venerdì 10 gennaio 2014

UGANDA, ERGASTOLO AI GAY. "SONO COME I TERRORISTI"

 

Kampala - In Uganda i gay saranno puniti con l’ergastolo. Come i terroristi. In un Paese dove l’omosessualità è già illegale, ieri il Parlamento ha approvato una legge che decreta il carcere a vita per i «recidivi di atti omosessuali» e per coloro che li commettono «con aggravanti». In particolare i casi ritenuti più “perseguibili” sono quelli commessi con stupri, con minori d’età, con i disabili o quando l’accusato sia portatore dell’Hiv. La nuova norma prevede anche la proibizione di parlare di omosessualità in pubblico.

È stato «un voto contro il male », ha detto il parlamentare promotore della nuova legge David Bahati, «da parte di una nazione timorata di Dio. Questi sono i nostri valori, non importa cosa pensino nel resto del mondo ». Inizialmente proposta nel 2009, la legge prevedeva anche la pena di morte. Dopo la condanna della comunità internazionale — a cominciare da Obama, che l’aveva definita «odiosa » era stata accantonata. Ma ora, sia pure privata della pena capitale, è passata: manca solo la firma del presidente Yoweri Museveni.

Solo nei giorni scorsi, in Uganda era stata approvata un’altra legge anti-pornografia che, tra l’altro, vieta le minigonne e materiale ritenuto sessualmente esplicito come alcuni video musicali.

La nuova legge contro l’omosessualità approvata in Uganda «ostacolerà in modo significativo il lavoro dei difensori dei diritti umani e delle altre persone che, semplicemente eseguendo il loro lavoro, si troveranno in conflitto con il provvedimento». È il commento del gruppo per i diritti umani Amnesty International all’approvazione della legge ugandese che prevede l’ergastolo per chi venga condannato per «omosessualità aggravata». Secondo un rapporto di Amnesty International pubblicato quest’anno, sono 38 le nazioni africane in cui l’omosessualità è considerata un reato, circa il 70% del continente.