venerdì 31 gennaio 2014

Rubata l'ampolla col sangue di Wojtyla

Grande mobilitazione dei vescovi, appello ai ladri, angoscia dei devoti.
Ma è proprio il caso di agitarsi tanto?
Che sia un fanatico delle reliquie, un collezionista oppure un cristiano antiidolatrico? Insomma, ampolla più ampolla meno, reliquia più reliquia meno... non c'è proprio da preoccuparsi.

CREATURA

“Non vedevo differenza tra Dio e la nostra sostanza ma, per così dire, Dio era tutto… E tuttavia Dio è Dio e la nostra sostanza è una creatura di Dio”.
Giuliana di Norwich

COMMENTO ALLA LETTURA BIBLICA

                SIMEONE E ANNA: GIGANTI DELL’ATTESA

Luca 2,22-40

22 Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, 23 come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; 24 e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore.
25 Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele; 26 lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. 27 Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, 28 lo prese tra le braccia e benedisse Dio:
29 «Ora lascia, o Signore, che il tuo servo
vada in pace secondo la tua parola;
30 perché i miei occhi han visto la tua salvezza,
31 preparata da te davanti a tutti i popoli,
32 luce per illuminare le genti
e gloria del tuo popolo Israele».
33 Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. 34 Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione 35 perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima».
36 C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza, 37 era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. 38 Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
39 Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazaret. 40 Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.

 

Maria e Giuseppe, i genitori di Gesù, ci vengono presentati come fedeli alle tradizioni del loro popolo. Gesù e gli altri figli e figlie crebbero nel contesto di una famiglia ebraica del loro tempo in cui l’educazione alla fede era centrale.

La famiglia , nelle sue varie forme, anche oggi è ancora uno dei luoghi fondamentali per la testimonianza e l’iniziazione alla fede.

Questo “compito” dei genitori oggi mi sembra, nelle mutate condizioni, “tutto da inventare”, cioè un percorso quasi da creare ex novo. Chi si limita a ripetere ai figli  il catechismo della propria infanzia, non prende atto del fatto che il messaggio  del Vangelo deve continuamente “fiorire” in linguaggi diversi.

 

Ritratti

Ma oggi voglio soffermarmi brevemente sui “ritratti” che Luca ci presenta di Simeone e Anna.

Queste due persone anziane sono dipinte da Luca come modelli e testimoni della fede d’Israele. In essi splende la miglior tradizione di Israele, quella che – secondo  la prospettiva teologica dell’evangelista – aveva accolto e riconosciuto in Gesù il messia di Israele e la luce delle nazioni.

Questi due quadri in realtà per Luca sono finalizzati a contestare coloro che in Gesù non avevano visto e accolto il messia e a sottolineare che in  Gesù si realizza l’attesa di Israele. La disputa circa il messia attraversò per secoli il mondo ebraico e i Vangeli ci testimoniano una delle varie correnti del giudaismo contemporaneo.

Concentrando il nostro sguardo sul  pio Simeone e sulla profetessa Anna, siamo indirizzati ad accogliere la loro testimonianza di “giganti” dell’attesa.

Tutta la loro vita , nei ritratti spirituali che il pittore Luca ci regala con particolari pieni di luce e di calore, è impostata sul registro dell’attesa.  Non siamo davanti ad una pagina di cronaca, ma davanti ad un linguaggio midrashico.

E’ evidente che Luca qui aveva ben presente la sua comunità. Questi due testimoni di ieri sono, per Luca, maestri e profeti di oggi. L’evangelista doveva fare i conti con la tentazione incombente sulla sua generazione di credenti. La fragilità dell’esperienza comunitaria e il desolante paesaggio del dominio imperiale romano avevano persuaso molti fratelli e sorelle a rassegnarsi al panorama presente, a rinunciare all’attesa di qualcosa di nuovo: un futuro che si presentava “senza avvenire”.

La messa in scena di questi due protagonisti diventa un messaggio esplicito per la sua comunità: per accogliere Gesù e il suo messaggio bisogna essere o diventare uomini e donne dell’attesa, non lasciarsi imprigionare nella ideologia del destino o della rassegnazione.

 

Per noi oggi

Il messaggio mi sembra tutt’altro che irrilevante per noi oggi. Dopo tante lotte, dopo tanti anni di speranze e di progetti, i poteri della nostra “società” usano ogni mezzo per predicarci la impossibilità di cambiare e per “distrarci” dall’impegno per il cambiamento.

Il “sistema” deride coloro che credono che un mondo “altro” è possibile. Li dipinge come illusi, sognatori, ingenui o sovversivi mentre protegge e lascia a piede libero furfanti, ladri, corrotti.

Come Simeone e Anna, non possiamo abbandonare una operosa attesa.  No: “ciò che tarda avverrà”. Un mondo “altro”, in cui l’amore e la giustizia siano più forti dell’egoismo e della violenza , non solo è possibile. E’ diventato necessario e urgente per un cristiano che crede nel Dio della creazione e della liberazione.

Questo squallido mondo dei mercanti di oggetti, di armi e di corpi non rispetta l’ordine della creazione, il sogno di Dio per il creato.

Dio, il soffio vitale che accompagna e penetra ogni creatura, ci chiama ad una attesa sovversiva, a guardare avanti e oltre.

La idolatria liturgica del potere economico e finanziario, le multinazionali, le cattedrali bancarie in cui il dio denaro siede sul trono del dominio  e dello sfruttamento, sono la bestia che seduce, la “grande babilonia” che affama i poveri e dà spettacolo di onnipotenza.

La Parola di Dio , nel suo potere antidolatrico, smaschera questo teatro dell’oppressione e ci sollecita a non lasciarci né incantare né paralizzare.

La strada che i profeti e Gesù ci indicano è in questa direzione. Lungo questo percorso ci è dato di incontrare quella folla immensa di donne e di uomini che, da percorsi e da esperienze diverse, nutrono lo stesso sogno e combattono la stessa battaglia.

Bisogna, come Simeone, “prendere tra le braccia il bambino” (Luca 2, 28), cioè prenderci a cuore, abbracciare tutte le nascenti esperienze di novità umana, tutti gli spazi in cui si partorisce il mondo “altro”.

Sono proprio io che, dentro il piccolo solco del quotidiano, debbo accogliere, partorire ed abbracciare quei frammenti di mondo nuovo e di chiesa nuova che qua e là compaiono. L’attesa evangelica è attiva: non è come aspettare il bus. Essa sa che Dio è fedele e ….”ciò che tarda avverrà”.

UNA PROVOCAZIONE CHE NON FA MAI MALE


Il vangelo, Francesco, e le monache di clausura Sul blog "Come Gesù" del sacerdote e scrittore Mauro Leonardi, una monaca di clausura mi scrive: «Il mio prossimo più prossimo è la sorella che mi vive accanto e nella misura in cui io la "incontro" posso arricchire la mia vita e essere in comunione con Dio... E il prossimo che sta fuori? E' per lui che io ho scelto di vivere più vicino a Dio, di amare Dio anche per lui, di essergli vicino con la preghiera, di camminare con lui incontro a Dio". Ed ecco la mia risposta: « L'amore per il prossimo tra le mura di un monastero, è solo pura astrazione. Quando il Signore disse agli apostoli: "Se dunque io, il Signore e il maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri", certamente non voleva dire (sarebbe sciocco pensarlo) che Pietro dovesse "lavare i piedi" a Giovanni, Giacomo a Tommaso, e via di seguito reciprocamente: "Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso" (Lc 6,32). La monaca di clausura si è preclusa la possibilità di passare per la strada del malcapitato percosso dai briganti (parabola di Luca), si è preclusa la possibilità di incontrare i lebbrosi che incontrava Francesco, di andare a trovare l'infermo o il carcerato (Mt 25, 35ss). Però rimedia così: "E' per lui che io ho scelto di vivere più vicino a Dio... ". Il che significa: col malcapitato, con l'infermo, col carcerato, siano gli altri a "sporcarsi" le mani, io penso a loro stando vicino a Dio... . Evangelico? Non direi. Francesco stava vicino a Dio più delle monache di clausura, e la mani se le sporcava. Francesco era in piena sintonia col vangelo». Renato Pierri

