sabato 30 novembre 2013

TUTTI MIOPI TRA 30 ANNI, COLPA DI PC E CELLULARI


Giovani sempre più miopi e non solo per colpa di predisposizione genetica. La digitalizzazione globale, anzi l' over dose e il cattivo uso che si fa di tablet, smartphone, cellulari, tv digitali, iPad e smartgadgets vari, sta presentando il conto. Sembra proprio che la responsabilità sia questa, stando almeno ai risultati di diverse ricerche scientifiche internazionali.

Se n' è parlato a Milano, al congresso "Videocatarattarefrattiva 2013" e, conti alla mano, gli oculisti cominciano a parlare di epidemia di miopia, avanzando la catastrofica previsione dell' avvento di una generazione di miopi fra 30 anni: appena tre decenni fa, la miopia colpiva un europeo su cinque, oggi più di uno su tre». In uno studio fatto a Taiwan su 11mila studenti, circa l' 80 per cento è risultato miope. Per il direttore dell' Ospedale Oftalmico Fatebenefratelli di Milano, Antonio Scialdone, «troppo a lungo i giovani avvicinano gli occhi a questi schermi, con un continuo sforzo di messa a fuoco, un prolungato accomodamento della vista a vedere da vicino. Alla fine l' occhio non si riesce più a tornare alla messa a fuoco necessaria per vedere da lontano».

L' anno scorso si sono venduti quasi 1 miliardo e mezzo di smartphone, per il 2015 si prevede un numero triplicato. Vengono usati anche mentre ci si sbarba, ci si trucca, si mangia o si guida... per ore e ore al giorno. Basta guardarsi intorno per accorgersene.

Altra causa dell' aumento dei casi di miopia è l' esporsi a poca luce naturale. In media in Italia si passano più di quattro ore al chiuso, davanti agli schermi tv, a quelli piccolissimi dei nuovi strumenti elettronici, al pc, per navigare in Internet, per inviare sms o giocare ai videogames. E la vista dei giovani e soprattutto dei bambini si affatica. Aggrava la situazione, l' usare a lungo gli smartphone per la lettura di pagine scritte con caratteri piccoli.

«Fate stare i bambini all' aria aperta», consiglia Scialdone, «Si riduce il rischio di miopia perché la dopamina, sostanza prodotta nella retina con la luce naturale, è importante per trasmettere le immagini al cervello e sembra in grado di evitare la crescita eccessiva dell' occhio che porta alla miopia».

Un problema può essere anche la lunga esposizione alla luce blu diffusa dai led di smartphone e tablet, da alcuni schermi televisivi. Ha una lunghezza d' onda corta, quindi maggior frequenza ed energia che provoca sfocatura e riduzione di contrasto sulla retina. Su questo tipo di luce ci sono sospetti così gravi da aver indotto la Samsung, uno dei principali produttori mondiali di smartphone, a studiare e realizzare "Smart Pose" una App che tiene sotto controllo la distanza che vi è tra il telefonino e l' occhio, la postura dell' utilizzatore e la durata dell' uso, analizzando i dati provenienti dalla fotocamera frontale e dai sensori del cellulare.

(Repubblica 26 novembre)

padre Elio Taretto

La generazione che aveva visto la guerra e la resistenza armata era entrata nel dopoguerra con mille interrogativi: era crollato un mondo che fino a un decennio prima sembrava l'unico possibile. Tutti i punti di riferimento erano macerie: il parroco, il farmacista, il podestà, il geometra e la levatrice appartenevano allo scenario sbiadito che non rispondeva più alla realtà di un piccolo mondo antico ormai tramontato.
Nascono i germi della "Rinascita" che produrrà entro trent'anni, insieme con le autostrade e l'inquinamento, mafiosi, emigranti, imprenditori fai-da-te, eroi civili, preti e frati senza tonaca. Il mondo è percepito come un grande laboratorio di ordinaria follia, in cui ciascuno prende su di sé il rischio dell'avventura. Ciascuno è Ulisse, Saulo, Don Chisciotte. La "Rinascita" della Chiesa si chiama 'Aggiornamento", la palestra è il Concilio Vaticano II. Una caldaia in ebollizione, un caos indispensabile come premessa alla follia di ogni nuova creazione.
Cambiano le situazioni sociali, i contesti della convivenza, cambiano i calendari e i riti religiosi, la sensibilità morale: per qualcuno creare scandalo può diventare un dovere, per altri un crimine. Fare il prete e il frate era entrare nella "carriera ecclesiastica" in una società gerarchicamente organizzata con titoli spagnoleschi, inchini e baciamani.
Cresciuto nella struttura dello studentato francescano, Elio (Celestino) Taretto prende il largo, fiuta a distanza la sorpresa del Concilio e la sgroppata del Sessantotto: inizia la catena di carità e attenzione ai poveri, soprattutto per il mondo della prostituzione e dell'emarginazione in generale con i centri di via Arcivescovado e via Mercadante in Torino. Mai da solo, ma suscitando intorno a sé aggregazioni e sperimentazioni comunitarie, con confratelli del suo Ordine o con laici, vivendo la spiritualità di Emmaus, dà vita a Tempi di Fraternità e lavora con un gruppo di "Cristiani per il socialismo", uomini di pace tra due frontiere.
Si trasferisce a Pino d'Asti con una più forte accentuazione degli aspetti formativi del vivere, il recupero di un rapporto diretto e aperto con la natura, con i valori sociali e del terzo mondo, non violenti. Tali opzioni vengono consolidate alla Cascina Penseglio di Albugnano, in un contesto di vita comunitaria tra religiosi e laici, con una irradiazione su persone alla ricerca dei valori veri, umani e religiosi. Sul ponte di Mostar nella marcia di pace con Luigi Bettazzi e Tonino Bello rischia la vita, una sventagliata di mitra gli lacera il saio. Il ponte tra due rive è stato il simbolo di tutta la sua vita, forse preannuncio di una traversata inattesa, per un male che lo minava da tempo, il 10 dicembre 1993. Ma continua a camminare con noi.

