venerdì 14 marzo 2014

PER IL VESCOVO DI INNSBRUCK IL PAPA CI SORPRENDERA'

Papa Francesco è «molto aperto al dialogo» ed è in atto un confronto che promette risultati positivi: è «rallegrato e incoraggiato» mons. Manfred Scheuer, vescovo di Innsbruck, in Austria, dopo la visita ad limina dei vescovi austriaci in Vaticano - l’incontro quinquennale che ogni Conferenza episcopale ha con il papa - svoltasi a Roma dal 27 al 31 gennaio sotto la guida del card. Christoph Schönbom, arcivescovo di Vienna e presidente dei vescovi del Paese. In un'intervista al quotidiano viennese Die Presse (30/1), Scheuer ha detto di avere consegnato al Sinodo dei vescovi le risposte al questionario inviato dal Vaticano a tutte le diocesi del mondo in vista del Sinodo sulla famiglia, in programma per il prossimo ottobre. Certo, sui problemi del matrimonio e della morale sessuale non possono esserci già risposte immediate o riforme “espresse", ha detto, fiducioso tuttavia che ora avrà luogo, nella Chiesa universale, «un processo dinamico» arricchito da discussioni. L`impressione che Scheuer ha ricavato dall’incontro con il papa è estremamente positiva: per quanto riguarda la questione dei divorziati risposati e della loro riammissione alla vita sacramentale, Francesco ha assicurato - così il vescovo di Innsbruck - una pronta discussione a diversi livelli, cosa che avverrà già in occasione del prossimo Concistoro, il 22 febbraio, avendo Francesco commissionato al card. Walter Kasper, presidente emerito del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unita dei Cristiani, una relazione su questi temi. E’ da tenere presente che Kasper è sempre stato favorevole al reintegro dei divorziati risposati nella vita sacramentale, come dimostra un documento del 1993 firmato con gli allora vescovi mons. Karl Lehmann, di Magonza e mons. Oskar Saier di Friburgo, nel quale si sollecitava, sulla base di un’accurata analisi, il permesso di dare la comunione ai divorziati risposati dopo un esame caso per caso. Il documento non aveva avuto seguito per l’opposizione dell’allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede card. Joseph Ratzinger.
Papa Francesco - così ha riferito Sheuer - ha invitato i vescovi ad «avvicinarsi con maggiore apertura proprio alle persone ferite», ammettendo di non avere ricette contro la crisi di fede, ma esortando ad «avere grande simpatia per i nostri contemporanei e in questo anche saper assumerci dei rischi. L'immagine della sua preferenza per una Chiesa "ammaccata" piuttosto che per una Chiesa che si ammala per l'aria malsana della camera in cui è rinchiusa, è ricorrente in Francesco». Al papa, spiega il vescovo di Innsbruck, non preme tanto la morale quanto il problema di Dio e la gioia del Vangelo anche come strumento contro il pessimismo dominante nella cultura. Non si tratta di impegni concreti, al momento ma di «indicazioni di forte impatto. Per la risoluzione dei problemi specifici servirà una risposta data con intelligenza e capacità di discernimento». Tra i temi affrontati dal papa anche la mancanza cronica di sacerdoti e le loro condizioni di vita. Nessun cambiamento all`orizzonte questa la percezione dei vescovi convocati alla visita - sul celibato; Francesco ha affidato la responsabilità delle parrocchie che non hanno preti «alla responsabilità delle Chiese locali», cui spetta il compito di trovare vie per l’annuncio. Una forte messa in guardia dal clericalismo, tanto del clero quanto dei laici, è poi venuta dal papa, che ha invitato a «mettersi in dialogo con i preti in stato laicale (i preti "spretati", ndr) e, sempre con uno spirito di intelligenza e discernimento, a verificare come possano essere inseriti nella vita ecclesiale». Nessun accenno, a quanto sembra, alla questione dei “preti disobbedienti", il consistente gruppo di sacerdoti che ha chiesto riforme impellenti per la Chiesa - soprattutto per quanto riguarda la carenza di preti - pena la “disobbedienza”, appunto, rispetto ai propri incarichi e doveri ecclesiastici, e che molto seguito ha avuto in Europa, specialmente nei Paesi di lingua tedesca (v. Adista Notizie nn. 67/11; 12, 15, 26 e 40/12; 6, 26 e 38/ 13). A fronte di un 89% di austriaci battezzati, solo il 9% dei cattolici del Paese è osservante. A Vienna diversi edifici ecclesiali (chiese dai costi eccessivi considerata la scarsissima frequentazione) sono stati ceduti ad altre Chiese, soprattutto ortodosse, all’interno di una fusione delle 660 parrocchie diocesane in 150 mega-parrocchie. ludovica eugenio


(Adista n. 6, 15 febbraio)