martedì 4 marzo 2014

Barboni usati per ripulire Fukushima

TOKYO. Droni robot e barboni con questa mistura di mezzi altamente tecnologici e disperatamente umani, la Tepco (Tokyo Electric Power Co.), società responsabile degli impianti nucleari di Fukushima, spera di risolvere il problema della rischiosa opera di rimozione di 1.533 barre di combustibile nucleare, in parte esaurite e in parte fresche, rimaste tra le macerie della centrale distrutta dal terremoto e dal susseguente tsunami di tre anni fa, nel marzo 2011.
La radioattività nella centrale, e intorno ad essa, è talmente alta che nessun operaio accetta più di lavorarci. Secondo dati resi pubblici recentemente, basterebbe un’ora di esposizione per uccidere un uomo. Si fanno quindi ricognizioni a bassa quota con i piccoli aerei teleguidati per misurare il tasso di radioattività nell’aria, si introducono nelle zone critiche robot per ispezioni interne prolungate, e, per operazioni che i robot non sono ancora in grado di compiere, si ricorre all’opera dei barboni, individui disperati che accettano di rischiare la loro povera vita per i 90 dollari al giorno offerti dalla Tepco. Una cifra con la quale, peraltro, debbono fronteggiare anche una sorta di pizzo mafioso.
Scandalosamente, è infatti la yakuza, la mafia giapponese, che arruola i senzatetto andandoli a reclutare nelle stazioni ferroviarie e della metropolitana. Lo ha rivelato Seji Sasa, membro di una famiglia mafiosa, in un'intervista rilanciata dalla Reuters. La Tepco paga alle società protette dalla yakuza un tanto a barbone e la famiglia mafiosa incassa la sua regolare tangente ma, non sazia, mette in tasca anche circa la metà della paga giornaliera di quei derelitti, come pagamento per la sistemazione in economici dormitori e per buoni-pasto. Secondo la Reuters, sono 733 le società impegnate nell’operazione di bonifica di Fukushima, con un giro d’affari di 23 miliardi di euro, una succulenta torta di cui la yakuza si ritaglia una buona fetta.
Silvio Piersanti

(Il Venerdì 22 febbraio)