La battaglia contro le nuove forme di schiavitùriguarda tutti. La ricattabilitàdegli stranieri si ripercuote sugli italiani, perchéquando il mercato del lavoro èmalato, tutti sono costretti a concorrere facendo sconti sui diritti acquisiti. Inoltre il caporalato e il grave sfruttamento nelle campagne non sono nati con i braccianti stranieri: èuna piaga che l'Italia conosce da secoli. Chissàse proprio sulle terre dove ritorna la pratica arcaica e vile del caporalato, potrànascere una nuova stagione di lotte e conquiste, se èproprio dagli ultimi che potranno tornare a crescere i diritti di tutti e la dignitàdel lavoro.Il principio da cui dobbiamo partire è: mai piùghetti, mai piùschiavitù. Il mio ministero seguiràda vicino quello che accade in questi territori. Ma per raggiungere il risultato c'èbisogno di mettere insieme le forze: il governo, i sindacati, le associazioni, le forze dell'ordine, gli enti locali, il mondo produttivo. Ed anche scuole, parrocchie, la societàcivile tutta deve aprire gli occhi e guardare cosa succede a pochi passi dalle loro case ed intraprendere un cammino di consapevolezza e responsabilità.