Gianfranco Monaca
(L'Unità 27 novembre)

Voglio ringraziare il mio volto ferito perché mi ha insegnato a credere in me stessa. A essere padrona di me, del mio corpo e dei miei sentimenti.
Lucia Annibali
Cavaliere della Repubblica

venerdì 29 novembre 2013

COMMENTO ALLA LETTURA BIBLICA



L'ATTESA  OPEROSA
 “Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando Noè entrò nell'arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e inghiottì tutti, così sarà anche alla venuta del Figlio dell'uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno sarà preso e l'altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una sarà presa e l'altra lasciata. Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi state pronti, perché nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà” (Matteo 24,37-44).

 
 

La liturgia cattolica, un po’ come le vetrine delle nostre città, ormai con la prima domenica di avvento invita a guardare al natale di Gesù.



Io guardo altrove. Il nostro natale è diventato una “benedizione” del nostro sistema politico, culturale e religioso in cui contano solo il denaro, l’immagine e la prepotenza.



Condivido pienamente ciò che scrive don Aldo Antonelli su Adista del 6 novembre:

“Mi si perdoni, ma come non rilevare una vena di ipocrisia anche nella contestualizzazione di questo brano nella liturgia della prima domenica di Avvento, là dove l’attesa non è rivolta, comunemente, alla venuta (Avvento) del Regno, bensì al Natale di Gesù Cristo, come se il Cristo non fosse già nato, non fosse già vissuto e non avesse parlato ed operato! Cosicché quello che dovrebbe essere un messaggio da adulti, a che facciano scelte ardite per un futuro di pace, si riduce a sostanziarsi in una festa da “bambini” che accende la fantasia e spegne la profezia”.


Proprio così… Tutti ci vogliono “bambini” obbedienti, in visita ai presepi meccanici, davanti al panettone e allo spumante, a pancia piena davanti alla TV, magari anche per la solenne benedizione augurale del papa. E poi i viaggi in paesi lontani…dopo aver dato qualche moneta per i poverelli.

 Non sto calpestando momenti di sincera e fattiva solidarietà o di costruttivi incontri familiari. No, sto solo denunciando quel clima di alta glicemia spirituale che ci acceca, ci culla e ci addormenta.


Non è la leggenda teologica della nascita di Gesù (che è nato in una comune e numerosa famiglia ebrea dall’amore di Maria e Giuseppe, con tutta probabilità a Nazaret) che mi interessa.

Ciò che è decisivo per la mia fede è ciò che il nazareno ha fatto, praticato e insegnato. A natale noi ci soffermiamo divagando tra angeli, la stalla, i pastori, il bue e l’asinello e così presi in braccio e cullati da una predicazione rutinaria e moralistica che tenta di coprire quel vuoto di contenuto evangelico che si percepisce ovunque.

Lo sfolgorio delle luci è il segnale più evidente delle tenebre in cui siamo avvolti.
Uno scossone, anzi due
Le letture di oggi, colte nella loro forza e nella loro concretezza, non ci spingono affatto ad aspettare il bambinello Gesù e a guardare alla “capanna di Betlemme”.

 Matteo ci svela una tragica possibilità: nel ritmo e nella scansione della esistenza quotidiana possiamo “non accorgerci di nulla” (versetto 39) e così buttare via la nostra vita. C’è un solo rimedio: “vegliare” (v. 42) ed “essere pronti” (v. 44).


E’ l’esatto opposto della “politica del Natale”. Anziché avvelenarci nell’evasione, il Vangelo ci invita a cogliere qualche momento e qualche giorno di tregua e di riposo per risvegliare i nostri occhi e la nostra attenzione sulla realtà in cui viviamo.

