venerdì 28 febbraio 2014

COMMENTO ALLA LETTURA BIBLICA

                                                                         UN SENTIERO STRETTO VERSO LA FELICITA'                    
 "Nessun può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire a Dio e a mammona.Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai, eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli nel campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena"  (Matteo 6, 24-34).

 Intanto occorre segnalare che il versetto 24 è una sferzata, anzi una "mazzata", come si dice oggi, da non lasciare spazio a nessuna divagazione interpretativ
a.

 MAMMONA

Spesso le nostre bibbie traducono questa parola con i "soldi". In realtà il vocabolo aramaico indica molto di più, cioé la base, il fondamento sui quali si fondano la propria vita e la propria sicurezza. Il denaro ne è parte essenziale, ma in una accezione estesa al potere, al successo che lo rende "idolo", "falso dio".
 Gesù qui non usa mezzi termini, non fa alcuna premessa, non dice:"se tu vuoi"... Notate la perentorietà, la radicalità di questo linguaggio che non permette scappatoie e non autorizza eccezioni."Nessuno può servire due padroni": si tratta di una impossibilità assoluta per tutti. Quel "nessuno" è un colpo di frusta, una mazzata per tutti coloro che nella storia hanno cercato di accomodarsi su un sentiero che permettesse loro di "vivere da ricchi e illudersi di essere dalla parte dei poveri".
Puntiamo bene gli occhi sul testo: se all'inizio si parla dell'impossibilità di servire a due padroni, la conclusione del versetto pone un  netto ed esplicito aut-aut: "non potete servire a Dio o a Mammona". Fra i "servitori di Dio" e i "servitori di Mammona" non esiste possibilità di conciliazione. Si tratta di due strade diverse.
Spesso il genio funesto della nostra chiesa ufficiale ha unito il "cantare i Salmi" e "contare i soldi", illudendosi di mettere insieme il Dio di Gesù con il "dio denaro". Il Vangelo smaschera questa ipocrisia. Se vogliamo passare "dall'azienda ecclesiastica" alla "chiesa di Gesù", bisogna disarmare il palazzo e ritornare sulla strada. Mi sembra che papa Francesco proponga con insistenza questa "rivoluzione evangelica, ma tocca a ciascuno/a di noi portare un "mattone" a questo passaggio verso una chiesa che viva solo del Vangelo.

CERCATE PRIMA …

I versetti 25-34 non sembrano immediatamente collegabili, ma in realtà li unisce un filo non così sottile. Infatti come si può vivere in modo costruttivo e liberante la relazione con le cose, con il corpo, con il tempo, con le gioie e le angosce, se già si è prigionieri dell'idolatria di "mammona"?
 I versetti 25-34 costituiscono uno dei passi più affascinanti:"è indiscusso il fatto che il passo commuove secondo una logica poetica molto diversa da quella prosaica del nostro mondo quotidiano "(Douglas Hare). Occorre farne una lettura attenta che non disegni "uno svolazzo angelico quattro chilometri sulle nostre teste" ed essere attenti alle condizioni di chi legge.
 Un licenziato, un giovane senza lavoro, uno sfrattato, una persona ai margini che non riesca a cucire il pranzo con la cena, come potrà contemplare i gigli del campo o gli uccelli del cielo? Credo addirittura che questa pagina non costituisca affatto una "infallibile consolazione" per chi si trova in situazione di estremo disagio. Predicare questa pagina un pò troppo disinvoltamente in certe ore buie e disperate di persone abbandonate può suonare irriverente, irritante.

DA MATTEO A NOI OGGI

Matteo, scrivendo alla sua comunità di persone povere, ma sostanzialmente munite del necessario, rivolge e traduce in modo concreto l'appello di Gesù al gruppo itinerante dei suoi discepoli e delle sue discepole, un pò troppo agitato per le incertezze della loro peregrinazione. Per Matteo è importante che l'invito di Gesù diventi una calda esortazione alla sua comunità che, alle prese con le contraddizioni e le opposizioni quotidiane, rischiava di lasciarsi prendere dall'affanno.
Matteo non invita ad evadere dalla vita reale, ma rilancia un messaggio radicale di fiducia. Sa bene che nella vita dobbiamo occuparci di mille cose, ma l'esortazione si fa concreta in due direzioni: non cadete nell'affanno e datevi una priorità, cioé cercate in ogni cosa di mettere al centro la volontà di Dio.
Sembra che Matteo scriva per noi oggi, spesso "creature affannate", per cui è facile perdere la lucidità, la consapevolezza di ciò che sta al primo posto. Nella "foresta delle cose" e nella velocità  dei ritmi quotidiani non è facile mantenere la rotta e non perdere il sentiero della fiducia in Dio, in se stessi e nelle persone

O DIO

O Dio, tanto spesso Ti ricordiamo e talvolta Ti nominiamo invano. Aiutaci a non nascondere dietro al Tuo nome le nostre idolatrie.
 Ti preghiamo per la nostra chiesa, spesso prostituita a mammona  e dimentica del Vangelo.
Possa il Tuo soffio liberatore rompere le catene che la legano al denaro e ai privilegi e rimetterla in viaggio con gli ultimi e le ultime della carovana. E poi, ci rivolgiamo a Te per il nostro cammino personale e comunitario.
Tienici liberi/e da ogni idolatria e fiduciosi nella Tua presenza che ci accompagna nei giorni e nelle notti.


PRESENTAZIONE DI: "INCHIESTA SU MARIA" DI AUGIAS-VANNINI

DOMANI, SABATO PRIMO MARZO ALLE ORE 17 NELLA "CASA DELLA PREGHIERA E DELL'ASCOLTO" di Via Città di Gap,13  Pinerolo, Franco Barbero presenterà il libro di Augias- Vannini "Inchiesta su Maria"
Per informazione: 3394018699

UN GIORNALISMO VIOLENTO E SPORCACCIONE


Nessun rispetto per i morti, soprattutto se giovani donne In una delle solite trasmissioni cosiddette di approfondimento (in realtà, di sprofondamento nella melma), è stato invitato ad esprimere il suo autorevole parere, il giornalista Vittorio Feltri. Si parlava dell'omicidio di Meredith Kercher (Linea Gialla del 25 febbraio, su La7). Vorrei complimentarmi per l'eleganza, la finezza, la sensibilità del giornalista, ed ovviamente del conduttore Salvo Sottile, che lo ascoltava e lasciava tranquillamente parlare. Complimenti ad entrambi soprattutto per il rispetto che nutrono verso i morti, in special modo se si tratta di giovani donne uccise. Trascrivo alcune frasi felici del Feltri: "Non riesco a capire che interesse potesse avere questo giovanotto a uccidere questa ragazza qui, che non era una meta inarrivabile". Poi, rivolgendosi a Sollecito: "Te la volevi scopare?". E ancora, sempre acuto e delicatissimo: "Non ha senso incriminare Sollecito, perché doveva farlo? Si stava laureando, stava facendo la tesi, aveva una fidanzata bellissima… va ad accoppare questa qui che non era neanche eccezionale?".
Ed arrossisco, mentre trascrivo.
Renato Pierri

QUEL RIFIUTO DEI NOSTRI LIMITI CHE CI TRASFORMA IN SCHIAVI

La natura tradizionale del farmaco è quella di essere un rimedio. Dove la vita manifesta un disfunzionamento (nel corpo come nel pensiero) la promessa del farmaco è quella di ripristinare il livello normale di efficienza guastato dall’irruzione della malattia.
Nel nostro tempo, all'estensione inflattiva di questa promessa che tende sempre più a medicalizzare la vita (i rimedi si sono moltiplicati grazie ai progressi della medicina, ma anche agli interessi dell'industria farmaceutica), dobbiamo aggiungere. Qualcosa di inedito: una versione del farmaco non più come rimedio ma come potenziamento della vita.
Se la versione tradizionale, ippocratica, del farmaco-rimedio rimane nel solco classico della filosofia della medicina poiché il farmaco dovrebbe curare la causa della malattia che il paziente percepisce nella sofferenza sintomatica, questa nuova versione del farmaco come potenziamento scavalca decisamente quella filosofia. Non si tratta più di curare la malattia che ci affligge, ma di offrire alla vita l'illusione di una sua espansione e di un suo rafforzamento artificiale.
La cura lascia qui il posto ad un doping indotto che esalta le funzioni del corpo e del pensiero: dal Viagra all’uso degli psicostimolanti, dal testosterone all’abuso di antidolorifici, l'industria del farmaco offre sul mercato provvedimenti chimici che hanno come obbiettivo l’enfatizzazione delle risorse dell’organismo più che la cura tradizionale delle sue malattie. Al fondo di questo cambiamento di paradigma troviamo un mito ideologico del nostro tempo: l’esaltazione di quello che già Marcuse alla fine degli anni Cinquanta in Eros e Civiltà battezzava come principio di prestazione.
Di cosa si tratta? Di una forma inedita di sfruttamento. Non solo quello dell'uomo sull'uomo analizzato da Marx, ma quello che impone ad ogni uomo di vincere su se stesso, di imporsi su se stesso come macchina efficiente, capace di prestazioni senza difetto. Un falso ideale di grande salute sembra cosi inondare la nostra vita. Rifiuto del senso del limite, esorcismo dell’irreversibilità del tempo, cancellazione di ogni forma di mancanza, autoaffermazione di se stessi.
Questo ideale performativo accompagna il valore ideologico attribuito dal nostro tempo alla crescita economica, all’espansione illimitata dei mercati, alla rincorsa folle del profitto. Nel suo ultimo film titolato The Wolf of  Wall Street, Martin Scorsese offre un ritratto preciso e sconcertante di questo mito mostrando la sua tendenza a collassare su se stesso. L’ideale cinico del potenziamento del proprio Ego viene perseguito in una modalità predatoria e perennemente insoddisfatta.
Il consumo compulsivo di sostanze chimiche di ogni genere sembra coltivare una efficienza della macchina-uomo ridotta ad una macchina di godimento acefala. Come presi in una corsa impazzita verso una meta che non esiste, i personaggi di questo film offrono la rappresentazione di una volontà di potenza ormai priva di ogni senso di responsabilità che non può non evocare il Pasolini di Salò o le 120 giornate di Sodoma.
La versione ascetica del capitalismo weberiano che costruisce il  suo successo sulla rinuncia al godimento immediato, sull’ideale del lavoro come “freno dell'appetito", lascia il posto ad un capitalismo che odia ogni forma di rinuncia e che consuma se stesso manifestandosi come una pura volontà di godimento.
E in questa spirale mortifera dobbiamo inserire le nuove illusioni dei farmaci finalizzati a potenziare il principio di prestazione. Si tratta di una nuova forma di schiavitù: la vita viene sottoposta ad un doping permanente che s'intreccia con l'esibizione di una avidità pulsionale totalmente sregolata. Risultato: la caduta di ogni dimensione solidale dell’esistenza, il cinismo narcisistico, la vacuità, la sconfitta dell’amore, la distruzione della vita.
Massimo Recalcati

