lunedì 8 settembre 2014

FIDUCIOSO MONS. BIANCHI, MENO IL PASTORE BERNARDINI




Sto in mezzo a voi non come il biblico ospite di un sol giorno, del quale non si conserva memoria, ma come un fratello che cerca con voi di cantare la fatica e la gioia del vivere insieme”. Così ha esordito mons. Mansueto Bianchi, presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della CEI, nel saluto che oggi ha porto al Sinodo. Il presule ha sottolineato come alcune iniziative promosse dagli evangelici italiani come la nuova legge sulla libertà religiosa e la stesura di un appello per combattere la violenza contro le donne promosso dalla Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fgei) sono al vaglio della Conferenza episcopale che le osserva con molta attenzione e che dovrebbero unire le voci di tutti i cristiani d'Italia.
Mons. Bianchi è poi intervenuto sul cinquecentenario della riforma protestante del 2017, definendo questa ricorrenza "un'occasione preziosa di dialogo e d'incontro, di revisione dei nostri percorsi e di purificazione delle memorie.
I cristiani sono uniti da una identità condivisa basata sul Vangelo e sulla fede nel Signore Gesù, identità che conosce sì delle differenze, ma ci chiede di crescere verso la consapevolezza di una reciproca complementarietà".

Più scettico il moderatore della Tavola valdese, Eugenio Bernardini, sulla reale possibilità di fare avanzare il dialogo ecumenico sotto un profilo teologico.
In una recente intervista alla Nev affermava: "Se si riesca ad affrontare le divergenze teologiche che dividono e separano da tempo le grandi confessioni, questo non lo so, anzi sono piuttosto pessimista.
Non si può però non riconoscere che si stia aprendo una nuova stagione dopo una certa indifferenza che si sentiva da parte degli organismi centrali della Chiesa cattolica".
(L'Eco del Chisone 27 agosto)

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