sabato 1 agosto 2015

È MOLTO improbabile che il prefetto di Roma Gabrielli sia un "porco di un comunista", così come lo apostrofa il leghista marchigiano Sandro Zaffiri sulla sua paginetta Facebook. È invece ufficiale che Sandro Zaffiri (vicepresidente del suo Consiglio regionale: dunque una autorità istituzionale) sia un fascista. È lui stesso a darne la prova provata, e non smentibile, quando minaccia Gabrielli di dargli "tanto olio di ricino". Una pratica, come si usa dire, di inconfondibile matrice, non essendo noti casi di somministrazione di olio di ricino da parte di non fascisti.
Ma la vera colpa del fascista Zaffiri non è essere un fascista. La vera colpa del fascista Zaffiri è rendere totalmente ininfluente la ragione del contendere (che è l'immigrazione, ndr). Perché quando un fascista annuncia olio di ricino per un "porco comunista", accade inevitabilmente che di questo e solo di questo si parli: di una ripugnante intimidazione politica. Più in generale, il problema del "politicamente scorretto", tanto amato dalle camicie verdi e dalla destra estrema in generale, è che rende infrequentabile qualunque discussione, qualunque dibattito, qualunque argomento. E' lo sbraito nevrastenico di uomini ben oltre la crisi di nervi, la perdita delle staffe mostrata come una medaglia perché fa tanto "uomini veri"; e invece fa tanto impotenza, e fa tanto pena, perché uno come il fascista Zaffiri, di qui in poi, ogni volta che apre bocca sarà sempre "quello dell'olio di ricino". Vedi come ci si può rovinare con le proprie mani.
Michele Serra

(Repubblica 21 luglio)