venerdì 25 aprile 2014

NEGLI USA LA CHIESA CATTOLICA MARONITA ORDINA UN UOMO SPOSATO

ST. LOUIS-ADISTA. E' sposato e ha una figlia, ed è stato ordinato sacerdote nella Chiesa cattolica maronita, una delle 22 Chiese cattoliche di rito orientale in unione con Roma: non ha precedenti nei tempi recenti il caso di p. Wissam Akiki di St. Louis, Missouri, che ha ricevuto l'autorizzazione da papa Francesco e il 27 febbraio è stato consacrato dal vescovo Elias Zaidan dell'Eparchia maronita di Nostra Signora del Libano, presso la cattedrale maronita di St. Raymond, nella stessa città. Benché le Chiese orientali abbiano un'antica tradizione di sacerdoti sposati, dagli anni '20 del XX secolo tale prassi non è più stata autorizzata nel Paese. «E' una gioia ed un onore officiare ogni ordinazione, e specialmente questa, un'ordinazione storica del primo uomo sposato a accedere al sacerdozio negli Stati Uniti per la Chiesa maronita», ha detto Zaidan, anche se un comunicato della Chiesa di St. Raymond ribadisce che il fatto di ordinare un prete sposato non deve assolutamente «distrarre dal valore della vocazione al celibato», che continua ad essere «oggetto di altissima stima: dobbiamo sempre ricordare che c'è una vocazione al matrimonio e una vocazione sacerdotale».
Storicamente, le Chiese orientali hanno sempre trattato il tema dei preti sposati. Nel 692, durante il Concilio di Costantinopoli, i padri conciliari hanno riconosciuto la legittimità dei preti sposati, «anche se con forti restrizioni», ha spiegato lo storico della Chiesa Michael Witt al quotidiano St. Louis Review (27/2). «Un prete (sposato) non può diventare vescovo, infatti molti vescovi (nelle Chiese orientali) sono monaci e devono essere celibi. E se si è ordinati preti senza essere sposato, si presume che si resti celibi per il resto della vita».
Akiki ha definito la sua ordinazione «un sogno», e ha aggiunto di aver ricevuto due regali nella vita, la moglie Manal e l'ordinazione. Il ritorno al sacerdozio di un uomo sposato, ha spiegato il vescovo Zaidan, non è dovuto alla scarsità di sacerdoti ma ad un recupero della tradizione, senza dimenticare che in ultima analisi è stato papa Francesco a consentire il passo. La Chiesa maronita infatti riconosce l'autorità del papa benché conservi riti e liturgia orientali. In ogni caso, è stato sottolineato, l'ordinazione di Akiki, che risulta una novità negli Stati Uniti, è semplicemente un passo con cui l'eparchia statunitense si allinea a ciò che accade in altre parti del mondo: «Quasi la metà dei nostri sacerdoti in Libano è sposata, quindi non è un evento inconsueto nella vita della Chiesa maronita», ha detto il diacono Louis Peters di St. Raymond. D'altronde già il Concilio Vaticano II aveva ribadito che «la santa Madre Chiesa considera con uguale diritto e onore tutti i riti legittimamente riconosciuti, e vuole che in avvenire essi siano conservati e in ogni modo incrementati» (Sacrosanctum Concilium, 4). (ludovica eugenio)

(Adista 22 marzo 2014)