sabato 25 aprile 2015

UNA SMENTITA PER RIPRISTINARE LA VERITA’ DEI FATTI

 UNA SMENTITA PER RIPRISTINARE LA VERITA' DEI FATTI

Paolo Mieli, intervenuto nella edizione odierna della trasmissione di Rai 3 "Tutta  la Città ne parla", ha affermato che la Brigata Ebraica avrebbe rinunciato quest'anno a partecipare alla celebrazione del 25 aprile a Porta s.Paolo per non esporsi ancora una volta, come negli anni scorsi, a fischi e contestazioni. L'affermazione di Paolo Mieli è a dir poco errata e va smentita.

Le contestazioni degli scorsi anni sono avvenute perché si è cercato di contrabbandare per bandiera della Brigata Ebraica quella dello Stato Israeliano ed il motivo dell'annunciata rinuncia di quest'anno alla  partecipazione alla celebrazione indetta dall'ANPI è tutt'altro.

Sin dall'assemblea pubblica convocata dalla Sezione Provinciale di Roma dell'Anpi il 30 marzo scorso, per discutere delle partecipazioni alla tradizionale celebrazione del 25 aprile, tutte le associazioni solidali con la causa palestinese presenti in quella sede, e, successivamente, tutte quelle raggruppatesi nel Coordinamento Romano 25 aprile,  hanno affermato in dichiarazioni, interviste, articoli e comunicati stampa   di  non avere nulla da eccepire circa la partecipazione della Brigata Ebraica e tampoco dell'Aned e della Comunità Ebraica Romana alla celebrazione  della Liberazione, nonché  di combattere l'antisemitismo come ogni altra forma di razzismo. Hanno ribadito nel contempo di avversare fermamente lo Stato di Israele per le stesse ragioni per le quali l'Onu lo ha condannato con ben 87 risoluzioni.

Il motivo della rinuncia a partecipare alla manifestazione di Porta s. Paolo, annunciata prima dell'Aned e poi dalla Comunità Ebraica e dalla Brigate Ebraica, con tutta evidenza non può essere quindi  quello addotto da Paolo Mieli.

E' da mettersi  piuttosto in connessione  con la   partecipazione  della bandiera palestinese, che invano si è tentato di impedire. La sua  presenza a Porta s. Paolo, a testimonianza della Resistenza in atto del Popolo Palestinese alla illegittima occupazione israeliana,  suona come aperta condanna dello Stato di Israele ed è questo che tiene lontano dalla manifestazione chi vuole ergersi a difensore di quello Stato e della sua politica razzista e coloniale,   del tutto inconciliabile con   i valori dell'Antifascismo, della Resistenza e della Liberazione che il 25 aprile si celebrano.

 

La Rete Romana di Solidarietà con il Popolo Palestinese