domenica 30 giugno 2013

LA CORDATA PER L'ALLOGGIO DI VIA CITTA' DI GAP

A Pinerolo in Via Città di Gap, 13 secondo piano funziona da oltre un mese la "casa dell'ascolto e della preghiera"  che una cordata di amici e amiche hanno preso l'impegno di affittare insieme a Franco Barbero.
La spesa complessiva si aggira sui 400 Euro mensili. La casa si dimostra adeguata allo scopo . Chi frequenta la casa, in cui ogni servizio viene svolto a titolo gratuito, trova una cassetta in cui puà deporre il suo contributo per le spese di affitto, acqua, luce e ascensore.
Chi volesse contribuire per mantenere aperta e attiva questa "casa" può rivolgersi a Maria Grazia Bondesan  011/9066987
oppure a Fior
entina Charrier 0121/72857

AL TERMINE DELLA STRADA

Al termine della strada
non c'è la strada,
ma il traguardo.

Al termine della scalata,
non c'è la scalata
ma la sommità.

Al termine della notte,
non c'è la notte
ma l'aurora.

Al termine dell'inverno,
non c'è l'inverno
ma la primavera.

Al termine della disperazione,
non c'è la disperazione
ma la speranza.

Al termine della morte,
non c'è la morte
ma la vita.

Al termine dell'umanità,
non c'è l'uomo
ma l'Uomo-Dio.

Joseph Folliet (Lione 1903 - 1972)

sabato 29 giugno 2013

Giovanni Falcone


La mafia non è un cancro che prolifera per caso su un tessuto sano. Vive in simbiosi con la miriade di protettori, complici, informatori, grandi e piccoli maestri cantori, gente intimidita o ricattata. Questo è il terreno di coltura di Cosa Nostra.


Martin Luther King


I sogni non sempre si realizzano. Ma non perché siano troppo grandi o impossibili. Perché noi smettiamo di crederci.


Nelson Mandela


L’educazione è il grande motore dello sviluppo personale. E’ grazie all’educazione che la figlia di un contadino può diventare medico o un bambino povero il presidente di una grande nazione.



UNA LETTERA: Alcune domande di tipo teologico


Carissimo don Franco

Io sono venuto a sapere della sua storia per la prima volta qualche anno fa, quando per caso mi imbattei, su youtube, in quella famosa intervista doppia de "Le Iene" sua e di Don Benzi. Ovviamente la trovai estremamente significativa ed edificante in quanto è stato il primo prete di cui fossi al corrente che, non solo non criticava le coppie omosessuali, ma anzi le incoraggiava e supportava.

Ma solo di recente ho avuto modo di guardare altri suoi video e di leggere altre interviste, e sono stato colpito ancor di più dalle sue parole, non soltanto sull'omosessualità, ma anche sulla fede in generale.

 

Vede, io sono Siciliano, e la mia famiglia è molto credente, ma non credente nel senso tradizionale del termine (si va a messa la domenica perchè è una tradizione) ma credente nel senso vero e più profondo del termine, e credo che mi abbiano trasmesso questa fede. Tuttavia i miei genitori, pur essendo di buone e genuine intenzioni, hanno delle vedute relativamente limitate.

 

Sin da piccolo ho sempre sentito un rapporto vicinissimo e personalissimo con Dio, ma non ci ho ma ragionato sopra, perchè per me era un fatto scontato. E tuttavia, al contempo, mi sono sempre sentito soffocato dalla chiesa e da tutto quello che, secondo quanto mi era stato insegnato, era la rappresentazione di Dio. La chiesa della quale sto parlando è, ovviamente, quella che lei ha criticato nei suoi discorsi, ovvero un'estensione del vaticano nella sua rappresentazione più tradizionale e tipica. Per me Dio era qualcosa di indescrivibilmente bello e sublime. Lo vedevo (e lo vedo ancora) nella bellezza incommensurabile del creato e nell'amore tra le persone. Mentre tutto quello e quelli che continuavano a sostenere di essere la rappresentazione di Dio in terra non avevano niente di lontanamente simile a lui, e quindi per me i conti non tornavano. Ma soprattutto per me Dio era immenso, e non riuscivo a rinchiuderlo all'interno di un'istituzione.

 

Con l'adolescenza ho cominciato ad allontanarmi dalla chiesa e le sue istituzioni, proprio perchè tutto mi sapeva di falso e ipocrita, ma non mi sono mai allontanato da Dio. Di lì a poco venne la scoperta di essere gay, e ovviamente questo mi fece tagliare quegli ultimi legami con la chiesa che mi restavano.

 

Non le nascondo che mi sono sempre sentito un pò in colpa per il fatto di essere distante dalla chiesa perchè nella mia testa c'era sempre la reminiscenza di quegli insegnamenti che dicevano che essa è l'unico modo per accedere a Dio, e perchè temevo (e mi fu anche detto da molti) che se avessi provato a cercare Dio a modo mio senza essere un membro ufficiale della chiesa non sarei stato altro che un "hippy" in cerca della sua spiritualità personale che, però, non avrebbe trovato altro che un falso dio e che, alla fine, si sarebbe perso lo stesso. Ma io continuavo a sentire che la chiesa cattolica non aveva il monopolio su Dio e sulla Verità dell'esistenza umana. Sapevo solo che il mio cuore e la mia coscienza continuavano, per loro natura, ad abbracciare i valori Cristiani dell'amore e della carità, ma che tutto il resto che la chiesa predicava (e che secondo me era in contrasto con tali valori) era un mucchio di fandonie nocive che negavano la vera dimensione umana e che reprimevano le persone. Ovviamente uno dei tanti insegnamenti di questo tipo era quello sull'amore omosessuale, che non riuscivo a vedere e sentire come una cosa negativa, per non dire addirittura moralmente malvagia, deviante, psicologicamente disordinata e quant'altro continuano a dire loro.

