governo dei ricchi.
Guido Rossi

MINIERE

…… Regione e governo sono quindi dinanzi alla sfida di non smantellare un altro pezzo del tessuto produttivo, del sistema occupazionale e delle relazioni industriali in Italia, dopo il degrado che essi hanno subito negli ultimi anni e mesi. C'è di più. Nel quadro deprimente che appare disegnato non soltanto dalla crisi, ma anche dalle politiche che ogni giorno vengono prospettate per superarla, la modernità appare stare proprio dalla parte dei minatori sardi. Non chiedono di continuare a estrarre carbone. Chiedono di convertire la miniera in un contenitore di anidride carbonica, quella che avvelena i nostri cieli e le nostre città. Sarebbe un passo significativo verso un modello produttivo che non si proponga di tornare presto a produrre esattamente quel che si produceva prima, in quantità ancora maggiori - una ricetta sicura per accelerare il disastro non solo ambientale ma pure economico e sociale che ci attende. Al contrario rientra in una idea di produrre condizioni e servizi e ambienti che migliorino la qualità della vita. Saremmo sconfitti tutti noi, cioè l'intero Paese, se ancora una volta vincesse lo spirito conservatore e revanscista che contraddistinse il governo britannico un quarto di secolo addietro.
Luciano Gallino
(Repubblica, 28 agosto)

ALEX ZANOTELLI

Molta della nostra esperienza religiosa non è esperienza religiosa, è schizofrenia. Nella chiese facciamo i nostri bei riti, le nostre belle comunioni, ma non hanno alcun significato, perché non cambiano la vita, non cambiano la storia.



OSCAR ROMERO, VESCOVO


Io non sono un sognatore sociale e politico: io sono un educatore di ragazzi vivi, ed educo i miei ragazzi vivi ad essere buon

Torturano, ammazzano e preferiscono all’uomo i loro capitali. Questo sangue, la morte, toccano il cuore stesso di Dio.

La terra insanguinata non può dare frutto.

 




Poesia di JACQUES LECLERCQ


Verrò verso di te

Credo, sí io credo che un giorno,
il tuo giorno, o mio Dio,
avanzerò verso te coi miei passi titubanti,
con tutte le mie lacrime nel palmo della mano,
e questo cuore meraviglioso che tu ci hai donato,
questo cuore troppo grande per noi
perché è fatto per te…

Un giorno io verrò, e tu leggerai sul mio viso
tutto lo sconforto, tutte le lotte
tutti gli scacchi dei cammini della libertà.
E vedrai tutto il mio peccato.

Ma io so, mio Dio,
che non è grave il peccato,
quando si è alla tua presenza.
Poiché è davanti agli uomini che si è umiliati.
Ma davanti a te, è meraviglioso esser cosí poveri,
perché si è tanto amati!

Un giorno, il tuo giorno, mio Dio, io verrò verso di te.
E nella autentica esplosione della mia resurrezione,
saprò allora che la tenerezza, sei tu,
che la mia libertà sei ancora tu.

Verrò verso di te, mio Dio,
e tu mi donerai il tuo volto.
Verrò verso di te con il mio sogno piú folle:
portarti il mondo fra le braccia.

Verrò verso di te, e griderò a piena voce
tutta la verità della vita sulla terra.
Ti griderò il mio grido che viene dal profondo dei secoli:
«Padre! ho tentato di essere un uomo,
e sono tuo figlio».

JACQUES LECLERCQ (da, Collectif, Ecoute, Seigneur, ma prière, Paris 1988)

FINITO L’ASSEDIO ESTIVO

Questa estate, tra gente di passaggio e persone desiderose di ascolto, ho subito un vero assedio.

Ora dovrò cercare di tutelarmi un po' da vecchietto che fa difficoltà a dire di no. Proprio non l'ho ancora imparato. Noi vecchi facciamo fatica a ritirarci da impegni che altri possono assolvere meglio di noi. E c'è anche l'altra parte della medaglia. E così che va a finire che la gente invita noi vecchietti o ci cerca fa anch'essa fatica a rendersi conto della nostra età. Così il rischio è che, finito l'assedio estivo, cominci quello autunnale… Questo per spiegare ai lettori e ai gruppi, alle coppie, alle comunità perché tra settembre e dicembre sono stato costretto a rinunciare ad inviti dal Portogallo, dalla Francia e da alcune città italiane.

Nessuno/a può andare oltre le proprie forze. La volontà cresce, ma le forze calano… Bisogna trovare il "compromesso".

Franco Barbero

Quel giudice di ferro che difende i più deboli

TARANTO - C'è una donna d'acciaio sul cammino dell'Ilva. Anna Patrizia Todisco, 49 anni, da diciannove in magistratura, è l'esatto contrario di chi cerca i riflettori. Minuta, capelli corti e rossi. E' un giudice schivo e taciturno che trova conforto nelle sue convinzioni e nei codici. Oggi sembra sola di fronte al diluvio di giudizi, alcuni ingenerosi. Mentre una fetta di Taranto la venera come un'eroina. E' nata proprio a Taranto e quando ebbe la possibilità di lasciare la città, preferì rimanerci.
Con la sua toga come corazza ha deciso su vicende di violenza sessuale e criminalità organizzata. Riservata sulla sua vita personale, di lei si sa che non è sposata, è nota invece a Palazzo di Giustizia per il rigore delle decisioni. Ha cominciato al tribunale per i minori, valutando squallide storie di pedofilia e di violenza in famiglia. Nel 2007 spedì in carcere 21 uomini che seviziavano due sorelle disabili. Incidentalmente e per un singolare episodio è entrata anche nella tragedia di Sarah Scazzi. Mentre era in carcere per un altro procedimento, le fu mostrato un foglio siglato da Sabrina Misseri. Riferì tutto alla procura. Con una lettera riservata per restare lontana dalla chiassata mediatica scatenata sul delitto di Avetrana. Sino all'inchiesta Ilva. E alle polemiche di questi giorni. (m.dil.)
(Repubblica, 13 agosto)