CONTRO LA TERAPIA RIPARATIVA


I medici cristiani inglesi si schierano contro la terapia riparativa La più importante associazione di psicoterapeuti cristiani del Regno Unito mette al bando la cosiddetta terapia riparativa, anticipando così l'azione del legislatore che da alcuni mesi è al lavoro per impedire l'esercizio di tale pratica, generalmente riconosciuta come nociva dalla comunità scientifica internazionale. I membri della Association of Christian Counsellors (ACC) hanno ricevuto nei giorni scorsi l'invito ad interrompere il metodo destinato alle persone omosessuali «nell'interesse della pubblica sicurezza». Il gruppo ha così dovuto giustificare il cambio di rotta rispetto al recente passato, quando i suoi membri si dichiaravano favorevoli alla terapia per convertire i gay. "Questi modelli sono potenzialmente nocivi, dunque devono essere considerati incompatibili con l'etica dell'assistenza psicologica". L'organizzazione di terapeuti cristiani ha dissuaso i propri iscritti dal continuare o iniziare la fantomatica cura su nuovi pazienti. "Nell'interesse collettivo abbiamo deciso di rendere chiare fin da subito le regole dell'Association of Christian Counselors". Già da alcuni mesi la comunità cristiana internazionale sta tentando di distaccarsi dal controverso metodo, il cui esercizio è stato offerto finora proprio da gruppi religiosi. Tra i primi della lista compare l'organizzazione Exodus International, arrivata perfino alla chiusura dopo una serie di scuse pubbliche e di ammissioni; di recente anche la Salvation Army ha deciso di rimuovere i relativi link dal proprio sito. La decisione del gruppo cristiano di medici può essere considerata frutto del fermento che attualmente ruota intorno alla discussione sociale e politica sulla terapia riparativa nel Regno Unito, dove l'istituzione del divieto sembra ogni giorno più vicino al traguardo: la proposta di legge depositata da Geraint Davies sarà sottoposta all'esame del Parlamento il prossimo 24 gennaio. Dichiarazioni simili a quella della ACC sono state rilasciate da altre grandi organizzazioni mediche del paese, tra cui la British Association of Counselling and Psychotherapy (BACP), il UK Council for Psychotherapy e il Royal College of Psychiatrists. Non demorde invece un altro noto gruppo cristiano, il Core Issues Trust (CIT), i cui membri chiedono formalmente all'ACC di «fornire prove empiriche a sostegno delle fuorvianti dichiarazioni rilasciate sulla questione dell'assistenza psicologica alle persone omosessuali». Il CIT – già noto per le controversie sollevate contro il sindaco londinese sempre in tema LGBTQ – consiglia inoltre all'associazione cristiana di rispettare la fede dei suoi membri e dunque gli insegnamenti e l'etica sessuale cristiana. Il giornalista Patrick Strudwick che da tempo si occupa della questione ha così commentato l'evento: "Quando perfino le organizzazioni cristiane di psicologi spiegano perché i tentativi di convertire le persone gay all'eterosessualità non hanno senso, sono ciarlatane e allo stesso tempo nocive, allora ti rendi conto che stai vincendo la battaglia contro questi pericolosi trattamenti. Se continuiamo a spingere saremo in grado di estirpare definitivamente ogni tentativo di "curare" gli omosessuali".

giovedì 30 gennaio 2014

DAVVERO UNA BELLA NOTIZIA

 Il Senato ha dato il via libera al DDL contro il voto di scambio politico-mafioso, anche grazie agli oltre 377.000 cittadini che hanno firmato la petizione della campagna Riparte il futuro. Ecco il commento di Luigi Ciotti:
 L'approvazione del Senato della modifica del 416ter - norma che colpisce lo scambio elettorale politico-mafioso - è una bella notizia. L'auspicio, ora, è che la Camera dei Deputati trasformi definitivamente questa proposta in una legge dello Stato rispondendo concretamente alla sollecitazione di oltre 377 mila cittadini che hanno firmato la petizione della campagna Riparte il futuro promossa da Libera e Gruppo Abele. La lotta alla corruzione è infatti una priorità non solo etica ma economica: non meno delle mafie, la corruzione è furto di bene comune, furto di diritti e di speranze, di opportunità e di lavoro. Ed è soprattutto un impegno che deve coinvolgerci tutti, toccare le coscienze laiche e quelle religiose, stimolare una comune ricerca di giustizia e di verità. «La corruzione odora di putrefazione» ci ha ricordato Papa Francesco, sottolineando l'insidia di un crimine che trova sempre «il modo di salvare le apparenze». È estremamente importante che la norma definisca il reato non più solo attraverso il criterio, ormai insufficiente, dello scambio in denaro, ma chiamando in causa le "altre utilità" e "promesse" (informazioni sensibili, raccomandazioni, prestazioni sessuali, protezioni dai controlli e così via) attraverso cui si può sviluppare un rapporto corruttivo. Si tratta però solo di un primo passo, di un doveroso atto politico di trasparenza e bonifica delle istituzioni democratiche. Reati diffusi al punto da diventare costume, chiedono non solo leggi all'altezza ma l'impegno di tutti noi a volerle e sostenerle attraverso le scelte e i comportamenti quotidiani. La legalità non può fare mai a meno della corresponsabilità. E corresponsabilità, a questo punto, è arrivare non solo alla definitiva approvazione del 416ter ma, prima possibile, a una più generale legge sulla corruzione dotata di quelle misure (confisca dei beni ai corrotti; pene adeguate per "reati civetta" come il falso in bilancio, l'autoriciclaggio, l'evasione fiscale; trasparenza del sistema sanitario) necessarie per rendere il nostro Paese una comunità dove l'interesse economico coincida finalmente con l'interesse sociale, con la dignità e la libertà di tutti.
 Luigi Ciotti http://www.riparteilfuturo.it/


IL MONDO CHE PREGA

Dal Tibet alle Ande, dall’India all’Egitto fino ad arrivare al centro del Sahara. Così nei luoghi più impervi gli uomini cercano Dio.
Un ragazzo cammina tra le dune di un immenso deserto silenzioso, migliaia di pellegrini pregano alla Mecca, un giovane diacono legge la Bibbia accoccolato nell’incavo di una finestra, che lo contiene come un grembo, un gruppo di fedeli sull’altopiano andino prega davanti a una roccia, una donna compie un bagno rituale nel Gange, una giovane pellegrina al Monte Kailash ci osserva col volto cosparso di una sostanza protettiva. Sono queste alcune delle circa duecento magnifiche immagini scattate in oltre quarant’anni di attività dal fotografo giapponese freelance Kazuyoshi Nomachi (Mihara, 1946) ed esposte, per la prima volta in Occidente, in una grande antologica intitolata Le vie del sacro (fino al 4 maggio alla Pelanda di Roma, catalogo National Geographic, www.mostranomachi.it).
La mostra, promossa dall’Assessorato alla Cultura di Roma, dal Macro e da Civita, è ospitata nell’ex Mattatoio di Testaccio, negli spazi espositivi della Pelanda ed è concepita come un cammino, un ideale pellegrinaggio, attraverso sette sezioni corrispondenti ai luoghi visitati da Nomachi alla ricerca del sacro: Sahara, Nilo, Etiopia, Islam, Gange, Tibet e Ande. Il percorso è tracciato da un allestimento suggestivo ideato dall’architetto e scenografo Peter Bottazzi, che ha saputo bene interpretare l’idea del viaggio preferendo, ai tradizionali pannelli espositivi a parete, degli ariosi supporti fatti di asticelle in legno, disposte orizzontalmente come le tende veneziane o le pareti delle case giapponesi, che lasciano lo sguardo libero di vagare tra le diverse sezioni.
«Nel 1972 a 25 anni - racconta Nomachi - scoprii il Sahara, un deserto aspro, sconosciuto, dimenticato. Mi chiedevo come la gente potesse viverci. Ho cominciato allora a interrogarmi sul valore della preghiera. Nei territori più impervi, infatti, per sopravvivere le persone si affidano a Dio e così ho iniziato questo percorso attraverso le religioni. Mi affascinano le persone nei luoghi sacri, quando pregano, perché in quel momento aprono il loro cuore, rivelano la loro espressione più autentica e sono totalmente sincere».
Le immagini di Nomachi colpiscono anche per l’assoluto rispetto, l’eguale considerazione e il pari coinvolgimento emotivo che il fotografo mostra verso ogni rituale religioso, un atteggiamento che forse gli deriva proprio dal suo essere giapponese. Nel Giappone moderno, infatti, shintoismo, buddismo e cristianesimo sono religioni che convivono pacificamente, spesso praticate addirittura dalle stesse persone che si recano al tempio shinto per festeggiare il nuovo anno, si sposano in chiesa e celebrano i funerali nel tempio buddista.
Nomachi afferma tuttavia che il sacro gli si è rivelato nel Sahara e in seguito a questa esperienza si è convertito all’Islam, cosa che tra l’altro gli ha permesso di scattare una serie di foto divenute subito celebri del pellegrinaggio alla Mecca. Quando ho fotografato La Mecca dall’alto di un minareto - ricorda - ho provato l’emozione più grande della mia vita. Ho perfino temuto di aver usurpato il posto di Dio, perché il punto di vista dall’alto appartiene a lui».