 E’ faticoso, eppure necessario, non “lasciarci vivere”, non abbandonarci alla corrente, non cedere alla cultura del frivolo che invade ogni dimensione della nostra vita. Mi sembra che questo richiamo, questo “grido” di Gesù, questo appello suo alla vigilanza e alla prontezza, oggi comportino una svolta.



 Si tratta di passare, dentro il nostro quotidiano, da una concentrazione su noi stessi ad un “pensare in grande”, cioè nella dimensione dei problemi dell’umanità e del creato. Si tratta anche, a mio avviso, di sognare un mondo da reinventare oltre la logica della crescita infinita, di osare di nuovo, di essere figli e figlie del Dio creatore, di operare alcune discontinuità e rotture radicali con un sistema che garantisce solo i “garantiti” anziché creare futuro per tutti e tutte


Ce lo dice il testo del profeta Isaia che, nel contesto culturale del suo tempo, sogna e promette un mondo disarmato.
“Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, non impareranno più l’arte della guerra” (Isaia 2, 4).
Parole di fuoco, che bruciano come paglia i principi delle politiche guerrafondaie che in questi ultimi anni hanno ripreso vigore e potenza; nel contempo fanno razzia delle accortezze prudenziali di una chiesa troppo spesso silente e addormentata..
Questa dovrebbe essere una dignitosa predicazione cristiana, mille miglia lontana dalle banalità natalizie ormai vere e proprie ninna nanna delle coscienze.

“E’ ormai tempo che vi svegliate dal sonno”, scrive Paolo ai romani (13, 11).

In questo tempo di corruzione, di ipocrisie, di laiche e religiose, occorre che ciascuno/a di noi colga l’invito accorato e concreto delle Scritture che oggi leggiamo. Aiutiamoci a vigilare, ridestiamoci dal sonno dell’indifferenza, dello sconforto e della paura.

Non c’è da attendere una nuova nascita di Gesù o una sua seconda venuta. “Gesù viene sempre” nel senso che il suo messaggio e la sua chiamata sorgono da ogni parte, se noi non siamo addormentati, distratti o avvolti negli svolazzi angelici. Ogni giorno ringrazio Dio perché, nelle situazioni più diverse, ci sono uomini e donne che “ascoltano il grido” e non si lasciano deviare dalle false luci.


Grazie o Dio
grazie, o Dio, perchè non Ti stanchi di invitarci a nascere e a rinascere, a risvegliarci dai sonni di irresponsabilità.
Quando la nostra fede ritornerà a risuonare nelle vie del mondo  come un appello alla libertà e alla giustizia?

Quando, come figli e figli di Te Creatore, lavoireremo per un mondo altro, quello che Tu non hai smesso di sognare?



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Io donna, io persona avvilita come un oggetto come bambola da letto. lo non voglio essere schiava e neppure esser padrona, voglio essere soltanto una donna, una persona!

Mia Martini
Un violento
non merita il tuo amore.

Merita una denuncia.

giovedì 28 novembre 2013

SUCCEDE AD ATENE...

Grecia: Ragazzo di 16 anni muore di fame ad Atene


Nel centro di Atene un ragazzo di 16 anni ha fame e si avvicina d un panificio, entra e chiede educatamente al fornaio qualcosa da mangiare perché è digiuno da giorni .
 Il fornaio è pronto a dargli gli ultimi due pezzi di pane . Il bambino si siede sulla soglia e li mangia entrambi . Poco dopo rimane esanime lì, sulla soglia del forno, ed esala l’ultimo respiro .
Ha avuto finalmente da mangiare dopo giorni, ma l’organismo è troppo indebolito e non ha potuto resistere .

Così un 16enne muore di fame senza sapere che cosa è l’avanzo primario di cui parlano i tecnocrati . Ma non troverete questa storia sui media . Come non leggerete le storie tragiche di centinaia di migliaia di greci ….

OLTRE LA RELIGIONE?

 

Basterebbe leggere il volume di Elizabeth Johnson “Alla ricerca del Dio vivente” (Fazi editore) per capire come una lettura sommaria, ideologica ed eurocentrica dell’esperienza cristiana si illuda di superare la relazione fede e religione nelle sue varie articolazioni.

Gesù non ha pensato di andare oltre la religione ebraica, ma di rinnovare e di rilanciare dall’interno le più profonde istanze di fede. La stessa espressione barthiana di oltre settant’anni fa sollevava, in una cultura eurocentrica, un fecondo interrogativo e la sua affermazione dava spazio ad un’interpellazione, ad un rapporto dialettico. Proprio Barth, Bonhoeffer e Tillich sono maestri straordinariamente attenti a tutte le dimensioni dell’esperienza cristiana. Estrarre da qualche loro testo una citazione per farne il manifesto di un cristianesimo non religioso appartiene a chi, anziché leggere le loro opere, preferisce compiere una lettura ideologica di una frase.

