lunedì 8 febbraio 2016

“Per piegare i morosi bloccheremo anche le iscrizioni a scuola”

MILANO. «La collega di San Germano ha fatto bene, è una questione di senso civico. Gli enti pubblici non si possono indebitare perché alcuni non pagano». A Filippo Errante, sindaco di centrodestra di Corsico, hinterland di Milano, le mezze misure non piacciono: a dicembre ha deciso di punire le famiglie indietro con le rate della mensa. Escludendo i figli dalla refezione, a partire dallo scorso 7 gennaio.
Detto, fatto. Pentito, sindaco?
«Macché, semmai sempre più convinto. Non si può permettere a chi non paga di beneficiare di un servizio pubblico. Anzi, l'anno prossimo inaspriremo le regole».
Cosa farete?
«Non permetteremo ai morosi di iscrivere i figli nelle scuole comunali. E in quelle statali, dove la mensa fa capo al Comune, manterremo la linea: non paghi? Non mangi».
Quindi niente passi indietro?
«Ma perché dovrei fare un passo indietro, scusi? Io sono sindaco da giugno: appena mi sono insediato, ho guardato i conti. E ho scoperto che mancava un milione e 227mila euro, per la morosità sul fronte delle mense. Ma le sembra ammissibile? Per me no».
Inutile chiederle, allora, se è d'accordo con la sua collega di San Germano.
«Certo che sono d'accordo. Noi abbiamo tentato con le buone, mandato raccomandate alle 528 famiglie morose per proporre di rateizzare. In 300 sono rimaste in giacenza».
A quel punto che avete fatto?
«Abbiamo mandato i messi comunali porta a porta, proceduto con un centinaio di fermi amministrativi: ora i bimbi morosi si sono ridotti a 61. Le cui famiglie non vogliono pagare, pur avendone la possibilità: abbiamo verificato, non sono indigenti. È per questo che abbiamo scelto le maniere forti».
A Milano il buco delle mense supera i 5 milioni: suggerirebbe la stessa strategia?
«Ognuno fa quel che crede. Certo è, però, che noi sindaci ogni giorno ci ritroviamo a fare i conti con una coperta troppo corta: chi critica se ne dovrebbero ricordare».
Non teme, però, che i bimbi esclusi da mensa o parchi giochi subiscano un'umiliazione pur non avendo colpe?
«Ma il Comune che c'entra? Il bimbo escluso deve chiedere il perché ai suoi genitori: voglio proprio vedere che gli rispondono».
Alessandra Corica

(la Repubblica 28 gennaio)