(Repubblica 20 febbraio)

M5S alla resa dei conti

La gogna mediatica serviva solo per scaldare il motore e permettere alla macchina delle espulsioni di ripartire. E cosi è stato. La procedura per cacciare dal M5S Lorenzo Battista, Francesco Campanella, Luis Alberto Orellana e Fabrizio Bocchino, i quattro senatori dissidenti che hanno criticato Beppe Grillo per come ha condotto il confronto con Matteo Renzi, da ieri è di nuovo in moto. A renderlo noto e stato Maurizio Santangelo, capogruppo M5S al Se nato, spiegando di aver ricevuto richieste in tal senso da più di un parlamentare pentastellato. Ora sarà un`assemblea congiunta di deputati e senatori a prendere una decisione che poi verrà votata dalla rete. “Non abbiamo ancora deciso il giorno ma ci sarà la prossima settimana, subito dopo il voto di fiducia - ha spiegato Santangelo -. Del resto l'imput è arrivato dal territorio, per cui non si può non prendere in considerazione». Un film già visto in precedenza sia con il senatore Marino Mastrangeli, il primo a essere espulso per aver partecipato a un talk show, che con la senatrice Adele Gambaro, cacciata per aver criticato Grillo e vittima, anche lei, degli insulti della rete. Esattamente come successo nelle ultime ore a Orellana, Bocchino, Battista e Campanella, accusati anche di possibili accordi con i civatiani. E ieri Grillo ha sfiduciato Orellana definendolo «inaffidabile» dopo che i meetup di Pavia, a cui il senatore fa riferimento, ha preso le distanze da lui. Non è detto, però, che stavolta le cose siano cosi scontate. In difesa dei dissidenti, nel M5S si è infatti levata più di una voce. «Il metodo Boffo usato per mettere alla gogna quattro nostri senatori non mi piace e me ne dissocio», ha detto ad esempio il deputato Tancredi Turco, mentre un altro deputato, Alceste Tacconi, ha avvertito: «Giù le mani dai senatori. La vera democrazia richiede uno sforzo di inclusione e accettazione di opinioni e punti di vista differenti». Voci controcorrente, che mostrano un M5S ormai in pieno caos e in cui la resa dei conti potrebbe essere vicina. «Mi pare che il movimento sia arrivato a un bivio pericoloso» ragiona Francesco Campanella, uno dei senatori messi all'indice da Grillo. “Già la Gambaro è stata espulsa senza aver contravvenuto a nessuno degli impegni che avevamo assunto all'inizio, soltanto per una critica. Se passa la linea che Grillo e Casaleggio non sono criticabili all’esterno, il movimento si è autoappiccicata un'etichetta che non mi sembra desiderabile».
Senatore, si aspettava di essere messo all’indice?
Francamente no, perché ho manifestato la mia opinione come sempre in modo sobrio. Evitando polemiche. Quindi un po' sono rimasto perplesso, anche se sapevo che c'è un'area che mi vede come il fumo negli occhi.
Chi dissente viene mal sopportato e poi costretto ad andare via o espulso.
Il caso Gambaro è stato eclatante. Se ci fosse una reiterazione nel nostro caso, diciamo che i margini di casualità vengono completamente meno.
Grillo e Casaleggio sono sempre più autoritari.
Le ripeto che siamo a un bivio. Io non escludo che, interrogati sulla nostra permanenza o meno nel movimento, gli attivisti possano votare a nostro favore e questa sarebbe una prospettiva assolutamente interessante.
Da una parte ci sono le espulsioni e le violenze verbali contro la presidente della Camera. Dall'altra però Grillo e Casaleggio vengono smentiti dalla rete, come è successo con il reato dl clandestinità e con la decisione di partecipare alle consultazioni di Renzi. Sembra che il M5S sia allo sbando.
Mi sembra che laddove la gente viene interpellata dia una dimostrazione di autonomia di giudizio. Si vede anche guardando i post sul blog, dove appaiono valutazioni contrastanti. Se ci sono commenti che per la loro pesantezza risultano più evidenti, esistono però anche considerazioni sostanzialmente concordi con le nostre valutazioni e comunque, anche se non lo sono, affermano la necessità del pluralismo di opinioni. Per questo non mi sento di escludere a priori che una nostra valutazione da parte degli attivisti possa essere positiva.
La richiesta di espulsione naturalmente non cambia la decisione di non votare la fiducia al governo Renzi.
Assolutamente no.
Avete avuto contatti con i civatiani?
In questo momento ci sono contatti con tutti i colleghi in parlamento.
Che potrebbero portare a cosa?
A una maggior comprensione delle dinamiche che si stanno sviluppando.
Carlo Lania

(Il manifesto 22 febbraio)

Ripartire dai circoli territoriali

Le recenti vicende delle «primarie» per la nomina dei segretari regionali del Pd sono state un disastro. Passato in secondo piano perché oggi il tema all'ordine del giorno è il governo Renzi.
Anche per fare una riforma al mese però ci vuole il sostegno dell'opinione pubblica e di organizzazioni come i circoli territoriali» capaci di ampliare gli spazi democratici della società.
ALDO BACCHIOCCHI


Si cominciò a parlare, negli anni 80, di sezioni «tematiche». Centrate com’erano sui rapporti con un territorio avido di luoghi di incontro su temi d‘ordine più generale, le vecchie sezioni erano state messe in crisi dall'avvento della televisione e quello di cui si sentiva il bisogno era la possibilità di utilizzarle per far incontrare persone interessate ad elaborare proposte su temi più specifici: dalla scuola alla sanità e dalla cultura ai trasporti. Nel tempo dei blog e di Facebook quello di cui si è sentito ora il bisogno e il «circolo»: inteso come luogo in cui liberamente ci si incontra per discutere temi di attualità, incontrare personaggi di cui si ritenga interessante conoscere il pensiero, mettere in piedi ipotesi di formazione e gruppi di studio utili all'azione dei rappresentanti del Pd nelle amministrazioni e a chi abbia voglia di informarsi e di capire quello che accade nel Paese. Informali e non gerarchici (privi di segretari e di direttivo) questi circoli sono ancora pochi ma esistono ed è stato davvero un peccato non coinvolgerli tutti, liberando le loro risorse, in queste primarie regionali che nei circoli avrebbero dovuto soprattutto svolgersi invece che nelle federazioni e nei gruppi di appartenenza dei candidati. Puntando su di loro (i circoli) per ritrovare forme nuove di radicamento: fra la gente prima e più che nel territorio.
Luigi Cancrini

(L’Unità 24 febbraio)

Cristiani per la moschea

Una «soluzione rapida e dignitosa» all’annosa questione della sede del Centro di cultura islamica e della creazione di una moschea di Parma: la chiede il Consiglio delle Chiese cristiane di Parma (Cccpr), l’organismo ecumenico che riunisce avventisti, cattolici, metodisti e ortodossi (greci e rumeni) con un documento presentato alla stampa lo scorso 28 gennaio. «E’ ormai da diversi anni che si agita, all’interno della comunità civile di Parma, la questione riguardante la collocazione della moschea per consentire ai cittadini e agli immigrati di fede musulmana di poter compiere in pace e con dignità gli adempimenti richiesti dalla loro fede», si legge nel testo.
Dal 2007 il Centro islamico ha sede in un capannone dell'area artigianale di via Campanini, ma tale sistemazione, oltre a essere inadeguata per rispondere ai bisogni dei circa 10.000 musulmani di Parma e dintorni, è stata contestata da alcuni «vicini», guidati da un artigiano che ha promosso varie proteste e azioni giudiziarie contro la presenza del Centro.
Cccpr ritiene che «il dare risposte adeguate e civili alle esigenze che fanno parte della dimensione ordinaria della vita religiosa, tra queste 1’assicurare un luogo per il culto, sia importante non solo per l’esercizio del diritto di libertà religiosa, ma anche per costruire l’integrazione degli immigrati nella nuova comunità e garantire la convivenza civile e la pace sociale». E richiama l’attenzione sul fatto che le istituzioni sono chiamate a svolgere un ruolo di integrazione delle diverse anime della cittadinanza che vive nel proprio territorio», che compete loro «provvedere a che sia consentito a tutte le confessioni religiose di poter liberamente esercitare il culto, anche individuando aree idonee ad accogliere i rispettivi fedeli» e che «il diritto di aprire luoghi di culto spetta a tutte le confessioni religiose».
Riaffermando la propria vicinanza alla comunità islamica di Parma, il Cccpr si dice convinto che il Centro, «con la sua azione congiuntamente sociale, culturale e di fede abbia favorito e favorisca l’integrazione nel territorio parmense della componente musulmana, che ha in sé uomini e donne provenienti da diverse nazionalità, compresa quella italiana».
«Quello del Cccpr - spiega la pastora Manocchio - non è un documento contro qualcuno, come ha ben precisato il presidente di turno, don Raffaele Mazzolini, ma vuole riaffermare un principio costituzionale e fare in modo che l'attenzione della società civile e delle istituzioni non cada. E’ anche un modo per esprimere la nostra solidarietà a una comunità con cui siamo in dialogo da anni, sia all’interno del Forum interreligioso di Parma che con la Giornata del dialogo cristiano-islamico e la partecipazione alla “Giornata dell’ospitalità” promossa dal Centro di Cultura islamica».