Pensate che a me, ritagliando da una relazione o da un intervento e isolando cinque o sei parole, hanno fatto dire l’esatto contrario di ciò che penso.

Talvolta il nostro “vizio” eurocentrico e nordamericano ha creduto, ignorando l’orizzonte e le pratiche di altre esperienze, di relegare “la religione” nelle esperienze da deporre tra le anticaglie in nome della fede. Il “Dio generoso”, che ama il creato oltre il cosiddetto Occidente, ha sempre evidenziato la Sua presenza amorosa anche in cristianesimi molto religiosi. Basta allargare lo sguardo all’Africa, all’Asia, alle religioni dei ladinos, delle donne nere oppresse, al pluralismo religioso, alla religiosità popolare ... per capire quanta fede liberatrice queste esperienze promuovano e testimonino, nonostante il nostro pregiudizio occidentale. Siamo misericordiosi con noi stessi/e. E’ la nostra ignoranza “razionalistica” travestita di supponenza. I nostri fratelli e nostre sorelle “religiose” (non solo cristiane) ci perdonano e ci aiutano a guardare oltre le nostre categorie eurocentriche. Soprattutto ci aiutano a non ragionare per slogan, per frasette ad effetto, a cercare il mistero di Dio che fa capolino ovunque, fuori e dentro le religioni, che ride misericordiosamente di noi e delle nostre categorie mentali troppo strette e rigide ... Oggi, fa piacere riconoscerlo, la teologia più seria si è liberata da queste prigioni ideologiche.

 

Franco Barbero

APPUNTAMENTI DI FRANCO BARBERO

ALCUNI  APPUNTAMENTI  CON  FRANCO  BARBERO

- Moncalieri - Giovedì 5 dicembre alle ore 20,30: proseguiamo la lettura del volume di Pagola “Gesù. Un approccio storico”. Per informazioni: Pina 011/641087.

- Milano Sabato 7 dicembre alle ore 17: incontro il gruppo del Guado, omosessuali e lesbiche cristiani. Per informazioni: Gianni Geraci.

- Torino – Venerdì 13 dicembre dalle 18 alle 19,30: proseguiamo la lettura dell’Apocalisse in via Principe Tommaso, 4. Per informazioni: 349/7206529.

- Torino Venerdì 13 dicembre dalle ore 20,45: incontro con un gruppo scout in via Principe Tommaso, 4. Per informazioni: 339/5978107.

- Saluzzo – Domenica 15 dicembre alle ore 17: incontro della comunità cristiana di base per la celebrazione natalizia e alcune riflessioni su nuove ricerche teologiche. Per informazioni: Gigi 347/0587147.

- Rivalta - Domenica 22 dicembre alle ore 18: celebriamo il Natale come gruppo “Primavera”. Per informazioni: 347/5561882.

- Rivalta o Piossasco (NATALE DEL GRUPPO BIBLICO GIOVANILE) - Lunedì 23 dicembre dalle 18 alle 23: ci troviamo per un incontro di festa e di celebrazione. Mediteremo sul capitolo 10 del vangelo di Marco. Per informazioni: 333/2572941 o 334/3018999.

- Pinerolo – Sabato 28 dicembre alle ore 16: in via Città di Gap, 13 – 2° piano, presento “Inchiesta su Maria” di Augias – Vannini, ed. Rizzoli. Per informazioni: 0121/72857.

- Torino (COMUNITA’ NASCENTE) - Domenica 29 dicembre dalle 10,30 alle 15: giornata comunitaria in via Principe Tommaso, 4.

- Pinerolo (ORA DI SILENZIO E DI PREGHIERA) - Martedì 31 dicembre dalle 17 alle 18: ci troveremo in via Città di Gap, 13. Venga chi vuole. Per informazioni: 0121/72857.

AGENTI: TAGLI ED AFFANNI

Dal 113 di Olbia, dove nel giorno dell'alluvione il centralino è guasto e bisogna ricorrere ai propri cellulari, alla questura di Roma, che in sei anni ha visto andare in pensione un terzo dei suoi uomini, mai sostituiti. Dopo l'allarme del capo della Polizia, viaggio tra i tagli e gli affanni di un corpo in crisi profonda.

EVGENIA TIMOSHENKO


Figlia di Yiulia, tuttora in carcere

"Dobbiamo pensare agli interessi dell'Ucraina non a quelli di Putin. E i nostri interessi non riguardano solo l'economia ma altre cose più importanti. Come i diritti umani."

