mercoledì 1 gennaio 2014

SPERIAMO MA......

Non c'è dubbio che alcune nomime episcopali lascino intendere la volontà del papa di rinnovare l'episcopato con personalità di forte accentuazione pastorale. Il che è certamente un passo importante. Ma ...c'è un ma...Il papa sceglie quasi sempre uomini aperti e vicini alla gente, ma si tratta di vescovi assolutamente fedeli al dogma cattolico, con totale adesione alla teologia tradizionale. Si pensi che nulla è cambiato a livello profondo sul ruolo delle donne, sulla concezione della famiglia, rispetto all'etica sessuale e alle unioni omosessuali.
Su questi terreni papa Francesco lascia poco spazio alla speranza di un profondo rinnovamento. Tutto questo va detto non per sminuire il coraggioso operato del vescovo di Roma, ma per rimuovere le facili esaltazioni e le molte illusioni. C'è un segnale evidente: si sta sviluppando una ecclesiologia pastorale che si schiera nettamente dalla parte dei poveri e, nello stesso tempo, non rimette in discussione le strutture profonde della dogmatica cristologica e dell'antropologia cattolica tradizionale.
Come numerosi teologi e teologhe rilevano, qui si apre una contraddizione: "E' possibile una radicale conversione della chiesa
come istituzione e come popolo senza rimettere in discussione alcune posizioni etiche e alcune formulazioni dogmatiche?"
Presto o tardi queste rimozioni dovranno essere affrontate.
Franco Barbero