 

I miei studi universitari, di recente, mi hanno portato a vivere in Cina per circa venti mesi. Non so se ha mai avuto l'opportunità di visitare l'Asia, ma credo che sia un'esperienza che cambia la vita, proprio perchè è come visitare un altro mondo. Essendomi stato insegnato che Dio è tutto e che, tuttavia, può solo essere trovato in quell'edificio chiamato chiesa, presso quella persona chiamata prete, è stato piuttosto rivelatore l'essermi trovato in un posto dove di chiese non ce ne sono poi molte, e quelle poche che ci sono non somigliano per niente a quelle che ci sono da noi. Mi ha fatto capire, o meglio ha confermato, che l'umanità, con le sue innumerevoli sfaccettature, è immensa. Ma se l'umanità è talmente grande allora Dio, che è ancora più grande di essa, deve essere molto più grande di quanto ci viene insegnato. Il fatto che quelle persone non avessero una chiesa voleva forse dire che Dio non era tra loro, che le aveva abbandonate? Anche se non credevano in Gesù Cristo, voleva forse dire che i valori di Gesù Cristo non potevano esistere tra di loro? Bisogna per forza chiamarsi Ciristiani per essere Cristiani? E bisogna per forza conoscere Gesù Cristo per seguirlo? Viene da se che è più facile aderire a degli ideali se si ha un esempio che tutti possiamo seguire. Ma significa forse che è impossibile seguire tali ideali senza essere a conoscenza di un esempio? Penso che molti dovrebbero riconsiderare il significato dell'affermazione che Gesù è l'unica via che porta al regno dei cieli. Vuol dire forse che si salverà solo chi porta una croce in torno al collo? O che si salverà solo colui che vivrà secondo l'Amore? Penso che per rispondere a tale domanda si dovrebbe ridefinire l'idea di Gesù Cristo.

Durante il mio tempo in Cina ho conosciuto svariate persone. Ho voluto bene ed ho imparato da alcune di queste, ed esse, a loro volta, mi hanno voluto bene, e mi hanno ricordato ancora una volta che noi Cristiani (e tanto meno noi Cattolici) non abbiamo il monopolio sull'Amore e su Dio. Per questo ho deciso di scriverle: perchè lei ha detto una cosa che mi ha colpito immensamente, dato che prima di leggerla pensavo di essere l'unico che la pensasse così:

"...il mistero insondabile di Dio si è manifestato a noi in tante culture diverse. Non va intrappolato in nessuna delle nostre tradizioni e religioni. E' trascendente rispetto ad ogni religione. Dio è più grande di ogni particolare rivelazione. Dio è più grande del cristianesimo, nemmeno il cristianesimo esaurisce Dio."

 

Ho sempre sentito questa cosa dentro di me. Credevo che ridurre Dio ad una religione, ad un'istituzione fosse addirittura offensivo per Lui. Ma poi mi sentivo un pò in colpa, perchè questa sensazione/convinzione entrava in conflitto con quello che mi era stato insegnato (specialmente quando ne parlavo con altri) perchè solo la nostra religione, mi dicevano, detiene la Verità e porta alla salvezza.

Per me significa molto il fatto che ci sono persone come lei. Perchè mentre i membri di una comunità religiosa possono contare sul supporto vicendevole quando entrano nel dubbio e nel tentennamento, io invece in questi anni mi sono ritrovato da solo. Ho tanti amici gay, o in favore dei diritti gay, ma sono tutti atei. Ed essendo l'unico cristiano di orientamento omosessuale con opinioni di questo tipo che conoscessi non potevo fare a meno, alle volte, di sentire quella voce nella testa (che spesso non è altro che una tentazione fuorviante) che diceva " e se mi stessi sbagliando completamente? Se avessero ragione loro (i cattolici)?"

E' completamente diverso avere persone come lei come guida ed esempio. Ho anche avuto la fortuna, qui in Inghilterra, dove attualmente vivo, di conoscere alcuni preti protestanti che la pensano come lei, e addirittura ci sono intere parrocchie che accettano coppie omossessuali.

 

A volte, quando mi trovo a passare del tempo a casa, mi capita di andare a messa presso qualche chiesa cattolica. Le confesso che lo trovo ancora difficile, a causa di tutte le associazioni negative che la mente tende a fare, ma anche perchè, diciamocelo, chi vuole essere parte di una chiesa che non ti accetta per quello che sei?

 

Prima di congedarmi e di lasciarla ai suoi impegni (sono sicuro che è una persona impegnatissima e che riceve tantissime email ogni giorno) vorrei approfittare dell'occasione per affrontare un argomento collegato a ciò che ho discusso sopra. Recentemente sono venuto a conoscenza di un vescovo americano, John Shelby Spong, del quale probabilmente ha sentito parlare, le cui vedute (o meglio alcune di esse) in un certo senso si accostano alla sua affermazione sopra citata. Anch'egli sostiene che ogni religione andrebbe vista come un mezzo che ci indirizza a Dio, piuttosto che come l'unica rappresentazione esauriente di Dio, e che ogni credo, a suo modo, possa rivelarne il mistero. Ha anche detto altre cose con le quali mi trovo d'accordo. In generale sembra sia in favore di una collaborazione tra scienza e fede e di una religione "sensata" che non si appigli a concetti tradizionalisti e obsoleti. Tuttavia altre teorie da lui elaborate (parte dei suoi "dodici punti") mi hanno lasciato un pò perplesso e mi hanno fatto pensare, e sarei estremamente interessato a sapere la sua opinione a riguardo. In particolare ho trovato piuttosto inquietanti i seguenti punti:

 

-       5) Le storie dei miracoli del nuovo testamento non possono essere interpretate, alla luce delle teorie di Newton, come eventi soprannaturali operati da una divinità incarnata.

-       6) La resurrezione è un atto di Dio. Gesù passo attraverso un processo di apoteosi. Di conseguenza non può esservi una resuscitazione fisica all'interno della storia dell'umanità.

-       10) La preghiera non può essere una rischiesta fatta alla divinità "teistica" affinchè agisca all'interno della storia dell'umanità in un modo particolare.

 Ora mi rendo conto che si tratta di teoria teologiche abbastanza elaborate, e non essendo un teologo ammetto che ci sia la possibilità che le abbia fraintese, ma svariate interviste rilasciate dal vescovo stesso sembrano non lasciare dubbi sul fatto che egli semplicemente non pensa che Gesù abbia operato veri e propri miracoli non spiegabili dalla scienza dei nostri tempi, inclusa la resurrezione del corpo. Per me è come se stia mettendo in dubbio l'onnipotenza di Dio e la sua capacità di piegare le leggi della natura secondo il suo volere.