Si dà fuoco travolto dal debiti per il videopoker

Si è dato fuoco perché travolto dai debiti di gioco: è quanto emerso dagli approfondimenti effettuati dalla Questura di Torino sul biglietto lasciato da un uomo trovato carbonizzato domenica pomeriggio in un campo alla periferia settentrionale del capoluogo piemontese. In un primo momento sembrava che l'uomo avesse deciso di togliersi la vita dopo aver perso il posto di lavoro, ma è stata la stessa Questura torinese ad accertare che, contrariamente a quanto riferito all'inizio dagli inquirenti, l'uomo continuava a lavorare come meccanico di mezzi pesanti in una ditta di Torino. Il quarantottenne - ha accertato la Polizia - si trovava in difficoltà finanziarie a causa di somme cospicue perse al gioco, soprattutto ai videopoker. Nel biglietto di addio trovato in casa non lontano dal luogo del suicidio, ha definito «disastrosa» la sua situazione economica.
(L'Unità, 21 agosto)

Operaio sviene sul nastro e muore nel congelatore

Ha perso i sensi e si è accasciato sopra il nastro trasportatore che lo ha portato, insieme ai cibi da congelare, dentro al tunnel dell'impianto di refrigerazione: là è rimasto per venti minuti a meno 40 gradi, finché i colleghi lo hanno soccorso. Ma dopo un giorno di agonia non ce l'ha più fatta: è morto ieri mattina in ospedale un operaio di 32 anni che lavorava in una ditta di surgelati di Riese Pio X, in provincia di Treviso. Sarà l'autopsia a stabilirne le cause e se ci possano essere correlazioni con l'ambiente di lavoro.
Un altro operaio marocchino di 32 anni è morto ieri a Grevi in Chianti, precipitando mentre stava rimuovendo, da un tetto, pannelli di amianto.
(Repubblica, 11 agosto)

giovedì 30 agosto 2012

COMMENTO ALLA LETTURA BIBLICA

                                                                           DALLA RELIGIONE ALLA FEDE


«Allora si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con le mani immonde, cioè non lavate - i fari sei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavate le mani fino al gomito, attenendosi alla tradizione degli antichi, e tornando dal mercato non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, stoviglie e oggetti di rame - quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani immonde?». Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto:
Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.
Invano essi mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». E aggiungeva: «Siete veramente abili nell'eludere il comandamento di Dio, per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: Onora tuo padre e tua madre, e chi maledice il padre e la madre sia messo a morte.  Voi invece dicendo: Se uno  dichiara al padre o alla madre: È Korban, cioè offerta sacra, quello che ti sarebbe dovuto da me, non gli permettete più di fare nulla per il padre e la madre,  annullando così la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».

Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e intendete bene: non c'è nulla fuori dell'uomo che entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall'uomo a contaminarlo».

Quando entrò in una casa lontano dalla folla, i discepoli lo interrogarono sul significato di quella parabola. E disse loro: «Siete anche voi così privi di intelletto? Non capite che tutto ciò che entra nell'uomo dal di fuori non può contaminarlo, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va a finire nella fogna?». Dichiarava così mondi tutti gli alimenti. Quindi soggiunse: «Ciò che esce dall'uomo, questo sì contamina l'uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adulteri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l'uomo». (Marco 7,1-23)



Questa pagina del Vangelo di Marco compare, un po’ contratta e con alcune varianti, anche nel testo di Matteo.

Il redattore del Vangelo sembra, alla prima lettura, dimenticare che non si tratta in primo luogo di un conflitto tra Gesù e quelli venuti da Gerusalemme, ma di una questione molto dibattuta all’interno del giudaismo del tempo.

Gesù si inserisce in questo dibattito tutto interno a Israele e,imparando dai profeti, riferendosi al loro insegnamento, mette in allerta rispètto al pericolo che l’insistenza sul valore della tradizione oscuri l’essenziale che è la volontà di Dio. “ Con la sua critica Gesù prosegue la linea dei profeti” (J. Gnilka).

Come tanti altri profeti e maestri in Israele, Gesù di Nazareth rilegge la storia passata e presente del suo popolo, che spesso è tentato di accontentarsi di tranquillizzanti tradizioni umane a tal punto da invalidare il “comandamento di Dio”.

Questa pagina, dunque, non oppone il gruppo dei discepoli e delle discepole a tutto Israele, ma inserisce Gesù e i suoi seguaci in una posizione precisa, quella che da secoli avevano sostenuto Isaia,Geremia, Ezechiele,Osea…

Sulla scia dei profeti, Gesù ha riportato al centro il “comandamento di Dio”, aiutandoci a capire che,con il pretesto delle nostre tradizioni,noi possiamo “mettere da parte”(versetto 8), “respingere o trascurare” (versetto 9) e addirittura “annullare o invalidare la parola di Dio” (versetto 13).

I tre verbi che il testo greco del Vangelo di Marco usa sono, come ho cercato di tradurre in modo espressivo, molto forti, molto efficaci. Essi sostanzialmente ci dicono che spesso la nostra fede fa naufragio in uno stagno di pie abitudini, tanto rituali quanto quelle di natura biologica.

LA TRAPPOLA

Dentro le insicurezze dell’oggi, con le sue frette e le sue superficialità, le sue ansie e le sue fatiche, siamo tentati di cercare “riposo” e rifugio in comportamenti, idee, mode, istituzioni che troviamo già “pronte per l’uso”. La tentazione di cercare rifugio in tradizioni conosciute e riconosciute dai più ci porta ad intrupparci nella maggioranza e a dispensarci da ulteriori ricerche e dalla fatica di “inventare” nuove risposte.

Oggi, non solo nella chiesa cattolica, soffia un vento tradizionalista e restauratore che invita a guardare al futuro soprattutto come ripetizione del passato.

Non si tratta affatto di buttare a mare tutta la tradizione e le tradizioni, ma di concepirle in maniera storica, come pagine da rileggere, reinterpretare,proseguire.

