martedì 4 agosto 2015

Ma le macchine-soldato minacciano l'umanità

DA QUANDO l'uomo esiste combatte, e da quando combatte cerca mezzi per aumentare le sue prestazioni. La mazza, la spada, l'arco, la pistola non sono altro che tecnologie per aumentare le prestazioni del guerriero. Alla base di tutto vi è sempre stato l'uomo, con le sue abilità, i suoi riflessi, la sua fisicità.
Adesso però si comincia a parlare di qualcosa di più inquietante. Non più un essere umano che usa strumenti per essere più potente basandosi sulla sua abilità, ma un essere umano potenziato geneticamente o interconnesso a una macchina robotica (esoscheletro) che lo modifica. E, passaggio successivo, non più umani che combattono, ma direttamente macchine più veloci, forti e precise di qualsiasi essere vivente.
Tutto questo non è giustificabile. Se potenziare uno sportivo col doping è inaccettabilmente grave, modificare un essere umano per renderlo un'arma invincibile è mostruoso. Abbiamo già assistito ad aberranti sperimentazioni naziste nel secolo scorso. La lezione dovrebbe bastare.
Per quanto riguarda i robot guerrieri, l'idea è ancor più preoccupante. Ammesso e non concesso che un giorno queste macchine diventino davvero più veloci, precise e performanti dei soldati umani, la vita e la morte di un nemico verranno decise da un algoritmo.
Viene da chiedersi quali saranno i loro nemici? Altri esseri umani? Non credo l'umanità potrebbe sopravvivere a se stessa se dovesse un giorno decidere di sviluppare macchine così sofisticate per uccidere altri umani. Si potrebbe obiettare che queste macchine esistono già: droni, bombe intelligenti, missili di precisione. Ma non è così. Queste armi servono a distruggere qualcosa (edifici, installazioni, aerei, etc..), ma non esplicitamente ad annullare l'esistenza di altri umani. Illudiamoci che possano essere usate limitando al massimo i danni collaterali ad altri esseri umani. Il robot soldato sarebbe un'altra cosa: un'arma letale anti-uomo che combina la violenza adattativa dell'essere umano con la precisione chirurgica della macchina. Tutto questo è difficile da spiegare nell'ambito del concetto di progresso dell'umanità, a meno che la guerra non diventi una partita esclusiva fra robot soldati. Proviamo a sognare: in futuro nessun umano farà del male a un suo simile. Le controversie si risolveranno con guerre fra robot, una pura gara tecnologica con l'accordo che l'umano diventi intoccabile. Troppo bello per essere vero? Come sempre il vero pericolo di qualsiasi tecnologia sta nel suo utilizzatore e non nella tecnologia in sé. Anche un cuscino usato per soffocare una persona può diventare un'arma letale, perciò non demonizziamo i cuscini, ma educhiamo gli umani alla convivenza. Lasciamo ai robot il loro compito: quello di essere macchine utili all'uomo, e speriamo che il vero progresso non sia nell'aumento delle prestazioni del soldato robot ma nell'aumento del rispetto della vita.
Roberto Cigolani

(Repubblica 28 luglio)


Roberto Cingolani, direttore scientifico dell'Istituto Italiano di Tecnologia è co-autore con Giorgio Metta di "Umani e umanoidi".