Dal punto numero dieci e da altre affermazioni da lui fatte, d'altra parte, mi sembra di capire che, secondo il vescovo, la funzione della preghiera come la vediamo tradizionalmente (chiedere assistenza a Dio) è completamente inutile, in quanto Egli non interagisce con gli esseri umani attivamente. Se dovessimo concordare con tali teorie allora ne conseguerebbe che viviamo in un modo che è completamente in balia degli uomini e del caso, sul quale Dio non esercita alcuna influenza. Non mi fraintenda... sono fermamente convinto che noi uomini siamo i fautori principali del destino dell'umanità (è su ciò che si basa il concetto di libero arbitrio dopo tutto), ma il pensare che Dio non interverrebbe in nessun caso o che non abbia un progetto di base per ognuno di noi andrebbe a sgretolare le fondamenta sulle quali si fonda la mia fede. Sarebbe come dire che il confidare in Dio, l'abbandonarsi alla provvidenza, la serenità che una persona di fede dovrebbe avere di fronte agli eventi del mondo sono atteggiamenti interamente illusori. Che dire, dunque, del famoso "chiedete e vi sarà dato?" o dell'affermazione che se solo avessimo fede sufficiente saremmo in grado di "spostare le motagne?"...

In sostanza, pensa anche lei che Dio non è altro che uno spettatore passivo il quale si manifesterà esclusivamente alla fine dei tempi? Le confesso che quando ci si trova circondati da persone atee, da un lato, e da estremisti religiosi, dall'altro, diventa parecchio difficile mantenere la propria fede senza cadere preda di insidiosi dubbi esistenziali...

 

Mi scuso tantissimo per la lunghezza della presente email. Grazie tanto per il tempo dedicatomi e per tutto quello che, ogni giorno, fa per tante persone, inclusa la comunità LGBT.

 Dio la benedica,

 E. (lettera Firmata)




UNA RISPOSTA

Carissino E. (lettera firmata)
che regalo mi hai fatto con la tua lettera... così profonda e stimolante... Davvero il vento, la brezza amorosa e vitalizzante di Dio soffia nel tuo cuore.
Reagisco alle tue stimolazioni con alcune brevi riflessioni che non hanno la pretesa di rappresentare una risposta esauriente.
  1. Intanto è meraviglioso che, "soffocato dalla chiesa istituzione", non ti sia mai allontanato da Dio e dalla tua serena vita omosessuale. Dio non abita in nessun tempio e non si lascia imprigionare in nessuna religione e in nessuna teologia: è sempre un Dio che "sconfina". Le religioni e le teologie sono feconde e costruttive quando riconoscono apertamente la loro "parzialità".
  2. E' una bestemmia pensare che "fuori della chiesa non c'è salvezza". Solo una lettura antistorica e fondamentalista delle Scritture può condurci ad una simile devastante e fanatica affermazione. Io amo la tradizione in cui sono cresciuto, ma essa è un affluente, non l'oceano. La tradizione non va confusa con il tradizionalismo ed ogni credente deve conservarne una visione affettuosa, ma anche profondamente critica.
  3. Nei miei ultimi cinque libri (da "L'ultima ruota del carro" a "Il dono dello smarrimento" fino a "Benedizione delle coppie omosessuali") ho preso posizione in modo preciso e articolato contro il "monopolio salvifico" per promuovere una "teologia del pluralismo religioso" (Vigil, Borla Editore). Come forse tu saprai anche dai miei commenti sul mio blog personale, da oltre 40 anni aderisco con piena convinzione alle estesissime ricerche sul Gesù storico che hanno costituito da 50 anni la passione e l'impegno della mia riflessione biblica, teologica ed ermeneutica. Hai ragione: bisogna riconsiderare e ripartire da Gesù attraversando la "nebulosa dogmatica" che lo ha travisato e sepolto. Questa ricerca del "Gesù ebreo" è di fondamentale importanza per leggere in modo storico il processo successivo di "divinizzazione" di Gesù, la formazione della dottrina trinitaria e delle due nature. Quindici giorni fa sul mio blog scrivevo della necessità di "deellenizzare" il cristianesimo che, cristallizzato nelle formulazioni del pensiero greco, oggi è diventato una "dottrina astratta", un paesaggio di dogmi freddi. Penso che potrei suggerirti non meno di conto volumi per iniziare questa ricerca sul Gesù, ma anche solo i libri di Barbaglio (Gesù, ebreo di Galilea, Dehoniane) e di Mauro Pesce ("Inchiesta su Gesù", Mondadori) e "Gesù di Nazaret" di Ortensio da Spinetoli (La Meridiana Editrice) possono aprirti un varco. Il mio libro "Olio per la lampada" potrà anche esserti utile.
  4. Su questo terreno c'è un abisso tra la catechesi e la predicazione non solo cattolica e la preziosa opera dei teologi e delle teologhe che non hanno rinunciato alla serietà e alla libertà della ricerca. Questo Gesù, testimone di Dio, non ha mai pensato e dichiarato di essere Dio e tutti i "titoli cristologici" vanno letti come codici linguistici interni all'ebraismo. Si tratta di un linguaggio "funzionale", cioè adatto per descrivere la "missione-funzione" assegnatagli da Dio. Se ti leggi attentamente "Essere cristiani" del teologo cattolico Hans Kung, tutto questo vocabolario ti sarà più chiaro.
  5. Conosco bene le opere di Spong. Apprezzo gran parte del suo lavoro che intende tenere conto di molte positive ricerche. Ovviamente occorre distinguere tra "miracoli e racconti di miracolo". Tali racconti non costituiscono la cronaca di un evento, ma la testimonianza del fatto che l'incontro con Gesù produce liberazione, felicità, cambiamento. Non si tratta affatto di menzogne, ma di un linguaggio che esprime la fiducia di chi sa che la fede e la prassi di Gesù trasformano pezzi di realtà, "spostano le montagne", guariscono le nostre cecità, ci liberano dalle nostre paure, ci reintegrano "nel villaggio della vita". In questo senso vero quanti "miracoli" ho visto verificarsi nelle persone quando risuona davvero la parola liberatrice di Gesù.
  6. Mi sembra molto bello dire che la risurrezione è l'atto con cui Dio ha dato una vita nuova a Gesù vincendo la morte. Ovviamente non penso ad un risuscitamento cadaverico, ma al fatto che la vita, la persona e il messaggio di Gesù non sono finiti nel nulla, ma stanno nelle mani di Dio. Per me la risurrezione, in cui credo fermamente, è una svolta che ci immette in una dimensione nuova. Penso che è essenziale cogliere il messaggio: la vita finisce in Dio, in Lui/Lei raggiunge la pienezza. La mia vita è come una navigazione e so che essa confluirà in quel "porto che tutti accoglie" che è Dio, il Dio della vita.
Non condivido la sbrigatività con cui Spong parla del Teismo: la ricerca attuale è molto più avveduta. Infatti c'è teismo e teismo. Accomunare tutti i linguaggi teistici in un "ingenuo singolare" costituisce, a mio avviso, una riflessione poco documentata.
Così pure trovo riduttiva la sua dissertazione sulla preghiera, ma bisogna considerare il fatto che Spong critica una certa preghiera come magia, come un appello contrattuale nei riguardi di Dio. La cosa più biblica, con buona pace di Spong, è imparare a stare davanti a Dio con tutta la nostra vita, come ci testimoniano i Salmi e il Padre nostro.
Rimane a noi tutta la nostra responsabilità che non possiamo scaricare su Dio, ma io credo con milioni di cristiani e migliaia di teologi e di teologhe che Dio, il Dio nascosto di cui ci parla il libro di Isaia, accompagna la creazione nella sua dinamica vitale e parla ai nostri cuori come soffio che ci sospinge all'amore, alla solidarietà, alla fiducia nella vita, alla cura del creato. No, Dio non è uno spettatore passivo, ma a modo Suo gioca la nostra stessa partita.
Caro E. , come vorrei averti qui e dirti con gioia, con umiltà, con passione quanto sia bella, feconda, liberatrice la fede nel Dio di Gesù e quanto sia meraviglioso sapere che le strade con cui Dio viene a noi e noi andiamo a Lui sono molte, varie, non in concorrenza.
Non aver paura dei dubbi, delle domande inquietanti. Una fede, radicata nella fiducia in Dio, ti farà compagnia e ti manterrà in quella inquietudine che non è affatto nemica della pace e della serenità.
Ti abbraccio, caro E., e ti ringrazio ancora della testimonianza di fede e di amore alla vita che le tue parole mi hanno trasmesso.
Agli amici più cari scrivo: "prego per te e tu prega per me". Non è una frase rituale, ma la consapevolezza che in qualche modo ci sentiamo uniti nella strada della vita e della fede, nella fatica e nella gioia.
    don Franco