PANORAMI GRANDIOSI E AUSTERI
Oltre a fissare l’espressione dei volti nel momento della preghiera, anche nei paesaggi Nomachi riesce a cogliere e a restituire il senso dell’epifania del sacro. I suoi panorami grandiosi, silenziosi e austeri appaiono, infatti, riflettere e trasmettere valori spirituali e richiamano il senso dell’infinito.
All’inizio del 2013 Nomachi è tornato in Sudan mentre nel 2014 ha in programma di riprendere il lavoro sul sincretismo tra cristianesimo e culti preesistenti nelle Ande. E a chi gli domanda se l'Occidente non lo interessi ricorda di aver fatto un servizio in Vaticano per il Giubileo del 2000. Quale insegnamento trarre allora da questo viaggio attraverso le religioni? «E’ comune a tutti gli uomini chiedersi chi siamo e dove andiamo dopo la morte. Sarei felice - conclude - se le mie fotografie potessero trasmettere ai visitatori della mostra quella stessa serenità, quel senso di calma e di pace spirituale che hanno le persone in preghiera».
Flavia Matitti

(L’Unità 7 gennaio)

mercoledì 29 gennaio 2014

RECENSIONE DI VALERIO GIGANTE COMPARSA SU ADISTA



Franco Barbero. Benedizione delle coppie omosessuali. Harmattan Italia, Torino, 2013 pp. 120, 19,50€
Per spiegare efficacemente il senso dell'ultimo lavoro di don Franco Barbero, Benedizione delle coppie omosessuali, è necessario fare qualche passo indietro. Almeno fino al 2003, quando il presbitero, per anni animatore della Comunità cristiana di base di Pinerolo, venne clamorosamente dimesso dallo stato clericale con un provvedimento emanato direttamente dal papa ed in assenza di qualsiasi procedimento canonico (e quindi della stessa possibilità per don Barbero di conoscere le accuse dottrinali a suo carico e potersi difendere). All'origine del provvedimento, soprattutto il seguito che don Barbero aveva (e continua ad avere) presso tanti credenti e comunità ecclesiali in ragione della sua pastorale aperta ed inclusiva a favore delle persone omosessuali. In particolare, della sua scelta di benedire in chiesa quei gay che, dopo un percorso di maturazione nella fede, sceglievano di vivere alla luce del Vangelo (e del sole) il loro rapporto di coppia, oltre che all'interno della comunità cristiana. Celebrazioni che per il Vaticano somigliavano pericolosamente a "matrimoni". E che dovevano essere definitivamente stroncate. Nonostante lo sconcertante comportamento di quella che all'epoca Barbero definì una «Chiesa buttafuori» che «scambia la Chiesa per una discoteca» alla fine la legge non ha prevalso sulla forza scatenante della Parola. Lo dimostrano le centinaia di lettere, richieste ed inviti che da tutta Italia continuano ininterrottamente ad arrivare a Barbero (una parte di questo materiale è pubblicato sul suo blog: http://donfrancobarbero.blogspot.it), da parte di gruppi, comunità, preti e religiosi che si interrogano e vogliono tenere aperte le loro chiese al soffio dello Spirito. E lo dimostra anche quest'ultimo volumetto pubblicato dal profetico prete piemontese, che raccoglie i ciclostilati delle celebrazioni e che sta lì a documentare e testimoniare la ricchezza di un'esperienza pionieristica all'interno delle Chiese cristiane (basti pensare che dal 2011 la Chiesa valdese ha dato il via libero definitivo alla benedizione delle unioni gay). Soprattutto, dimostra come quelle liturgie non abbiano mai voluto essere un atto di ribellione all'autorità; piuttosto la disobbedienza franca e fraterna ad una legge ecclesiastica ritenuta contraria alla prassi inclusiva del Gesù evangelico. Una provocazione costruttiva, quindi, che invita a ripensare ogni atteggiamento o atto di esclusione, condanna e sterile chiusura dentro la Chiesa cattolica.

DA PIERO CALAMANDREI A ROBERTO CALDEROLI E DENIS VERDINI

 La decadenza culturale, etica, morale, sociale, politica, economica, può essere riassunta nel tragico passaggio, di fatto avvenuto, tra chi ha voluto ed elaborato le leggi elettorali.ù Da una parte Piero Calamandrei, uno dei massimi esponenti della Consulta Nazionale e dell'Assemblea Costituente in rappresentanza del Partito d'Azione. Per quanto riguarda la legge elettorale, Calamandrei aveva proposto una repubblica presidenziale con "pesi e contrappesi", come negli Stati Uniti, o un sistema di premierato sul modello Westminster britannico, per evitare la debolezza dei governi, come si verificò poi puntualmente durante la storia della repubblica, e, allo stesso tempo, impedire la deriva autoritaria insita sia nel troppo potere, sia nel disordine delle istituzioni, come era avvenuto col fascismo. Nonostante ciò, difese sempre la repubblica parlamentare e la Costituzione, così come erano uscite dal dibattito democratico nella Costituente. Dall'altra parte Roberto Calderoli e Denis Verdini, entrambi asserviti agli interessi di Silvio Berlusconi, con la collaborazione passiva di Matteo Renzi. Certo che involuzione qualitativa peggiore non poteva capitare all'Italia. Il cavadenti e il macellaio (con tutto il massimo rispetto per i macellai che si limitano a fare il loro lavoro) diventato banchiere, pluri inquisito come il suo capo, che formalizzano una ipotesi di legge elettorale, che dovrebbe sostituire il porcellum di Calderoli dichiarato incostituzionale, elaborando un "porcellinum" che peggiora la precedente "porcata", ma soddisfa i punti cardini pretesi da Berlusconi che non vuole il voto di preferenza, riservando a se stesso il diritto di nominare gli schiavi che andranno in Parlamanto a tutelare gli interessi suoi e delle aziende di sua proprietà Si tratta di una trappola, forse volutamente incostituzionale, per dilatare nel tempo l'impostazione definitiva che dovrebbe portare l'Italia ad essere amministrata secondo la volontà degli elettori e del popolo sovrano, trappola nella quale Renzi è cascato per ingenuità, per desiderio esibizionistico, o, peggio, pere connivenza. A Berlusconi serve guadagnare tempo, in modo da rimandare l'esecuzione della sentenza di condanna e l'assegnazione ai servizi sociali, ma sarebbe più equo se fosse inviato agli arresti domiciliari per metterlo nella condizione di non nuocere. L'errore madornale di Renzi è stato proprio nell'aver contraddetto una sentenza passata in giudicato, offrendo al pregiudicato Berlusconi una platea di importanza da cui la condanna lo aveva escluso. L'interdizione ai pubblici uffici avrebbe questo senso, di non concedere spazio attivo nelle decisioni politiche, avendo già dimostrato la sua perniciosità. Ma Renzi non è stato d'accordo e si è sostituito ai magistrati dei tre gradi di giudizio, assolvendo, di fatto, il pregiudicato dalle sue colpe e rimettendolo al vertice decisionistico, come se, senza la fattiva presenza dell'ex senatore, ex presidente del consiglio, ex incensurato, non fosse possibile uscire dal pantano in cui lo stesso pregiudicato ha gettato l'Italia.
Rosario Amico Roxas


Il vero scandalo

Dopo quattro anni è arrivata la pronuncia del Tar del Piemonte: preso atto delle sentenze ormai in giudicato circa le firme false a sostegno della lista «Pensionati per Cota» di Michele Giovine, il  Tribunale amministrativo regionale ha sentenziato: le elezioni della primavera 2010 sono nulle. Il presidente Cota annuncia ancora un ricorso, al Consiglio di Stato; toccherà a quest’ultimo l’ultima parola, si spera in tempi non biblici, visto che fra un anno o poco più si dovrebbe votare comunque. Certamente questa sentenza arriva con grande ritardo: tre anni e mezzo per un pronunciamento paiono troppi a chiunque. Oggi Lega e centrodestra al governo del Piemonte gridano allo scandalo. Ma il vero scandalo è che questa Giunta abbia potuto governare per circa quattro anni essendo stata eletta grazie ai voti di una lista che non avrebbe neppure potuto partecipare alle elezioni.
E nel frattempo abbiamo assistito a fenomeni quali «Rimborsopoli», su cui i giudici saranno chiamati a pronunciarsi nei prossimi mesi, con assessori, consiglieri e presidente che acquistavano campanacci, tosaerba e mutande verdi, pagavano cene ad amici e parenti con i nostri soldi.
E ciò mentre la Giunta regionale distruggeva, tanto per restare al nostro territorio, il sistema sanitario e dei trasporti pubblici.
Piervaldo Rostan
(Riforma)
La verità? Stiamo  andando verso l’uccisione della democrazia.
Nessuna forza politica può più tollerare questo razzismo strisciante.

Cécile Kyenge

martedì 28 gennaio 2014

IL CARDINALE SCOLA ELEGGE UN CORROTTO E UN CORRUTTORE


Gianni Letta nuovo membro dell'Istituto Toniolo, il colpo di mano del Card. Scola. La notizia è uscita venerdì scorso con grande ritardo e sulla stampa laica, nulla ci risulta sulla stampa cattolica. Il Card. Scola ha portato a buon fine una operazione ecclesiastica che ha dell'incredibile se non fosse vera perché leggibile online sul sito dell'Istituto Toniolo, che è il "padrone" dell'Università Cattolica, come tutti sanno. > > Scola ha fatto cooptare nel Comitato d'indirizzo ( il Consiglio d'amministrazione) dell'Istituto il notissimo Gianni Letta, coinvolto fino al collo in vent'anni di gestione della destra italiana, quella berlusconiana, pagana nei contenuti e nei metodi dell'azione politica, ma ostentatamente "cristiana" nel servilismo a Ruini e al Vaticano. Nessun pudore! Dopo il conclave l'arcivescovo di Milano non ha più prudenze. I discorsi che egli fa, per esempio, sul "meticciato" tra le culture sono il fumo per la platea, l'arrosto è un altro. Insieme a Letta sono arrivati il Presidente del Banco Popolare Carlo Fratta Pasini ed Eugenia Scabini, entrambi vicini a Comunione e Liberazione. > > Già c'erano Dino Boffo , Lorenzo Ornaghi e Cesare Mirabelli. Bella compagnia! tutti dell'area e dell'epoca di Ruini. Una volta nel Toniolo c'erano Scalfaro, il Card. Martini, il Card. Tettamanzi, Siro Lombardini…...Papa Francesco è di Roma, a Milano è out. Scola si arrocca in una struttura potente, certamente non evangelica. E non sarà, alla lunga, un autogoal per lo stesso Toniolo, l'Università Cattolica e Scola?
 Milano 28 gennaio 2014 Vittorio Bellavite, coordinatore nazionale di Noi Siamo Chiesa

GRUPPO BIBLICO GIOVANILE

Il gruppo si incontra giovedì 30 gennaio alle ore 20,30 a Pinerolo in Via Città di Gap, 13 secondo piano. Proseguiamo la lettura del Vangelo di Marco.
Per informazioni 333/2572941

LETTURA DELL'APOCALISSE

Il corso biblico sull'Apocalisse prosegue a Torino in Via Principe Tommaso, 4 venerdì 31 gennaio dalle ore 18 alle ore 19,30.