INVITO A TEATRO

Vi ricordiamo  che
                                    Il Gruppo UOMINI IN CAMMINO
ti invita a teatro questa sera, in occasione del 25 NOVEMBRE, giornata mondiale contro la violenza MASCHILE alle donne (v. Allegato). Per favore, se la cosa ti interessa, inoltra l'invito ai tuoi amici e alle tue amiche. Grazie per l'attenzione Beppe e Carla

Sepúlveda racconta la fiaba della lumaca a Roma

Dopo l'incredibile successo di Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare e di Storia di un topo e del gatto che diventò suo amico Luis Sepúlveda torna ad emozionarci ancora con il suo nuovo libro Storia di una lumaca che scoprì l'importanza della lentezza, una favola presentata e raccontata a grandi e piccini in anteprima ad Eataly Roma oggi alle 18.00 nel Centro Congressi del terzo piano con Librerie.coop. Un evento imperdibile a cui potranno partecipare tutti per lasciarsi incantare dalle parole della sua favola.
Un nuovo animale è pronto a sorprenderci: una lumaca che, in un mondo ormai sopraffatto dalla velocità e dall'ansia, riesce a farci riscoprire il valore della lentezza.

Il flagello Alzheimer, il silenzio della politica

Negli ultimi anni l'alzheimer ha assunto in tutto il mondo le dimensioni di un vero flagello, legato in gran parte all'invecchiamento della popolazione: nel 2050 il 10% della popolazione dell'Ocse avrà più di 80 anni; il costo della malattia sarà pari al 2,9% del Pil; solo negli Usa ci saranno18 milioni di Alzheimer. Un dramma che ha risvolti economici ed organizzativi ed un aspetto affettivo/esistenziale che si può riassumere in questa domanda: «E' possibile elaborare il lutto, di una persona ancora in vita?»
In Italia i malati di Alzheimer e di altre forme di demenza sono circa un milione. La spesa per l'assistenza (8 miliardi di euro l'anno, costo medio annuale per malato fra i 40 e 60 mila euro) ricade in gran parte sui familiari, molto spesso ridotti a forme gravi di depressione e obbligati ad intaccare pesantemente i loro risparmi per ricorrere alle case di riposo e più spesso alle (o ai) badanti (crescono le vendite della nuda proprietà delle case per far fronte al mantenimento dei malati).
Malgrado questa drammatica realtà, destinata a peggiorare in modo esponenziale, partiti, governo e Parlamento ignorano il problema, con la tipica incapacità italiana di programmare la soluzione dei problemi più gravi. Mentre in Germania il problema è affrontato da anni con una assicurazione obbligatoria pagata in parte dai lavoratori, in parte dalle amministrazioni e dalle imprese, il governo francese sta per varare una «reforme de la dépendance» elaborata da tre diversi gruppi di lavoro, secondo i quali il numero delle persone in situazione di non autosufficienza aumenterà del 50% da qui al 2035. Il governo francese, prima di affrontare il problema delle risorse aggiuntive necessarie, punta su due fattori che possono ridurre (o ritardare) la situazione di dipendenza e quindi i relativi fabbisogni finanziari: la prevenzione medica delle malattie legate all'invecchiamento e le misure volte a mantenere i non autosufficienti a casa. Nella prevenzione rientrano, fra l'altro, la sorveglianza sui segni di perdita di autonomia e la lotta contro l'abuso di medicinali. Gli esperti pensano che queste misure possano portare ad un risparmio di 10 miliardi l'anno. Nella seconda linea di azione rientrano tutti quegli interventi volti a rendere sia le città sia le case (quelle esistenti e quelle future) adatte ad ospitare senza barriere i non autosufficienti. La domotica e la robotica utilizzate a questi fini possono fra l'altro dar vita in Francia ad una nuova filiera industriale con la creazione di molti posti di lavoro (oltre ai circa 350 mila posti che dovrebbero essere creati nei prossimi 10 anni per infermieri e personale specializzato nel sostegno a domicilio).
Il problema è comunque ineludibile per tutti: anche gli italiani devono abituarsi a convivere con l'idea che oggi la vecchiaia può durare trent'anni. E devono organizzarsi di conseguenza.
Carlo Trollo

(L'Unità 11 novembre)

Protesta anti-burqa della Santanchè

Il pm ha chiesto un mese di arresto e 100 euro di ammenda per Daniela Santanchè a cui viene contestata l'organizzazione di una manifestazione non autorizzata contro il burqa. La parlamentare di Forza Italia, infatti, nel 2009, nel giorno della fine dei Ramadam, protestò a Milano contro l'obbligo di indossare il burqa senza informare tre giorni prima il questore. E alla fine venne coinvolta in una rissa con degli islamici che la contestavano e fu ferita. Nel processo è coinvolto l'uomo che l'aggredì, Ahmed El Badry, e per lui il pm ha chiesto una multa di 2000 euro. «Ho visto decine di donne andare in giro con questa prigione portatile che è il burqa», ha detto la deputata nella sua deposizione. Il pm ha chiesto che alla Santanchè, incensurata, vengano riconosciute le attenuanti generiche per il suo corretto comportamento processuale.