L'INFINITO

"Restando sulla soglia
 dove si apre il dramma della creazione,
vedo in improvvisi bagliori
il regno oltre l'oscurità;
e mi trovo immerso
nella Coscienza del Grande Essere.
Egli è l'Inespresso,
il Non Percepito, lo Sconosciuto!
In questa alba
le parole del Rishi
salgono alla mia mente:
Oh Sole! Togli il velo che copre la tua luce,
nella tua luce perfetta
possa io vedere il vero me stesso,
l'Io che alla fine del viaggio
mescola il suo respiro con l'aria,
e trasforma il corpo in polvere
mascherato come Verità possa
non gettare un'ombra sul sentiero della vita!

Nel campo di gioco di questo mondo
Nella gioia, nella sofferenza,
ho scorto in improvvisi bagliori
l'Infinito dietro il velo del finito;
ho compreso:
il significato di questa nascita sta
in quella Bellezza ineffabile,
in quel Canto inesprimibile!
Quando il dramma ha fine
lascerò dietro di me
il questo tempio della terra
il mio saluto,
la mia adorazione;
la morte non può afferrare il suo valore".

Tagore

GRILLO: CONTINUI COSI’

Se Grillo continua a comportarsi a insulti e parolacce, si apre una porta verso l'uscita dal gruppo parlamentare 5 stelle. Fra sei mesi ci staranno solo più i "servi del padrone".
Con l'aiuto di Travaglio il gruppo potrà dimezzarsi e forse si potrà aprire un percorso politico diverso.
Borghezio e Grillo potrebbero così formare un nuovo movimento.

venerdì 28 giugno 2013

TU SEI IL SIGNORE DELLA VITA

 

Spirito del Signore,

suscita in noi fastidio nei confronti dell’ingiustizia,

donaci di credere che tu puoi cambiare le vite di chi non ha speranza,

liberaci dal pregiudizio e dal paternalismo

che incatenano la nostra testimonianza,

ascolta il grido di chi invoca il tuo Nome,

affrancaci dalla paura che blocca l’amore e che non ci fa agire.

Tu sei il Signore della vita

ed è dal tuo soffio liberatore che noi dipendiamo.

Amen.

16 PRIMARI PER I 17 POSTI LETTO

 

Forse i sindacati dei medici dipendenti del Servizio sanitario nazionale hanno ragione nel voler proclamare uno sciopero nazionale a luglio, per protestare contro il blocco del contrattazione. Forse hanno torto quando si lamentano per difendere i privilegi della struttura dirigenziale ospedaliera. Chissà perché si possono abolire i posti letto ma non i primariati che, nel corso del tempo, sono aumentati quasi dappertutto, a dispetto dell’intera struttura nosocomiale che invece ha subito abbondanti tagli e riduzioni. Prendiamo il Lazio, dove sono stati eliminati 5 mila posti letto, “scomparsi” o ridimensionati interi ospedali, chiusi tantissimi reparti. In molte situazioni questi interventi – più attenti al risparmio che alla razionalizzazione – hanno causato notevoli disagi ai pazienti. Fatto è che i vertici dirigenziali sono rimasti quasi esenti dalla pesante “cura dimagrante”. Perfino in presenza di casi eclatanti, come quello dell’odontoiatrico Eastman dove si contano ben 16 primari per 17 posti letto: in pratica ogni malato ha il suo primario personale. Situazioni simili vanno cambiate? Sì, senza alcun dubbio. Anche per non fare dire ai cittadini che “i medici sono una casta”.

(g.pepe@repubblica.it)

AL VOTO IL NO AGLI F-35, PD DIVISO. IN AULA LA MOZIONE DI SEL E M5S

 Diviso sul caso F-35, il Pd cerca in una riunione notturna dei deputati del gruppo una mozione destinata a ricompattare il partito. Il caso è nato dalla mozione - ai voti oggi alla Camera - presentata dall'opposizione (da Sel e M5S), ma sottoscritta anche, per la maggioranza, da 16 deputati del Pde da due di Scelta civica. Questa mozione chiede che l'Italia sospenda immediatamente il programma di realizzazione dell'aereo Joint Strike Fighter.

