sabato 29 marzo 2014

SE LA SOCIETA' TI NEGA UN RUOLO LA SBRONZA DIVENTA PALCOSCENICO

I giovani bevono. E questo lo sappiamo. Ma oggi si è diffusa una sorta di gara tra chi beve di più, con ovvia esposizione dei propri primati sui social network che fanno da incentivi e da moltiplicatori delle gare, spesso mortali, perché l'organismo non è in grado di assorbire tutto l’alcol assunto. I giovani bevono per la stessa ragione per cui molti di loro si drogano, e l'alcol e la droga più economica e la più socialmente accettata. Alla base ci sono ragioni psicologiche e ragioni culturali. Annoiati da una vita che pare a loro povera di senso, cercano in qualsiasi modo di provare emozioni che non trovano nella routine della loro esistenza quotidiana, in quel mondo chiassoso delle discoteche, dove l’alcol facilita i processi di socializzazione, disinibisce la comunicazione, facilita i contatti, abbassa le difese. In discoteca si va in ora tarda, dopo aver già ingerito una buona dose di alcol nei bar, dove ci si trova per combinare la serata. Qui comincia la gara tra chi è più spiritoso, più disinvolto, più in vista, più disinibito, più audace nelle avances. Le ragazze non meno dei maschi, per avere una giustificazione dopo un incontro sessuale casuale e non programmato: “Ero ubriaca”. In fondo il sesso oggi non è più un tabù. Separato e scisso dal sentimento, il sesso è diventato puro piacere fisico, a cui si può accedere più facilmente se la propria psiche e intorpidita e, grazie all’alcol, la coscienza non più tanto vigile. Fin qui le ragioni psicologiche. Quelle culturali, che a mio parere preoccupano di più, sono da ricercare nel fatto che i giovani oggi vivono sostanzialmente esclusi dal mondo lavorativo e sociale. E siccome di giorno nessuno li convoca, nessuno li chiama per nome, si creano un mondo di notte, tutto loro, per mettere in scena le forze della giovinezza che sono: il corpo, la bellezza, la sessualità, l’eccesso, la sfida, la gara, per diventare protagonisti nel fine settimana, dal momento che durante la settimana vengono sostanzialmente ignorati o vissuti dalla nostra società più come un problema che come una risorsa. E siccome il mondo reale li ignora i giovani ne hanno creato uno virtuale, dove le loro imprese, anche se spesso tragiche, trovano un riconoscimento di cui hanno un estremo bisogno, perché, come tutti sappiamo, senza riconoscimento, non nasce né si costruisce alcuna identità. E se l’identità e negata, resta solo quel surrogato che è la visibilità.
Umberto Galimberti

(Repubblica 3 marzo)