Secondo una recentissima ricerca Gallup condotta negli Usa esiste una stretta correlazione tra disoccupazione e obesità. Più a lungo si è disoccupati, più probabilità si hanno di diventare obesi. E di conseguenza di sviluppare malattie cardiovascolari. Fin qui niente di sorprendente, se non fosse che lo stesso studio rivela che i datori di lavoro evitano di assumere soggetti sovrappeso, proprio perché li considerano ad alto rischio di malattie cardiache e circolatorie. E dunque i disoccupati a lungo termine hanno molte meno possibilità di essere reimpiegati. E' il classico serpente che si morde la coda, La causa che diventa effetto e viceversa.
Dall'indagine emerge in filigrana che il corpo è diventato il parametro dominante, il principale termometro della persona e della sua identità. In altri tempi sia i ricercatori sia i datori di lavoro avrebbero valutato una serie più complessa di fattori. Come le competenze, la capacità di aggiornamento, la disponibilità alla riconversione lavorativa, l'efficienza, il livello di motivazione. Insomma i diversi indicatori della flessibilità e delle abilità dell'individuo. Adesso invece contano soprattutto peso e misure. Così si valuta il corpo e non la testa. Riducendo la dimensione dell'essere alla sua dimensione meramente fisica. In una società che ha sempre meno criteri e valori ideali e si affida a parametri materiali e indicatori quantitativi, quasi biometrici, ad essere decisiva non è più la persona ma l'efficienza della macchina corporea. Stiamo tornando insomma all'idea dei lavoratori come braccia Anzi come sistema cardiovascolare. Ovvero come nuda vita.
Marino Niola
(Il Venerdì 11 luglio)
Dall'indagine emerge in filigrana che il corpo è diventato il parametro dominante, il principale termometro della persona e della sua identità. In altri tempi sia i ricercatori sia i datori di lavoro avrebbero valutato una serie più complessa di fattori. Come le competenze, la capacità di aggiornamento, la disponibilità alla riconversione lavorativa, l'efficienza, il livello di motivazione. Insomma i diversi indicatori della flessibilità e delle abilità dell'individuo. Adesso invece contano soprattutto peso e misure. Così si valuta il corpo e non la testa. Riducendo la dimensione dell'essere alla sua dimensione meramente fisica. In una società che ha sempre meno criteri e valori ideali e si affida a parametri materiali e indicatori quantitativi, quasi biometrici, ad essere decisiva non è più la persona ma l'efficienza della macchina corporea. Stiamo tornando insomma all'idea dei lavoratori come braccia Anzi come sistema cardiovascolare. Ovvero come nuda vita.
Marino Niola
(Il Venerdì 11 luglio)