Tra i democratici sono in campo tre posizioni. Dell'ala più "pacifista", oltre ai 16 deputati firmatari della mozione Sel-M5S, esponenti della sinistra interna, come il candidato alla segreteria del partito Pippo Civati. E come l'ex popolare Gero Grassi. Favorevoli a questa linea, ovviamente, i pacifisti di "taglia le ali alle armi", che hanno manifestato davanti a Montecitorio. Contraria all'impostazione "pacifista" una parte dei deputati democratici, moderati ma anche ex ds, preoccupati per l'impatto che avrebbe il congelamento della commessa sulle imprese italiane coinvolte. Contrari anche i "governisti" del partito senza contare che il ministro della Difesa Mario Mauro di recente ha assicurato che non ci saranno variazioni al programma d'acquisto.

Giampiero Scanu, capogruppo del Pd in commissione Difesa alla Camera, getta acqua sul fuoco. «Stiamo lavorando - spiega - per trovare una soluzione ampiamente condivisa e al momento non esiste alcuna spaccatura dentro il Pd sugli F-35». «L'obiettivo - aggiunge Scanu - è presentare una mozione per chiedere trasparenza, per verificare se il costo sia compatibile con l'attuale crisi delle finanze, e che rispetti la Costituzione».

(Alberto Custodero, Repubblica 25 giugno)

 


PERCHE’ IL VIAGRA E’ IL PETROLIO DELL’AMORE: VEDREMO

Per le case produttrici il business si annuncia stratosferico. E promette di stracciare lo score attuale di settanta milioni di euro l'anno. Il sildenafil diventerà un farmaco da banco. Il generico del desiderio. E l'Italia è particolarmente toccata da questa rivoluzione erettile, visto che è il secondo consumatore d'Europa. Dopo gli inglesi, of course, che con il sesso hanno proverbiale conto aperto.
Questa democratizzazione segna la definitiva consacrazione del viagra a medicinale simbolo del nostro tempo.             Molto più dell'aspirina, infinitamente più del prozac. Perché di fatto, allungando la speranza di vita erotica, incarna il mito dell'amore eterno. E diventa la versione moderna degli elisir di giovinezza che l'umanità sogna da che mondo è mondo.
Prima della chimica per ritrovare il vigore perduto si ricorreva ai cosiddetti afrodisiaci. Vino, sesamo, rape, uova, ostriche, champagne. La cucina della seduzione insomma. Quella che non era fatta per farsi passare l'appetito ma per farselo venire. Dietro il successo epocale della pillola blu c'è dunque un mito vecchio o quanto l'uomo. Ma che oggi diventa di massa. Perché nel mondo contemporaneo energia e giovinezza sono un imperativo collettivo. E la medicina che promette prestazioni da leggenda diventa il simbolo di questa energia vitale che riguarda l'economia dei beni e quella delle passioni. Così l'idea di una vita eterna diventa il corrispettivo biologico della crescita infinita. E' il viagra il petrolio dell'amore.
Marino Niola
(Il Venerdì 21 giugno)

In Italia si spende più nel viagra che nel pane.

giovedì 27 giugno 2013

COMMENTO ALLA LETTURA BIBLICA

                SEGUIRE GESU’: IL FATICOSO SENTIERO DELLA GIOIA

                    ( LUCA 9, 51-62)

 

51Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato tolto dal mondo, si diresse decisamente verso Gerusalemme 52e mandò avanti dei messaggeri. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per fare i preparativi per lui. 53Ma essi non vollero riceverlo, perché era diretto verso Gerusalemme. 54Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». 55Ma Gesù si voltò e li rimproverò. 56E si avviarono verso un altro villaggio.

57Mentre andavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». 58Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo». 59A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, concedimi di andare a seppellire prima mio padre». 60Gesù replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu và e annunzia il regno di Dio». 61Un altro disse: «Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa». 62Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».

 

La seconda parte del Vangelo di Luca si estende dal capitolo 9, 51 fino al 19, 44. Essa costituisce, sia pure con alcune imprecisioni e contraddizioni topografiche, la sezione più originale di questo vangelo. Si tratta di un viaggio, anzi di un pellegrinaggio verso Gerusalemme che è una “salita” (Gerusalemme è situata a 800 metri di altitudine) sia fisica che spirituale.

 

Più volte troviamo il verbo camminare, sia in questi versetti che nei capitoli successivi. Dunque, Gesù ci é presentato come uno che cammina, un maestro e un profeta itinerante. Ma qui il viaggio ha una direzione precisa: verso Gerusalemme.

Si tratta del viaggio che sta particolarmente a cuore a Gesù. Egli vuole portare il suo messaggio nella “città santa”, nel tempio. Là vuole , come i grandi profeti, verificare se il Tempio è fedele alla sua funzione  o se, come ha udito dal Battista e dalla gente dei villaggi, è diventato un centro di potere e di manipolazione.

 

Il versetto 51 letteralmente dice: “Fece il volto duro”. Si tratta di una decisione risoluta, consapevole.  Gesù non è affatto un ingenuo e, se sarà il caso , sarà disposto a portare il suo attacco profetico fino in fondo. Intanto la “salita” si prospetta subito piena di ostacoli. Questo villaggio di samaritani, sapendo che Gesù va a Gerusalemme, non lo accoglie perché tra il giudaismo ufficiale e i samaritani non correva buon sangue. Gesù non condivide lo sdegno dei discepoli, anche perché conosce le discriminazioni che i capi di Gerusalemme avevano imposto contro i samaritani.

 

Tre ammonimenti

 

Ad una prima lettura i versetti dal 57 al 62 destano un certo senso di spavento, sembrano addirittura repellenti, scostanti, disumani. Gesù non è affatto uscito di senno, ma con tre esemplificazioni radicali, vuole dichiarare apertamente quale è la natura del viaggio a Gerusalemme, quale disponibilità esso esiga.

Nessuno si faccia illusioni e prenda una decisione alla leggera.

