giovedì 30 ottobre 2014

Torre Pellice, l’addio del priore

Forte era la commozione di don Armando Girardi, domenica scorsa nella Messa vespertina a Torre Pellice, nell'annunciare ai presenti di aver rassegnato le dimissioni da parroco del Priorato di S. Martino. L'età - 73 anni - e soprattutto le precarie condizioni di salute l'hanno spinto a richiedere al vescovo di sollevarlo da questa impegnativa incombenza. Parroco dal 1992, a Torre Pellice era giunto già sul finire degli Anni '70. Per questa comunità ha pressoché speso tutte le sue energie di pastore. Sobrio nella liturgia, tuttavia efficace ed apprezzato da molti fedeli, la sua eccellenza si è espressa soprattutto nelle opere sociali. «Tantissime le iniziative a servizio delle famiglie, a partire dai bimbi, ai giovani, agli anziani - testimonia Gian Luca Apolloni, braccio operativo e tecnico in molte delle imprese intraprese -. Ha salvato la Scuola mauriziana; per i giovani ha inventato "Colors", una sorta di discoteca per trascorrervi il sabato sera evitando gli eccessi dello sballo. Ha trasformato la residenza per gli anziani S Giuseppe in una struttura di eccellenza, con un reparto specializzato per la sclerosi multipla. Ha realizzato la Casa vacanze, ha dato vita a diverse cooperative perché tutto venisse gestito con trasparenza e con una ricaduta occupazionale sul territorio. In ogni caso, nonostante le difficoltà degli ultimi tempi, lascia in eredità un patrimonio non indifferente alla parrocchia ed all'intera comunità torrese».
Il vescovo Debernardi negli ultimi anni, resi complessi dai problemi di salute che lo distoglievano dal seguire con puntiglio tutte le attività, gli aveva affiancato due giovani presbiteri, don Fabiano Corsato e don Manuel Capa de Toca, che ora proseguono nel servizio pastorale; mentre don Alfredo Chiara è stato aggiunto quale amministratore parrocchiale. Mons. Debernardi, lunedì 20, ha poi voluto incontrare i catechisti e i più diretti collaboratori della parrocchia per far conoscere loro il nuovo amministratore parrocchiale ed incoraggiarli nel proseguire il cammino pastorale. (r. a.)

(L'eco del Chisone 24 ottobre)