LE DONNE: "LA LEGGE GARANTISCA LA PARITÀ"

Roma - la riforma elettorale, qualunque essa sia, deve garantire le pari opportunità tra uomini e donne, sancita dall'articolo 52 della Costituzione. È l'appello lanciato ieri alla Camera da un gruppo di deputate di tutti i partiti (tranne M5S e Fdi), in un incontro a cui hanno preso parte diverse associazioni di donne e l'ex partigiana Marisa Rodano, fondatrice dell'Udi. Anche le donne di "Se non ora quando" denunciano la scarsa attenzione al tema della democrazia paritaria e "chiedono, anzi pretendono - si legge in una nota - che nella nuova legge elettorale siano indicate precise azioni per assicurare, quale che sia il sistema prescelto, norme che garantiscano una presenza paritaria delle donne".

(Repubblica 22 gennaio)

TORRE PELLICE, ECCO COME FUNZIONA L'OSPEDALE


Dal 2 gennaio per l'"Ospedale valdese" si è aperto un nuovo capitolo: non più presidio sanitario per la Riabilitazione e la Lungodegenza, ma sede di venti posti letto di "Continuità assistenziale". Una soluzione che ha scongiurato la chiusura completa e definitiva della struttura, come invece avrebbe desiderato l'ex-assessore regionale, Paolo Monferino.

Né ospedale, né territorio. Una terra di mezzo capace di accogliere pazienti che non necessitano più di un intervento acuto (come quello fornito dall'ospedale), ma non sono ancora in grado di tornare nella propria casa. La presenza del medico è assicurata per 4 ore al giorno, ma a guidarlo è il personale infermieristico. Siamo andati a vedere com'è organizzato. Vi raccontiamo cosa abbiamo visto.

Ruben Artus. Quando la Chiesa valdese si rese conto di essere un’unica famiglia

Se ne arrivarono alla Festa del 15 agosto che si teneva quell'anno, il 1975, a Perrero, sotto i castagni del Gran Bosco, ancora frastornati dal viaggio - erano arrivati forse uno o due giorni prima, non ricordo - increduli di trovarsi al sicuro: Ruben e Teresa (incinta) seguiti da Daniel, Jenny e Raoul, cui dopo pochi mesi si aggiunse anche Julio. Senza che nessuno se ne rendesse conto, mentre la festa proseguiva, le Valli e il popolo valdese in quel momento diventavano nuovamente luogo di rifugio e di vita per chi lotta per la verità e la libertà.
Ruben, compromesso per il suo impegno nella resistenza al regime, aveva precipitosamente abbandonato l'Argentina, raggiunto l'Uruguay e con falsi documenti era riuscito a imbarcarsi su un aereo diretto in Europa. In quegli anni, come si sa, sugli Stati del Centro e Sud America si era stesa o stava per stendersi l'ombra cupa di regimi dittatoriali. Dopo il successo della rivoluzione cubana gli Stati Uniti e le grandi multinazionali temevano che la «infezione comunista» si estendesse a tutto il continente. E cosi la democrazia era morta in Brasile già nel '64, nel Cile e in Uruguay nel '73, e l'Argentina seguiva la stessa strada. L'opposizione fu ovunque combattuta in modo feroce e spietato: le ferite sono ancora aperte, incalcolabile il numero dei morti, un'intera generazione di giovani fu sacrificata. Ruben e i suoi furono come «un tizzone strappato dal fuoco» (Amos 4, 11). A quell'epoca Ruben non aveva ancora ultimato i suoi studi di teologia. La Tavola valdese gli diede modo di completare la sua preparazione, affidandolo al past. Giorgio Tourn che lavorava a Pinerolo e affidandogli già degli incarichi pastorali (sarà consacrato nel 1984, nel corso del culto di apertura del Sinodo presieduto dal past. Paolo Sbaffi). E, non appena fu possibile, lo destino a Piossasco, con cura anche di Coazze. Piossasco allora stava sviluppandosi molto perché, nella confinante Grugliasco, la Fiat costruiva dei nuovi stabilimenti che avevano attirato lavoratori sia dal Sud sia dalle Valli. C'era dunque la possibilità di dare vita a una nuova Chiesa.
Lì Ruben diede il meglio di sé, riuscendo a fare di un gruppo disomogeneo una comunità vivente, agendo secondo due direttrici: la formazione delle coscienze con gli studi biblici e il dialogo con la città mediante un Comitato per la pace e con altre componenti ecclesiali, quale per esempio la Comunità di base, ben presente in zona. Ruben con Teresa e i figli portarono nella grigia realtà del paese una nota di vivacità sudamericana che coloro che l'hanno vissuta ricordano ancora oggi con nostalgia.
Nel frattempo in Sud America le cose stavano cambiando: nel 1982 la disastrosa guerra per il controllo delle Isole Falkland faceva crollare il regime dei colonnelli in Argentina e anche l'Uruguay si avviava verso un processo di democratizzazione.
Gli Artus guardavano con speranza alla fine del proprio esilio e, non appena possibile, rientrarono. Era l'ottobre dell'85. La loro partenza fu vissuta da noi con un misto di gioia perché potevano riabbracciare i propri cari e di tristezza per noi. Ma il legame di affetto, amicizia e fede si mantenne forte e vivo negli anni successivi.
Lì per lì non lo capimmo, ma in quegli anni era maturato in noi qualcosa di nuovo. Le chiese del Rio de la Plata e le nostre qui in Europa formano, giuridicamente  parlando, un «corpo unico». Con gli Artus l'espressione giuridica aveva «preso un corpo», era diventata carne e sangue, parole e sentimenti, speranze e delusioni, sofferenza e gioia. Insomma, avevamo capito che eravamo (e siamo) una sola famiglia. Da un grande male il Signore aveva suscitato un grande bene.
Siamo vicini a Teresa, Daniel, Jenny, Raoul, Julio e a tutti i loro cari nella tristezza, ma anche riconoscenti per il dono che con Ruben il Signore ci ha dato.
Luciano Deodato

(Riforma 10 gennaio)

lunedì 27 gennaio 2014

LE TAPPE TORINESI DELLA IDOLATRIA

L'urna che racchiude il braccio di san Giovanni Bosco, chiuso all' interno di una statua che è la riproduzione fedele di quella custodita nel santuario di Maria Ausiliatrice, ha cominciato lunedì il suo pellegrinaggio torinese da Lanzo e Ciriè. Oggi sarà a Settimo Torinese e a Bra. E domani sarà portata a Chieri, dove resterà fino a venerdì. Sempre il 24 sarà a Castelnuovo dove resterà fino al 25, il giorno dopo sarà portata alla Basilica di San Giovanni Bosco al Colle. Continuerà ancora con la sosta a Rivoli (il 27), a Orbassano (il 28) e infine a Torino, il 29e 30 gennaio. Nel capoluogo, il 29, vi sarà la messa all' Istituto Agnelli (alle 6.50 del mattino); seguiranno incontri con le scuole, visite agli ospedali Regina Margherita e Sant' Anna e l' accoglienza dell' urna da parte dei giovani, alle 17.45, in largo Saluzzo. La processione si snoderà lungo via Baretti, via Madama Cristina, corso Vittorio Emanuele, fino all' Istituto San Giovannino, ripetendosi alle 20. Alle 20.30 verrà accolta all' Istituto Valsalice. E da Valsalice, dove si celebrerà la messa alle 7 del mattino, giovedì 30 gennaio, dopo una fermata all' ospedale San Giovanni Bosco, l' urna giungerà in Cattedrale. Qui, alle 18.30, celebrazione dei Vespri Solenni presieduti dal vescovo Nosiglia e dal rettor maggiore Pascual Chàvez Villanueva. Alle 21.15 partirà la fiaccolata con l' urna, che, verso le 22.30, approderà alla Basilica di Santa Maria Ausiliatrice.

(Repubblica, 22 gennaio)

LA DISPERAZIONE DEI LEGHISTI

La Lega Nord è giunta all'ultima stazione. Ormai prossima al funerale, quasi scomparsa dalla politica nazionale, tenta di salvare la sua immagine riducendosi ad un plotone di razzisti alla ricerca di qualche "impresa".
Sotterrata da una montagna di scandali, logorata dalla corruzione, la Lega si chiude nella difesa dell'unica idea, nell'unico progetto politico che l'ha sempre animata: il razzismo.
La "persecuzione" della Kyenge è opera di questi barbari.