Al primo “personaggio”, che entusiasticamente si autocandida  a far parte del gruppo, Gesù taglia alla radice ogni illusione facilona: nessuno può diventare davvero discepolo di Gesù e condividerne il cammino e la sorte se non riceve “una forza dall’alto”, cioè “è impossibile essere discepolo o discepola  se l’iniziativa non viene dal Signore” (Marcelo Barros).  Si profila una vita così precaria , così esposta al rischio , così “pericolosa” che non può essere intrapresa come un’avventura personale, ma come risposta ad una chiamata.

Seguire Gesù, sottolinea il Vangelo di Luca , “è vivere in cammino senza adagiarsi nel benessere e senza cercare un facile rifugio nella religione”

(Josè Antonio Pagola).

Le altre due “esemplificazioni”enunciano due richieste paradossali. Occorre rinunciare a quanto la pietà filiale e la Legge richiedevano agli ebrei per i quali la sepoltura dei genitori dispensava addirittura dall’osservanza del sabato. Né, dopo la chiamata a seguire Gesù, è possibile indugiare e prendersi  il tempo di salutare i propri familiari. Viene, riconosciamolo, un certo sgomento. Si tratta di tre “scene” che sembrano scoraggiare anche il più appassionato e sincero discepolo.

 

Attenti al messaggio

 

E’ ovvio che ci troviamo di fronte ad un linguaggio paradossale che però veicola un messaggio prezioso e tuttora attuale. Quando Luca redige il suo Vangelo (anni 85-90) c’era già un certo intiepidimento della fede e molti si erano già voltati indietro , avevano abbandonato il cammino. L’evangelista, , riprendendo dalla tradizione orale alcuni paradossi risalenti a Gesù, scrive queste “immagini” dure e scandalose per risvegliare ad una nuova decisione, quella che va rinnovata ogni giorno.

Anche le realtà più preziose, come l’amore per i propri congiunti e le relazioni più profonde, possono diventare ostacoli, freni, impedimenti alla sequela di Gesù.

Agostino di Ippona nelle Confessioni racconta che quando stava per convertirsi alla sequela di Gesù , ogni giorno diceva  a se stesso : “ Comincio domani”. Forse la radicalità di questo linguaggio è proprio anche la richiesta di Gesù  di sapere prendere oggi le decisioni che il Vangelo ci propone senza le esitazioni che diventano dilazioni, cioè un eterno rimando ad un ipotetico domani.

 

Per noi oggi

 

La nostra fede è spesso ancora troppo ancorata ad una vaga religiosità, fatta di abitudini pie,  di concezioni e devozioni del passato. “ Non è possibile annunciare il regno di Dio se ci si volge solo indietro. Quando soffochiamo la creatività o uccidiamo l’immaginazione evangelica, quando controlliamo ogni novità ritenendola pericolosa e promuoviamo una religione statica, stiamo ostacolando la sequela viva di Gesù. E’ il momento di cercare , ancora una volta, vino nuovo in otri nuovi. Lo chiedeva Gesù” ( Josè Antonio Pagola) allora e ce lo propone oggi.

Se posso farvi una umile, piccola confidenza, oggi al compimento dei miei 50 anni di ministero, vi dirò che ho il cuore pieno  di gratitudine  verso Dio  e verso chi mi ha accompagnato e aiutato, a partire dalla mia comunità cristiana di base. Tante volte anch’io ho provato la voglia, la tentazione di “voltarmi indietro”, di farmi un posticino meno scomodo, di limitarmi ad un ambito comunitario “selezionato”, di stemperare la proposta del Vangelo in una pia religione. Solo ritornando ogni giorno al pozzo, solo non perdendo di vista Gesù e la sua “compagnia”, mi è stato possibile, con tutte le mie fragilità e contraddizioni, non tornare indietro e continuare  questo sentiero.

 

Ti prego,

o Dio che spesso Ti nascondi.

Sono sicuro che posso contare su di Te

nei giorni di sole come nelle notti più buie.

Ho constatato che la perseveranza

è un dono che si realizza soltanto

attingendo da Te forza, gioia, speranza,

e che il sentiero quotidiano

è il luogo della Tua presenza.

 

 

 

MESSINA: NO PONTE

 

Anche questa una bella notizia. Si tratta di una scelta netta che ha messo fuori gioco le ambigue esitazioni e doppiezze del Partito Democratico. Ci vuole chiarezza... comunque si tratta di una bella vittoria ecologista e di sinistra.

MARINO: CONTENTO DELLA DISPONIBILITÀ DEI GRILLINI, MA GRILLO IMPONE IL SUO NO DA VERO TIRANNO

 

“Sono contento della disponibilità dimostrata dal Movimento 5 Stelle nel valutare i contenuti del mio programma”. Queste le parole di Ignazio Marino, neo sindaco della Capitale, in procinto di varare la nuova squadra del Campidoglio.

“Durante la campagna elettorale – prosegue Marino – erano già emersi i punti di convergenza su molti temi e la loro apertura nei miei confronti è un’ulteriore conferma della discontinuità della nostra proposta rispetto alla vecchia politica”.

“Aspetto con fiducia da parte loro la segnalazione di un profilo importante per la giunta in materia di legalità e sicurezza urbana” conclude il sindaco di Roma. Per Enrico Gasbarra, segretario del Pd Lazio, l’apertura di Marino al M5S è una “novità politica interessante, perché poggia su un punto importante che ha rappresentato il centro della campagna elettorale: far voltare pagina a questa città”.

NELLA CITTÀ DI RENZI SOTTO ACCUSA ESCORT, COCAINA E RECORD DI SENZA TETTO

 Prima in Italia per consumo di cocaina, quarta per presenza di senza fissa dimora. Firenze "peccatrice", egoista, incurante delle sue bellezze culturali e infettata dalla «voglia di trasgressione, in tutte le forme possibili». Così la descrive il cardinale Giuseppe Betori parlando dal pulpito del Duomo nel giorno della festa di San Giovanni Battista, patrono della città e simbolo della rinascita morale della cristianità. Ad ascoltare Betori c' è anche il sindaco Renzi, che esce dalla chiesa visibilmente seccato per l' attacco a sorpresa.