(Repubblica 19 novembre)

mercoledì 27 novembre 2013

MEDITATIVO


Tu sei qui...

Tu sei qui, Signore Gesù

Tu sei l’umanità che soffre

Tu sei tutti i poveri della terra

Tu sei la nostra speranza

Tu sei l’amore che cammina nel mondo

Tu sei la nostra fiducia profonda

Tu sei l’utopia che non muore

di una umanità di fratelli

dove il potere scompare nel servizio radicale

dove il povero e il piccolo sono al centro

della storia e della vita di ogni giorno.

Dove ci si ama davvero

dove ogni cuore è sincero

e il pane condiviso senza peso.

Tu sei qui.

E io lo credo, e rinnovo ogni giorno

il mio grido e la mia sete

di vita e di unione profonda.

che il tuo regno venga

e la tua volontà sia il nostro pane duro e soave.

E il perdono la fonte inesauribile

della tua e della nostra gioia.

Tu sei qui.

Oggi e sempre. Amen

                                                                          Elio Taretto

                                                                                                         luglio-agosto 1989

 



IN RICORDO DI PADRE ELIO TARETTO


Cari amici,

Il 1° dicembre 2013 saranno 20 anni che P. Elio Taretto è mancato. Noi della Comunità Emmaus voremmo condividere con tutti gli amici che lo hanno conosciuto un momento di ricordo comunitario presso la nostra comunità alla Cascina Penseglio di Albugnano.

Ci troveremo alle 10,00 per uno scambio fraterno ricordando la sua figura e la sua testimonianza di francescano per la pace e la solidarietà. Seguirà la celebrazione dell'Eucarestia. Chi non può partecipare, può inviare un pensiero o un  ricordo che sarà condiviso con gli altri.

Se vorrete potrete fermarvi a condividere la mensa con noi.

E' gradita una conferma della vostra presenza al n. 011/9920841 o a terraegente@libero.it.

Vi aspettiamo numerosi, a presto.

                                                                  La comunità di Emmaus di Albugnano









Lo Studio del Talmud

Gli ebrei ricevono con la rivelazione due «Bibbie» la Torah she biktav e la Torah she bealpeh, ovvero la Torah che è scritta e la Torah che è «sulla bocca». Quest'ultima è raccolta nel Talmud, libro non libro, risultato di secoli di discussioni di centinaia di maestri che contiene tutti i pareri, quelli prevalsi come quelli emersi nel corso delle controversie.
Il Talmud è verosimilmente l'unico libro sacro che accetti la propria rimessa in discussione, anzi, che la solleciti caldamente.
Il Talmud è il risultato del genio dialettico ed ermeneutico ebraico, «risposta» dell'uomo alla parola divina dello scritto. Lo studio del Talmud deve essere polemico e ha bisogno del confronto: ragion per cui non è uno studio solitario, ma necessita di almeno due persone che, con assillo, si critichino per dinamizzare il pensiero, per impedire che la sclerosi li irrigidisca. ( ... ) Il Talmud ci insegna a non aver fretta di saltare alle conclusioni.
I precetti sono santi e rispettarli è cosa santa, ma anch'essi corrono il rischio di divenire idoli dietro cui celare la pigrizia del proprio pensiero.
Moni Ovaia

(da Riforma 8 giugno)

CASINI: COME SEMPRE

Casini si è già prostituito alla richiesta di Berlusconi e chiede di "congelare" la votazione sulla decadenza da senatore del cavaliere.
E' il solito servo del padrone, viscido, vergognosamente calcolatore.
Come da 20 anni… come una nullità che cerca di sopravvivere.

martedì 26 novembre 2013

I VESCOVI BOICOTTANO IL PAPA

         NOI SIAMO CHIESA

   Via N. Benino 3   00122 Roma

    Via Soperga 36 20127 Milano

Tel. 3331309765 --+39-022664753                                      Comunicato stampa

           E-mail vi.bel@iol.it

Internet: www.noisiamochiesa.org

                                                                                                                     

 

I vescovi italiani, disorientati, non si stanno impegnando seriamente a promuovere la consultazione sul questionario per il sinodo dei vescovi sulla famiglia. Nei fatti è una specie di boicottaggio.  

 

            Il questionario predisposto per la consultazione del Popolo di Dio in preparazione del Sinodo sulla famiglia del prossimo ottobre è un fatto nuovo e molto positivo. Per la prima volta in modo formale e generalizzato si riconosce che queste tematiche devono essere affrontate a partire dal vissuto di tutti i  credenti nell’Evangelo, donne, uomini e coppie, con le loro gioie e le loro sofferenze. La proposta di discutere di queste grandi questioni esistenziali, in particolare dei loro aspetti più difficili e controversi, apre il cuore alla speranza che finalmente non si proceda più nella Chiesa sulla  vecchia strada di precetti imposti e astratti dalla realtà, ma su quella che inizia dalla volontà di ascolto.