Nel mio libro “Il dono dello smarrimento” scrivevo: “La tradizione è un oceano mosso e vitale, attraversato da mille correnti: farne una “specchio immobile” significa non riconoscere la vitalità cristiana nei secoli, la sua fioritura plurale, il bisogno di arricchire il tesoro ricevuto e di cambiare molte parole e di spostare molti accenti nella canzone della fede”.

UN’OPERAZIONE PERFIDA E SOTTILE

Anzichè puntare a mettere al centro la pratica di vita e il messaggio di Gesù, in questa Italietta si fa una “macedonia “ di sacro e di profano che è uno degli aspetti più subdoli della “religione civile”.

Che si inauguri una nuova nave, che si apra al traffico un’autostrada, che si consegni un’autoambulanza o una caserma dei carabinieri, che si apra un aeroporto o un centro commerciale….. ecco che arriva qualche prete con l’aspersorio.

In ogni sagra del peperoncino o del carciofo, del tartufo o del pomodoro, del fungo porcino o del formaggio di capra, delle nocciole o delle erbe aromatiche….si infila un santo, un patrono, una madonna, una processione, un prete o un vescovo con la stola. E così non manca nulla. A Siena si benedicono i cavalli del palio cittadino, in mille piazze si benedicono gli asini.

A Pinerolo sul piazzale di San Maurizio il vescovo benedice le auto. Una spruzzatina d’acqua benedetta tranquillizza… Contento il parroco, contento il sindaco, contenti quasi tutti. Il collante sacro della “tradizione popolare” funziona, fa comodo.

In fondo una statua di padre Pio, un rosario appeso in auto, un santino nel portafoglio…..non danno un gran disturbo. In genere i mafiosi avevano stanze piene di madonne statuariamente impassibili a tutti i crimini lì organizzati.

TOGLIERCI LA MASCHERA

Con questa vernice religiosa, con questa patina devozionale ci si sente a posto, persone perbene, in regola. Il formalismo dell’apparire si pone al posto dell’essere. In realtà questa nostra maschera nasconde tanto vuoto. Vedo feste di battesimo o di prima comunione al ristorante dove la coerenza con un percorso di fede è totalmente assente. E’ la chiesa dei certificati, degli atti di battesimo…..

Il Vangelo oggi interpella il nostro vivere quotidiano. Se non coinvolgiamo il nostro cuore nel sentiero di Gesù, fatto di impegno per le persone più deboli ed escluse, possiamo dirci cristiani? La “religione” e queste ritualità verniciate di sacro sono vie maestre dell’ipocrisia.

La fede è una realtà profonda, ci cambia dal di dentro. Io ogni giorno vivo a contatto con le Scritture, ne parlo, prego…ma sono così sicuro di lasciarmi toccare e cambiare la vita fin dal profondo del cuore?

La domanda può valere anche per te, caro fratello, cara sorella che leggi queste righe.

 

La gerarchia cattolica contro Obama

Siamo alle solite. A settimane negli USA si vota tra la destra di Romey e una "squadra" democratica come quella di Obama. Che succede? Come da copione il cardinale Dolan, presidente della conferenza dei vescovi USA, partecipa alla Convention dei repubblicani, cioè si schiera con la destra più retriva.
Una vergogna, certo, ma anche una normalità, una continuità. I vescovi cattolici USA stanno con i ricchi, i fondamentalisti, gli sfruttatori, i razzisti. Perché essi stessi sono razzisti.
Ma i cattolici, in larga misura, se ne fanno un baffo dei loro vescovi …

Non dagli troppa importanza

E' vero che Grillo minaccia e insulta e va un po' al di là del mestiere del comico, però è un errore, a mio avviso, dargli troppa importanza.
Di Pietro e Grillo hanno bisogno e traggono vantaggio da queste schermaglie. Dubito che Bersani abbia fatto bene a rispondergli.
Così per Di Pietro: basta lasciarlo andare diritto all'estinzione.
(L'Unità, 23 agosto)

“L’incontro in Curia era previsto”

TARANTO - «Archinà veniva spesso da noi in Arcivescovado. E l'Ilva sovvenzionava frequentemente le iniziative della Chiesa. Lui e il monsignore si chiudevano nella stanza. Io non so quanti soldi venivano volta per volta versati. Certo, se hanno strumentalizzato la nostra buona fede, sono indifendibili».
Don Marco Gerardo è l'assistente del precedente vescovo, monsignor Benigno Papa, testimone nel procedimento sulla presunta mazzetta che l'Ilva avrebbe versato al perito Liberti. Per l'azienda, i diecimila euro prelevati erano beneficenza «per la Santa Pasqua» e furono consegnati da Archinà al vescovo.
«Sono stato ascoltato dalla Finanza e ho raccontato loro che dall'agenda, il 26 marzo, effettivamente risultava un appuntamento tra Archinà e il monsignore».
Dalle intercettazioni risulta che l'incontro è saltato.
«Sinceramente non ricordo cosa è accaduto quel giorno. Ho solo controllato cosa ci fosse nell'agenda».
Archinà incontrava spesso il vescovo?
«Abbastanza. Ci sono varie iniziative che abbiamo condiviso».
Significa che l'Ilva finanziava la Chiesa?
«Come tante altre aziende e privati».
Di che cifre parliamo?
«Non lo so. Non entravo in stanza con loro».
Ma non esisteva una contabilità?
«Per i soldi che arrivavano alla Chiesa sì. Ma i soldi che arrivavano direttamente al vescovo venivano gestiti da lui».
Sorpreso a essere finito in questa storia di mazzette?
«E che c'entriamo noi... E' brutto però se qualcuno ha approfittato della nostra buona fede. La magistratura ha lanciato un sasso in un'acqua stagnante. Speriamo di riuscire a bonificarla».
Anche la Chiesa è accusata di essersi distratta troppo in questi anni, mentre l'Ilva inquinava.
«lo sono uno dei garanti del comitato ambientalista di Altamarea. I contenuti sono gli stessi. Probabilmente si poteva e si doveva comunicare meglio, ma noi preti e gli ambientalisti abbiamo le stesse istanze. Serviva una sensibilità maggiore: già nel '93 monsignor Papa organizzò un convegno qui a Taranto sulla "salvaguardia del creato". C'erano venti persone».
(Repubblica, 22 agosto)

BERNHARD HÄRING

Per noi cristiani la coscienza di poter portare frutti nell'amore anche in mezzo a insuccessi apparenti si accompagna alla fede nella Risurrezione.

