Non
so se ciò che dirò sia una riflessione teologica “corretta” ,
ma siccome credo che la Bibbia abbia sempre a che fare con la mia
vita, voglio esprimere un piccolo pensiero. Questo brano può farci
riflettere sull’aspetto del cambiamento.
Questo
termine lo sto sperimentando nell’esperienza della malattia di mia
mamma. Maria ha 87 anni ed è giunta ad una fase finale della sua
vita: ormai non è per niente autonoma e anche la sua mente ne sta
risentendo molto: vuole esprimersi, ma non trova le parole adatte.
Quando
sto con lei mi sembra di rivivere la mia esperienza di madre con i
miei figli Daniele e Francesco: avevano necessità che li accudissi
in tutto:
dar
loro da mangiare, da bere, cambiarli, vestirli, coccolarli e
continuamente spiegar loro casa accadeva nell’ambiente in cui
vivevano.
La
medesima cosa la sto vivendo con mia mamma , ma con molto dolore.
Quando mi ritrovo a spiegarle delle vicende che sono scontate,
facendole compiere, attraverso le mie parole, tutti i passaggi
logici, mi rendo conto della nostra fragilità e mi chiedo il motivo
per il quale, arrivati ad un certo punto della nostra vita, si debba
come tornare indietro.
Chissà
cosa vorrà insegnarci Dio attraverso questo processo?
Si
nasce , si diventa bambini, poi adulti e piano piano si ritorna
bambini. Quale significato ha tutto questo? Si nasce per volere di
Dio e poi pian piano si ritorna come bambini tra le sue braccia.
Forse
dobbiamo sperimentare fino in fondo, proprio sulla nostra carne, cosa
significa fidarsi di Dio e affidarsi a Dio, ciecamente, come il bimbo
si fida del genitore che lo tiene per mano.
Piossasco
23/11/2014 M.Grazia Bondesan