L’era Bertone tramonta anche allo lor

Papa Francesco cambia anche la commissione cardinalizia di vigilanza dello Ior, e l'era di Tarcisio Bertone finisce adesso del tutto. L'ex segretario di Stato, sostituito alla fine dello scorso anno dall'arcivescovo Pietro Parolin, viene defenestrato ora anche come presidente dell'organismo dell'istituto per le Opere di Religione. E con lui altri tre cardinali. Ne rimane solo uno in carica, Jean-Louis Tauran, diplomatico di lungo corso che gode della piena stima di Jorge Mario Bergoglio. Dall'organismo di supervisione della "banca" vaticana escono così il fedelissimo di Bertone, Calcagno, il brasiliano Scherer (che era entrato in Conclave come candidato papabile da parte della Curia) e l'indiano Toppo. Assieme a Parolin entrano invece l'arcivescovo di Vienna, Christoph Schoenborn, quello di Toronto, Thomas Christopher Collins, e lo spagnolo Santos Abril y Castello, che potrebbe essere il nuovo presidente. (m. ans.)

(Repubblica 16 gennaio)

domenica 26 gennaio 2014

SABATO NELLA "CASA DELL'ASCOLTO E DELLA PREGHIERA"

Ieri a Pinerolo in Via Città di Gap, 13, nella "Casa dell'ascolto e della preghiera", Anna Maria Bermond ci ha presentato la sua ultima raccolta di preghiere "Sottovoce Ti parlo"  facilitando nei partecipanti un fecondo e gioioso scambio di esperienze. La preghiera cristiana ci permette di collocarci davanti a Dio da qualunque situazione dell'esistenza. Essa è sostanzialmente, nelle sue mille tonalità, una cammino ed una esperienza di radicale fiducia in Dio.
Cara Anna Maria , ringraziandoti so di interpretare i sentimenti di tutti.

OLTRAGGIO ALLA MEMORIA DELLA SHOAH

Sono state recapitate teste di porco a tre luoghi simbolo della comunità ebraica di Roma. Si tratta di una provocazione non solo vergognosa, ma incivile e violenta. Il mostro dell'antisemitismo è vivo più che mai e ci sollecita ad una intelligente e continua vigilanza. Esprimo piena solidarietà alla comunità ebraica di Roma mentre stiamo entrando nella giornata della memoria.

PARTE DA MILANO "INVANO MI ODIANO"

"*Invano mi odiano* <http://invanomiodiano.wordpress.com/>" è il suggestivo titolo del docufilm della regista russa Yulia Matsiy che inizierà da *Milano, Sabato 25 gennaio 2014* alle ore 18 dalla CASA DEI DIRITTI in via De Amicis 10, il suo lungo viaggio attraverso le città italiane per raccontare attraverso 66 minuti di immagini e storie forti e toccanti come vivono oggi gay, lesbiche e trans in Russia. Donne e uomini a cui una recente legge russa impone di "non avere voce" pena il carcere o pesanti multe, che sono additati dalla chiesa ortodossa russa come "depravati peccatori" e oggetto di vere e proprie "caccie" da parte dei nazionalisti russi in cui, con la scusa di "guarirli dall'omosessualità", vengono picchiati e umiliati nell'indifferenza della polizia. Eppure nelle tante interviste a gay e lesbiche russe, credenti e non, che scorrono in "Invano mi odiano" si rimane stupiti di come riescano a conservare la speranza e a dare un senso al difficile momento che vivono sicuri, come ricorda Yuri Maximov del gruppo di cristiani LGBT russi "Luce del Mondo", che: «Nessuna legge omofoba, in Russia o altrove, sarà in grado di togliergli la volontà di amare e di stare insieme». "Invano mi odiano", girato della regista russa Yulia Matsiy tra mille difficoltà e con pochissimi fondi, è il _primo documento indipendente che giunge in Italia per dare voce alle persone LGBT in Russia_. Per questo _il progetto Gionata lancia un invito a tutte le persone e le realtà associative di buona volontà ad organizzare anche nella propria città una proiezione pubblica di questo toccante documento perché nessuno possa dire "io non sapevo"_, per farlo basta contattare direttamente la regista Yulia Matsiy a invanomiodiano@hotmail.com <mailto:invanomiodiano@hotmail.com> Il documentario "INVANO MI ODIANO" sarà proiettato GRATUITAMENTE a MILANO Sabato 25 gennaio 2014, alle ore 18, presso la nuova CASA DEI DIRITTI di via De Amicis 10 dal Comune di Milano Ripartizione Politiche Sociali, POLIEDRO Politecnico Milano e AGEDO in collaborazione con i Collettivi LGBT Statale-Bicocca-Bocconi di Milano ed il Patrocinio dell'UNAR PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI, del CONSOLATO GENERALE degli STATI UNITI e dell'AMBASCIATA del CILE. Hanno aderito all'evento ARCIGAY Nazionale ARCILESBICA Nazionale- ALA TRANS, Sportello Trans Milano, CIG ARCIGAY Milano, ASA MILANO, CERTI DIRITTI, Amnesty International Italia e il Progetto Gionata. *"INVANO MI ODIANO – Racconto sui cristiani LGBT"* Titolo russo "ВОЗНЕНАВИДЕЛИ МЕНЯ НАПРАСНО – Рассказ о ЛГБТ-Христианах" Titolo inglese "THEY HATE ME IN VAIN – LGBT Christians in Today's Russia" Il Trailer del film: http://www.youtube.com/watch?v=T0L9QAd_ADc Genere: Documentario , Durata: 66 minuti , Lingua: russa/inglese, Sottotitoli in italiano Regia: Yulia Matsiy, Produzione: indipendente, anno 2013 Per info visita il sito http://invanomiodiano.wordpress.com o scrivi a invanomiodiano@hotmail.com <mailto:invanomiodiano@hotmail.com>  Gionata, progetto su Fede e omosessualità - Gionata, Ecumenical Project on faith and homosexuality Gionata, projet œcuménique de la foi et l'homosexualit - Gionata, Proyecto Ecuménico en la fe y la homosexualidad Gionata aderisce all'European Forum of Gay, Lesbian Bisexual and Transgender Christian Groups (Forum Europeo dei Gruppi Cristiani GLBT) Website: http://www.gionata.org - Email: gionatanews@gmail.com <mailto:gionatanews@gmail.com> GionataBlog: http://gionata.wordpress.com/ - NoemiForum: http://noemi.forumattivo.co <http://noemi.forumattivo.com/>


LA FAVOLETTA (FINITA)

Finisce sugli scogli appuntiti della Sardegna la favoletta grillina della democrazia spontanea, pura e miracolosa, dove i cittadini discutono in un "meetup" sotto casa il ripianamento del debito pubblico e risolvono qualunque dilemma votando sul blog della ditta Grillo&Casaleggio, felici e appagati del riconquistato potere di cittadini. Poi un giorno si scopre che il movimento che si candida a guidare il Paese non riesce neanche a presentare una lista alle elezioni regionali sarde. Non perché manchino i candidati, ma perché ce ne sono troppi. E litigano. E si detestano a vicenda. «C'è troppo livore, troppa incoscienza, troppo protagonismo» annuncia la deputata Emanuela Corda. Ma pensa: proprio come negli altri partiti. Così niente lista, ha deciso Grillo.
Magari un'altra volta: se impareranno la favoletta.
Sebastiano Messina

(Repubblica 8 gennaio)

sabato 25 gennaio 2014

Germania. Assegni familiari più favorevoli per le coppie omosessuali

La Corte federale delle finanze di Monaco di Baviera ha potenziato i diritti delle coppie omosessuali.
D'ora in avanti, così come per i figli di coppie sposate, i partner dello stesso sesso potranno pretendere di ricevere assegni familiari più elevati a partire dal terzo figlio.
In una sentenza dell'agosto 2013, pubblicata di recente, la Corte federale delle finanze di Monaco di Baviera ha deciso che in un partenariato registrato, il calcolo degli assegni familiari deve prendere in considerazione i figli dei due partner riuniti.
Nel caso trattato dalla Corte, la querelante era una donna lesbica che vive in partenariato registrato. Così come la sua partner lei aveva due figli minorenni. Rivendicava di sommare il numero di figli del partenariato per il calcolo degli assegni. Questo metodo doveva permettere alla coppia di ricevere più assegni.
Secondo le disposizioni in vigore, gli assegni mensili sono fissati a 184 euro per i primi due figli, a 190 euro per il terzo figlio e a 215 euro per tutti i figli successivi. La cassa degli assegni familiari voleva versare solo 184 euro al mese per ogni figlio con il motivo che sommare i figli di una persona e della sua partner era possibile solo per le coppie sposate.
I giudici di Monaco di Baviera hanno rigettato questa interpretazione e si sono riferiti a una sentenza del Tribunale costituzionale federale del maggio 2013. Secondo questo testo, l'esclusione dei partner registrati dall'elenco relativo alle coppie sposate non è compatibile con la Legge fondamentale.
Così, secondo la decisione della Corte, non solo le prescrizioni relative alle imposte sul reddito delle persone sposate e ai matrimoni saranno applicabili ai partner non sposati e ai partenariati registrati. Il regime degli assegni familiari sarà inoltre lo stesso per le persone sposate e per quelle che vivono in partenariato registrato.

(epd-Protestinter.eb-104)

venerdì 24 gennaio 2014

ATTENZIONE

Questa settimana, anzichè il commento alla lettura biblica, propongo alcune riflessioni bibliche e teologiche di padre Roger Lenaers che trovate qui di seguito.