Lo studio del Talmud

Gli ebrei ricevono con la rivelazione due "Bibbie": la Torah she biktav e la Torah she bealpeh, ovvero la Torah che è scritta e la Torah che è "sulla bocca". Quest'ultima è raccolta nel Talmud, libro non libro, risultato di secoli di discussioni di centinaia di maestri che contiene tutti i pareri, quelli prevalsi come quelli emersi nel corso delle controversie. Il Talmud è verosimilmente l'unico libro sacro che accetti la propria rimessa in discussione, anzi, che la solleciti caldamente. Il Talmud è il risultato del genio dialettico ed ermeneutico ebraico, "risposta" dell'uomo [sempre possibile, sempre auspicabile] alla parola divina dello scritto. Lo studio del Talmud deve essere polemico e ha bisogno del confronto: ragion per cui non è uno studio solitario, ma necessita di almeno due persone che, con assillo, si critichino per dinamizzare il pensiero, per impedire che la sclerosi [dell'ortodossia o del fondamentalismo] li irrigidisca (...) Il Talmud ci insegna a non aver fretta di saltare alle conclusioni. I precetti sono santi e rispettarli è cosa santa, ma anch'essi corrono il rischio di divenire idoli dietro cui celare la pigrizia del proprio pensiero. (Moni Ovadia)

(L'Unità, 14 agosto)

Difendiamo il gip

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato quel titolo su Libero che la definiva «la zitella rossa che licenzia 11 mila operai». Un caso non isolato, ma inserito in quella che è apparsa come una campagna di stampa,«offensiva» nei confronti di Patrizia Todisco, il gip di Taranto che prima ha disposto il fermo dell'area a caldo dello stabilimento Ilva del capoluogo ionico e poi ha revocato al presidente del gruppo, Bruno Ferrante, l'incarico di custode delle aree sotto sequestro che gli aveva conferito il tribunale del riesame. E così tre consiglieri del Csm, rotti gli indugi, hanno investito del caso il Comitato di presidenza, cioè l'organo di vertice di Palazzo dei Marescialli, ponendo sul tavolo una richiesta precisa: intervenire a difesa del magistrato con l'apertura di una pratica a tutela, strumento spesso al centro di critiche e su cui ha espresso perplessità anche il Capo dello Stato. Il comitato di presidenza del Csm, guidato da Michele Vietti, deciderà solo a settembre (probabilmente l'11 o il 12) se dare il via libera alla pratica. Ma il gip Todisco ha già incassato la solidarietà dell'Associazione nazionale magistrati, che ha bollato come «gravemente offensivi» alcuni commenti sulla stampa.
(Repubblica, 21 agosto)

mercoledì 29 agosto 2012

BUONE NOTIZIE

> La Corte di Strasburgo ha bocciato la Legge 40 e dichiara lecita la diagnosi preimpianto. La bocciatura della legge 40 sulla procreazione assistita esige allora che il Parlamento Italiano legiferi in modo coerente.

> A Milano la giunta Pisapia apre il fronte del testamento biologico. Questo davvero è prendersi cura del bene dei cittadini.
La Giunta interviene, nei limiti delle sue competenze, a colmare un vuoto legislativo.

PER NON TORNARE INDIETRO

La Tunisia è il Paese in cui le donne hanno più diritti nel mondo arabo. Ma adesso la parità tra i sessi viene messa in discussione dai partiti islamici al potere, che vogliono ribaltare le loro conquiste cambiando la vecchia Costituzione liberale. Contro questo progetto è rinata la protesta, nel luogo in cui è iniziata la Primavera: così il movimento femminile cerca di resistere all'onda del fondamentalismo.
(Repubblica, 21 agosto)

Jacques Le Goff

Che cosa temo? Che il capitalismo finanziario imponga la sua volontà e trionfi completamente. Un dominio delle Borse sarebbe la cosa più nefasta per l'Europa.


Un atteggiamento da modificare

Il «Fatto Quotidiano» del 3 agosto riportava la notizia, poi ripresa in diversi luoghi della rete, dell'esistenza, nell'unico consultorio per soli uomini a livello nazionale, gestito dalla Caritas della Diocesi di Bolzano - Bressanone, di un training anti-violenza domestica rivolto agli uomini. Si tratta dunque di un training che non ha come scopo quello di insegnare alle vittime come difendersi, ma di disinnescare la violenza nei maltrattanti, anche in funzione preventiva e non solo per i casi in cui l'atteggiamento violento è diventato esplicito e di rilevanza penale.
E' particolarmente interessante che la violenza - nelle parole dei conduttori del gruppo - non sia considerata «una patologia, ma un atteggiamento che può essere modificato». Questo cambio di prospettiva, a parere di chi scrive, può contribuire a far uscire dall'ombra questa tematica ed evitare la sua marginalizzazione appunto come «devianza» o «patologia», come problema di alcuni, o di pochi. Questo atteggiamento è invece un nervo scoperto per gli uomini in quanto tali, perché affonda le sue radici nella mentalità maschile, che ancora struttura buona parte della nostra cultura e società; una mentalità fatta di culto della forza, del potere, del possesso, in cui la donna è subordinata e reificata. Temo - atteggiamento anche questo maschile: la paura nel riconoscere la fragilità - che tali radici possano essere anche più profonde, non solo nella mentalità, ma nella mente maschile. L'impegno per disinnescare e cancellare la violenza non è dunque solo quello della rieducazione di soggetti devianti, ma è l'educazione di tutti gli uomini attraverso modelli maschili altri, è l'imparare atteggiamenti diversi. Esattamente, si tratta si smettere di fare il male, disinnescare la violenza, e imparare a fare il bene, a vivere in modo nuovo la propria maschilità e il proprio rapporto con le donne. Se il bene non è lo stato normale a cui tornare, ma qualcosa da imparare, questo comporterà difficoltà e fatica, nell'affrontare la vergogna ed accettare la propria vulnerabilità. Di più, sarà una lotta contro se stessi, contro «il male che non voglio» (Romani 7) che dimora dentro di noi, uomini.
Credo che la Caritas di Bolzano, fornendo uno strumento per questo cammino difficile e necessario, renda non soltanto un servizio importante alla società - che si spera di veder moltiplicato in tutto il paese - ma anche una grande testimonianza evangelica. Chissà se anche noi, nel piccolo delle nostre possibilità, non potremo unirci a questa testimonianza al Dio dell'Evangelo, che libera e ricrea, che insegna la via del bene: «Smettete di fare il male, imparate a fare il bene» (Isaia 1, 16-17).
Marco Fornerone
(Riforma, 24 agosto)