            Pensiamo che le risposte a un questionario troppo  complesso  ed anche in tempi troppo ravvicinati approfondiranno soprattutto le questioni più vissute e aggiungeranno alla domanda aperta n.9 quelle assenti, in particolare quelle riguardanti  le situazioni di violenza,  nella famiglia e nella società, che colpiscono soprattutto le donne  e anche i minori. Ci piace dire ciò oggi, Giornata internazionale sulla violenza contro le donne.

            Ciò detto, “Noi Siamo Chiesa” ritiene che la consultazione non debba essere ristretta agli organismi diocesani e neppure solo a quelli parrocchiali (consigli pastorali, ecc…), ma  coinvolgere la generalità dei credenti. Essa deve essere aperta anche ai cristiani e alle cristiane di altre Chiese nonché a donne e uomini di buona volontà, che siano sensibili alle tematiche relative alla spiritualità e interessati a offrire il loro apporto costruttivo su questioni che coinvolgono la vita e gli interrogativi etici di ogni persona. Per questo ci sembrano saggi quei  parroci che hanno deciso di mettere a disposizione nelle chiese i questionari e quei vescovi di altri paesi che hanno chiesto risposte on-line al testo.

            Ci dispiace constatare che le strutture della Chiesa italiana si stanno invece muovendo con  troppo ritardo e con evidenti reticenze. Il 23 ottobre il segretario uscente della CEI Mons. Mariano Crociata ha inviato tempestivamente, prima ancora che il questionario diventasse pubblico, una lettera ai vescovi per attivarli sulla consultazione. Ma troppe diocesi sono ferme o, peggio,  reticenti (a Bologna, per esempio, non è stata diffusa alcuna circolare ai parroci per sollecitarli a far conoscere capillarmente il documento). Un mese è stato perso, solo in questi giorni arrivano ai parroci indicazioni dalle Curie diocesane ed esse prevedono, a quanto ci risulta, l’intervento sul questionario al massimo degli organismi parrocchiali e, in certi casi, neanche di quelli. Lo stesso segretario generale del Sinodo Mons. Lorenzo Baldisseri ha riconosciuto questo ritardo nel nostro paese nell’intervista di oggi sul Quotidiano nazionale. L’Avvenire poi, con assenza di una benché minima professionalità, tace completamente dall’inizio sulla consultazione mentre è ben noto come sia pronto e assillante in altre “campagne”. Tutto ciò non ci sembra casuale, indica il disorientamento di molti vescovi. I tempi sono strettissimi, l’Avvento e il periodo natalizio sono già densi di impegni di ogni tipo. Ci chiediamo, allora, se non ci si trovi di fronte a un vero e proprio strisciante boicottaggio del questionario o, nel migliore dei casi, alla convinzione che si tratti solo di un dovere burocratico, inutile o quasi, da mettere in coda a tutti gli altri, necessario solo per non dire di NO apertamente al Vaticano.

            La nostra opinione è radicalmente diversa. Ogni sede del mondo cattolico, dalle associazioni alle riviste (per esempio “Il Regno”), ai siti internet, è buona per ricevere le risposte, per elaborarle correttamente o non elaborarle e trasmetterle direttamente alla segreteria generale del Sinodo, che è un terminale abilitato a ricevere i questionari anche dai singoli. La possibilità di inviare direttamente i questionari dovrebbe sempre essere fatta presente dai nostri vescovi. Sul questionario si pronuncino i teologi, le facoltà teologiche, gli insegnanti di religione, le comunità di religiose e di religiosi, anche i monasteri di clausura, ma soprattutto le madri e i padri di famiglia, le giovani e i giovani, gli  appartenenti alle minoranze sessuali, le coppie di ogni tipo e tutti quanti vivono in prima persona le tematiche esistenziali poste dal questionario. Anche i cristiani e le cristiane delle altre Chiese offrano, in spirito ecumenico, il loro apporto.

            “Noi Siamo Chiesa” elaborerà in tempi rapidi una propria risposta al questionario, accogliendo così la richiesta di Papa Francesco di una partecipazione la più ampia possibile a un'iniziativa di per sé storica. 

 

Roma, 25 novembre 2013                                                       NOI SIAMO CHIESA

 

 

L’INCHIESTA DI REPUBBLICA

Abitano a due passi da noi, ma sono degli estranei. Solo un italiano su tre, tra gli over 65, considera chi abita al piano di sopra un amico. E i numeri precipitano fra i giovani, che non guardano proprio chi scende le stesse scale ogni giorno. A parte i litigi, manca la voglia di instaurare un rapporto. Perché per il 30% "quelli" sono semplici conoscenti.

OLTRE LE RELIGIONI?

