martedì 1 aprile 2014

OSPEDALI PSICHIATRICI GIUDIZIARI NEL LIMBO

(Repubblica 25 marzo)


Quella degli Opg, ospedali psichiatrici giudiziari, sembra una storia senza fine. La loro chiusura definitiva era stata fissata con legge per il primo aprile di quest’anno ma l’ultima proroga, richiesta dalla Conferenza Stato-Regioni, fa slittare la data al 2017 Al momento sono oltre mille i detenuti con malattie psichiche sottoposti a regime carcerario nelle sei strutture ancora attive: a Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), Aversa (Caserta), Castiglione delle Stiviere (Mantova), Montelupo Fiorentino (Firenze), Reggio Emilia e Napoli.
 Chi da anni è convinto che si tratti di realtà “fuori dal tempo” e si batte per la loro cessazione è la Società italiana di psichiatria che, in una recente conferenza, ha presentato un piano di azione in sette mosse Tra i punti fondamentali, lo stop all’invio di nuovi pazienti negli Opg, la realizzazione di specifiche sezioni carcerarie in almeno un istituto di pena per Regione e l’incremento dell’assistenza psichiatrica ambulatoriale dei Dipartimenti di salute mentale nelle carceri Spiega Claudio Mencacci, presidente della Sip: «Va superato il concetto di “sociale pericolosità”» «Occorre passare alla sicurezza della cura», aggiunge Enrico Zanalda, segretario Sip, «ovvero a un percorso che può iniziare in carcere, proseguire in Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems) fino al domicilio».
Con la fine degli Opg, per le persone malate di mente autrici di reato si prospettano dunque strutture sanitarie prive della custodia degli agenti penitenziari come già avviene al Carlo Poma (Castiglione delle Stiviere): una “buona pratica” da seguire.

(Beatrice Tomasini)