Il soldato James, morto americano numero 2000

NEW YORK – Il soldato James A. Justice, 21 anni, è morto per le ferite riportate in Afghanistan lo scorso      17 agosto in un ospedale militare in Germania: con lui, i militari americani caduti negli undici anni di guerra in Afghanistan sono arrivati alla cifra di duemila. Il New York Times ha elaborato i dati del dipartimento della Difesa: l'età media dei militari uccisi è di 26 anni e i primi mille sono morti nell'arco di nove anni. Gli altri mille, tutti nei successivi 27 mesi. Erano per la maggior parte marines. Online, il quotidiano ha pubblicato foto e nome di ognuno dei caduti.
(Repubblica, 23 agosto)

Se gli operatori si fanno tessitori di relazioni

Essere operatori inclusivi significa essere operatori tessitori di relazioni, in grado di promuovere e facilitare scambi e concrete opportunità di esperienze comuni tra le persone che vivono dentro/ attorno ai servizi e le persone che vivono nel contesto a cui il servizio appartiene. Ciò implica il saper rivolgere non solo lo sguardo ma anche la propria azione fuori del servizio, vuol dire promuovere occasioni d'inclusione sociale e di sensibilizzazione attraverso la costruzione di esperienze e contesti dove relazionare, annodando reti informali che coinvolgano in progetti concreti di varia natura semplici cittadini, istituzioni, scuole, gruppi informali, biblioteche, centri per anziani, la cooperazione sociale e i luoghi della relazione, dello svago, della cultura. Significa creare occasioni dove poter star bene insieme. Ne consegue, per i servizi, la necessità d'investimenti culturali, attraverso la formazione, momenti di scambio e confronto, per consentire agli operatori di far propri i valori insiti nel concetto di cittadinanza, di recuperare la dimensione sociale del proprio ruolo, di acquisire o valorizzare quelle competenze che travalicano l'aspetto strettamente tecnico e di diventare anche operatori inclusivi, ristabilendo quei connotati tipici dell'azione sociale che la standardizzazione rischia di soffocare. Gli operatori devono perciò essere accompagnati e formati ad acquisire una professionalità in grado di assumere il rischio insito nel  lavorare per l'inclusione sociale: accettare l'incerto abbandonando il certo, affrontare il difficile anziché il facile, accogliere la sfida al cambiamento al posto della routine rassicurante, perché l'inclusione è precisa nella sua definizione, ma molto meno nella sua realizzazione. E' per questo che occorre abbandonare la sicurezza delle mura del servizio e della relazione duale operatore/utente, per andare nel mondo reale ad abitare i luoghi di vita delle comunità. E' il primo ineludibile passo per incontrare e conoscere i contesti entro cui promuovere inclusione, riannodando le maglie delle reti sociali e valorizzando il potere delle relazioni e del capitale umano e sociale, senza i quali nessuna inclusione è possibile.
Angelo Nuzzo, In Animazione Sociale, marzo 2012
(Appunti 198)

RAIMÒN PANIKKAR

La coscienza universale della crisi presente secerne una speranza, una capacità di critica, lo sforzo che io chiamo di trasformazione. Il che ci dà il sentimento che la vita vale la pena di essere vissuta. Siamo noi che segniamo il cammino.

GLI ALBERI NELLA BIBBIA

Sarebbe più corretto scrivere "gli alberi della Bibbia" per designare la riflessione che avvieremo domenica 2 settembre alle ore 18 (appena sarò arrivato da Torino dall'incontro della comunità nascente) con il Gruppo Primavera di Rivalta.

Ci troveremo a Pinerolo nella sede della comunità cristiana di base alle ore 18 in Corso Torino 288 – 1° piano. Tutta la letteratura biblica è percorsa di alberi… Faremo una passeggiata biblica tra gli alberi da Genesi fino all'Apocalisse.

Per informazioni Antonella 347/5561882 o Cinzia 347/5971735

ARMSTRONG

Ci voleva poco a capirlo. I cronisti sportivi? Eccoli a esaltare in coro la festa dell'eroe… E tutti a "celebrare" le imprese del supercampione.

Io e pochi altri da sempre abbiamo scritto del tossicodipendente Armstrong, delle volute ingenuità, delle illusioni, degli inganni, delle cronache "pompate".