Basterebbe leggere il volume di Elizabeth Johnson "Alla ricerca del Dio vivente" (Fazi Editore) per capire come una lettura sommaria, ideologica ed eurocentrica dell'esperienza cristiana si illuda di superare la relazione fede e religione nelle sue varie articolazioni.
Gesù non ha pensato di andare oltre la religione ebraica, ma di rinnovare e di rilanciare dall'interno le più profonde istanze di fede. La stessa espressione barthiana di settant'anni fa sollevava, in una cultura eurocentrica, un fecondo interrogativo e la sua affermazione dava spazio ad una interpellazione, ad un rapporto dialettico.
Ma il nostro "vizio" eurocentrico e nordamericano ha creduto, ignorando l'orizzonte e le pratiche di altre esperienze, di relegare "la religione" nelle esperienze da deporre tra le anticaglie in nome della fede. Un "Dio generoso", che ama il creato oltre il cosiddetto Occidente, ha sempre evidenziato la Sua presenza amorosa anche in cristianesimi molto religiosi. Basta allargare lo sguardo all'Africa, all'Asia, alle religioni dei ladinos, delle donne nere oppresse, al pluralismo religioso, alla religiosità popolare… per capire quanta fede liberatrice queste esperienze promuovano e testimonino nonostante il nostro pregiudizio occidentale. Siamo misericordiosi con noi stessi/e. E' la nostra ignoranza "razionalistica" travestita di supponenza. I nostri fratelli e le nostre sorelle "religiose" (non solo cristiane) ci perdonano e ci aiutano a guardare oltre le nostre categorie eurocentriche. Soprattutto ci aiutano a non ragionare per slogan, per frasette ad effetto, a cercare il mistero di Dio che fa capolino ovunque…

Franco Barbero
Si capisce che Renzi e i suoi vogliano e debbano piacere anche a un elettorato post-ideologico, magari ex moderato. Ma se non vogliono spaventare troppo l'elettorato di sinistra "classico" (parecchi milioni di voti, magari usati, ma ancora in corso), evitino di fare come la senatrice umbra Nadia Ginetti, che esprime ammirazione per la signora Thatcher lodandone «la capacità di decisione, perché la politica è decisione».
Thatcher è stata, né più né meno, una affamatrice del popolo. Lo è stata in senso concreto, letterale: ha messo sul lastrico centinaia di migliaia di famiglie di lavoratori. Era nemica della povera gente, amica dei ricchi e di un figuro come Pinochet. La capacità di decisione, in sé e per sé, non significa un fico secco. Hanno deciso un sacco di cose anche Hitler e Pol Pot. Non sono i modi che contano, in politica, è la sostanza di quello che si decide. Si sorrise parecchio di Veltroni quando nel cosiddetto "pantheon" della sinistra ammise una compagnia un po' troppo assortita. Ma non si sarebbe mai sognato di ficcarci una come Thatcher. Dia una regolata ai suoi, Renzi: troppo entusiasmo rischia di far dire corbellerie.
Michele Serra

(Repubblica 19 novembre)

IO

lo sono io
Solo io posso esserlo
Nessun altro può esserlo
Io ho la mia voce
Io ho le mie opinioni
Io ho i miei pensieri
Io ho la mia famiglia
Ho il mio mondo magico, io
Io sono io e nessun altro potrà esserlo
Io non ho bisogno di cose altrui
Quello che mi basta per il passato
è il ricordo
del presente
Bisogna approfittarne
e per il futuro basta avere
ottimismo e speranza.

Pablo. 9 anni

lunedì 25 novembre 2013

CANTICO NUZIALE

Chi è quella donna che, adorna di spighe dorate, si

muove in una danza, dietro al corteo dei mietitori?

Cosa rende così fiero e assorto il suo sguardo?

È Rut, la mia sulamita, più intraprendente di mille eserciti.

Ha negli occhi terre lontane e nella voce sonorità

sconosciute. La mia amata ha percorso mille strade per

venirmi a incontrare, ha riacceso il mio cuore, evocato suoni

d'amore dimenticati. Ero vecchio e lei mi ha rinvigorito, ero

sazio e lei mi ha ridato appetito. Più bella di tutte le vergini

di Betlemme è la mia sposa.

 

Sono straniera, o fanciulle di Betlemme, straniera come la

madre che si prese cura di Mosé, scampato alle acque.

Non guardate ai miei tratti differenti, al mio strano accento.

Ascoltate il mio cuore legato a quello del mio amato.

Vieni, mio diletto, mia eredità e mio calice. Il gelo è finito.

Le lacrime hanno ormai imbevuto la terra. Vieni, c'è data

ancora una stagione per l'amore. Amiamoci, inebriamoci

del profumo del grano e del vino maturo. Il deserto fiorisce,

il dolore è lenito, il muro è abbattuto. E io rinasco, redenta

dal tuo sguardo.

(da Riforma 22 novembre)