24Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. 25Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».
26Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. 27Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». 28Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». 29Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
30Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? 31I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo». 32Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. 33Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». 34Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». 35Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!»
Quando leggiamo il Vangelo di Giovanni ci troviamo di fronte a lunghissimi discorsi. Il lettore potrebbe pensare che si tratti di parole autentiche di Gesù.
I biblisti ci avvertono: quando il Vangelo di Giovanni trovò la sua redazione eravamo molto lontani dagli anni di Gesù. Erano trascorsi almeno 65-75 anni. Non era ancora nato il Cristianesimo come religione separata dall'Ebraismo. Tutto lo scritto giovanneo è attraversato da una polemica interna a questo gruppo di credenti.
Il redattore, senza mai cadere nella tentazione di divinizzare Gesù (infatti è il padre che ha messo il sigillo e Gesù resta "colui che Dio ha mandato"), senza mai ragionare secondo i dogmi di Nicea e Calcedonia, pone il Nazareno come l'inviato definitivo del Padre, rischiando di mettere in secondo piano tutta la tradizione delle antiche strutture.
Pochi decenni dopo la comunità giovannea romperà con la sinagoga e si avvierà quel funesto cammino di un Cristianesimo sempre più dogmatico e sempre più ostile all'Ebraismo.
Oggi solo una lettura distorta può leggere il Vangelo di Giovanni come fonte dogmatica.
"L'OPERA DI DIO"
Spogliata del contesto polemico, questa pagina per noi cristiani di oggi è piena di significato. Dio può operare in noi affinché avvenga la decisione di camminare sulle tracce di Gesù. La proposta che Dio ci mette di fronte, anzi l'invito pressante che ci rivolge, è molto concreto: fai tuo lo stile di vita di Gesù. Vuoi diventare cristiano? Impara, tenta ogni giorno di pensare, di amare, di condividere, di sperare, di pregare, di lottare, di soffrire e di credere come Gesù.
Non vivere come un ramoscello trasportato da ogni vento, in balia del momento.
"Credere in Gesù" significa, in mezzo al culto dell'effimero, prendere atto che lo stile di vita di Gesù, il suo messaggio sono capaci di dare senso alla nostra esistenza quotidiana così bisognosa di un orizzonte aperto.
Gesù è il progetto che Dio ci propone contro la crescente tentazione della dispersione in mille rigagnoli esperienziali che dissecano l'interiorità e disperdono le energie.
"GESU' COME PANE"
Nutrirci di Gesù non è un gesto rituale, un sacramento ricevuto a scadenze fisse. Noi leggiamo il Vangelo e le Scritture perché crediamo che Dio ci venga incontro per "salvare" le nostre esistenze dal non senso, dagli idoli, dall'egoismo, dall'indifferenza, dalla seduzione di sensazioni ed esperienze sempre nuove. Voglio al riguardo proporre alcune righe del teologo Josè Antonio Pagola: "Un individuo senza ideali né aspirazioni, preoccupato soprattutto di godere, possedere cose, rimanere in forma, divertirsi e rilassarsi. Un individuo più interessato a conoscere il bollettino meteorologico del fine settimana che il senso della propria vita. Non dobbiamo demonizzare questa società. E' cosa buona vivere ai nostri giorni, avendo tante possibilità di coltivare le diverse dimensioni della vita. Il male è restare vuoti interiormente, presi solo da necessità superficiali, smettere di fare il bene per cercare solo il benessere, cadere nell'indifferenza, dimenticare l'amore... Quando l'individuo solo dell'effimero, resta senza radici e senza consistenza interiore".
Il Vangelo di Gesù non è solo la medicina contro questi mali, ma la "buona notizia" che rende piena di senso la nostra vita.