mercoledì 16 aprile 2014

LE POSTE: UN DISSERVIZIO TOTALE

 

Milano. Sempre più finanza e assicurazioni, sempre meno buste e francobolli. È questo il nuovo volto di Poste Italiane, quello con cui l'azienda si affaccia al 2014 e, verosimilmente, alla ormai prossima privatizzazione.

Il bilancio di chiusura 2013, presentato poche settimane fa, mostra che i conti sono in ordine, anzi di più, in attivo: l'utile dello scorso anno ha superato il miliardo di euro. Scartabellando tra le cifre però si scopre che i guadagni arrivano tutti da attività che propriamente postali non sono e che, invece, tutte le perdite, arrivano dal "servizio", ossia dalla gestione della corrispondenza e delle funzioni tradizionali per cui le Poste sono nate. Il bilancio parla chiaro: la voce "servizi postali e commerciali" ha portati ricavi per "soli" 4 miliardi e 452 milioni di euro, cioè il 4,4 per cento in meno rispetto al 2012, quando gli incassi erano stati di 4 miliardi 657 milioni (in ulteriore contrazione rispetto al 2011, quando erano stati più di 5 miliardi). Tutta un'altra musica quella che riguarda i servizi finanziari: hanno portato nei forzieri di Poste Italiane 5 miliardi 390 milioni, ossia l'1,5 per cento in più del 2012. Tra i dati migliori, quelli della carta di credito prepagata Postepay, che è leader di mercato con 12 milioni di carte diffuse sul territorio nazionale, e dei servizi assicurativi di Poste Vita, che hanno emesso, in un solo anno, il 25 per cento in più di premi rispetto al 2012. Anche Postemobile, la compagnia telefonica, che pure se la deve vedere con colossi internazionali del settore, si difende con i suoi 290 milioni di euro in transazioni.

Insomma va tutto bene, anche se, mentre si è in coda allo sportello o si aspetta per settimane una lettera, si può stentare a crederlo. La ragione dei disservizi che toccano gli utenti tradizionali, quelli che combattono ogni giorno con francobolli e bollettini, potrebbe annidarsi nella serie di corposi tagli al personale che prevedeva, entro lo scorso 7 ottobre, l'eliminazione di circa seimila portalettere, 4600 zone di recapito e 1407 centri di meccanizzazione postale.

Un dato che il bilancio di poste non nega, anzi, conferma con la forza dei numeri, poiché solo il 12 per cento degli investimenti dello scorso anno (circa 504 milioni) ha riguardato, appunto, le attività di logistica postale.

(Luciana Grosso, Il Venerdì 11 aprile).