LENAERS: IL PIU' VECCHIO PARROCO DEL MONDO

Parlo di Roger Lenaers, la cui storia e il cui ministero sono davvero fecondi. Quando un teologo fa il parroco e quando un parroco è davvero un teologo, nasce un servizio serio e costruttivo. Roger Lenaers, nato nel 1925 a Ostenda (Belgio), è entrato nell'Ordine dei Gesuiti nel 1942. Ha studiato filosofia, teologia e filologia classica e ha insegnato latino, greco e religione nelle scuole superiori, specializzandosi nella didattica delle lingue classiche e pubblicando numerosi libri di testo. Il metodo da lui ideato per l'insegnamento del latino è tuttora utilizzato nelle scuole del Belgio. Ha anche svolto attività didattica per la formazione dei futuri professori di religione. Il suo particolare interesse mira alle domande fatte alla fede, ispirate dalla modernità e dalla secolarizzazione. Vasta eco a livello mondiale ha suscitato la pubblicazione di due considerevoli saggi (in italiano "Il sogno di Nabucodonosor o la fine di una Chiesa medievale", Massari 2009 e "Benché Dio non stia nell'alto dei cieli" un seguito a "Il sogno di Nabucodonosor", Massari 2012) sullo scontro fra la modernità e l'immagine tradizionale della fede, arrivando a riconciliarle mediante una innovata proposta di riformulazione della fede cattolica per i credenti secolarizzati del XXI secolo. Dal 1995 è parroco a Vorderhornbach, una piccola comunità tra le montagne del Tirolo austriaco.
 A Bergamo il 27 e il 28 gennaio si svolgono due incontri con padre Roger Lenaers.Lunedì 27 gennaio, ore 17.00 – 20.00 SeminarioUniversità di Bergamo, aula 1 – sede di S.Agostino – piazzale S.Agostino 2Interventi di: Fulvio Manara, Federico Battistutta, Giuliano Zanchi, Luciano Zappella, Giulio Brotti, Giangabriele Vertova, Marco Ubbiali, Roberto Massari. Martedì 28 gennaio, ore 20.45 – ConferenzaSala fondazione Serughetti La Porta – viale Papa Giovanni XXIII, 30Presentazione dei libri:"Il sogno di Nabucodonosor o la fine di una Chiesa medievale" e "Benché Dio non stia nell'alto dei cieli" (Massari Editore)Introduce: Ferdinando Sudati Di questo straordinario parroco riporto, in una breve collezione, alcune riflessioni comparse nei suoi due ultimi libri. Oggi, nella cultura degli slogan, va di moda citare Bonhoeffer o Lenaers o altri come profeti di una spiritualità senza religione. Ovviamente Dio non ha nessun "contenitore" perché straripa da tutti i pori del creato e noi cerchiamo di approssimarci al mistero di Dio in una ricerca che è consapevole del Suo sempre oltre. Ma un buon parrocolo cattolico come Lenaers, anche con i suoi libri, ha dato un contributo essenziale al rinnovamento del linguaggio con cui si esprime il messaggio cristiano. Segnalando libri e convegni e citando alcuni passi dei suoi scritti, invito i lettori e le lettrici del Blog a leggere le sue opere, scritte in modo addirittura accattivante.  Padre Lenaers ci sollecita ad una fede cristiana adulta, che non abbia paura  di compiere un esodo di liberazione dai linguaggi tramontati e privi di comunicazione per inventare un modo nuovo, che faccia i conti con la modernità, di esprimere la fede originaria di Gesù e del suo movimento. E' desolante constatare, da Natale a Pasqua ,quanto la predicazione cristiana e la catechesi ripetano dei dogmi che non annunciano più il messaggio originario.
Franco  Barbero
Per informazioni Fabrizio Longhi. fabriziolonghi@gmail.com

IL TEOLOGO LENAERS SCRIVE


 Il linguaggio
 "Il messaggio confessionale tradizionale … bisogna riformularlo in un linguaggio che abbia senso per l'uomo moderno.Non si perde nulla del contenuto, così ricco e vitale, della fede in Dio e in Gesù professata dalla Chiesa delle origini quando lo si esprime in un nuovo linguaggio. Il contenuto rimane uguale oggi come ieri: viene soltanto espresso con altre parole, affinché il messaggio possa avere un senso anche oggi". (pag.20 "Benché Dio ...").
Tradizione e rinnovamento

 "Dobbiamo accostare la Tradizione con la disposizione raccomandata da Paolo..:"Esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono" (1 Tess, 5, 21), perchè oggi è davvero un tempo di cambiamenti culturali veloci. Questo implica che le immagini e le formulazioni odierne divergeranno drasticamente da quelle dei tempi passati. Malgrado questi cambiamenti comunque, il legame con la tradizione deve rimanere intatto; altrimenti cesseremmo di essere parte della comunità di fede che è nata dalla pubblica apparizione di Gesù di Nazareth. Un cristiano non può semplicemente professare qualsiasi cosa … Questo libro è una ricerca di formulazioni di fede che rimangano in linea con la tradizione e la continuino, ma allo stesso tempo siano compatibili con la cultura del XXI secolo" (pag.78 "Il sogno").
La preghiera ieri e ogg
i
 "La preghiera è l'esperienza di un incontro più o meno cosciente con il Tu divino. Quali parole riempiono questo incontro e quali immagini aiutino ad esprimerlo è secondario. Nella preghiera, l'opposizione tra eteronomia e teonomia non è più significativa. Le immagini sono solo stampelle. Il centro della questione è l'incontro. Chi prega non vuole capire Dio, vuole incontrarlo. In un certo senso, il linguaggio della preghiera è simile al linguaggio degli innamorati ..." (pag. 120 Il sogno ...).
Tradizione vivente
"Come ogni cosa che ha vita, una tradizione vivente ha una sua interna vitalità, che può portare a sorprendenti trasformazioni. E la lealtà al passato può diventare slealtà alla tradizione. Un bruco è fedele alla sua natura solo quando diventa una farfalla" (pag. 285 Il sogno ...).
Il "tu" della preghiera
"Il pregare … è sempre la ricerca di un incontro con Dio ed è già la realizzazione iniziale di quell'incontro" (pag.336 Il Sogno ..). E Dio non è mai una terza persona della quale noi possiamo parlare … Dio è sempre la seconda persona alla quale noi ci riferiamo con il "tu" e a cui dovremmo accostarci sempre con grande rispetto" (pag. 350 Il sogno …).
Volgersi verso Dio
"La fede cristiana è e rimarrà sempre l'atteggiamento di chi si volge completamente e pertanto assolutamente verso Dio salvatore, che si è accostato a noi nella luminosità della vita di Gesù di Nazareth. Noi non dovremmo perdere tale direzione. Poiché in quanto cristiani noi saremo sempre eredi di questo inizio … questo originale volgersi verso Dio attraverso Gesù" (pag.366).

L’invidia dietro la rabbia dei leghisti

L'indegna gazzarra organizzata a Brescia nei confronti del ministro Kyenge da parte di esponenti, anche con ruoli istituzionali, della destra e della Lega Nord, è una nuova conferma del motivo per cui in questi ultimi vent'anni la politica nulla abbia fatto, se non alimentare nei cittadini i peggiori istinti, quelli diretti ad ottenere facili quanto inquietanti consensi elettorali.
LORIS PARPINEL


La Padania del 14 gennaio ha pubblicato, ad uso e consumo dei suoi pochi ma sfortunati lettori, la lista degli spostamenti del Ministro Kyenge: preparando la ripetizione della bagarre messa in scena a Brescia. Contenti del fatto che si sia tornati a parlare di loro, i dirigenti leghisti hanno valutato che l'odio contro gli immigrati e contro il Ministro che sta diventando il loro riferimento non solo simbolico e, alla fine, il loro fondamentale argomento politico. Contrari allo ius soli che li costringerebbe a guardare con rispetto e sentimenti umani i bambini che nascono da chi lavora in Italia e pronti sempre a sparare contro chi fugge dalla guerra e dalla fame cercando asilo in Europa, i leghisti duri e puri reagiscono con il sangue agli occhi all'idea di un ministro perbene. Un personaggio politico che non compra mutande verdi. Che non ruba. Che non scrive e non difende, facendoci su delle battute, leggi anticostituzionali di cui gli italiani possono solo vergognarsi e che tanto danno hanno fatto all'Italia. Il motivo più forte delle loro ostilità e della loro rabbia altro non è, dunque, che invidia. Perché anche qualcuno dei
«padani» potrebbe alla fine accorgersi della differenza che c'è già fra la gente come la Kyenge e la gente come Calderoli, Belsito e la Rosy Mauro.
Luigi Cancrini

(L'Unità 16 gennaio)

Genitori poco adulti

Quando frequentavo le medie a Pinerolo, se qualcuno di noi alunni portava a casa una nota da far firmare sul diario, erano dolori con papà. Oggi spesso capita il contrario: i genitori bevono ciò che i figli raccontano della scuola e immediatamente si schierano contro il prof di turno, a difesa del loro caro: se va male o è indisciplinato è naturalmente colpa della scuola. Come insegnante ho a mia volta constatato che le madri, e soprattutto i padri, vogliono essere «l'amico dei figli» prima che genitori e soprattutto adulti.
«Cissare» il figlio nelle competizioni sportive è un'altra mania e capita di assistere a partitelle dei ragazzi con le opposte tifoserie dei genitori scatenati peggio che nelle curve allo stadio. Sul giornale leggo una notizia incredibile su un fatto successo nell'estate. Due genitori, alla fine di una partita, si avventano con parole, strattoni e schiaffi contro un ragazzo che non aveva passato la palla al proprio figlio, contribuendo alla sconfitta della squadra. Denuncia e probabilmente tribunale, dove la giustizia non ha nient'altro di cui occuparsi.
Marco Rostan

