venerdì 7 marzo 2014

SIAMO ENTRATI NELL'ERA DELLE GUERRE IGNORATE

C'erano una volta le «guerre dimenticate», oggetto di costante e giustificata denuncia da parte dei bene intenzionati. Conflitti nelle zone più povere del mondo, oggetto di fugace attenzione mediatica e poi accantonati, fucina di rinnovate tragedie. Bei tempi. Siamo adesso in una nuova era, quella delle guerre semplicemente ignorate. Tanto vale non parlarne proprio più, nemmeno una volta. Neppure un titolo di giornale, nemmeno un filmato di mezzo minuto. Cosi nessuno troverà poi da recriminare. Giorni addietro ci siamo imbattuti in una nuovissima «guerra ignorata». Quella del Katanga, vasta provincia della Repubblica democratica del Congo dal ricchissimo sottosuolo. Parliamo di un territorio grande una volta e mezzo l’Italia, un terzo delle risorse mondiali di cobalto, il 10 per cento delle riserve di rame. Quando il Congo divenne indipendente nel 1960, il Katanga fece secessione e tutto il mondo si occupò di quella gravissima crisi, sfociata in una guerra civile. Oggi c’è di nuovo un movimento secessionista armato, i Mai Mai Bakata Katanga, e nessuno lo sa. Seminano il terrore, incendiano villaggi in una zona chiamata localmente «i1 triangolo della morte». Ci sono 400 mila rifugiati. Quattrocentomila. «Mi sento in colpa quando penso al Katanga, perché lo abbiamo trascurato» ha detto il tedesco Martin Kobler, Capo della Monusco, missione Onu nella Repubblica democratica del Congo, forte di 20mila soldati. «E’ una catastrofe umanitaria». Ah, ecco. Va avanti da almeno un anno. Abbiamo fatto un rapido sondaggio tra le organizzazioni umanitarie attive in Africa: nessuno, a quanto pare, ne ha sentito parlare.
Pietro Veronese

(Il Venerdì 22 febbraio)