Ma… a noi piace ingannarci…tanto per restare nel mondo delle illusioni. Ora che Armstrong è dichiarato un dopato da sempre…si finge di non capire.

martedì 28 agosto 2012

COMINCIA A FARSI STRADA LA VERITA SU TANTE APPARIZIONI: FRUTTI DI IMMAGINAZIONE


Film in Tv su papa Albino Luciani

Domenica 26 agosto su Rai1 è stato trasmesso il film biografico "Papa Luciani – Il Sorriso di Dio". Nella sintesi della trama, su Tv e Sorrisi e Canzoni n. 35, si legge: "Un anno prima di essere nominato Papa, Albino Luciani incontra suor Lucia, ultima depositaria del segreto di Fatima, e apprende il suo destino". La suora avrebbe rivelato al cardinale che sarebbe diventato papa e che sarebbe morto poco tempo dopo la sua elezione al soglio pontificio. Congettura priva di fondamento, che potrebbe essere anche definita falso storico, giacché si tratta di un film biografico. E' possibile, infatti, che la suora avesse predetto ad Albino Luciani la sua elezione a sommo pontefice, anche se è poco credibile, giacché la veggente rischiava una brutta figura (di previsioni sbagliate ne aveva già fatte tante da piccola), ma è da escludere che potesse avergli predetto la morte. Su che cosa si basa l'ipotesi? Sul fatto che il cardinale uscì sconvolto dal colloquio con la veggente. Intanto c'è da osservare che Albino Luciani, dopo essere stato eletto papa, non mostrò assolutamente il comportamento di una persona che sa di dover lasciare questo mondo da un momento all'altro. E poi è ben difficile che la monaca avesse ancora l'incoscienza di fare predizioni di morte, come aveva fatto da piccola con i poveri cuginetti. Ma perché allora il cardinale uscì sconvolto da quel colloquio durato due ore? Un'ipotesi non priva di fondamento, anche se sempre d'ipotesi si tratta, è che Albino Luciani, persona pura di cuore, semplice, ma molto intelligente, parlando con la suora si fosse reso conto che Nostra Signora di Fatima era solo il frutto dell'immaginazione di tre pastorelli ignoranti del Vangelo. Ma non si può escludere che a rivelarglielo fosse stata la stessa suor Lucia. Già molti, molti anni prima, infatti, la veggente di Fatima scriveva a padre Gonçalves: "Ma vengo a dirle, reverendo padre, che ora più che mai mi viene il timore di essermi lasciata illudere dalla mia immaginazione" (Lettera del 5 giugno 1936).

Miriam Della Croce




MARCELO BARROS

L’alleanza è molto più profonda che un mero contratto. Non lega, né imprigiona. Prende il cuore. Parte dall’amore. Per questo è libera e liberatrice.



RIFLESSIONE

 

“Non mi sento obbligato a credere che

lo stesso Dio che ci ha dato i sensi, ragione e intelletto,

pretenda che non li utilizziamo”

Galileo Galilei




L’ ultimo sogno di Luther King

Martin Luther King aveva un sogno: rimasto più di mezzo secolo in soffitta. Il discorso è stato scovato da Stephen Tull tra le carte del padre nella casa di Chattanooga: "Intervista al Dr. King, 21 dicembre 1960" c'era scritto sul nastro realizzato per un libro che non si fece mai. Per gli storici è una scoperta eccezionale: tre anni prima di "I Have a Dream", 8 anni prima che il sogno fosse  ucciso a Memphis, il reverendo racconta i legami tra il movimento di liberazione in America e la sua Africa. E 50 anni prima che un nero salisse alla Casa Bianca profetizza: dobbiamo risolvere l'ingiustizia razziale se vogliamo restare leader nel mondo.

I sit-in
Sono convinto che quando si scriveranno i libri di storia il movimento dei sit-in sarà registrato come una grande epopea.
Stop alle barriere
Nessun uomo di buona volontà potrebbe non essere d'accordo con l'obiettivo di abbattere le barriere basate sulla razza e sul colore.
I risultati
Stiamo ottenendo qualcosa di concreto: grazie al movimento dei sit-in in 112 città è stato detto basta alla segregazione.
Il viaggio in Africa
I leader e la gente africani stanno seguendo con grande preoccupazione la nostra lotta e sanno cosa sta accadendo.
Il ruolo degli USA
Gli Stati Uniti devono risolvere il problema dell'ingiustizia razziale, se vogliono mantenere la loro leadership nel mondo.
(da Repubblica, 23 agosto)

 

Il buonismo e il minimo storico dell'impegno istituzionale


Il dato culturale che balza agli occhi è la rinuncia sempre più evidente da parte dello stato al suo ruolo di garante dei diritti di cittadinanza attraverso la gestione di servizi pubblici di qualità.Nella marcia indietro sul welfare universalistico lo stato si è ritirato, in nome del libero mercato e della competitività, non solo dagli interventi sull’economia ma anche dalla regolazione dei bisogni sociali. L'impegno istituzionale nei confronti dei servizi pubblici ha ormai raggiunto il minimo storico. Essi vengono considerati unicamente per il loro costo economico con la conseguenza di ricorrere sempre più spesso all'appalto delle attività, nella logica perversa delle "offerte al ribasso". I servizi vengono appaltati e i privati "concorrono" per aggiudicarseli facendo inevitabilmente prevalere le logiche dell'impresa su quelle del sistema. In questa ottica la disabilità diventa un business e la persona disabile un bene da contendersi all'interno del mercato. Costretto alla concorrenza (spesso più formale che sostanziale) per la scarsità e l'incertezza delle risorse pubbliche, il cosiddetto "terzo settore" si trova spesso nelle condizioni di dover rinunciare alle attività di promozione professionale dei propri operatori, creando condizioni di disimpegno e di demotivazione se non di vero e proprio sfruttamento. Si determinano situazioni nelle quali la ricerca di spazi di lavoro e l'adeguamento alle richieste di risparmio economico inducono il mondo del "sociale" a predisporre risposte di tipo assistenziale anche laddove i bisogni dovrebbero essere affrontati in una logica di rete e di mediazione. In altre parole ricompare la propensione ad assistere in luoghi separati appositamente dedicati alle persone disabili, piuttosto che ad educare promuovendo l'integrazione con progetti individualizzati. L'ampia diffusione di forme di “buonismo" verso i disabili, che lasciano ben trasparire quale sia la rappresentazione che le sostiene, associate allo esaltazione della sussidiarietà, promuovono il volontariato a nuovo eroe del momento. I volontari con la loro generosità, più o meno ingenua, sono spinti in prima linea a garantire diritti che il pubblico ha deciso di delegare allo logica del buon cuore. Le famiglie e le persone disabili, prive di operatori professionalmente qualificati per accompagnare e mediare lungo il percorso di integrazione sociale, rischiano di trovarsi in un deserto di solitudine. La conseguenza è quella di affidarsi a qualunque proposta si presenti come rassicurante oppure quello di dover sostenere una estenuante lotta quotidiana per il riconoscimento dei diritti.
Carlo Lepri, In, Viaggiatori inattesi. Appunti sull'integrazione sociale delle persone disabili, Angeli, 2011
(Appunti 198 - www.grusol.it)
L'Unità, 13 agosto