(Riforma 10 gennaio)

giovedì 23 gennaio 2014

RIFLESSIONI SULLA GIORNATA DI SABATO 16


Gentili tutti e tutte
l'incontro di ieri dove ci siamo raccontati un po' le nostre "gioie di essere se stessi..." ha evidenziato molte meno gioie di quanto avremmo forse voluto far intravedere. Il discorso si è molto incentrato sulla difficoltà a far emergere la propria situazione sentimentale o famigliare nell'ambito del lavoro a vantaggio, sembra, di situazioni dove la famiglia parrebbe aver assimilato il nostro modo di progettare la vita diverso dallo schema eterosessuale. Forse non siamo stati abbastanza obiettivi nel riconoscere quali passi avanti si sono fatti, molto del nostro risentimento è veicolato da indubbie e continue sollecitazioni esterne e discorsi fortemente omofobi nel mondo del lavoro. Sembra una lotta che non finisce mai...., ma personalmente, penso che molto parta da se stessi e da come ci poniamo nei confronti degli altri; molte avversità attendono chi ha scelto di mettere al primo posto la libertà propria prima delle convenzioni del "popolo". Sono sempre più convinto che è la libertà cercata e coltivata in ciascuno\a di noi che "forgia" dei singoli, dei cittadini e non popolo; sostantivo che è tanto caro ai demagoghi che si profilano di tanto in tanto nel panorama politico. Non ci sarà popolo libero senza cittadini e cittadine liberi\e. Come gruppo GLBTQ che si professa credente immagino che la sfida non possa limitarsi solamente a contrastare l'omofobia di chiese e soggetti religiosi, ma che porti interno a se stesso le ragioni prime della fede, che doveroso ricodarlo, non è da confondere con la religiosità. Sono semplici pensieri che mi affiorano, ma l'occasione è buona per ringraziare quelli\e che ci raggiungono da Torino e altrove, quelli che abbiamo visto da poco e.....che speriamo vogliano condividere ancora questi momenti di confronto. Un saluto e una buona domenica, Cristiano. La Scala di Giacobbe.

Il braccio destro di don Bosco

Dal 20 al 30 gennaio l'urna contenente il braccio destro di san Giovanni Bosco, quello con cui impartiva le benedizioni, sosterà nei quattro distretti della Diocesi di Torino. E' un viaggio, una «peregrinazione», di questa «reliquia insigne», cominciato nel 2009. Dopo avere toccato i cinque continenti, si concluderà il 31 gennaio del 2015, l'anno nel quale si celebrerà il bicentenario della nascita del santo sociale, che vide la luce tra le colline che separano l'Astigiano e il Torinese. La memoria, una memoria laica, magari un po' profana, potrebbe ritornare, in paragone, alle famose processioni della Madonna Pellegrina che nel 1950, anno santo, vennero utilizzate sul piano politico ed emozionale, presso le grandi masse; in funzione prevalentemente anticomunista.
Ma  al di là delle dichiarazioni ufficiali e degli affari che ruotano attorno quest'evento, resta lo sconcerto di molti credenti. Questo ritorno alle processioni e alle ostensioni delle reliquie, in che rapporto sta con una fede adulta, biblicamente fondata? Il tono festaiolo, devozionalistico, commerciale e spettacolare dell'evento sono il segno che l'istituzione cattolica gioca le carte dell'emozione, dell'immagine, anziché scegliere la strada del rigoroso riferimento a Dio attraverso Gesù. Eppure attorno a questi devozionalismi ambigui e devianti rispetto al Vangelo si devono constatare un adeguamento ed un silenzio impressionanti. L'istinto antiidolatrico si è spento?
Dove sono le voci profetiche? Oppure "tutto fa brodo", cioè tutto va bene purché si attiri gente?
Le domande sono inquietanti. Su questi terreni papa Francesco non è né vigile né critico.
Anzi, probabilmente è complice.

don Franco Barbero

Israele. Gli ebrei ultraortodossi esenti dal servizio militare.

In Israele, il servizio militare è obbligatorio. Dura 21 mesi per le donne e 3 anni per gli uomini. A partire da luglio 2015 gli uomini compiranno solo 2 anni e 8 mesi. Finora, gli ebrei ultra ortodossi e i membri della minoranza araba sono esenti dall'obbligo militare. L'esenzione degli ultra ortodossi risale al tempo della fondazione dello Stato nel 1948. Ora, un progetto di legge governativo prevede che il 70% di tutti gli israeliani che hanno convinzioni religiose rigorose dovranno compiere un servizio militare o civile a partire dal 2017. Attualmente, questa proporzione è di circa il 30%. Per gli ebrei praticanti, esistono unità particolari nell'esercito.
I giovani della minoranza drusa sono sottoposti all'obbligo militare dal 1956. Anche se solo il 2% degli otto milioni di israeliani sono drusi, la loro proporzione nell'esercito è sensibilmente più alta. Fra i beduini, vi è la consuetudine di impegnarsi volontariamente nell'esercito. Attualmente, circa 450 beduini servono come volontari, e tra 40 e 50 di loro intraprendono ogni anno una carriera militare professionale. La minoranza araba, che costituisce un quinto della popolazione israeliana, è esente dal servizio militare. Soltanto alcuni giovani sono volontari. Al posto del servizio militare, i giovani arabi possono compiere volontariamente un servizio civile nazionale. Questo servizio volontario dura tra uno e due anni e viene compiuto in istituzioni sociali e comunitarie.
(epd-Protestinter-fna-120)

Per un islamismo aperto alla diversità

Siamo un gruppo di musulmani progressisti che desiderano promuovere, in Francia, un islamismo pacifico, riformato, compreso. Il nostro progetto è la creazione di una moschea del "Tawhid" (dell'Unita), dove ognuno possa venire a pregare almeno una volta alla settimana, senza discriminazioni per quanto riguarda le credenze o le distinzioni sessuali di ciascuno.
Per realizzare questo progetto di Moschea Tawhid Moschea, abbiamo enumerato i nostri dieci principi, che sono ispirati dalle associazioni progressiste musulmane nostre sorelle, al di fuori della Francia, che hanno già realizzato questo bel progetto:

1 - Identità: Accettiamo qualsiasi persona musulmana che si identifica come tale. L'accuratezza e l'integrità di questa affermazione è posta tra l'individuo e Dio, non è di competenza dello Stato; non è niente di più e non è una questione che la gente può o deve giudicare.

2 - Uguaglianza: Affermiamo il valore dell'uguaglianza di ogni essere umano, senza distinzione di razza, sesso, genere, etnia, nazionalità, religione, orientamento sessuale, o di abilità (o di disabilità). Ci siamo impegnati a lavorare per le comunità che forniscano opportunità sociali, politiche, educative ed economiche per tutti.

3 - Laicità (separazione tra autorità religiose e statali): Noi crediamo che la libertà di coscienza non è solamente essenziale per tutte le società umane, ma che faccia parte integrante della rappresentazione coranica dell'umanità. Noi crediamo che un governo laico sia l'unico modo per raggiungere l'ideale islamico così come l'assenza di coercizione in materia di fede.

4 - Libertà di espressione: Noi sosteniamo la libertà di espressione e la libertà di dissenso, sia essa politica, artistica, sociale o religiosa, anche se questo termine possa essere considerato offensivo o se il dissenso possa essere considerato blasfemo. Nessuno dovrebbe essere legalmente perseguito, arrestato o detenuto per aver segnalato o promosso delle opinioni impopolari.

5 - Universalità dei diritti degli esseri umani: Noi affermiamo il nostro impegno per la giustizia sociale, economica e ambientale. Noi crediamo che il pieno sviluppo di tutti i popoli in un mondo sicuro e sostenibile, sia una 'conditio sine qua non' della libertà, della civiltà e della pace. Sosteniamo gli sforzi alle cure dell'assistenza sanitaria universale, all'istruzione pubblica, alla tutela del nostro ambiente e all'eliminazione della povertà.

6 - Diritti della donna: Noi sosteniamo il lavoro delle donne e l'autodeterminazione in tutti gli aspetti della loro vita. Crediamo nella piena partecipazione delle donne nella società a tutti i livelli. Affermiamo il nostro impegno alla giustizia in materia di riproduttività e l'autoqualificazione delle donne nel momento in cui esse prendono sane decisioni concernenti i loro corpi, la loro sessualità e la loro riproduzione.

7 - Diritti LGBT: Noi sottoscriviamo i diritti umani e civili di lesbiche, gay, bisessuali, transgender, intersessuali, queer e di tutte le persone LGBTIQ. Sosteniamo piena uguaglianza e accoglienza a tutti gli individui, indipendentemente dal loro orientamento sessuale o identità di genere nella società e nella comunità musulmana. Affermiamo il nostro impegno a porre fine alle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e l'identità di genere.