Luca Maria Negro

giovedì 27 febbraio 2014

REQUIEM PER GRILLO

Finalmente Grillo è giunto al capolinea. Ora è termpo di pensare a qualcosa di nuovo.
Se perde quindici eletti per Grillo è giunta l'ora della solitudine. Se ne vanno quelli che pensano. Restano solo gli obbedienti e i fanatici.
Lo "scoppio" del Partito 5 Stelle ha un significato politico tale da poter aprire un progetto di nuova maggioranza anche al Senato.

PIOSSASCO: GRUPPO PRIMAVERA


Ciao a tutti e tutte,
allora il tema del prossimo incontro con Don Franco sarà: "I due pilastri della nostra fede e della fede di Gesù di Nazareth: pregare e fare la giustizia (Bonhoeffer), stando sulla soglia" .  Sul blog di Franco trovate una sua preghiera del 1969 intitolata "Stare sulla soglia"
l'ncontro avverrà nel salone della parrocchia di San Francesco di Piossasco alle ore 16,30, sabato 15 marzo.
Un saluto a tutti da Franco
Antonella

CORSO PER ANIMATORI BIBLICI

Presso la “casa dell’ascolto e della preghiera” a Pinerolo in Via Città di Gap 13 – 2° piano parte domenica 23 marzo il corso biennale per animatori biblici.
Si tratta di cinque incontri annui.
Ogni incontro è tematico.
Il primo incontro “Per iniziare a leggere la Bibbia”, seguirà la traccia di un fascicolo di Ernesto Borghi. E’ necessario avere il fascicolo. Richiederlo telefonando allo 02718817 -  info@abem.it.
Per partecipare all'incontro - dalle 16 alle 19 - occorre prenotarsi (0121/72857): donfrancobarbero@alice.it. La prenotazione deve avvenire entro il 10 marzo. Ai partecipanti/e è richiesto non per me, ma per la gestione della casa un contributo di almeno 5 euro per incontro.


Coordinamento
Casa dell'ascolto e della preghiera

Pinerolo, 22 febbraio 2014

AMARE O ARMARE?

"Per amare la pace devi armare la pace". Lo ha dichiarato nel giugno 2013 il ministro italiano della difesa Mario Mauro. Ora lo stesso slogan, ma in inglese ("to love peace you must arm peace"), è stato usato dal colosso americano dell'industria bellica Lockheed Martin, per la campagna pubblicitaria degli ormai tristemente noti jet F35, caccia bombardieri utilizzabili anche per portare bombe nucleari, che ci costeranno 14 miliardi di euro. Pagati con il sangue dei poveri di questo nostro paese.

Il Ministro Mario Mauro si dichiara cristiano e cattolico. Gesù è stato molto chiaro sul tema della pace sia nel suo insegnamento, come nelle sue scelte personali che gli costarono la vita.

Come cristiani chiediamo dunque al ministro Mauro, di scegliere se essere ministro della guerra o cristiano, fedele al Vangelo o strumento di guerra e di morte. O l'uno o l'altro.

Come cristiani, crediamo non sia più tollerabile lo scandalo di chi, pur professandosi cristiani, tradiscono invece il Vangelo e gli insegnamenti di quel Gesù di Nazareth che ha inventato la nonviolenza attiva per i suoi seguaci.

Padre Alex Zanotelli - missionario comboniano

Giovanni Sarubbi - Direttore www.ildialogo.org

IGNAZIO SILONE

Agli spiriti vivi le forme più accessibili di ribellione al destino sono sempre state, nella mia terra, il francescanesimo e l'anarchia.

VAI IN LIBRERIA: CORRI

Non perdete l'ultimo libro di Hans Kung "Tornare a Gesù" (Edizioni Rizzoli).

Un libro da non perdere!

LA MANNA

“Questo cibo che proveniva da Te
ai Tuoi figli manifestava la Tua tenerezza,
incontrava il gusto di chi lo mangiava
e si trasformava come ognuno voleva...
... Così, i Tuoi figli che Tu ami, o Signore,
imparino che non bastano i frutti della terra
a nutrire l'uomo:
solo la Tua Parola tiene in vita
chi ha fiducia in te.
La manna resisteva al fuoco
ma poi, sfiorata da un raggio di sole, si scioglieva.
Così dobbiamo imparare a ringraziarti
prima che spunti il sole
e a pregarti quando si fa giorno.
Perché, se uno è ingrato,
la sua speranza si scioglie come neve al sole
e si disperde come acqua che non serve più”.
(dal libro della Sapienza capitolo 16)

STATI UNITI. Una mappa per Detroit

Era la capitale americana dell’auto, ma ormai Detroit è diventata il simbolo del declino industriale, con fabbriche dismesse a far da cornice a edifici abbandonati. Ora però il sindaco Mike Duggan ha deciso di censire le centinaia di case vuote nel tentativo di riqualificare la città. Impresa che molti considerano disperata, ma per saperlo bisognerà aspettare i risultati dell’analisi dei 380.217 appezzamenti di terreno che compongono Detroit. I pessimisti parlano di almeno 90mila abitazioni in disuso, cifra non molto dissimile da quella ipotizzata dagli ottimisti (70mila). «Sarà la mappa più dettagliata mai vista», spiega Charlie Beckham, l’analista a cui è stata affidata l’impresa. Poi si tratterà di decidere cosa fare con le macerie.

CREATORI O DISTRUTTORI?

In tempo di crisi è importante il recupero del ”saper fare". Molti pensano che sia solo una questione squisitamente economica, di risparmio e utilitaristica nel senso buono. E questo ci sta tutto, ma resta un primo livello di comprensione. Un secondo importante è quello del rispetto della natura, delle materie prime e il recupero di arti e di manualità che possono provocare anche un benessere psico-fisico. Ottimo. Ma alla radice, in profondità ritornare al saper fare è sempre un ritornare all’artista che è in ognuno di noi. E sempre un ritornare dentro noi stessi per quel recupero necessario dell'umano assopito e incatenato dalla società dei consumi.
Bisogna farsi carico della creatività che ci abita, accettarne anche il peso, le ombre, amarla e a volte anche lottarci per darle la giusta direzione, pena la barbarie che stiamo già assaporando. Ma se al contrario ne sappiamo prendere coscienza e sappiamo farcene carico nei pesi e nelle misure possibili, allora noi possiamo dare una nuova direzione a questo mondo perverso e degenerato impegnandoci in prima persona a generare.
A questo punto è lecito e doveroso chiederci: la nostra creatività sceglierà la vita o la morte? Le persone o il profitto? La giustizia o l'indifferenza? E diviene attualissima la domanda provocatoria di Dag Hammaskjold: "Sei un creatore oppure sei un distruttore?”.
Alessandro Lauro

(da Qualevita 2013)

mercoledì 26 febbraio 2014

VENERDÌ 7 MARZO ORE 21

Nel salone dei “laboratori di comunità” della parrocchia di San Lazzaro (via San Lazzaro) a Pinerolo il F.A.T. organizza un pubblico dibattito sul tema “droghe vecchie e nuove”. Introduce il dott. Remo Angelino, primario del Sert.

Commento al cap.7 del vangelo di Marco

Mc 7,1-23 - Su purità e impurità: la “buona educazione’ di scribi e farisei e la risposta “liberante” di Gesù

Commento questo brano con alcune osservazioni tratte da “Il vangelo di Marco” di Drewermann.
       1) Sulla via che porta a Dio per Gesù solo una è la domanda essenziale: cos’è davvero in armonia con la nostra vita? Come fare in modo che la nostra personalità si esprima coerentemente nelle nostre azioni, senza dare un’immagine diversa da quello che siamo nel nostro intimo?
Le risposte di scribi e farisei, apparentemente tanto pratiche, strada facendo si codificano. Nasce l’idea che si può tranquillamente lasciar perdere Dio, basta comportarsi correttamente secondo la morale borghese, non infrangere nessun tabù, fare attenzione alle regole della buona educazione e dell’etichetta sociale e stare tranquilli nella propria posizione sociale.
Gesù dice che scansare i problemi reali della vita dà un senso solo momentaneo di alleggerimento, ma alla lunga opprime la vita: bisogna piuttosto superare la fobia della critica sociale (cioè la paura degli altri) trasformandoci in un’umanità libera da pregiudizi.
Finché la paura di quello che dicono vicini, parenti, superiori resta preponderante, rimaniamo schiavi delle convenzioni e della tradizione e continuiamo a negare noi stessi.
       2) Un’altra domanda indissolubilmente legata alla precedente: come corrispondere ai reali bisogni delle altre persone? Come accostarsi a loro con naturalezza?
Il rischio di ogni legalismo religioso (i “sepolcri imbiancati” di Mt. 23,27) è che dietro la facciata di un comportamento esteriore “legale”, dietro la luminosità del primo piano si produca una figura che agisce alle spalle, producendo reazioni opposte a quelle del ruolo imposto.
       3) Facciamo fatica a prestare attenzione ai movimenti del nostro cuore. La religione, chiedendoci cosa succede nel nostro cuore, ci aiuta a non rimanere alla superficie della convivenza borghese, ci rivela ciò che siamo, quello a cui diamo importanza.
       4) Gli scribi costituiscono il 2% del popolo d’Israele e, pur non essendo benestanti (la maggior parte vivevano del sostegno dei loro scolari), possono permettersi di portare a termine uno studio teologico e dunque presentarsi come esperti.
Gesù però stà dalla parte di coloro che mangiano “con le mani sporche”. Come fanno le persone che non hanno l’acqua in casa e che spesso devono camminare una buona mezz’ora per arrivare alla fontana più vicina a lavarsi le mani prima di mangiare? Per loro i riti di purificazione non hanno senso.
     5) Per Gesù è importante che la nostra sensibilità non si risolva nell’addestramento, non vuole che diventiamo “scimpanzé in doppio petto”. Ciò che conta non è l’esteriorità ma quello che succede nel cuore. Non guarda come ci comportiamo esternamente ma quello che c’è nel nostro cuore. Non chiede di addestrare con l’angoscia e governare dall’esterno il nostro cuore, ma di cambiarlo dall’interno.

