domenica 26 ottobre 2014

Gli spazi infiniti del razzismo

A distanza di tre anni dalla precedente edizione, Lunaria pubblica il Terzo Libro bianco sul razzismo in Italia. Questa volta lo sguardo si allarga sull'Europa, sulle pulsioni nazionaliste e xenofobe emerse dalle elezioni di fine maggio, sulle politiche comunitarie  - sicuritarie e repressive - in materia di migrazioni. Proprio in questi giorni, diciottomila effettivi delle forze dell'ordine sono impegnati su tutto il territorio dell'Unione a controllare le persone di origine straniera: e "Mos Maiorum", operazione di polizia europea con l'obiettivo dichiarato dal Consiglio d'Europa di «indebolire la capacità del crimine organizzato nel favoreggiamento dell'immigrazione illegale». In concreto, l'operazione colpisce i migranti privi di documenti, fermati, identificati, ed espulsi.
Il Libro bianco di Lunaria è stato presentato a Roma giovedì scorso, nell'ambito delle iniziative del Salone dell'editoria sociale. Solo due giorni prima, nella Capitale si è verificato un episodio grave e preoccupante: nel quartiere di Casalbertone militanti di Casapound e Lega Nord hanno impedito l'ingresso degli studenti stranieri nel Centro territoriale di formazione permanente. E sempre nella zona sud-est di Roma, a Torpignattara (dove a fine settembre un cittadino pachistano è stato brutalmente ucciso da un diciassettenne italiano), esponenti della destra romana hanno organizzato giovedì 16 ottobre una raccolta di firme contro la presenza di cittadini di origine straniera, nel tentativo di farne il capro espiatorio dei problemi di un quartiere abbandonato dalle istituzioni.
Si tratta soltanto di due tra i più recenti esempi del razzismo quotidiano che permea tutti gli ambiti della società, e che Lunaria ricostruisce e analizza nelle pagine del Libro bianco. Il razzismo non è infatti solo quello efferato e inquietante della violenza per le strade, assai diffuso nonostante se ne parli ben poco. Non è solo quello dell'offesa urlata, e quasi sempre minimizzata.
Il razzismo è nel mondo del lavoro, là dove si consente ancora oggi che le persone vengano sottomesse al caporalato; con paghe da fame e condizioni di vita e di lavoro indegne. E' nel mondo dell'informazione, che ancora reputa normale definire «clandestino» una persona priva di permesso di soggiorno, e «zingaro» chi appartiene alla minoranza rom. E' nei media - vecchi e nuovi - che cavalcano i peggiori pregiudizi radicati nel tessuto sociale, solleticando gli stereotipi e diventandone cassa di risonanza. E' nel mondo politico, dove la presenza di una ministra nera è motivo per lanciare offese gravi e spregevoli, derubricate puntualmente a semplici battute. E' nel mondo dello sport: sugli spalti, da cui vengono lanciate banane all'indirizzo di giocatori neri, e nelle alte dirigenze, dove le banane vengono menzionate associandole alla presenza di atleti stranieri. E' nelle scuole, dove si creano classi dedicate esclusivamente agli alunni privi di cittadinanza italiana. Il razzismo è nelle leggi, per le quali una persona figlia di genitori stranieri, ma nata e cresciuta in Italia, resta comunque «straniera».
Gli italiani non sono razzisti, sento dire spesso, nel ricordo di un passato migratorio non molto lontano. Ma la memoria, se non adeguatamente sostenuta e alimentata, è labile. E la realtà attuale è molto diversa, in una società in cui gli anticorpi culturali, sociali, politici e istituzionali per respingere il razzismo sono del tutto insufficienti. La conoscenza, l'analisi, il confronto, la (ri)costruzione di una cultura diffusa dell'eguaglianza, insieme alla mobilitazione sociale e alle attività di tutela giuridica, contribuiscono a contrastarlo. Il lavoro di Limaria si pone appunto questo obiettivo. Diviso in tre sezioni, il Libro bianco sul razzismo propone un'analisi del contesto politico e culturale in cui le molteplici forme di razzismo prendono piede, con una particolare attenzione alle politiche nazionali e comunitarie, alla giurisprudenza, al mercato del lavoro. Un aspetto particolarmente importante, quest'ultimo, in un periodo di crisi economica nel nome della quale i diritti vengono messi in discussione e pericolosamente ripensati come privilegi subordinati all'appartenenza nazionale, in una guerra «noi/loro» in cui si esce tutti perdenti.
Un'ampia sezione del Libro bianco è poi dedicata al mondo dell'informazione: perché il ruolo dei media, da sempre fondamentale nell'orientamento dell'opinione pubblica e dell'agenda politica, lo è ancora di più oggi, in epoca di comu­ni­ca­zione rapida, imme­diata, virale, dif­fusa. La terza parte è inti­to­lata infine «Cro­na­che di ordi­na­rio raz­zi­smo», pro­prio come il sito con cui Luna­ria moni­tora, ana­lizza e denun­cia ogni giorno l'evoluzione del raz­zi­smo in Ita­lia. Due­mi­la­cin­que­cen­to­ses­san­ta­sei sono i casi di discri­mi­na­zioni e vio­lenze raz­zi­ste docu­men­tati, tra l'1 set­tem­bre 2011 e il 31 luglio 2014, in un data­base con­sul­ta­bile on-line.
L'analisi di alcuni casi emble­ma­tici degli ultimi tre anni ci ricorda che il raz­zi­smo per­mea tutti gli spazi e i rap­porti sociali. Il tutto men­tre il Medi­ter­ra­neo è ancora un mare in cui è troppo facile morire. E non è pos­si­bile non iden­ti­fi­carne una delle cause prin­ci­pali nella mio­pia delle scelte istituzio­nali nazio­nali ed euro­pee che, mar­gi­na­liz­zando alcune per­sone in ragione della loro appar­tenenza nazio­nale e con­fi­nan­dole a esi­stere solo in virtù di un docu­mento, rap­pre­sen­tano una delle più gravi forme di razzismo.
Serena Chiodo

(Il manifesto 19 ottobre)