8 - Analisi critica e interpretazione: Ci appelliamo ad un impegno critico nei confronti dei testi islamici, alla legge tradizionale e all'attuale impegno dei musulmani. Noi crediamo che il pensiero critico è essenziale per lo sviluppo spirituale. Promuoviamo interpretazioni, che corrispondano ai principi fondamentali del Corano, sulla tolleranza, l'integrazione, la misericordia, la compassione e l'equità.

9 - Compassione: Noi affermiamo che la giustizia e la compassione dovrebbero essere i principi guida per tutti gli aspetti del comportamento umano. Ci opponiamo al militarismo e alla violenza, sia su base individuale, a livello organizzativo sia a livello nazionale.

10 - Diversità: Noi abbracciamo il pluralismo religioso e la diversità delle ispirazioni che motivano le persone ad abbracciare la giustizia sociale. Noi crediamo che la religione non sia l'unica fonte di verità. Per questo ci impegniamo con una varietà di tradizioni filosofiche e spirituali in ricerca di un mondo più giusto, più pacifico e sostenibile.

(*) Testo originale: "Musulmans Progressistes de France - Mosquée de l'Unicité"
 
Dal sito Facebook: "Musulmans Progressistes de France - Mosquée de I 'Unicité", liberamente tradotto da Adriano. Fonte: www giornata.org


(Tempi di Fraternità, gennaio 2014)

mercoledì 22 gennaio 2014

UNA LETTERA STIMOLANTE


Buona sera Don Franco Barbero,l
e scrivo da ex cattolico il quale valuta molto positivamente la sua testimonianza di fede che non ha mancato mai di offrirmi interessanti elementi di riflessione.Un importate spunto di riflessione mi è stato sicuramente dato da un'intervista nel corso della quale lei invita un giovane omosessuale a riconsiderare l'opportunità di visitare San Giovanni Rotondo in quanto colà sarebbe venuto a contatto con un ambiente a lui ostile. Questo suo consiglio, che peraltro condivido pienamente, mi ha portato a riflettere su quanto la cultura francescana della mortificazione del corpo sia lontana da quella Chiesa aperta sui temi della sessualità, nella quale sono chiamati a riconoscersi coloro i quali desiderano che sopravviva alla modernità. Ho riflettuto molto su come il pensiero di San Francesco, il quale invita i cristiani ad "odiare il corpo con i suoi vizi e peccati ed a mantenerlo nella mortificazione e nel disprezzo", sia quello della stessa Chiesa rispetto alla quale si assume, a ragione, un atteggiamento fermo e risoluto. Del resto, come insegna la scienza psicologica, il conflitto tra principi morali ed istinti naturali produce nevrosi e quelle stigmate, a mio modo di vedere, altro non sono se non il prodotto della cultura francescana della mortificazione della carne e quindi di un comportamento nevrotico. Oggi mi pare che molti francescani e "cattolici progressisti" valutino molto positivamente la figura di San Francesco ignorando quale fosse il suo vero pensiero in materia di sessualità e non solo. Infatti, San Francesco è anche colui il quale esigeva che i frati sospettati di eresia fossero arrestati ed inquisiti e che gli eretici fossero definitivamente allontanati dalla fraternità. Qualcuno sostiene che San Francesco è figlio della sua epoca e che oggi la penserebbe come un Mancuso e forse come lei. A me sembra che si voglia semplicemente strumentalizzare per fini biecamente ideologici un personaggio che è, al pari del suo figlio spirituale San Pio da Pietrelcina, il retaggio di un passato fondato sulla paura, l'odio e l'intolleranza che andrebbe consegnato alla storia, ad una storia che nulla ha a che vedere con il Cristo alla cui fede dobbiamo convertirci e testimoniare.Desidero quindi chiederle un parere sull'atteggiamento che crede che noi si debba assumere rispetto al francescanesimo nell'ambito della comunione cristiana. Ringraziandola per l'attenzione accordatami, colgo l'occasione per augurarle una buona serata ed una santa domenica,Stefano Gaetano


UNA PRIMA RISPOSTA


Gentile signor Stefano Gaetano,
 devo partire da una premessa che non mi fa onore: non ho una conoscenza così approfondita di Francesco D'Assisi e del francescanesimo da poterle esprimere una opinione ben documentata. Potrò farlo dopo aver partecipato alla presentazione del prof. Grado Merlo, mio caro amico, un pinerolese che è il maggiore esperto di francescanesimo, docente a Milano. Devo ulteriormente premetterle che "i santi non sono il mio forte" e non occupano un posto di rilievo nel mio calendario cristiano. Mi è addirittura nata una certa allergia da quando gli ultimi papi si sono dati alla santomanìa, alla mariolatrìa e a pratiche devozionali che ritengo devianti rispetto alla fede nel Dio di Gesù. Si è addirittura giunti a portare a passeggio da un capo all'altro del mondo il braccio destro di don Bosco.... Paganesimo? Mi sembra che i pagani fossero più seri. In quest'ultimo caso, penso che si tratti di una vera e propria idolatria. A queste forme devozionali purtroppo indulge anche papa Francesco. Convengo con lei su padre Pio e Medjogorie, stigmate e apparizioni comprese. E' il regno dell'inganno. In ogni caso, se Francesco D'Assisi aveva le posizioni che lei mi riferisce,su quei punti non mi sento "francescano". Credo che Francesco D'Assisi ci doni una testimonianza di povertà che vorrei conoscere meglio, ma anche i testimoni restano in tutto e per tutto fallibili. Per me l'atteggiamento più saggio deriva dal consiglio paolino : "Valutate ogni cosa e ritenete ciò che è buono". A questa responsabilità non posso rinunciare. Riprenderò l'argomento appena avrò approfondito meglio e intanto la ringrazio di tutto cuore per la sua sollecitazione.
 Con tanta stima ed altrettanto affetto.
 don Franco Barbero

INCONTRO CON IL PROF. GRADO MERLO A PINEROLO

Il medioevalista Grado Merlo a Pinerolo al Circolo dei lettori Via del Duomo,1 venerdì 24 alle ore 18 presenta il suo ultimo libro "Frate Francesco" ( Ed. il Mulino): Un ritratto laico, umano e religioso.
Un appuntamento da non perdere.

LA CINA TRA NOI

Il tragico rogo di Prato, dove sette operai, schiavi, sono morti bruciati nel luogo di lavoro mentre dormivano, ha riproposto all'opinione pubblica la condizione dell'immigrazione cinese. Secondo il Censimento sono 210.000 persone, il 5% del totale. I "giornalisti inseguitori" hanno abbandonato, in televisione, la rincorsa dietro ai politici, per rincorrere gli operai cinesi che, anch'essi, non rispondono. Così sono ritornati gli stereotipi sui cinesi: sono esotici, misteriosi, impenetrabili, in definitiva orientali. Eppure i cinesi sono tra noi a Bagnolo, Luserna, Pinerolo. "Gestiscono" l'estrazione e la commercializzazione delle "lose", sono nei nostri mercati con le loro bancarelle a buon mercato, hanno aperto bar e ristoranti, piccoli e grandi commerci. Alcuni sono persino entrati in Confindustria. Ma gli stereotipi sono duri a morire: i cinesi non muoiono mai. Non vanno, se non raramente in ospedale: se hanno mal di stomaco non accettano la gastroscopia, ma preferiscono la diagnosi e le cure della loro medicina tradizionale: l'iridologia e l'agopuntura. Proprio come molti di noi, ma loro sono.... "cinesi". Una cosa ci insegnano: mentre noi abbiamo investito i nostri soldi nella finanza, loro, i cinesi, hanno investito in lavoro. Noi abbiamo perso quasi tutto, loro comperano tutto. Chi ha ragione?
Giorgio Gardiol


Pubblico oggi questa riflessione di Giorgio Gardiol, scritta poche settimane prima di morire. Attento come sempre alla realtà.

QUANDO VIENE MENO LA DIGNITA'


Quando Renzi ha belato.
Come si può parlare di piena intesa dopo aver affermato: "Avrei voluto il voto di preferenza, ma Berlusconi ha detto NO !" A quel NO, avrebbe dovuto alzarsi e andarsene, chiarendo agli elettori le ragioni per cui non vuole le preferenze. Berlusconi vuole solo nominati, anche perchè lo zoo di cui dispone non sarebbe votato da nessuno; gente come Capezzone, Brunetta, Bondi, e peones vari, Carfagna, Rossi, Gelmini, Brambilla e varia umanità di inconcludenti senza dignità nè personalità, non troverebbero pietosi elettori pronti a votarli. Con le preferenze si alzerebbe la qualità degli eletti, i quali avrebbero come loro riferimento quanti li hanno eletti, godendo di piena libertà e autonomia di votare e decidere secondo coscienza, e non solamente colui che li ha nominati e decide per tutti, inquinando pesantemente la possibilità di Berlusconi di esercitare le sue minacce, le ritorsioni, imponendo la disciplina di partito. Con l'appecoronamento Renzi ha dato il PD in mano a Berlusconi, che diventa capo dell'opposizione e della maggioranza, ha anche belato la sua gratitudine per il disturbo che Berlusconi si è preso di andare a orinare nella sede del PD (Dopo l'intervento alla prostata l'autonomia del pregiudicato è fortemente compromessa e non arriva certamente a due ore e mezza).. Non si illuda Renzi che siamo disposti anche noi all'appecoronamento davanti al pregiudicato, anzi aspettiamo sul greto del fiume che Berlusconi passi, ben assicurato alle manette. Rosario Amico Roxas