Todisco, rafforzata la scorta

TARANTO - Ha passato la giornata nel suo ufficio al piano terra del palazzo di giustizia, Patrizia Todisco, il gip di Taranto che con i suoi provvedimenti ha messo in ginocchio il colosso dell'Ilva. Poche parole, com'è suo solito, e molto lavoro. Fuori dal tribunale un enorme cartello verde acido, sei metri per tre, fatto appendere dalle associazioni ambientaliste, ringraziava lei e i suoi colleghi per il lavoro che stanno facendo in questi mesi pregandoli di non mollare. A pochi metri di distanza una decina di poliziotti controllavano che non ci fossero problemi. La Prefettura ha infatti deciso di rafforzare le misure di sorveglianza nei confronti dei magistrati, vivendo la città in questo strano clima per cui l'affare giudiziario sembra quasi una questione personale tra l'azienda e i giudici. Una situazione che, dopo aver visto la statale bloccata per un paio d'ore in mattinata (e tornerà a esserlo anche oggi) dagli operai che protestavano contro la decisione dei giudici, ha visto scendere in piazza più di 200 ambientalisti nel pomeriggio a favore della magistratura. Il comitato dei cittadini "Liberi e pensanti" si sono incontrati in piazza della Vittoria e hanno dedicato un lunghissimo applauso proprio al gip Todisco. Chissà se in un silenziosissimo palazzo di giustizia l'è arrivata qualche eco.
(Repubblica, 14 agosto)

L'Ilva di Taranto e la Nike

Quando le industrie manifatturiere acquistano l'acciaio dell'Ilva di Riva non possono dimenticare o far finta di non sapere le continue violazioni delle norme contro gli inquinamenti perché - come si legge nell'accusa del Gip del Tribunale di Taranto, questa azienda scientificamente e coscientemente non rispetta gli standard europei. I continui appelli dei politici e sindacalisti per salvaguardare comunque la produzione siderurgica e non chiudere lo stabilimento in quanto si danneggerebbe tutto il comparto manifatturiero fanno finta di dimenticare la storia della Nike che, quindici anni fa, fu boicottata perché sfruttava i bambini di molti paesi asiatici. Dopo quella presa di posizione di consumatori e sindacalisti americani il marchio, leader nel mondo sportivo, ha eliminato quella vergogna e dal 2010 è rientrata tra le aziende più etiche e sostenibili del mondo. Ha salvato i posti di lavoro senza sfruttare i bambini che lavoravano in condizioni inumane. E se i nostri industriali adottassero la condotta dei consumatori Nike (che invitavano a boicottare quei prodotti di largo consumo)?
ROCCO TANCREDI
(da L'Unità,7 agosto)

lunedì 27 agosto 2012

NON PERDONO MAI L'OCCASIONE .....

Il presidente della conferenza dei vescovi cattolici USA ha già dichiarato il pieno sostegno della istituzione ecclesiastica cattolica ai repubblicani in vista delle elezioni del 6 novembre. La sua partecipazione alla convention repubblicana è il segnale più espicito.
I vescovi stanno sempre dalla parte dei ricchi, dei fondamentalisti, dei razztsti, degli sfruttatori.
Ma questa non è la chiesa cattolica nella quale milioni di credenti votano il partito democratico e sostengono Obama e le sue battaglie contro la povertà e l'ingiustizia.
I vescovi ormai sono cani che abbaiano e noi li lasciamo abbaiare. Non disturbano nemmeno più di tanto. Chi davvero guarda al Vangelo, non ha più bisogno di chiedere permesso per le sue scelte a favore della giustizia .

ATTUALITA'


Attualità de “I promessi sposi”    RAR 

 

Imminente lo sponsalizio politico di Berlusconi con la Marcegaglia, seguendo il programma elaborato dalla Santanchè di mettere accanto al  cavaliere una dama credibile e non coinvolta con l’eleganza berlusconiana delle cene. La scelta coinvolge la Marcegaglia che ha debiti di riconoscenza con il cavaliere  a proposito

dell’ex Arsenale di La Maddalena  diventato un hotel a 5 stelle con porto turistico grazie agli interventi programmati per la riunione G 8 poi spostata a L’Aquila. Una dei fulcri del noto sistema gelatinoso.  Sono stati spesi 118.946.000,00 euro in proposito di soldi pubblici.

La gestione è stata affidata – per 40 anni – alla Mita Resort s.r.l. del Gruppo Marcegaglia, verso il pagamento di 31 milioni di euro e un canone annuale di 60 mila euro.  Una miseria.   L’affidamento è stato effettuato dalla struttura di missione gestita dal sottosegretario alla Protezione civile (e direttore del Dipartimento della Protezione civile) Guido Bertolaso.

 

http://tuttodastabilire.blog.tiscali.it/2010/03/26/bertolaso-marcegaglia-e-gli-affari-a-la-maddalena/

 

La Marcegaglia sa bene di esporsi fin troppo partecipando ad un tale ticket con Berlusconi, per cui, in atto, si può parlare solo di una promessa di sponsalizio, che non si sa se sarà mai consumato.

Così viene riscritto il capolavoro manzoniano, riproponendo i personaggi adeguati ai tempi.

