mercoledì 25 maggio 2016

Rileggendo: siamo andati avanti

KARL RAHNER, La Trinità, Queriniana, Brescia, pp. 152, € 16.00
Credo che molti lettori e lettrici sappiano che Rahner, questo gigante della teologia pastorale e della mistica cristiana, morto nel 1984, pubblicò questo suo lavoro nel 1967.
Qualche volta è bene rileggere le opere che leggemmo in gioventù perché il nostro sguardo si è allargato con il tempo.
Effettivamente la mia lettura odierna mi ha condotto ad un gioioso ringraziamento a Dio e a quei teologi che sono usciti dalle pastoie dottrinali ancora così presenti nello studio di Rahner, teologo di fede profondissima.
Il suo dialogo con Barth, le sue dissertazioni su "trinità immanente" e "trinità economica", il suo essere "unitrino", la "autentica e segreta preistoria della rivelazione della Trinità nell'Antico Testamento", (pag. 147), i Tre che non possono essere addizionati (pag. 101), il pericolo della "quaternitas" (pag. 64) e del "triteismo latente" (pag. 101), "i modi di sussistenza" (pag. 107) anziché tre persone in Dio... appartengono ad un linguaggio teologico che gli studi più accurati hanno accantonato. La stessa teologa Catherine La Cugna, che introduce l'edizione italiana, sottolinea alcuni vistosi problemi.
Va detto che Rahner, con la sua passione di cura pastorale, tentò di mitigare le rigidità del dogma trinitario senza venire meno alla tradizione dogmatica da cui Rahner non seppe mai discostarsi più di tanto. A quel tempo era già un'operazione di ricerca di strade nuove.
Colpisce in tutta l'opera l'assenza di una anche modesta riflessione sul rapporto tra dogma, dottrina, messaggio biblico. I testi biblici, sui quali il magistero ha costruito e mantiene in vita il dogma trinitario non vengono neanche presi in considerazione. Tanto meno viene ripercorso un vero documentato itinerario storico. Il ricorso alla Patristica non è mai messo in questione mediante il confronto con i dissenzienti e relative espulsioni e persecuzioni.
Per chi, come me, apprezza moltissimo la persona, il credente e il teologo Rahner, resta però evidente che egli non ha tenuto in nessun conto altri scritti e studi che, sia sul terreno storico critico e sulla storia dei dogmi, avevano già avviato ben altri percorsi passando dal dogma alla simbolica trinitaria.
A mio avviso, il "meglio" di Rahner resta nelle sue opere minori in cui si coglie una passione evangelica, un'attenzione alle persone, la più genuina mistica cristiana, fatta di amore per Dio e per le Sue creature. Per dono di Dio la teologia cammina e oggi possiamo essere costruttivamente cristiani e cattolici senza il dogma trinitario espresso nelle parole del concilio del 381.
Possiamo esprimere la nostra fede nel linguaggio narrativo dell'amore di Dio.

Franco Barbero