domenica 5 gennaio 2014

In Spagna il governo cancella Zapatero

Religione a scuola
Dopo l'ondata laica di Zapatero, che aveva abolito il crocefisso dalle aule e l'obbligatorietà dell'insegnamento della religione, il governo Rajoy ingrana la retromarcia: la riforma scolastica prevede che lo studio della religione sia un titolo preferenziale per ottenere borse di studio.

Bavaglio alle proteste
Il governo sta preparando una legge che vieta ì cortei davanti ai palazzi della politica. Diventeranno off limits il Congresso dei deputati, il Senato, i ministeri e le assemblee regionali. Proibiti anche i sit-in, multe fino a 400mila a chi filma gli agenti. Infrazione grave anche l'insulto alle forze dell'ordine.

Licenziamenti facili
ln nome della crisi Rajoy vara una riforma del lavoro che accoglie molte delle richieste degli imprenditori. Licenziamenti meno cari e più facili: bastano 3 trimestri di calo del giro d'affari per poter licenziare a prezzi di saldo: 20 giorni lavorativi per anno lavorato (erano 45) per un massimo di un'annualità.

Nozze gay nel mirino
Nel 2012 la Corte costituzionale spagnola ha riconosciuto la piena legittimità delle nozze gay introdotte da Zapatero, respingendo un ricorso presentato dal Pp sette anni prima. Nonostante la sentenza, Rajoy ha mantenuto la sua agenda contraria ai matrimoni gay.

La riforma, inoltre, limita l'interruzione di gravidanza ai casi di stupro o di rischio per la madre.

Trenta anni indietro
La misura è stata duramente criticata e contrastata dai partiti di opposizione e dalle associazioni di donne, che denunciano come i loro diritti e la loro autonomia siano minati. Il Partito popolare si è invece sempre schierato con la Chiesa cattolica sulle questioni sociali e morali. Prima dell'approvazione, parlando a Bruxelles, il premier Mariano Rajoy aveva detto che la riforma era indispensabile. L'Organizzazione mondiale della sanità ha fatto presente che si aprono due strade per le donne che vorranno abortire, ma non rientrano nei due casi previsti: chi se lo può permettere potrà andare ad abortire all'estero; chi non avrà i soldi per farlo, sarà costretto a far ricorso all'aborto clandestino, con tutti i rischi che esso comporta. La Spagna fa dunque un balzo indietro di quasi trent'anni che la allinea a Malta e Irlanda, le uniche due nazioni Ue che non contemplano l'aborto in caso di malattie del feto. Nel 2011 in Spagna sono stati 118.359 gli aborti, contro 113.031 nel 2010. Secondo un sondaggio dell'istituto Metroscopia su El Pais, il 46% degli spagnoli è favorevole alla legge del 2010, il 41% vuole limitare le interruzioni di gravidanza.

 (L'Unità 21 dicembre)