 

Personaggi e interpreti:


Renzo: Berlusconi
Lucia: Marcegaglia

Agnese: Rosy Bindi
Don Abbondio: Cicchitto

 I bravi:La Russa, Gasparri
Don Rodrigo: Fini

Il Griso: Bocchino

L'Innominato: Dell'utri
La monaca di Monza: Daniela Santanche'
Azzeccagarbugli: Ghedini

Il card. Borromeo: Tremonti
Fra Cristoforo: Bondi
I Capponi di Renzo: Bersani, Dipietro, Vendola, Scilipoti
I Monatti: lega nord e transfughi IDV

La peste di Milano: lo spread

 

Rosario Amico Roxas




M. K GANDHI


Gli individui e le nazioni che vogliono praticare la nonviolenza debbono essere pronti (le nazioni fino all’ultimo uomo) a sacrificare tutto, tranne il loro onore.




RAIMÒN PANIKKAR

Più sento come una sfida l'incomprensibilità delle tue credenze con le miem più rendo conto della necessità che ho di entrare in dialogo con te.

ALDO CAPITINI

Nel silenzio si sente più la forza dominatrice della verità e da esso si attinge maggior risolutezza a non usare la menzogna quando si deve parlare.

ALEX LANGER

Non è possibile affrontare alcuna singola conseguenza del nostro sviluppo cercando di evitarne (anzi, più spesso solo di scaricare su altri) gli effetti pericolosi e nocivi, ma continuando a produrne le cause.

domenica 26 agosto 2012

La disabilità, il tempo e l’affetto

In una grande libreria un ragazzo con problemi psicologici chiede a voce alta sempre le stesse informazioni agli addetti. Un addetto lo ascolta, lo intrattiene, lo rassicura e il ragazzo se ne va soddisfatto. «Le devo fare i complimenti - gli dico - per l'umanità con cui ha trattato quel ragazzo». Lui, con un accento del Sud, mi dice che ha fatto solo quello che si sentiva di fare.
MASSIMO MARNETTO

 
La disabilità richiede tempo. Chi ne soffre impara a muoversi lentamente, ad apprendere o a capire più lentamente. Ad andare più lentamente dei "normali". Quella che corrisponde alla lentezza, però, è una qualità particolare del contatto, una densità speciale del rapportarsi all'altro e mi e capitato spesso di pensare, in tanti anni di attività professionale con i "diversi" della mente e del corpo, che sia soprattutto per questo che tanti "normali" sfuggono dal contatto con loro. Perché il tempo che viviamo è quello in cui tutti, indistintamente, vanno di fretta. Come se fosse fondamentale economizzare il tempo di cui spesso poi non si sa che fare. Come se l'uomo (e presto anche il bambino moderno) vivesse questo obbligo, doppio e opposto, di accumulare e disperdere il tempo. Ma perché, anche, il tempo che viviamo è quello in cui i contatti con l'altro tendono a essere deboli e rapidi, via telefono e sms meglio che di persona. In cui è difficile vivere, dunque, soprattutto per il disabile cui non capita spesso di verificare e di pensare che la sua è davvero una abilità diversa e che si ritrova spesso, nella solitudine delle nostre città a cercare persone disposte a dargli il tempo e la disponibilità affettiva di cui lui ha un bisogno aperto e chiaro e di cui agli altri capita di vergognarsi.
Luigi Cancrini
(L'Unità, 7 agosto)
La disuguaglianza è un problema per la democrazia: balcanizza la società, rompe la solidarietà tra cittadini e induce i pochi a secedere, se così si può dire, dall'obbligo di contribuire per chi non viene più visto come uguale.
Nadia Urbinati

ETTY HILLESUM

Se noi salveremo solo i nostri corpi dai campi di prigionia, dovunque essi siano, sarà troppo poco.

Non si tratta infatti di conservare questa vita a ogni costo, ma di come la si conserva.




BERTRANDl RUSSELL


Rimango convinto che l’umanità riuscirà a riemergere, che con l’abitudine alla reciproca tolleranza verrà recuperata e che il dominio della violenza brutale non durerà per sempre.



sabato 25 agosto 2012

Habib, il piccolo afghano diventato pasticciere

«Lo dico sempre ai miei amici che si sono stabiliti nel nord Europa: a Torino si sta meglio». Dopo settemila chilometri percorsi per fuggire dalla guerra in Afghanistan, alla fine Habib ha trovato casa: «Torino è diventata la mia città, qui ho trovato degli amici, una casa e un lavoro». Fa il pasticciere, Habib. Tutte le mattine, da quattro anni, prepara insieme ai suoi colleghi croissant, pasticcini e torte al Caval 'd Brons, in piazza San Carlo, nel «salotto buono» del capoluogo.
Gabriele Guccione
(Repubblica, 13 agosto)

Io e la rivista Viottoli

Alcuni si sono stupiti del redazionale di Viottoli n° 1 del 2012. Sono corso a cercarlo per leggerlo.

Per chiarezza ricordo che:

  1. La mia interpretazione di fatti è totalmente diversa dai 7 che all'unanimità hanno firmato il redazionale.
  2. Viottoli esprime un apprezzabile pensiero culturale e teologico su molti punti difforme dal mio.
  3. E' molto positivo che finalmente risulti chiaro che Viottoli e la comunità cristiana di base sono due realtà distinte. Non esiste la  "comunità Viottoli".
  4. io non c'entro niente. Non sono nemmeno abbonato. Per questo è strano che qualcuno mi scriva indirizzando alla redazione di Viottoli.
  5. credo che chi legge Viottoli e qualche mio scritto abbia ben chiare le legittime differenze esistenti su molti punti.

Scrivo queste note per rispondere ad alcune domande e perché la confusione non giova né al lavoro di Viottoli, né alla comunità di Pinerolo, né al sottoscritto.

Pinerolo, 25 agosto 2012

don Franco Barbero

Via Porro, 16

0121/72857

ALBERT EINSTEIN

In altre epoche avevamo dei fini perfetti ma dei mezzi imperfetti. Oggi abbiamo dei mezzi perfetti e delle grandi possibilità ma dei fini confusi.

DON BEPPE SOCCI


Vorremmo tentare di svuotare il gran mare della violenza organizzata, l’oceano degli arsenali militari, della sottile e ben attrezzata cultura della guerra che ogni popolo ha pagato a prezzo di fiumi di sangue.