sabato 4 gennaio 2014

ANCHE LA DIETA MEDITERRANEA E' UN PATRIMONIO CHE DILAPIDIAMO




Siamo decisamente un Paese

sprecone. E non solo per colpa

della politica che costa troppo

e spende male. Ma anche perché dilapidiamo

i nostri patrimoni, materiali e immateriali. E

buttiamo a mare potenziali ricchezze.

Come nel caso di quella vetrina

planetaria dell’Italian Food che è la dieta

mediterranea. La Fao, Organizzazione delle

Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura,

la considera un modello di alimentazione

sostenibile. L’Unesco l’ha addirittura

proclamata bene intangibile dell’umanità. E

noi non riusciamo neanche a farlo sapere

agli Italiani. Nemmeno ai più alfabetizzati.

Lo dimostra, dati alla mano, una ricerca su

convinzioni e preferenze alimentari degli

studenti universitari condotta dal MedEatResearch

(Centro di ricerche sociali sulla

dieta mediterranea) dell’Università napoletana

Suor Orsola Benincasa, con la collaborazione

degli atenei di Milano-Bicocca, Perugia

e Palermo. Dai primi risultati dell’indagine,

che sta per allargarsi ad altre realtà

universitarie nazionali, risulta che la futura

classe dirigente è poco e malissimo informata

sull’argomento. Compresi gli iscritti a Medicina,

che in fatto di cibo e salute dovrebbero

essere i più avvertiti. E soprattutto,

solo una minoranza coglie la ricaduta positiva

del mangiare mediterraneo sul nostro

benessere, sia fisico che economico.

Così, nonostante gli sforzi encomiabili

del ministero delle Politiche agricole,

che ha condotto la battaglia per il prestigioso

riconoscimento Unesco, si ha sempre

l’impressione che l’Italia corra una staffetta

perdente. Perché il primo a partire fa un

tempo record, ma gli altri si lasciano sfuggire

di mano il testimone.



Marino Niola

(il Venerdì di Repubblica del  27.12.2013)



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