L' inchiesta sul giro di escort che ha puntato i riflettori su incontri a luci rosse negli uffici del Comune è ancora in corso e per Renzi è difficile non pensare che le parole di Betori non suonino come un rimprovero. Cerca di cavarsela con una battuta di replica ma stavolta la dice a denti stretti: «Vorrà dire che quest' anno a Benigni facciamo leggere Dante, mentre il prossimo anno gli faremo leggere Boccaccio», scherza. In realtà è furioso, sulla storia degli homeless chiede alla sua vice Saccardi di chiarire in un comunicato ufficiale che «Firenze spende oltre 50 milioni di euro nelle politiche sociali, di cui 4,2 nell' accoglienza» e per il resto decide di ingoiare l' amaro boccone senza scatenare polemiche che inevitabilmente avrebbero riflessi sulla sua corsa verso la leadership del Pd. Ma le critiche dell' arcivescovo al sindaco cattolico rischiano di segnare una svolta nella fin qui civile convivenza tra la Curia e Palazzo Vecchio.

In Arcivescovado si dà una lettura diversa dell' omelia di Betori, che non sarebbe ispirata da sentimenti anti renziani bensì dal nuovo corso imposto alla chiesa da Papa Francesco, che chiede maggiore impegno sul sociale e un grado di attenzione e partecipazione alla materia viva dell' emergenza economica.

Qualunque sia la verità, comunque, il monito di Betori non può certo lasciare indifferente chi da quattro anni è alla guida dell' amministrazione. «Un' improvvida voglia di trasgressione passa dalle piazze ai luoghi della cultura, anche qui senza che si notino apprezzabili reazioni, pur con qualche lodevole eccezione», attacca il cardinale. «Si aprono spazi di trasgressione, in tutte le forme possibili, che incidono sull' identità stessa della città», che invece avrebbe tra i suoi compiti quello «di salvaguardare i beni di cui è custode».

I vizi superano le virtù, insomma. Dante avrebbe abbondante materia su cui lavorare per popolare i suoi gironi infernali, secondo l' arcivescovo. «Come non reagire alla notizia del primato di questa città nel consumo di cocaina e agli avvertimenti circa la diffusione anche tra noi della piaga del gioco d' azzardo?», dice rivolto alla platea del Duomo. Ma pensa anche ai poveri, agli ultimi: «Firenze è al quarto posto in Italia per presenza di senza dimora e si registra un' allarmante crescita del bisogno alimentare. I senza dimora sono quasi duemila, centinaia e centinaia di famiglie cui è negata la possibilità di un tetto che le accolga. Aumenta la gente che letteralmente ha fame», insiste, «mentre non si riescono a debellare le gravi forme di spreco che definiscono il nostro stile di vita». Un avvertimento per tutti, certo. Ma anche una bella tirata d' orecchie per il sindaco che si candida a governare l'Italia.

(Repubblica 25 giugno, Simona Poli)


IL PRETE PEDOFILO VUOTA IL SACCO

Don Poggi, uscito dal carcere dopo aver scontato 5 anni per atti sessuali sui minori, ha deciso di vuotare il sacco e sta denunciando fatti, circostanze e persone che fanno tremare il vaticano.
Tra nomine, spostamenti, defenestrazioni e avvicendamenti i prossimi mesi vedranno una piccola rivoluzione nei sacri palazzi, più per la forza delle notizie che vengono alla luce che non per la volontà di papa Francesco.

TOGLIETEVELO DALLA TESTA

Cellulari, tumori e tutto quello che le lobby non dicono

Prendete un'industria telefonica multinazionale, un gestore, un assicuratore, uno scienziato indipendente e un altro scienziato o un istituto di ricerca le cui indagini siano pagate dall'industria in questione o dai gestori di quella.
Aggiungete l'Organizzazione Mondiale della Sanità, all'interno della quale ci siano scienziati "talpa" che lavorano per le multinazionali e otterrete una pasta culturale dal sapore acido e dalla consistenza nient'affatto elastica. Quasi un'arma.
In questo caso puntata contro gli utenti. Il fatto è che già da tempo si sa che i cellulari non sono affatto innocui; del resto nelle stesse istruzioni allegate al prezioso apparecchio si scrive di tenere il telefono ad almeno 10, o meglio, 15 centimetri dall'orecchio.
E sennò?
Ormai gli studi degli scienziati non allineati, ovvero non pagati dall'industria sono chiari: in un arco di tempo ormai abbastanza vasto sono stati effettuati indagini ed esperimenti i cui risultati non possono essere messi a tacere. Il cellulare, dunque, fa male e di certo è responsabile di tumori al cervello specialmente per chi lo usa ore e ore per lavoro. E non è assolutamente innocuo per chi lo utilizzi quotidianamente per più di un'ora al giorno. Il saggio, interessantissimo e molto ben documentato ripercorre tutte le tappe di un'indagine del giornalista e dei suoi collaboratori negli ambienti delle assicurazioni e degli scienziati, allineati e non. Compresa un'ampia rassegna della stampa di mezzo mondo. Vi si raccontano anche le dolorose vicende di singoli utenti che si sono ammalati dopo un uso continuativo del cellulare.
Quattro le raccomandazioni che possono riassumere le istruzioni giuste per l'uso del telefono:
1° Non metterlo sotto il cuscino, per restare sempre connessi (gli adolescenti).
2° Mai nella tasca dei pantaloni se non volete che il microonde vi cuocia i genitali.
3° Telefonate brevi; preferite gli sms.
4° Non fatelo usare ai bambini e ai ragazzi: a loro fa molto più male che agli adulti!
Un lavoro denso e laborioso, ma assai ben articolato, caratterizza questo libro i cui messaggi dovrebbero circolare il più possibile.

*Significativo il fatto che «mentre nel 67 per cento degli studi indipendenti c'è una possibilità di trovare riscontro degli effetti biologici dei cellulari, in quelli finanziati dall'industria la probabilità precipita al 28 per cento».

di Ambra Bambini
(da l'altrapagina)

Riccardo Staglianò. Toglietevelo dalla testa. Cellulari, tumori e tutto quello che le lobby non dicono, Chiare Lettere, pp. 353, euro 15

mercoledì 26 giugno 2013

TI RINGRAZIAMO

O Dio,
che ci fai incontrare nei modi più diversi,
Ti ringraziamo per i doni che ci fai.
Tu, Dio bello ed accogliente.
ci hai invitati e sospinti
sulla strada di Gesù.
Possano nascere in questo solco
i frutti di amicizia e condivisione
che Tu attendi dalla nostra vita.
Muovi le nostre mani per costruire
le catene della pace e della giustizia,
perchè il leone cessi di mangiare l'agnello,
perchè il deserto non invada le terre feconde,
perchè cadano le barriere tra popoli e persone.