Mc 7,24-30 Anche Gesù ha bisogno di “conversione”

       Nel corso dell'intero brano ci viene descritto un Gesù un po' strano, particolarmente chiuso e sulle difensive.
Secondo il racconto di Marco, analogo a quello di Matteo 15,21-28, Gesù si allontana dalla Galilea, la regione settentrionale della Palestina in cui vive, per ritirarsi per qualche tempo più a nord, in Fenicia, la regione della città di Tiro.
Il brano ci dice che Gesù "voleva che nessuno lo sapesse" (Mc 7,24): probabilmente cercava un po' di pace, un po' di distacco dalle folle che chiedono pressantemente il suo aiuto, come viene descritto nei capitoli precedenti del vangelo. Lui che vive aderendo totalmente alla realtà, disponibile all'ascolto della sofferenza, ogni tanto ha bisogno anche di ritirarsi, dedicando del tempo a se': come quando riposa beato in fondo alla barca, mentre i discepoli sono alle prese con la tempesta (Mc 4,38), o quando lascia l'ennesimo bagno di folla per salire sul monte solo a pregare (Mc 6,46).
Il suo desiderio di passare inosservato non viene soddisfatto: una donna di origine siro-fenicia e di cultura greca, dunque pagana, chiede con insistenza il suo aiuto.
Con la sua reazione iniziale Gesù dimostra di non essere disponibile ad ascoltare la donna. Nella versione di Matteo si dice con maggior dettaglio che "non le rivolse nemmeno una parola" e che "i discepoli gli si accostarono implorando: “'Esaudiscila, vedi come ci grida dietro" (Mt 15,23).
Di fronte all'insistenza della richiesta d'aiuto, Gesù risponde, ma le sue sono parole di chiusura e rifiuto: parole offensive verso la donna e i pagani in generale, che vengono definiti "cagnolini" (Mc 7,27); parole che suonano strane proprio perché pronunciate da lui, che aveva scandalizzato in Galilea per la sua disponibilità totale all'ascolto, in particolare verso coloro che sono discriminati, esclusi dalla società.
Anche lui è in questo caso vittima del pregiudizio contro cui di solito lotta. La sua disponibilità non è uguale per tutti: hanno la precedenza i "figli" di Dio, ovvero gli ebrei.
Ma la donna non si perde d'animo, grida la sua richiesta d'aiuto, esprime fino in fondo la sua sofferenza; la sua fiducia supera anche questo ostacolo, la sua fede annulla la barriera che Gesù ha creato.
Questa volta è Gesù ad essere convertito, la risposta della donna fa breccia nel suo cuore. Il dialogo tra i due è talmente significativo che il "miracolo" finale passa quasi in secondo piano, pur essendone la conseguenza. Appare evidente qui, forse più che in altri racconti di miracolo, come il superamento della sofferenza (il cosiddetto "miracolo") non viene da un gesto magico, soprannaturale e ancor meno univoco di un guaritore, ma da un movimento a due che coinvolge chi chiede aiuto e chi ascolta. E' indispensabile che chi vive la sofferenza riesca ad esprimerla e chi ascolta riesca veramente a farsi toccare nel profondo da questo grido.

Francesco Giusti

Vado al cinema ogni cinque anni

Mi vergogno: vado al cinema circa ogni cinque anni. Le mie sere trascorrono per lo più tra gruppi biblici, dibattiti, incontri associativi.
Se me ne esce una libera... che cosa c'è di più bello che una cena con amici o un libro? Ne ho sempre a decine in attesa.
Ma questa volta andrò al film che sta per uscire “Quando c'era Berlinguer”.
Sento voglia di pulizia, di quella politica che era passione e servizio.
Era? Si, ma deve e può tornare ad essere passione e servizio. Lo credo: non ho perso la fiducia

Franco Barbero

Lista Tsipras Camilleri candidato, incerta Spinelli

Dà più sull’arancione che sul rosso il simbolo definitivo della lista Tsipras con il motto «L`Altra Europa» presentato ieri al Teatro Valle Occupato quasi pieno dal comitato romano.
Le candidature in totale saranno 73, con alternanza uomo-donna e un terzo dovranno essere di under 40enni, secondo il volere dei sei proponenti. Di nomi di prestigio ne girano molti ma le proposte, arrivate dai partiti (Sel e Rifondazione comunista) e dalle associazioni sono circa 200 e i sei garanti (Barbara Spinelli, Marco Revelli, Guido Viale, Andrea Camilleri, Luciano Gallino, Paolo Flores d’Arcais) opereranno la cernita definitiva solo tra mercoledì e giovedì. Non è ancora sicuro neanche che Barbara Spinelli accetti di guidare la lista mentre è certo che si candiderà Andrea Camilleri, probabilmente dimettendosi dal comitato dei garanti. Il padre del commissario Montalbano dovrebbe spendere la sua notorietà in Sicilia e forse anche altrove. Altri nomi più che probabili: Raffaella Bolini dell’Arci, il giovane Claudio Riccio della Rete della Conoscenza e della rivista teorica Quaderni Corsari, Luca Casarini, Sandro Medici, il segretario di Tilt, associazione giovanile di Sel, Marco Furfaro, Claudio Berardi detto «Bifo». La raccolta delle firme per la presentazione della lista «dal basso» (ne occorrono l50mila, da 3mila a 30mila per ciascuna circoscrizione), inizierà lunedì 3 marzo. Per il momento si stanno formando i comitati locali ed è iniziata la raccolta di fondi, anche quella rigorosamente a sottoscrizione.
Ieri al Teatro Valle Occupato è stata annunciata la nascita di un comitato di ricercatori dell’Enea che dovrebbe coordinarsi anche con un altro costituendo comitato di dipendenti del ministero dell’Ambiente per l’elaborazione di parte del programma. Un altro comitato, dedicato alle questioni dell’immigrazione, è stato annunciato dall’antropologa Annamaria Rivera. E c’è tempo solo entro oggi per i migranti comunitari - di nazionalità rumena, polacca e croata etc - per iscriversi nelle liste elettorali dei comuni dove sono residenti per votare in Italia alle elezioni europee.
Le disponibilità personali per partecipare all’organizzazione dei comitati vengono intanto raccolte sia nel Corso delle prime iniziative pubbliche sia sul sito nazionale (listatsipras.eu).
Rachele Gonnelli

(L’Unità 24 febbraio)

ERIC METAXAS, Bonhoeffer. La vita del teologo che sfidò Hitler, 2012, pp.704, EURO 18,50, Fazi Editore, da Concilium 1/2013.

[Una nuova biografia del teologo della chiesa confessante, redatta in stile fresco e giornalistico dal pluripremiato commentatore della CNN e di FoxNews. Se Eberhard Bethge, nella sua monumentale retrospettiva Dietrich Bonhoeffer. Teologo cristiano contemporaneo. Una biografia (Queriniana, Brescia 1975, 2004), si concentra prevalentemente sugli aspetti teologici ed ecclesiastici della vicenda, Metaxas preferisce indagare l’aspetto umano della tragedia, ricostruendo il contesto a beneficio di un lettore ormai lontano da quegli anni terribili. Ricordiamo che l'Editrice Queriniana ha pubblicato per l'Italia l'edizione critica delle «Opere di Dietrich Bonhoeffer» (a cura di A. Gallas e A. Conci), in dieci volumi].

F35: sono «inutili e inaffidabili»

