lunedì 13 gennaio 2014

VESCOVO DI BASILEA: RIPENSARE IL CELIBATO OBBLIGATORIO DEI PRETI

  

da Adista del 30.11.2013

 

Basilea-Adista. "Personalmente posso immaginare una donna sull'altare, ma vedo difficoltà nel cambiamento": lo ha affermato, in un'intervista all'edizione di Basilea del settimanale Schweiz am Sonntag il vescovo mons. Felix Gmur, spiegando che un processo di questo tipo sarebbe per la Chiesa un momento di grande prova, che potrebbe portare a gravi divisioni interne. Nonostante il necessario realismo, mons. Gmur è tuttavia aperto a soluzioni alternative, dal momento che, osserva, prima di parlare di sacerdozio femminile bisogna occuparsi della questione del celibato: forse meno complessa da risolvere, dal momento che si tratta di una materia disciplinare e non dottrinale. Nel caso dell'ordinazione femminile, infatti, si ha a che fare con una questione che investe la fede, spiega Gmur sul settimanale svizzero, e la visione ecclesiale, fondata biblicamente, sulla differenza tra uomo e donna. Diversa è la riflessione che si può fare riguardo ai sacerdoti, cui non necessariamente si deve chiedere il celibato.

Le dichiarazioni di mons. Gmur arrivano in concomitanza con alcune iniziative lanciate a Basilea riguardo alla parità di diritti nella Chiesa. I promotori chiedono che nel loro territorio venga abolito il celibato obbligatorio e che sia approvata la possibilità per le donne di accedere al sacerdozio. Nel corso delle ultime settimane, il vescovo aveva invitato i responsabili dei Consigli ecclesiali e dei Sinodi locali ad un confronto.

Mons. Gmur è vescovo di Basilea, la più grande delle sei diocesi svizzere, dal 2010. Ha sempre posto l'accento sull'importanza del dialogo: già nel 2012, di fronte al diffondersi "dell'iniziativa dei parroci" cui aderirono centinaia tra laici, preti, religiosi e religiose - e che chiedeva, tra le altre cose,  la condivisione dell'Eucarestia con i fratelli riformati, la comunione ai divorziati risposati, con benedizione della loro nuova unione, pari diritti e doveri per i credenti a prescindere dal loro orientamento sessuale, e per i laici, uomini e donne - lamentò la mancanza di un dialogo con la controparte, affermando che la pastorale può essere vissuta esclusivamente in unione con i vescovi e con la Chiesa universale.

(Ludovica Eugenio)