NAZISMO INFORMATICO

Gentile Augias, seguendo la vicenda della senatrice Adele Gambaro alle prese con dirigenti e colleghi del M5S, leggo titoli asettici, quasi prese d'atto di quanto sta avvenendo. Ci si rende conto di quanto scorre davanti ai nostri occhi di cittadini di uno stato democratico liberale? La Costituzione non solo difende la libertà di pensiero e di espressione, ma la estende con il suo articolo 67 fino agli eletti in Parlamento rendendoli liberi da ogni vincolo di mandato. Se un partito vuole espellere un suo membro, lo fa e basta, ma questo non lo autorizza ad un processo pubblico di fatto. Stando a quel che leggo, Adele Gambaro sta subendo una riedizione di quei processi politici con tanto di richieste di ammissione di colpe e di pubbliche scuse al partito. Insomma le si chiede "La confessione", titolo del celebre libro di Arthur London sui processi stalinisti in Cecoslovacchia (e altrove) contro i gruppi "antipartito". Tuttavia, se è proprio la tragicità di quelle vicende a rendere ridicola questa, ciò è un motivo in più affinché la stampa e gli organi d'informazione si oppongano.
Giovanni Moschini - g.moschini@yahoo.it


I commenti per la verità non sono mancati, anche se non sempre adeguati alla gravità di quanto sta accadendo, su questo il signor Meschini ha ragione. L'aspetto istrionico e pagliaccesco non attenua anzi rende più evidente questa gravità. C'è odio nelle dichiarazioni di condanna verso Adele Gambaro e verso i dissidenti, c'è sia pure in forma simbolica, voglia di castigo e di pena. Gli autori di quelle "grida" probabilmente non si rendono conto che la loro tragicommedia ricalca, nelle forme che l'attuale situazione rende possibili (più in là non si può andare), rituali già applicati fin da tempi remoti per arrivare agli orrori del XX secolo passando attraverso i roghi per gli eretici e le streghe. Pensavamo di aver toccato il Nadir con le invettive e le maledizioni di Umberto Bossi, le sue rustiche manifestazioni di condanna e di dileggio; il duo Casaleggio Grillo è sceso ancora più giù, cosi giù che al confronto le lotte ai vertici del vecchio Pci e le vendette ordite nelle stanze ovattate di via delle Botteghe Oscure, diventano duelli tra gentiluomini. Riesco a individuare un solo vantaggio nella vergogna di quanto sta accadendo: la demolizione del mito della Rete che molti avevano elevato a criterio universale di democrazia diretta. Ora sappiamo che anche la Rete può diventare uno strumento fraudolento per manipolare il consenso e dare veste apparentemente legittima al gioco delle cooptazioni decise dal vertice. Il buon Calderoli con la sua "porcata" fa la figura di un vecchio Dulcamara che gira tutto sudato le piazze di paese; questi invece fanno quello che gli pare schiacciando nell'ombra un paio di bottoni.
Corrado Augias
(Repubblica 20 giugno)

martedì 25 giugno 2013

Celestino V in "L'avventura di un povero cristiano" di Ignazio Silone

Il cristianesimo non è un modo di dire, ma un modo di vivere. E non si può decentemente predicare il cristianesimo agli altri, se non si vive da cristiani.

 

Eduardo Galeano


La chiesa detterà un nuovo comandamento: “amerai la natura in ogni sua forma” e allora saranno riforestati i deserti del mondo e i deserti dell’anima.



PALERMO UN GAY PRIDE PROMETTENTE


Sono stato cinque giorni in Sicilia e sono ritornato con una valanga di emozioni, riflessioni, incontri, dibattiti, gruppi. Ad un certo punto ho pensato che le mie forze venissero meno nei vari dibattiti affollatissimi su “fede cristiana e omosessualità”.

Il corteo che sabato 22 ha attraversato la città fino ai cantieri Zisa ha coinvolto un numero impressionante di donne, uomini, bambini in un clima di festa senza un minimo segnale di violenza.

Ho anche potuto incontrare migliaia di persone con cui ho avuto negli anni scambi epistolari da ogni parte d’Italia, ma non posso qui dimenticare soprattutto il Gruppo Ali d’aquila, omosessuali e lesbiche della comunità di San Francesco Saverio, attivi in tutte le iniziative del Pride.

Come dimenticare la serata in cui abbiamo ricordato don Marco Bisceglia e le sue “tre vite”? Quel 25 ottobre 1978 c’ero anch’io a Lavello, quando la polizia sgomberò la chiesa e don Marco, non più acclamato dal popolo, fu estromesso.  Quella sera con don Marco e Anita, la sorella, parlammo a lungo anche con idee diverse. A Lavello rimasi fino al 29 perché quel giorno il vescovo riconsacrò la chiesa! Poi ripresi la via verso Pinerolo. Ormai il vescovo aveva radunato tutto il popolo. Mi infilai in chiesa e piansi di dolore per quel vescovo venduto al potere, quel prete dei poveri sconfessato e quel popolo manipolato!

Venerdì 21, con un certo disappunto, non ho visto al dibattito nessun volto delle comunità cristiane di base,così pure negli altri momenti del Pride.

Ancora un tappa: domenica 23 ho avuto la gioia di essere condotto di buon mattino a Trapani dove ci attendevano le comunità valdesi e metodiste di Trapani e Marsala, il pastore Alessandro Esposito e la moglie Rut. In una calda celebrazione comunitaria ho potuto svolgere il servizio della predicazione…. Sono tornato a casa con Roberto e Daniele del Gruppo La Scala di Giacobbe di Pinerolo e all’aeroporto ho dovuto pagare ben 121 euro in più per il soprappeso della mia valigia. (Il ministero itinerante in questi mesi mi ha riservato almeno tre “sorprese” di questo genere….). Ma un Pride come questo non lo dimenticheranno coloro che vi hanno preso parte…. Un’ultima annotazione…. Gioia e dolore a volte si uniscono. Il pastore Alessandro e la moglie Rut stanno preparando i bagagli. A Natale si parte per l’Argentina. Caro Alessandro, amico e confratello carissimo, pastore profeticamente prezioso…, stai realizzando il tuo sogno di cristiano, di pastore, di teologo… So che resteremo “vicini” nonostante i chilometri, uniti nella fede e nell’impegno.

                               Franco Barbero