Di fronte all'opacità del ministero della Difesa, la campagna «Tagliamo le ali alle armi» continua a proporre dati, analisi puntuali, numeri precisi sui costi del programma di acquisto e sviluppo per gli F-35, gli aerei da guerra che possono trasportare anche ordigni nucleari. Ieri a Roma Francesco Vignarca, coordinatore della Rete Disarmo, e Grazia Naletto, portavoce della campagna Sbilanciamoci!, hanno presentato alla stampa i contenuti del loro ultimo dossier: Caccia F-35. La verità oltre l’opacità. I numeri parlano di un programma estremamente costoso e inaffidabile, la cui sorte dovrebbe interessare non solo i pacifisti, ha sottolineato Vignarca, ma tutti coloro che «vogliono discutere nel merito il modello di Difesa che vogliamo, l'impostazione generale delle scelte economiche e finanziarie del governo in un contesto di grave crisi». Secondo i dati, il costo per i 90 cacciabombardieri che l'Italia si è impegnata ad acquistare ammonterebbe a 14 miliardi di euro, a cui andrebbero aggiunti oltre 52 miliardi di euro per la gestione complessiva del progetto. I costi di ogni singolo F-35 sarebbero saliti a 135 milioni, mentre l'Italia - così si deduce dai contratti sottoscritti con gli Stati Uniti, resi noti per la prima volta - finora avrebbe speso già 3,4 miliardi di euro: 2,7 miliardi per la Faco (Final Assembly and Check Out), la linea di produzione italiana per l'assemblaggio delle ali e dei velivoli nella base aerea di Cameri, in provincia di Novara, e 721 milioni per le fasi di acquisto.
Costi aumentati, che hanno già portato il Canada ad azzerare la partecipazione al programma per gli F-35, l’Olanda a ridurre il numero di velivoli prenotati da 85 a 37, e che in Italia non possono essere giustificati dai ritorni occupazionali o industriali: per tutto il 2013, recita il dossier, «nonostante l'inizio di assemblaggio dei primi caccia italiani ed alcune assunzioni di giovani tecnici, gli occupati nella Faco di Cameri non hanno mai superato il migliaio».
Quanto al ritorno industriale, attraverso l’incrocio di fonti diverse e alla documentazione fornita dalla stessa Lockeed Martin - l’azienda capo-commessa del progetto - il dossier conferma che finora per le aziende italiane c’è stato un rientro «di circa il 19% rispetto all'investimento pubblico: meno di 700 milioni di euro sui 3,4 miliardi già spesi dal governo». Per la campagna, l’acquisto degli F-35 è costoso, inutile, insensato e tecnicamente ballerino: un rapporto del 29 gennaio scorso, trasmesso al Congresso degli Usa da Michael Gilmore, direttore della sezione per i test operativi e la valutazione della Difesa statunitense, elenca i difetti tecnici che rendono inaffidabili gli F-35.
Nonostante questo, il governo italiano spenderà altri miliardi dollari (sono quasi 2 quelli previsti soltanto nel periodo 2014-2016) per acquistare gli F-35. «Una scelta irresponsabile», per Grazia Naletto che ha ricordato come nel triennio 2011-2013,  l’Italia abbia sottoscritto contratti di acquisto di F-35 per «735 milioni di euro, di cui 480 solo nel 2013». Nel frattempo sono stati tagliati drasticamente il Fondo nazionale per le politiche sociali, mentre la sanita subirà un taglio di 1 miliardo e 150 milioni di euro nel 2015-2016.
I promotori della campagna chiedono che il Parlamento cancelli il programma per gli F-35, pretendendo «trasparenza e un'informazione corretta», come richiesto anche da Massimo Artini, deputato M5S e vice-presidente della commissione Difesa, di ritorno da un’ispezione nello stabilimento di Carneri. Per il deputato di Sel Giulio Marcon è necessaria e urgente «una nuova discussione quanto più unitaria e incisiva possibile, per rilanciare la cancellazione definitiva del programma sugli F-35».
Una discussione che va avviata «non appena terminerà l’indagine conoscitiva della commissione Difesa», e che «oltre a dire un no definitivo agli F-35 impegni il governo a elaborare un nuovo modello di difesa sulla base del dettato costituzionale». I «Parlamentari per la pace», il gruppo di deputati e senatori di diverso orientamento politico impegnati sui temi del disarmo e. della pace, avranno presto l’occasione di guadagnarsi sul campo il titolo che rivendicano.
Giuliano Battiston
(il manifesto 19 febbraio)

martedì 25 febbraio 2014

Appuntamenti e riflessioni:

GRUPPO GENITORI

Venerdì 28 alle ore 20,30 il gruppo genitori si incontra con me per dialogare come può "nascere un gruppo biblico"...

 

 

CUSTODIRE LA PAROLA

"La Scrittura necessita di tempo per essere "ruminata" a lungo; ma la sua comprensione non è isolata dalle vicende della storia. È nel far fronte alle tentazioni della vita quotidiana che potrai riconoscere se vi hai prestato ascolto. Per questo l'ascolto della Scrittura dovrà essere accompagnato dall'ascolto delle situazioni che ci è dato di vivere, dal discernimento del proprio tempo. Solo una lettura "tentata", messa alla prova nel presente, sarà in grado di custodire quelle parole di vita che Dio ci rivolge".

Lidia Maggi, Angelo Reginato

 

 

TEMI ETICI, UNA SFIDA PER RENZI

Solo un altro governo potrà cambiare le leggi sulla droga e sulla fecondazione assistita, avevo scritto due settimane fa. Adesso c’è la possibilità di avere un nuovo governo, senza il passaggio elettorale, con a capo Matteo Renzi. La domanda è semplice: i temi eticamente sensibili rientreranno nella sua agenda politica se assumerà l’incarico di guidare il Paese fino al 2018? Ormai sappiamo che alcune norme vanno cancellate. E la Consulta sta già togliendo diverse castagne dal fuoco alla politica. L’ultima decisione riguarda la Fini-Giovanardi smontata nel suo presupposto, l’equivalenza tra droghe leggere e pesanti. Verrà poi il turno della 40, che domani”festeggia” dieci anni di disumanità per le coppie costrette ad andare all’estero per procreare. C’è anche il Testamento biologico, ricordato nei giorni scorsi soltanto perché ricorrevano cinque anni dalla morte della sfortunata Eluana Englaro. Certo, se la comunità scientifica mettesse su queste leggi lo stesso impegno profuso nel contrastare Stamina, la politica si sentirebbe più motivata e meno sola nell’agire. In ogni caso tocca a Renzi accettare la sfida, perché non potrà accantonare i temi etici per i prossimi quattro anni.

g.pepe@repubblica.it

 

MA TROVARE UN COMPAGNO È TUTTA UN'ALTRA COSA

Scopro da una lettera ricevuta in questi giorni che anche una rubrica sul cuore genera incontri: talvolta numerosi per ogni mail, ma quasi sempre deludenti. Perché incontrarsi sul serio è molto difficile. Le cinquantenni sole vorrebbero un uomo dolce con cui condividere il proprio hobby, i sessantenni soli vorrebbero una donna dolce con cui condividere i propri hobby. Fatto? Per niente, perché quando si incontrano scoprono che un conto è la fantasia un conto è la realtà. Piacersi è un'altra cosa: in più lui si accorge che la di lei pensione è scarsa, lei si accorge che lui ha i peli nelle orecchie. Insomma non funziona per nessuno dei due, o per uno dei due.

La difficoltà sta nel trovare un vero compagno, una cosa seria, con un futuro, perché è quello che pareva di desiderare. Invece il desiderio vero, neppure percepito, era sistemarsi con un Clooney, con una Ferilli. Questo almeno accade a chi si cerca rispondendo alle lettere di una rubrica non di incontri ma di confidenze sentimentali inviate a un settimanale, che pare meno compromettente di un sito internet, ritenuto più esplicito più frettoloso e meno esigente. Chi li frequenta sa che ce ne è per tutti i gusti, con fini soprattutto carnali: anche senza star lì a perder tempo a conoscersi al tavolo di un caffè, per poi congiungersi da qualche parte, non sempre con reciproca soddisfazione, a meno che si sia disposti a tutto pur di non essere soli. Non si parla né di prostitute né di gigolo, ma di signore e signori soli o con famiglia, che hanno bisogno di un po' di distrazione clandestina e senza conseguenze.

La vera attrazione degli annunci in certi siti è che puoi sbrigare la faccenda anche standotene a casa tua davanti al tuo computer, skype o non skype. Lo scrivono furibonde fidanzate e mogli, alla rubrica che sul Venerdì raccoglie gli spasimi del cuore infranto e della dignità ferita: il loro uomo che a letto le bacia in fronte, poi in piena notte raggiunge il suo pc luminoso nel buio di una stanza, e raggiunge la sua innamorata elettronica,"focosa sessantenne laureata in lettere, grande esperienza latino-greco e fellatio" che ha risposto al suo richiamo, "robusto trentenne mammone, cerca vivace e calda signora taglia 5, per scambio di anime e altro".

(Natalia Aspesi, Repubblica 18 febbraio)

 

NO AL PASSAPORTO DELLA SANTA SEDE. IL PAPA SCEGLIE QUELLO ARGENTINO

Papa Francesco non vuole il passaporto diplomatico della Santa Sede n.001. Sente ancora forti le sue radici argentine, tanto che ha deciso che nei suoi viaggi non userà quello "diplomatico" a cui ha diritto come capo di Stato, ma quello argentino. Così il pontefice che ha stupito il mondo viaggiando portandosi la sua grossa borsa nera, avrà un semplice passaporto di Buenos Aires "per viaggiare", come, "un qualsiasi cittadino argentino".

È così che il ministero dell'Interno argentino ieri ha mostrato la nuova carta d'identità e il passaporto con la foto di José Maria Bergoglio vestito, però, con la bianca veste papale.

La sua data di emissione è quella del 14 febbraio 2014 e la scadenza è quella del 2029. Porta anche l'impronta digitale del pontefice. Tutto come un qualsiasi cittadino argentino. Solo che le formalità sono state espletate in Vaticano. Dopo che Papa Bergoglio ha comunicato direttamente all'ambasciatore di Buenos Aires in Vaticano, Juan Pablo Cafiero, la sua intenzione "di continuare a viaggiare per il mondo come argentino", il personale del consolato si è recato in Vaticano, alla Domus di Santa Marta con le attrezzature necessarie per produrre i documenti che stavano per scadere. Al Papa oltre al passaporto è stata preparata anche una nuova carta d'identità. Arriveranno nei prossimi giorni alla Domus Santa Marta. "È un gesto che ci riempie d'orgoglio" ha commentato il ministero dell'Interno argentino, Florencio Randazzo.

 

PRESENTAZIONE: "IL MITO DI MARIA"

Sabato 1° marzo presento nella “casa dell’ascolto e della preghiera” il volume di Augias-Vannini alle ore 17.

