domenica 23 novembre 2014

FIDARSI E AFFIDARSI A DIO- RIFLESSIONE DURANTE L'EUCARESTIA


Non so se ciò che dirò sia una riflessione teologica “corretta” , ma siccome credo che la Bibbia abbia sempre a che fare con la mia vita, voglio esprimere un piccolo pensiero. Questo brano può farci riflettere sull’aspetto del cambiamento.

Questo termine lo sto sperimentando nell’esperienza della malattia di mia mamma. Maria ha 87 anni ed è giunta ad una fase finale della sua vita: ormai non è per niente autonoma e anche la sua mente ne sta risentendo molto: vuole esprimersi, ma non trova le parole adatte.

Quando sto con lei mi sembra di rivivere la mia esperienza di madre con i miei figli Daniele e Francesco: avevano necessità che li accudissi in tutto:

dar loro da mangiare, da bere, cambiarli, vestirli, coccolarli e continuamente spiegar loro casa accadeva nell’ambiente in cui vivevano.

La medesima cosa la sto vivendo con mia mamma , ma con molto dolore. Quando mi ritrovo a spiegarle delle vicende che sono scontate, facendole compiere, attraverso le mie parole, tutti i passaggi logici, mi rendo conto della nostra fragilità e mi chiedo il motivo per il quale, arrivati ad un certo punto della nostra vita, si debba come tornare indietro.

Chissà cosa vorrà insegnarci Dio attraverso questo processo?

Si nasce , si diventa bambini, poi adulti e piano piano si ritorna bambini. Quale significato ha tutto questo? Si nasce per volere di Dio e poi pian piano si ritorna come bambini tra le sue braccia.

Forse dobbiamo sperimentare fino in fondo, proprio sulla nostra carne, cosa significa fidarsi di Dio e affidarsi a Dio, ciecamente, come il bimbo si fida del genitore che lo tiene per mano.

Piossasco 23/11/2014 M.Grazia Bondesan