mercoledì 30 luglio 2014

SE PER ESSERE ASSUNTI CONTA PIU’ IL PESO CHE IL CURRICULUM

Secondo una recentissima ricerca Gallup condotta negli Usa esiste una stretta correlazione tra disoccupazione e obesità. Più a lungo si è disoccupati, più probabilità si hanno di diventare obesi. E di conseguenza di sviluppare malattie cardiovascolari. Fin qui niente di sorprendente, se non fosse che lo stesso studio rivela che i datori di lavoro evitano di assumere soggetti sovrappeso, proprio perché li considerano ad alto rischio di malattie cardiache e circolatorie. E dunque i disoccupati a lungo termine hanno molte meno possibilità di essere reimpiegati. E' il classico serpente che si morde la coda, La causa che diventa effetto e viceversa.
Dall'indagine emerge in filigrana che il corpo è diventato il parametro dominante, il principale termometro della persona e della sua identità. In altri tempi sia i ricercatori sia i datori di lavoro avrebbero valutato una serie più complessa di fattori. Come le competenze, la capacità di aggiornamento, la disponibilità alla riconversione lavorativa, l'efficienza, il livello di motivazione. Insomma i diversi indicatori della flessibilità e delle abilità dell'individuo. Adesso invece contano soprattutto peso e misure. Così si valuta il corpo e non la testa. Riducendo la dimensione dell'essere alla sua dimensione meramente fisica. In una società che ha sempre meno criteri e valori ideali e si affida a parametri materiali e indicatori quantitativi, quasi biometrici, ad essere decisiva non è più la persona ma l'efficienza della macchina corporea. Stiamo tornando insomma all'idea dei lavoratori come braccia Anzi come sistema cardiovascolare. Ovvero come nuda vita.
Marino Niola

(Il Venerdì 11 luglio)