FAMMI RESTARE SULLA SOGLIA

Perché lasciare questa casa
che tanto amo?
In essa ho ricevuto il dono della fede,
la testimonianza di tanti fratelli e sorelle,
il dono del ministero che sta
vivificando la mia giovane vita di prete.
Ma resto sulla soglia di questa casa-chiesa.
Perché sulla soglia?
Perché dentro la casa, diventata un palazzo,
una istituzione ricca e potente,
ci sono troppe certezze e rigidità,
troppe ricchezze, intrighi, carriere,
troppe corruzioni e troppa apparenza.
Se ti chiudi nelle pareti dell'istituzione
passi dalla parte dei potenti
che finanziano l'istituzione cattolica...
E poi... Gesù non progettò una potente istituzione, non amò mai il palazzo...
Perché sulla soglia?
Perché la soglia è aperta sulla strada.
È nella strada che la gente cammina,
parla, va al lavoro, canta e protesta...
È sulla strada che vedi la realtà,
la miseria, la mendicità, l'emarginazione.
È sulla strada che gridiamo la protesta
è sulla strada che facciamo festa.
È sulla strada che passa il funerale
e ancora sulla strada il corteo nuziale...
Sogno, o Dio, e prego per una chiesa
che sia una casa aperta sulla strada
e resto tenacemente qui sulla soglia:
non entro complice dei segreti intrighi,
a chiudermi e fasciarmi di certezze inossidabili,
ma non sbatto la porta della casa
in cui, o Dio, tanti mi hanno parlato di Te.
Resta, se non Ti chiedo troppo, o Dio,
resta con me su questa inquieta soglia.

Franco Barbero
Pinerolo, 11 novembre 1969

(scritta dopo un dibattito con alcuni fratelli e sorelle di Torino su “restare o andarsene dalla chiesa?”)

Per vincere facile.

L'odierna richiesta della fiducia al Senato, da parte del nuovo PdC
Renzi, ha avuto toni esaltati, ma difficilmente concretizzabili con
l'attuale composizione del governo, ufficialmente presieduto da Renzi,
ma con la malefica ambra di Berlusconi sempre presente. Renzi ha
concesso due ministeri-chiave alla famelica voglia di potere del
pregiudicato; la Giustizia e lo Sviluppo economico, rispettivamente
assegnati ad Andrea Orlando (la Giustizia) e a Federica Guidi lo
Sviluppo economico, entrambi nominati di fatto da Berlusconi.
Orlando di Giustizia non capisce nulla e dovrebbe approntare i punti
centrali di una riforma che tanto preme a Berlusconi; il neo ministro ha
appena un diplomino di maturità scientifica, quindi una carriera di
partito, ma non avrà problemi, i punti salienti della riforma li
scriverà direttamente Ghedini, selezionando le modifiche che gli servono
per difendere il pregiudicato DAI processi presenti e quelli futuri.
Federica Guidi è stata Direttore Generale dell'azienda di famiglia la
Ducati Energia SPA, il suo nome venne imposto a Renzi dopo una cena ad
Arcore con la medesima Federica; in quella occasione vennero anche
dilatate le incombenze da affidarle con l'aggiunta della delega sulle
TV, che tanto interessano al pregiudicato. Formalmente la Guidi si è
dimessa subito dopo aver ricevuto l'incarico, ma serve a poco e non
certo ad allontanare l'ombra di un colossale conflitto di interessi, con
l'aggiunta del controllo sulle TV che servirà a pareggiare i conti con
il Berlusconi che l'ha nominata, Renzi compiacente.
A ciò si deve aggiungere il terzetto di NCD, tutti fedelissimi di
Berlusconi, con Alfano al Ministero degli Interni, da dove si
controllano le Forse dell'Ordine. Renzi oggi chiede la fiducia e l'avrà,
ma solo perchè non l'ha chiesta al popolo elettore. ma si sa. è molto
meglio "vincere facile" che correre pericolosi rischi. Per evitare
doppioni critici, accludo una parte dell'articolo di Marco Travaglio:
"Già la lista con cui è entrato al Quirinale presentava poche novità
vere, anzi una sola: quella del magistrato antimafia Nicola Gratteri
alla Giustizia.
Quella che ne è uscita dopo due ore e mezza di cancellature a opera di
Napolitano è un brodino di pollo lesso che delude anche le più tiepide
aspettative di svolta. E il fatto che la scure di Sua Maestà si sia
abbattuta proprio su Gratteri la dice lunga sul livello di non detto dei
patti inconfessabili che Renzi ha voluto o dovuto stringere col partito
trasversale del Gattopardo.
Se il premier fosse quello che dice di essere, avrebbe dovuto tener duro
su Gratteri o mandare tutto a monte. Invece s'è democristianamente
genuflesso a baciare la pantofola e ha nominato il ragionier Orlando,
ultimamente parcheggiato all'Ambiente ("Orlando chi?", avrebbe detto
Renzi qualche giorno fa), rinunciando a dare una sterzata alla Giustizia."

Rosario Amico Roxa

VADO AL MASSIMO

Manager, studenti, uomini che non vogliono invecchiare; caccia alla pillola magica , che promette lucidità, concentrazione ed eccitazione.
Insomma, super prestazioni fisiche e mentali. E’ boom di vendile di psicostimolanti e antidepressivi per doparsi in una vita che va sempre di corsa. Il Viagra ha aperto la strada. Ma i farmacologi avvertono: attenti agli abusi, creano dipendenza.

Fwd: Comunicato stampa gruppo Bethel

INIZIATIVE DEL GRUPPO BETHEL

l gruppo Bethel, in collaborazione con la comunità di San Benedetto al
Porto, a partire dal 9 marzo p.v., proporrà ed animerà la Liturgia della
Parola alle ore 12,00 presso la Parrocchia in via S. Benedetto 12.
A grande richiesta dei fedeli e della comunità stessa, il gruppo Bethel
e don Claudio Boldrini saranno lieti di offrire tale servizio ogni
domenica alla stessa ora.
Presiederà la Liturgia il diacono don Claudio Boldrini - referente
spirituale del gruppo Bethel Tale iniziativa è aperta alla cittadinanza.
Per info: https://www.facebook.com/gruppobethel
http://gruppobethel.blogspot.it/
https://www.facebook.com/laura.ridolfi.125 Laura Ridolfi - referente del
gruppo Bethel LGBT credenti liguri

Le Ferrovie soffrono il freddo

Il treno prescelto per la Linea ferroviaria metropolitana 2, Chivasso-Torino-Pinerolo, potrebbe non essere il più adatto a svolgere un regolare servizio nei mesi invernali.
Questo convoglio a due piani denominato Taf, Treno ad alta frequentazione, soffre il freddo. Lo hanno scoperto i viaggiatori del 6 febbraio, una notte con la temperatura più bassa di un inverno finora piuttosto mite. In mattinata sono stati soppressi sei servizi e altri hanno accumulato notevoli ritardi nella fascia oraria 5,30-9,30 a causa dei fili della trazione elettrica gelati. Il Taf, uno dei mezzi più moderni, ha i pantografi di presa della corrente che non riescono a “spazzolare" il gelo dei fili, e quindi prendere corrente. Il problema si è verificato in più punti della linea, da Chivasso verso Torino e nella pianura tra Piscina e Candiolo. Si è rimediato richiamando in servizio le vecchie elettromotrici Ale, ma i disagi si erano già abbondantemente accumulati.
Sempre il freddo martedì 11 ha provocato problemi ancora maggiori. Colpevole il passaggio a livello in zona Dega, a Vinovo, che non rispondeva ai segnali di chiusura. Il traffico ferroviario è proseguito a passo di lumaca.
Anche la stazione di Pinerolo ha sofferto di blocco elettrico alle centraline. Un inconveniente che è stato risolto, ma dalle 6 alle 9 si sono accumulati ritardi da 20 a 40 minuti, con il record per il Regionale delle 6,50 e la soppressione del 4534 in partenza da Pinerolo alle 7,50.

Fernando Franchino

lunedì 24 febbraio 2014

LA PORTA DELLA FELICITA’

La porta della felicità

si apre solo verso l'esterno:

chi cerca di "forzarla"

in senso contrario

finisce col chiuderla

ancora di più.

        Sören Kierkegaaard

 

I beni più preziosi

non devono essere cercati

e conquistati,

ma attesi.

                 Simone Weil

 

Il futuro entra in noi,

per trasformarsi in noi,

molto prima che acada.

       Rainer Maria Rilke

9 MARZO: PINEROLO. VIA CITTÀ DI GAP 13

Presso la” casa dell’ascolto e della preghiera” ci troviamo alle ore 10,15 per la celebrazione dell'eucaristia.
Attenzione sono particolarmente invitate le coppie che si sposeranno da maggio a settembre.
E ricorderemo anche i sessant'anni di Fiorentina... Faremo un pranzo condiviso e autogestito.

Ipazia

Un recente film (Agorà, di Alejandro Amenabar) ha messo in evidenza la figura storica di una donna filosofa e scienziata, vissuta in Alessandria d’Egitto verso la metà del III secolo, barbaramente uccisa da un linciaggio organizzato da una setta di fanatici cristiani partigiani del vescovo Cirillo.
Ambrogio e Marcellina, Agostino e Monica, Benedetto e Scolastica, Francesco e Chiara... donne intelligenti e di talento, di cui però la storiografia cattolica ufficiale tramanda un ruolo subalterno e secondario rispetto agli uomini con i quali vengono messe in relazione.
Diversa fu però la traccia storica lasciata dalla relazione Ipazia/Sinesio. Sinesio di Cirene parla della sua relazione con Ipazia, «madre, sorella e maestra, mia benefattrice in tutto e per tutto, essere e nome quant’altri mai onorato».
La storia di Ipazia compare in una galleria di ritratti di uomini saggi, per lo più cristiani, che con la loro saggezza sono la realizzazione in terra di un ideale religioso di tensione al divino che, secondo Socrate di Costantinopoli, realizza il vero ideale del cristianesimo. L’affermazione è paradossale e come tale non implica la conversione di Ipazia al cristianesimo ma, al contrario, rimanda all’esistenza di un cristianesimo strutturato in modo tale da potersi permettere di avere tra i suoi punti di riferimento una donna non cristiana, cioè non ufficialmente censita come tale. “Per la magnifica libertà di parola e azione (parresia) - scrive Socrate -, che le veniva dalla sua cultura (paideia), Ipazia accedeva, in modo assennato, al cospetto dei capi della città; non era motivo di vergogna per lei lo stare in mezzo agli uomini. Infatti, a causa della sua straordinaria saggezza, tutti la rispettavano profondamente e provavano verso di lei un timore reverenziale.
Per questo motivo, allora, l’invidia si armò (contro di lei)". Un`invidia che si materializza nello scontro frontale tra lei e il neo insediato vescovo della citta, Cirillo di Alessandria, al quale Socrate fa risalire la responsabilità politica del suo assassinio. Si affrontano qui due modi di intendere il cristianesimo. Da una parte (Socrate) esso trova unità nella molteplicità delle espressioni dei riti e nella continua ricerca del significato dei testi; dall‘altra (Cirillo) il cristianesimo si riconosce nel primato di una chiesa cattolica che si conferma una attraverso la condivisione di dogmi che assurgono a canone immodificabile.
Quella di Cirillo è la stessa chiesa di Ambrogio e di Agostino. E’ la chiesa già dominante ai tempi di Ipazia; la chiesa che ha vinto su altre configurazioni possibili dello stesso movimento cristiano delle origini.

