martedì 16 dicembre 2014

QUESTO SI'....CHE E' UN VESCOVO

Parigi, 23 novembre 2014

Papa Francesco,

 

Siamo in tanti a volerLe esprimere il nostro sostegno e la nostra gratitudine per tutti gli sforzi che Lei sta compiendo affinché la Chiesa cattolica possa andare di pari passo con il suo tempo.

Lei non risparmia il Suo impegno per aprire delle porte alle famiglie delle nostre società attuali: famiglie di divorziati, senza bambini, con un solo genitore, ricomposte, dello stesso sesso… Questo rappresenta un cambiamento antropologico e culturale considerevole!

 

Il testo adottato alla fine del sinodo, nell’ottobre scorso, ci è sembrato deludente e arretrato. Soprattutto nei confronti delle proposte di apertura che erano state fatte per i divorziati risposati e per gli omosessuali. Questo testo dà l’impressione che rimaniamo rinchiusi dentro un sistema.

Fortunatamente, con il fatto di rimandare la questione nelle diocesi prima della prossima sessione del sinodo, Lei ha istaurato la collegialità, consentendo così all’insieme del popolo cristiano di esprimersi liberamente. È con questo spirito che ci preme trasmetterLe il nostro modesto contributo.

 

Lo ha detto Lei stesso, non è la disciplina che deve prevalere, bensì la misericordia. Non è forse quello l’atteggiamento abituale di Gesù in tutti i suoi incontri sulle vie della Palestina?

 

Il ruolo della Chiesa è di accompagnare, di aiutare, di incoraggiare, non è quello di imporre dei fardelli che noi stessi, i suoi dirigenti, non portiamo.

Sembra molto più evangelico accogliere le persone così come sono e non come dovrebbero essere!

La Chiesa, a suo merito, ha il fatto che alcuni cristiani, alcuni parroci abbiano, da parecchio tempo, aperto delle porte. Non si sono fondati sui principi ma sul fatto che esistano delle coppie che, di fatto, sono escluse del sacramento e della comunione con gli altri cristiani.

Riconoscono con benevolenza l’amore che viene vissuto dalle coppie fuori norma.

Non si nascondono dietro la dottrina con un discorso ligio alle regole, bensì sono in ascolto e guardano con occhio benevolo queste nuove forme di famiglie per le quali la vita quotidiana, spesso, non è facile. Il matrimonio civile viene considerato positivamente. Divorziati risposati sono accolti e possono fare la comunione. Degli incarichi vengono loro affidati. Coppie omosessuali vengono accettate e valorizzate. Il loro matrimonio viene benedetto. E i loro figli vengono battezzati. Nelle periferie della Chiesa, vige un clima di tolleranza e di rispetto dove quelli che sono esclusi sono i primi ad essere invitati al tavolo dell’Eucarestia.

 

Questo è un cambiamento epocale che potrebbe spaventare. Non si tratta di accettare tutto quello che viene fatto, bensì di partire dalle situazioni esistenziali tali quali esse siano per poi fare, con coraggio, un passo avanti in un cammino nuovo dove si trovano gli uomini e le donne che si sentono marginalizzati dalla Chiesa.

 

Grazie, Papa Francesco, di rallegrarci con la Sua audacia evangelica:

 

Dio è il Dio della legge. Ma è anche il Dio delle sorprese. Lasciatevi sorprendere da Dio. Dio non ha paura della novità.”

 

Queste sono le parole da Lei pronunciate. Il futuro è aperto.

 

Con il nostro affetto e il nostro rispetto.

 

Jacques Gaillot vescovo di Partenia