lunedì 17 marzo 2014

L'Ucraina, Putin e l'Occidente

L'Ucraina è sull'orlo del disastro economico. gli oligarchi che si sono impadroniti del potere economico, grazie alla transizione selvaggia al capitalismo, hanno saccheggiato il Paese e piegato la classe politica al loro potere. Il piano di aiuti di emergenza, in parte già erogati da Mosca, ha indotto Kiev a non firmare l'accordo di associazione con l'Ue che ha risposto solo con la retorica.

MOVIMENTO FEDERALISTA EUROPEO

La dissoluzione dell'Urss è avvenuta in fretta al tempo di Gorbaciov e di Eltsin. La demarcazione dei confini fra le diverse unità nazionali si è determinata quasi naturalmente sotto la spinta dei nazionalismi libertari. Lasciando, dietro di sé strascichi di rivalità e di conflitti economici e/o politici. In Cecenia come in Ucraina e in tante Repubbliche asiatiche. Cui sarà difficile porre rimedio e trovare soluzioni finché, da Mosca, Putin penserà che sia possibile basarsi più sulla forza che sulla diplomazia, finché in Occidente non si rifletterà seriamente sul metodo da usare per combattere chi, come il gove4rno di Yanukovich, troppo subisce quelle sue pressioni. Un metodo che deve essere da subito, oggi, quello democratico delle elezioni libere cui partecipano tutti, non quello della piazza e del ricorso diretto dalla piazza ai Tribunali internazionali. Yanukovich è stato eletto, sono gli elettori quelli che devono destituirlo e saarà un nuovo governo, legittimato dalle elezioni e non dalla piazza, a chiedere il suo rinvio ad un Tribunale internazionale. Il rischio, se non si è attenti su questo punto, è quello già attuale di una ritorsione che porterà a un avvitamento della crisi su se stessa.

All'interno di una nuova "guerra fredda" di cui l'Ucraina diventerebbe, dopo la Siria, la seconda vittima.

Luigi Cancrini, L'Unità 2 marzo