Gianfranco Monaca

domenica 23 febbraio 2014

ALCUNI MOMENTI SIGNIFICATIVI NELLA CASA DELL'ASCOLTO E DELLA PREGHIERA


Giovedì 27 febbraio dalle ore 18,30 alle 22,00 incontro con un gruppo di   Novi Ligure    Sabato 1 marzo alle ore  17 presento il libro "Inchiesta su Maria" Di   Augias-Vannini    Domenica 9 febbraio resta per me indimenticabile. Sono tornati alla   celebrazione eucaristica Emanuele e Tommaso che stanno facendo un bel   lungo cammino di preparazione del loro matrimonio che celebreremo a   Rimini verso settembre. E quale gioia riabbracciare Noemi e Michele,   sposi da pochi mesi. E poi un bel gruppo composito...    Con Sergio e Franca abbiamo messo a fuoco il convegno che organizzeremo   a giugno su "Vivere in presenza della morte e scelte conseguenti".    Nel pomeriggio la "Casa dell'ascolto e della preghiera" è stata   rallegrata dalla presenza di un gruppo di donne di Novi Ligure per   preparare il dibattito del 12 aprile e- che meraviglia! - per una serie   di incontri di studio su "I fondamenti della fede cristiana". Verranno a   Pinerolo per una serie di incontri. Penso che l'incontro potrà essere   aperto a chi vuole: segnaleremo le date e gli orari.    La Casa dell'ascolto e della preghiera ci sta regalando belle sorprese.    Il prossimo incontro domenicale è domenica 9 marzo alle 10,15_ per   l'eucarestia e questa volta ci sarà un vero pranzo autogestito e una   sorpresa.  Giovedì 13 marzo alle ore 20, 45 incontro del gruppo biblico giovanile.   Leggeremo il capitolo 12  del Vangelo di Marco.  Domenica 23 marzo: dalle 16 alle 19 inizia il "corso biennale per   animatori biblici" aperto a chiunque interessi.  Sabato 29 marzo dalle 17 alle 19 incontro su: "La preghiera nel Primo e   nel Secondo Testamento". Introduco la ricerca di gruppo    Ricordate: Pinerolo, via Città di Gap 13, secondo piano.    Franco Barbero  Pinerolo 23 febbraio 2014      


CUSTODIRE LA PAROLA

 

"La Scrittura necessita di tempo per essere "ruminata" a lungo; ma la sua comprensione non è isolata dalle vicende della storia. È nel far fronte alle tentazioni della vita quotidiana che potrai riconoscere se vi hai prestato ascolto. Per questo l'ascolto della Scrittura dovrà essere accompagnato dall'ascolto delle situazioni che ci è dato di vivere, dal discernimento del proprio tempo. Solo una lettura "tentata", messa alla prova nel presente, sarà in grado di custodire quelle parole di vita che Dio ci rivolge".

Lidia Maggi, Angelo Reginato

IL MARCHIO DEL PADRINO

 

Quadri con facce di mammasantissima e scene da film di mafia. In Spagna spopola la catena di ristoranti che di Cosa nostra ha astutamente fatto un brand. Già 34 locali e 400 dipendenti. Ci si può iscrivere a questo club e sistemare i pargoli su seggioloni decorati con le foto di Vito Corleone: menù da otto euro e caramelle griffate con qualche "don". E la gente fa la fila.

DALLA SARDEGNA...

 

Per il Partito Democratico e per la sinistra dalla Sardegna è arrivata una buona notizia. Dopo anni di grande buio la Regione torna in mani affidabili. Ma il segnale ugualmente importante è il fatto che la sconfitta di Forza Italia segna il declino irreversibile di Berlusconi.

Non sembra esserci più scampo al degrado e, per fortuna, al tramonto.

Franco Barbero

IL NEOCARDINALE AMICO DEI GAY

Per un neocardinale che si scaglia contro i gay affermando che sono malati da curare (l’arcivescovo emerito di Pamplona Sebastián Aguilar, v. Adista Notizie n. 4/14), ce n’è un altro che, al contrario, è noto per il suo supporto al mondo lgbt: si tratta di mons. Vincent Nichols, 68 anni, arcivescovo di Westminster a Londra, prossimo alla berretta cardinalizia. Da sempre sostenitore delle messe di Soho, celebrazioni liturgiche per gay, lesbiche, bisessuali e transgender cattolici e che, interrotte nel 2013, dopo sei anni, per le pressioni dell’ala più conservatrice della Chiesa inglese ma anche, a quanto sembra, del prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede il futuro neocardinale Gerhard Ludwig Müller, sono semplicemente state spostate, su sua iniziativa, in un'altra parrocchia londinese, nel quartiere di Mayfair. «Quando alla fine ha ceduto alle pressioni - scrive sul suo blog il noto attivista gay cattolico Terence Weldon - ha mostrato notevole creatività: invece di interrompere semplicemente le messe, si è organizzato con i gesuiti per offrire alla comunità una nuova casa nella parrocchia di Mayfair».
Nichols, poi, pur opponendosi al matrimonio gay, è un sostenitore delle unioni civili: «i cattolici lgbt - scrive Weldon - devono essere contenti di avere ora un amico nelle alte sfere. E’ già stato nominato membro della Congregazione per i vescovi e parteciperà alla selezione dei nuovi pastori; probabilmente in futuro parteciperà all'elezione del successore di papa Francesco».
Nichols pare in perfetta linea con il modello di vescovo voluto dal papa: orientato all’attività e all`impegno pastorale, disponibile all’ascolto delle esigenze del suo gregge. “E’ un uomo umile, aperto, profondamente spirituale con una spiccata sensibilità nei confronti dei poveri», scrive Gerard O’ Connell su Vatican Insider (16/1). “Appartiene a quel primo gruppo di vescovi che rappresentano uno dei frutti positivi del Concilio Vaticano II». Nominato arcivescovo di Westminster da Benedetto XVI nel 2009, ne era vescovo ausiliare dal 1992, quando fu scelto da Giovanni Paolo II su esplicita richiesta del card. Basil Hume, all’epoca primate della Chiesa inglese. (ludovica eugenio)
(Adista n. 5 8 febbraio)
La ripresa dell'Europa ha un senso se la politica economica subisce un cambiamento radicale. Se si orienta verso la lotta alla disoccupazione e l'abbandono dei vetusti canoni del neoliberismo.

Guido Rossi

sabato 22 febbraio 2014

UN LIBRO STRAORDINARIO

MARCO BOUCHARD, Credere e appartenere. Monaci, eretici, mercenari. Edizioni Gruppo Abele, Torino 2014, pp. 144, € 12, Via Trapani, 95 - 10141 TORINO.

Riserverò a questo libro una recensione più attenta, ma finora lo segnalo come uno degli scritti più rigorosi e costruttivi che io abbia letto negli ultimi anni.
L'Autore, magistrato dal 1985, valdese, affronta con uno stile tanto lineare quanto profondo quali siano le possibili declinazioni dell'appartenenza nella città umana e nella chiesa di cui ci si sente parte.
Spero di raggiungere in qualche modo l'Autore per esprimergli il mio grande apprezzamento e chiedergli di poter presentare il libro a Pinarolo. Lo ringrazio anche per aver valorizzato e citato alcuni miei scritti.
Caro lettore, hai tra le mani un piccolo libro, ma è un prezioso lavoro per la crescita culturale e un apporto rilevantissimo per il cammino di fede.

Franco Barbero

IN SVIZZERA

Non è solo uno schiaffo all'Unione europea il risultato del referendum con il quale la Svizzera chiude agli immigrati. Si tratta di una vittoria della destra xenofoba. Ma la Svizzera non canti vittoria: può aprirsi la strada verso un isolamento.
Bene hanno agito le chiese che hanno difeso i diritti degli immigrati

Di Pietro di nuovo in toga

E’ tornato in tribunale in toga, Antonio Di Pietro, al processo che ieri è iniziato a Napoli sulla presunta compravendita di senatori e che vede sul banco degli imputati Silvio Berlusconi. Di Pietro infatti ha chiesto di costituirsi parte civile per l’Italia dei Valori e lui stesso ha spiegato: «Rimetto la toga dopo Mani pulite, sto per la prima volta dall’altra parte come difensore di parte civile».

venerdì 21 febbraio 2014

CORREZIONE DI DATA: DAL 22 FEBBRAIO AL 1 MARZO

La presentazione del libro: "Inchiesta su Maria" di Corrado Augias e Marco Vannini, da parte di Franco Barbero subisce un cambiamento: avverrà in Via Città di Gap, 13 sempre alle ore 17 anzichè il 22 febbraio,  SABATO 1 MARZO.
Per informazioni: 0121/72857 oppure 3394018699 Franco e Fiore

POSITIVO

Etty Hillesum ha scritto (1942) e lo ha poi fatto un anno dopo: "Io credo che dalla vita si possa ricavare qualcosa di positivo in tutte le circostanze, ma che si abbia il diritto di affermarlo solo se personalmente non si sfugge alle circostanze peggiori. Spesso penso che dovremmo caricarci il nostro zaino sulle spalle e salire su un treno di deportati".

Oggi ci sono altre possibilità: salire su un barcone stracarico diretto a Lampedusa, oppure andare ad abitare nelle favelas, oppure marcire in una cella in carcere senza conoscere neppure un deputato, oppure…

COMUNITA’ DEL CHIAPAS

Non vogliamo prendere il potere perché sappiamo che se prendiamo il potere saremo presi dal potere.

ADOLESCENTI PAROLE

Se l'occhio non si esercita,

non vede

pelle che non tocca,

non sa

se il sangue non immagina,

si spegne.

Pure provato da fatiche e

lotte,

meravigliato

dei capelli bianchi

di persistere vivo,

la tua voce

pudore ha di poetare:

a irreprimibile esigenza,

terra acqua creature

orizzonte, ti sono adolescenti

parole.

                         Danilo Dolci

COMMENTO ALLA LETTURA BIBLICA

                   FARE CENTRO SUL DIO DI GESU’

Corinzi 3,16-23

Fratelli 16 non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? 17 Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi.

18 Nessuno si illuda. Se qualcuno tra voi si crede un sapiente in questo mondo, si faccia stolto per diventare sapiente; 19 perché la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio. Sta scritto infatti: Egli prende i sapienti per mezzo della loro astuzia. 20 E ancora: Il Signore sa che i disegni dei sapienti sono vani. 


21 Quindi nessuno ponga la sua gloria negli uomini, perché tutto è vostro: 22 Paolo, Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro: tutto è vostro! 23 Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio.

 

Propongo questa domenica alla meditazione questi pochi versetti di Paolo alla comunità dei Corinzi.

L’apostolo era rimasto circa 18 mesi a Corinto, tra il 50 e 52, e aveva già indirizzato alla comunità  un’altra lettera che probabilmente andò smarrita. Qui, sollecitato da problemi e tensioni interne alla comunità, scrive queste righe mentre si trova  ad Efeso, nel periodo 55- 57. Informato dalla “gente di Cloe” (1, 11) e da altri, che avevano richiesto il suo intervento, Paolo in questa lettera entra nel merito di moltissimi problemi con amore appassionato per questa comunità prediletta.

 Mi limiterò al commento di pochi versetti.

La comunità è “tempio di Dio”: una stupenda metafora per guardare in profondità alla realtà comunitaria. Appartenere ad una comunità costituisce un dono di Dio , un luogo specialissimo in cui ricerchiamo insieme la Sua presenza. Non né un dato irrilevante, scontato. Anzi, la comunità va costruita e non “distrutta” da personalismi, indifferenze,vane discussioni. I versetti precedenti colpiscono alla radice le divisioni personalizzanti.

Qui Paolo non è certo l’apostolo che esorta ad evitare le giuste battaglie, ma si preoccupa quando sente che a Corinto , anziché approfondire le radici della fede , si sollevano questioni di “sapienza di questo mondo”.

 

TENERE LA ROTTA

Il rilievo non è di poco conto: occorre tenere la rotta, fare centro sulle basi della nostra fede e non disperderci in dispute alla moda o in interessi personali che distraggono dal messaggio.

Sovente non si tratta affatto di gretti personalismi, ma di ricerche interessanti, utili, più che legittime e “sapienti” che però distraggono dai fondamenti della fede che vengono così, “spodestati” dalla loro centralità. La comunità allora, anziché mettere al centro la figura e il messaggio di Gesù, il Cristo, e la ricerca del mistero e dell’amore di Dio, diventa, come ho detto, palestra di piacevoli discorsi “di sapienza”, di ricerche esoteriche, di dispute anche coinvolgenti, ma devianti rispetto alla sua vocazione.

Ricordo con simpatia un parroco della mia infanzia che dedicava metà della “messa” domenicale a parlare delle spese, dei “ritardatari”, delle campane, degli orari. Il capitolo degli avvisi succhiava gran parte dello spazio della predicazione.

 

LA VERA SAPIENZA

Sarebbe un equivoco pensare che Paolo  sia nemico della sapienza e della scienza. Il suo pensiero è ben altro: egli allude a quell’uso della “sapienza” che è un autentico depistaggio dal centro del messaggio di Gesù

La vera sapienza di una comunità cristiana e di una chiesa sta nel sapere chi  e che cosa stanno al centro. Dentro i secoli della tradizione cristiana non si è mai spenta la voce profetica di donne e di uomini che richiamavano con forza e con decise sferzate l’istituzione ecclesiastica che spesso faceva “centro su se stessa”, metteva i suoi interessi, la sua immagine e le sue fortune mondane prima e al posto del Vangelo.

 Questo ”tornare a Gesù” è l’operazione mai finita per chi, come cristiano/a, sa che egli è la icona, il simbolo, la rivelazione di Dio.

Certo, una comunità che viva davvero dentro le gioie, le sofferenze, le lotte e le speranze delle donne e degli uomini, non potrà non fare i conti con “il mondo, la vita e la morte, il presente e il futuro” (versetto 22), non potrà non partecipare alle tensioni tra “Paolo, Apollo e Cefa”, ma deve ricordare l’affermazione dell’apostolo: “Ma voi appartenete a Cristo e Cristo appartiene a Dio”.

Come spazio di libertà, la comunità particolare e la chiesa non dovrebbero mai soffocare il fervore, la libertà e l’ampiezza e le tensioni della ricerca, ma oggi, non meno che ai tempi di Paolo, la vocazione della comunità cristiana trova la sua realizzazione nella predicazione e nella testimonianza del messaggio di Gesù, riconosciuto come il Cristo di Dio, e nella sua sequela.

 

PERCHE CI DICIAMO CRISTIANI

 

“Il tratto peculiare, assolutamente specifico del cristianesimo,consiste appunto nel considerare questo Gesù essenziale, normativo, determinante per le relazioni dell’uomo con Dio, col prossimo, con la società: nel considerarlo, secondo la pregnante formula biblica, come “Gesù Cristo” ( Hans Kung, Tornare a Gesù, pag 23).

“La persona di Gesù retrocede dietro la causa che egli sostiene. E qual’è questa causa? Con una sola frase si potrebbe rispondere: la causa di Gesù è la causa di Dio nel mondo: E’ di moda, oggi, mettere in risalto che a Gesù sta totalmente e assolutamente a cuore l’uomo. Ed è una verità indiscutibile. Ma a Gesù sta totalmente e  assolutamente a cuore l’uomo perché innanzitutto gli sta totalmente e assolutamente a cuore Dio” (Hans Kung, pag 114).

 

Il nostro fondare la vita come cristiani/e sulla radicale fiducia in Dio passa attraverso il Gesù storico, riconosciuto come il “simbolo di Dio”.

“E’ appunto al cuore di questo Dio, trascendente e pur così vicino a noi, che dona gratuitamente salvezza ed avvenire a chi non ha speranze a cui aggrapparsi, che Gesù vuole riportare gli uomini e le donne, tanto che un amore per l’umanità privato di questo orientamento teocentrico non potrebbe più richiamarsi lecitamente al suo insegnamento. Essere discepoli di Gesù significherà allora proprio credere in questo Dio che ama l’uomo” ( Elio Rindone, riprendendo Schillebeekx).

“Alla fede proprio in questo Dio Gesù invitò con la parola e l’azione nei suoi giorni terreni: è questo il senso di tutta la sua attività. Pertanto il tentativo di eliminare dalla vita di Gesù la particolare “relazione con Dio” è nel contempo la distruzione del suo messaggio e del senso della sua prassi, la negazione stessa della realtà storica di Gesù di Nazareth, ridotto in tal modo ad un essere “astorico”, mitico o simbolico, un non Gesù ( Schillebeekx, Gesù, pag 276).

 

PER NOI

Ecco il messaggio semplice e prezioso . Dio anche per noi, proprio come fu per Gesù, è la sorgente della nostra vita, della nostra conversione, della nostra prassi di liberazione.

Gesù ci riconduce continuamente a Dio, alla sorgente, al caldo “vento”  di Dio che ci spinge nel mondo per creare giustizia  e felicità.

Paolo ci ammonisce: attenti alle radici dell’albero. Come Gesù, ricordatevi che appartenete a Dio, siete Sue creature, avvolte ed accompagnate dal Suo amore.  Non perdete mai di vista questo centro. Non interrompete mai questa ricerca. Elizabeth Johnson, nel suo meraviglioso libro “ Alla ricerca del Dio vivente” (Ed Fazi) ci ricorda che l’avventura cristiana dischiude sempre “nuovi modi di mettersi in relazione con il Dio vivente,nella preghiera e nell’azione, che soddisfano profondamente, oggi, l’aspirazione a una vita ricca di significato tanto per gli individui quanto per la comunità dei discepoli che è la chiesa” ( pag, 36). Per chi è consapevole che, per noi cristiani/e, “Gesù veicola Dio” (Roger Haight ), “ne può derivare una ricchezza di fede  che resta salda nel suo legame con il Dio vivente anche nelle tenebre e che si esprime nella cura appassionata e responsabile di questo mondo, pieno di bontà ma terribilmente fragile” ( Elizabeth Johnson).

 

GRAZIE, O DIO

Mi infonde una enorme speranza sapere che la vita è fatta di affanni, lavori, salute, malattia, di ricerche, di inquietudine, di gioia

e di amarezze.

Ma, come  Gesù, so che tutto sta davanti a Te, nelle Tue mani e nulla va perduto delle lacrime, delle battaglie e delle speranze di questa umanità.

“Il mio cuore e la mia carne esultano nel Dio vivente” (Salmo 83,3).